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Autore: TheGhostOfYou    10/01/2012    5 recensioni
Non farsi coinvolgere.
Era la prima regola che veniva spiegata agli avvocati, ai medici e ai poliziotti. Non lasciarsi coinvolgere nei casi da analizzare, rimanere freddi e focalizzati sull’obiettivo di guarire il paziente, vincere il processo, trovare l’assassino.
Non farsi coinvolgere.
Era la prima regola che Ginny ed Hermione avevano infranto in quelle settimane.
Hermione in quel momento capì. Era proprio il coinvolgimento ad essere la chiave di tutto. Era li che stava la soluzione.
Bastava solo una prova.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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VIII - Proverò a guarirti


“Fare errori è molto meglio che non fare proprio nulla”
Billie Joe Armstrong.
 

When you try your best but you don’t succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can’t sleep
Stuck in reverse.

 
 
Non riusciva a dormire.
 
Il tarlo che si era svegliato dentro di lei, una volta lasciato Draco nella sua cella, l’aveva torturata durante la cena che Ginny, a forza, le aveva portato a casa. Una pizza margherita, una semplice pizza a cui lei era rimasta davanti per mezz’ora, prima che cominciasse a mangiarla; una mezz’ora in cui Ginny, pazientemente, le aveva tenuto la mano, aveva messo da parte i suoi problemi per ascoltarla. In quei giorni le era caduto il mondo addosso, da quando aveva scoperto che il suo migliore amico e il suo ex ragazzo le avevano procurato un incidente a causa del quale aveva perso la memoria; aveva scoperto di essere stata sul punto di sposarsi, e aveva ricordato quanto fosse innamorata di Draco Malfoy, persona che per lei ora era quasi sconosciuta.
Draco era stato imprigionato, perché Harry sosteneva che avessero trovato prove certe che lo legavano all’omicidio di Ron.
 
Ma d‘altronde, perché fidarsi di Harry?
 
Non le aveva giurato amicizia eterna, per poi tradirla e pugnalarla alle spalle?
 
Si rigirò nel letto, cercando di zittire il tarlo che la lacerava da dentro, che la spingeva a chiedersi che cosa le fosse sfuggito di tutta quella storia. Vide Ginny accanto a lei, che la guardava con occhi assonnati. Nemmeno lei voleva stare da sola, nemmeno lei voleva pensare ad Harry e al dolore che le aveva procurato. Aveva provato a costruire qualcosa con lui, a guarirlo dalla sua morbosa paura di Ron, e si era ritrovata con il cuore a pezzi, a cercare di consolare la sua migliore amica che era messa peggio di lei.
- Mi vuoi bene, Ginny?- chiese Hermione, all’improvviso. Quelle parole erano pesanti come macigni, perché lei non era mai dubbiosa.
- Certo che te ne voglio, Hermione.- la ragazza cercò nel buio la mano della sua migliore amica e la prese. – Perché me lo chiedi?-
- Perché le cose mi stanno sfuggendo di mano, e tu sei l’unica di cui mi posso fidare.-
Era vero: Ginny c’era sempre stata per lei, da quando il loro rapporto da quello di semplici cognate era diventato quello di confidenti ed amiche. Entrambe avevano ottenuto tutto quello che volevano, ma certamente non quello di cui avevano bisogno.
- Proveremo a guarirci, Hermione. Ci saremo l’una per l’altra.-
La ragazza annuì nel buio. Era così stanca che avrebbe voluto solo chiudere gli occhi e dormire per giorni, lasciandosi alle spalle quelle dure settimane.
 
Non farsi coinvolgere.
 
Era la prima regola che veniva spiegata agli avvocati, ai medici e ai poliziotti. Non lasciarsi coinvolgere nei casi da analizzare, rimanere freddi e focalizzati sull’obiettivo di guarire il paziente, vincere il processo, trovare l’assassino.
 
Non farsi coinvolgere.
 
Era la prima regola che Ginny ed Hermione avevano infranto in quelle settimane.
 
Hermione in quel momento capì. Era proprio il coinvolgimento ad essere la chiave di tutto. Era li che stava la soluzione.
 
Bastava solo una prova.
 
*****
 

And the tears come streaming down your face
When you lose something you can’t replace
When you love someone but it goes to waste
Could it be worst?

 
 
Si era ricordata una cosa che diceva sempre Draco, quando lei sbagliava qualcosa.
 
- Fare errori è molto meglio che non fare niente.-
 
Glielo ripeteva spesso, quando Hermione cercava di imparare a memoria l’albero genealogico dei Malfoy per non fare brutta figura con i genitori di Draco, o quando cercava in tutti i modi di imparare gli schemi di calcio e di capire il fuorigioco, solo per non sentirsi incompetente quando andava alle partite del Tottenham con lui.
Aveva fatto un errore da novellina, ma era stato meglio di non aver fatto nulla. Aveva lasciato che qualcuno la conoscesse meglio, conoscendo così meglio anche lei quella persona; aveva capito di avere a che fare con qualcuno di meschino, che non si sarebbe fermato davanti a niente pur di ottenere quello che voleva.
 
Doveva per forza essere stato lui. Non c’erano altre possibilità.
 
Chi altri aveva accesso alle armi di Draco liberamente, se non suo cugino? Chi sapeva tutta la storia? Chi era innamorato di lei da anni, così da voler fare fuori in un colpo solo Ron e Draco?
 
Il cugino di Draco Malfoy.
 
Hermione raramente piangeva, era una cosa che Ginny le aveva spesso rimproverato; raramente si lasciava andare alle emozioni e soprattutto al pianto. In quel momento, mentre guidava verso il commissariato a tutta velocità – ringraziando il fatto che fossero le due di notte di lunedì e che quindi non ci fosse traffico a quell’ora – si lasciò andare ad un pianto liberatorio. Aveva capito tutto, ed avrebbe trovato la prova schiacciante che testimoniava il fatto che Draco non fosse colpevole. Aveva perso qualcosa che mai avrebbe potuto rimpiazzare; aveva amato come mai, ripescando quei sentimenti dai ricordi che aveva, che andavano e venivano ad intermittenza, ed era andato tutto storto.
 
Poteva andare peggio?
 
Pigiò il piede sull’acceleratore e sfrecciò tra le macchine, ignorando un semaforo rosso. Dopo pochi minuti si ritrovò a parcheggiare di fronte al dipartimento della scientifica. A quell’ora erano tutti a casa: il giorno dopo sarebbe cominciato il processo a Draco Malfoy ed erano tutti a riposarsi per quello che consideravano il grande evento.
Draco era odiato da tutti, semplicemente perché nessuno si era preso la briga di conoscerlo davvero; i più lo giudicavano per i suoi soldi, o per il modo in cui gestiva il Tottenham calcio.
Hermione chiuse la macchina e in pochi secondi si ritrovò a correre per i corridoi bianchi del dipartimento. Salutò velocemente la guardia all’ingresso ed entrò nel suo ufficio. Appoggiò la borsetta sul tavolo, infilandosi il camice bianco; afferrò la cartella con il caso di Draco che le era stato lasciato sul tavolo da Zabini, e sfogliò febbrilmente. Trovato quello che cercava, si diresse verso i microscopi con l’arma del delitto in mano. La osservò attentamente, prima di sottoporla a nuove analisi. Era stata ripulita dalle impronte di Draco ma a lei non sfuggì quello che ad Harry era sfuggito.
 
Impercettibile, una macchiolina alla base del coltello pregiato che faceva parte della collezione di Draco. Era una macchiolina di sangue, che Harry, con la sua miopia, non avrebbe mai potuto vedere. Hermione sorrise e prese un cotton fioc imbevuto della sostanza speciale. Prese un po’ di quel sangue e cominciò ad analizzarlo al microscopio, sperando che quella fosse la prova schiacciante.
 
Erano ormai le otto quando sullo schermo del computer apparve il volto del vero colpevole dell’omicidio di Ron. Il sole era sorto ed Hermione aveva ormai rinunciato a dormire; guardò lo schermo, assottigliò gli occhi.
- Me lo immaginavo.-
 
Stampò i risultati ed uscì da quel posto.
 
C’era una persona da scagionare ed un’altra da imprigionare.
 
*****
 

High up above and down below
When you’re too in love to let it go
But if you’ll never try you’ll never know
Just what your worth.

 
Ore 8.30 – Udienza di Draco Malfoy.
 
Non aveva chiuso occhio.
 
La prospettiva di passare una buona parte della sua vita era terribile, ma non era quello che lo spaventava maggiormente. Hermione avrebbe presto lasciato perdere, e sarebbe andata avanti, innamorandosi di un bravo ragazzo e dimenticandolo, in quella prigione buia e umida, lasciandolo solo. E non era la prospettiva della solitudine che lo affliggeva, ma la prospettiva di una vita senza di lei.
Era troppo innamorato per poter lasciare scivolare via tutto, per poter arrendersi, ma che altro avrebbe potuto fare? Harry Potter aveva le prove schiaccianti ed era convinto che fosse stato lui, ed Harry Potter aveva l’aria di una persona che avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva.
Si sedette sulla sedia dell’imputato, evitando lo sguardo di tutti i presenti che, rumorosamente, stavano aspettando la sua testimonianza. Ginny si avvicinò a lui e gli sorrise.
- Hermione ha avuto un’illuminazione.- sembrava stanca, e Draco aveva notato che aveva ignorato Harry, che invece aveva cercato di parlarle più volte. – Attieniti a quello che abbiamo studiato. Sarai libero, Draco. Hermione ha scoperto il vero assassino.-
- Lo spero davvero. Odio queste schifo di manette.-
Un mormorio concitato li avvertì che il giudice era arrivato; vestito con la classica toga dei giudici inglesi, si sedette al proprio posto ed esaminò le carte.
- Cominciamo.-
L’interrogatorio della difesa fu estremamente semplice; Ginny rifece le stesse domande che avevano concordato insieme, e Draco rispose in modo tranquillo e pacato, sempre guardando negli occhi la sua migliore amica che cercava di infondergli coraggio.
Fu quando Remus Lupin, l’avvocato dell’accusa, si alzò in piedi che Draco cominciò a tremare. E se avesse sbagliato qualcosa?
- Dove si trovava la notte dell’omicidio di Ronald Weasley?-
- Come ho già detto, ero dalla mia amante, Astoria Greengrass.- disse con freddezza.
- Ma non tutta la notte.-
Era vero. Era rimasto gran parte della notte a sbirciare alla finestra di Hermione, come tutte le notti, con la speranza di vederla sorridere davanti a lui, con la speranza che si accorgesse nuovamente di lui.
- Ho girovagato per Londra.-
- Si.. certo. Come mai non ha denunciato il furto della sua  Makhaira? In fondo, è un’arma molto rara.-
Draco respirò a fondo; quel maledetto avvocato lo stava mettendo in difficoltà. Non sapeva che cosa rispondere. Non c’era un vero motivo; era arrabbiato per quella spada, certo, ma era stato più occupato a capire per quale motivo Hermione lo ignorasse in quel modo.
- Con la morte di uno dei miei calciatori, sono stato un pochino impegnato con la polizia.-
- Sa cosa credo, invece, signor Malfoy? Credo che lei abbia ucciso Ron Weasley per rabbia nei suoi confronti. L’aveva affrontata, minacciandola, e le aveva portato via la ragazza, facendole perdere la memoria. Credo sia un motivo più che sufficiente.-
 

Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I…

 
- NO!-
L’intera platea si voltò verso la voce che proveniva dal fondo del corridoio; Hermione Granger avanzava con una busta trasparente in mano e dei fogli nell’altra, con l’aria di non aver chiuso occhio per tutta la notte.
- Signorina Granger, come osa interrompere un processo ufficiale?-
- Oso, signor giudice, perché ho scoperto il colpevole!- si voltò verso Draco e gli sorrise. – E non è il signor Malfoy!-
Cadde il silenzio in aula, ed Hermione lanciò i fogli al giudice.
- Sono coinvolta sentimentalmente, lo ammetto, per questo non ero convinta della sua colpevolezza. C’era un personaggio, tra tutte le persone con cui ho parlato in questi mesi, che non mi ha convinta per niente. Ad Harry, miope, è sfuggita la macchiolina sulla lama dell’arma. Troppo piccola perché lui la vedesse. Così ho analizzato il sangue… come vede dai risultati.-
L’uomo osservò esterrefatto i risultati.
- Ma signorina, è un ragazzo per bene, uno della nostra squadra!-
- Esatto, ecco perché ho ispezionato il suo ufficio. Ho trovato i guanti in lattice della seconda busta; sui guanti, sangue di Ron. Il sangue non è riconducibile all’autopsia, perché il corpo di Ron non ne aveva nemmeno una goccia. Inoltre, sono schizzi, compatibili con la ferita di Weasley. Il colpevole aveva ragionevoli motivi per uccidere Ron.-
La ragazza si voltò verso la platea e, con qualche passo, raggiunse Harry e gli altri della sua truppe.
- Non è vero, Theodore?-
Il  ragazzo aprì la bocca.
- Non capisco, Hermione.-
- Il sangue sul coltello è il tuo. Non hai forse una piccola cicatrice sull’indice destro? Tu sei cugino di Draco, puoi entrare ed uscire dal suo ufficio come vuoi. Volevi Ron morto per quello che mi ha fatto, perché sei innamorato di me, ed incastrando Draco avresti avuto la strada libera. Peccato solo per i guanti ed il sangue. Sarebbe stato tutto perfetto.-
Nessuno osò parlare; Hermione sembrava determinata ad uccidere il suo collega con le sue stesse mani. Lo guardò, fin quando lui non si alzò in piedi e sospirò.
- Non lo nego, Hermione. L’ho fatto solo perché ti amo.-
- Ci sono mille modi di dimostrare quanto si ama una persona, Nott. Uccidere non è uno di questi.-
Si voltò, incamminandosi verso Ginny, che corse da lei abbracciandola. Nello stesso istante,  Harry si alzò in piedi ed arrestò Nott, che non oppose nessuna resistenza. Draco restò a guardare la scena, impietrito. Non si immaginava di certo che tutto sarebbe stato così facile. Avrebbe voluto dirle qualcosa, ringraziarla, urlarle quanto la amasse, ma rimase semplicemente al suo posto, mentre i giornalisti lo circondavano per intervistarlo.
La perse di vista in pochi istanti.
 
Aveva appena perso qualcosa che sapeva di non poter sostituire.
 
*****
 

Tears streaming down your face
I promise you that I will learn from my mistakes.
Tears streaming down your face and I…

 
Hermione piangeva per la seconda volta in vita sua. La tazza di te che aveva tra le mani non poteva riscaldare il suo cuore, ghiacciato dagli occhi gelidi di Draco che non avevano espresso nulla se non indifferenza, quella mattina.
 
Era libero, come Hermione aveva voluto ed aveva sperato, e non l’aveva nemmeno ringraziata. Nemmeno un misero grazie, un sorriso, una parola.
Forse, si era solo immaginata che la loro storia fosse stata perfetta, forse era una storia che andava in un’unica direzione.
 
Forse…
 
Era contenta che almeno per Ginny le cose fossero andate meglio.
 
La confusione che c’era non aveva impedito ad Harry di correre da loro due, ancora abbracciate, e di sorridere nel suo modo speciale. Hermione aveva capito in quell’istante che Harry era solo ingenuo e che aveva agito per proteggere Ginny.
Lasciò la mano della sua migliore amica ed abbracciò quello che era sempre stato il suo migliore amico, il suo confidente.
- Non avercela con te stesso, Harry. So che l’hai fatto per lei.- le aveva sussurrato in un orecchio. – Ti voglio bene,-
- Grazie, Hermione.- la voce di Harry era rotta dall’emozione.
Lei si era poi staccata da lui, e si era rivolta a Ginny.
- Una persona che entrambe conosciamo mi ha detto che fare errori è molto meglio che non fare nulla. Vi meritate un finale sereno.-
Ginny le aveva sorriso.
L’ultima immagine che Hermione aveva di loro era Ginny che lo abbracciava stretto e lui che le accarezzava i capelli.
 
Si era persa di nuovo nei suoi pensieri. Il dolore che provava era inimmaginabile, ma evidentemente avrebbe dovuto aspettarselo. Draco era freddo e calcolatore, e quella era la sua punizione per esserci cascata con tutte le scarpe.  In fondo lei era una con dei problemi di memoria, e nessuno avrebbe mai voluto amare una ragazza che non ricordava il passato. Avrebbe dovuto ricordarsi di imparare dai propri errori.
Ci mise un po’ a capire che il fastidioso rumore che sentiva non era frutto della sua immaginazione ma era il campanello della porta di casa sua.
Lentamente, scese le scale, lasciando la tazza di te sulla sua scrivania. Chi poteva essere a quell’ora?
Quando aprì la porta, se lo ritrovò davanti.
Draco,  i capelli spettinati ed il fiatone. Doveva aver corso.
- Grazie.- le disse, prima di entrare prepotentemente in casa e prenderle il viso tra le mani. – Prima non ho avuto il tempo di dirtelo.-
La baciò, e quel bacio ebbe un sapore nuovo. Un sapore che sapeva di libertà, di felicità e voglia di vivere.
 
Di vivere lei e la loro storia.
 
Hermione si staccò un attimo, solo per poterlo osservare meglio e baciare di nuovo.
- La mia memoria fa schifo.- gli disse, mentre lui la trascinava con se sul divano e cominciava a spogliarla, come se non desiderasse altro da giorni.
- Non importa. Ti farò ricordare ogni singolo giorno.- la baciò nuovamente, con tenerezza. – Io ti amo, e proverò a guarirti.-
 

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you.

 
*****
 
Ed eccoci qui. Chi si sarebbe aspettato questo finale con questo colpevole? Si, a parte Kat Logan che sapeva già tutto! ;) E a questo punto direi che manca solo l’epilogo! La canzone che ho usato è Fix You dei Coldplay. 
Vi ricordo la mia pagina facebook qui.
Un bacio.
Ghost.
   
 
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