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Autore: helena485    09/01/2012    4 recensioni
le giornate spensierate, senza problemi sulla nave sembra stiano finendo a causa di alcuni sogni particolari di Nami, come affronteranno questa nuova avventura la ciurma di cappello di paglia? riusciranno ad aiutare la loro navigatrice? fatemi sapere se vi piace la mia storia è la prima volta che scrivo su dei personaggi esistenti negli anime, in realtà mi piaceva la coppia Zoro/Nami per questo ho cercato di scrivere una storia che li rendesse protagonisti, spero di non creare un pasticcio, buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta sono stata più veloce spero siate contenti chiedo ancora scusa per il ritardo vi lascio questo capitolo che spero vi invogli a continuare a seguire la storia... volevo ringraziare Fior di loto che di recente ha recensito tutti i capitoli spronandomi a scrivere Grazie *_*
Buona lettura

Nami crollò improvvisamente sul suolo stringendosi forte il petto senza riuscire a trattenere le grida di dolore.

-Nami che hai?! COSA LE HAI FATTO DANNATO?! CHI SEI!- gli urlò rabbioso Rufy

-le sto solo ricordando che non può andarsene da qui!-

-che diavolo stai dicendo!! Lei verrà via con noi CHIARO?!-

In tanto le urla di Nami erano finite, i suoi occhi erano incoscienti, nonostante lei fosse sveglia, sembrava essere entrata in trans.

-vieni- disse Rubbis rivolgendosi a Nami che senza battere ciglio si alzò dirigendosi verso il re.

-Nami dove vai?!- chiese Rufy incredulo.

-come vedi lei non ha alcuna intenzione di venire vi con voi- disse Rubbis ridendo.

-Rufy deve essere sotto qualche strano maleficio, guarda i suoi occhi- bisbigliò Robin.

-NAMI SVEGLIATI FORZA!- le urlò Rufy disperato

-ancora no hai capito?! È mia ormai, non ti seguirà più, non ascolterà nessuno di voi!-

-COSA LE HAI FATTO MALEDETTO- la voce di Zoro proveniente dall’alto delle mura attirò l’attenzione dei presenti che si girarono incuriositi verso la sua direzione.

-bene, vedo che siamo al completo adesso, sei venuto giusto in tempo per farci gli auguri- sorrise maligno.

-Zoro! La tiene soggiogata – lo avvisò Rufy

-NAMI! SVEGLIATI!- gli urlò.

-Zo…Zoro…- La ragazza dagli occhi assenti ebbe un segno di cedimento.

-Nami sono qui! Svegliati, vieni da me!-disse dolcemente.

In tanto il capitano che aveva urlato per mezzora nella speranza di risvegliarla bofonchiava qualcosa di incomprensibile perso dallo sconforto a lui si era unito Sanji il quale rosicava e non poco.

La ragazza udendo la voce dello spadaccino si voltò dalla sua parte –Zoro…- disse con un filo di voce.

-ma cosa… come diavolo è possibile! Nami torna qui! Subito!- replicò Rubbis innervosendosi.

-forza Nami vieni da me!- gli diceva lo spadaccino vedendo la ragazza indugiare alle parole di Rubbis.

-Nami tu sei mia!-

-e chi te lo dice?!- incalzò Rufy.

-NAMI è UNA NOSTRA COMPAGNA, E TU NON CE LA PORTERAI VIA!- ammisero tutti in coro. In tanto le guardie del re che sentendo urlare si erano avvicinate, stavano aspettando un segnare del re per attaccare.

La navigatrice ormai arrivata tra le braccia accoglienti dello spadaccino riprese coscienza e incredula e confusa guardava il viso dello spadaccino che ora sorrideva.

-sei tornata da me!- le disse sorridendo dolcemente.

-avevi dubbi?!- sorrise lei

-ADESSO BASTA – urlò Rubbis

Nami sentendolo si girò dalla sua parte.

-lasciami andare Rubbis, ti prego! Lasciaci andare- gli chiese

-non posso Nami, mi dispiace mi appartieni, ne è una prova il segno che hai dietro la schiena-

-allora basterà toglierti la vita- disse Zoro sguainando una delle tre spade.

-ah ah ah … fallo pure se vuoi, ma se uccidi me morirà anche lei- disse soddisfatto.

-non è possibile!-

-se non ci credi, sta a vedere!-  Rubbis prese un pugnale che teneva nascosto dietro i pantaloni e scoprendosi un braccio si ferì.

-AAAAH…- Nami urlò dolorosamente e il suo braccio iniziò inspiegabilmente a sanguinare facendo notare un taglio appena fatto.

-tutto questo è assurdo!- disse Zoro terrorizzato da ciò che era appena successo.

-che lei lo voglia o no siamo legati-

-perché?- gli urlò la ragazza in preda alle lacrime del dolore. –come posso essere legata ad una persona che non conosco!- continuò

-è una specie di maledizione, non dare la colpa a me!-

-perché non ne parliamo in modo civile!- disse Robin notando che la situazione aveva preso una strana piega.

-venite, vi spiegherò tutto- il re fece cenno ai seguaci di andarsene e condusse i ragazzi nella sala dove offrì ad ogni uno di loro qualcosa da bere e mangiare. Ordinò alla sua fidata serva di curare le sue ferite e quelle di Nami.

-spiegaci cosa diavolo sta succedendo- disse lo spadaccino rifiutando qualunque cosa le venisse offerta.

- successe poco dopo la mia nascita, io era ancora in fasce, mio padre era un uomo ricco e potente ma il nostro trono non è stato tramandato dalle generazioni passate ma da un incantesimo-

-cosa significa?- chiese Robin incuriosita

Lo spadaccino intanto teneva stretta la rossa accarezzandole la testa che teneva appoggiata sul suo petto, temeva che Rubbis in qualche strano modo gliela portasse via. Mentre il capitano e Sanji lo guardavano invidiosi.

-mio padre era un uomo povero, un ubriacone senza pudore, un giorno entrando in una locanda incontrò una vecchia signora che gli parlava in modo strano e misterioso che gli chiese quale fosse il suo desiderio più nascosto, mio padre gli rivelò che gli sarebbe piaciuto diventare l’uomo più ricco dell’isola avere una bella donna al suo fianco e vivere di prosperità. La vecchia gli disse che avrebbe esaudito il suo desiderio ma che in cambio avrebbe condannato l’anima del suo primogenito. Mio padre non credendo a ciò che le stava dicendo, e probabilmente non ne era nemmeno interessato, accettò la richiesta della vecchia. Essa sparì e il giorno dopo il re che regnava a quel tempo ormai vecchio si trovò faccia a faccia con la morte, fortunatamente però fu salvato ma mio padre, egli per ricompensarlo lo nominò sovrano dell’isola ma solo dopo che lui sarebbe morto avrebbe ereditato tutto e così fu. Questa è la storia per come me la raccontò mio padre-

-wow, ma io cosa c’entro con tutto questo?- chiese Nami

-non lo so, quando mio padre mi raccontò la storia disse che mai avrebbe creduto di poter avere tutto questo e dalla mia nascita fece costruire queste mura per proteggermi, ma non pensavo che condannare la mia anima significasse legarla ad una persona, per di più ad una donna così bella!- disse guardando Nami che in tanto era arrossita sotto gli occhi furiosi di Zoro, Rufy e Sanji.

-come hai capito che la tua anima era legata a me?- chiese Nami.

-iniziai ad avere degli incubi che mi rivelavano le tue paure, tutto il dolore che provavi quando ricevevi delle botte o venivi ferita, così iniziai ad acquisire un minimo di controllo sul tuo corpo per far si che tu mi raggiungessi in modo da tenerti al sicuro tra le mura del mio palazzo-

-Nami non ha bisogno di questo!- incalzò Rufy

-forse è vero, nonostante sia una donna è forte e coraggiosa, ma io no, io devo vivere e per farlo deve vivere anche lei-

-verme schifoso, tu hai sempre e solo pensato alla tua salute!- disse Zoro guardandolo con disprezzo.

-comunque deve esserci un modo per distruggere questo maleficio- disse Robin

-non so se temere di più i fantasmi o le streghe o gli zombie… waaa- disse Usop che per tutto il tempo era rimasto zitto tremolante per il racconto.

-yohohoh io credo che tu abia paura persino della tua stessa ombra- rise Brook

-non dire sciocchezze io sono il grande capitano Usop, non temo niente- disse alzandosi e assumendo una posizione fiera.

-giusto lui è il grande Usop- disse Chopper appoggiandolo.

-le streghe non muoiono, se è vero ciò che ci hai detto, è ancora su quest’isola- disse Robin attirando l’attenzione su di se.

-cosa vuoi fare?- chiese Rubbis

-semplice, andarle a fare visita e chiederle spiegazioni-

-beh sarebbe un’idea, ma non sappiamo come potrebbe accoglierci-

-hai paura pivello?!- disse Zoro con aria di sfida

-no! Affatto, dovrebbe abitare ancora sulla collina dietro la mia reggia, ci vorrà un po’ per arrivarci-

- di tempo ne abbiamo a sufficienza, giusto capitano?!- chiese Frankie contento di poter fare finalmente qualcosa di eccitante.

- certo Frankie, forza ragazzi ALL’ARREMBAGGIO!!!- disse il capitano incoraggiando tutti i suoi compagni che insieme alzarono le mani in segno di approvazione

   
 
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