Ho scritto questa storia per
il 12
Mesi di Fanfiction
Il
prompt di gennaio è: "Ho visto tante persone che
se ne andavano."
"E mai nessuno
è tornato indietro?"
Personaggi:
Draco Malfoy, Harry Potter
Rating:
giallo
Genere:
commedia
Avvertenze:
Slash (solo accennato)
Introduzione: Quando Draco Malfoy riceve il più imprevisto degli inviti a cena la sua curiosità lo porta ad accettare. Si troverà davanti una persona ben diversa da quella che immaginava, ma forse non così diversa da sé stesso...
NdA:
Allora... questa storia è un po' delirante, metto le mani
avanti in
anticipo! ^^
Purtroppo
in questo ultimo mese la mia voglia di scrivere si è
trasferita alle
Hawaii, ma non volevo smettere di partecipare al 12 mesi. L'idea mi
è
venuta appena ho letto la citazione, e non avendo trovato altro...
be' vi tocca leggere questa cosa.
Ho
visto che ultimamente è venuta fuori una specie di
discussione sullo
slash. Non condivido l'avversione di qualcuna per il genere, ma penso
non ci sia niente di male a non leggere una storia o a non lasciare
un commento. Se avete cose costruttive da dirmi, ovviamente, ben
venga!!
Fatte
queste precisazioni di rito, spero di essere stata abbastanza IC
–
o quanto meno credibile. Harry non mi fa impazzire come personaggio,
ma adoro Draco quindi... spero che le due cose si compensino e che la
storia regga. ^^
Affinità elettive e coniglietti assassini
Mi
preparo ad uscire, sistemando gli ultimi dettagli del mio
abbigliamento davanti al grande specchio dalla cornice argentea.
Mentre
le mie mani si muovono su di me come se avessero vita propria, mi
osservo.
Carnagione
chiara, capelli biondi spettinati, corpo magro ma tonico. La cosa
più
sorprendente, gli occhi. Grigi come piombo fuso, freddi come
ghiaccio, indiscutibilmente targati Malfoy.
Sorrido
compiaciuto al mio riflesso, chiudendo il fermaglio del mantello con
un gesto secco. Sono pronto.
Non
posso negare che l'invito per questa sera mi abbia colto non poco di
sorpresa, cosa tutt'altro che scontata visto che si tratta di me. Non
sono certo tipo da rimanere senza parole per cose da poco, io. Ho
sempre una risposta pronta, non sono mai impreparato.
Ma
questo...
Ancora
adesso, mentre esco di casa e mi smaterializzo verso la mia
destinazione, non riesco a capacitarmi che sia successo davvero. Non
è tanto l'invito ad avermi stupito - non è certo
la prima volta che
esco a cena con una persona del mio stesso sesso - , quanto colui da
cui la richiesta è venuta...
Harry
Potter.
Nessuno
al mondo mi è mai sembrato più distante,
più estraneo. Qualcosa di
molto vicino alla mia nemesi, opposti come poli e antipodi.
Nessuno
ho mai pensato di detestare di più. San Potter, sempre
circondato
dai suoi amichetti adoranti. San Potter, sempre impegnato a fare la
cosa giusta. San Potter, salvatore del mondo magico.
Fermo
davanti ad una serie di casette a schiera scuoto la testa, scacciando
la raffica di pensieri dalla mente. Quello è il passato. Le
liti,
gli insulti, le recriminazioni. Tutto è finito una volta
lasciati
alle spalle i cancelli di Hogwarts. Non siamo più i
ragazzini
litigiosi di allora, ci si aspetta che da adulti i nostri screzi si
siano trasformati in nulla di più che ricordi infantili.
Dentro
non sono poi così convinto che le cose si siano smussate per
tutti
fino a questo punto, ma non è il caso di stare troppo a
pensarci su.
Ora
sono un giovane uomo rispettabile - per quanto la mia fama e il mio
nome lo consentano, almeno -, non posso permettermi passi falsi di
sorta.
Ho
un lavoro al Ministero - come consulente esterno, si intende. Nessuno
si fida abbastanza di me da volermi nel suo ufficio o nella sua
squadra, ma proprio per la mia dubbia lealtà alla causa
avermi
abbastanza vicino da potermi tenere sott'occhio è stata
considerata
un'ottima mossa.
Non
ho famiglia né amici intorno, ma è la storia
della mia vita, essere
solo. Ha smesso di avere importanza molto tempo fa.
Non
vedevo Potter da tempo. Avevo saputo che la sua carriera come Auror
era decollata alla fine della scuola, ma una volta finita la guerra
le nostre strade non si erano più incrociate. Per fortuna.
Questo
fino a oggi.
Mi
sono presentato puntualmente all'incontro mensile al Ministero per
rendere conto degli investimenti del periodo appena trascorso, pronto
a illustrare le mie iniziative e via dicendo. Invece del solito mago
dai capelli grigi e dallo sguardo un po' assente, però, mi
sono
trovato davanti un viso fastidiosamente noto.
Potter
non è cambiato molto dall'ultima volta che l'ho visto.
Capelli neri
incredibilmente spettinati, sguardo penetrante, abiti poco curati.
Non è mai stato il re dell'eleganza.
Vederlo
lì mi ha spiazzato, ma solo il tempo di un battito di
ciglia, poi ho
recuperato il mio solito contegno sprezzante.
"Chi
si vede", ho detto beffardo, posando il mio rapporto sulla
scrivania ingombra di carte. "Ancora vivo, sfregiato?"
Lui
mi ha lanciato un'occhiata penetrante e ha ribattuto: "Sempre lo
stesso, vero, Malfoy?"
Ci
siamo studiati per alcuni minuti in silenzio. Quando ho capito che
era a lui che si presumeva dovessi fare il mio rapporto, ho di nuovo
rotto il ghiaccio, esponendo cifre e grafici.
Potter
sembrava interessato, non saprei dirlo con certezza. In ogni caso mi
ha interrotto alcune volte per fare domande pertinenti, e le mie
risposte devono averlo soddisfatto.
Finito
il mio lavoro, ho recuperato le mie cose e mi sono avviato vero
l'uscita.
La
sua voce mi ha raggiunto quando avevo già un piede fuori
dalla
stanza.
"Ti
va di venire a cena da me, Malfoy?"
La
proposta era così strana, così incredibile, che
non ho trovato una
battuta adeguata con cui rispondere sul momento. Mi sono voltato
verso di lui, gli occhi dubbiosi di chi teme di cadere in una
trappola. Ma lui mi guardava con lo sguardo più sincero che
avessi
mai visto.
"Il
tuo lavoro mi ha colpito, penso che potremmo parlarne meglio davanti
a una buona cena.”
Incontro
di lavoro, chiaro. Cosa avevi pensato Draco?
Scuotendo di
nuovo la testa per allontanare pensieri strani, ho ripreso la mia
strada verso la porta.
“E
poi mi farebbe piacere godere della tua compagnia”, il
sussurro
roco di Potter mi ha raggiunto alle spalle, facendomi rizzare i peli
sulle braccia.
Per
qualche motivo sconosciuto la mia salivazione era andata a farsi
benedire. Mi sono limitato ad annuire e sono uscito, mentre le sue
parole mi seguivano come una maledizione: "20:30 da me. Sai come
fare."
Così
eccomi qui, fermo davanti ad una serie di case tutte uguali, a
puntare gli occhi sulla mia meta, anche se di fatto questa è
invisibile.
Cosa
ci faccio in questa piazza? Accidenti alla mia curiosità! Ma
il
desiderio di scoprire cosa vuole da me è così
forte che non ho
potuto tirarmi indietro.
Ma
c'è di più... Per un attimo, quando Potter mi ha
fatto quella
domanda a bruciapelo, la mia fantasia ha galoppato come cosa viva. E'
pura follia, lo so bene. Draco Malfoy ed Harry Potter? La
più comica
delle assurdità. Ammesso poi che il santerellino abbia di
queste
tendenze. Ai tempi di Hogwarts sbavava per quella insopportabile
Weasley dai capelli rossi; chissà magari adesso hanno
già sfornato
un paio di bambini e mi aspettano tutti allegri dietro queste mura.
Eppure
la sua voce è stata come una carezza sulla mia pelle, quando
ha
parlato.
I
miei passi mi portano verso la porta della casa che, una volta
pensato l'indirizzo esatto, si sta materializzando davanti ai miei
occhi. Salgo i pochi scalini e busso con le nocche sul legno scuro.
Potter dovrebbe prendersi la briga di far sistemare questo posto. Lo
stile da casa degli orrori direi che è abbondantemente fuori
moda.
Passano
alcuni istanti di immobilità assoluta in cui la mia mente
è
attraversata da diverse immagini di ciò che potrei trovarmi
davanti
tra poco. La famigliola felice, o il rigido Auror interessato solo al
lavoro. Per quanto la visione di Potter in grembiule rosa a cuori non
sia delle migliori, non sono preparato a quello che mi trovo
effettivamente davanti.
Lui
è di fronte a me.
Indossa
un'orribile maglietta sformata con un coniglietto bianco con le zanne
sguainate e un paio di jeans consunti. I capelli sono spettinati come
al solito e il colore della sua pelle è cinereo. Non
è questo che
mi spiazza. È il fatto che sia coperto di sangue.
Per
un attimo nei miei occhi passa un'ombra di stupore. L'ho già
detto
che sono bravo a riprendermi? Riporto le emozioni sotto controllo e
mi dipingo un ghigno sulle labbra.
“Bell'accoglienza,
sfregiato”, la mia voce è ferma e sicura, non
mostra cedimenti di
sorta.
Lui
mi guarda in silenzio per quelle che sembrano delle ore.
Poi,
quando inizio ad essere stanco di starmene qui in piedi sulla soglia
come uno stupido, dice piano:
“Ho visto
tante persone che se ne andavano.”
“Se
inviti la gente a casa per farti trovare conciato così, non
stento a
crederlo.”
L'occhiata
che mi lancia mi gela il sorriso sulle labbra. D'accordo, d'accordo,
forse potevo risparmiarmi la battuta. Il tatto non è la mia
dote
migliore, si sa.
Mi
mordo la lingua per non aggiungere altre frecciate velenose e mi
concentro sulla frase che ha detto un attimo fa. Ho visto
tante
persone che se ne andavano... Cos'è Potter, il
teatrino di Jack
lo Squartatore è un modo per saggiare le intenzioni dei tuoi
ospiti
subito e non restare deluso in un secondo momento? È una
specie di
prova, per testare i nervi dei malcapitati? Sei stato ferito, Harry?
Quante volte? Chi ha osato tanto?
Ma
non dico niente di tutto ciò.
“E
mai nessuno è tornato indietro?”
chiedo invece.
La
mia domanda lo spiazza. Posso vedere la sorpresa prendere forma nelle
sue iridi verdi.
Soppesa
per un po' la possibilità di rispondermi, poi scuote la
testa.
Tengo
a freno la lingua, evitando di lasciarmi andare ad un altro commento
dei miei.
"Io
non sono come gli altri." Non so bene perché ho detto questa
cosa. "Mi fai entrare o no?"" Batto il piede sul
gradino, impaziente.
Potter sembra, se possibile, ancora più sorpreso.
Si sposta per lasciarmi entrare in casa con un gesto goffo e
imbarazzato.
L'ambiente
dentro è in linea con la facciata scrostata all'esterno.
Tappeti
tarmati, quadri polverosi, abiti gettati a casaccio sul corrimano
delle scale. Penso di poter affermare con certezza che qui dentro non
viva nessuna rossa dal carattere impossibile. Abbandono,
trasandatezza, marciume. Troppo persino per il poco gusto di Potter.
Per Merlino, cosa gli è successo?
Seguo
il padrone di casa senza fare domande fino a una grane sala da
pranzo. Solo un paio di candele illuminano la stanza che per il resto
è avvolta nelle tenebre.
"Si
può sapere che ti prende, Potter? Non ricordavo tu avessi il
gusto
del macabro."
Lui
si volta verso di me. Nella luce soffusa il suo aspetto è
ancora più
inquietante, con tutto quel sangue che gli macchia gli abiti e la
pelle.
Scuote
di nuovo la testa senza dire niente.
D'un
tratto capisco il perché di questo suo prolungato silenzio.
"Non
pensavi che sarei arrivato fino a qui, vero? Il tuo test di
resistenza non prevedeva fino ad oggi una seconda parte dopo lo shock
della porta." Soffio nella sua direzione mentre mi slaccio il
fermaglio del mantello scuro. "Come ti ho detto poco fa, per tua
sfortuna, io non sono come tutti gli altri."
Il tessuto pesante
scivola a terra dalle mie spalle, rivelando una maglietta scura. E'
molto simile alla sua, anche se di miglior tessuto e fattura.
Stampato sopra c'è un secondo coniglietto assassino, che
ghigna
nella direzione di Potter con gli occhi iniettati di sangue.
Diciamo
che anche io ho avuto la mia buona dose di rifiuti e delusioni e
preferisco testare in anticipo le potenzialità dei miei
accompagnatori. Evito di ricoprirmi di sangue, quanto meno. Ma ho la
sensazione che con lui queste precauzioni saranno inutili.
"Chissà,
potremmo avere delle cose in comune, sfregiato."
Sorrido
appena al suo indirizzo quando i suoi occhi si posano sull'abito che
indosso e vedo prima sorpresa, poi una poco contenuta euforia
dipingersi sul suo viso.
È
più bello di quanto sia mai stato in tutte le altre volte
che ci
siamo visti, mentre un sorriso felice si dipinge sul suo viso e i
suoi tratti si distendono. Penso di poter vedere anche una nota di
colore farsi largo sulla pelle esangue delle sue guance.
Scuotendo
la testa per fermare questa sequela di osservazioni sciocche, prendo
posto al tavolo di legno, aspettando di vedere cosa Potter mi
proporrà come cena.
Mentre
aspetto, spero intensamente che entrare dentro questa casa non si
riveli il più grande sbaglio della mia vita.
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