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Autore: angelad    08/01/2012    8 recensioni
Kate si risveglia, ma non trova il suo uomo accanto a sè.. lo cerca, ma non lo trova.. dove sarà finito?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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 Un raggio di sole le colpì il viso svegliandola. Kate provò a tirarsi le coperte sulla testa, ma l’incantesimo si era rotto, non sarebbe più riuscita a dormire.
 


Allungò una mano dalla parte opposta del letto alla sua, ma non trovò chi stava cercando. Doveva essersi già alzato, ma il suo profumo era ovunque.

Si stirò, scostò le coperte e scese dal letto. Pensò di trovarlo in cucina, sicuramente le stava preparando la colazione: sapeva viziarla e coccolarla come nessun altro al mondo.

Kate sorrise: questa storia dei “fidanzatini segreti” le piaceva, ma incominciava a starle stretta.

Da quando Castle era rimasto intrappolato in quella banca, rischiando la vita, tutto era cambiato. Quando quel bandito aveva osato minacciare di uccidere gli ostaggi si era sentita bruciare dentro.

“Inizierò col tuo fidanzato Kate”

Il tuo fidanzato..

Era davvero così evidente ciò che provava per lei?

Quella parola le era rimasta in testa per molti giorni a venire, finchè una sera, dopo che lui l’aveva accompagnata a casa, lo aveva fatto salire e, chiusa la porta alle loro spalle, lo aveva attirato a sé e baciato con passione.

Se per tutti era il suo compagno, lo sarebbe stato ufficialmente anche per lei.

Lui, in pratica, non se n’era più andato: tutti i weekend, quando Alexis andava da Ashley e Martha usciva con i suoi colleghi, la raggiungeva nel suo appartamento e passavano il tempo uno nelle braccia dell’altro, per recuperare gli anni perduti.

Non avevano ancora reso pubblica la loro storia, ufficialmente per impedire alla Gates di buttare Castle fuori dal distretto, in realtà perché amavano questa clandestinità. Lo trovavano  eccitante. La donna, però, sapeva che non sarebbe potuto durare ancora per molto, ma non era dispiaciuta, anzi..
Non vedeva l’ora di poterne parlare con Lanie!

Andò nel bagno e si sciacquò la faccia e, mentre stava uscendo, chiamò: “Rick, tesoro! Sei in cucina?”, ma non ottenne risposta.

Giunta nel salotto capì di essere sola. Il suo appartamento era vuoto.

Le sembrò strano, non se n’era mai andato senza lasciarle almeno un biglietto. Forse era sceso a prendere il latte che lei aveva dimenticato la sera prima. Non si preoccupò immediatamente e preparò il caffè.

Passò più di un’ora, ma dell’uomo nessuna traccia.

Kate iniziò ad agitarsi, qualcosa dentro di lei le diceva che era una situazione strana. Decise di telefonargli. Cercò il suo cellulare, ma nel posto in cui lo lasciava sempre non lo trovò. Incominciò a perlustrare incessantemente ogni angolo della casa, ma sembrava sparito.

Ad un tratto lo sentì suonare. Il suono proveniva dal divano, probabilmente era rimasto incastrato sotto i cuscini.

“Grazie al cielo Rick, ce ne hai messo di tempo” pensò la giovane donna tirando un sospiro di sollievo.

Quando prese l’oggetto tra le mani, però, rimase delusa. Sul dispaly non appariva il volto del suo uomo, ma la scritta “Home”.

Rispose: “Ciao papà, scusa ti richiamo tra pochi minuti, devo fare una telefonata urgente”.

“Tesoro, aspetta, non riagganciare”.

Rimase gelata, non riusciva più a muoversi.

Quella voce..

L’aveva riconosciuta subito, ma non era possibile.

Non poteva essere vero.

Sapeva che non avrebbe mai più potuto parlare con lei.

Forse si era sbagliata, si era sognata, non l’aveva sentita davvero.

“Katie, sei ancora lì?”.

Di nuovo..

Non lo aveva immaginato..

Riuscì a sussurrare incredula: “Mamma?

Dall’altra parte del telefono sentì rispondere: “Tesoro, certo sono io. Ero preoccupata. Dovevi essere qui circa due ore fa. Non ti vedevo arrivare e iniziavo a stare in pensiero, tenevo ti fosse successo qualcosa”.

Era proprio sua madre. Dolce, amorevole, solo come Johanna Beckett sapeva essere.

“Dovevo essere lì?” balbettò Kate.

La donna rise: “Katie, non puoi esserti dimenticata il nostro tradizionale pranzo di inizio estate nella
nostra casa in montagna! Tuo padre si offenderà a morte. Avanti, prendi la macchina e raggiungici. A dopo, ti voglio bene” e la comunicazione fu interrotta.

Kate dovette sedersi, era sconvolta. Si pizzicò la pelle per essere sicura di essere cosciente.

Aveva parlato con sua madre, era viva..

Doveva assolutamente raccontarlo a Rick. Cercò il suo numero sulla rubrica, ma non lo trovò.

Maledetto telefono, non era la prima volta che le cancellava i numeri.

Ricordandolo a memoria lo digitò sulla tastiera ed inoltrò la chiamata. Una voce metallica rispose: “Il numero selezionato è inesistente”.

Provò col suo numero di casa con lo stesso risultato.

Turbata, tentò  più volte con entrambi i numeri, ma ottenne sempre la medesima risposta.

Ora era veramente nel panico. Si infilò un paio di jeans ed una maglietta, chiuse la porta di casa in tutta fretta e si mise al volante verso casa di Castle.

Salì con l’ascensore fino al giusto piano. Il corridoio era deserto, non sentiva nessun rumore.

Suonò il campanello, nessuno venne ad aprirle. Riprovò una seconda, una terza e una quarta volta.
Niente.

Mentre stava per spingere il tasto per l’ennesima volta, una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione: “Cerca qualcuno signora? Posso aiutarla”. Un uomo con indosso una divisa stava avanzando verso di lei.

“Si sto cercando il sig. Richard Castle, abita qui. Sono un’amica”. Rimase sulla difensiva. Era stata molte volte a casa di Castle e conosceva benissimo sia il portiere sia gli addetti alla sicurezza di quel palazzo. L’uomo di fronte a lei non era nessuno di questi.

“Mi dispiace darle una brutta notizia signora, qui non ha mai vissuto nessun Richard Castle. Questo appartamento è vuoto da anni, nessuno ha mai più abitato qui dopo la morte improvvisa dell’ultimo proprietario. Qualcuno deve averle dato un’informazione sbagliata. Sono davvero spiacente. Anzi se vuole posso farle vedere l’alloggio, magari è interessata a comprarlo” ed aprì la porta prima che Kate potesse protestare.

All’interno tutto cadeva a pezzi, si poteva vedere senza alcun ombra di dubbio  che era disabitato da molto tempo. L’uomo non le aveva mentito. La donna, però, non riuscì ad oltrepassare la soglia, non stava capendo più niente.

Farfugliò qualche scusa con l’uomo e si affrettò ad uscire in strada, aveva bisogno di aria.

Si infilò nel primo vicolo che trovò, appoggiò la schiena contro un freddo muro e chiuse gli occhi, passandosi le mani tra i capelli.

Mille pensieri le offuscavano la mente.

Sua madre era viva, aveva chiacchierato con lei.

Rick, invece, sembrava sparito dal mondo. La città lo aveva inglobato dentro di sé senza lasciare alcuna traccia.

Come era possibile?

Cosa diavolo stava succedendo alla sua vita?
 
 
 
Angolo mio
Ecco la mia seconda long…
Inizio col dire che questa è molto particolare, nata in maniera strana (questo primo capitolo me lo sono sognato). La sto ancora sviluppando, ma ho le idee molto chiare per quanto riguarda il finale.. il centro della storia mi appare ancora un po’ confuso, ma sono dettagli, spero di essere illuminata dall’ispirazione.
So che apparentemente il titolo non c’entra nulla, ma abbiate pazienza, il mistero verrà chiarito dopo. Se qualcuno conosce la leggenda dell’araba fenice, può farsi un’idea..
Ci tengo a dirvi che il buon Rick non è sparito, ma tornerà nel prox capitolo!!
Ditemi le vostre impressioni, sia in positivo sia in negativo! Grazie Anna

  
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