Era lì che che guardava
il suo bicchiere di vodka,
vuoto. Aveva perso il conto.
Se ne fece dare
un altro,
lo tirò tutto giù.
Chiuse gli occhi.
Uscii. Neanche il tempo
di sgranchirsi le gambe
che già s'accorse di
dover pisciare.
S'accostò ad un albero,
tirò l'uccello fuori
e iniziò a pisciare.
Senza dar conto
delle persone che lo
guardavano.
Ed è proprio lì,
quando i raggi del sole
riflettevano la sua urina,
capii che non ci fu uomo
in vita e in morte
che in un modo o nell'altro
non abbia contribuito alla natura.
Capii che l'universo è controllato
da una forza trascendentale
che sovente agisce ,
e impone la sua onnipotenza
sulle povere menti degli
ignari passanti, che sorseggiano
il loro drink non consapevoli
che la loro morte incombe
sulle loro flebili membra.
E quando l'urina stava per finire,
e un leggero schizzo
arrivò sulla parte inferiore dei suoi
pantaloni, egli capii,
che la vita non è altro che pura illusione.
Puro inganno.
Cazzo, devo aver bevuto davvero troppo,
pensò.