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Autore: Kelley    07/01/2012    0 recensioni
Eve è una ragazza come tante altre, fino a quando non incontra Irial ex Re del Buio, che le aprirà le porte di un nuovo mondo.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Eve ritornò a casa fu accolta dallo sguardo truce della nonna.

“Dove sei stata questa mattina? La preside mi ha chiamata e mi ha informato della tua assenza.”

La preside era una amica di sua nonna, era ovvio che la informasse della sua assenza. Da quando era in pensione, era membro onorario della maggior parte dei comitati della città, di conseguenza conosceva molte persone importanti.

“Mi sono sentita poco bene.”

“Se ti sentivi poco bene potevi ritornare a casa.”

“Non vi volevo fare preoccupare.”

“Non mentirmi, ragazzina. Non mi puoi tenere all’oscuro di nulla. So perché non sei entrata stamani, so dove sei andata e chi hai incontrato. L’unica cosa che voglio è saperlo da te.”

Quando faceva così sua nonna era inquietante.

“Non avevo voglia di stare a scuola, così mi sono diretta verso il parco. Lì ho incontrato un ragazzo e ci siamo messi a parlare per non molto tempo e me ne sono andata.”

“Com’era questo ragazzo?”

“Era un ragazzo come tanti altri.”

“Com’era questo ragazzo? Eve rispondimi seriamente.”

“Era alto, magro, con capelli corvini e uno sguardo magnetico. Ha detto di chiamarsi Irial”

Mentre descriveva il misterioso ragazzo, Eve aveva uno sguardo incantato.

“Non lo dovrai mai più rivedere.”

“Ma so solo il suo nome è quasi impossibile rivederlo.”

“Fino a quanto vivrai in questa casa tu ubbidirai alle mie regole. Da ora in poi non uscirai più da sola. Ora puoi andare.” poi aggiunse “Vorrei ricordarti che alle cinque e mezza hai lezione di danza.”

“Non preoccuparti, nonna, non la mancherò.”

Eve si ritirò nella sua stanza e sbatte violentemente la porta. Si buttò sul letto e iniziò ad urlare con il cuscino premuto sul viso.

Qualcuno bussò alla porta. Eve si sistemò, si sedette sul letto e disse “Avanti.”

La porta si aprì ed entrò Erick.

“Quanta formalità, sorellina. Chi pensavi che fosse?”

“La nonna. Oggi mi ha fatto un lavata di testa e mi ha messo in punizione. Non posso più uscire di casa da sola fino a data indeterminata.”

“Ho sentito. Cosa hai fatto di tanto grave da meritarti tale cosa?” la prese in giro Erick e si sdraiò sul letto vicino a lei.

“Ho saltato la scuola e ho conosciuto un ragazzo”

“Stai diventando una vera ribelle. Da quando è iniziata questa trasformazione?”

“Quale trasformazione?”

“Quella da innocente ragazza a criminale incorreggibile.”

“Finiscila di prendermi in giro.” disse Eve lanciando un cuscino in faccia al fratello. “Come fai tu a passarla liscia dopo tutto quello che fai?”

“Non sono così cattivo.” disse Erick imbronciato.

“Voglio dire che il preside chiama spesso la nonna per te. Salti spesso la scuola, fai scherzi in continuazione eppure non vieni punito. Invece io, basta che sbaglio una volta e mi castiga.”

“Ho un bel faccino. Lo sai che la nonna ha un debole per me.” disse Erick in tono scherzoso “Semplicemente io riesco a farmi perdonare qualsiasi cosa, ma non è vero che le passo tutte. Una volta avevo organizzato uno scherzo in un ricevimento dove la nonna aveva invitato anche il sindaco e altri funzionari importanti. Io avevo piazzato dei petardi nella torta, una di quelle alte due piani, tutta panna e rose.” Eve annuì in segno di aver capito e lui continuò “Ho aspettato che entrasse in sala e di nascosto ho acceso la miccia. La torta è saltata in aria sporcando gli ospiti di panna. Avevo solo nove anni quando successe, ma quel giorno mi sono divertito come un pazzo.”

“Ora ricordo. La nonna era infuriata nera. Quali sono state le conseguenze?”

“Un mese senza tv e computer.”

“Vedi, la nonna non è così severa con te. Se lo avessi fatto io invece mi avrebbe spellato viva. Cosa hai da ridere?” disse Eve vedendo il fratello che rideva a crepa pelle.

“Sei veramente buffa quando metti il broncio.”

“Grazie tante.”

“Non so il perché nonna con te sia più severa.” disse Erick seriamente, poi aggiunse, dopo aver guardato l’orologio. “È ora di andare, principessa. Hanno delegato a me il compito di accompagnarti.”

Eve fu sollevata per il fatto che era Erick ad accompagnarla e non sua nonna.

Dopo la lezione di danza si avviò verso gli spogliatoi.

“Oggi è stata più massacrante di altri giorni.” le disse Sophie, una ragazza che seguiva il corso assieme a lei.

“Non ci ho fatto caso.” le rispose.

“L’istruttrice ci sta facendo lavorare di più perché tra poco ci sarà il saggio di natale. Ho sentito che quest’anno ci saranno molte persone importate.” disse Madelaine.

“Mio padre mi ha detto che ci sarà il senatore.” disse un’altra ragazza.

Eve, che non era per niente interessata al discorso, finì di prepararsi, salutò le sue compagne ed uscì.

Fuori faceva molto freddo e aveva iniziato a nevicare. Eve si strinse nel cappotto di cachemire. Di suo fratello non si vedeva neanche l’ombra. Le aveva detto di aspettarlo dentro se faceva tardi, ma non era riuscita a sopportare quelle oche.

Era buio e l’unica fonte di luce era data dai lampioni ed era molto fievole.

A un tratto sentì in rumore di un accendino che veniva sfregato e si girò verso la fonte del suono.

Nella penombra vide il rosso della sigaretta accesa e senti il classico suono prodotto da chi espira il fumo di quest’ultima.

Eve senti un brivido lungo la schiena. Non sapeva come, ma era consapevole che nella penombra c’era lo stesso ragazzo di quella mattina.

Si avvicinò verso quella direzione.

“Ci rivediamo ancora.” disse Irial aspirando il fumo della sigaretta.”Cosa ti ha portato da queste parti?”

“Ho avuto lezione di danza. Vengo qui da quando avevo tre anni. Invece a te cosa ti ha portato da queste parti?”

“Affari” disse Irial.

“Se non sono troppo sfacciata, potrei sapere che tipo di affari?”

“Sono top secret. Se te lo dicessi poi dovrei ucciderti.” disse ridendo.

Era una risata forte e profonda che le fece venir la pelle d’oca.

“Sei una specie di agente segreto?”

“Più o meno.”

“Con me puoi confidarti. Non dirò a nessuno i tuoi segreti.”

Eve si avvicinò ad Irial fino a stargli di fronte. Sentiva il calore del suo respiro sul viso.

“Mmm … Hai l’aria di essere una brava ragazza. Così innocente, così pura.”

Irial le accarezzo il viso con il dorso della mano. Un calore la invase tutto il corpo.

“Senti freddo. Se vuoi ti riscaldo, basta che vieni qui tra le mie braccia.”

Eve abbassò lo sguardo. Si sentiva confusa, non aveva mai provato sensazioni così forti.

Irial le accarezzò di nuovo la guancia e un’altra ondata di calore la invase.

“Cosa stai pensando, ?”

“Io non …” Eve alzò lo sguardo vide un’aurea nera irradiare dal corpo di Irial. Sgranò gli occhi per lo stupore.

“Cosa hai visto, a ghrà?”

La voce di lui, profonda e roca, ebbe l’effetto calmante, come una doccia di acqua calda.

“Non era niente, almeno credo …” sussurrò perplessa.

“Non vuoi che ti abbraccio?”

Le braccia forti di lui erano invitanti. Irial indossava un cappotto lungo e nero, i pantaloni dello stesso colore erano infilati in un paio di stivali di cuoio al ginocchio, neri e lisci come il velluto, i capelli corvini erano abbastanza lunghi da arricciarsi intorno a collo, la maglietta nera con scollo a v era abbastanza aderente da rivelare i possenti muscoli sottostanti.

Eve si stava avvicinando per constatare lei stessa la vigorosità del petto e la morbidezza di quei ricci, quando un suono di clacson la distrasse.

Si girò e vide la peugeot di suo fratello.

“Io devo andare.” disse a Irial, ma quando si voltò non c’era nessuno.

Si diresse verso la macchina e salì su di essa.

“Hai aspettato molto, sorellina? Potevi aspettarmi dentro. Fuori si gela.”

“Non avevo voglia di stare ancora lì e poi non avevo freddo.”

“Lo so che non ami stare con i pomposi e con chi ha la puzza sotto il naso, ma dovresti comunque farti degli amici.”

“Lo so, ma proprio non li sopporto.”

“Io mi preoccupo per te. C’è Sophie, l’ho conosciuta, mi sembra una ragazza simpatica. Uscivate spesso prima.”

“Lo è.”

“Allora metterò una buona parola per te con nonna per farti abbreviare la punizione. Tu promettimi che ti organizzerai con Sophie.” le sorrise

“Te lo prometto.” Eve sorrise a sua volta.

Nel tragitto verso casa Erick le parlava, ma Eve pensava a come sarebbe stato trovarsi tra le braccia possenti di Irial.

 

 

Ringrazio chi ha recensito e chi ha solo letto.

Spero che il nuovo capitolo vi piaccia.

Baci Kelley.

  
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