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Autore: Aede    07/01/2012    4 recensioni
Ambientata durante la prima stagione.
Dopo la morte di Jessica le priorità per i fratelli Winchester sono due: trovare il padre e uccidere Azazel, il demone dagli occhi gialli che ha reso le loro vite un inferno.
Cosa succederebbe se, lavorando all'ennesimo caso soprannaturale, Dean e Sam si imbattessero (per caso o per destino?) in una cacciatrice e in una strega dal passato misterioso?
Intanto, in una tranquilla cittadina del Wisconsin, qualcuno (o qualcosa!) rapisce giovani donne...
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Sono tornata...
Ci tengo molto a ringraziare tutti quelli che hanno letto e soprattutto i recensori... siete stati davvero carinissimi e di grande incoraggiamento!
Torno a ripetere che opinioni, critiche, consigli e suggerimenti sono più che apprezzati...perciò: sotto con i commenti!
Un saluto a tutti, spero che questo capitolo possa piacervi!
Aede




La radio diffondeva le note allegre di un vecchio successo degli anni ottanta mentre la Corvette fiammante sfrecciava sulla corsia centrale di una strada statale deserta.
Albeggiava, e i raggi pallidi del sole che faceva timidamente capolino da dietro le montagne lontane baciavano il viso di Elisa, addormentata sul sedile del passeggero con la fronte premuta contro il finestrino.
Alice sbadigliò distogliendo momentaneamente gli occhi dalla strada per volgerli sulla compagna; aveva rinunciato da tempo a tentare di capire il perchè l'amica preferisse dormire su quel sedile scomodo piuttosto che su un materasso morbido: andava al di là delle sue capacità di comprensione.
Sapeva che, fosse dipeso da lei, la bionda avrebbe volentieri fatto a meno di riposare; probabilemente la sua abitudine di piombare addormentata, puntualmente, ogni qualvolta salissero in macchina dipendeva esclusivamente dal suo bisogno fisico di dormire almeno un paio di ore di tanto in tanto.
"Dopo tutto sei un'essere umano, Ely." Disse all'indirizzo dell'amica assopita.
Come se avesse sentito, Elisa assunse un'espressione accigliata e mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno.
Alice ridacchiò tra se e se per poi tornare a concentrarsi sulla guida rendendosi conto, sollevata, di essere ormai prossima al raggiungimento della meta di quel viaggio che le era parso interminabile.
La notte precedente, dopo essere stata bruscamente svegliata dall'ennesimo incubo inquietante, aveva convinto la compagna a lasciare anticipatamente lo squallido motel nel quale alloggiavano; senza curarsi dell'ora tarda, avevano caricato la macchina ed erano partite alla volta di Lawrence, cittadina del Kansas.
Sapeva di essere in anticipo di almeno un paio d'ore, ma confidava che la persona che doveva incontrare non avrebbe avuto nulla da ridire in proposito dato che, in più di un'occasione, l’aveva rimproverata per la sua fastidiosa tendenza al ritardo.
“Manca molto?” Sbadigliò Elisa socchiudendo gli occhi ancora mezza addormentata.
"Bentornata dal mondo dei sogni, tesoro! Sembri uno zombie!"
"Fottiti!"
"Affettuosa come sempre! Comunque siamo arrivate."
La cacciatrice lanciò uno sguardo distratto al panorama oltre il finestrino e riconobbe la vecchia casa gialla che tante volte aveva visto in passato.
"Siamo in anticipo." Osservò guardando l'orologio "Spero che non ci faccia aspettare!"
"Una volta tanto non potrà lamentarsi per la mia scarsa puntualità." Replicò la rossa "Se ci sarà da aspettare aspetteremo!"
"Sai che noia! Ha solo quattro riviste in quella sottospecie di sala d'attesa, e sono le stesse da circa vent'anni!"
"Non farla tanto lunga, magari ci riceverà subito." Tagliò corto Alice.
Parcheggiarono la macchina nel giardino adiacente alla casa e si diressero con passo deciso verso l'ingresso.
"Non ha ancora perso l'abitudine di lasciare la porta aperta." Constatò Elisa trovando l'uscio socchiuso "Idiota! Prima o poi qualche demone assetato del suo sangue ne approfitterà."
"C'è nessuno?!" Tentò la compagna ignorando i suoi improperi.
Nessuna risposta; ma dal piano superiore veniva un vociare sommesso e concitato.
"Lo sapevo che ci toccava aspettare! Guarda qui!" Si lamentò la bionda additando una pila di riviste ammonticchiate ordinatamente su un tavolino circondato da poltrone di velluto rosso "Cosa ti dicevo?! Sempre le stesse!"
Alice tacque colta da una strana sensazione; c'era qualcosa di insolito in quella casa.
Percepiva la presenza di qualcuno o qualcosa che le sembrava di conoscere, ma per quanto si sforzasse di determinarne l'identità non riusciva a venirne a capo.
"Giuro che se non si decide ad aggiornare la collezione ci penso io a dar fuoco a questi rotocalchi del dopoguerra!"
"Falla finita, Ely! C'è qualcosa che non va."
"Cosa vuoi dire?"
"Ho uno strano presentimento."
In quella udirono una porta aprirsi al piano superiore e i passi di due persone lungo la scalinata che conduceva al livello sottostante, sempre più vicini al punto in cui si trovavano loro.
Scambiandosi uno sguardo d'intesa, le due brandirono ognuna la propria arma preparandosi a combattere qualora se ne fosse presentata la necessità.
"Che cosa state combinando voi due?!"
Una donna dall'incarnato color dell'ebano si parò dinnanzi a loro squadrandole severamente con le mani sui fianchi.
"Missouri!" Esclamò Elisa sconcertata con le dita ancora saldamente strette attorno all'impugnatura della Sigh Sauer "Credevamo che fossi in pericolo!"
"Ti sei bevuta il cervello, ragazzina?! Metti giù quell'aggeggio o te lo faccio mangiare!"
In mezzo a tanto trambusto gli occhi di Alice erano puntati sull'individuo alle spalle della sensitiva.
"Non posso crederci!"
Conosceva quell'uomo; l'aveva visto in sogno, o meglio nei suoi incubi.
"E' per lui che sei venuta, vero?" Chiese Missouri guardandola con preoccupazione "Hai sognato l'incendio, dico bene?"
La cacciatrice annuì ancora incredula, avvertendo il peso dello sguardo dell'uomo misterioso  su di sè.
"Penso che dovrai trattenerti ancora per un po', John; queste ragazze sono in cerca di risposte che solo tu puoi fornire."
"Vuoi spiegarmi cosa sta succedendo, Missouri?"
"Tutto a tempo debito, vecchio mio! Ci sono dettagli che non conosco nemmeno io." Dichiarò la donna "Suggerisco di spostarci nel mio ufficio, dove avremo modo di parlare in tutta tranquillità."
Nel silenzio più totale, le due giovani e il tizio che avevano scoperto chiamarsi John seguirono la medium al piano superiore fino dentro ad un locale adibito a studio arredato esclusivamente con una libreria ed una scrivania di quercia di fronte alla quale erano poste due seggiole dello stesso materiale.
"Non pensare neanche di sederti, scansafatiche!" Fece la sensitiva puntando il dito contro Elisa "Fila immediatamente al piano di sotto e recupera una sedia!"
"Perchè proprio io?!" Protestò la ragazza.
"Perchè se non lo fai prenderò a calci il tuo grazioso sederino fino a farlo diventare gonfio come una mongolfiera, va bene?"
Alice scoppiò a ridere guadagnandosi un'occhiata omicida da parte della compagna; Missouri era l'unica persona al mondo capace di tenere testa alla bionda che, in sua presenza, perdeva immediatamente la caparbietà che la contraddistingueva e diventava docile e ubbidiente come un agnellino.
"Muoviti! E non osare protestare!"
"Non ho aperto bocca!"
"Ma percepisco i tuoi pensieri e non mi piacciono! Dio mio, sei più acida di una zitella, ragazzina! Di questo passo non troverai mai un'uomo disposto a sposarti!"
"E chi lo vuole?!" Replicò tra i denti la cacciatrice allontanandosi alla ricerca di una sedia.
"Bene tesoro, accomodati!" Disse la padrona di casa ad Alice mentre prendeva posto sulla poltrona dietro la scrivania "Fa come se fossi a casa tua, John."
L'uomo prese posto accanto alla rossa che aveva ripreso a fissarlo con insistenza, incapace di distogliere lo sguardo.
"Parlaci dei tuoi incubi, cara." Incalzò Missouri.
La giovane esitò; non sapeva niente dello strano ospite dell'amica di vecchia data e non era certa di potersi esprimere liberamente in sua presenza.
"Da quanto ho capito hai sognato l'incendio che ha distrutto la mia casa." Intervenne John volgendo improvvisamente gli occhi su di lei.
La ragazza annuì decidendosi a parlare; il suo istinto le diceva che poteva fidarsi di quell'uomo dallo sguardo tanto intenso e sincero.
"E' cominciato tutto un paio di giorni fa'." Esordì "Sogno sempre due bambini, uno molto piccolo e l'altro di pochi anni più grande."
Descrisse con dovizia di particolari il fuoco, il pianto disperato del neonato e tutti i dettagli terribili che l'avevano turbata al punto da impedirle di dormire serenamente nelle ultime notti.
"Ogni volta si sveglia terrorizzata e in lacrime." Concluse Elisa che nel frattempo aveva fatto ritorno nella stanza munita di sedia.
"John, lei è la stessa persona che vedo correre fuori dalla casa in fiamme, ne sono certa." Disse Alice cercando lo sguardo dell'uomo "L'ho riconosciuta immediatamente, anche se credo che nei miei incubi lei sia un po' più giovane."
"Sono io." Confermò lui "E i bambini sono i miei figli; come lo spieghi, Missouri?"
"Devi sapere che Alice ha poteri molto simili a quelli di Sam, anche se più sviluppati." Rispose la donna.
"Vuoi dire che anche lei...?!"
"Si, Azazel ha fatto visita anche a lei e a sua cugina quando erano bambine."
"Parli di Occhi gialli?"
"Esattamente, dolcezza."
"Credi che siano dovuti a lui i miei incubi?"
"Non posso dirlo con sicurezza." Replicò la medium "Quello che so è che quel bastardo si sta preparando a scatenare qualcosa di epico."
"Ho sentito che sta succedendo un putiferio nel Wisconsin." Fece John "Pensi che quel figlio di puttana sia coinvolto?"
"Non lo so, ma non mi sento di escluderlo."
"Forse sarebbe il caso di andare a dare un'occhiata."
"Possono occuparsene le ragazze, sono ottime cacciatrici!"
"Grazie per aver chiesto la nostra opinione, Missouri!" Commentò Elisa sarcasticamente.
"Che ne dici, Alice?" La ignorò la sensitiviva rivolgendosi alla rossa.
"Ce la sbrighiamo io ed Elisa!" Rispose la cacciatrice con convinzione "Tu spiegaci nel dettaglio di cosa si tratta e noi partiamo immediatamente!"
"E grazie anche a te per avermi consultata prima di accettare, Aly!"
"Ma la vuoi finire di brontolare, ragazzina?! Non so come riesca Alice a sopportarti tutto il giorno con il caratteraccio che ti ritrovi!"
"A volte me lo chiedo anche io, in effetti." Rincarò la rossa ridendo dell'espressione offesa della compagna.
"Fantastico, vedo che siete in combutta contro di me! Ora, se non vi dispiace,  potremmo parlare del caso?"
"Giusto! Dicci tutto quello che sai, MIssouri!"
"Nelle ultime settimane si è verificata una serie di sparizioni sospette a Berlin, nel Wisconsin." Spiegò la sensitiva "Le vittime sono tutte donne di un'età compresa tra i ventiquattro e i trentotto anni, ma tutte appartenenti a etnie e ceti sociali differenti."
"Tutto quì?" Chiese la bionda delusa "Non hai altre informazioni da darci?! Nemmeno una vaga idea di cosa potrebbe aver rapito quelle donne?!"
"Perchè credi che abbia chiesto a voi due di indagare, razza di babbea?!"
"Veramente a me non hai chiesto proprio niente, me l'hai imposto!"
"Sei proprio insopportabile! Portala lontano dalla mia vista Alice, o ti garantisco che questa è la volta buona che la strozzo!"
"Ti conviene seguire il suo consiglio." Suggerì John che aveva assistito alla scena tenendosi in disparte "Sa essere molto pericolosa quando si arrabbia, e credo che intenda veramente strangolare la tua amica."
"Ho capito l'antifona." Commentò Elisa vagamente preoccupata per la propria incolumità "Ti aspetto in macchina, Aly."
"Sarà meglio!" Ringhiò Missouri in risposta "E non osare sbattere la porta quando esci!"
"Non sono ancora uscita!"
"Ma era quello che stavi pensando di fare!"
Imprecando a mezza voce, la cacciatrice imboccò l'uscita dirigendosi verso la Corvette parcheggiata poco distante.
"Sarà meglio che la segua!" Sospirò Alice a metà tra l'esasperato e il divertito.
"Allora ci salutiamo." Fece John porgendole la mano in segno di saluto "E' stato un piacere conoscerti."
"Anche per me." Replicò ricambiando il gesto "Arrivederci Missouri, ti terrò informata!"
"A presto tesoro, riguardati e non farti mettere i piedi in testa da quella despota di Elisa." Rispose la donna accarezzandole il viso affettuosamente.
Gli occhi della medium seguirono la sagoma della ragazza farsi sempre più lontana fino a sparire all'interno della macchina scarlatta.
"Adesso vuoi spiegarmi cosa hai in mente?" Domandò John tentando di sovrastare il rombo assordante prodotto dal motore del veicolo "Sai bene che i miei ragazzi si stanno già occupando di quel caso."
"E' vero."
"Forse ritieni che i miei figli da soli non siano in grado di risolvere il problema?"
"Non lo so."
"Come sarebbe a dire?!"
"Sicuramente c'è qualcosa di strano in quelle sparizioni e sono convinta che, questa volta, i ragazzi debbano vedersela con qualcosa di veramente pericoloso." Rispose Missouri con aria pensierosa "Elisa ed Alice sono bravissime nel loro lavoro, e possono sicuramente rendersi utili, ma non è quello il motivo per cui le ho spedite a Berlin."
"Allora perchè lo hai fatto?"
"Chiamalo sesto senso." Replicò lei "Sento che è così che deve andare."
"Quindi vuoi che si incontrino e che lavorino allo stesso caso?"
"Non sono io a volerlo, John; è il destino."



Note:
 -Missouri è un personaggio realmente comparso in uno degli episodi della serie (per chi non ricordasse: prima stagione episodio 9)
-Come avrete capito la Corvette di cui si parla e la macchina che utilizzano le due cacciatrici per spostarsi; nello specifico è un Chevrolet Corvette Roadster del 1962 ed appartiene ad Alice che ne è molto gelosa... tanto da rifiutarsi di farla guidare alla compagna che ritiene "pericolosa" alla guida (scoprirete che non ha tutti i torti) 


  
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