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Autore: Eileen_Zero    07/01/2012    1 recensioni
"Miserabile, chi crede di riuscire a vivere senza amore.
Ammirevole, chi non cede al giudizio delle apparenze.
Gigliacea, sarà sempre l'essenza indelebile della mia scia.
Invidiabile, chi riesce a perdonarsi, ancor prima che a perdonare.
Coraggioso, chi supera la paura di ammettere i propri sbagli e di affrontarne le conseguenze.
Severus Piton, quello che vorrai ricordare"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Cara Minerva,

Al momento, mi trovo inusualmente clandestino nel luogo che presumibilmente diverrà il tuo ufficio: la presidenza. Se solo sapessi che sono così vicino, a portata di bacchetta,  chi ti impedirebbe di abbandonare momentaneamente la battaglia per raggiungermi, insultarmi e attaccarmi ancora? In fondo, lasceresti Hogwarts nelle mani di tutti gli abili membri dell'Ordine e di ragazzini-prodigio vari.

Eppure, proprio perché i nostri tuoi alunni corrono gravi pericoli, il tuo senso del dovere, la tua responsabilità non possono venir meno in un frangente difficile come questo.
Per questo non temo visite inaspettate e sgradite, mentre ti scrivo qualche parola: un modo come un altro per passare il tempo. Da bravo opportunista non corro il rischio di imbattermi in qualche scontro. Sono un ex-doppiogiochista, ormai schedato come nemico e codardo e traditore della tua parte, della parte giusta.

Oh, chissà quanti "Avevo ragione sul suo conto!", "Sapevo che Silente si sbagliava di grosso, è stato troppo indulgente!", "Gli uomini non cambiano, Mangiamorte si resta!" devono essere usciti dalle sapienti boccucce di molti buoni.
Ma se dovessi iniziare adesso a dare il minimo credito alle frasi che contornano il mio nome, allora sarebbe davvero la fine. La fine... forse per voi così giusti e ottimisti pensare al concetto di fine deve essere tanto disturbante e inconcepibile...
E' facile per me, invece, quando sono costretto a interrompere per un momento la scrittura a causa di un forte crampo all'avambraccio sinistro. Ma non è nulla. Meramente una contrazione labile del marchio di una condanna perenne.

Riconosco di star subendo l'influenza di questo posto, che per anni ha assorbito la bonarietà di Albus e le confidenze delle vittime delle sue inquisizioni. Dev'essere ciò a indurmi a questa confessione del mio stato attuale di inquietudine. Se solo non fossi praticamente certo che quando tu avrai avuto modo di leggere queste parole, d'altro canto io, fortunatamente, non potrò sorbirmi alcun tipo di facce imbrattate di compassione, la mia mente si sarebbe sicuramente adoperata alla ricerca di un passatempo... più sensato.

Intanto, Albus, nel suo dipinto, ha appena fatto una fugace visita di controllo della situazione: alla morte evidentemente non concerne neanche la potenza di debellare una mera mania. Prima di andarsene di nuovo, giusto per tener fede all'abitudine, non mi ha risparmiato un'occhiata di...comprensione? Incoraggiamento? Giudizio? Sai quanto me che la sua enigmaticità non è una novità. E poi, il ruolo di ambiguo lo attribuiscono a me. Ma non ho voglia di spendermi per tentare di comprenderlo. Non più. Non ora.
Sono stanco. Come lo si è a fine corsa. Perlomeno se per la corsa in questione si è investita molta energia.

Di qui a breve saprai sicuramente la verità su di me. Perché la guerra finirà. Perché Silente lo ha programmato. Perché il Prescelto dagli occhi verdi...vive...combatte...ama...e soprattutto troverà alquanto astruso pensare di non sbandierare ai quattro venti ciò di cui per necessità verrà a conoscenza.

Non ti chiedo di capirmi. Non ne ho mai avuto bisogno e non me ne farei nulla. Piuttosto, se avrai avuto tempo da perdere nel leggere questa lettera che ha il sapore di un sentimentale epitaffio, se avrai la comprensione di non rendere il suo contenuto oggetto del prossimo discorso di inizio anno, ti ringrazio.
Mi sono concesso questo (assurdo) svago, deviando la mente dagli interessi e dai doveri più imminenti.
Tuttavia, il formicolio continuo del braccio sinistro non ha mancato di proporsi di ricordarmene con maledetta puntualità.


Miserabile, chi crede di riuscire a vivere senza amore.
[*]
Ammirevole, chi non cede al giudizio delle apparenze.
Gigliacea, sarà sempre l'essenza indelebile della mia scia.
Invidiabile, chi riesce a perdonarsi, ancor prima che a perdonare.
Coraggioso, chi supera la paura di ammettere i propri sbagli e di affrontarne le conseguenze.


Severus Piton, quello che vorrai ricordare
 

P.S: confido in te, senza troppe speranze, affinchè la Scuola non veda più lievitare i punti-Casa di Grifondoro nella maniera più immeritata, pur di far godere gli interessati all'attribuzione della Coppa delle Case.
 

*******

[*] Molto Silentiana, come frase, non trovate? Mi sorprendo di averla scritta, in effetti. Ma fortunatamente è il personaggio a 'parlare', non io.


Angolo dell'autrice
Ho avuto voglia di scrivere questa lettera e così è uscita. Con molta probabilità la rileggerò in seguito e mi dirò: "Ma cosa hai messo addosso a Severus?". Per non parlare del fatto che sicuramente preferirò altre 'testimonianze' dei suoi pensieri prima della chiamata di Voldemort. E poi, quell'ideaccia delle iniziali a formare la parola "Magic"? Non mi convince.
Tuttavia, l'ho pubblicata, spero che la leggiate con piacere e lasciate un commentino, anche breve breve, positivo o (soprattutto) negativo.
Vi ringrazio in ogni caso della lettura.
Ciao!

Eileen

 

  
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