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Autore: livvaable    09/01/2012    1 recensioni
Poi c’era lei, la Better Living Industries
‘Sei stanco dei soliti sentimenti? Con le nuove pillole Bl/ind potrai finalmente eliminarli, niente più rabbia, niente più gioia, allegria, noia, niente più amore.
Ti sei ricordato di prendere le tue pillole?’
California del 2019, solita storia...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premettendo che è la prima cosa che ho il coraggio di pubblicare e questo capitolo è terribilmente corto, non ho pretese xD
Ma almeno un piiiiiccolo commentino lo accetto, eh!! ^^
Critiche costruttive!! (Y)

I've got the answer

 

Frank si guardò attorno, il suo appartamento, completamente bianco a Battery City, la sua routine, sempre più difficile da sostenere…
svegliati, prendi le pillole, lavora, prendi le pillole, mangia, lavora, prendi le pillole, vai a letto…
Per lui che prima dell’esplosione del 2015 era considerato dai suoi compagni il ribelle, quello che non sopportava le regole, allora dalla sua aveva la libertà. Allora suonava la chitarra e sognava di formare un gruppo e diventare famoso, avere molti fan e diventare un’ispirazione per loro. Niente lo fermava, sapeva trattare con le persone, le condizionava e otteneva sempre quel che voleva. La sua vita scorreva come quella di un normale adolescente.
Poi successe tutto così in fretta, il cielo si fece grigio plumbeo, la gente che correva, il boato, le urla dei familiari, dei suoi amici, tanta luce, moltissima luce, accecante.
Poi più niente.
Si era risvegliato abbagliato dal candore delle pareti della sua stanza d’ospedale, con suo sgomento vide tutte le persone vestite uguali, di quel bianco spento, vuoto.
Nessuno aveva prestato attenzione alle sue urla quando il medico gli aveva detto dei suoi familiari, tutti morti. Il cielo perennemente grigio, sempre nuvoloso, si sapeva che erano sotto una cupola di vetro, così i raggi elettromagnetici dell’esplosione non avrebbero danneggiato i computer, ma la verità era ben un’altra e Frank l’aveva capita fin da subito, nessuno doveva uscire. Non si aveva molta scelta se si era un quindicenne orfano a Battery City, lo avevano iscritto a scuola, una scuola bianca, una scuola triste, deprimente, non c’era arte, non c’era musica, non c’era un bel niente, ti piazzavano davanti a uno schermo che parlava, parlava, parlava. Ti fotteva la mente ecco cosa faceva.
Poi c’era lei, la Better Living Industries
‘Sei stanco dei soliti sentimenti? Con le nuove pillole Bl/ind potrai finalmente eliminarli, niente più rabbia, niente più gioia, allegria, noia, niente più amore. Ti sei ricordato di prendere le tue pillole?’
Quella maledetta industria produceva qualsiasi bene necessario, non c’era via di scampo, alla fine eri solamente un individuo esattamente uguale agli altri, esattamente inutile come loro. Almeno col nome ci avevano azzeccato, Blind, si perché quelle medicine ti rendevano cieco, ti rendevano apatico, inumano. Erano tutti chiusi nella loro bolla di felicità, ma come è noto tutte le bolle sono destinate a scoppiare.
Il primo attentato fu nel 2017 un gruppo di ribelli di Battery City aveva organizzato un attacco al reparto S/C/A/R/E/C/R/O/W della Better Living, il reparto centrale, dove erano raccolte tutte le informazioni sulla popolazione, facendolo saltare in aria. Erano solo in tre e avevano messo in seria difficoltà il sistema, avrebbe voluto incontrare l’ideatore di quel piano, avrebbero fatto grandi cose insieme. Erano riusciti anche a scappare, ad uscire fuori dalla cupola, Frank a malapena si ricordava che sensazione si provasse a respirare dell’aria fresca, i colori del paesaggio, i suoni. Ben prestò però dimenticò anche quelli, come la popolazione si dimenticò di quell’attacco isolato che Korse aveva cercato di soffocare nel bianco.
La routine si susseguiva identica, ogni giorno. Ormai erano quattro anni che c’era dentro. Era un comunissimo 26 giugno, che l’anno fosse il 2019 poco importava, Frank amava passeggiare nella zona periferica di Battery City, soprattutto dopo che non aveva “accidentalmente” preso le pillole, lo faceva sentire ancora un po’ vivo. In quella zona il cielo assumeva delle sfumature rossastre, attorno al confine della barriera c’era della sabbia ocra.
All’improvviso un’esplosione lo fece sobbalzare, si guardò intorno per trovare la causa di quel frastuono, tra il fumo e la polvere vide uno squarcio nella cupola, le sirene d’allarme iniziarono a suonare, draculoidi che correvano, poi li vide, i famosi ribelli di cui tanto dovevano diffidare, erano soltanto una bambina e un ragazzo. Correvano come matti verso quella speranza, come se da quei cento metri dipendesse la loro vita. Non stavano bene a Battery City? I due giovani sparavano con le loro pistole laser quanti più colpi potevano alle loro spalle, colpendo alcuni draculoidi. Che spreco.
Un draculoide colpì di striscio il ragazzo che cadde a terra, la bambina con dei capelli ricci improbabili si fermò cercando di aiutare l’amico a rialzarsi, mentre lui le gridava di continuare a correre. Frank era a una decina di metri da loro, poteva sentire le parole di scusa della bimba, che poi riprese a correre piangendo, infilandosi nella crepa per uscire all’aria aperta, continuando a correre. Intanto il ragazzo si lamentava a terra, i Draculoidi stavano arrivando.
Una ventata d’aria fresca lo investì, respirò a pieni polmoni quell’ossigeno così agognato dal ragazzo steso sull’asfalto.
Caro Frank, cosa fare adesso? Aiutare quel traditore a scappare e venire automaticamente incarcerato o  piuttosto starsene fermo lì a godersi la scena dell’arresto e forse esecuzione di un ragazzo che sogna la libertà? Si sentivano i passi di corsa dei draculoidi alle spalle, il ragazzo lo fissò implorante, con la faccia impolverata, il suo sogno barcollare e infrangersi nei suoi occhi.
Successe tutto in fretta, Frank cinse il petto del ragazzo e lo portò fino alla breccia che lo separavano dall’esterno, il più giovane strisciò attraverso la fessura nel vetro, un colpo venne sparato dai draculoidi che centrò in piena schiena Frank che cadde in ginocchio senza mai staccare gli occhi da quelli neri e profondi del ragazzo.
- Grazie, non lo dimenticherò.
Non l’avrebbe dimenticato, senza sapere il motivo Frank si aggrappò a quella promessa, l’ultima cosa che vide fu il ragazzo correre nel deserto verso la sua libertà.

  
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