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Autore: HarleyQ_91    11/01/2012    1 recensioni
“Ehm… credo che dovremmo fare l’esercizio”. Mi azzardai a dire.
Lui rilassò la fronte e assunse un’espressione più serena. La pelle bianca gli dava uno strano fascino. Era bello, ma sembrava finto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Lo so, lo so... è parecchio che non aggiorno e mi dispiace!xD
Sotto capodanno però non potevo proprio e poi mi sono rimessa a studiare!
Comunque vi auguro buon anno, anche se in ritardo e una buona Epifania...
ora credo sia meglio non dilungarmi, vi ho fatto già aspettare molto!^^

******

CAPITOLO 7
- Discussione -

 
Nei giorni a seguire il sole riapparve sulla riserva e sulla fredda e piovosa Forks.
Naturalmente i Cullen non si fecero vedere. Nessie mi aveva raccontato che quando un vampiro si espone alla luce del sole la sua pelle comincia a brillare come fosse ricoperta di diamanti. Chissà se un giorno ne avrei mai visto uno?
Tuttavia non avevo mai desiderato tanto la pioggia in vita mia. Era passata una settimana da quando io e Daniel avevamo avuto la nostra conversazione e sinceramente avevo paura che, oltre ad allontanarsi dai Cullen, avesse deciso di andarsene anche da Forks.
In fondo, se davvero non era un “vegetariano” non poteva restare nel luogo vincolato dal patto coi licantropi.
Però non volevo che se ne andasse.
L’unico fatto positivo era che, non vedendo i Cullen a scuola, Samuel non sentiva più la loro puzza sulla mia pelle. Da quel che avevo capito, il suo olfatto sviluppatissimo riusciva a distinguere l’odore proveniente dal mio sangue – ossia della mia parte vampiresca – da quello della mia pelle, cioè dovuto da contatti esterni.
La convivenza con lui comunque si stava rivelando più facile di quanto mi aspettassi. Era un tipo piuttosto taciturno.
Venire poi a sapere che aveva perso entrambi i genitori quando aveva sette anni e che aveva vissuto con lo zio finché, divenuto maggiorenne, non decise di andare a vivere da solo per non essergli più di peso, mi rese più transigente e comprensiva nei suoi confronti.
Certo, se avesse evitato di spifferare a mio padre che puzzavo di vampiro mi avrebbe fatto un gran favore.
Jacob ormai aveva capito che non desideravo altro che conoscere – diciamo pure conoscere ufficialmente – i Cullen.
E poi c’era Nessie. Erano anni che non vedeva i suoi genitori e per quanto potessero sentirsi per telefono – il che non capitava spesso perché i Cullen si spostavano di continuo facendo ogni qual volta perdere le loro tracce – non era come parlarci direttamente.
Avevo provato a chiedere a mia madre di andare ad incontrarli solo noi due, anche all’insaputa di Jacob se occorreva, ma lei aveva sempre rifiutato.
“Non credo sia il momento adatto”. Mi diceva. “L’inondazione ha sconvolto tutta La Push e non voglio lasciare tuo padre da solo a prendersi sulle spalle tutto il lavoro di riorganizzazione della riserva”.
Come sempre metteva mio padre davanti ad ogni cosa. D’accordo che tra di loro c’era un legame indissolubile – il famoso imprinting di cui Jacob mi aveva accennato una volta, ma non ne sapevo molto – però Nessie avrebbe dovuto pensare anche un po’ alla sua vita, no?
“Ehi meticcia… posso entrare?”
Mi voltai verso la porta della mia stanza, ma prima che potessi rispondere Samuel era già entrato e si era seduto sulla sedia davanti alla mia scrivania.
“Non ti azzardare più a chiamarmi in quel modo!” Lo minacciai mentre posavo il libro che stavo leggendo sul comodino.
Ogni tanto si divertiva a stuzzicarmi. Perché poi? Gli piaceva tanto farmi arrabbiare?
“Nervosetta oggi, eh?” Chiese sarcastico.
“Non sono nervosa, sono incazzata!” Risposi schietta e incrociando le braccia sul petto.
“Ancora per la storia dei Cullen?”
“Certo! Non capisco che cosa aspetti mio padre per farmeli incontrare. Anche mia madre è ansiosa di rivedere i suoi genitori, non capisce che così la fa soffrire?”
“Jacob è solo preoccupato”. Disse disinvolto e con un sorriso.
“Che cosa ne puoi sapere tu?” Era venuto in camera mia per farmi la morale? Oh no, da lui proprio non l’avrei accettato!
“Ti ricordo che, quando siamo entrambi trasformati in licantropi, io e tuo padre possiamo leggerci nel pensiero. So bene ciò che prova”.
“Ma davvero?” Chiesi sarcastica. La sua aria superiore mi dava ai nervi. “Allora, ti prego, illuminami”.
Samuel sbuffò, di certo resosi conto del mio sarcasmo, e si sedette al contrario sulla sedia, appoggiando le braccia incrociate sullo schienale.
“Hai mai pensato che a Jacob non vada a genio tutto questo interesse per i Cullen? Insomma, loro sono vampiri e lui è un licantropo. Come la prenderesti se tua figlia smaniasse tanto per incontrare il tuo nemico giurato?”
“Ma Jacob lo sa che i Cullen sono buoni”. Risposi sorridendo, come se l’osservazione fosse ovvia. “E poi doveva pensarci prima di sposarsi un mezzo vampiro, non credi? Praticamente è stato proprio lui a volersi imparentare con i suoi nemici giurati!”
Samuel scosse la testa. “L’imprinting non si può controllare, Jacob non poteva sapere che si sarebbe innamorato di Renesmee. Ma la natura detta leggi molto chiare: i licantropi e i vampiri non possono far parte di una stessa famiglia”.
Mi misi seduta sul letto ed aggrottai le sopracciglia. Avevo i nervi a fior di pelle.
Non ne potevo davvero più. Dovevo andare a chiedere spiegazioni direttamente a mio padre. Se davvero gli dava così fastidio che avessi rapporti con i Cullen, perché mi aveva permesso di trasferirmi a Forks?
Uscii dalla mia stanza e percorsi il corridoio con passo pesante, così che i miei genitori in salotto potessero capire che stavo arrivando e che ero di pessimo umore.
Difatti trovai Jacob seduto sul divano con lo sguardo rivolto verso di me e le braccia incrociate sul petto, pronto ad accogliere qualsiasi cosa dovessi dirgli. Nessie era seduta sul bracciolo accanto a lui e gli cingeva le spalle con il braccio.
“Papà adesso mi spieghi per quale motivo non vuoi che io incontri i Cullen!” Cominciai fredda e decisa, fulminandolo con lo sguardo. Lui inarcò le sopracciglia e sorrise leggermente.
“Jodi, tesoro, non è vero che non voglio. È solo che questo è un periodo critico per la riserva. Cerca di capire, non posso abbandonare la gente di La Push”.
“Piantala con questa scusa idiota!” Lo incalzai sedendomi sulla poltrona di fronte a lui. Davvero mi credeva così stupida? “Si tratterebbe di andarli a trovare un pomeriggio. Pure oggi stesso, tanto è domenica e c’è il sole, quindi stanno sicuramente a casa”.
Jacob si alzò in piedi e prese per mano mia madre. “Modera il tono, signorina!”
Ammetto che la sua struttura possente e la voce profonda mi incutessero un po’ di paura, ma non dovevo lasciarmi abbattere.
“Ti ho promesso che li andrai a trovare, ma io dovrò essere presente. Ed in questi giorni non è possibile”.
“Ma perché? Hai paura che possano mordermi?”
“Non dirlo neanche per scherzo, Jodi!” Lasciò la mano di mia madre e se la portò davanti alla bocca.
“E’ questo dunque. Non ti fidi di loro”. Poi mi voltai verso mia madre. “Mamma ma lo senti che cosa dice? Perché non ribatti? Ti sta praticamente costringendo a non vedere la tua famiglia”.
“Tua madre è libera di vedere i suoi genitori quando vuole”. Intervenne di nuovo Jacob. “Io non l’ho mai costretta a far nulla. Quella di non incontrarli è una sua scelta”.
“Perché sa che ti darebbe un dispiacere!” Commentai.
Doveva essere per forza colpa dell’imprinting. Da quel che riuscivo a capire questo fenomeno faceva innamorare un licantropo con la sua anima gemella, ma a quanto pareva la donna era destinata a sottostare al volere dell’uomo. Io l’avevo sempre detto che La Push era un covo di maschilisti.
“Adesso piantala, Jodi!” La voce ferma di Nessie mi fece irrigidire totalmente. “E’ vero, tuo padre non manda giù il fatto che sia imparentato con dei vampiri. Non lo ha accettato e forse non lo accetterà mai. Ma non puoi aggredirlo per questo”.
“Ma se lui non vuole avere niente a che fare con loro, a me sta bene”. Risposi abbassando un po’ il tono di voce. Con Nessie non riuscivo a vestire i panni della ragazza in collera. “Però non può negarmi di incontrarli. In fondo in me scorre anche il loro sangue”.
“Per una minima parte”. Intervenne Jacob quasi ringhiando. “Per metà sei licantropo e solo per un quarto vampiro”.
“Sì, lo so”. Sbuffai. Doveva sempre precisare ogni cosa. “Però resta il fatto che un po’ vampiro lo sono. Quindi ho tutto il diritto di conoscere i Cullen”.
In quel momento presi una decisione. Mi diressi verso l’appendiabiti e presi in mio cappotto.
“Li conoscerai, ma non oggi”. Continuò Jacob. Ma io non gli davo ascolto, ormai avevo deciso.
Mi infilai la giacca, dopodiché presi Samuel per un polso e lo trascinai dietro di me – stranamente non si oppose. Meglio così, il suo fiuto infallibile mi sarebbe stato di grande aiuto –.
“Papà, pensala come vuoi. Ma io sono stufa”. Dissi aprendo la porta di casa. “Non intendo aspettare oltre, mi dispiace”.
Mi chiusi la porta alle spalle, pronta a partire in quarta se Jacob avesse voluto seguirmi. In parecchie gare che avevamo fatto, avevo riscontrato di essere più veloce di lui. Ma, passato qualche minuto e notando che non usciva nessuno da casa, presi la mia moto e salii in sella.
“Sei disposto a farmi da guida?” Chiesi a Samuel, mentre mi infilavo il casco.
“Seguire l’odore dei vampiri è una cosa che mi disgusta, ma resisterò”. Aveva la mascella serrata ed i tendini tirati. Si stava preparando per trasformarsi.
“A che devo tutta questa gentilezza?” Chiesi sarcastica.
“Ho sentito spesso parlare dei Cullen e non voglio perdere la possibilità di incontrarli”.
In quell’istante si lanciò dentro il piccolo bosco antistante la mia casa per poi riuscirne in una forma animale di circa tre volte più grande di lui e di sicuro meno attraente.
Accesi la moto e partii. A dire il vero mi sembrava assurdo andare a conoscere una famiglia di cui già conoscevo la maggior parte dei componenti – mi mancavano solo Carlisle ed Esme –. Forse erano più loro che avrebbero conosciuto me, chi ero realmente.
In fondo, ero intenzionata a raccontargli tutta la verità.

******

Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto!^^
Credo però che servano delle precisazioni:
- Ho fatto dei cambiamenti nel carattere di Jacob, come credo si sia notato, ma è stata una scelta a scopo narrativo e (speziamo una lancia in favore del lupacchiotto) in fondo c'è da dire che, per quanto possa rispettare i Cullen, in fondo restano sempre i suoi nemici giurati - la natura non gli permette di fidarsi completamente di loro - perciò è solo preoccupato per la figlia e per la moglie!xD
- Anche il fatto di aver reso l'imprinting un fattore di semi-servilismo femminile è solo a scopo puramente narrativo! Anche se, ad essere sincera, l'ho sempre visto un po' così, anche mentre leggevo i libri!xD
  Vabbè, non credo ci sia altro da dire!^^
  Aspetto le vostre opinioni!
Un saluto!

*HarleyQ_91*

  
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