1494-1559 d.C
Guerre d'Italia

Lovino aveva sentito i suoi passi, quella notte, nel silenzio assoluto della loro casa. Un soffio di vento, o forse un bisbiglio, arrivò al suo orecchio in modo così lieve che quasi gli venne il dubbio di averlo solo immaginato, ma alla fine scivolò giu dal letto di Antonio e con dei passetti veloci si avvicinò alla porta, sbirciando fuori dalla camera.
Un'ombra nera se ne stava china, a terra, con le spalle poggiate pesantemente alla parete, ed i suoi rantoli spezzavano il silenzio che regnava tutt'intorno a loro.
Il bambino spalancò gli occhi e nascondendosi di nuovo in camera gridò «Chi sei?! Vattene subito! », ma da lì fuori non arrivò alcuna risposta e si ritrovò costretto ad uscire di nuovo, impugnando la piccola scopa che teneva sempre accanto al letto come se fosse un'arma.
La creatura a terra rise, stancamente, poi tossì pulendosi le labbra sporche di sangue e polvere con un braccio «Mi amor...Mi pequeño Romano... »
Lovino ebbe un sussulto, di quelli che durano meno di un secondo, poi lasciò cadere la sua strana spada di legno sul pavimento e si inginocchiò accanto ad Antonio, tremando «Che ti é successo, eh?! ».
Iniziò perfino a dargli degli schiaffetti sul volto, continuando a imprecare contro di lui «Stupido! Sei uno stupido!- piangeva «Guarda come ti hanno conciato! Guarda... »
«Hemos ganado, Lovi... » Antonio sorrise dolcemente, stringendolo al petto «Sto bene, capito? Solo qualche graffio. Questa vittoria mi rende così felice da non provare dolore alcuno, ¿entiendes? ». Gli accarezzò i capelli e poi prendendo fiato si rimise in piedi, tenendolo ancora stretto a sé e camminando con le spalle contro il muro per non rischiare di cadere di nuovo.
«Stupido » mugugnò il bambino, premendo il viso contro il suo collo «Non farlo mai più ».
«¿Qué? » Antonio lo guardò per un attimo, confuso, entrando nella sua stanza e scivolando stancamente sul letto sfatto, chiudendo gli occhi con un sospiro mentre Romano, rincuorato dal fatto di riaverlo di nuovo vicino e sentendosi protetto dalla stretta delicata delle sue braccia disse «Andare in giro a fartele dare in questo modo solo per stare simpatico a me ».
Un'altra risata, stavolta più allegra e piena di soddisfazione.

Antonio Fernandez Carriedo rimase sveglio tutta la notte, sentendo il corpicino del suo amato e piccolo italiano premersi contro il proprio petto, mentre scivolava di nuovo nel mondo dei sogni.
Aveva lottato, versato sangue, ma alla fine quel che voleva era finalmante suo di diritto: l'Italia meridionale, e quel bambino che aveva già capito di amare, pur con tutti i difetti che lo contraddistinguevano. Regno di Napoli, Stato dei Presidii, Ducato di Milano...Romano erano suoi, e non avrebbe permesso a nessuno di strapparglieli dalle mani.

«Tù eres mi heroe, Spagna ».

Lo spagnolo abbassò lo sguardo, pensando di incrociare quello assonnato di Romano, ma il piccolo stava dormendo profondamente. Forse, si disse, ha parlato nel sonno. Sospirò, baciandogli la piccola fronte e infine bisbigliò al suo orecchio «No, Lovi, yo quiero ser tu amor, quando crescerai ».
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Spazio autrice: Eccoli qui, finalmente! I miei due piccioncini ♥ Probabilmente inizierò a prenderci gusto;)
Volevo scrivere una ff in cui Antonio fosse stato ferito (non chiedetemi il perché XD) e inizialmente avevo pensato di ambientarla nel periodo della Reconquista (cacciata dei musulmani dalla Spagna, per intenderci), ma poi mi sono detta "Hey, Lovino non poteva essere già con Antonio!", quindi sono andata un poì avanti con la storia spagnola fino alle Guerre d'Italia (immagino che su APH la scenetta in cui Francis assilla Antonio sul cedere a lui il piccolo Romano c'entrasse qualcosa ♥).
Ora...non ho molto da aggiungere ^^ scrivo qui sotto la traduzioni di alcune frasi in spagnolo che ho inserito:
-Hemos ganado, abbiamo vinto.
-Yo quiero ser tu amor, voglio essere il tuo amore.

(Sarò sincera, mi sono affidata ad un traduttore per essere più sicura, visto che ho studiato francese e non spagnolo ♥).

Un beso a todos! (AH! Questa la sapevo!)