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Autore: Shade Owl    12/01/2012    2 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Ricomparvero davanti ad un cottage rustico, fatto interamente in legno e mattoni, nel mezzo di un folto bosco situato tra alte colline. Si trovavano in uno spiazzo privo di alberi per un raggio di circa una trentina buona di metri. Un sentiero fangoso si allontanava da lì, solcato da tracce profonde di pneumatici e pozzanghere. Dal retro sporgeva il bagagliaio di una macchina blu scolorita, facendo timidamente capolino da dietro l’angolo. Non molto lontano da lì, rannicchiata tra le alture, era possibile scorgere una città.
- Bel posto.- disse Miley, colpita - Dove siamo?-
- A casa mia.- rispose Timmi.
Quando furono entrati disse loro di accomodarsi, così si sedettero tutti sulle poltrone e il divano di fronte al camino (Devon e Miley lo fecero con un po’ di nervosismo). Il fuoco era spento, ma il mezzodemone mise qualche ciocco e lo accese rapidamente con la magia, così che l’ambiente fu subito riscaldato dalle fiamme.
Skin, seduto sulla poltrona più vicina alla porta, si stiracchiò un poco, guardandosi attorno, apparentemente a proprio agio.
- Devo proprio ammetterlo, l’hai sistemata davvero bene.- disse con sincerità - Almeno hai finito di arredare, l’ultima volta mancava ancora parecchio.-
- Grazie.- rispose Timmi - Io mi prendo una Coca.- annunciò - Tu vuoi niente?-
- No, grazie.-
- E voi due?-
Devon non rispose, ma Miley invece si voltò.
- Un succo di frutta, se ce l’hai.-
Il ragazzo la guardò stupito, e lei si strinse nelle spalle.
- Bhè, visto che l’ha chiesto…- disse, imbarazzata.
- Mela va bene?- gridò Timmi, la testa nel frigo.
- Sì, grazie.-
Tornò da loro, diede il succo a Miley e si sedette nella poltrona vicina alle scale, tornando a rivolgersi a Skin per riprendere il discorso della sua casa.
- Comunque, dovevi vedermi mentre portavo i mobili…- gli raccontò - … Nadine mi ha fatto fare avanti e indietro cinque volte per ognuno, prima di trovare la giusta “combinazione di luce e ambiente”, qualunque cosa voglia dire… come se non potessi decidere da solo come arredare casa mia. Quando è toccato al divano, poi…- scosse la testa, sospirando - Per non parlare, inoltre, di questo coso qui.- sbuffò, accennando col capo al tavolino in vetro davanti a loro.
Skin ridacchiò.
- Ancora non sei riuscito a liberartene?-
- A te cosa sembra? - grugnì il mezzodemone - Anzi, comincio a disperare di farlo sparire…-
Miley  (che sorseggiava timidamente il succo di frutta) e Devon, seduti così vicini da sembrare quasi incollati, spostavano lo sguardo tra i due ospiti con un misto di timore e sospetto: non avevano idea di cosa dovessero aspettarsi da loro. Lui li aveva sentiti parlare chiaramente di cosa fare nel caso in cui il talismano non potesse essere rimosso, ma avevano comunque scelto di salvarli. Era di nuovo una situazione ambigua ed avevano, di nuovo, un po’ paura di cosa potesse succedere.
Gli altri due sembrarono accorgersi del loro stato d’animo, e smisero subito di parlare della casa e dei mobili.
- Ora vorrei che mi spiegaste…- esordì Timmi, scurendosi in volto - … cosa accidenti vi è passato per quell’ammasso di segatura che avete il coraggio di chiamare cervello quando siete spariti in quel modo. Cosa speravate di ottenere?-
- Vi ho sentiti parlare, ieri!- disse subito Devon - Ho sentito cosa dicevate tu, il Custode dell'Eden, la Addley e quell’Arcangelo!-
Timmi e Skin si scambiarono un’occhiata e, mentre il Fantasma scoppiava a ridere piano tra sé e sé, il mezzodemone sbuffò un’imprecazione incomprensibile.
- Che c’è?- chiese stupito il ragazzo.
- C’è che odio quelli che origliano e che se ne vanno prima di aver finito…- grugnì Timmi - Se ti fossi degnato di restare dietro quella porta un altro paio di minuti, avresti sentito l’urlo folle che ho lanciato un paio di minuti dopo!-
I due ragazzi si guardarono, stupiti.
- Ehm… che urlo folle?- chiese Miley.
- Quello che ho sentito persino io, tre porte più in là.- rispose Skin - Data la distanza non ho compreso tutte le parole, ma mi è sembrato di cogliere cose come “decerebrati” e “teste di cocomero”.- guardò Timmi, incuriosito - Che poi non capisco: “teste di cocomero” è un insulto?-
- Sì, se aggiungi la parte “marce e rosicchiate dai vermi”.- rispose lui.
- Bhè, ad ogni modo, potete immaginare la faccia che ha fatto Timmi…- proseguì Skin - … quando Nadine l’ha zittito con la magia per lasciare a Daniel il tempo di spiegargli che non parlava sul serio: non lo farebbe mai. A dire il vero, dubita seriamente che sarà necessario, confida di trovare una soluzione, e ci sono delle discrepanze nel funzionamento del Talismano che lo lasciano perplesso. Sei al sicuro, non devi preoccuparti.-
Devon sentì un improvviso calore salirgli dal colletto, e gli parve che tutta la stanza gli si stringesse attorno: a quanto pareva, aveva completamente frainteso.
- Da… davvero?- chiese.
- Sì.- grugnì Timmi, e si capiva che era imbarazzato tanto quanto lui - Finita la mia fantastica figura di merda sono venuto a cercarvi, e quando non vi ho trovati Nadine mi ha tolto la voce di nuovo.-
- Perché?- chiese Miley.
- Perché diceva che aveva esaurito il numero di parole grosse, per quel giorno.- sghignazzò Skin - In compenso, Jo è corso a nascondersi nelle profondità del castello. Alis e Xander ci hanno messo venti minuti buoni prima di stanarlo… non aveva capito di dovervi tenere d’occhio, poveretto.-
- Poveretto un corno!- sbottò Timmi, furente - Giuro, un giorno o l’altro lo rimando a fare il corso di preparazione…- trasse un vibrante sospiro e parve calmarsi - Ora parleremo della vostra protezione, se mi assicurate di non fare mai più una cosa tanto cretina, a meno che non vogliate che l’Artiglio Nero faccia a voi quello che abbiamo fatto oggi al serpentone.-
Devon sprofondò nel divano.
- Cosa vuoi fare?- chiese la ragazza.
- Ho pensato di dividervi.- spiegò - So che potrebbe sembrare strano, ma credo che sia il modo migliore per tenervi al sicuro.-
- Perché?- chiese Devon, raddrizzandosi - Non sarà più facile sorvegliarci se restiamo uniti?-
- In teoria sì.- disse Skin - Ma tu eri un Emissario… anzi, in teoria lo sei ancora, e questo complica le cose. L’Alleanza avrà capito che li hai abbandonati, e vorranno cercarti. Non possiamo sapere cosa faranno pur di recuperare il Talismano del Patto di Sangue, e se dovessero prendere il controllo della tua mente, o riuscire a spiare ciò che vedi in qualche modo, sarebbe un bel guaio. Meglio separarvi, almeno per adesso.-
Il ragazzo annuì lentamente: in effetti, ciò che dicevano per lui aveva senso. Non era un rischio così assurdo, tutto sommato.
- Va bene.- disse, anche se un po’ a malincuore - E Miley? Anche lei dovrebbe stare lontana dalla magia, no?-
- Meglio che stia lontana da tutto.- rispose Timmi - Lei rimarrà qui. La mia casa è protetta forse anche meglio del palazzo del Sommo Concilio, a Daniel piace tenermi circondato dalla magia bianca, ha piazzato un Nesso Bianco qui sotto giusto lo scorso Settembre, tanto per darmi un “rinforzo positivo”, come l’ha chiamato lui. Sarà al sicuro qui tra i boschi. Nessun demone o stregone oscuro potrebbe sperare di raggiungerci.-
Il ragazzo aggrottò un sopracciglio.
- Ma perché con te?- chiese - Perché non da una della tua squadra… Nadine, o Alis? O da Liz Addley?-
Timmi sbuffò.
- Non c’è bisogno di essere gelosi.- disse, ed entrambi si sentirono avvampare - Primo, io ho già la ragazza, ed è un miracolo che abbia deciso di non uccidermi quando le ho detto cosa avrei fatto una volta trovati voi due. Secondo, sono molto meglio di Xander, Alis, Jo o di Nadine. Sono bravini, devo ammetterlo, nonostante Jo sappia essere un vero demente…-
- E lo sono abbastanza da farglielo sapere?- lo interruppe Skin, sorridendo.
- Taci, tu!- sbottò Timmi - Dicevo, con me è più al sicuro. Non possiamo rischiare che il Talismano venga trovato ancora. E tu non sarai lontano, la città è ad un’ora da qui. E poi da Alis non c’è spazio e Liz è in un mondo pieno di magia: il Talismano darebbe fastidio al regolare svolgimento delle attività quotidiane, e diventerebbe più rintracciabile. Infine, Nadine ha un padre che non accetterebbe volentieri qualcuno che gli mando io, visto quanto gli sto simpatico.- aggiunse con una smorfia.
- Perché non gli piaci?- chiese Devon.
- Perché sto con la sua unica figlia, immagino.- guardò Skin - Lo porti tu da Xander?-
- Certo.- disse il Fantasma - Ti aspetto fuori.- annunciò, avviandosi verso l’uscita.
- E io sistemo un letto per Miley.- aggiunse Timmi, salendo al piano di sopra.
Nel giro di trenta secondi erano rimasti di nuovo da soli. Miley e Devon si alzarono in piedi e si voltarono a guardarsi.
- Bhè, mi pare che non ci sia molta scelta.- disse il ragazzo - Dubito che Timmi accetterà eventuali proteste.-
- Già, non mi sembra proprio il tipo.- annuì Miley.
- Comunque tornerò presto, d’accordo?-
Lei annuì.
- Promesso.- gli ricordò lei.
- Certo.- Devon la abbrcciò brevemente - Tieni gli occhi aperti, okay?-
La ragazza rispose alla stretta.
- Anche tu, stai attento.-
- Non preoccuparti.- disse, separandosi da Miley - Arrivederci.-
E raggiunse Skin all’esterno.

Miley si lasciò cadere sul divano, prese uno dei piccoli cuscini lì di lato e se lo premette sulla faccia, abbracciandolo. Sentì dei passi scendere le scale, e capì che Timmi era tornato.
- Andato?- chiese.
- Sì…- grugnì lei da sotto il cuscino.
- E tu non gli hai detto che ti piace, vero?-
- Che ne sai tu?- sbottò, sempre da sotto il guanciale.
- Se esci da lì sotto te lo dico.-
Miley si tirò a sedere e mise via la sua morbida copertura.
- Allora?-
- Bhè, è più che evidente.- spiegò semplicemente il mezzodemone, stringendosi nelle spalle - Basta guardarti, lo capirebbe chiunque. Forse anche Jo.- poi ci pensò un attimo e sospirò - No… forse lui no…- ammise poi.
- Ma nemmeno se ne accorge.- sbuffò lei.
- Naaaah…- disse Timmi - Lui se ne accorge, ma fa finta di niente.-
- Sul serio?- chiese lei, sorpresa.
- Certo.- annuì convinto il mezzodemone - O è così, o è ancora più idiota di quanto non mi sembri già.- aggiunse, avviandosi verso la cucina.
- Non chiamarlo idiota!- esclamò Miley, rincorrendolo.
- Io chiamo idiota anche Xander e Jo. Jo soprattutto, almeno due volte al giorno, tre volte la domenica e quattro durante le feste.- spiegò, prendendo un pacco di uova dal frigorifero - Stasera uova strapazzate, sono la cosa che mi viene meglio…-
- Li conosci da tanto?- chiese Miley, mentre lui cominciava a cucinare - Jo, Xander e le altre, intendo.-
- Abbastanza, anche se non è proprio una vita intera.- rispose lui - Ma la nostra è una storia un po’ particolare. Vuoi sentirla?-
- Posso?- si stupì la ragazza - Insomma, non è roba top secret o cose del genere? Non c’è segreto militare o altro?-
- Non sempre.- ridacchiò Timmi - In questo caso no, posso vantarmi del mio incredibile successo con chi voglio. Allora, ti interessa?-
- Certo!- annuì Miley - Dai, tu racconta, io apparecchio!-
Passarono la cena con il mezzodemone che le spiegava cos’era la terribile Fornace Demoniaca, della sua missione per smantellarla, di come aveva incontrato Jo, Alis, Nadine e Xander durante una rissa con la squadra di football della scuola, del suo orrido fratello maggiore Kyle Anderson, il mostro conosciuto come Divoratore di Anime, e delle peripezie passate sull’orribile isola di Sebastian Ducan. A fine cena, Timmi aveva il fiato corto per il tanto parlare, e Miley lo ascoltava impressionata.
- … poi Daniel mi ha rimesso in sesto ed io sono tornato qui.- terminò - Ho reclutato quei quattro e da allora mi sono costruito questa bella casetta nel bosco.-
- Accidenti!- esclamò la ragazza - Certo che ne avete passate, insieme.-
- E questo è niente.- disse lui - Ormai è passato più di un anno, da allora. Abbiamo svolto anche altre missioni.-
- E quali?-
- Bhè, la prima è stata sei mesi fa.- spiegò, sparecchiando - Abbiamo dovuto fare un po’ a botte con un Emissario delle Ombre che non moriva mai… anche per colpa del tuo ragazzo…- Miley arrossì leggermente - … ma se te la racconto, passiamo la notte in bianco. Meglio se ne parliamo domani, immagino che tu sia sfinita.-
Non appena lo disse, si rese conto che Timmi aveva perfettamente ragione: fino ad allora non ci aveva fatto poi molto caso, concentrata com’era sulla cena e sulla storia, ma era davvero stanchissima. La fuga, le emozioni, il gigantesco serpente a sette teste, il Minotauro… non ne poteva più. Forse avrebbe dovuto dormire, almeno un po’, e farlo in un letto vero.
- D’accordo.- disse, piuttosto assonnata - Vuoi una mano con i piatti?-
- No, no.- la rassicurò lui - Ho i miei sistemi.-
Fece un breve gesto con la mano rivolto alle stoviglie nel lavandino, e quelle cominciarono a lavarsi da soli con un leggero acciottolio.
- Staranno benissimo da soli.- disse Timmi - Ora, a nanna. Se vuoi, domani puoi anche farti un bagno. Ah, e non dire niente ai ragazzi… a loro proibisco di usare la magia per cose così.-
Lei aggrottò la fronte.
- Senza offesa, ma non ti sembra ingiusto?-
- Non devo essere giusto, devo essere me.- rispose lui con un sogghigno - Dai, ora… a letto.-
Grata per l’ospitalità, Miley si fece accompagnare in una camera al piano superiore, dove trovò un letto comodo e pulito, un armadio vuoto ed un pigiama nuovo piegato e sistemato sul cuscino.
- Accidenti…- ridacchiò - Sei sicuro che questa sia la casa di un ragazzo?-
Lui sorrise.
- Sono abituato a tenere pulito tutto.- spiegò - Ho vissuto con Liz per un bel po’, da piccolo, e lei non è tipo da mettere in ordine prima di Pasqua. E poi, Nadine viene qui quasi ogni giorno. È meglio se non le do motivi per lamentarsi, o mi fa a pezzi. Già mi odia perché non voglio le tende a fiori in salotto.- sospirò, dirigendosi verso il corridoio - Io sto qui di fronte. Chiama, se vuoi qualcosa.- aggiunse, aprendo un’altra porta.

***

Il Tredicesimo Membro, preda di un principio di emicrania piuttosto insistente, stava affrontando da almeno venti minuti l’agitazione generale di tutti i suoi colleghi, che urlavano il loro disappunto gli uni contro gli altri, accusandosi a vicenda per il fallimento riscosso, ma soprattutto inveendo contro di lui. Più che ad una riunione dell’Alleanza delle Ombre pareva di essere ad una seduta del Senato Italiano.
- Signori, vi prego!- esclamò, alzando entrambe le braccia - Cercate di calmarvi, per favore!-
Non servì quasi a niente, poiché le proteste non si affievolirono se non di pochissimo. Incredibile come solo dodici persone riuscissero a fare tanto chiasso. Un po’ scocciato, alzò una mano sopra la testa e fece scoppiare una specie di lampo lucente che, finalmente, attirò l’attenzione di tutti. Attese finché il silenzio non fu tornato sull’assemblea, ma ancora qualcuno di loro continuava a vociare.
- Questo è un disastro!- sbottò uno dei membri - Il Sommo Concilio è riuscito a raggiungere il Talismano!-
- Non c’è modo di recuperarlo?- chiese un secondo - Insomma, non possiamo strapparlo al loro possesso?-
- Temo di no.- rispose il primo - L’hanno affidato all’Artiglio Nero in persona, e la sua casa è troppo ben protetta perché noi possiamo avvicinarci.-
- Signori!- esclamò il Tredicesimo Membro, cominciando a spazientirsi davvero - Vorreste, per cortesia, starmi a sentire un momento?-
Finalmente, i suoi agitati colleghi si acquietarono, e lui poté parlare.
- Comprendo bene il vostro sconcerto.- disse - E condivido la preoccupazione che vi attanaglia. Ma posso garantirvi che i nostri piani non subiranno modifiche particolarmente traumatiche. Dovremo affrettare alcune parti di essi, ma sostanzialmente siamo ancora in carreggiata. Non è accaduto niente di grave, sul serio.-
- Come puoi esserne tanto sicuro?- chiese qualcuno - Tu parli dei nostri piani, ma in realtà è il tuo piano, e sta prendendo una piega che non avevi previsto! Un Emissario delle Ombre che ha tradito! Ti avevamo avvertito, noi…-
- Non è qualcosa che mi potessi aspettare senza un minimo segnale di avvertimento.- ammise, interrompendolo - Ma sapevo che affidare la ricerca del Talismano del Patto di Sangue a Devon Cunningham sarebbe stata una scommessa, visto che il ragazzo fa parte di quei pochi dei nostri servitori che seguono i nostri ordini in buona fede. Tuttavia, era necessaria la sua abilità per trovarlo, oltre che la totale ed evidente assenza di cattive intenzioni. Ed è stato perfetto, in questo: solo lui avrebbe potuto scovare Miley Logan e conquistarne la fiducia. Vi garantisco, è tutto a posto.-
- Ma non volevi che cadesse nelle mani del Sommo Concilio, no?- sbraitò infuriato l’altro - Che follia sarebbe questa, dopotutto?-
- Per favore!- esclamò - Le cose andranno bene! Il piano può funzionare! Quanto al talismano e a Timothy Anderson, ho una conoscenza che fa al caso nostro. La contatterò ben presto, e penserà a sistemare le cose, in modi che voi, forse, non capirete, costringendoli a uscire allo scoperto.-
Li guardò uno ad uno e, anche se comprese di non averli convinti del tutto, avrebbe potuto sperare nella loro obbedienza, almeno per un altro po’.
- Direi che possiamo anche sciogliere la riunione fino a domani.- disse - A presto, amici miei.-
Subito dopo, sparirono tutti.

Il mattino dopo, Devon si svegliò nella camera degli ospiti a casa di Xander, che era l’unico a poterlo ospitare, essendo i suoi genitori fuori città per un paio di giorni. Quando andò in cucina trovò il giovane mago seduto davanti ad una tazza di latte e cereali a guardare il telegiornale.
- Ciao.- lo salutò Xander - Come va?-
- Bene.- rispose lui, sedendosi lì accanto - Grazie per l’ospitalità.- guardò il televisore, e vide che erano le otto e mezza dall’orologio del telegiornale - Non dovresti essere a scuola?- chiese.
- In teoria sì…- rispose lui - Ma da quando ho imparato ad usare la magia per clonarmi, fare sega è diventato uno scherzo.- sghignazzò - Ma non dirlo a Timmi, o mi ammazzerà!- aggiunse in fretta.
- Tranquillo, sarò una tomba.- ridacchiò Devon.
- Comunque, per questi giorni in particolare ho il suo permesso.- continuò - Dovendo ospitare te posso restare a casa, a quanto mi dice. Anzi, devo, visto che ti serve protezione.-
Il ragazzo non commentò con i classici “me la cavo da solo” o “non è necessario”, visto che aveva appena tradito una società segreta molto potente e pericolosa. Xander aveva ragione, gli serviva aiuto.
- E gli altri?- chiese - Nadine, Jo e Alis?-
- Nadine fa come le pare.- rispose Xander - Di solito non salta la scuola, se può evitarlo, ma Timmi non osa dirle quasi niente. Jo, invece, si diverte a mandare un clone tanto quanto me, ma ha più paura di Timmi ed evita di farlo con la mia stessa frequenza, e Alis è piuttosto rigorosa: usa la magia solo un paio di volte al mese, per quanto riguarda la scuola.- finì la sua tazza di cereali e guardò Devon - Hai fame anche tu?-
- No, grazie.- rispose - Non faccio mai colazione.-
- Male.- disse Xander - Secondo Timmi, fare colazione è una cosa essenziale: quelli come noi non sanno mai cosa può succedere, durante la giornata. Se fosse necessario lottare, allora sarebbe meglio farlo a stomaco pieno, perché così avremmo l’energia per combattere o la soddisfazione di aver mangiato un’ultima volta, in caso di sconfitta.-
Devon aggrottò la fronte.
- Però…- disse - Allegro, il tuo amico…-
- Sì, ha una filosofia particolare.- ammise - Ma è in gamba. Se non ci fosse stato lui con me, l’anno scorso, avrei già conosciuto il creatore.- guardò fuori di finestra - Mi sembra che stia per piovere, ma pensavo di portarti un po’ in giro, tanto per farti vedere la città. Non è enorme, ma val la pena di passare dal parco. Oggi c’è anche il mercato.-
Il ragazzo approvò, e dieci minuti dopo ricomparvero in un angolo nascosto tra due edifici, essendo il parco abbastanza lontano dalla casa di Xander, se si andava a piedi. Appena entrarono tra le bancarelle piene di persone intente a fare compere trovarono Jo ed Alis, che a quanto pareva si erano voluti risparmiare un giorno di istruzione come il loro amico.
- Ehi!- disse Xander, raggiungendoli con Devon - Pensavo che foste a scuola.-
- No, lasciamo le lezioni a Nadine, per oggi.- rispose Alis - E voi, che fate da queste parti?-
- Facevo fare un giretto a Devon.- spiegò lui - Ma Timmi sa che siete qui?-
- Non ci serve il suo permesso!- sbottò Jo - Ma evita di dirglielo, magari…- aggiunse.
Xander ridacchiò.
- Allora, cosa siete venuti a fare?-
- A me serve qualche verdura per mia madre.- spiegò Alis - Ed anche alcuni calzini nuovi, l’ultima volta che abbiamo incontrato i Gremlins mi sono giocata quasi tutti quelli che avevo.-
- Avete lottato con i Gremlins?- chiese stupito Devon - Credevo che attaccassero solo le macchine, in particolare gli aerei.-
- E noi eravamo in aereo.- spiegò Jo - Timmi ci ha trascinati in Siberia, benedetto lui… quei nanerottoli ci hanno attaccati al confine con la Polonia, abbiamo rischiato di romperci il collo, in bilico su quelle ali, mentre loro ci mangiavano i piedi…-
- E cosa siete andati a fare in Siberia?- chiese il ragazzo, mentre tutti e quattro si avviavano lungo le bancarelle.
- Un tizio di nome Vlad, un licantropo.- spiegò Alis - Era una vecchia conoscenza di Trys e Darth, ma loro hanno decimato il suo clan e lui è fuggito qui sulla Terra e si è diretto a nord. A noi è toccato recuperarlo, perché loro dovevano occuparsi d’altro.-
- E come l’avete “recuperato”?-
- Bhè, Timmi per poco non lo spelava…- ridacchiò Jo - E diciamocelo, un tipo del genere l’avrei strozzato volentieri, ma gli ordini erano di riportarlo sano e salvo, quindi si è dovuto accontentare di… “stordirlo”.-
- È rimasto in coma per tre giorni.- sghignazzò Xander - Per colpa sua Jo ed io siamo stati circondati da quattro lupi, e Raven ha avuto parecchie grane dai suoi compagni. Si è alterato parecchio, capisci.-
Camminarono per tutta la mattina tra i banchetti del mercato e comprarono quattro bei bomboloni alla crema, continuando a scambiarsi ogni tanto qualche aneddoto sulle loro passate esperienze. Anche Devon ne aveva alcuni che il trio di maghi trovò divertenti, ma quando disse loro del Kraken nel tempio sottomarino rischiò veramente che Jo lo linciasse: era stato tanto incauto da dirgli che era stato lui a recuperare il frammento di cristallo dato a Julien Wings, e questo provocò una brusca reazione nel ragazzo, ancora furioso con l’Emissario delle Ombre per ciò che aveva fatto alla loro amica Raven.
Ad ogni modo, la giornata trascorse tranquilla tra risate e sospiri, sospiri provocati dalla narrazione della sua fuga con Miley a Sleepy Creek e a New York, specialmente per la parte riguardante il serpente a sette teste. Quando poi raccontò loro che Timmi aveva gridato di volerlo rifare, scoppiarono a ridere così di gusto che Jo si  dovette aggrappare alla bancarella più vicina per non cadere, scordandosi completamente del Cristallo di Atlantide.
Continuarono a parlare fino a dopo pranzo, quando il mercato venne smantellato, e così trovarono un posto per sedersi qualche minuto. Si scambiarono qualche altro aneddoto, e i tre ragazzi raccontarono anche a lui la storia della Fornace. Il pomeriggio entrò nella propria fase più inoltrata, mentre il cielo lanciava brutti segnali sotto forma di lampi e rombi di tuono. Si rifugiarono velocemente sotto gli alberi del parco, avvicinandosi alla fontana comunale, mentre l’acqua iniziava a cadere sopra le loro teste, inzuppando e raffreddando ogni cosa.
- Cavolo…- ridacchiò Jo - Certo che è bagnata, eh?-
- Sai com’è, è acqua…- replicò Alis.
Cominciarono a pensare di tornare a casa, magari tutti da Xander, e di fare qualcosa insieme, come prendere un film o giocare un po’ con le magie. Avevano un sacco di tempo libero, dopotutto, e tanto valeva sfruttarlo.
- Gocciolina, gocciolina,
tu che cadi ogni mattina,
tu che cadi tutto il dì,
riempi l'oceano che ina/ri/dì!
-
Alle loro orecchie giunsero le note di una voce che canticchiava apparentemente tra sé, non lontana da dove si trovavano loro. Era una voce di donna, a loro sconosciuta, dal suono leggero e perfettamente intonato, dolce e allegro al tempo stesso.
- Cos’è?- chiese stupito Xander.
- Viene da lì.- disse Alis, puntando il dito verso la fontana - Sarà qualcuno vicino.-
Gli altri si voltarono in quella direzione, ma non videro nessuno, anche se sentivano chiaramente la voce provenire dalla fontana, sopra il rumore dell’acqua che scorreva e della pioggia. Forse era dietro?
Si avvicinarono incuriositi e videro, ben presto, qualcosa nuotare nelle acque trasparenti dell’ornamento comunale.
Non era né donna né pesce. Era una sirena.

Ohh, come sono contento... il perché lo vedrete presto. Intanto ringrazio Ely79, _Arse_ e RahizelRathalos, che seguono la storia.

   
 
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