Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Jane The Angel    25/08/2006    9 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Diagon Alley

Il giorno seguente arrivò la risposta da Hogwarts, questa volta portata da una civetta di colore nero con due bellissimi occhi azzurri brillanti come diamanti.

Hermione prese la lettera dalla piccola zampa marrone scuro del pennuto e li diede un biscotto, esattamente come aveva fatto il giorno precedente. Attaccato alla zampa con un legaccio nero c’era anche un piccolo sacchetto pieno di una bella polvere blu brillante e una busta, contenente anche questa volta un foglio di pergamena bianco sporco coperto di scritte nere elegantissime.

Hermione prese la lettera in mano, la aprì e lesse la lettera ad alta voce, in modo da farsi sentire dai genitori, quasi a provare una volta per tutte che ciò che stava succedendo era vero, non era uno scherzo o un sogno.

Nel sacchetto inviato ci sono due porzioni di Metropolvere,

da utilizzare per l’andata e il ritorno di una sola

persona. Tale persona dovrà entrare nel camino con il sacchetto, tirare fuori una manciata di Metropolvere e lanciarla in basso

dicendo chiaramente "Diagon Alley". Fare lo stesso per il ritorno.

Per la bacchetta recarsi da Olivander, da Madama McClan per la divisa e il mantello, per il resto chiedere informazioni al Paiolo Magico, dove dovresti arrivare

con la Metropolvere. Importante:

pronunciare bene "Diagon Alley". Prima di

effettuare gli acquisti recarsi alla Gringott o ad un convertitore

Per cambiare il denaro babbano con il nostro.

Distinti saluti,

Minerva McGranitt

-Beh, quindi devo andare da sola. C’è scritto che bastano solo per la mia andata e il mio ritorno.- disse Hermione fissando con apprensione la polvere blu brillante.

–Ma Hermione, potrebbe essere pericoloso e...- iniziò la madre, ma Hermione la interruppe –Mamma, devo imparare a viaggiare da sola nel mondo magico. Insomma, ci passerò mesi interi senza di voi, giusto? Prima mi abituo meglio è.- disse con un po’ più di sicurezza nella voce. Tutta quella storia, un nuovo mondo da scoprire, così diverso dal suo, le sembrava estremamente eccitante, ma in un certo senso le faceva anche un po’ paura. Sicuramente tutti gli altri sarebbero stati molto più bravi di lei, che non aveva mai visto neanche da lontano una magia in vita sua a parte gli stupidi trucchi dei maghi al circo. E d’altronde i suoi genitori erano totalmente normali, come era possibile che lei fosse una strega? E se non fosse stata in grado di seguire i corsi? No, si disse fermamente, ce la farai dovessi passare ogni singolo secondo libero sui libri. Prese il sacchetto e un bel po’ di soldi, un po’ suoi e un po’ dei genitori, entrò nel camino spento ed estrasse una manciata di polvere.

-Ricordati di lanciare quella roba.- disse la madre.

–Si, mamma, non ti preoccupare.- rispose Hermione, poi tirò la manciata di polvere in terra ed esclamò quanto più chiaramente possibile –Diagon Alley!-

Sentì dietro di lei un’esplosione lontana e il suo camino, la stanza e i suoi genitori scomparvero. Hermione iniziò a vorticare, mentre parecchi camini tutti differenti tra loro, alcuni in muratura altri più moderni ma tutti dall’aria piuttosto vecchia, vorticavano attorno a lei come in un tornado. Continuò a roteare sempre più veloce, mentre attorno a lei si muovevano i camini, poi iniziò a sentire un po’ di nausea, così decise di chiudere gli occhi e si sentì subito meglio. All’improvviso la velocità si ridusse notevolmente ed Hermione riaprì gli occhi. In un attimo sentì un colpo, si ritrovò a terra e decisamente piena di fuliggine nera che le aveva sporcato parecchio i pantaloni. Si alzò e capì di trovarsi in un altro camino, ad occhio e croce situato in una specie di bar o di taverna. Il caminetto era fatto di pietra grigia scura e al suo interno non c’era neanche un bastoncino di legno, né integro né carbonizzato. Si alzò, uscì dal camino e con le mani si tolse la cenere alla bell’e meglio dai vestiti. Il locale era decisamente diverso da tutti quelli in cui Hermione era stata. Attorno ai tavolini di legno senza tovaglia erano seduti gli uomini, se così si potevano chiamare, più strani che lei avesse mai visto.

–Allora, Malocchio, chi è stato stavolta ad attentare alla tua vita?- domandò con evidente sarcasmo una donna dai corti capelli celesti e la carnagione chiara a un uomo con il volto tumefatto dalle cicatrici e un orrendo occhio completamente blu, probabilmente finto, infilato nell’orbita.

–Hai poco da ridere, Tonks, perché ti dico che stanotte qualcuno ha cercato di entrare in casa mia!- attorno al tavolino, a cui oltre ai due erano seduti altri tre maghi dall’aspetto tutto sommato abbastanza normale, scoppiarono risate divertite.

Hermione spostò lo sguardo sul bancone e vide un uomo bendato dalla testa ai piedi seduto vicino a quello che assomigliava estremamente a un vampiro, il quale beveva qualcosa di colore rosso scuro da un bicchiere da vino.

Hermione si avvicinò al barista, un tipo con una pronunciata gobba sulla schiena, un occhio perennemente chiuso e addosso un abito nero inchiostro lungo fino ai piedi, e domandò –Mi scusi, questo è il Paiolo Magico?- L’uomo la guardò con l’occhio aperto e disse –Si, è questo. Perché?- con voce cavernosa e non molto amichevole. -Ecco… ho bisogno di comprare…- si interruppe tirando fuori dalla tasca l’elenco del materiale scolastico che le era arrivato e poi riprese –Si, ecco… dei libri scolastici, piume d’aquila, pergamene, un calderone, un kit base per le pozioni, un…- il barista la interruppe con un gesto della mano –Ok, ok. Stai per iniziare Hogwarts, vero? Sei di famiglia babbana, immagino.- Hermione alzò lo sguardo dalla lista e domandò –Di famiglia che?-

-Si, sei di famiglia babbana. Significa senza poteri, praticamente il contrario dei maghi. A volte da una famiglia di babbani può nascere una persona che invece possiede dei poteri.-

-Ah.- disse Hermione prendendo mentalmente nota di quel nuovo termine.

Era come se avesse in testa un vocabolario e ci avesse appena scritto Babbano: aggettivo qualificativo, persona sprovvista di poteri. Il barista spiegò a Hermione come arrivare al Ghirigoro, dove vendevano libri, piume e pergamene; da Madama McClan, abiti per tutte le occasioni, Pozioni&co, dove avrebbe trovato il calderone e il kit per pozioni e Olivander, l’unico venditore di bacchette dello stato.

–Beh… grazie, solo… dove si trova la…- guardò il nome della banca dei maghi sulla lettera -Gringott? Devo cambiare i soldi, sa, e non so…-

-Certo, certo. Ma guarda, i soldi li puoi cambiare lì, vedi? Basta che infili nella cassetta i soldi babbani e schiacci quel bottone, così la macchina li risucchia e te li restituisce in galeoni, falci e zellini. Galeoni d’oro, falci d’argento e zellini di bronzo.- spiegò mantenendo il tono burbero. Hermione ringraziò e si avvicinò alla macchinetta blu e rossa. Fece tutto ciò che l’uomo le aveva detto e sembrava che i soldi si fossero moltiplicati, tanto che a stento riuscì a infilarli nel portafoglio.

-Cavolo, hai esagerato eh? Non credo che li spenderai tutti.- disse una voce alle sue spalle. Hermione si voltò di scatto e si trovò davanti due ragazzi dai capelli rossi, il viso lentigginoso e del tutto identici tra di loro. –Ehm…- iniziò, non sapendo bene cosa rispondere -Devi iniziare Hogwarts, no? Beh, allora non li usi di sicuro tutti, altrimenti noi rimarremmo a casa. Hai finito?- disse uno dei due gemelli. Hermione annuì e si allontanò. Forse, se le fossero avanzati dei soldi, avrebbe potuto comprarsi delle letture preparatorie per inserirsi nel mondo magico. Fu così che decise di spendere ogni singolo penny… anzi, ogni singolo zellino che le sarebbe avanzato per libri che le avrebbero chiarito ciò che era successo e stava succedendo nel suo nuovo mondo.

Uscì dal locale e si avviò per le strade piene zeppe di gente vestita in modo strano seguendo le istruzioni del barista. Studiava ogni persona che riusciva a vedere per più di due secondi. Notò che tutti portavano delle tuniche di diversi colori quasi tutte lunghe fino ai piedi. Alcune erano a tinta unita e altre no, proprio come i vestiti babbani. Ad un certo punto andò a sbattere contro un uomo vestito in modo piuttosto strano: la sua tunica era giallo canarino ed ornata da piccole palline gialle con due ali attaccate ai lati e alcune scope disegnate qua e là. L’uomo portava inoltre un cappello dello stesso colore con scritto in rosso acceso Cannoni di Chudley.

Decise di andare a comprare per prima cosa la bacchetta e non appena entrò nel negozio la colpì un forte odore di legno. Un uomo, anzi, un mago con una tunica marrone scuro e con un cappello, sempre marrone ma questa volta chiaro, poggiato un po’ storto sui ricci capelli bianchi, era piegato dietro il bancone di legno scuro malandato e si rizzò in piedi non appena le campanelle posizionate sulla porta d’ingresso suonarono segnalando che Hermione era appena entrata nel negozio. Aveva degli occhi stranissimi, del tutto azzurri e leggermente più grandi del normale.

-Buongiorno e benvenuta da Olivander, le migliori bacchette a partire dal 382 a.C.. Immagino che tu sia qui per una bacchetta, anche perché altrimenti non saprei come aiutarti.- l’uomo dopo aver parlato la squadrò da capo a piedi e poi disse –E a giudicare dall’età stai per cominciare Hogwarts, mi sbaglio?-

-Si, io… dovrei iniziare domani…- spiegò Hermione avvicinandosi timidamente al bancone e lanciando occhiate in giro.

Tutte le pareti del negozio erano coperte da scaffali di legno che si dividevano in scomparti di circa cinquanta centimetri di larghezza per cinquanta di altezza, tutti pieni fino all’inverosimile di scatole bianche dalla forma allungata e sottile che, evidentemente, contenevano ognuna una differente bacchetta magica.

-Si, ecco, però… io non so bene come la devo prendere questa bacchetta, perché… sa, sono di famiglia… babbana.- Olivander annuì sorridendo e poi le fece segno di avvicinarsi –Vedi, in realtà il problema non esiste. Ti spiego cosa voglio dire: non è mai il mago a scegliere la bacchetta, ma è la bacchetta che sceglie il mago.- spiegò il negoziante. Hermione si accigliò subito –E, mi scusi, ma se nessuna bacchetta mi… scegliesse?- domandò preoccupata. Olivander sorrise radioso –Nessun problema! Bacchette per tutti i gusti da Olivander! Qualsiasi bacchetta cerchiate, qui la troverete!- recitò, ricordando ad Hermione gli spot pubblicitari della televisione. –E… come devo fare? Devo fare qualcosa, no?- domandò Hermione un po’ sollevata. Se quel negozio vendeva davvero bacchette per tutti era assai probabile che ce ne fosse una anche per lei.

-Ora proviamo un po’ di bacchette. Basta che tu punti le bacchette che ti do contro… quel vaso. Fidati, capiremo qual è quella giusta per te. Allora… mi serve sapere qualcosa su di te… Nome? Famiglia?- domandò Olivander.

-Hermione Grenger. La mia famiglia… beh, che le devo dire?-

-Per esempio se c’è qualcun altro che ha poteri a parte te… anche un cugino, uno zio, un lontano parente…-

-No. Cioè, non che io sappia… no, non credo proprio.- rispose Hermione.

–Bene, bene. Mmh… si, allora…- borbottò l’uomo iniziando a cercare tra i piani bassi dello scaffale e tirando poi fuori una delle scatoline bianche e porgendola ad Hermione.

–Su, avanti, aprila. Legno di betulla, dieci pollici e mezzo, non molto flessibile. Fibre del cuore di un drago gallese- Hermione aprì la scatolina e tirò fuori il bastoncino. Lo impugnò e lo puntò verso il vaso che… esplose, colando acqua sul tavolino su cui era poggiato.

–No. No, non direi proprio.- esclamò Olivander mosse la sua bacchetta pronunciando –Reparo.- e il vaso si aggiustò. Il negoziante prese la bacchetta dalla mano di Hermione, la ripose nella scatola e ne tirò fuori un’altra. Porgendola ad Hermione recitò –Nove pollici, legno di abete, estremamente flessibile, con scaglie di serpente all’interno. Provala, su.- Hermione puntò nuovamente la bacchetta contro il vaso, che questa volta iniziò a tremare sempre più violentemente finchè non cadde a terra, frantumandosi nuovamente. Il negoziante ripeté l’incantesimo di riparazione e il vaso, dopo essersi aggiustato, tornò al suo posto sul tavolino.

–No, neanche questa è adatta a te, vedo, però andiamo migliorando… vediamo…- ripose la bacchetta con le scaglie di drago, prese una scaletta di legno chiaro e iniziò a frugare nei piani alti, borbottando tra sé e sé cose che ad Hermione sembrarono –Famiglia babbana, prima maga, femmina, Hermione Grenger… Famiglia babbana, prima maga, femmina, Hermione Grenger…- dopo qualche minuto prese un’altra scatola e la porse ad Hermione –Ecco, questa potrebbe andare… tredici pollici, media flessibilità. È fatta di legno di un salice piangente. Contiene una ciocca di capelli di una Napee… sono creature molto rare da vedere. Avanti, provala.- Hermione obbedì e questa volta il vaso non esplose ma si sollevò di circa tre dita prima di andare nuovamente a poggiarsi sul tavolino.

–Si! Questa è la bacchetta che fa per te. Bene, fanno sette galeoni, diciannove falci e undici zellini.- esclamò Olivander buttando in un cestino che teneva di fianco al suo sgabello la scatola che poco prima conteneva la bacchetta di Hermione. Lei prese il portafoglio e tirò fuori sette galeoni d’oro, diciannove falci d’argento e undici zellini di bronzo, che diede al negoziante. Poi prese la bacchetta e la infilò accuratamente nella tasca dei pantaloni. Uscì dal negozio dopo aver salutato il negoziante e ricominciò a girare per le vie del piccolo paese.

Entrò in parecchi negozi e si fermò a vedere la vetrina di un negozio di animali, poi cercò il Ghirigoro. Passò davanti a un negozio chiamato Accessori di prima qualità per il Quidditch. Appuntandosi mentalmente di chiedere alla prima persona che avrebbe incontrato ad Hogwarts cosa diavolo fosse il Quidditch, Hermione continuò a camminare fino ad arrivare al Ghirigoro e vi entrò. Il negozio era decisamente affollato e Hermione andò a sbattere contro un ragazzo dai capelli neri scompigliati e gli occhiali che coprivano gli occhi verdi. Hermione notò un segno, forse una cicatrice, sulla sua fronte.

–Scusa.- disse Hermione.

–Scusa tu.- disse il ragazzo, che era accompagnato da un uomo grande e grosso con una palandrana pelosa addosso.

Hermione si avvicinò agli scaffali pieni di libri e prese tutti i libri scritti sulla lista e poi andò verso un altro scaffale, che aveva scritto sul cartello che lo contraddistingueva Storici. Guardò i titoli e prese un libro con scritto sulla copertina in lettere d’oro Storia di Hogwarts. Lo aprì e per un pelo riuscì a non saltare indietro quando vide che le fotografie si muovevano come dotate di vita propria. Guardò anche gli altri libri e notò che era così per tutti.

Scelse i più interessanti e quando uscì dal negozio non aveva più uno zellino, ma nel baule, comprato un paio di negozi prima, portava i libri scolastici e inoltre Storia di Hogwarts, Ascesa e declino delle Arti Oscure, Grandi eventi magici del ventesimo secolo, La vera storia della caccia alle streghe, Le più comuni Creature Magiche, Il Quidditch attraverso i secoli e Incantesimi per tutti.

Sebbene il tempo fosse decisamente volato Hermione si accorse che era tardi e che tra breve avrebbe dovuto assolutamente essere a casa, o i suoi genitori si sarebbero decisamente preoccupati, perciò tornò al Paiolo Magico.

Poiché aveva ancora una mezz’oretta prima che i suoi genitori si allarmassero e chiamassero la polizia babbana dicendo che loro figlia era andata a comprare i libri per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts nel mondo magico passando per il camino ore prima e ancora non era tornata, ordinò al bancone una bevanda chiamata Burrobirra e si sedette ad un tavolino con la sua copia di Storia di Hogwarts aperta davanti. Il libro era così interessante che in quella breve mezz’ora lesse più di cinquanta pagine scoprendo che Hogwarts, insieme a Durmstrang e Beauxbatons, era la scuola più famosa e con la miglior reputazione del mondo magico, che il soffitto della Sala Grande rifletteva per magia il cielo di fuori, che il preside Albus Silente aveva ottenuto l’Ordine di Merlino di Prima Classe e che la scuola era stata fondata secoli prima da quattro maghi da cui le case in cui li studenti erano divisi prendevano nome, ovvero Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.

Grifondoro sembra la migliore si disse mentre prendeva una manciata di Metropolvere dal sacchetto ed entrava nel camino del locale ma anche Corvonero non sembra male, i primi devono essere particolarmente coraggiosi e i secondi particolarmente intelligenti. L’unica casa in cui mai avrebbe voluto trovarsi era Serpeverde: secondo Storia di Hogwarts più della metà dei maghi oscuri esistenti provenivano proprio da quella casa, compreso un certo mago di cui il nome era pronunciato una sola volta ed era Voldemort. Tutte le altre volte quel mago veniva chiamato Voi-Sapete-Chi, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato o il Signore Oscuro. Era chiaro che i maghi avevano paura di pronunciare quel nome. Hermione buttò la polvere a terra e un po’ ne finì su tutto ciò che aveva comprato.

–Tabolt Street 19!- esclamò. Ricominciò a girare, girare, girare mentre i migliaia di camini diversi le passavano accanto, poi cadde, trovandosi di nuovo a casa sua, in cucina. La madre e il padre erano seduti al tavolo con aria preoccupata.

–Maxwell! È tornata! Oh, tesoro! Ma quanto ci hai messo?- domandò Christine correndo ad abbracciare la figlia, sporcandosi anche lei di cenere.

–Mamma, papà! Andiamo, non mi avrete aspettata lì seduti per tutti questo tempo! Avete intenzione di passare lì seduti tutto il trimestre?-

-Oh, ma tesoro, eravamo così preoccupati!- esclamò il padre mentre Hermione si sedeva al tavolo e apriva il baule per mostrare ai genitori i fantastici oggetti comprati.

–Guardate! Questo è un galeone, è la moneta dei maghi! E questa è la divisa, bella vero? E guardate…- disse, tirando fuori dal baule verde e oro Storia di Hogwarts e aprendolo su una foto esterna della scuola –Questa è Hogwarts!- Non appena Hermione aveva visto quella fotografia era rimasta impressionata.

Hogwarts era un enorme castello con almeno dieci piani e undici torri, circondato da un giardino gigantesco con un lago dove, secondo il libro, dimorava una piovra gigante e diverse altre creature magiche, come una popolazione di sirene e tritoni, così come nella Foresta Proibita che circondava i confini della scuola, dove le creature erano estremamente pericolose. La Sala Grande, raffigurata in una fotografia vicina, aveva quattro tavolate poste verticalmente e un tavolo, chiamato tavolo delle autorità, dove sedevano gli insegnanti e che era posto orizzontalmente.

Stendardi e striscioni decoravano la sala, ognuno rappresentante una delle quattro case e uno, posto giusto dietro al tavolo delle autorità, raffigurante lo stemma di Hogwarts, lo stesso che Hermione aveva già visto sul sigillo della lettera, ovvero i quattro animali simboli delle case attorno alla H di Hogwarts.

–Sembra molto bello, tesoro.- disse la madre scrutando esitante le fotografie in movimento. Hermione capì che evidentemente i genitori non provavano il suo stesso entusiasmo nel capire che c’era un altro mondo, differente da quello che avevano sempre creduto l’unico. Sembravano decisamente spaventati, ma lei era entusiasta.

–È assolutamente fantastico! È meraviglioso! Hai visto quanto è grande? Oh, non vedo l’ora di iniziare! Ma ora è meglio che io continui a leggere se voglio finirli entro domani.- disse Hermione prendendo Storia di Hogwarts e aprendola alla pagina dove era arrivata.

–Entro domani, tesoro? Ma sono sette libri, non puoi leggerli tutti!-

-Veramente pensavo di dare anche un’occhiata ai libri scolastici. Quindi mi devo dare una mossa.- chinò la testa sul libro e non la alzò se non un’ora dopo, e lo fece solo per cambiare libro: afferrò Ascesa e declino delle Arti Oscure e lo iniziò, mentre nella testa aveva fissato ogni singola cosa letta.

Continuò a leggere, passando da un libro all’altro senza scordarsi la più piccola cosa. Non le era mai capitato nulla del genere nella sua vecchia scuola, ma ogni cosa che leggeva le rimaneva impressa, come se non volesse lasciarla andare via. Aveva sempre saputo che c’era un altro posto. Si fermò solo per cenare e non dormì affatto quella notte, ma si chiuse in camera sua a provare, la bacchetta sguainata, ogni incantesimo che trovava su Incantesimi per tutti.

Sul libro precedente aveva letto una cosa che la indusse a voler sapere ancora di più sul mondo magico: alcuni maghi consideravano di massima importanza quello che nel libro chiamavano purezza di sangue e chiamavano con il termine spregiativo Mezzosangue quelli come lei, nati da famiglie babbane. Sapeva che per molti sarebbe stato più facile che per lei, per tutti quelli studenti che erano a contatto con il mondo magico fin dalla loro nascita e che probabilmente conoscevano già un bel po’ degli incantesimi. Dopo un paio di tentativi riuscì a eseguire correttamente la maggior parte degli incantesimi trovati sul libro, così decise di passare ai libri scolastici.

Imparò tutti i libri di testo praticamente a memoria tranne due, L’origine dell’arte magica e Stelle e pianeti, ai quali riuscì a dare solo un’occhiata. Dopo aver finito Stelle e pianeti chiuse il volume, lo infilò nel suo nuovo baule che aveva appena riempito ed ebbe appena il tempo di spegnere la luce prima di cadere in un sonno profondo e pieno di sogni, nei quali si vedeva intenta nell’agitare la sua bacchetta pronunciando gli incantesimi imparati e a cavalcare una scopa giocando a Quidditch che, come aveva appena scoperto leggendo Il Quidditch attraverso i secoli, era lo sport più famoso del mondo dei maghi, più o meno come il calcio per i babbani.

Non che le sarebbe piaciuto particolarmente giocare a Quidditch, ma le sembrava come essere entrata completamente nel mondo magico.

E mentre Hermione dormiva tranquillamente i suoi genitori, nella camera accanto, tentavano di dormire, ma invece entrambi fissavano il soffitto pitturato di bianco, con pensieri decisamente pessimisti che turbinavano nella loro testa. Sapevano che non avrebbero mai potuto impedire alla figlia di frequentare quella… scuola, se così si poteva chiamare. Ma non volevano assolutamente che la figlia corresse pericoli di nessun genere, perciò non smisero di cercare un buon motivo per convincerla a restare. Quando si addormentarono era ormai quasi mattino e fecero sogni del tutto differenti da quelli della figlia.

 

____Nota di Herm90

Ecco il secondo capitolo, visto che mi avete detto di continuare... i vostri desideri sono ordini! Vi posterò anche gli altri chappy!

Ringrazio molto tutti quelli che hanno letto, in particolare Jenny88 (odiarti? Esagerata! Aspetta i miei sicari XD), Giulia e Felicity (A Hermione non piace studiare? Nooooooo, mai, sarebbe segno dell'Apocalisse! Semplicemente non le interessavano le materie babbane, ed ecco qui sopra spiegata la sua fissazione per i libri...), Silvia91 (thanke!!!!), occhi grigioblu (...cos'ho fatto con l'html? Sorry, sono una frana con il computer, ci ho messo secoli a capire come inviare le ficcy...), Ginny 93 (eccolo il seguito, spero che ti piaccia anche se penso che migliori quando arriveremo ad Hogwarts), EDVIGE86 (per l'incontro con Harry e Ronnino dovrai aspettare ancora un chappy...), Janet (non ti sei spiegata come un'analfabeta XD, ho capito cosa intendevi e ho avuto anche io questa sensazione quando l'ho ritrovata l'altro giorno, ma non volevo cambiare troppo quello che avevo scritto e così l'ho lasciato così...) e RobyLupin (è sempre un piacere ricevere commenti da una fan di Ron/Herm, mi è parso di capire che tu lo sei, giusto?)

Puff, che fatica... mi vengono sempre più lunghe le note alla fine che le storie... XD tanto mi diverto!

Baci a tutti, e mi raccomando, lasciate qualche commentino commentuccio anche a questo chappy!

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jane The Angel