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Autore: Equilibrista    09/01/2012    2 recensioni
[titolo vecchio della storia "tra sogno e realtà"]
Emma è un adolescente di 17 anni che ha sempre vissuto una vita tranquilla fatta di sogni e realtà.
A scoinvolgerle la vita, sono due ragazzi: il rispettivo ragazzo della sua prima cotta, che dopo un anno vissuta per lui in anonimato, incomincia a notarla ed il nuovo ragazzo di 4A scientifico, provolone Don Giovanni bello e affascinante che non passa di certo inosservato...un fulmine a ciel sereno per Emma!
La storia si snoderà tra decisioni ed indecisioni, pianti, risate e momenti di passione...Chi sceglierà tra i due Emma? Chi riuscirà a rubargli il suo cuore?
Dal capitolo 7
"-Ciao Emma.- mi girai e vidi lui, il centro della mia confusione, Andrea. E poi, vidi lui, l'altro centro della mia confusione, Francesco.
Merda!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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N.B. leggete BENE le note in fondo alla pagina, mi raccomando! GRAZIE

4.L'apparenza inganna!
 


Entrai in classe con il sorriso stampato sul volto.
-mi pare che qualcuno ha passato un buon intervallo- mi disse Sofia maliziosamente.
-smettila! Ah Grazie Sofi!-
- e di che?-
-per avermi fatto conoscere Andrea è davvero carino...!-
-mi fa piacere, sapevo che mi avresti ringraziato...-
Ridemmo entrambe, finendo la risata con un abbraccio.
-SILENZIO! Ragazzi ricomponetevi e rimettetevi ai vostri posti.-
La voce della professoressa di italiano ci fece tacere immediatamente e ricomporre, metteva molta soggezione...
-ragazzi, fuori il libri, riprendiamo da dove ci eravamo interrotti.-
Due ore ed avrei rincontrato Andrea. Ed ecco l'agitazione incominciava a bussare alla porta.
Furono due interminabili ore dedicate alla poesia.
Ero davvero stanca, quelle due ore mi avevano buttato a terra.
Finalmente, la campanella suonò e trovai Andrea ad aspettarmi in fondo alle scale con una sigaretta in bocca.
-ciao...-
- ciao Andrea.- dissi tossicchiando, ecco l'effetto che il fumo ha su di me.
-scusa, ti da fastidio?- mi chiese Andrea.
-no, no solo una tosse improvvisa- dissi accennando ad un sorriso.
- sicura?-
-si, si tranquillo!-
-va bene come vuoi tu...- mi disse con un lieve sorriso.
Nel tragitto verso casa, parlammo di svariate cose, scoprendo che nutrivamo la stessa passione per la musica, lui suonava la batteria ed io la chitarra.
La passione per la chitarra,l'ho ereditata da mia madre Giorgia, in quanto,  donna un po' hippie.
Ho imparato a fare i primi accordi all'età di cinque anni e da li ho continuato a suonare la chitarra, diventando sempre più brava.
 
Tra una chiacchera e l'altra arrivammo davanti alla mia porta di casa
Ci salutammo. Andrea andò verso casa sua, mentre io solcai la porta di casa mia. Marco non c'era, probabilmente era al lavoro.
Lavorava presso un negozio di computer, li riparava, non lo pagavano molto, ma i soldi che gli davano gli bastavano per mantenersi in vestiario o altro, dal momento che viveva ancora con me e i miei genitori,  ma soprattutto voleva  risparmiare i soldi per comprare una nuova auto e un giorno, comprarsi un casa.
È quello che gli piaceva fare, quindi non si lamentava quasi mai a meno che  gli capitava qualche presuntuoso e impaziente cliente.
 
- ciao tesoro, sbrigati, altrimenti si fredda la pasta!-
-ARRIVO!- urlai dal bagno mentre mi lavavo le mani-eccomi mamma!-
-come è andata a scuola?-
-bene...- direi molto bene!
Non avrei mai immaginato che subito dopo avere conosciuto Andrea,  mi avrebbe parlato così apertamente e sinceramente non pensavo che  mi avrebbe mai  parlato, oppure,  non sarebbe andato oltre un ''ciao''.
Se questo era un sogno, non volevo più svegliarmi.
 
 Il pomeriggio passò velocemente, tra i libri e i quaderni.
Marco era ritornato per la cena, in questo periodo lavorava veramente molto e le mie possibilità di vederlo erano diminuite.
Cenammo tutti insieme, mio padre parlò delle lezioni che aveva tenuto al suo liceo, Liceo Sarpi.
Cavolo, gia dovevo subirmi le lezioni a scuola e in più dovevo assorbirmi tutta la lezione che mio padre teneva  ai suoi allievi. Non che la filosofia non mi interessasse, ma sostenere due lezioni in un giorno era troppo per me!
Con una scusa mi defilai da quel che era diventata una vera e propria scuola di filosofia e mi rifugiai nella mia piccola oasi di pace e tranquillità.
Si,  come no, un toc toc, mi risvegliò dalla possibile pace che a quanto pare, non riuscivo  trovare.
-Sono Marco, posso entrare?- disse aprendo la porta tanto quanto bastava per ficcarci il naso.
- Marco, sei già entrato...- gli dissi, mentre lui con un ghigno beffardo entrava nella mia stanza.
- ti ho vista più sorridente oggi, che ti  successo?- mi disse avvicinandosi a me con uno sguardo curioso, troppo curioso per i miei gusti...
-Marco, la tua curiosità non ha limiti...-
-e dai, non fare tanto la preziosa, cosa che non sei...-
-mmmm, che palle! Ti basta sentirti dire che ho conosciuto Andrea, ci ho parlato e sono venuta a casa con lui, dal momento che abita nella via dopo la nostra?-
-no, DAVVERO? Ma è grandioso, finalmente Emma!- mi disse con un sorriso immenso sulla bocca.- ma non pensavo che perfino ti avrebbe accompagnata a casa, solo al primo incontro!-
- si be, in effetti non ci credevo nemmeno io, però a quanto pare esistono ancora ragazzi così...-
- io ne conosco un altro- mi disse con un altro dei suoi insopportabili ghigni...
-ah si? Sarebbe?...-
-be...dovresti conoscerlo... è un certo Marco, non ti viene in mente nulla?- mi disse inarcando un sopracciglio.
- sinceramente... NO!- risposi, stando al gioco.
-ma si, dai, è alto, muscoloso, capelli neri, occhi verdi, bello e impossibile... non puoi conoscerlo, tutto le ragazze gli cadono ai suoi piedi...- mi disse ghignando per l'ennesima volta.
-ahahahaha, ma fammi il piacere!- gli dissi con una risata da beffo, dandogli una spinta per incalzarlo ad andarsene- ascolta, questo ragazzo te lo sei sognato, quindi fammi il favore di andartene tu e il tuo spirito da bipede che ti ritrovi...-
-che?...- mi guardò con aria confusa misto ad un riso malefico- e comunque pensaci bene perchè quel ragazzo lo conosci meglio di quanto tu credi...-
- si, Marco, ciao...- gli dissi accompagnandolo, se così si può definire, alla porta chiudendolo fuori dalla mia presupposta "oasi di pace"...
Era un burlone, non se la tirava tanto, ma ecco, sapeva di essere un bel ragazzo...
Caddi di peso sul letto, con tanto di sonoro sbuffo.
Quando...
-sicura di non conoscerlo?-  sbucò dalla porta mio fratello facendomi sobbalzare.
-MARCO!-gli urlai contro, lanciandogli il primo pupazzo capitato sotto tiro.
Quando voleva ce la metteva tutta per farmi esasperare!
 
Mi lavai e mi misi nel mio caldo letto.
Chiusi gli occhi ed un istante dopo ero gia addormentata...
 
Mi risvegliai meno spossata  di ieri, chissà se oggi Andrea mi avrebbe parlato?
Meglio non pronunciarsi prima del dovuto, perchè si sa, i maschi sono una strana specie...
Indossai i soliti jeans a sigaretta maglietta e felpa.
Mi truccai un po' ed ero pronta per uscire.
Varcai la soglia di casa e mi incamminai verso scuola, ripassando mentalmente l'argomento di storia per l'interrogazione.
Speravo di incontrare Andrea, ma mi sbagliavo, per strada non lo vidi, quindi forse l'avrei visto a scuola, ma probabilmente non mi avrebbe nemmeno parlato.
Comunque, tutti i dubbi, li avrei risolti una volta entrata a scuola.
Raggiunsi Caterina e Sofia, ed entrammo insieme nell'aula.
Di Andrea, non c'era traccia, magari si era sentito male...
Comunque sia, le lezioni incominciarono e come da solita sfigata, fui interrogata in storia.
Me la cavai con un 7, mi accontentavo benissimo anche di quello, anche perchè, con la Brosio, era bello se prendevi un sei, in quanto bassissima con i voti.
Per scaricare tutta la tensione che mi si era accumulata in quell'ora di interrogatorio, andai alle macchinette per prendere un caffè.
Mi voltai un secondo e in quel secondo, la scena che mi si presentò davanti agli occhi, non era delle più entusiasmanti: Andrea si stava baciando con una rossa fuoco, che poteva fare invidia alla Ferrari.
Bassina e perfino un po' grassottella, non era una su cui potevi permetterti di dire '' wow è proprio uno schianto'' anzi!
Rimasi un attimo atterrita di fronte a quella scena.
Fino a ieri mi aveva detto che lui NON aveva ragazze!
Bene, questa è la dimostrazione che gli uomini sono TUTTI e dico TUTTI uguali, pensavo di averne trovato una diverso e invece, me lo ritrovo incollato ad una nanetta?
Questa era veramente grossa, e tutto quel discorso sulle "tettone e culone senza cervello " dove era andato a finire?
Sta di fatto, che bevvi tutto ad un sorso il caffè ancora bollente.
Male, molto male!
La gola incominciò a bruciare ed io incominciai a tossire come in punto di morte piegata in due, dalla serie "aiuto, sto per soffocare".
Penso che biancaneve e l'ottava nana, sentirono i miei ultimi colpi di vita, perchè si scollarono e si voltarono verso di me.
Che pessima figura di merda!
Corsi in bagno a bere un po' d'acqua, per fermare la tosse e spegnere le fiamme che mi si erano formate in gola. Ero quasi sul punto di chiamare il 115, ma me la cavai con un po' d'acqua...
Presi un enorme respiro, ed uscii dal bagno pronta per andare in classe. Ma la sfiga quel giorno era con me.
-Emma! - oh cavolo, Andrea!
-ciao Andrea!- fredda, molto fredda, Glaciale!
-tutto bene? Sembravi in fin di morte prima- mi chiese in modo serio, anche se vedevo che rideva sotto i baffi, la scena doveva essere stata molto buffa.
-si, si, tu piuttosto, tutto bene con  la na...quella ragazza?- gli chiesi con uno sguardo che doveva assomigliare a quello di un serial killer, misto ad un falso, falsissimo sorriso.
Doveva aver capito che ero parecchio come dire, incazzata?  Perchè sbiancò.
Tutto ad un tratto biancaneve, sembrava il becchino del paese.
Anzi il nome Biancaneve gli si addiceva in tutti i sensi.
-scusa, non te l'ho detto ma è solo una scappatella, sai così...-
-così cosa? Per divertirsi? Dillo Andrea, per divertirsi. Ma allora ho sbagliato persona... non eri tu che IERI mi avevi detto che il sesso non si faceva per gioco ma per amore? Guarda, lascia perdere, credevo fossi un'altra persona Andrea, evidentemente mi sbagliavo, ed ora scusa ma ho da fare.- e con questo me ne andai furiosa.
Andrea rimase li imbambolato, incapace di batter ciglio.
Prima di aprire la porta della classe, presi un grosso respiro ed entrai.
-Caressi, alla buon ora!- il profe di matematica, il professor Spina, aveva notato il mio ritardo alla lezione.
-mi scusi professore, ho avuto un contrattempo...- risposi io, voltandomi verso le mie amiche che mi stavano lanciando un'occhiata interrogativa.
-Caressi, io non ammetto scuse, ora tu te ne vai di fuori, e la mia ora la recupererai tramite i tuoi compagni, la prossima volta i problemi li lasci fuori dalla scuola.-
Con tutta la rabbia che avevo accumulato, presi e me ne andai fuori dalla classe sbattendo la porta in un modo talmente violento, che pensai " o merda è rotta ". per fortuna, almeno questo danno lo schivai.
Camminai velocemente, con le lacrime che mi pungevano gli occhi e che non riuscii a trattenere.
Mi stavo dirigendo in bagno, quando una mano mi bloccò per il polso... 





NOTE

ciao ragazze!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
innanzitutto, lo so, sono stata un po' stronza, lo ammetto a lasciare il finale così in sospeso, ma c'e una sorta di sorpresina:)
allora voglio (chi vuole, naturalmente!) che lasciate una recensione, su chi afferra per il polso Emma...
potrebbe essere Andrea, Sofia o Caterina, un suo ex ragazzo o una sua vecchia cotta, oppure il professore Spina, non lo so, scegliete voi colui/colei che secondo voi afferra per il polso Emma.
chi indovinerà, gli farò pubblicità della sua storia nel prossimo capitolo che metterò in "Tra sogno e realtà".
AVETE CAPITO TUTTO?
diciamo che è anche per rendere più partecipe il pubblico:)
Vi ricordo che ho aperto un Blog e una pagina facebook.
il blog lo trovate cliccando QUI
la pagina facebook cliccate QUI
mi farebbe molto piacere.
per eventuali informazioni su questa specie di "concorsino" andate sul blog o sulla pagina facebook.
QUESTO CAPITOLO è BEN COMMENTATO NEL BLOG! DATECI UN OCCHIATA DAVVERO PERCHè DEVO SPIEGARE ALCUNE COSE GRAZIE!
sperando in vostre future iscrizioni alle mia pegine, vi mando un bacio!
GAIA!
  Ho ancora la forza... - Ultimo capitolo
Salve, questa è la prima storia che ho scritto, e ho il piacere di condividerla con voi. E' la storia di Emma, una giovane giornalista e Leonard, frontman di una rockband di successo. Il destino li farà incontrare nell'assolata ma inaspettatamente piovosa L.A. Toccherà però ad Emma decidere se continuare a crogiolarsi in un'amara delusione, o sfruttare l'opportunità che le si presenterà. E' una storia d'amore, non melensa e a tratti anche drammatica. Vi lascio un frammento della storia e intanto a chi si appresta a leggere auguro una buona lettura!
"Quella notte in cui diventammo un’unica cosa, io lo conobbi realmente, e riconobbi me, nei suoi abbracci, nei suoi respiri affannati, nelle nostre fronti madide di sudore. Mi riconobbi e mi sentii bella, desiderabile, anche da chi credevo irraggiungibile. Mi riconobbi e senza inciampare, trovai il mio posto nel mondo."
[ Autore: viandante90 ] [ Rating: Giallo ] [ Genere: Drammatico, Romantico ] [ Capitoli: 8 ]  
[ Pubblicata: 11/12/11 ] [ Aggiornata: 11/01/12 ] [ Note: Nessuna ] [ In corso ]
[ Categoria: Storie originali > Romantico ] [ Leggi le 4 recensioni ]
 
   
 
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