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Autore: Severa Crouch    06/01/2012    4 recensioni
La storia inizia il 1 settembre 1981, un anno decisivo per il mondo della magia. Di li a poco cadrà il Signore Oscuro. La protagonista, Alice Leroux, è una Serpeverde del settimo anno alle prese con i MAGO, con il clima che si respira nella sua casa, ma soprattutto questo è l'anno in cui dovrà affrontare la perdita della sua migliore amica, Lily Evans. Il riavvicinamento al suo vecchio compagno di studi e mentore, Severus Piton, porterà Alice a fare delle scelte che condizioneranno la sua vita, in bilico tra luce e oscurità.
È la mia prima fanfiction, spero che vi piaccia. Non ho modificato la trama della Rowling tutto è esattamente come appare nei libri, se verificate torna tutto. Ho solo lavorato sui punti che Harry Potter non ha vissuto e che non poteva o doveva conoscere. Ho messo What if perchè nei libri la mia Alice non c'è, però potrebbe esserci.
Il primo capitolo introduce Alice e il mondo in cui si muove, necessario per capire bene chi è la protagonista, dal secondo in poi arriveranno personaggi più conosciuti.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'orizzonte degli eventi'
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Capitolo 5 – Natale a casa Leroux

 

All'inizio di dicembre la neve aveva ricoperto gran parte dei prati intorno Hogwarts. Il castello e gli alberi della Foresta Proibita sembravano ricoperti di una candida glassa. Come molti studenti, anche Alice aspettava con ansia le vacanze natalizie, durante le quali sarebbe tornata a casa e avrebbe rivisto le sue sorelle: Sabina e Charlotte.

Durante il viaggio di rientro, Alice pensava a quanto fosse piacevole ogni anno il ritorno a casa; per l'occasione la mamma avrebbe preparato i suoi piatti preferiti: lasagne, ratatouille e crêpes per dessert. Inoltre, la prima sera era l'unica in cui le sue sorelle non sarebbero state irriverenti, omettendo di prenderla in giro per il troppo tempo dedicato allo studio.

Alla stazione di King's Cross Alice trovò suo papà ad attenderla. Da lì, presero la metropolitana Babbana per andare al Paiolo Magico, dal quale avrebbero potuto utilizzare la Metropolvere fino alla Maison Leroux.

A casa, Alice ebbe il solito benvenuto. La cena fu squisita e la serata trascorse piacevolmente in compagnia di Sabina, Charlotte, i loro compagni ed il piccolo Arthur.

La caduta del Signore Oscuro aveva alleggerito il clima che si respirava in giro, ed il Natale finalmente aveva ripreso il calore e la speranza dei tempi passati.

Nel corso di quella serata, Charlotte annunciò che lei ed Alain avevano deciso di sposarsi, e che avevano fissato la data del matrimonio per sabato 17 luglio; aggiunse anche: “Segnerò Alice più 1 sulla lista degli invitati così, magari, se troverai un fidanzato per allora, potrà farti da accompagnatore”.

“Al limite potrai farti accompagnare da Madama Pince: con tutto il tempo che passi in biblioteca, sarà di certo la tua migliore amica!”, disse Sabina con il suo solito fare irriverente.

Alice pensava che avrebbe potuto benissimo far rimanere di stucco le sorelle, invitando al matrimonio uno a scelta tra Gareth e Stephen. L'ideale sarebbe stato farsi accompagnare da entrambi. Già immaginava la scena: le sue sorelle sarebbero rimaste senza parole nel vederla arrivare con due bellissimi ragazzi, che le facevano entrambi da cavaliere.

Prese in braccio il piccolo Arthur e disse: “Hai visto come è cattiva la mamma con me? Mi fai tu da cavaliere?”. Gli occhi azzurri di Arthur si spalancarono e scoppiò in una fragorosa risata, i suoi ricci biondi riflettevano le luci delle decorazioni natalizie e, scuotendo la testa, si sporse verso la mamma, perché questa lo prendesse in braccio. Charlotte scoppiò a ridere: “Nenche Arthur vuole farti da cavaliere, mi sa che ti resta solo Madama Pince sul serio!”

Seccata per le continue prese in giro, Alice se ne salì in camera sua.

L'indomani accadde qualcosa di imprevisto. Per l'ora del tè si presentò a casa Narcissa Malfoy e, cosa ancora più insolita, era stata invitata da Sabina.

Narcissa e Sabina erano state grandi amiche un tempo. Erano cresciute insieme ed avevano condiviso moltissime cose, tra cui il dormitorio di Serpeverde ad Hogwarts. Il loro aspetto era radicalmente diverso: la bellezza algida, eterea e distaccata di Narcissa Black contrastava con i colori scuri, terreni ed il temperamento caldo e passionale di Sabina Leroux. Fu proprio il temperamento di Sabina a mettere fine all'amicizia con Narcissa: non poteva condividere, né tanto meno comprendere, la scelta della sua amica di assecondare il marito Lucius nel diventare un seguace del Signore Oscuro.

Il motivo della divergenza era fondato su due diverse concezioni dell'amore: Narcissa per amore avrebbe seguito e sostenuto Lucius nelle sue scelte fino alle estreme conseguenze; Sabina, dal canto suo, credeva che proprio per amore del compagno bisognasse adoperarsi perché egli non si lasciasse ingannare dalla sete di dominio senza senso di Voldemort. Al contrario, occorreva cercare di tenerlo lontano da ogni pericolo.

Purtroppo Sabina non era una Black, non aveva sposato un Malfoy, e non poteva comprendere appieno le pressioni che la sua amica Narcissa subiva dai genitori e, in particolar modo da sua sorella Bellatrix. Una famiglia che non esitò a dichiarare morta la terza figlia, Andromeda, allorché sposò il babbano di nascita Ted Tonks.

Spinta dall'amore per Lucius e quello per la sua famiglia, Narcissa finì per condividere gli ideali di purezza predicati dal Signore Oscuro, rendendo impossibile la prosecuzione dell'amicizia con Sabina.

La loro separazione era stata così radicale e insanabile, che era decisamente insolito vederle di nuovo insieme. L'amicizia che le univa era sopravvissuta al compimento delle loro scelte di vita, così che, una volta caduto Voldemort, era bastato che si incontrassero con i rispettivi figli, perché dopo un saluto imbarazzato, pronunciato più per educazione che per reale sentimento, ricominciassero a parlare. Come se tutto il tempo trascorso dall'ultima volta non fosse consistito che in alcuni giorni.

Ripresero a parlare con più intensità e vigore di prima. Dalla guerra erano usciti tutti sconfitti, e l'età adulta aveva attenuato i radicalismi della gioventù. Narcissa non era altro che una donna sconfitta perché aveva deciso di seguire l'uomo che amava, mentre Sabina portava dentro di sé talmente tanti lutti che difficilmente avrebbe potuto definirsi una vincitrice.

Quando Narcissa entrò in casa Leroux con il piccolo Draco in braccio, dopo un primo momento di stupore, a tutta la famiglia Leroux sembrò di essere ritornati ai tempi precedenti la guerra magica. In un certo senso, il ritorno di Narcissa sembrava un augurio che i tempi bui fossero passati una volta per tutte.

Narcissa presentò Draco ad Alice e fra i due fu simpatia a prima vista. Draco era un bimbo di due anni con due enormi occhi azzurro-ghiaccio, di un candore e una curiosità che colpì molto Alice. Dal canto suo, Draco era molto incuriosito da questa amica della mamma con grandi occhi scuri, un sorriso dolcissimo e un pallore simile al suo. Alice prese in braccio il bambino e gli fece fare un giro della stanza: sembrava molto attirato dai ritratti animati. Riconobbe Alice in alcune foto presenti in soggiorno, che la ritraevano con la divisa di Hogwarts.

Vista la curiosità e l'entusiasmo del bambino, Alice iniziò a fare dei piccoli incantesimi per intrattenere Draco, creando delle bolle colorate, che galleggiavano sopra la testa del piccolo. Fu piacevolmente sorpresa dalle sue potenzialità magiche, quando il bambino riuscì a far scoppiare le bolle create da Alice e ridere della propria opera.

Alice guardava Draco con tenerezza e curiosità. Lei voleva diventare insegnante ad Hogwarts: chissà, se quando lui avrebbe raggiunto l'età, lei sarebbe stata la sua insegnante. Piena di speranza gli disse: “Sai Draco, penso proprio che diventerai un ottimo mago, però dovrai studiare tanto. Ti insegnerò io, quando avrai l'età giusta, per il momento pensa solo a divertirti e a giocare!”

Draco sorrideva spensierato, Alice si era già affezionata a questo bimbo meraviglioso.

Alice stava continuando a girare per la casa con Draco in braccio, quando la sua attenzione fu catturata dalle parole di Narcissa: “...Non saprei proprio come fare, Sabina. Ora c'è Draco, non posso permettere che la mia famiglia venga distrutta”

Il tono della voce era preoccupato, Alice cullava Draco per tranquillizzarlo. Non voleva che si agitasse ascoltando la voce della mamma.

Sabina cercava di tranquillizzare l'amica: “Narcissa cara, stai tranquilla, vedrai che Lucius se la caverà. La sua famiglia è stimata e ha molti contatti importanti al Ministero. Inoltre, Lucius si è esposto di meno rispetto ad altri Mangiamorte, come tua sorella”.

Nell'udire il nome della sorella, si poteva leggere la disperazione nello sguardo di Narcissa, che sapeva che Bellatrix, nel delirio di follia in cui era caduta, dopo aver votato l'anima a Voldemort, sarebbe certamente finita ad Azkaban.

“Ma Sabina, come farò se Lucius finirà ad Azkaban, insieme a Bellatrix? Draco non avrà più una famiglia, come faremo da soli?”

Il viso pallido di Narcissa era nascosto dalle mani, nel tentativo di coprire le lacrime, proseguì: “Il mese prossimo inizieranno i processi ai Mangiamorte. Tutto quello che Lucius ha fatto, lo ha fatto perché doveva. Che scelta avevamo, con le famiglie in cui siamo nati? Sempre a parlarci della purezza del Sangue, a cancellare, considerando morto chi, come Andromeda, tradiva questo ideale. E tu lo sai che Tu-Sai-Chi aveva i suoi metodi di persuasione! Oh, Sabina, siamo stati due sciocchi, o forse, due presuntuosi. Pensavamo, ci illudevamo di avere ragione, che fosse giusto così! Ora, Lucius rischia di finire ad Azkaban ed il piccolo Draco non avrà un padre da ricordare”.

Narcissa piangeva a dirotto. Draco, nel vedere la mamma in lacrime, si allarmò. Alice cercò di distrarlo, ma non c'era verso, lui voleva tornare dalla mamma, consolarla con i suoi sguardi e le sue tenerezze. Sabina ed Alice impiegarono un po' di tempo per far si che Narcissa si ricomponesse e Draco si tranquillizzasse.

La notizia dei processi ai Mangiamorte aveva scosso Alice più del previsto. Fino a quel momento, non aveva pensato a quello che sarebbe successo dopo la sua caduta, al prezzo da pagare per risanare la frattura che aveva colpito il mondo della magia. Pensava a Severus, distrutto dalla morte di Lily: come avrebbe potuto sopravvivere ai Dissennatori di Azkaban?

Alice si sentiva impotente, eppure avrebbe dovuto provare a fare qualcosa, qualsiasi cosa per impedire che il suo amico pagasse un tributo più alto di quello che stava attualmente pagando per le sue colpe. Sapeva che Severus, dopo il litigio con Lily e quello successivo con Alice, iniziò a frequentare i Mangiamorte, che la caccia ai Potter di Voldemort lo aveva fatto rinsavire. Adesso, il loro assassinio era stato un duro colpo per lui, che si sentiva responsabile della morte della sua amica, del suo più grande amore. Un peso così pesante da portare dentro di sé, da costituire esso stesso una pena per il male causato.

L'intento di fare qualcosa per Severus fu rafforzato la mattina di Natale, quando Alice, alzatasi prima del resto della sua famiglia, trovò un regalo per lei.

Il biglietto era scritto con una grafia familiare, che non vedeva da moltissimo tempo. Non potevano esserci errori, il biglietto diceva espressamente:

Mademoiselle Alice Leroux, Maison Leroux, Wiltshire, England.

Ancora più incuriosita, prese il pacchetto, sfilò il bigliettino e lesse il messaggio: Ad un'abile pozionista, futura collega, con l'augurio che lo possa trovare di ispirazione, come lo fu durante i miei studi. S.P.

Scartò la confezione, Vite di illustri pozionisti, di Cornelia Macbeth. Sfogliando il volume, Alice trovò dentro una foto con le figure animate. La scena ritraeva la Sala Comune di Serpeverde, su due poltrone vicine, alla luce del camino, due ragazzi avevano alzato lo sguardo dai libri e sorridevano al fotografo. I due erano una giovane Alice, al secondo anno ad Hogwarts ed un altrettanto giovane Piton, al sesto anno: stavano facendo i compiti.

Nel vedere la scena, comparve un sorriso sul volto di Alice. Allora Piton non si era dimenticato dei pomeriggi trascorsi insieme! Nel biglietto l'aveva apostrofata come futura collega, il sorriso si allargò sul suo volto. Ripose il biglietto e la foto all'interno del libro e lo sistemò sulla scrivania tra quelli di scuola: l'apertura di questo regalo in presenza delle sue sorelle avrebbe dato adito ad una serie di domande ed illazioni che non aveva intenzione di sostenere.

Tornata in soggiorno, trovò l'intera famiglia ai piedi dell'albero di Natale, erano tutti intenti a scartare i regali. Alice ricevette un libro sulle Pozioni degli Antichi Egizi dal papà, una boccetta di Amortenthia da Sabina “Così, magari, riesci a trovare un fidanzato!”

Era sempre così simpatica nei suoi regali!

Charlotte le regalò un calderone nuovo ed un kit di boccette e fiale, inoltre ricevette da Gareth un libro sul Quidditch, da Lizzie un taccuino con i colori di Serpeverde ed una piuma d'aquila nuova con una boccetta di inchiostro violetto da Stephen.

Come prevedibile, Charlotte e Sabina iniziarono a fare domande su Gareth e Stephen: succedeva ogni Natale da quando era entrata ad Hogwarts.

Nei giorni successivi, Alice finì per attendere con ansia il rientro ad Hogwarts. Leggeva compulsivamente la Gazzetta del Profeta, alla ricerca di notizie sul processo contro Severus. Voleva scoprire se, e quando, ci sarebbe stata un'udienza. Sperava che il suo rientro non avvenisse troppo tardi.

Ben presto si ritrovò sul treno per Hogwarts, a raccontarsi con gli amici come erano andate le vacanze di Natale. Dal treno il castello emergeva in tutta la sua maestosità dal candore delle nevi. Scendendo a terra, gli studenti furono invasi da una corrente d'aria gelida. Molti di loro prefiguravano il tepore della Sala Comune ed il banchetto che li avrebbe attesi in Sala Grande.

Alice provò un enorme sollievo nel vedere il professor Piton ad attendere gli studenti che rientravano dalle vacanze di Natale.

Piton condusse gli studenti nell'atrio della scuola e poi li invitò a tornare nei propri dormitori in attesa della cena. Non appena gli studenti iniziarono a scemare, il professor Piton si avvicinò ad Alice e le disse: “Signorina Leroux, il preside desidera parlarle, mi ha chiesto di condurla nel suo ufficio. Mi segua, presto raggiungerà i suoi amici in Sala Comune”.

Alcuni studenti Serpeverde rimasero colpiti dalla richiesta del professor Piton: cosa mai poteva volere Albus Silente da Alice? Di certo, lei non aveva combinato niente, era una delle studentesse modello di Hogwarts.

Alice seguì Piton lungo il corridoio del primo piano, che conduceva al Gargoyle di pietra, dal quale si apriva l'accesso per lo studio di Silente. Durante il tragitto fu Alice a prendere la parola: “Professor Piton, lei sa cosa vuole dirmi il preside?”

Continuando a guardare avanti, Piton le disse: “Non precisamente, sono certo che riguardi il suo orientamento professionale. Sono stato colpito dall'abilità con cui ha realizzato il Balsamum Animae. Io stesso, difficilmente, avrei fatto di meglio. Ne ho parlato con il professor Silente, che mi ha chiesto di condurla nel suo ufficio non appena avesse fatto ritorno ad Hogwarts”.

Alice cercava di mantenere un contegno serio, sebbene dentro di sé fosse al culmine della gioia.

“Controlla le tue emozioni, Alice, domina la mente!”, si ripeteva dentro di sé, anche se il pensiero che Severus avesse provato il Balsamum Animae ed avesse parlato in suo favore con Silente non era cosa facile da ignorare. Decise di azzardare, sapeva che Piton perdeva facilmente la pazienza, disse: “Professor Piton?”

“Si?”, rispose lui senza rivolgerle alcuno sguardo.

“Grazie per il libro... e per la foto”, disse Alice imbarazzata.

Il volto di Piton si mosse, e produsse una smorfia, che Alice sapeva bene essere un sorriso trattenuto, perché entrambi la facevano, quando volevano mantenere un contegno distaccato. Pertanto, si meravigliò quando lui aggiunse: “Grazie a lei per la sciarpa... e il Balsamum Animae. Credo che sarà illuminante tornare a lavorare insieme”.

Arrivarono al Gargoyle di pietra, Piton disse con la sua voce atona: “Sorbetto al limone” e la statua dell'aquila ruotò su se stessa, facendo comparire una scala che portava nell'ufficio del preside.

In sette anni ad Hogwarts Alice non era mai entrata nell'ufficio di Silente. Non appena varcata la soglia, si sentì invasa da un insieme di sensazioni diverse e variegate: i ritratti dei vecchi presidi di Hogwarts che borbottavano, il ronzio di una serie di oggetti d'argento che roteavano, sbuffavano e producevano suoni diversi, ma la cosa che attirò maggiormente l'attenzione di Alice fu una splendida Fenice che sonnecchiava pigramente su un trespolo posto accanto alla finestra.

Alice guardava con stupore e meraviglia la creatura magica, era la prima Fenice vivente che aveva l'occasione di vedere. Dietro di sé, sentì la voce del professor Piton dire: “Io sarò nel mio ufficio. Conosce già la strada per la Sala Comune di Serpeverde”, quindi chiuse la porta, lasciando Alice nella contemplazione della Fenice.

“Si chiama Fanny”, disse allegramente la voce di Silente. Alice continuava a guardarla, esclamò: “È bellissima!”, poi si voltò e vide Silente, con la sua lunga barba bianca, che risaltava sulla veste turchina del colore dei suoi vivacissimi occhi, che erano incorniciati da un paio di occhiali a mezzaluna.

Alice provava una grande ammirazione per il professor Silente. Oltre ad essere un grande mago, egli era anche un uomo saggio, comprensivo e generoso. Raramente lo si vedeva rimproverare gli studenti per le marachelle, preferiva che gli stessi studenti imparassero da soli dai propri errori, per questo era rispettato da tutti gli studenti, e persino da molti membri del Ministero della Magia.

Si diceva che persino Tu-Sai-Chi provasse soggezione di fronte a Silente, per questo non osò mai sfidarlo pubblicamente.

Silente sorrideva, e gentilmente chiese ad Alice: “Signorina Leroux, ha passato bene le vacanze di Natale?”, Alice annuì, si chiedeva cosa mai il preside volesse domandarle.

“Molto bene, molto bene. Si domanderà perché l'ho fatta convocare nel mio ufficio”, disse Silente venendo subito al dunque. Continuò con un tono più amichevole: “Vede, il professor Piton, e prima di lui il professor Lumacorno, mi hanno parlato di lei, della sua aspirazione a diventare insegnante. Lei è già un'eccellente Pozionista. Nonostante la sua giovane età, credo di poter dire - con una certa sicurezza - che la sua opera sarà preziosa per Hogwarts”

Gli occhi di Silente brillavano attraverso gli occhiali, sembrava che il preside fosse in grado di leggere l'animo confuso di Alice, infatti le chiese: “Signorina Leroux, la vedo confusa e preoccupata al tempo stesso, cosa la turba?”

Alice guardava il preside con un po' di imbarazzo. Non sapeva come trovare le parole giuste per rivelare il suo stato d'animo. Fece un respiro e disse: “Mi scusi professore, sono molto contenta di poter restare ad Hogwarts. Sono solo preoccupata per il professor Piton. Quando entrambi eravamo studenti, eravamo amici. Dopo la scuola so che si è unito ai Mangiamorte e la Gazzetta del Profeta parla dell'imminente inizio dei processi nei loro confronti. Mi chiedevo, se la sua proposta non fosse legata alla consapevolezza che il professor Piton finirà ad Azkaban”

Nel pronunciare queste parole, Alice percepiva lo stato d'animo che angustiava Narcissa. Il preside le rivolse uno sguardo rassicurante e con molta calma le disse: “Sì, il professor Piton era un Mangiamorte. Hanno già fatto il suo nome al Ministero e presto avrà un'udienza in cui sarà giudicato il suo comportamento”.

Sentì la terra mancare, la pressione scendere vorticosamente verso il basso. Alice fece forza su se stessa per non perdere i sensi, per rimanere lucida. Silente notò la reazione della studentessa ed aggiunse “È molto nobile da parte sua preoccuparsi così per le sorti di un docente”.

Non si poteva mentire a Silente ed Alice non voleva farlo. Così, con molta sincerità e altrettanta tristezza, gli disse: “Quando era uno studente di Hogwarts, prima che si unisse ai seguaci di Lei-Sa-Chi, il professor Piton era il mio migliore amico. So quanto sta soffrendo, il prezzo altissimo che sta pagando con i sensi di colpa ed il rimorso per quanto è successo. Non oso immaginare cosa ne farebbero di lui i Dissennatori se dovesse finire ad Azkaban. Vorrei poter fare qualcosa.”

Silente era colpito dal dolore e dalla sofferenza di Alice, già qualche mese fa era rimasto stupito per l'empatia provata nei confronti di Severus, le chiese: “Cosa sarebbe disposta a fare?”

Alice guardava la spada di Grifondoro appesa alla parete, nella speranza che le desse un po' del coraggio che hanno i suoi studenti, anche se lei era stata scelta da Salazar Serpeverde. Disse solo: “Qualunque cosa, farei qualunque cosa”.

Affascinato da questa situazione, il preside pensava tra sé e sé che si erano aperte delle prospettive inattese, ed era il caso di coglierle al volo.

“Nei prossimi anni dovrò condurre delle ricerche piuttosto complesse, in alcuni casi pericolose, vorrei che lei mi affiancasse. Ho in mente un compito molto importante per lei. In cambio, penso di poter usare un po' dell'ascendente che ho sul ministero e fare in modo che sianob clementi con il professor Piton. Cosa ne pensa?”, disse Silente, mentre scrutava la ragazza attraverso i suoi occhiali a mezzaluna, domandandosi se avesse visto giusto.

Il volto di Alice si illuminò: “Sarebbe meraviglioso, professore, Severus non deve saperlo! Nessuno deve saperlo, non me lo perdonerebbe”

Silente guardò la studentessa incuriosito: “Non vuole che riveli la parte migliore di lei? Quando rischierà la vita per salvarlo?”, Alice annuì.

Silente in tono molto paziente disse: “Come vuole, signorina Leroux. Adesso vada pure, pensi ai suoi M.A.G.O. Il prossimo anno affiancherà me in alcune ricerche, ed il professor Piton le insegnerà i metodi di insegnamento; inoltre, condurrete insieme alcuni esperimenti. Se non vado errato, alcuni anni fa, da semplici studenti otteneste dei risultati sorprendenti. Hogwarts si aspetta grandi cose da lei”.

Alice uscì dallo studio del preside confusa. Silente avrebbe garantito per Severus, in cambio della sua collaborazione in alcune ricerche, perché poi aveva aggiunto che avrebbe rischiato la vita per proteggerlo?

   
 
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