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Autore: Harry Potterish    06/01/2012    2 recensioni
Sono sempre cresciuto in una campana di vetro, lontano dalle disgrazie e dai problemi della vita reale, nell'illusione che la mia famiglia fosse perfetta e che Hogwarts fosse il luogo dove tutti i sogni si avverano. E scoprire che non è così fa davvero male.
La mia prima long: scritta due anni fa, è una storia interamente dedicata alla Nuova Generazione, che credo meriti un po' più di spazio rispetto a quello datogli dalla Rowling nell'epilogo. Nella speranza di farvi svagare un po' e di sentire il vostro parere in merito.
Genere: Commedia, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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1.
Prologo (perché ogni storia ha un inizio)

Sono le cinque di mattino di un’anonima giornata di inizio novembre e, nonostante sia letteralmente sepolto sotto le coperte, ho freddo. Sì, perché quel pazzo del mio compagno di stanza è un po’ ipocondriaco ed è convinto che, quando più di due persone stanno nello stesso ambiente, sia assolutamente necessario avere un costante ricambio d’aria per evitare lo scambio di germi. Ne consegue che le finestre della nostra camera sono sempre aperte. Anche di notte. Va bene, lo ammetto, questa non è ipocondria, è pazzia allo stato puro. Per questo mi sono già ripromesso che gli assesterò un bello schiantesimo al più presto, o almeno quando ne sarò capace, il che equivale al quinto anno, sempre che riusciamo a seguire il programma ministeriale, che riesca ad apprenderlo sufficientemente in fretta e che non si presenti una pazza che proibisca a tutti di imparare a difendersi. E considerato che sono neanche a metà del primo trimestre, del primo anno, la strada da compiere si prospetta piuttosto lunga.

Le prime luci dell’alba filtrano attraverso le tende del letto a baldacchino. Ho sempre odiato svegliarmi per colpa della luce: è come se la Natura ti obbligasse ad alzarti e il Sole ti ricordasse che se per lui la giornata lavorativa è iniziata, allora deve cominciare anche per te. Insomma, decisamente meglio la sveglia: è discreta e paziente, certamente più di mamma o papà, ma anche loro passano dalla fase “carezze e gentilezza” prima di minacciarmi di farmi preparare il pranzo di Natale alla Tana al posto di nonna- e credetemi se vi dico che anche il migliore chef del mondo rabbrividirebbe al solo pensiero: siamo circa una trentina (dato aggiornato allo scorso anno, non so se i cugini siano aumentati nel frattempo…) ognuno con gusti, allergie e fissazioni diverse. Ma tornando a noi. Apro gli occhi maledicendo tutti i maghi e le streghe presenti sulle figurine delle Cioccorane –due volte quelli che mi mancano per la loro stronzaggine e la loro introvabilità- e per l’ennesima mattina mi ritrovo di fronte agli occhi quella luce verdastra che ricorda tanto un reparto del San Mungo. Odio quel colore: né chiaro, né scuro, né gioioso, né triste, così…verde. Perché, non ve l’ho detto? Sono un Serpeverde. Già, proprio così, il primo Serpeverde in famiglia- ma non l’ultimo: ci sono ancora quattro o cinque cugini mancanti all’appello, e almeno due di loro hanno un carattere sufficientemente perfido e sadico per finire qui. So che è la mia casa e non dovrei dirlo, però è la verità: come si può definire far dormire quattro poveri undicenni con le finestre aperte a novembre se non sadismo? Voglio dire, nessuno può essere seriamente così malato da credere davvero di necessitare di ricambio d’aria, neanche fossimo degli appestati! A volte sospetto che sia perché in fondo ci disprezza. Dopotutto, in confronto a Sua Maestà, siamo solo dei poveri Mezzosangue: in questo modo sia “purifica” l’aria, sia ci spedisce in infermeria uno dopo l’altro. Chissà, forse spera che prima o poi molliamo tutto e ci stanchiamo, ma io non mi arrenderò, almeno non fino al quinto anno: gli devo ancora uno schiantesimo. Credo di non aver mai odiato così tanto una persona in vita mia: in famiglia avevo intuito dai vari racconti che i suoi non potevano propriamente definirsi persone amabili, ma mai e poi mai avrei pensato che potesse nascere un essere così…così…No, non c’è modo per definirlo. Avevo sperato –come tutta la comunità magica, credo- che da due elementi negativi ne nascesse uno positivo: l’algebra parla chiaro, e fin da piccolo mi hanno insegnato che la matematica non è un’opinione ed è una scienza rigorosa, che non sbaglia mai. A dire il vero mi avevano pure detto che questa matematica aveva un ramo, la probabilità, anch’esso piuttosto esatto, anche se un po’ meno. Io, dall’alto dei miei sei anni -età nella quale formulai tale teoria - ero convinto che le possibilità di trovare una moglie per un essere antipatico come il padre del Pazzo fossero pari a zero e che, anche se avesse trovato una abbastanza masochista da sposarlo, avrebbero dovuto astenersi dal procreare, perché ci dovevamo già occupare di problemi più importanti, come la fame nel mondo e la deficienza di certi cugini o fratelli maggiori. Ricordo ancora che mio padre scoppiò a ridere e lo zio continuava a dire che avrei fatto strada, ma dovettero ritrattare tutto dopo aver visto gli sguardi omicidi della zia. Anche la mamma cercò di mostrarsi arrabbiata, ma tanto lo so che era anche da parte sua quella Firebolt che mi trovai ai piedi del letto la sera dopo. Ero davvero troppo piccolo per un vero manico di scopa, ma ciò non mi impediva di venerarlo, lucidarlo e cavalcarlo –di nascosto a mamma, che doveva e deve tuttora fare la parte del genitore responsabile, e sotto la sorveglianza di papà, ovviamente.

Per mia sfortuna già allora, in tutt’altra parte dell’Inghilterra, –per immensa gioia mia e anche sua, se sapesse quanti modi per ucciderlo senza far ricadere i sospetti su di me ho già trovato- era nata quella persona che volevo tanto non esistesse. E là lui cresceva sempre più malato, sempre più viziato –fanculo il C.R.E.P.A.,  lo voglio anch’io un elfo domestico che mi pulisce la stanza, mi prepara la colazione e si prende la colpa delle mie malefatte perché altrimenti deve punirsi- ma soprattutto sempre più abbagliante. Da piccolo mi avevano insegnato che le donne con un colore di capelli così sfacciato erano tinte e, una volta avuta l’età per capire certi argomenti, mi avevano anche spiegato che erano per la maggior parte ricche ereditiere o mantenute. Quando mia cugina –è un genio quella, ve lo dico io- domandò che cosa facesse la restante minor parte tutti diventarono pallidi, lo zio cominciò a balbettare, mentre mamma le disse che il loro lavoro era molto antico e che glielo avrebbe potuto spiegare meglio una delle amiche d’infanzia di quel signore tanto scontroso che, pur non conoscendo, detestavamo entrambi…e ho detto tutto. Tuttavia, dopo più di due mesi di scuola, essendo lui un maschio ed avendo constatato che effettivamente non ci sono tracce di ricrescita, ho dovuto tristemente riconoscere che il suo colore di capelli è naturale e che ancora una volta i membri anziani, o meglio i padri fondatori come puntualizza sempre quel genio di mia cugina, del Clan Weasley-Potter avevano sbagliato. Anche se, ad essere sincero, non credo siano loro ad aver sbagliato, quanto piuttosto sia lui ad andare contro ogni legge fisica. Del resto con il nome che si ritrova…Intendiamoci, non che il mio sia meglio, ma almeno i miei “mentori”, come amo chiamarli, erano persone serie, due veri eroi! Lui invece, si ritrova con una stella e un personaggio mitologico che nemmeno zia Hermione conosce –e questo dovrebbe essere già indice della gravità del fatto. Perché sì, signori e signore, il mio odioso compagno di stanza è Scorpius Hyperion Malfoy.

Ho un ricordo ancora vivido del giorno del mio smistamento. È vero, è inutile che faccia l’eroe drammatico, l’uomo vissuto, so anch’io che è stato solo due mesi fa. Tuttavia mi farebbe piacere ricordare al mondo che due mesi, per un undicenne, sono tanti, specialmente se vissuti sopportando torture di ogni genere, e che pensare a quella data mi ricorda che sono solo un primino, quindi nella scala sociale di Hogwarts sono quasi all’ultimo posto, appena sotto Gazza –lui è un veterano in fondo…- e subito prima di Mrs. Purr, ma solo perché nessuno la tollera, ed essendo io un essere un umano mi rifiuto di valere meno di una gatta centenaria sadica. Se fosse stata umana l’avrei vista bene tra i Serpeverde, casomai come Prefetto o Caposcuola, pronta a punirti anche solo per aver osato pensare quanto sarebbe stato bello farla fuori. Il suo migliore amico sarebbe stato di sicuro il Platinato e ovviamente lei sarebbe stata esente da ogni punizione, complice la passione di Gazza nei suoi confronti…Ma sto divagando –e quasi vomitando- quindi torniamo ad argomenti più seri, cioè me e il giorno che segnò definitivamente la mia esistenza.

Era l’1 settembre e un alquanto severo professor Paciock ci stava spiegando ciò che sarebbe accaduto sotto il torvo cielo della Sala Grande, quel giorno pieno di fulmini e tuoni.
No, non è vero, questo è troppo melodrammatico anche per me, ma due mesi con Barbie Girl –leggetevi il testo della canzone, è davvero illuminante- mi fanno sentire figo come tutti gli eroi di guerra di cui parla sempre quel nostalgico di papà. In realtà il cielo era perfettamente sereno e Neville era più terrorizzato di noi: aveva perso la lista dei nomi. Infatti è stato nominato vicepreside da quando la McGranitt è andata in pensione alla fine dell’anno scorso e Lumacorno l’ha sostituita. Mio fratello continua a ripetermi che ho avuto una fortuna sfacciata: l’ex-preside, nonostante fosse soprannominata Minnie, non aveva nulla della dolcezza della cara fidanzata di Topolino –zia Hermione e le sue storie babbane, umpf- e quello nuovo è stato una Serpe come me e mi adora. Non che non adori anche i miei cugini, dopotutto con il cognome che ci ritroviamo è inevitabile, ma avere una cravatta verde ospedale-argento è di certo un punto in più a mio favore.

Ricordo che il Cappello ci mise un po’ a decidere dove mettermi, non perché fosse realmente indeciso, ma perché io mi ero impuntato come un bimbo di due anni: non volevo essere Serpeverde, non volevo essere nella casa di Barbie Girl, volevo essere come tutti, e tutto il mondo sa che i Weasley-Potter sono Grifondoro da generazioni. Tutti tranne quello stupido Cappello, a quanto pare. Papà mi aveva detto che era un oggetto ragionevole, capace di prendere in considerazione le richieste e le esigenze di ogni singolo alunno. E allora perché io ero l’unico a non essere stato accontentato? Fatto sta che per la prima volta dalla fondazione di Hogwarts la Sale Grande era totalmente silenziosa: io non mi reggevo in piedi; mio fratello, Grifone convinto, era indeciso se uccidere me o buttarsi direttamente giù dalla Torre di Astronomia per evitare il suicidio sociale –e io mi sarei unito a lui più che volentieri; Neville cercava di farmi andare al mio tavolo per chiamare la prossima vittima e mia cugina…beh lei è un genio, ve l’ho detto no? Mi ha abbracciato, mi ha preso per mano e mi ha accompagnato nella tana del lupo come se fosse la cosa più naturale del mondo. Per qualche minuto ho sperato che anche lei non finisse Grifondoro: poteva tranquillamente essere una Corvonero con il cervello che si ritrova ed almeno non sarei stato l’unico diverso. Per un attimo ho addirittura sperato che fosse Serpeverde come me, ma in tutta onestà credo che per quest’anno il Cappello si fosse già divertito abbastanza e un ulteriore “cambiamento di direzione” avrebbe causato uno shock troppo grande. Sarebbe stato di sicuro più divertente se fosse stata Barbie Girl la vittima: voglio dire, un Malfoy a Grifondoro! Suo padre sarebbe morto d’infarto, facendo così un regalo al mondo, e il figlio probabilmente avrebbe deciso di andare a Drumstrang, lasciando dormire noi poveri studenti normali –o almeno più normali di lui- con le finestre chiuse. Ecco, è quando faccio questi ragionamenti un po’ egoisti e cinici che capisco il perché della scelta di quella vecchia pezza: sia chiaro, lo odio lo stesso –per quanto sia possibile odiare un cappello- ma almeno comprendo come mai abbia deciso di condannarmi.

Ricordo che mamma e papà hanno risposto alla mia lettera solo dopo una settimana. La scusa ufficiale è stata il troppo lavoro, unitamente ad un “il gufo si è perso” scarabocchiato da papà. La verità? Mia madre –santa donna- ha dovuto bloccare zii e parenti vari dal mandarmi una decina di strillettere, perché nonostante i bei principi che tramandano tanto, i pregiudizi ci sono ancora! Ciò, però, non ha fermato lo zio dal minacciarmi di togliermi la mia amata Firebolt, anche se devo dire che quando ho raccontato –pardon, scritto- del mio odio per Malfoy, le acque si sono un po’ calmate. Ma vi starete chiedendo: ed io? Come avrò reagito io, povera creatura indifesa? (Ok, i miei hanno ragione, ho una tendenza spiccata per il dramma…ma che posso farci? C’est la vie…) Bene, per rispondere alla vostra domanda vi basterà sapere che ho imparato solo il giorno di Halloween i nomi dei miei compagni di Casa, perché ho passato il primo mese girando soltanto con mia cugina e negando l’evidenza. Intanto mio fratello fingeva di non conoscermi, gli altri verde-argento mi ripudiavano a causa del mio cognome e delle mie amicizie e l’unica che formulava pensieri sensati era il genio di casa, la mia migliore amica, che molto saggiamente mi consigliava di provare a conoscere quelle persone con cui avrei dovuto passare altri sette anni. Avevo tentato a volte, ma andiamo, chi vorrebbe avere come amici Barbie Girl, il figlio di uno degli scagnozzi di Barbie Girl Senior, detto anche Bratz, e Mr. Sono-Ricco-Solo-Perché-Mia-Nonna-Ha-Ammazzato-Tutti-I-Suoi-Mariti Zabini? Ve lo dico io, nessuno, nemmeno il popolo femminile della scuola, perché alla nostra età ce ne frega il giusto di ragazzi e ragazze e, al di là di quello che si dice in giro, loro NON sono belli. Punto. Sono le copie mal riuscite dei loro padri, solo con i difetti amplificati. Per fortuna non sono tutti così, uno simpatico c’è: si chiama Calvin Nott ed è il figlio di Theodore Nott, guarda caso l’unico che ai tempi di Hogwarts non faceva parte della gang di Malfoy. Anche lui è un po’ fuori dal giro e non sopporta gli altri, così ci siamo coalizzati e l’ho presentato al resto del Clan. Giudizio: Oltre Ogni Previsione, approvato alla quasi unanimità per il disprezzo verso la Barbie e la Bratz. Ovviamente mio fratello e zio Ron si sono opposti, ma loro non fanno testo. Voglio dire, eliminerebbero anche me dalla famiglia se solo mamma non li avesse minacciati e vi garantisco che quello che mamma promette, mantiene, e quando passa all’azione sarebbe in grado di fare concorrenza a Bellatrix Lestrange –almeno a detta di papà, io per fortuna quella non l’ho mai conosciuta e non ci tengo particolarmente!

La conclusione di tutto ciò? Beh, sono le cinque e sette minuti di un’anonima mattina di inizio novembre e, nonostante sia letteralmente sepolto sotto le coperte, ho freddo; mi sono appena svegliato con la luce del sole, cosa che odio quasi più di Barbie&Co., e so già che farò tardi alla lezione della prima ora. Proprio così, perché una bambolina che si rispetti ha il turno in bagno per prima e ci sta almeno un’oretta, ed io e Cal ci ritroviamo sempre a dover fare tutto in fretta e furia: non faccio una colazione decente da settimane e più di una volta mi sono ritrovato in classe con i calzini spaiati, suscitando l’ilarità di tutti, insegnante compreso. Ma ora sono stanco, devo dare una svolta alla mia vita. Da piccolo mi hanno insegnato che è necessario avere pazienza e che se gli altri si comportano male con me io non devo reagire. Tuttavia, visto e considerato che da quando ho messo piede qui dentro nulla di quanto mi era stato sempre detto si è rivelato vero, ho deciso di fregarmene. In fondo io non sono un Grifondoro, non ho l’immagine da hippy tutto “pace e amore” da mantenere e, se sono arrivato a questo punto, non è colpa mia. È colpa della Barbie, della Bratz, di Mr. Ho-Un-Soprannome-Troppo-Lungo-Da-Ricordare Zabini, di mio fratello, dei miei –che con la loro incoerenza non fanno altro che confondermi- e di un sacco di altre persone che non sono direttamente coinvolte, ma sulle quali ho bisogno di scaricare la responsabilità. Ma se c’è qualcuno, o meglio qualcosa, che dovrebbe prendersi la responsabilità di ciò che farò, è quel dannato Cappello.

-Albus Severus Potter!-
-SERPEVERDE!-
E il mio delirio ebbe inizio.

 

Angolo di Harry Potterish
Allora, innanzitutto mi scuso in anticipo per aver pubblicato anche solo il prologo. La storia non ha troppe pretese: l'ho scritta due anni fa ed è sempre rimasta nell'archivio del mio computer fino ad ora, quando il mio migliore amico mi ha minacciato di picchiarmi se non la smettevo di farmi paranoie. Vi avviso che la long è composta da 10 capitoli e un epilogo. Per tutte le fan di Scorpius: lo adoro anch'io ma è necessario che sia così ai fini della trama...*Imperio* Fatemi sapere se vi piace oppure no! *Finite incantatem* Il prologo è un po' un mattone quindi se siete arrivati fin qui...complimenti! A presto
Harry Potterish



 

  
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