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Autore: cheekbones    07/01/2012    6 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17 capitolo

Ma se un bel giorno affacciandomi alla vita,
tutta la tristezza fosse già finita,
io verrei da te

[T. Ferro, La differenza tra me e te]



dfsdfsd

Ziva: ... why?
Tony: Because I don't wanna risk losing you

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Tornò bambina per un minuto. Dondolava, aveva le gambe a penzoloni, la testa molle, proprio come quando sua madre la prendeva in braccio per portarla a letto, in quelle sere d'estate in cui si addormentava sul portico di casa - aspettando papà.
In quel minuto che le sembrò un'eternità, non esistevano fratelli terroristi, padri bugiardi, sorelle e madri morte. Non esisteva neanche il sangue sui suoi vestiti, non esisteva il suo cerchio alla testa, che le stava facendo venire da vomitare.
"Ti terrò così stretta da non lasciarti più andare via" un bacio sulla fronte. Tony.
Che divertente. Aveva fatto e detto così tanto per sistemare le cose - nel modo giusto. E, invece, alla fine, le cose si era sistemate da sole, ma nel modo più sbagliato del mondo. Ari era morto e lei, per quanto se ne vergognasse, sapeva che sarebbe successo, fin dall'inizio.
Anzi, era pienamente convinta che c'avrebbe rimesso la vita pure lei. Era, in qualche modo perverso, sollevata che tutto fosse finito.
Era nel posto giusto.
"Devi farti una doccia" mugugnò Tony, più a sè stesso che a lei. "Non posso permettere che domani mattina ti svegli in questo stato" con un calcio aprì la porta di camera sua e, con delicatezza, la poggiò sul letto. A quel punto, Ziva aprì lentamente gli occhi, sentendo il materasso abbassarsi lievemente. Tony si era seduto accanto a lei e le accarezzava il viso con un dito.
Era nel posto giusto.


Tony sapeva esattamente com'era svegliarsi con qualcuno; aveva avuto molte ragazze e con molte ci era rimasto anche la mattina dopo. Sapeva della puzza del fiato, del fastidio dei capelli sul viso, delle braccia che si attaccano pericolosamente al collo. Tutto molto poco gratificante, a dire il vero. Quella mattina, invece, Tony capì che c'era qualcosa di diverso.
Me e te: elementare. Da voler andare via*
L'odore pungente del sangue di Ari era sparito, sostituito dal profumo del suo bagnoschiuma più una fragranza molto dolce.
Una ciocca di capelli era poggiata sul suo naso e profumava anche quella, morbida e calda, quasi consolante.
Sotto le sue dita, poi, c'era una tuta pesante, che a sua volta conteneva il corpo di Ziva David. Tony aprì gli occhi di scatto, ricordando chiaramente gli eventi del giorno prima. Ziva dormiva dandogli le spalle, ma le loro mani erano intrecciate sul suo ventre.
Ricordava di essersi addormentato tardi, dopo che le aveva fatto fare una doccia e mettere la tuta della squadra di basket, di almeno tre taglie più grande di lei, perchè non gli serviva più, oramai. Le aveva tenuto la testa tutta la notte quando correva a vomitare, le aveva asciugato le lacrime notturne e, alla fine, si erano addormentati per sfinimento verso le quattro del mattino.
Tony era stanco, senza forze. Ma la sensazione di averla finalmente vicina e al sicuro gli bastava, così tornò a chiudere gli occhi.
Gli sembrò di riaprirli qualche minuto dopo. Eppure c'era qualcosa che non andava - freddo.
Era solo nel letto ad una piazza e mezzo di camera sua. Ziva non c'era. Preso dal panico, quasi cadde dal letto, si rotolò sul pavimento per prendere le ciabatte e si precipitò giù per le scale, per raggiungere la cucina.
Vuota. Entrò piano, lanciando un'occhiata ai resti della colazione di suo padre. Si avvicinò al frigorifero, avendo notato una scritta sulla lavagnetta che usavano in casa per gli avvisi dell'ultimo minuto.
Sono andato a lavoro stamattina presto, non vi ho svegliati. Ho parlato col Prof. Gibbs, potete saltare la scuola. Mi raccomando, fate i bravi.
Papà
Velocemente, Tony cancellò il messaggio con la spugnetta. Quindi voleva dire che non aveva sognato tutto, Ziva era stata lì.
Continuò a girovagare per la cucina ed era così spaventato da non notare la pentolina piena di latte che stava bollendo sul fuoco.
"Buongiorno" si voltò verso l'arco d'ingresso che dava sulla cucina e sospirò di sollievo.
Sulla soglia c'era Ziva, infilata nella sua larga tuta da basket - proprio come ricordava. Tra le mani aveva i suoi vestiti finalmente puliti, probabilmente suo padre li aveva messi nell'asciugatrice. Aveva un pessimo colorito e ancora i segni delle lacrime, però Tony non l'aveva mai vista così bella. Le si avvicinò piano, temendo che scappasse come un animale selvatico.
Esattamente come la sera prima, aprì le braccia per lasciarle la scelta: la ragazza non se lo fece ripetere due volte e si lasciò abbracciare, non dopo aver posato i vestiti su una sedia del tavolo della cucina.
Tony la strinse a sè, come aveva sempre fatto, e si complimentò con sè stesso perchè non stava piangendo.
Me e te: è quasi una negazione*
"Ora puoi mollarmi" biascicò Ziva.
"Scusa. Ho il terrore che scappi di nuovo" sciolse l'abbraccio. Ziva gli sorrise brevemente e corse a togliere il latte dal fuoco.
Tony non sapeva cosa dire. Aveva perso sua madre, ma era un bambino, tutto gli sembrava diverso.
Lei, invece, aveva visto suo fratello morire e nel peggiore dei modi, a quanto aveva capito.
"Hai letto il messaggio di tuo padre?"
"Si, appena visto. Ma... quando ti sei svegliata?" si sedette al tavolo, mentre lei gli dava le spalle, preparando un bel cappuccino caldo.
"Circa mezz'ora fa. Sono andata in bagno, mi sono rimessa in sesto..." tirò su col naso, poi si voltò con due tazze calde tra le mani.
"Grazie" mormorò Tony, massaggiandosi gli occhi. Ziva gli accarezzò i capelli, sorridendo.
"Non ti ho fatto dormire"
"E cosa importa? Hai fatto qualcosa di meglio: mi ha fatto saltare la scuola!" rise Tony.
Ziva si unì lievemente alla risata e prese un sorso del suo cappuccino. Lasciarono che il silenzio si insinuasse tra loro, prima che Tony prendesse coraggio per ricominciare tutto dall'inizio. "Come stai?"
Ziva posò la tazza sul tavolo e prese un respiro profondo. "Vuoi la verità?"
"Si, ti prego. Basta con le bugie"
La ragazza lo guardò colpevole. "Già. Direi che sto... meglio. Non bene. Solo meglio" scrollò le spalle, osservando ciò che rimaneva del suo cappuccino nella tazza. Tony cercò il suo sguardo, ma era intenzionata a non guardarlo. Non gli sembrava che piangesse, però.
"Stanotte ho pianto abbastanza e... io sapevo che sarebbe morto. Lo sapevo"
"Mi dispiace, Zee"
"No. E' a me che dispiace" alzò finalmente gli occhi lucidi su di lui e provò a sorridere, ma non ci riuscì. Tutto si ruppe in un istante, il silenzio, il mezzo sorriso, la tranquillità: le lacrime cominciarono a scendere di nuovo come pezzi di vetro e ferirono Tony come se realmente si fosse tagliato. "Fa così dannatamente male"


fsdfsdfsd

- Do you ever thing about soulmates?

Ziva, 5x08


"Cosa?!"
"Inutile che ci provi, DiNozzo!"
"Questo coso non funziona!"
Ziva scoppiò a ridere e quasi cadde a peso morto sul divano. Era un asso nel giocare a tennis con la Wii e Tony non riusciva proprio a batterla. Certo, poteva evitare di metterle in mano una console, ma Tony aveva deciso di farla distrarre in quel modo.
Anche perchè aveva paura di affrontare un determinato discorso. L'hai baciata, DiNozzo. Prima o poi dovrete affrontare la cosa.
Gli sembrava abbastanza indelicato, ma la voglia di saltarle addosso non gli era per niente passata. Anzi.
"Ok, mi arrendo!" alzò le braccia, stanco, e si sedette sul divano.
"Da quando non giochi più a basket, ti sta crescendo la pancia! Ci hai fatto caso?" lo prese in giro, cadendo accanto a lui.
"Tu dici?" si alzò lievemente la maglia del pigiama, preoccupato. Ziva gli tirò un pizzicotto.
"Certo!" risero entrambi.
Le rimise a posto una ciocca di capelli, prima che il crampo allo stomaco diventasse reale. "Hai fame?"
"Un pò" ammise la ragazza, seguendolo in cucina. "Cucini tu?" spalancò gli occhi stupita.
"Si! Che dici di... spaghetti al sugo?" Tony capì immediatamente di aver detto qualcosa di dannatamente sbagliato: Ziva impallidì e con una scusa che nemmeno sentì, scappò al piano superiore. Il ragazzo si portò una mano sulla fronte e sospirò affranto.
Nel frattempo, Ziva si teneva saldamente attaccata al lavandino del bagno e cercava di tenere a freno le lacrime.
"Stasera Eli non c'è, Ziva! Che dici se ci facciamo gli spaghetti al sugo? Come quando eravamo in Italia, ricordi?"
"Non posso superare anche questa" mormorò tra sè e sè. Sentiva un vuoto opprimente all'altezza del cuore e le sembrava di annegare lentamente. Nella sua testa vorticavano i volti di chi aveva perso e coloro che l'avevano abbandonata.
"Da sola non puoi. Insieme, magari" sobbalzò, osservando Tony sulla soglia del bagno, che la fissava tristemente. Ziva si riscosse, asciugò gli angoli degli occhi e lo guardò.
Me e te: è così chiaro, che sembra difficile*
"Insieme?"
"Già" sorrise, porgendole la mano. "Ho pensato... che potrei fare i toast. Non mi va di impegnarmi!"
E il tuo sorriso spegne i tormenti, e le domande, a stare bene, a stare male, a torturarmi a chiedermi: "Perchè?"*
"Ok" biascicò Ziva e gli strinse la mano, promettendo a sè stessa di non avere più crolli di alcun genere. Lo facevano stare male e l'ultima cosa che voleva era che lui stesse male. Si lasciò guidare fino al piano di sotto ma, arrivati in cucina, Tony le lasciò la mano.
"Va bene, so che non è il momento più adatto" deglutì. "Però... ecco... ti volevo dire che..."
Ziva aspettava paziente che lui dicesse altro, ma Tony non riuscì a finire la frase. Era ancora scossa, ancora frastornata e non voleva aggiungere altri pensieri alla sua piccola ninja: anche perchè rischiava di venire evirato all'istante.
"... ti piacciono i Simpson? No, perchè io all'ora di pranzo li guardo sempre, mio padre dice che sono stupidi ma..."
Tu hai molte domande, alcune pessime, lo dico*.
Ziva si morse il labbro inferiore per evitare di scoppiargli a ridere in faccia e, in silenzio, ascoltò rapita la sua arringa finale a favore di un cartone animato. "... e, praticamente, possono essere consider... qualcosa mi dice che tu non mi stai ascoltando. Sbaglio?" le puntò contro il coltello con cui stava affettando il pane per i toast, mentre Ziva puliva la macchina per tostare il pane.
"No, no. Ti ascolto. Mi piace il suono della tua voce" sussurrò, senza imbarazzo alcuno.
"Ah, gr- grazie" arrossì Tony. Di male in peggio! Se continua a fare la carina, sono fottuto. Si schiarì leggermente la voce, per poi cercare in frigo qualcosa che andasse bene in mezzo a due fette di pane. "Burro di arachidi?"
La ragazza annuì: "Hai del prosciutto?"
"Mi pare di si. Pomodori?"
"Anche. Formaggio?"
"Si può fare!"
"Frutta?"
"Signorina David, ho anche quella" le si avvicinò guardingo. "Non sottovalutarmi!" fece l'occhiolino, riuscendo a farla ridere.
"Siamo una squadra perfetta" esclamò lei, una volta finito di pulire l'elettrodomestico. Tony si limitò a sorridere, ma non commentò.
Con maestria, crearono strati e strati di toast, sporcando tutta la cucina. Ad un certo punto, il ragazzo notò che Ziva lo guardava divertita, perchè infilava il dito indice nel barattolo di burro d'arachidi.
"Peggio di un bambino" si stufò alla fine, pulendogli la maglietta con alcune macchie di crema.
"E' buono!" si lamentò Tony.
"Lo so, culetto peloso, ma potresti anche prendere un cucchiaino!" col dito raccolse uno sbaffo di burro d'arachidi sulla sua guancia e se lo portò alle labbra. "Però hai ragione" mormorò, osservando stavolta il suo indice. "E' buona!"
Tony era rimasto imbalsamato, rosso in viso e decisamente adorante.
"Che ho fatto?"

"Potevi almeno controllare!"
"Non pensavo fosse così tanto pane!"
"Ho mangiato per... per... dieci persone" Ziva poggiò la guancia sulla spalla di Tony, che a sua volta si accasciò sulla sua testa. Erano entrambi seduti sul divano del secondo, dopo la mangiata del secolo: mai vista una cosa del genere a casa DiNozzo.
"Dovevo dirtelo che papà non torna mai prima delle quattro. Decisamente abbiamo fatto troppi toast"
"Direi proprio di si"
"Ho sonno"
"Dormi!" gli ordinò Ziva. "Dai, sù!" lo fece stendere sul divano, con la testa sul suo ventre. Prese ad accarezzargli i capelli.
"Non ti da fastidio?" biascicò Tony, già con gli occhi chiusi e dei mugolii di apprezzamento.
"No. In realtà mi sento in colpa, sono piombata qui..."
"Se potessi, ti porterei dentro di nuovo" fece Tony, senza aprire gli occhi. Ziva sorrise, anche se lui non potè vederla.
"Ok"
"Ok" Tony sbadigliò.

"Tony"
Mpf.
"Tony"
Pfff.
"Anthony DiNozzo Junior!"
"Che c'è?!" brontolò il ragazzo, aprendo solo un occhio. "Ciao papà" salutò, tornando col naso tra i capelli di Ziva.
"La tua ragazza russa" lo avvisò il quarantenne. Effettivamente, si sentiva uno strano quanto simpatico grugnito di sottofondo. Tony rise e il braccio che le circondava la vita divenne più stretto. Alla fine sul divano si era addormentata pure lei.
"Non abbiamo dormito stanotte"
"Spero non per quello che penso io!" gli tirò un calcio sul sedere, tanto da farlo cadere dal divano.
"Ahia!" si lamentò il ragazzo, alzandosi in piedi. "Sei la delicatezza fatta persona! Ma che ore sono?"
"Le sei e mezza, sto per uscire di nuovo. Vi ho trovati così" lanciò un'occhiata affettuosa al divano, dove Ziva dormiva ancora tranquillissima, come se nulla stesse accadendo.
"Oh. Bè, avevamo bisogno di dormire" si grattò una guancia. "Stai per uscire di nuovo?"
"Già" sorrise soddisfatto. Tony riconosceva quell'espressione: "Una donna?"
"Non 'una', Tony. 'La' Donna!" ridacchiò. "Agente del Bureau, Kate Todd"
"Papà!" urlò piano suo figlio, per non svegliare Ziva. "Ma ti pare?! Paga una prostituta se vuoi scaricare i nervi!"
"Non sono così poco elegante" si sistemò il colletto. "E comunque andiamo all'Opera. Non si può fare granchè"
"Meglio" Tony incrociò le braccia. "E il dopo?"
"Cena da Luigi" gli tirò una gomitata. "Ti porto qualcosa, tranquillo. Anche a Miss Grugnito dell'Anno!"
"Papà!" lo riprese ancora Tony, guardandolo uscire di tutta fretta.
"Ah, a proposito: ho chiesto a Kate di rinviare l'interrogatorio di Ziva a domani mattina e mi ha riferito che Eli David e la sua governante stanno bene, ma devono stare almeno quindici giorni in ricovero" lo avvisò sulla soglia della porta.
"Bene. Posso accompagnarla all'interrogatorio?"
"La accompagneremo insieme" Anthony gli fece l'occhiolino. "I preservativi sono nel como..."
"Ciao papino!" Tony gli chiuse la porta in faccia, esasperato.

hhhhh

[Ziva russa e Tony non riesce a dormire]
Tony: oh my God! Ziva! shh! come on, you’re killing me here! Sophie!    
Ziva: Oh! [gli punta la pistola alla testa] What?
Tony: Nothing. I thought I heard something. [torna a russare] Crazy chick.
Ziva: I heard that, my little hairy butt.

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"Ciao"
"Buongiorno"
Ziva si stiracchiò sul divano, mentre Tony ridacchiava seduto sul pavimento e il mento poggiato accanto alla sua testa.
"Ti devo dire una cosa" cominciò serio, attirando la sua attenzione. "Russi da impazzire!"
La ragazza lo guardò oltraggiata e gli tirò un cuscino. "Non è vero!"
"Guarda, se non stessi morendo per il sonno, mi sarei già svegliato!"
"Stai mentendo" Ziva gonfiò le guance e gli diede le spalle.
"Oh, guanciotte dolci. Ti sei offesa!?" si arrampicò sul divano e fece aderire la schiena di Ziva al suo petto. "Scusa, ma russi davvero fort..."
Gli tirò una potente gomitata nel costato. "AHIA! Ma perchè ce l'hanno tutti con me oggi?!"
Ziva rise e si alzò dal divano, rossa in viso. L'hai baciato, Ziva. Prima o poi dovrete affrontare la cosa.
"Ehi, senti..." la prese per mano, prima che potesse allontanarsi. "Abby e McGee mi hanno tempestato di chiamate mentre dormivi"
"Possiamo... aspettare ancora un pò?" deglutì la ragazza. Non era pronta ad affrontare esseri umani che non fossero Tony DiNozzo. Si sentiva protetta, come in una felice bolla di sapone; il resto del mondo? Fingeva che non ci fosse, sarebbe stato troppo difficile.
"Ok. Mio padre mi ha detto che tuo padre e Leni stanno bene" le sorrise. Ziva fece altrettanto e non riuscì a trattenere un respiro di sollievo.
"Meno male"
"Sono contento per te" le pizzicò una guancia. "Però, ho una brutta notizia: mi sa che dovrai rimanere qui ancora per un pò, tuo padre e Leni ne hanno parecchio in ospedale. E domani ti accompagno per la deposizione..."
"Sopravviverò" gli fece l'occhiolino. "Ma dovrai prepararmi una stanza, non posso dormire con te..."
"E perchè, scusa? Sono scomodo?"
No, sei pure troppo comodo, è quello il problema. "No è che... mi sembra..."
"Sta zitta, và! Dormi con me, chiuso discorso. Stasera mio padre torna tardi, esce con l'agente Todd..." alzò gli occhi al cielo, seguendola con lo sguardo mentre accendeva la Wii. Aveva scoperto che le piaceva un sacco giocare!
"Bè, sono felice per loro. Magari è la volta buona!" alzò le spalle, mentre Tony da dietro le regolava la postura per giocare.
"Si, si. Certo. Si vede che non conosci mio padre!"
"L'amore è una cosa semplice, Tony" gli tirò un buffetto sulla guancia.
"Forse hai ragione: sono gli innamorati, ad essere complicati"
"Già" si guardarono, stranamente complici.
"Ti va di rendere tutto molto più semplice?" sospirò Tony, levandole di mano la console.
"Ch- che vuoi dire?" Ziva arrossì.



















Maia says:

Capitolo più Tivoso di così non so scriverlo, mi dispiace x'D Ecco la giornata di Tony e Ziva a casa DiNozzo :) Credete sia finita tutta questa manfrina? MA NO! XD Se vi state chiedendo dove sono finiti tutti gli altri... penso che appariranno presto, non so se nel prossimo capitolo, però! Mi diverto troppo con Tony e Ziva da soli!
Penso che per il diciotto dovrete aspettare :( Devo studiare un sacco e ancora non ho finito di scriverlo - senza contare LA SCUOLA e anche senza contare LA SCUOLA, e poi LA SCUOLA. (Recepito il messaggio? Per chi lunedì ricomincia come me: C O N D O G L I A N Z E)

* Grazie a Tiziano Ferro per avermi prestato la canzone La differenza tra me e te :) Non sono mai stata una sua fan accanita, ma il nuovo album è SUPERLATIVO e non so perchè mi ricorda Tony e Ziva >.< Ascoltate la canzone, sempre di Ferro, L'ultima notte al mondo.
Non vi dico perchè, però!



-> Appena tornata da Budapest.
Commenti:
Non m'è piaciuta per NIENTE XD Se vi devo consigliare di andarci, state a casa, che è meglio! L'unica cosa buona è la maglia dell'Hard Rock D: hahahha... meglio Londra, Edimburgo, Dundee e Galway u.u insomma: viva i paesi anglosassoni <3


 
  
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