Audio Track 05
Domenica
14 novembre, Casa Jaegerjaques ore 09.00
Grimmjow aveva appena finito di
prepararsi, voleva sul andare a trovare il vocalist e soprattutto desiderava
lasciargli quel cd, ma una parte di lui sentiva che
quello non era ne il momento ne il modo giusto per far conoscere all'altro i
suoi sentimenti. Avvertiva uno strano timore, quello che Ichigo l’avrebbe
respinto e odiato ancora di più se avesse saputo quello che provava. Voleva
vincere quella paura, forse l'unica soluzione era proprio andare in ospedale e
aprire il suo cuore, probabilmente non sarebbe stato neanche così terrificante
e difficile.
La madre di Grimmjow
si trovava in cucina intenta a decidere cosa preparare per quella fredda
giornata di novembre. Aveva visto al telegiornale locale cos'era successo a
Ichigo. Sapeva quello che il figlio provava per il ragazzo, era bastato vedere
soltanto il modo in cui lo guardava, gli occhi gli brillavano in un modo che
non aveva visto e dal modo in un cui era certo l’osservare riusciva ad
intravedere che per lui il vocalist era il più bello del pianeta.
Aveva sbagliato a
trattarlo in quel modo, non sapendo nemmeno dove fosse stato, ma il fatto di
non averlo visto tornare l’aveva fatta preoccupare mentre lui l’aveva
accompagnato in ospedale. Doveva essere stata dura per lui, voleva fare
qualcosa per aiutarlo a sentirsi meglio, anche se forse non sarebbe stato
sufficiente.
Decise di preparare
lo Shabu Shabu*, ricordandosi che quando era piccolo
andava davvero matto per quel piatto e i ricordi di quanto lui l’aiutava a
cucinare, le tornarono tutti a mente, anche se alla fine combinava solo
pasticci, facendo cadere terra gli ingredienti o rompendo piatti e utensili.
I bambini crescevano
così tanto, fino a qualche anno fa le sembrava così piccolo e indifeso, mentre
ora era quasi un giovane uomo.
Avrebbe preferito che
il figlio non soffrisse tanto, era stato troppo doloroso per lei quando il suo
ragazzo sparì dalla sua vita da un giorno all'altro, quindi un po' capiva
quello che sentiva.
Lei non aveva avuto
nessuno per superare il suo sconforto,
ma voleva far capire a Grimmjow di esserci sempre per lui.
La donna guardò il
grande orologio in cucina, era ancora presto per l’ora di pranzo, ma non
riusciva a restarsene con le mani in mano, indossò il grembiule, acconciandosi
i lunghi capelli castani in una coda, in modo che non fossero d'intralcio.
Adorava cucinare per gli altri, aveva sempre amato che le persone mangiavano
cose che lei aveva preparato con affetto.
Avrebbe tanto voluto
avere un ristorante tutto suo, almeno questo era il suo sogno che non poté
realizzare visto l'arrivo del figlio, ma anche il solo cucinare per lui le era sufficiente.
Domenica
14 novembre, Clinica Kurokawa ore 09.00
Da quante ore era
sveglio? Non sapeva dirlo con certezza,
un’infermiera già verso le sette era andata a misurare la pressione e la
temperatura, ma lui sapeva di aver già aperto gli occhi da più di mezzora
prima.
Subito la visita dopo
aveva dovuto fare anche delle nuove analisi al sangue e un elettrocardiogramma,
erano i soliti controlli che faceva ogni volti che andava in visita alla
clinica, circa una o due volte a mese, a volte restava anche per più giorni
come stava succedendo in quel momento.
Era nella sua stanza
con lo sguardo rivolto vicino alla finestra, la sua stanza si affacciava vicino
l'entrata principale. Non avendo nulla da fare, osservava i passati entrare e
uscire, era noioso da morire avrebbe voluto poter cantare, ma il Sensei
gliel’aveva proibito, visto la sua situazione critica, doveva restare
assolutamente a riposo, lo capiva ma nonostante tutto odiava il fatto di non
poter fare l’unica cosa che realmente amava.
Riprese in mano il
foglio cercando di esaminare attentamente la scrittura ma non riusciva a riconoscerla,
non sembrava di nessuna sua conoscenza. Cercò d'immaginare la ragazza che
aspetto potesse avere, la forma dei suoi occhi e colore, così come il taglio
dei capelli, il fisico, l'altezza, e sopratutto il suo nome. Una bella e dolce
fanciulla sui diciassette anni, con un caschetto castano e una voce leggera e
graziosa. Almeno quello che aveva immaginato nella sua mente ma non aveva la
minima idea che quello in realtà fosse di Grimmjow.
Ichigo incominciò ad
avvertire dei passi fuori alla stanza avvicinarsi sempre di più alla porta,
erano senza dubbio quelli di due persone. Forse erano due infermiere per
sottoporlo ad altre visite.
“Posso entrare?”
disse una voce maschile, era quella di Kurokawa.
“Faccia pure,
Sensei.”
L'uomo aprì la porta
entrando lentamente con un'espressione preoccupata, Ichigo notando capì che
l'uomo non portava belle notizie.
Assieme a lui c'era
quella che sembrava un’infermiera che non aveva mai visto prima, almeno
nell'edificio, era certa di averla intravista qualche volta al KarakuraMoster
durante i suoi live.
“Ohayo Gozaimasu*.”
disse Kurokawa “Come ti senti Kurosaki-kun?”
“Va un po’ meglio.”
rispose Ichigo
“I valori si sono
normalizzati un po'. Se resterai un altro po' sotto controllo credo che la
situazione possa stabilizzarsi.”
“Quanti giorni dovrò
restare?” chiese il ragazzo
“Circa una settimana,
se starai bene potrai anche tornare a casa, ma…”
Quel ma non lo
convinceva affatto, sentiva che Kurokawa stava per dire qualcosa, ormai
conosceva bene quel tono dell'uomo, lo usava spesso sopratutto quando doveva
dire qualcosa di negativo sul suo stato di salute.
“È molto grave sensei?”
“Non proprio… Kurosaki-kun tu sai benissimo che per risolvere il
tuo problema occorre un trapianto… Se non lo troviamo
al più presto… per te…”
“…Capisco.”
“Kurosaki-kun…
vuoi sottoporti a questo intervento?”
“…non
lo so… posso pensarci un po' su?”
“Ne hai tutto il
diritto, ma fammi sapere al più presto la tua decisione.”
“Ok .”
“. Sayonara* Kurosaki-kun,.” disse
rivolgendosi al ragazzo Shirayama-kun* andiamo.”
“Certo…
certo Sensei.” disse timidamente la ragazza seguendo l'uomo.
Ichigo osservò i due
allontanarsi, era più che certo quella ragazza frequentava quel locale, a
occhio e croce doveva avere sui ventitre anni.
Aveva un corpo
minuto, dove essere alta intorno sul 1,40 centimetri in meno, portava i capelli
con un caschetto frangiato di colore castano scuro, non intravide il colore
degli occhi visto che tenne sempre lo sguardo abbassato. Addosso indossava un
camice simile a quello di Kurokawa.
Di sicuro doveva
essere stata assunta da poco tempo, non l'aveva mai vista prima, ora che ci
pensava l’assistente di Kurokawa era partita per il viaggio di nozze, forse lei
era la sua sostituta, ma non ne poteva essere certo e non gli importava molto,
però incominciò a pensare che potesse essere proprio lei la ragazza del
messaggio.
Domenica
14 novembre, Casa Jaegerjaques ore 13:30
Grimmjow anche se era pronto da
diverse ore, non era ancora andato alla clinica, aveva deciso che prima di
andarci avrebbe preso l'auto dal meccanico visto che l’aveva informato che
fosse pronta, in quel modo così avrebbe raggiunto in meno tempo il luogo dove
si trovava Ichigo.
Il pranzo era pronto da poco, il
ragazzo era sceso dalla sua camera andando a mangiare solo per non far
preoccupare la madre, perché il suo stomaco proprio non voleva nulla.
La donna appena lo vide scendere
guardando l'espressione del figlio avvertì una terribile fitta al petto,
riusciva ad intravedere la disperazione che sentiva dentro, tutto il dolore che
provava sapendo delle condizioni di salute del ragazzo del quale era
innamorato.
“Grimmjow…”
“Che c’è?” chiese il figlio prendendo le bacchette e
iniziando a mangiare controvoglia.
Fra di loro si creò una strana
tensione, Grimmjow mangiava senza parlare, non voleva far lasciare intravedere
quello che provava, sentiva che nessuno compreso sua madre potesse comprenderlo.
“Grimmjow, c’è qualcosa che vuoi
dirmi?”
“Non mi va di parlare.” disse
bruscamente il figlio.
“Con me puoi sfogarti.”
“Non
puoi capire…”
“Non posso capire? Credi che io
non riesca a capirti? Ti ho cresciuto per tutto questi anni, pensi che non
riesca a capire mio figliò?” S’infuriò la donna alzando la voce.
“…Tu
non sai un bel niente di quello che mi succede!” disse il figlio facendo lo
stesso.
“Sono tua madre, ti
ho cresciuto! E so benissimo quello che stai provando adesso! Stai soffrendo
per Ichigo-kun vero?”
Grimmjow stava per
allontanarsi ma appena sentì dalla madre pronunciare il suo nome non poté
andarsene. Sua madre era a conoscenza
del ricovero di Ichigo? E sopratutto come faceva a sapere che lui stava
soffrendo? Come poteva esserne a conoscenza?
“Come…
come lo sai?” fece lui.
“Ho subito capito che
provavi qualcosa per lui, mi è bastato vedere lo sguardo che assumi quando lo incontri…”
“Quindi lo sapevi?”
“Sì.”
“… ti faccio schifo?”
chiese il ragazzo rivolto alla madre.
La donna rimase
scioccata e una rabbia incominciò a ribollirle dentro, come poteva farle quella
domanda? Come poteva sua figlio,sangue del suo sangue, pensare quelle cose solo
perché lui amava un ragazzo? La cosa non l’aveva mai infastidita. Lui poteva
innamorarsi di chi voleva, l’unica cosa che desidera in fondo è che i suoi
sentimenti non fossero dolorosi come lo erano stati i suoi.
“Sono tua madre
Grimmjow, credi che potrei disprezzarti solo per questo?”
“Ci sono molti
genitori che cacciano via i loro figli per questo.”
“Baka*!”
Disse la donna dando un pugno sulla testa del cantante. “Ora non mi va di
discutere su questa cretinata. Non vuoi dirmi quello che è successo ieri?
“Kurokawa-Sensei mi ha parlato del suo stato di salute…
ha detto che la sua è una situazione gravissima, solo un trapianto potrebbe risolverlo… altrimenti fra qualche mese potrebbe anche…” Non riuscì a dire l’ultima parola, immaginare la
vita senza Ichigo era terribilmente doloroso.
“Grimmjow…”
“Okaa-san
scusa, ma voglio restare un po’ da solo.”
“…Grimmjow!”
disse la madre abbracciando il figlio. “Ti voglio bene!”
Sentiva di
doverglielo dire, doveva sapere che famiglia esisteva per confortare e lei era
pronta ad aiutare il suo bambino.
“Anche io Okaa-san.” disse il cantante uscendo dalla cucina.
La donna vedendo il
figlio andare via, appena richiuse la porta scoppiò a piangere, come fece anche
quando suo padre la lasciò.
“Perché sta succedendo questo? Volevo che fosse felice. Ti prego
fa che vada tutto bene, lui non merita di soffrire in questo modo.”
*Buon
Giorno
* Arrivederci
* si scrive 白山(bianco+montagna) non so se questo cognome esista in Giappone
Il suo nome è Yuki, ゆき
*Stupido
*Shabu shabu è una variante giapponese di un piatto cinese http://it.wikipedia.org/wiki/Shabu_shabu
NOTE
Avendo diverso materiale a diposizione ho deciso di aggiornare questa storia, non ricordo esattamente quando ho scritto originalmente questo capitolo ma l’ho modificato un po’ e cercato di correggere degli errori, non so se li abbia visti tutti..