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Autore: xSabri    06/01/2012    8 recensioni
Una promessa che dura nel tempo sigillata da delle lettere scritte quando si è ancora bambini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornammo a casa. Mi accompagnò fin dentro la mia cameretta e si accoccolò sulla poltroncina.
-Allora me lo dici che college hai scelto?
-No.
-Come no?-
lo guardai male.
-Non c’è niente da sapere. Mi devo prima ambientare in quella città e poi decido se frequentare quel college.
-nome?
-Scordatelo.

Mi buttai sul letto. Tutte le lettere di Anonimo caddero per terra. Erano più di cinquanta.
Harry mi aiutò a raccoglierle e poi andò via quasi volesse lasciarmi una certa intimità con quelle parole, come se il giorno dopo sarebbero svanite tutte senza che io potessi essere in grado di parlare.
Le rilessi, di nuovo, una ad una appuntando su un foglio quelle piccole caratteristiche che mi avrebbero fatto capire chi fosse.
Gli occhi
Il sorriso
Il fatto di essere un Puttaniere.
Il non sapersi mostrare agli altri per com’era davvero.
La sua mania di guardami a scuola.

Passai tutta la notte pensando e ripensando a quelle parole. E lui era l’unica persona che mi veniva in mente.
Cercai di non pensarci, mi sembrava così assurdo. Quando mi alzai dal letto quella mattina, notai justin sulla poltrona della mia camera che leggeva un libro.
I caldi raggi di sole gli illuminavano il viso. Lui e Liam erano diversi, completamente diversi ma erano entrambi bellissimi. Troppo belli per essere due semplici ragazzi di città. Li reputavo due angeli troppo perfetti anche per il paradiso.
Alzò la testa dal libro e mi sorrise.
-E’ il grande giorno eh?
Anche a lui avevo raccontato di Anonimo e mi aveva sempre appoggiata nella scelta di scrivergli a differenza di mia madre che era convinta che alimentassi false speranze.
-Che ore sono?
-Mezzogiorno!

avevo quattro ore per prepararmi. Mi alzai dal letto e lo sistemai alla meglio. Mi accorsi che non sapevo cosa mettere e aprì l’armadio.
Optai per una gonna alta sabbia e la maglia di alice larga che mi cadeva su una spalla.
Decisi che avrei raccolto i lunghi capelli in una treccia e messo le ballerine bianche che si intonavano alla maglia.
Scesi in cucina e preparai il pranzo.
Io e mio fratello chiacchierammo sorridendo davanti ad un buon piatto di pasta al sugo.
Erano le due e mezza quando entrai in bagno per fare un doccia. Uscì tre quarti d’ora dopo.
Mi vestì e dopo aver sistemato i capelli mi truccai un po’
-Fammi gli auguri!
Justin si avvicinò a me e mi strinse forte.
-Andrà benissimo vedrai.
Uscì di casa e mi incamminai verso il parchetto. Non era molto lontano e ci avrei impiegato massimo cinque minuti a piedi.
Quando arrivai, un paio di bambine erano stese sull’erba a parlottare tra di loro, altri bimbi giocavano a palla.
Una figura esile stava dando da mangiare alla paperelle. Qualcosa mi diceva che era Anonimo.
Mi avvicinai con calma e in quella figura trovai qualcosa di famigliare.
Si girò verso di me e sorrise. Mi pietrificai. Era lui. Anonimo era Lui.
-Ciao Nicole.
La sua voce, quel pomeriggio sembrava più dolce.
-Sei tu?-lo guardai-sei sempre stato tu?
Lui annui e si andò a sedere sulla panchina di fronte al piccolo stagno. Mi prese una mano e mi accarezzò una guancia.
-era l’unico modo per sentirti davvero mia.
-Dio Harry, potevi dirmelo.
-No, non potevo-
sospirò-tu eri presa da Anonimo e non da Harry.
Abbassai lo sguardo, aveva ragione.
Ero stata sei mesi con Zayn, sei lunghissimi mesi meravigliosi. E poi tutto era svanito. L’avevo tradito e lui non lo sapeva e poi era diventato gay, come per ripicca.
Mi balenò alla testa la Juilliard. Sarebbe volato via? Mi avrebbe lasciata da sola? No, io avevo bisogno di lui. Non poteva farmi questo.
-Domani parto e non so quando torno e se torno.
Abbassò lo sguardo. Feci lo stesso incapace di trovare le parole giuste per rispondergli. Sarei rimasta da sola.
-Ti amo Nicole-sospirò-ma ho bisogno di quella laurea per me e per la mia futura famiglia.
Annui. Non poteva rinunciare al suo sogno per una cotta adolescenziale.
-Fai bene-lo guardai-farei lo stesso se fossi in te.
Mi guardò per un attimo che sembrò eterno. Mi baciò e sentì il miele invadere la mia bocca, forse per l’ultima volta, forse per una delle tante.
-Rivediamoci qui, fra venti anni.
-Venti?

Annui e mi sorrise.
-Vent’anni sono pochi se pensi che dieci ne devo fare io tra conservatorio e università.
-E gli altri dieci a che ti servono?
-A trovare un lavoro in Gran Bretagna.

Lo guardai scettica emi baciò di nuovo. Era un bacio diverso, malinconico. La sensazione che mi invase fu strana, come se quel bacio volesse portarmi via il resto della mia anima.
Tornammo a casa, mano nella mano.
Parlammo dei suoi sogni, dei suoi progetti. Di quanto io volessi diventare brava in medicina e di quanto lui sarebbe diventato un bravo cantante e compositore.
Poi arrivò il suo taxi. Doveva portarlo all’aeroporto.
Mi diede un altro bacio e poi salì su quella macchina gialla che gli avrebbe permesso di diventare qualcuno.
La macchina partì e lui si affacciò dal finestrino. Mi sorrise un’ultima volta.
-A tra venti anni.

S.


*EccomiEccomi*

Baby is hereeeeeeeee! E se vi state chiedendo chi è Baby, baby sono ioooooooooooo! (?)
Allora! L'incontro è stato deludente, lo so, lo so! 
Ma per raggiungere l'epilogo che ho scritto doveva essere più o meno così (?)
E ora, vi presento il prologo della MIA NUOVA FF http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=914240&i=1
M
i farebbe piacere se qualcuno la leggesse ! *-*
  
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