Like an Extra
Capitolo due.
Capitolo due.
{I’m tired of trying
Your teasing aint enough
Fed up of biding your time
When I don’t get nothing back.
Tired - Adele}
Appena
era suonata la campanella, appena il professore aveva dato i compiti, Niall si
era messo lo zaino in spalla – già preparato tre quarti d’ora prima - , mi
aveva salutato con la mano e con un sorriso ringraziando la mia buona pazienza
per ciò che avrei fatto dopo, e si era dileguato, come un fulmine. Giallo
quanto i suoi capelli biondi.
Evidentemente
non vedeva l’ora di incontrare Rikki o gli altri ragazzi che solitamente
aspettavano tutti di fronte all’armadietto di Liam, per poi uscire e trovare
Louis che era venuto a prenderli tutti e quattro con la macchina. Era questo il
suo compito: visto che aveva smesso di andare a scuola e non faceva niente
dalla mattina alla sera, doveva pagare la benzina per portarli tutti a casa, ma
la cosa non sembrava dispiacergli. Si ficcavano insieme, tutti pigiati e quasi
senza ossigeno, in quella minuscola auto che aveva e poi partivano, con i
finestrini aperti e cantando canzoni ridicole.
L’invidia
mi colpì di nuovo, ma facilmente la repressi, perché ormai nella mia totale
condizione di comparsa era più semplice dominare quel sentimento di vera e propria
gelosia che quasi culminava nell’odio. Non avrei mai detto che odiavo Zayn,
Liam, Louis, Harry e Niall, oppure Rikki. La mia era solamente invidia, come
quella che provavo nei confronti di Genevieve e Chloe.
Dopo
aver riposto i libri nel mio scassato armadietto – talvolta avevo veramente
paura che non si aprisse –, aver osservato i ragazzi che se ne andavano tutti
contenti, aver visto la scia di morti che causava Chloe e che resuscitavano
puntualmente all’arrivo di Genevieve, trascinai i piedi verso la biblioteca.
Per
essere una biblioteca appartenente alla scuola era abbastanza completa:
includeva libri riguardanti il Medioevo, quelli attuali, a volte c’erano
perfino dialoghi della Roma Antica, ovviamente tutti riprodotti. Per colpa di
una stupida punizione dovevo stare lì, tutti i pomeriggi, per i futuri due mesi
che ancora mi attendevano.
Dopo
un iniziale odio per quel posto polveroso, colmo di solitudine, trasandato,
cominciai ad apprezzarlo maggiormente a partire dai segreti che nascondevano i
vari scaffali, dalla tranquillità che regnava e dalla libertà che avevo di
muovermi, correre, gridare, senza che nessuno venisse a rompere le palle.
Questo, ovviamente, accadeva prima che Chloe invadesse il territorio e si
piazzasse con il suo perfetto nasino e con il libro in mano in fondo alla
stanza, a sedere su una delle poltroncine vicine alla finestra.
Non
che la sua presenza disturbasse la mia quiete, a volte apprezzavo che ci fosse
un’altra persona in quella stanza. Per ammazzare il tempo, comunque, o lo
trascorrevo a fare i compiti, o ad ascoltare la musica a volume bassissimo, o a
catalogare libri, o a mandare avvisi a quelli che non li restituivano in tempo,
o a leggere oppure solamente a sistemare dei volumi di dimensioni enormi, quasi
più grandi di me.
Poggiai
lo zaino su una sedia vicino al computer e alla postazione, sedetti sull’altra
vicina e sospirai, guardando la completa desolazione che mi circondava.
Quel
pomeriggio Chloe non c’era, c’era troppo silenzio e non si sentiva il
ticchettare ritmico delle sue scarpe sul pavimento. Sembrava che non ci fosse
traccia neanche di Rikki e delle sue poesie: per quanto potesse essere
tremendamente casinista, aveva un animo sensibilissimo.
Mi
passai una mano tra i capelli, prima di scorgere la mia copia di Romeo e
Giulietta che sporgeva da una tasca dello zaino. Pareva che quel libro volesse
torturarmi o comunque seguirmi finché non sarei caduta in un oblio chiamato
pazzia ed avrei cominciato ad avere allucinazioni perenni, fino a vedere il
terrazzo di Verona al posto di uno scaffale ricolmo di libri.
Allungai
una mano giusto per prenderlo, ma quando lo sfogliai mi parve che le pagine
scottassero. Quella rappresentazione teatrale era la più importante, la più meravigliosa che avessero potuto fare a
scuola. Eppure la comparsa ero sempre io; questa volta dovevo fingere di essere
spaventata dal duello tra Tebaldo e Romeo, finché il primo veniva ucciso e
dovevo scappare via.
Molte
delle volte mi chiedevo perché non abbandonassi quella finzione, che
rispecchiava la mia vita come non mai. Forse perché una profonda passione mi
legava al palco indissolubilmente e non potevo tagliare quelle catene che
trattenevano lì il mio corpo.
A
volte avrei voluto scappare, e non fare mai più ritorno.
“Ciao,
July!” trillò una voce.
Riemersi
dai miei pensieri per vedere la folta capigliatura castana di Rikki che
attraversava la stanza, saltellando aggraziata.
“Ciao,
Rikki” salutai, monocorde.
Lei
sorrise. “Oggi sei da sola? E Chloe?”
Gli
occhi verdi di Rikki si illuminarono, mentre rispondevo che tutti mi avevano
abbandonata in quel posto deprimente. Lei increspò le labbra, poi, dopo essersi
guardata intorno con vago interesse, trillò:
“Giuro
che se Niall ha nascosto anche questa volta il mio libro di poesie, lo castro
appena lo vedo”
Dopo
un po’ l’interesse per me era andato a benedirsi ed era riapparso quello dei
libri: Rikki poteva mostrarsi carina quando voleva, ma per il resto era una
grande ipocrita anche lei.
“Niall
ha detto che oggi Zayn voleva andare a vedere la partita di non so cosa, e che
vi sareste visti più tardi - dissi in un sussurro, scorgendola mentre
saltellava di qua e di là per la biblioteca per cercare il suo libro. Annuì
distrattamente con la testa e volsi l’attenzione verso quel volumetto – Las Piedras de Chile - che era accanto
a me. - Rikki, il libro è qui”
“Oh,
Dio, grazie - esalò affannata, afferrandolo dalle mie dita. - Pensavo che Niall
me l’avesse nascosto o qualcun altro l’avesse preso: grazie, sia per il libro
che per l’informazione”
Sorrise
gentile. Quello che affiorò dopo sulle mie labbra non poteva essere chiamato un
sorriso sincero: era di cortesia, nient’altro. Dopo attimi di silenzio nei
quali avevo finto di giocherellare con la tastiera del computer scassato che
avevo davanti, Rikki si strinse nella spalle e fece scivolare la carta
magnetica della biblioteca di fronte ai miei occhi.
“Ti
spiace se lo prenoto? Oggi non ho tempo per stare qui in biblioteca: lo leggerò
a casa… - tentò fiduciosa, sempre il sorriso sulle labbra. - Almeno così non mi
prenderà un infarto ogni volta che non lo trovo!”
Accennai
un risolino. “Tieni, e sta attenta a Niall” le porsi la carta e lei l’afferrò,
per poi correre via salutando.
Sospirai,
prima di abbandonarmi sfiancata sulla sedia. Quel pomeriggio sarei stata
completamente sola, senza Rikki che mi urlava versi in faccia per trasmettermi
la sua passione e senza Chloe che bisbigliava le parole che leggeva.
Pareva
che l’unico in quella stanza che potesse solo consolarmi fosse Romeo e
Giulietta. Il mio cervello si rifiutava soltanto di prenderlo, di aprirlo alla
pagina a cui ero rimasta e di continuare la narrazione, fino a che non l’avrei
finito. Forse sarebbe stato meglio se avessi trovato qualcosa da fare, invece
che stare a fissare apatica lo schermo illuminato del computer.
L’afferrai,
reprimendo il disgusto che provavo quando lo toccavo, e lo aprii alla pagina a
cui mi ero fermata tanto tempo prima, prima che ci dicessero che lo spettacolo
da inscenare sarebbe stato quello.
Oh! se lo sapesse che è l'amor mio! Ella parla, e pure
non proferisce accento: come avviene questo? E' l'occhio suo che parla; ed io
risponderò a lui. Ma è troppo ardire il mio, essa non parla con me…
Prima
che potessi finire il passo, lo lanciai con rabbia contro il muro, dove si
schiantò e ricadde con un tonfo, più malconcio di prima. Avevo i pugni
contratti dall’ira: era un’ingiustizia scegliere sempre chi era raccomandato.
“Scusa?”
Alzai
la testa, giusto per incontrare un paio di occhi castani che mi scrutavano,
un’ombra di preoccupazione che li invadeva. Era Liam, e il motivo per cui era
lì mi era ignoto.
“Oh,
ciao. Dimmi”
Lanciai
una fugace occhiata alla mia copia di Romeo e Giulietta poco più in là:
evidentemente Liam aveva assistito alla scena ed era rimasto spaventato. Forse
pensava che fossi totalmente pazza e irragionevole, ma non lo dava a vedere:
era un’ipocrita, come tutti gli altri.
“Mi
serviva il libro di scienze, il mio l’ho perso - spiegò, scuotendo i capelli
ricci. Arricciai le labbra. - Ecco, magari se c’è una copia…”
Ormai
mi ero già alzata, senza finire di ascoltare il suo discorso. In quella
biblioteca non c’era nessuno che chiedesse libri scolastici – e nemmeno quelli
normali –, la sezione era sempre deserta e volumi e volumi di testi di varie
materie si accumulavano sugli scaffali, come la polvere sopra di loro. Liam mi
seguì un po’ titubante, mentre osservavo infastidita l’ultimo ripiano: la esse
di scienze era lassù in cima, troppo in alto per me e troppo in alto anche per
Liam.
“Vado
a prendere la scala” sospirai, prima di mollarlo lì da solo.
Liam
non aveva la minima idea che conoscessi il suo nome, quello dei suoi amici, le
ragazze cui andava dietro. La maggior parte delle informazioni me le passava
Niall in modo inconsapevole, magari quando era incazzato con uno di loro e si
sfogava: da un momento all’altro mi aspettavo che venissi a sapere del colore
delle mutande di Zayn o di quelle di Harry, tanto per completare il tutto.
Tornai
un attimo dopo con uno scaleo più grande di me, che probabilmente mi copriva
totalmente da capo a piedi, in tutta la mia dolcissima nanezza.
“Aspetta,
ti aiuto” sentii il peso che si alleggeriva e un attimo dopo poggiammo la scala
alla libreria, in bilico.
Ero
terrorizzata da quella scala perché era vecchia e ancora peggio perché era in
equilibrio instabile e c’era una possibilità su due che potessi cadere e
rompermi tre vertebre, per poi stare a casa un anno e mezzo, senza muovermi.
“Potresti
tenere la scala ferma? - chiesi di getto a Liam, che mi guardò stupito. - Sono
terrorizzata dall’idea di cadere”
Lui
annuì immediatamente, senza esitazioni. Cominciai a salire e, dopo essere
arrivata in cima sana e salva, presi il libro e scesi giù a velocità
supersonica: le vertigini si creavano soltanto a guardare di sotto da una
scala, figuriamoci da un aereo.
“Ecco
qui” bisbigliai, prima di avvicinarmi al bancone per registrare il prestito.
A
volte mi sentivo stupida, ma dopotutto dovevo scontare la mia punizione e non
potevo procurarmene altre. Liam mi seguì, come sempre, titubante.
“Liam
James Payne - mormorai, appena lessi il suo nome sul computer e la stampante
ticchettava rumorosamente durante il processo di stampa della ricevuta. - Quando
ti deciderai a scegliere tra Chloe e Genevieve?”
Liam
sgranò gli occhi e boccheggiò alla mia domanda. “Si può sapere come lo sai?”
“Un
paio di ragazzi fanno scommesse clandestine su di voi e per ora Chloe è la
favorita - spiegai, con un sorrisetto. - La quota su di lei è di due sterline,
su Genevieve di uno e cinquanta. Se ci pensi sono quasi pari e potrebbero
vincere entrambe… anche se lo trovo strano”
“E
tu avresti scommesso?”
Scossi
la testa, mentre gli porgevo libro, ricevuta e carta. “No, Liam, non ho
scommesso, anche se penso che la tua scelta ricadrà su Genevieve”
Liam
boccheggiò di nuovo, ma prese il volume di scienze e lo mise nella tracolla,
senza esitare. Sembrava allo stesso tempo stranito e incredulo sulla mia strana
capacità di conoscere e dall’altra parte era convinto sicuramente di avere una
stalker davanti.
“Per quale motivo dici così?” chiese Liam, poggiandosi curioso al bancone.
“Per quale motivo dici così?” chiese Liam, poggiandosi curioso al bancone.
Inarcai
un sopracciglio. “Nei film succede sempre così, Liam. La sfigata vince sempre”
“Ma
questa è la vita, non un film - ribatté lui quasi inviperito. Non poteva
nascondere il fastidio che sapessi la sua vita privata, ma dopotutto non
conoscevo i dettagli, solo i nomi delle persone coinvolte. - Come fai a sapere,
ragazza dal nome sconosciuto?”
“Nei
film ci sono sempre dei protagonisti. In questo caso tu hai rubato la scena
insieme a Chloe e a Genevieve. Io sono una comparsa, e una comparsa guarda,
ascolta e commenta - spiegai monocorde, i capelli di fronte al viso mentre
ripiegavo un foglietto. - Non ti stupire di questa cosa”
Liam
sembrava turbato e non accennò assolutamente a parlare: pareva contemporaneamente
sorpreso e infastidito, quasi fossi una maga che conosceva il futuro e lui lo
sfortunato che doveva sentire una sentenza negativa.
“La
vita è come un film - continuai, con un sospiro. - Le comparse non hanno un
ruolo, né lo avranno mai, per questo hanno la capacità di ascoltare e
commentare. Nella tua vita, Liam, hai due attrici che si contendono la scena:
Chloe e Genevieve, e sta a te, come direttore e regista, scegliere la migliore
e andare avanti con la registrazione della tua vita”
Per
l’ennesima volta Liam parve turbato dalle mie parole. In quel momento mi
sentivo tanto una filosofa ed ero certa che queste frasi me le sarei dovute
scrivere, in caso le riutilizzassi in un mio futuro libro o proprio in uno
spettacolo teatrale.
“Tu
sei strana forte - disse Liam infine, spezzando il silenzio. Un sorriso mi
increspò le labbra. - Anche le comparse possono però diventare protagoniste
della vita di qualcuno”
“Ma
io sono un personaggio fisso e immobile: non cambio - ribattei solenne. Liam
prese la via della porta, con un sorriso sincero sulle labbra. - Buona fortuna
per il tuo film, Liam”
Dapprima
lui mi salutò con la mano, poi l’abbassò e mi scrutò nuovamente con curiosità e
sospetto misto insieme.
“Anche
a te, ragazza sconosciuta. Vedi di diventare la protagonista della tua vita,
invece che stare a riflettere su quella degli altri”
Carrots Corner
Yo, people!
eccomi qui con questo alquanto strano capitolo: onestamente quando l'ho scritto non sapevo che cazzo mi passasse per la testa, ero abbastanza depressa. E si vede, e si legge, e fa anche schifo ma non avevo voglia di cancellarlo e riscriverlo quindi ve lo cuccate tutto quanto nella sua schifezza. Più o meno sono i miei pensieri, quello che mi sta succedendo: per me, gli opportunisti potrebbero andare tutti a farsi fottere. #withlove
Ma poi è possibile che stiate tutti dalla parte di Genevieve? AHAHAHHA odiate Chloe, povera Chloe.
Alcune precisazioni: nelle scuole inglesi non ci sono biblioteche annesse, diciamo che è stata una mia licenza letteraria. (come se fossimo ad Hogwarts, insomma AHAH). Las Piedras de Chile è un libro di poesie di Pablo Neruda - e sapete che Rikki ne è appassionata -, per quanto riguarda il rapporto morboso (?) che July ha con il teatro è lo stesso che ho io con il tennis. Purtroppo ho tagliato i ponti perché non ce la facevo più e dopo che mi sono infortunata, non ho giocato più bene e ci stavo veramente male. E' un atteggiamento che ho preso nei confronti della mia passione, un atteggiamento che culmina molte volte nella frustrazione e nella voglia di distruggere casa. Basta, non vi annoio con 'sti discorsi da psicologa improvvisata (?) Il termine nanezza l'ho inventato io, per parlare della bassa statura di July rispetto a Liam :)
Ah, volevo far notare una cosa: io, quando vedo dei bei plagi che vagano per la sezione, non mi fermo a guardare. Sappiate che prima lascio una recensione per informare, poi segnalo senza pietà. E se solo oso trovare un plagio a giro - che sia mio o di qualcun'altro - giuro che bercio così tanto che mi rinchiudono in un manicomio: non li sopporto, non li posso vedere. E giurate che se vedo questa ff o altre mie o altre degli autori che leggo, mi incazzo seriamente; il 2012 accadrà prima del previsto. C'est la vie.
Per questo valido motivo - ho già scovato qualche plagetto a giro - pubblicizzerò delle ff di qualità (sembra di essere al supermercato (?)) AHAHHA.
Passate da:
- pleasestay
Hi, I'm PrinceCharming93 and you are? - dove rompo i coglioni nella parte di Brittany. Sì, sono io (?) AHHAHHA ora odiatemi.
Undercover - when danger becomes your life.
Unfortunately, you have to share it.
- Demsmuffin
Il mio migliore amico è Harry Styles
What's wrong with us?
- Lady Jonas
It isn't Over
- ladyme
TUTTE LE SUE STORIE. TUTTE SONO MERAVIGLIOSE. #yo.
- jas_
you belong with me - sono presente anche qui con Luna. Sì, SONO OVUNQUE. AHAHAHHAHA
- Egg__s
The Tenant
Per oggi basta. Proseguirò quando posterò con la mia lista lungosa di ff di qualità (?) Ora mettetevi l'animo in pace, yo. AHAHAH e grazie a seguite, preferite e ricordate! ;) Non vi vergognate a lasciare una vostra opinione! :)
A presto spero, a meno che la scuola non mi inghiotta.
Mari xxx
Carrots Corner
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eccomi qui con questo alquanto strano capitolo: onestamente quando l'ho scritto non sapevo che cazzo mi passasse per la testa, ero abbastanza depressa. E si vede, e si legge, e fa anche schifo ma non avevo voglia di cancellarlo e riscriverlo quindi ve lo cuccate tutto quanto nella sua schifezza. Più o meno sono i miei pensieri, quello che mi sta succedendo: per me, gli opportunisti potrebbero andare tutti a farsi fottere. #withlove
Ma poi è possibile che stiate tutti dalla parte di Genevieve? AHAHAHHA odiate Chloe, povera Chloe.
Alcune precisazioni: nelle scuole inglesi non ci sono biblioteche annesse, diciamo che è stata una mia licenza letteraria. (come se fossimo ad Hogwarts, insomma AHAH). Las Piedras de Chile è un libro di poesie di Pablo Neruda - e sapete che Rikki ne è appassionata -, per quanto riguarda il rapporto morboso (?) che July ha con il teatro è lo stesso che ho io con il tennis. Purtroppo ho tagliato i ponti perché non ce la facevo più e dopo che mi sono infortunata, non ho giocato più bene e ci stavo veramente male. E' un atteggiamento che ho preso nei confronti della mia passione, un atteggiamento che culmina molte volte nella frustrazione e nella voglia di distruggere casa. Basta, non vi annoio con 'sti discorsi da psicologa improvvisata (?) Il termine nanezza l'ho inventato io, per parlare della bassa statura di July rispetto a Liam :)
Ah, volevo far notare una cosa: io, quando vedo dei bei plagi che vagano per la sezione, non mi fermo a guardare. Sappiate che prima lascio una recensione per informare, poi segnalo senza pietà. E se solo oso trovare un plagio a giro - che sia mio o di qualcun'altro - giuro che bercio così tanto che mi rinchiudono in un manicomio: non li sopporto, non li posso vedere. E giurate che se vedo questa ff o altre mie o altre degli autori che leggo, mi incazzo seriamente; il 2012 accadrà prima del previsto. C'est la vie.
Per questo valido motivo - ho già scovato qualche plagetto a giro - pubblicizzerò delle ff di qualità (sembra di essere al supermercato (?)) AHAHHA.
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