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Autore: Shizuru117    05/04/2004    8 recensioni
E se mai Orlando Bloom incontrasse un giovane ragazza che non ha idea di chi sia? Cosa verrà fuori? Fuoco e fiamme! E non nel senso malizioso della parola
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che dire, al solito…GRAZIE

Che dire, al solito…GRAZIE! E poi, particolarmente, un bacione a frodina187, Lili, Lella, Eldariel, Mandy, Moon, Dolcemaia, kia.linus87, Keira, Sindar, Persephone, JulyAneko, Kaori28, Itsuki86…siete MITICHE! Ma ora, vi lascio alla lettura del mio capitolo dove, finalmente, quei due si daranno una bella svegliata!!! Alla prossima!^^Bacini Shi*

 

Capitolo 28.

Prima di affrettare conclusioni, conta fino a 10...

 

Mancavano pochi giorni al ritorno in America, così volevano trascorrere nel migliore dei modi quegli ultimi attimi insieme. Da quando Elijah ed Amina avevano chiarito ogni cosa, il morale di tutti sembrava essersi risollevato improvvisamente. Quest’ultima, in particolare, aveva pensato ad un finale a sorpresa. Approfittò di un raro momento di tranquillità per parlarne con gli altri.

 

“Sentite ragazzi, visto che mancano cinque giorni, perchè non ci trasferiamo da un’altra parte?” Esordì, addentando una fetta biscottata.

 

“Trasferirsi? E per andare dove?” Chiese Christy, un po’ stranita.

 

“Beh, io avevo intenzione di portarvi a vedere l’isola d’Elba ma, in seguito, ho avuto un’altra idea...che mi attira molto di più!”

 

“Sai benissimo che ti odio, quando parli per enigmi!” Disse Orlando, grattandosi distrattamente la tempia destra.

 

“Andiamo! Vi facevo molto più attivi! Da quando siamo arrivati non fate altro che passare da un divano all’altro! Un po’ di allegria!”

 

“Amy, hai mai pensato di farti una vita?” Disse Elijah, scherzosamente.

 

“Uffa! Siete veramente noiosi, quando vi ci mettete. Volete sapere a cosa ho pensato?” Gli altri annuirono “Ebbene, nel parco naturale dell’isola d’Elba ha aperto un nuovo agriturismo...cibo e camminate a stretto contatto con la natura! Che dite, vogliamo andarci? Sarebbe soltanto per due o tre giorni, il tempo di restare a contatto con le creature dell’universo!”

 

“Ti dirò, mi sembri una di quelle naturaliste incallite…però come idea non è male. Come ci organizziamo per andare? Voglio dire, con le camere, i vestiti, ecc.” Disse Ob, sorridendo.

 

“Ho sentito che ci sono dei piccoli cottage, per due persone. L’isola non è grandissima e si può girare tutta in bicicletta. Quanto ai vestiti, beh, non c’è bisogno di portare della roba pesante. Siamo a metà maggio e, qualche maglietta a maniche corte e dei pantaloni leggeri saranno sufficienti. Per andare, dovremo prendere un traghetto ma il viaggio non sarà eccessivamente lungo, al massimo un’ora e mezzo.”

 

“A me sembra una bella trovata. Voi che ne dite?” Gli altri due risero, compiaciuti.

 

“Allora è deciso, tutti all’isola d’Elba!!!”

 

I preparativi per la partenza furono immediati. Ognuno di loro preparò una piccola borsa con tutto l’occorrente: magliette, pantaloni, calzini, scarpe, soldi, telefono e via dicendo. L’agriturismo non era particolarmente caro e, l’idea di stare immersi alla natura, non dispiaceva proprio a nessuno. Quando si trovavano a Los Angeles, avevano poco tempo da dedicare ai loro istinti più…fanciulleschi. Raramente andavano nei parchi e, quando ci andavano, non era certo perché volevano svagarsi. Così, la mattina dopo, di buon ora, presero un taxi e partirono alla volta di Livorno, il porto più vicino da Firenze. Si erano alzati piuttosto presto e, di conseguenza, erano tutti in stato comatoso. Non appena si imbarcarono, ognuno di loro si trovò il posto più comodo per appisolarsi; chi sulle panche fuori, chi appoggiato alla ringhiera, chi sopra la propria valigia. Non appena approdarono, si diressero subito all’agriturismo, sperando di riuscire a trovare posto. L’uomo che gestiva la baracca non doveva avere più di quaranta anni.

 

“Buongiorno, in cosa posso esservi utile?” Disse, guardando quella strana gente.

 

“Salve. Vorremmo chiederle se avrebbe da affittarci due cottage. Magari un po’ nascosti dagli altri, per non essere disturbati.” Conversava con Amina, l’unica che parlava italiano.

 

“Ce ne sarebbero quattro, per vostra fortuna. Non è ancora alta stagione e, di conseguenza, abbiamo molti posti liberi. C’è il numero 47, il 79, il 117 (^^NdShizru117) e il 129. I primi due si trovano sul lato est, piuttosto vicini al ristorante. Gli altri, invece, sono un po’ più lontani, nascosti tra gli alberi.”

 

“Penso che prenderemo il 117 e il 129, non vogliamo essere disturbati più del necessario.”

 

“Come preferite. Se andrete alla reception, verserete la cauzione e la segretaria vi affiderà le chiavi, dicendovi dove dovete andare. In caso di problemi, rivolgetevi a me oppure ai miei figli. Buona permanenza.”

 

Dopo aver detto questo, se ne andò, stringendo la mano a tutti quanti. Gli altri tre, che non avevano capito una parola della discussione tra l’uomo ed Amina, si guardavano attorno piuttosto circospetti. Quando non ci fu più nessuno vicino a loro, cominciarono a calmarsi.

 

“Allora Amy, che ti hanno detto?” Chiese El, un po’ curioso.

 

“Dato che non vorrei delle scocciature, e penso anche voi, ho preso due cottage nascosti più all’interno del parco. Io e Christy andremo sul numero 117 mentre tu ed Orlando prenderete il 129. Obiezioni?”

 

“Veramente sì…” Disse l’altra ragazza.

 

“C’è qualche problema Cry? Se vuoi possiamo prenderne altri, magari un po’ meno fuori mano…” Rispose Amina, piuttosto preoccupata.

 

“Non è per quello. Vedi, ieri sera ho avuto una piccola discussione con David e, visto che Elijah lo conosce molto bene, vorrei poter parlare un po’ con lui. Se a voi due sta bene, io vado in camera con lui.” Il suo viso si rabbuiò all’improvviso.

 

“Sì, ma scherzi! Certo che puoi andare con lui. Magari dopo vengo a vedere come stai, va bene?” Era seriamente preoccupata.

 

“Grazie. Andiamo El, prendiamo le chiavi del 129.” E lo prese per mano, portandoselo via. Nel frattempo, Orlando ringraziò il cielo per un’occasione come quella. Non sapeva se Christy diceva la verità o meno ma, in ogni caso, era stata come manna dal cielo. Aveva la possibilità di passare due intere notti con Amina, da solo, senza nessuno a rompere.

 

“Noi cosa vogliamo fare? Andiamo a prendere le chiavi?” Disse il ragazzo, mettendole una mano sulla spalla.

 

“Certo, a meno che non vuoi dormire fuori!” Rispose lei, secca. Era molto agitata. ‘Accidenti a quello scemo di David! Ma quando torno in America gliele suono…’ pensò, al culmine della rabbia.

 

In breve tempo, ognuno di loro si era sistemato e, fortuna volle che ogni cottage era ammobiliato con un letto matrimoniale, due armadi, un bagno completo di tutto, un piccolo tavolino e un balconcino che dava sulla natura. Non appena vide il letto, ad Orlando venne una ginapectoris! Doveva PER FORZA dormire con lei, a stretto contatto, e ciò non faceva altro che aumentare la sua eccitazione, che già era alle stelle. Ripose i suoi vestiti nell’armadio e sistemò le scarpe fuori dalla porta, infilandosi ai piedi un paio di ciabatte infradito, decisamente più comode. Quando ritornò dentro, notò che Amina se ne era già andata, lasciando le sue cose distrattamente all’entrata. Per un momento ebbe un attacco di panico e così, preso dall’agitazione, corse fuori a cercarla.

 

“Amina! Amina! Amy! Dove diavolo ti sei cacciata?” Camminava senza sosta e senza direzione, stava seguendo la scia del suo dolce profumo. Fin quando la vide.

 

Era in piedi davanti ad un laghetto, con un mazzo di fiori in mano. Stava dicendo qualcosa di incomprensibile, per lui, e dopo aver fatto il gesto della croce, lasciò cadere le piante in acqua. Il suo vestito azzurro veniva scompigliato dalla dolce brezza del primo pomeriggio.

 

“Come mai sei qui?” Disse lui, con tono tranquillo. Aveva capito che era un momento importante per lei.

 

“Oh? Ciao Ob…perché anche tu qui? Credevo di averti lasciato nel cottage…” Rispose lei, senza nemmeno voltarsi.

 

“Ho visto che non c’eri e così mi sono preoccupato. Cosa significano quei fiori in acqua?”

 

“E’ l’anniversario della morte di mio padre. Quest’anno non sono potuta andarlo a trovare e così, in sua memoria, ho recitato una preghiera e ho dato a madre natura quei fiori. Era un modo come un altro per fargli capire che non mi sono dimenticata di lui.” Si girò, aveva un’espressione dolcissima. Lo guardava intensamente, con i suoi occhi nocciola e i capelli rossi che le andavano distrattamente sul volto.

 

“Capisco come ti senti. Anche mio padre è morto, quando io avevo solo quattro anni. Ho pochissimi ricordi di lui, ero ancora troppo piccolo per ricordarmi il suo viso. Mia madre mi diceva spesso che era un uomo fantastico, dolce e premuroso.” Si mise accanto a lei, a guardare l’acqua.

 

“Ogni tanto mi chiedo come mai Dio ci porta via le persone più care…che sono più innocenti di tante altre che meriterebbero di morire.”

 

“Se tu camminassi in un lungo sentiero e vedessi dei fiori, quali raccoglieresti? Di sicuro quelli più belli. E’ quello che Dio fa con noi, anche se non capiamo le sue motivazioni, le sue ragione. Lui sa che è giusto così, e non deve spiegare niente a nessuno.”

 

“Forse hai ragione. Però è bello ricordarsi sempre di una persona, anche se non ti è più vicina. Non trovi?”

 

“Hai pienamente ragione.” Orlando si fece più triste, era duro ricordarsi che non aveva più un padre. “Mi faresti il favore di lasciarmi solo? Ho bisogno di riflettere…di pensare a tante cose…” Aveva sempre cercato di dimenticarlo ma, ogni volta che credeva di esserci riuscito, riappariva davanti a lui il viso di sua madre che, quando parlava del marito morto, diventava dolce e gentile. Vedere Amina fare quel gesto così semplice, eppure così pieno di significato, l’aveva tranquillizzato. Eppure, gli spettri del passato continuavano a tormentarlo.

 

“Sì, fai pure. Io torno al cottage a mettere a posto, ti aspetto là” Detto questo, se ne andò.

 

Orlando rimase lì, e si sedette per terra. Vedeva le corolle dei fiori, gettati dalla ragazza, muoversi senza senso nell’acqua. Non si era ancora accorto che una calda lacrima gli solcava il viso. Per lui era duro ricordarsi della sua famiglia, di quanto era stato preso in giro a scuola, a causa di suo padre, morto per i suoi ideali. Rimase ancora a lungo così, finché non strappò alcune margherite e recitò anch’egli una preghiera. Fece il gesto che Amina aveva fatto poco fa, per ricordarsi sempre di coloro che non ci sono più. Preso da uno strano senso di calma, si avviò verso il cottage n.129, quello di Christy ed Elijah. Aveva voglia di sapere come si trovavano. Dopo aver bussato, si ritrovò un cuscino in faccia.

 

“Ehi, ma vi pare questo il modo di salutare gli amici?” Disse, un po’ arrabbiato.

 

“Oddio, scusami! Pensavo fossi quel disertore di El! Prima mi ha sommerso di schiuma da barba e poi mi ha spalmata di marmellata!” La ragazza sembrava piuttosto trafelata. Era sporca come un bimbo e stringeva tra le mani un flacone di bagnoschiuma.

 

“Santo cielo! Avete fatto un casino enorme!” Avevano sporcato dappertutto.

 

“Vallo a dire a quel menomato del TUO amico! Perché con me non ha niente a che fare. A proposito, è meglio che te ne vai prima di essere coinvolto nella nostra rissa.”

 

“Prima, però, vorrei ringraziarti. Sei stata molto gentile a farmi andare con Amy, non saprò mai come sdebitarmi.”

 

“Guarda che io ho veramente un serio problema con David. Pensa che io lo tradisca.” Il suo volto diventò subito triste e si accasciò sul pavimento.

 

“Mi dispiace, pensavo che l’avessi fatto per me…non credevo…” Cambiò improvvisamente tono di voce, sentendosi dispiaciuto della sua ultima affermazione.

 

“Sei un insensibile!” Gli urlò lei, quasi alle lacrime.

 

“E adesso che faccio? Senti, ti vado a chiamare Elijah…” Si girò per un attimo e, quando il suo sguardo ritornò alla ragazza, la vide ridere sommessamente. “Che cosa significa?” Chiese, piuttosto stupito.

 

“Che dovrebbero darmi un oscar! Che interpretazione, che performance! Ecco a voi Christy Anderson, la nuova stella del cinema!” Si alzò, sorridente.

 

“Sei una serpe! Mi hai fatto prendere un colpo!”

 

“Andiamo, per così poco?! Non stare qui a ringraziarmi e vai dalla tua amata, prima che ritorni lo spumaiolo assassino! Vacci piano, mi raccomando, fate sesso sicuro!”

 

“Stupida!” Le urlò, prima di uscire. Cry era veramente simpatica, se le si dava corda. Era un po’ meno espansiva di Amy ma era comunque molto allegra, dopo che aveva risolto la faccenda con Mark Oaudesy.

 

Ritornò al suo cottage con il sorriso sulle labbra. Si sentiva veramente rinvigorito. Quando entrò, sentì che la sua coinquilina stava parlando al telefono.

 

“Ciao piccolo! Come? Non ti devo chiamare piccolo? Va bene, basta che non ti alteri…dove sono? In Italia…te l’avevo detto, ricordi? Se le cose vanno bene? A meraviglia…anche se mi manchi da morire Dom…”

 

‘Dominic?’ pensò Ob ‘Come mai Amina sta parlando con Dominic?’. Era rimasto all’entrata, origliando.

 

“Non ti sento…che hai detto? Orlando? No, ancora non glielo detto. Eh? Sì, penso di farlo adesso che siamo qua…altrimenti non ci riuscirò mai…sì…ok, ci sentiamo! Mi raccomando, stammi bene mezzo scemo! Ciao…ciao.” E chiuse la chiamata con un sorriso smagliante sulle labbra.

 

Orlando, che aveva assistito a tutta la scena, era rimasto letteralmente di sasso. Come mai lei e Dom parlavano di lui? Cosa avevano da dirgli? Non ci voleva nemmeno pensare. Amina, nell’andare al bagno, lo vide.

 

“Ciao Ob. Adesso va meglio?”

 

“Sì.” Rispose, molto scocciato. Se ne andò a sedere con un diavolo per capello.

 

“Ma cosa ti è successo? Hai fatto qualcosa?” Chiese lei, avvicinandosi, piuttosto preoccupata.

 

“Niente.” Non la stava nemmeno guardando.

 

“Andiamo, si può sapere cosa ti è capitato? Come mai sei così scontroso?”

 

“Non mi è successo proprio NIENTE!”

 

“Smettila di prendermi in giro! Che diavolo hai fatto? Neanche fosse accaduto un disastro!”

 

“Lasciami in pace!”

 

“Adesso mi hai stancato!” E alzò il suo viso, di modo che la guardasse negli occhi. “Dimmi IMMEDIATAMENTE che c’è che non va!”

 

“Veramente sei tu che dovresti dirmelo!” Rispose lui, acido.

 

“Io? Si può sapere che mai ho fatto?”

 

“Cos’erano tutti quei sotterfugi con Dom? Qual è quella cosa che dovete dirmi…andiamo, parla!”

 

“Hai ascoltato la mia telefonata?” Disse lei, tra l’incredula e l’arrabbiata.

 

“E anche se fosse? Mi dici cosa mi stai nascondendo?”

 

“Saranno anche affaracci miei, non credi? Io non devo rispondere a nessuno di ciò che faccio.”

 

“Invece ESIGO di sapere che mi stai nascondendo! Visto che c’entro pure io, no?”

 

“Te l’ho detto, non sono cose che riguardano!”

 

“Ah, è così. Forse ho capito…ti sei messa con Dom, nevvero? Cercate di dirmelo ma tu non sai come fare…”

 

“Questa è la più grossa assurdità che io abbia mai sentito.” Rispose lei, sorridendo nervosamente.

 

“Dimmelo, dimmi che sei innamorata di lui!”

 

“ MA NON E’ VERO!” gli urlò.

 

“MA DAVVERO? A CHI CREDI DI PRENDERE IN GIRO?”

 

“ORA STAI ESAGERANDO, IO NON SONO INNAMORATA DI LUI!”

 

“PENSI DAVVERO CHE IO TI CREDA?”

 

“CERTO CHE DEVI CREDERMI, E’ LA VERITÁ!” Stavano urlando tutti e due.

 

“NON DIRE CAZZATE!”

 

“NON STO AFFATTO DICENDO CAZZATE!”

 

“E SU QUALE BASE DOVREI CREDERTI?”

 

“PERCHE’ IO AMO TE, STUPIDO DEFICIENTE OTTUSO!” Detto questo, se ne andò sbattendo la porta.

 

Orlando era rimasto fermo, guardando la porta, incredulo. Era innamorata di lui? Non riusciva ancora a focalizzare bene. Poi realizzò che lei se ne era andata, chissà dove. Cosa faceva ancora lì? Doveva trovarla, ad ogni costo!

 

CONTINUA...

  
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