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Autore: Katedixon    11/01/2012    2 recensioni
Una raccolta di fanfiction, ognuna avrà il titolo di una canzone di Glee, dalla A alla Z. :)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quam/Quick ♥
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Erano due giorni che sua madre e le sue migliori amiche le giravano intorno, sistemavano le cose alla perfezione, sembravano più nervose di lei, il che era assurdo, perché la sposa era lei.
Aveva sognato quel giorno tante volte, il giorno in cui un ragazzo dolce, di cui era innamorata, si sarebbe inginocchiato davanti a lei e avrebbe tirato fuori un anello e le avrebbe fatto la domanda più importante della sua vita.
E quel giorno era arrivato.
 
Era una fredda sera d'inverno e lei e Sam avevano litigato (ancora) per colpa di Noah (ancora). Quinn era seduta a terra, davanti al camino di casa sua e ripensava alla conversazione della mattina, parole come "non mi ami abbastanza o l'avresti dimenticato" vagavano per la sua mente, forse aveva ragione, non l'aveva dimenticato.
Non era sicura di ciò che provava per Puckerman, ma era sicura di quello che provava per il suo Sam, il suo biondino tanto dolce e romantico, era il suo confidente, quasi il suo migliore amico.
Sentì bussare forte alla porta, sembrava il tocco di... ma non poteva essere lui, lui era a Parigi con la sua nuova ragazza. La bionda sospirò e urlò «E' aperto!»
Non aveva intenzione di muoversi dal suo "nido", stava lì al caldo da ore ormai, era come se fosse incollata al pavimento. Sussultò appena vide una chioma bionda entrare in soggiorno, non se l'aspettava, dopo ogni litigata chiarivano subito, ma quella volta sembrava diverso, la faccia di Sam era più arrabbiata e delusa, non pensava che si sarebbe presentato a casa sua.
«Sam io-» Quinn si alzò, ma venne interrotta, così restò immobile davanti al suo ragazzo.
«Aspetta, fammi parlare, ti prego. Senti, non so cosa provi per Puckerman e non so cosa provi davvero per me.» Alzò la mano appena Quinn fece per parlare. «Però so cosa io provo per te. Ti amo Quinn, più di ogni cosa al mondo, sei il mio bene più prezioso e non voglio perderti.» Tirò fuori dalla tasca una piccola scatolina di velluto blu scuro e l'aprì, rivelando un finissimo anello con un diamante in punta. «Voglio passare il resto della mia vita con te.» Si inginocchiò, sorridendo nervosamente. Inclinò la testa di lato, aspettando una risposta, sperava vivamente che fosse positiva, era pronto, pronto a impegnarsi così, pronto a mettere su famiglia.
«Sì, ovviamente sì.» Sussurrò con tutto il fiato che le rimaneva, anche se era davvero poco, e gli si buttò tra le braccia, assaporando quel momento perfetto.
 
Era davanti allo specchio della sua camera, le gambe le tremavano per l'agitazione, indossava il suo bellissimo vestito bianco da sposa e si sentiva morire, avrebbe sposato Sam poche ore dopo, non vedeva l'ora, ma aveva anche una paura tremenda.
Toc toc.
Due leggeri colpi alla porta la fecero girare di scatto.
Il ragazzo stava sullo stipite, indossava uno smoking nero, con una cravatta dello stesso colore che ancora non era stata legata. Aveva i capelli, se si potevano chiamare così, in ordine per una volta e sorrideva beffardamente.
«Cosa vuoi?» La bionda sospirò e tornò a guardare il proprio riflesso, non voleva incontrare il suo sguardo e cedere, non il giorno del suo matrimonio.
«Farle gli auguri di persona, signora Evans.»
«No, vuoi rovinare tutto un'altra volta, vai via e non farmi pentire di averti invitato.»
«Di cosa hai paura? Rovinerei tutto solo se tu cedessi, lo sai.»
Si mise al fianco della ragazza e iniziò a fare il nodo alla cravatta, con il fantasma del sorriso ancora sul viso, l'espressione di Quinn era stata più che eloquente.
«Fabray, sai che non riesci mai a resistermi, potrei averti solo sfiorando uno dei tuoi punti critici.» Detto ciò passò la mano tra l'incavo del suo collo e della spalla, sorridendo.
«Puck per favore, mi devo sposare tra due ore.» 
Sembrava non curarsene affatto, voleva lei, era sempre stato così, sin dai tempi del primo anno del liceo, quando la ragazza ballava con la ristretta divisa delle Cheerios.
«E se stessi sbagliando? Questa è l'unica occasione che hai per scoprirlo, magari non è lui quello che vuoi davvero.» Le sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio con fare suadente.
Portò le mani sotto il lungo vestito e ne alzò la gonna, inarcando le sopracciglia.
Quinn avrebbe voluto opporsi, per Sam, perché lo amava, ma qualcosa più forte di lei le imponeva di non muoversi.
«Puck...» mormorò con tono supplichevole e voce spezzata.
«Andiamo Quinn, lo vuoi anche tu.» 
Prese a baciarle il collo, la ragazza sentiva il suo respiro caldo e rilassato sulla pelle.
Noah portò le mani sulla cintura dei suoi pantaloni e iniziò a slacciarla, ma un'altra mano, più sottile e delicata lo fermò con fare deciso.
«No.»
Soffiò, passandosi la lingua tra le labbra.
«No?» Chiese lui, sopreso dalla sicurezza della bionda.
«No!» Ripetè, allontanandosi. «Hai avuto la tua occasione al liceo, mi hai usata per la popolarità e mi hai gettata via, ora basta, non dipendo da te, ho trovato un ragazzo fantastico con cui passare la mia vita e non rinuncerò a lui.»
Lui restò in ascolto per qualche secondo, sentire quelle parole faceva male, era una doccia fredda, non l'aveva mai usata, era sempre stato innamorato di lei, anche se non l'aveva mai dimostrato, e ora era tardi, aveva ragione.
«Sam è perfetto, è un amico, sono fortunata ad essere innamorata del mio migliore amico
«Hai ragione, ti volevo solo per noia, o per una specie di principio, sono stato il primo, è come territorio marcato.»
«Territorio marcato? Sei un cane per caso?»
«No, noi ragazzi ragioniamo così. Ti chiedo un'ultima cosa: un bacio, solo questo.»
Quinn esitò, cercando di capire cosa nascondesse il viso del ragazzo, ma sembrava sincero, una volta tanto. Si avvicinò a passi lenti e poggiò le labbra su quelle di Puck. Le loro labbra iniziarono a muoversi in sincronia perfetta, come sempre, poi la bionda si staccò, maledicendosi per aver accettato. Aveva sentito ancora le farfalle nello stomaco, era più forte di lei.
«Ci vediamo Fabray.»
Era arrivato alla porta, quando una voce lo chiamò.
«Sarai seduto in seconda fila, dopo?»
Lui le fece un cenno con il capo e uscì dalla porta.
Non ci sarebbe stato, avrebbe fatto troppo male sentire quel "sì" detto a un'altra persona.
Ti aspetterò, prometto che lo farò.
 
«Vuoi tu, Lucy Quinn Fabray, prendere Sam Evans come tuo legittimo sposo?»
Un secondo di esitazione, in cui provò mille sentimenti insieme. Guardò verso i parenti e gli amici, lui non c'era, proprio come si aspettava, quello di poche ore prime era un probabile addio.
Tornò a guardare il ragazzo biondo che stava davanti a lei, aveva un'aria raggiante, rassicurante, faceva venire voglia di essere stretta tra le sue braccia per sempre, voleva addormentarsi guardando il suo sorriso e voleva svegliarsi la notte per il pianto dei suoi figli, dei loro figli.
Era lui quello che amava, l'uomo della sua vita.
Puck avrebbe sempre occupato un postò impotantissimo nel suo cuore, non l'avrebbe mai dimenticato, lo sapeva, era il suo primo amore e il primo amore non si scorda mai, ma era finita con lui, era il primo amore del liceo, basta.
«Lo voglio.»
  
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