Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Rastaban    10/01/2012    2 recensioni
dal prologo: “Ecco dove stava la fregatura di tutto. È certo di vincere a quanto pare” sebastian aggrottò le sopracciglia. Voleva giocare Grelle? Ebbene, avrebbe avuto il suo gioco. Dopotutto la possibilità di disfarsi di quella sottospedie di stolker in tacchi alti era decisamente troppo allettante perché Sebastian la lasciasse sfumare.
Grelle propone a Sebastian una sfida, se sarà lui a vincere Sebastian sarà costretto a uscire con lui per un giorno intero; se perderà sparirà per sempre dalla vita del maggiordomo.
Sebastian accetta certo di vincere. Trenta giorni possono essere infiniti se hai attaccata una piattola come Grelle, Sebastian scoprirà quanto possono esserlo mentre lo shinigami cerca di farlo innamorare
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Ciel si svegliò, livido e dolorante, con la luce che fitrava dalle finestre dritta negli occhi. Sbuffò infastidito voltandosi dall'altra parte prima di sentire il leggero e piacevo aroma di thè che si stava spargendo nella stanza.
Si mise a sedere, stranito cercando la familiare figura slanciata di Sebastian.
Ricerca che non produsse successo alcuno.
Aggrottò le sopracciglia, infastidito, prima di alzarsi e prendere in mano la tazza bianca decorata con un motivo floreale.
Sfogliando distrattamente il Time si portò la tazza alle labbra bevendo un sorso di thè.
Pochi secondi dopo lo risputò disgustato.
“sale” brontolò.
Prima che potesse dire o fare altro entrò Sebastian con il vassoio della colazione.
Lo sguardo del maggiordomo volò tra il carello che stava spingendo e la tazza tra le mani del suo bocchan, poi lui e Ciel si guardarono negli occhi.
“Grell” dissero all'unisono.
Ciel con il tono esasperato di chi ha a che fare con un deficiente totale, Sebastian con il sibilio irritato di chi sta pronunciando una terribile bestemmia.
Chiuso in un silenzio stizzito per l'intrusione di quella checca nei suoi compiti di maggiordomo Sebastian vestì Ciel e lo assistette nella colazione. Fu costretto a far terminare quel momento di silenzion per cause di forza maggiore quando si trovò a dover elencare al padroncino gli impegni dlla giornata. Abituato com'era a ingiare bile per colpa di quel moccioso viziato che serviva il demone si costrinze a ignorare la stizza e parlare come se  nulla fosse.
Poco dopo Sebastian entrò in cucina furioso alla ricerca dello shinigami, trovandovi però soltanto Finnian. Sibilò, impercettibile agli uomini ,e si diresse verso la camera dell'oggetto della sua ricerca.
Appena entrato nella camera di Grell Sebastian si ritrovò lo shinigami appresso, saltellante e eccitato, intento a parlare a raffica, senza respirare tra una parola e l'atra, su quanto fosse felice che lui avesse già ceduto al suo fascino e di quali e quante posizioni gli sarebbe piaciuto utilizzare. Sebastian non sentì il bisogno di chiedere spiegazioni a quel depravato; di urlagli di togliersi dai piedi il bisogno però lo sentì eccome in compenso. Poi fissando truce un piagnucolante Grell Sebastian si sentì in dovere di dirgli ce se avesse anche solo provato a pensare di occuparsi nuovamente del suo pardoncino gli avrebbe strappato le interiora per fargliela mangiare.
Dopo tale sgadevole compito, reso ancor più sgradevole dai mugolii depressi di Grell e le sue continue interruzioni Sebastia si ritirò per tornare ad occuparsi della gestione della casa.
Fu poche ore dopo che Sebastian andò ad aprire ad una festante Elizabeth Cornelia Ethel Middelford e dovette assistere, silenzioso e impotente, alla completa distruzione del suo lavoro di quella mattina sull'arredamento e l'ordine della Manor house; fu con estremo disappunto che vide fiocchi, nastri, pupazzi e trine di vario genere finere appesi ovunque nella villa, togliendole quell'atmosfera accogliente e spartana -che lui si era premurato di ottenere- a favore di una facciata rosa e fanciullesca. Fu con terrore che ,poi, vide sparire la fidanzata del signorino insieme a Grell e avrebbe tanto volentieri evitato di sentirli progettare, tristemente esaltati, una “seduta trucco fra donne”. Sebastian sperò, pregò, che il suo -purtoppo perfetto- udito avesse difettato, implorò di non aver sentito quelle drammatiche quattro parole, otto sillabe, venti lettere che lo avrebbero, altrimenti, costretto a subire le moine di un Grell più truccato ed effemminato del solito.
Una sola parola lasciò le sue -perfette- labbra mentre tornava ai suoi compiti.
“checca”.
Quando Ciel scese in salone e vide come era conciata la sua villa chiuse l'cchio destro per qualche -lunghissimo- secondo pregando tutti i santi -noti o sconosciuti che fossero- che quel terremoto umano con un assurdo quanto inesatto concetto della parola kawaii che rispondeva al nome di  Elizabeth Cornelia Ethel Middelford che per tristi -e ignoti- motivi era anche la sua futura moglie non fosse realmente arrivata ancora una volta senza preavviso alla sua villa, a distruggere i suoi progetti per la sua giornata.
Le sue speranze furono crudelmente distrutte quando sentì la voce di Lizzy strillare quello che si poteva considerare il suo marchio di fabbrica
“kawaii”
Indice e medio di ambo le mani corsero a massaggiare le tempie in piccoli circoletti mentre Ciel si imponeva di restare calmo, non poteva, non doveva, fare quello che l'istinto gli urlava di fare. Era il conte Phantomhive, e non uno straccione qualsiasi. Doveva mantenere saldo il suo autocontrollo.
Fu pochi minuti dopo che il sopracitato autocontrollo Ciel lo mandò decisamente a farsi benedire. Ne aveva sopportate tante, probabilmente anche troppe ma a tutto c'era un limite. Va bene vestirsi da donna se si deve catturere un omicida, va bene anche tollerare l'assassino della zia in giro per casa, o tollerare che Lizzy facesse il bello e cattivo tempo quando arrivava a casa sua, poteva anche sopportare quel microcefalo di Lau perennemente in casa sua a fare non si sa chè o quei due folli di Agni e il suo -appiccicoso- pupillo, insomma del conte si potevano dire tante cose ma non che non fosse paziente, o, quantomeno, tollerante. Ma questo, questo era davvero troppo. A tutto c'è un limite e lui aveva appena trovato il suo. Aveva sopportato innumerovoli orrori ma quello in cui l'aveva forzatamente coinvolto lo shinigami era intollerabile!
Insomma, come diamine si permetteva quel, quel... quell'invertito di fare una cosa del genere! Coinvolgendo anche Lizzy poi! Era inconcepibile! Lui era il conte Ciel Pantomhive, il cane da guardia della regina! Non un bambolotto abbandonato.
L'immane divertimento che animò Sebastian quando vide come Ciel era  stato conciato bastò a ripagarlo di tutto  quello che aveva dovuto subire fino a quel momento e per i restanti ventotto disgraziati giorni gli bastò richiamare alla mente l'espressione del giovane conte per far affiorare un sorrisetto compiaciuto sul volto.
I capelli del conte erano stati arricciati  e ora aveva una capigliatura riccioluta e infantile, le labbra erano state dipinte di un rosso scarlatto, un velo di ombretto era stato applicato sulla palbebra dell'occhio scoperto, ora contornato di nero. La benda che copriva l'occhi marchiato con il tetragrammaton era stata sostiluita con una rosa bordata di merletto e le unghie erano state smaltate in blu. L'immagine finale era quella di un bimbo -apparentemente sugli otto-nove anni- con lo sguardo imbronciato all'inverosimile e agghindato in un modo che non si poteva definire altro che ridicolo -estremamente ridicolo -. Sebastian ci provò, in ogni modo possibile ma nemmeno lui, il perfetto maggiordomo riuscì a trattenere una risatina divertita, estremamente divertita.
  
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