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Autore: SoftLiar    12/01/2012    2 recensioni
La storia di una ragazza raccontata in prima persona delle sue avventure pseudo-romantiche/sessuali.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Decisi di non tornare subito a casa e di prendere un po' d'aria al parco, mi avrebbe fatto bene, quando avevo bisogno di riflettere andavo sempre lì. Quel posto aveva un effetto calmante su di me, il fruscio delle foglie, il suono dell'acqua che scorreva, le risate dei bambini e dei ragazzi che giocavano a pallone, i cani che ogni tanto mi facevano visita, la piacevole sensazione di stare seduta sul prato al sole col vento che mi accarezzava..crearono una perfetta armonia, che però fu interrotta da una voce familiare, troppo familiare:"Ciao Sara!"
Mi paralizzai, avevo capito a chi apparteneva quella voce e non volevo girarmi. Poi di nuovo:
-"Sara!?"
-"Ciao Dany..."
Era esattamente come a 17 anni, solo leggermente più alto e affinato.
-"E' una vita che non ci vediamo, tutto bene?"
-"Sisi. A te?"
-"Bene. Ti sei fatta più carina, sai? Però adesso non atteggiarti."
Il solito deficiente!
-"Don't worry, invece tu sei sempre uguale: brutto."
-"Vabbè ja, se io sono brutto, tu sei alta!"
-"Il fatto che io sia alta un metro, e tu invece quasi due, non ti da il diritto di prendermi in  giro!"
-"Ahahahhahah è sempre un piacere parlare con te. Perchè non ci rivediamo un giorno di questi? In  memoria dei bei vecchi tempi.."
-"Non lo so, credo si possa fare però. Il tuo numero è sempre lo stesso?"
-"Certo."
-"Allora ti chiamo io per farti sapere quando sono libera"
-"Okkei, ci conto. Ciao Nano!"
-"Ciao Idiota!" 
E tornò a giocare a pallone con dei suoi amici.
Mi alzai di scatto, provocando un forte giramento di testa che durò qualche secondo, poi corsi a casa, che fortunatamente non era molto lontana. Non sapevo che fare, se rischiare o meno. Poi decisi di aspettare che tornasse la mia amica per ascoltare il suo consiglio, non ne potevo più. Verso le 17 mi stesi sul letto e, inevitabilmente, iniziai a pensare a noi. 
Comportarmi in maniera distaccata, fargli credere che non mi piacesse più ogni volta che ci provava(a volte anche dopo mesi dal tradimento), non credergli quando diceva di amarmi, che gli mancavo ed evitare di fare sceneggiate varie, mi permise di mantenere la mia dignità. Il problema era che annegavo nei rimorsi, per tutte le volte che aveva tentato di baciarmi con quelle sue labbra dannatamente perfette, così morbide e carnose...ed io lo avevo respinto, per principio, per un fottutissimo amor proprio, per non essere la sua sguattera di turno. Ma io lo amavo, era stato il mio primo amore, ogni volta che mi sussurava:"Ti Amo.." mi bloccavo dall'imbarazzo, e non rispondevo mai. C'erano così tante cose da chiarire, lui in fondo ha sempre creduto che io non ci tenessi davvero, troppa freddezza, troppa fermezza per i suoi gusti, era abituato alle ragazzine disperate; ma avrebbe dovuto saperlo che io ero diversa dalle altre, che anche io ero una delle ragazzine disperate che muoiono per lui, ma che non lo davo a vedere a nessuno, ripeto, per preservare la mia dignità. Sono sempre stata orgogliosa, anche questo avrebbe dovuto saperlo. Su questo ci assomigliavamo molto: lui aveva la maschera del ragazzo stupido e senza sentimenti, io quella della ragazza senza sentimenti e basta.
  
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