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Autore: La Kurapikina    07/01/2012    1 recensioni
Ciao a tutti!!! E' la prima cosa che scrivo una ff su loro e spero vi piaccia. E' una "riscrizione" con molti cambiamenti della casa della notte dal punto di vista di Damien, in cui la storia prende una piega diversa da quella descritta nei libri, soprattutto per quanto riguarda Jack
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ma era venuto il momento per quel biondino di dirci la verità, al diavolo la sua fottuta figaggine che mi mandava in confusione!

“Dimmi cosa hai fatto per far infuriare Neferet e perché mi hai dato quel cellulare ho di butto fuori da questa scuola a calci nel culo e ti lascio a crepare in mezzo alla strada.” Sentii lo sguardo di tutti puntarsi su di me, ma fui il primo a stupirmi: avevo davvero detto quello a un novizio appena arrivato? Da quando ero diventato così stronzo? Non era proprio da me…

Vidi il biondino tremare e chiudere gli occhi, ma non solo per quello che avevo detto io: sembrava soffrire per qualcosa di molto più grosso, di molto più importante e non erano state le mie parole a risvegliare in lui quel terrore; era stato il mio tono.

Avevo parlato con calma furia e con rabbia pacata, insomma, proprio il mio tono tranquillo era la cosa peggiore di quella minaccia, almeno per lui: strinse a aprì i pugni più volte, quindi scosse la testa e riaprì lentamente gli occhi.

Riaprì lentamente gli occhi e di colpo sembrò molto più dolce e timido di prima: aveva abbandonato la maschera da stronzo per far emergere la fragilità che lo caratterizzava; non era la prima volta che conoscevo una persona come lui e ormai avevo imparato a capire l’esuberanza dei timidi.

“Ascoltami, non è facile affrontare la trasformazione in vampiro, e devi cercare di partire con il piede giusto, soprattutto con Neferet.” La voce di Zoey mi sembrò estremamente lontana, come se provenisse da un’altra dimensione e percepii che gli sguardi delle ragazze si erano inteneriti anche se rimanevano ostili a Jack.

“Neferet.” Sibilò quest’ultimo assottigliando gli occhi blu, mentre il suo viso si irrigidì nuovamente per la diffidenza e la rabbia: “Proprio lei è il mio problema…”

Rimanemmo tutti sconcertati: come poteva la nostra somma sacerdotessa essere un problema? Lei era sempre buona con noi novizi, ci capiva e ci aiutava ogni volta che noi le chiedevamo qualcosa…

“E così sarei il tuo problema, Jack? Ti ho salvato la vita…” ecco parli del diavolo… oddio, no, perché l’ho definita un diavolo??

Scossi la testa cercando di allontanare la brutta sensazione che la voce improvvisa di Neferet mi aveva provocato e mi concentrai su il biondino: si stava irrigidendo e prima di rispondere serrò la mascella, chiudendo gli occhi.

“Nyx mi ha salvato la vita, non tu.” Sibilò rabbioso.

Poi successe tutto tanto velocemente che né io né le ragazze lo capimmo fino in fondo: Neferet scattò in avanti, afferrò il ragazzo nuovo per i polsi e lo piantò al muro, sbattendolo con forza e sollevandolo da terra.

Sentii le ragazze alle mie spalle portarsi le mani alla bocca sconvolte e io non fui da meno, indietreggiando con loro: non avevamo mai visto la somma sacerdotessa così furiosa e soprattutto lei non si era mai, e intendo proprio MAI, permessa di aggredire uno studente; vedeva Neferet sotto una luce nuova e devo ammettere che non mi piacque affatto.

Per la prima volta mi ritrovai a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei e nella dittatura indiretta che aveva creato su tutti noi novizi, perché, infondo, tutti la temevano e celavano quella paura dietro la devozione.

“Come ha salvato la vita a Mary?” aveva sibilato nel mentre la donna e quelle parole sconvolsero Jack molto più della mia minaccia: si afflosciò completamente contro il muro e lasciò cadere la testa in modo che gli occhi fossero coperti da una fitta cortina di capelli chiari.

Neferet lo lasciò cadere e lui si accucciò obbediente contro il muro, terrorizzato, ma lei non aveva ancora finito: gli afferrò il mento con una mano forte e lo costrinse a guardare nella nostra direzione; piangeva.

“Darai ancora fastidio a questi ragazzi?”

Lui non rispose e fissò gli occhi nei miei, come supplicandomi di salvarlo, ma io ero completamente paralizzato dalla sorpresa; Neferet spinse il viso di Jack contro il muro, poi si rivolse a noi, con voce pacata: “Mary, la sorella maggiore di Jack, è morta due settimane fa: aveva tradito Nyx e lei l’ha punita.” Tornò a rivolgersi al biondino e di colpo perse tutta la calma e la pazienza che aveva usato con noi: “E tu farai sicuramente la stessa fine, sciocco.”

In un attimo, come era arrivata, Neferet sparì lasciando il ragazzo a singhiozzare contro il muro; diedi una rapida occhiata alle ragazze e trovai Stivie Rae che piangeva silenziosamente abbracciata a Zoey, mentre le gemelle stava abbracciate con un sguardo cupo e triste; sapevo di non essere in uno stato migliore, ma mi mossi comunque.

Camminai lentamente verso il biondo e sotto lo sguardo attento della mie amiche mi inginocchiai davanti a lui sfiorandogli una mano, piano, cercando di non spaventarlo.

Lui alzò la testa di scatto e mi fissò con i suoi occhi blu spalancati e terrorizzati: piangeva e lasciava che le lacrime gli rigassero le guance pallide, ma appena incrociò il mio sguardo riabbassò la testa; era diversissimo da come lo avevo conosciuto pochi minuti prima e la sua timidezza e riservatezza mi sorprendevano sempre di più.

Sollevai istintivamente una mano spostandogli dietro le orecchie ciocche dispettose di capelli biondo rossiccio e gli parlai dolcemente: “So che ciò che ti ho detto prima non è stato gentile e mi dispiace, ma ti puoi fidare di me… di noi. Cosa ti preoccupa? È Neferet? È Mary?” 

Tacqui aspettando una risposta che non tardò ad arrivare: alzò finalmente lo sguardo e sussurrò, a voce tanto bassa che faticai a sentirlo: “Devi stare lontano da me… lei è pericolosa e io porto solo guai… merda, io porto solo guai…”

Poggiò la testa alla mia spalla e io lo lasciai lì a piangere tenendolo stretto come se lo conoscessi da una vita e non come se si fosse comportato come un grandissimo stronzo con me fin dall’inizio. Ma era solo una maschera, perché in realtà non avevo mai incontrato un ragazzo tanto dolce.

Di colpo, come se fosse stato percorso da una scossa elettrica, si allontanò da me ed afferrando il cellulare mi sussurrò: “Ascolta questa.”

Premette un paio di pulsanti mentre le ragazze si stingevano intorno a noi per sentire, quindi partì un messaggiò registrato.

“Jack..” disse la voce roca e bassa di una ragazza e la voce del biondino registrata rispose un urletto agitato.

“Jack, mi dispiace…” riprese la voce della ragazza, sempre più bassa: “Credevo che qui saremmo stati al sicuro… a questo punto non so più se pregare affinché tu rimanga a casa  o venga qui… non so più cosa è peggio… sta lontano da…”

La voce della ragazza venne interrotta da un’altra voce, di una donna: “Mary, cosa stai facendo?”

Ci irrigidimmo tutti: era la voce di Neferet e suonava cattiva, irritata e perfida, molto diversa dal solito.

“Questa chiamata mi è arrivata questa mattina, dopo che Neferet mi ha portato in infermeria. E avete sentito tutti  che mia sorella Mary è morta due settimane fa.”

Merda, questo non aveva senso.

  
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