Questa
volta sono stata più veloce spero siate contenti chiedo
ancora scusa per il ritardo vi lascio questo capitolo che spero vi
invogli a continuare a seguire la storia... volevo ringraziare Fior
di loto che di recente ha recensito tutti i capitoli
spronandomi a scrivere Grazie *_*
Buona lettura
Nami
crollò improvvisamente sul suolo
stringendosi forte il petto senza riuscire a trattenere le grida di
dolore.
-Nami
che hai?! COSA LE HAI FATTO
DANNATO?! CHI SEI!- gli urlò rabbioso Rufy
-le
sto solo ricordando che non può
andarsene da qui!-
-che
diavolo stai dicendo!! Lei verrà via
con noi CHIARO?!-
In
tanto le urla di Nami erano finite, i
suoi occhi erano incoscienti, nonostante lei fosse sveglia, sembrava
essere
entrata in trans.
-vieni-
disse Rubbis rivolgendosi a Nami
che senza battere ciglio si alzò dirigendosi verso il re.
-Nami
dove vai?!- chiese Rufy incredulo.
-come
vedi lei non ha alcuna intenzione
di venire vi con voi- disse Rubbis ridendo.
-Rufy
deve essere sotto qualche strano
maleficio, guarda i suoi occhi- bisbigliò Robin.
-NAMI
SVEGLIATI FORZA!- le urlò Rufy
disperato
-ancora
no hai capito?! È mia ormai, non
ti seguirà più, non ascolterà nessuno
di voi!-
-COSA
LE HAI FATTO MALEDETTO- la voce di
Zoro proveniente dall’alto delle mura attirò
l’attenzione dei presenti che si
girarono incuriositi verso la sua direzione.
-bene,
vedo che siamo al completo adesso,
sei venuto giusto in tempo per farci gli auguri- sorrise maligno.
-Zoro!
La tiene soggiogata – lo avvisò
Rufy
-NAMI!
SVEGLIATI!- gli urlò.
-Zo…Zoro…-
La ragazza dagli occhi assenti
ebbe un segno di cedimento.
-Nami
sono qui! Svegliati, vieni da
me!-disse dolcemente.
In
tanto il capitano che aveva urlato per
mezzora nella speranza di risvegliarla bofonchiava qualcosa di
incomprensibile
perso dallo sconforto a lui si era unito Sanji il quale rosicava e non
poco.
La
ragazza udendo la voce dello
spadaccino si voltò dalla sua parte
–Zoro…- disse con un filo di voce.
-ma
cosa… come diavolo è possibile! Nami
torna qui! Subito!- replicò Rubbis innervosendosi.
-forza
Nami vieni da me!- gli diceva lo
spadaccino vedendo la ragazza indugiare alle parole di Rubbis.
-Nami
tu sei mia!-
-e
chi te lo dice?!- incalzò Rufy.
-NAMI
è UNA NOSTRA COMPAGNA, E TU NON CE
LA PORTERAI VIA!- ammisero tutti in coro. In tanto le guardie del re
che
sentendo urlare si erano avvicinate, stavano aspettando un segnare del
re per
attaccare.
La
navigatrice ormai arrivata tra le
braccia accoglienti dello spadaccino riprese coscienza e incredula e
confusa
guardava il viso dello spadaccino che ora sorrideva.
-sei
tornata da me!- le disse sorridendo
dolcemente.
-avevi
dubbi?!- sorrise lei
-ADESSO
BASTA – urlò Rubbis
Nami
sentendolo si girò dalla sua parte.
-lasciami
andare Rubbis, ti prego!
Lasciaci andare- gli chiese
-non
posso Nami, mi dispiace mi
appartieni, ne è una prova il segno che hai dietro la
schiena-
-allora
basterà toglierti la vita- disse
Zoro sguainando una delle tre spade.
-ah
ah ah … fallo pure se vuoi, ma se
uccidi me morirà anche lei- disse soddisfatto.
-non
è possibile!-
-se
non ci credi, sta a vedere!- Rubbis
prese un pugnale che teneva nascosto
dietro i pantaloni e scoprendosi un braccio si ferì.
-AAAAH…-
Nami urlò dolorosamente e il suo
braccio iniziò inspiegabilmente a sanguinare facendo notare
un taglio appena
fatto.
-tutto
questo è assurdo!- disse Zoro
terrorizzato da ciò che era appena successo.
-che
lei lo voglia o no siamo legati-
-perché?-
gli urlò la ragazza in preda
alle lacrime del dolore. –come posso essere legata ad una
persona che non
conosco!- continuò
-è
una specie di maledizione, non dare la
colpa a me!-
-perché
non ne parliamo in modo civile!-
disse Robin notando che la situazione aveva preso una strana piega.
-venite,
vi spiegherò tutto- il re fece
cenno ai seguaci di andarsene e condusse i ragazzi nella sala dove
offrì ad
ogni uno di loro qualcosa da bere e mangiare. Ordinò alla
sua fidata serva di
curare le sue ferite e quelle di Nami.
-spiegaci
cosa diavolo sta succedendo-
disse lo spadaccino rifiutando qualunque cosa le venisse offerta.
-
successe poco dopo la mia nascita, io
era ancora in fasce, mio padre era un uomo ricco e potente ma il nostro
trono
non è stato tramandato dalle generazioni passate ma da un
incantesimo-
-cosa
significa?- chiese Robin
incuriosita
Lo
spadaccino intanto teneva stretta la
rossa accarezzandole la testa che teneva appoggiata sul suo petto,
temeva che
Rubbis in qualche strano modo gliela portasse via. Mentre il capitano e
Sanji
lo guardavano invidiosi.
-mio
padre era un uomo povero, un
ubriacone senza pudore, un giorno entrando in una locanda
incontrò una vecchia
signora che gli parlava in modo strano e misterioso che gli chiese
quale fosse
il suo desiderio più nascosto, mio padre gli
rivelò che gli sarebbe piaciuto
diventare l’uomo più ricco dell’isola
avere una bella donna al suo fianco e
vivere di prosperità. La vecchia gli disse che avrebbe
esaudito il suo
desiderio ma che in cambio avrebbe condannato l’anima del suo
primogenito. Mio
padre non credendo a ciò che le stava dicendo, e
probabilmente non ne era
nemmeno interessato, accettò la richiesta della vecchia.
Essa sparì e il giorno
dopo il re che regnava a quel tempo ormai vecchio si trovò
faccia a faccia con
la morte, fortunatamente però fu salvato ma mio padre, egli
per ricompensarlo
lo nominò sovrano dell’isola ma solo dopo che lui
sarebbe morto avrebbe
ereditato tutto e così fu. Questa è la storia per
come me la raccontò mio
padre-
-wow,
ma io cosa c’entro con tutto
questo?- chiese Nami
-non
lo so, quando mio padre mi raccontò
la storia disse che mai avrebbe creduto di poter avere tutto questo e
dalla mia
nascita fece costruire queste mura per proteggermi, ma non pensavo che
condannare la mia anima significasse legarla ad una persona, per di
più ad una
donna così bella!- disse guardando Nami che in tanto era
arrossita sotto gli
occhi furiosi di Zoro, Rufy e Sanji.
-come
hai capito che la tua anima era
legata a me?- chiese Nami.
-iniziai
ad avere degli incubi che mi
rivelavano le tue paure, tutto il dolore che provavi quando ricevevi
delle
botte o venivi ferita, così iniziai ad acquisire un minimo
di controllo sul tuo
corpo per far si che tu mi raggiungessi in modo da tenerti al sicuro
tra le
mura del mio palazzo-
-Nami
non ha bisogno di questo!- incalzò
Rufy
-forse
è vero, nonostante sia una donna è
forte e coraggiosa, ma io no, io devo vivere e per farlo deve vivere
anche lei-
-verme
schifoso, tu hai sempre e solo
pensato alla tua salute!- disse Zoro guardandolo con disprezzo.
-comunque
deve esserci un modo per
distruggere questo maleficio- disse Robin
-non
so se temere di più i fantasmi o le
streghe o gli zombie… waaa- disse Usop che per tutto il
tempo era rimasto zitto
tremolante per il racconto.
-yohohoh
io credo che tu abia paura
persino della tua stessa ombra- rise Brook
-non
dire sciocchezze io sono il grande
capitano Usop, non temo niente- disse alzandosi e assumendo una
posizione
fiera.
-giusto
lui è il grande Usop- disse
Chopper appoggiandolo.
-le
streghe non muoiono, se è vero ciò
che ci hai detto, è ancora su quest’isola- disse
Robin attirando l’attenzione
su di se.
-cosa
vuoi fare?- chiese Rubbis
-semplice,
andarle a fare visita e
chiederle spiegazioni-
-beh
sarebbe un’idea, ma non sappiamo
come potrebbe accoglierci-
-hai
paura pivello?!- disse Zoro con aria
di sfida
-no!
Affatto, dovrebbe abitare ancora
sulla collina dietro la mia reggia, ci vorrà un
po’ per arrivarci-
- di
tempo ne abbiamo a sufficienza,
giusto capitano?!- chiese Frankie contento di poter fare finalmente
qualcosa di
eccitante.
-
certo Frankie, forza ragazzi ALL’ARREMBAGGIO!!!-
disse il capitano incoraggiando tutti i suoi compagni che insieme
alzarono le
mani in segno di approvazione