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Autore: medeamazon    12/01/2012    5 recensioni
Una missione inusuale per Sakura e Sasuke li porterà in un mondo nuovo e selvaggio, dove nemici subdoli e infidi li insidieranno. Trovarsi senza possibilità di usare chakra e isolati dal mondo degli shinobi come inciderà nella loro missione? Dovranno coprirsi le spalle ma non sarà così semplice distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è. Ma dopotutto nuovo mondo significa anche nuovo inizio e nuove occasioni..
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Indizi

Erano in viaggio ormai da due giorni e data l’urgenza della situazione avevano fatto più in fretta possibile, tanto che erano già arrivati presso il confine della penisola che costituiva la metà del territorio di quel Paese.
Durante le pause avevano letto le informazioni sui ninja scomparsi, e si erano stupiti nel notare quanti fossero spariti nell’ultima settimana. La maggior parte erano shinobi della Nuvola e per questo, avevano intuito, era stato più difficile nasconderle; ma anche gli altri Paesi avevano subito abbastanza perdite da  far impensierire i Villaggi principali. La Foglia aveva perso solo due ninja, ma sapevano tutti che un solo jonin è molto difficile da sostituire.
Sakura riconobbe tra i nomi alcune conoscenze, che aveva incontrato e curato ai tempi della guerra e vide nella lista uomini che gli erano sembrati dei veri geni.
Gli shinobi scomparivano a gruppi, nel senso che nessun testimone dei team che andavano in missione ritornava per raccontare se i compagni erano stati uccisi, catturati o semplicemente scomparsi.
Sasuke era stato silenzioso come al suo solito, ed oltre a condividere con Sakura le conclusioni a cui erano giunti  aveva solo fatto un commento su quanto fossero bravi i Villaggi a tenere nascoste le cose; commento a cui Sakura si astenne dal rispondere.
Prima di arrivare nel primo villaggio del Paese del Tè, Sasuke esordì:
- Dovremmo fingere di voler compiere una missione che non sia quella di attirarli per catturarli-
- Hai ragione. Hai qualche idea?-
- Fingiamo di voler cercare qualcuno. C’ è una persona che conosco in una cittadina sul mare circa al centro della penisola. Visto che li prendono subito dopo che finiscono la missione basterà prenderla un po’ a calci e uscire con un’espressione soddisfatta.-
Il piano filava.- Vuoi dire, fingere di prenderla a calci.- osservò la rosa.
- Sicuramente se li meriterebbe. È uno spacciatore di medicinali, erbe rare e veleni; un paio di legnate non gli farebbero male-.
Sakura era impegnata a sforzarsi di capire quando Sasuke avesse acquistato un tale senso della legalità, ma poi si rese conto che dopotutto era un figlio di poliziotto e suo padre doveva avergli fatto tante di quelle ramanzine sulla legalità che le portava ancora nell’inconscio probabilmente.
Erano arrivati a quella città e si premurarono di non nascondere armi e accessori ninja vari, per poi guardarsi in torno senza attenzione, per mostrare a chi probabilmente li stava spiando la loro più assoluta inconsapevolezza.
Sorpassarono presto il villaggio di confine e si inoltrarono nel cuore del Paese.
Avevano deciso di passare per più villaggi possibili, passando spesso per le vie principali. Sakura si sentiva osservata, ma pensò che fosse soltanto la forza della suggestione e che se qualcuno li stava guardando sicuramente non sarebbe stato così stupido da rivelare la propria presenza.
Tuttavia per arrivare alla cittadina che intendeva Sasuke avrebbero dovuto fare un tragitto che non prevedeva villaggi o città per un giorno intero.
Così, al tramonto dovettero accamparsi  presso un rada macchia di alberi, in mezzo a una pianura incontaminata che si estendeva  fin dove lo sguardo riusciva ad andare.
Ovviamente passava un ruscello vicino a quel gruppo di alberi, così Sakura annunciò che si sarebbe sciacquata per prima.
Sasuke non si premurò nemmeno di rispondere, ma essendoci abituata non se ne curò più di tanto  e si avviò verso il piccolo fiume.
L’ Uchiha allora cominciò a raccogliere legna, continuando a rimuginare su quale avversario si sarebbe trovato davanti qualche giorno dopo. Certo se era del calibro di quelli che aveva dovuto affrontare nella sua vita, non ci sarebbe stato da stupirsi se anche dei jonin fossero caduti tra le loro grinfie, ma pensava la guerra avesse messo in chiaro chi erano i più forti tra gli shinobi e non conosceva tra questi nessuno che fosse sospettabile . A meno che certo non fosse stato qualcuno che aveva ben pensato di saltare questa scaramuccia come la quarta guerra mondiale dei ninja e avesse deciso di cominciare le sue attività solo da poco.
Immerso in questi pensieri non si accorse che stava andando proprio verso il ruscello, fino a quando non sbucò in una minuscola radura proprio sulla riva.
Non lo fece apposta, poverino, a levare li occhi dal terreno al fiume, era stato un riflesso involontario.
Sakura gli dava la schiena nuda, bianca e morbida, mentre immersa a metà nell’acqua sfiorava con lenti movimenti delle mani la superficie e teneva la testa reclinata leggermente all’indietro, come beandosi del bagno di luce rosata che il sole le stava regalando.
A vederla così, sembrava una ninfa del fiume e i capelli rosa, che non se capiva perché adesso teneva  di nuovo lunghi, rendevano la sua figura ancora più eterea, e se gli occhi che la guardavano non fossero stati quelli del suo compagno di team, l’avrebbero sicuramente scambiata per una figura soprannaturale.
Ma gli occhi erano proprio quelli del moro suo amico, che si ritrassero, imbarazzati.
Sasuke quindi tornò nel fitto del boschetto e  impose un contegno a quel rossore che aleggiava sugli zigoni scolpiti. Mica era  colpa sua! Non aveva alcun senso sentirsi in colpa né tantomeno in imbarazzo, non aveva visto praticamente niente! Anche se la sua immaginazione aveva seguito pensieri piuttosto poco decorosi, cercando di sopperire alla mancanza di particolari non significava che… particolari?!? Ma che particolari voleva vedere? Questi pensieri non gli appartenevano per niente. Lui non si soffermava mai su queste sciocchezze come quel depravato di un dobe. Certo, come uomo uscito da poco dall’adolescenza aveva avuto impulsi non meglio identificati che aveva soppresso nel giro di qualche secondo, impegnato in pensieri ben più importanti; ma in quel momento aveva subito identificato di che impulso si trattava e fu quasi sorpreso di saper formulare pensieri dopotutto.. normali.
L’importante dopotutto era che la kunoichi non avesse notato niente, altrimenti non era sicuro che il contegno e il rispetto che provava verso di lui l’avrebbero trattenuta dal mollargli qualche suo famoso pugno.
Tornò al mini accampamento che aveva preparato, sicuro che, anche se c’era voluto più del solito a sopprimere certi pensieri, avrebbe presto archiviato l’episodio come qualcosa che prima o poi sarebbe per forza dovuta accadere, viste che passava la maggior parte dei suoi giorni in compagnia di Sakura.
Quando era tornata la compagna aveva già indossato da un bel pezzo la sua espressione impassibile, e non si scompose nemmeno quando lei si sedette vicino a lui a godere del tepore del fuoco. Gli sembrava che era persino più vicina di quanto permetteva di solito.
Appoggiati al tronco caduto di un albero, un disteso silenzio aleggiava tra loro, complice una rilassante pace che si percepiva in quell’angolo di mondo, la cui profanazione sarebbe sembrata un sacrilegio. L’atmosfera anzi era piuttosto intima e…piacevole, dato che nessuno dei due sentiva il bisogno di andare a dormire. I pensieri preoccupanti sembravano spariti di fronte all’immensità del cielo stellato di cui riuscivano a vedere solo una parte, densa di stelle.
Ad un certo punto Sasuke notò che il respiro di Sakura pareva essere rallentato, e volgendo lo sguardo su di lei si accorse che si era addormentata con la testa sul tronco, relegando automaticamente  a lui il primo turno di guardia. Un movimento inconscio della ragazza per trovare una posizione più comoda, fece appoggiare la testa rosa sul suo braccio.
Il moro sbuffò, indeciso se lasciarla stare in quella posizione, o portarlo sul suo sacco a pelo. Stava giusto pensando che la prima ipotesi gli evitava di alzarsi e non era poi così spiacevole, quando pensò che se si fosse svegliata l’indomani con una vasta gamma di dolori provocati da quella posizione innaturale per dormre, avrebbe dato a colpa in lui.
Dunque, stando attento a non svegliarla le cinse le spalle con un braccio e passò l’altro sotto le ginocchia. Un fastidioso déjà-vu lo costrinse a ricordare che l’ultima volta che l’aveva presa così era stato proprio quella notte in cui aveva tentato di fermarlo. La adagiò sul sacco a pelo e pensò che aveva un aspetto completamente diverso da come l’aveva visto.. qualche ora prima. L’espressione serena aveva disteso il volto, che era stato preoccupato per tutta la giornata, rivelando i suoi tipici lineamenti delicati.
Sasuke si riscosse e maledicendo l’aria del posto che sembrava averlo rincretinito quel giorno, tornò al suo turno di guardia.
La mattina dopo si mossero presto per poter arrivare prima di sera nella cittadina.
Avevano continuato a cercare delle analogie, dei fattori comuni tra le persone scomparse, m niente, sembrava che chi agisse in quel modo selezionava le sue vittime senza un criterio logico, e questo andava a favore della tesi che lo vedeva come uno psicopatico.
Arrivarono finalmente alle mura della città, decidendo che poiché il sole era tramontato da un pezzo, probabilmente l’”amico” di Sasuke non si trovava nel luogo che fungeva da copertura per la sua attività illegale. Il ragazzo le aveva spiegato per sommi capi di cosa si occupava il delinquentello e Sakura sentiva già di odiarlo: era gente come lui che permetteva che i suoi pazienti arrivassero in quegli stati penosi che spesso era costretta a curare, o che toglieva dal mercato dosi di medicine rare che pazienti onesti dovevano attendere giorni per avere, mettersi in lista e sperare di non averne bisogno per quei giorni.
Presero due camere in una locanda non troppo costosa e Sakura dopo averlo salutato chiuse la porta della camera.
In realtà si stava chiedendo come mai Tsunade avesse loro dato tutto quel tempo: dopotutto se pensava che sarebbero stati in grado di battere quel nemico invisibile, non era necessario tutto quel tempo per svolgere quel compito.
L’indomani mattina uscirono, sempre premurandosi di non sembrare furtivi o a disagio, una premura più he altro sua visto che Sasuke non sembrava mai a disagio.
- Hai visto quello? Non è l’Uchiha?-
- Ma che cazzo vai blaterando, idiota?-
- Dà un’occhiata, mi sembra proprio lui! C’è pure quella compagna con i capelli rosa.-
-L’Haruno? Dà qua!-
Prese il binocolo visualizzando i due ninja.
- Si, è lui non ci sono dubbi.-
- Wow finalmente un pesce grosso!-
-Sta zitto idiota! Non sono cose che ti riguardano! Sicuramente ce ne staranno almeno tre addosso.-
- E come faranno? Ho sentito che è veloce quanto il Raikage.-
- Idiota, gli serve il chakra per essere così veloce!-
- Secondo me sarà comunque un bel problema catturarlo-
- Non ho detto che sia facile.. ma immagina quando ci riusciranno-
- Bah! Dovrò perdermi la scena!-

Arrivarono nei pressi del porticciolo della città dove c’erano parecchie barche e due sole grosse navi. Una di queste, nel cui fianco campeggiava la scritta Suteji, sembrava vuota, senza manco una guardia, nonostante l’ora e la marea fossero propizie a salpare.
Arrivarono nella locanda/copertura del conoscente di Sasuke. Erbe varie erano appese al soffitto. Un uomo molto alto stava appoggiato al bancone per parlare con un altro dalla statura molto inferiore.
Quest’ultimo, quando sentì la porta aprirsi, si sporse per superare l’ombra dell’omone e la sua espressione stupita lasciò intuire che aveva riconosciuto Sasuke. Scambiò qualche parola con l’altro, che li guardò annoiato per poi uscire.
Così restarono soli con quella che sembrava una brutta ( e puzzolente, come tutto l’ambiente) imitazione del fratello basso di Babbo Natale.
Aveva una barba lunga e brizzolata e arrivava più o meno all’altezza del seno di Sakura. Tutto in lui dava una sensazione di rozzezza e sporcizia.
- Sasuke! Qual buon vento?- esordì, ilare.
- Dacci un taglio, Akito, non voglio parlare qui.-
- Sempre simpatico, eh? Visto che sei un cliente speciale ti perdonerò, ma solo se mi presenterai questa graziosa fanciulla!-
Sakura storse il naso.
- T’ho detto che non voglio parlare qui.-
- Va bene, va bene, seguitemi.-
Lo seguirono attraverso la porta che si trovava dietro il bancone, e che dava su un corridoio su cui si affacciavano diverse stanze chiuse a chiave. Infine arrivarono davanti ad un apertura che portava ad una scala che scendeva in una stanza ingombra di ogni genere di erbe flaconi, mortai, sparsi o appoggiati sull’unico tavolo che campeggiava al centro del pavimento.
- Allora, alla fine ti sei sbarazzato di quella serpe eh? Lo sapevo che eri troppo forte per diventare il contenitore di quell’essere disgustoso.-
- Non sono cose che ti riguardano.- rispose vago.
- Certo, certo. Allora cosa ti porta qui da me? Vuoi una pozione per la simpatia? O la tua ragazza ha bisogno di una medicina introvabile?-
- Non è il mio ragazzo e se avessi una malattia non verrei di certo da te a curarmi.- precisò Sakura, non preoccupandosi della mancanza di educazione che aveva dimostrato per uno sconosciuto. Gli scocciava avere a che fare con un uomo che faceva parte del passato di Sasuke, e che sembrava conoscerlo bene.
Quello fischiò. -Però! Te la sei trovata con un bel caratterino eh?-
- Dimmi sai niente di sparizioni recenti di ninja?-
Sakura si voltò di scatto. Stava dando informazioni top secret che nemmeno i ninja del loro villaggio sapevano! Che aveva in mente?
Akito intanto si era fatto serio.
- Chiedi tanto ragazzo.-
- Non ho intenzione di sborsare un centesimo, se è questo che ti stai chiedendo. Accontentati di rimanere ancora in vita dopo lo scherzo che ci hai fatto qualche anno fa, con quell’imboscata.-
- Ma lo sai che sei proprio rancoroso?-
Sasuke lo fissò.
- D’accordo dunque, vediamo. Ci sono stati dei movimenti, qui al porto, di notte. Diciamo che, per caso, mi sono accorto che una nave ha salpato ed è ritornata al porto nella stessa notte, senza accendere nessuna lanterna, e sempre per caso, passavo di lì, sapete con la mia statura passo piuttosto inosservato, e ho visto che caricavano dei sacchi enormi. Fin qui niente di eclatante se non fosse che ad un certo punto ho visto che un sacco si muoveva! Ed è anche uscita una mano dall’apertura! Solo che l’uomo che lo portava gli ha dato un colpo e si è sentito un gemito, poi più niente.-
Sakura elaborava frenetica le informazioni. Sacchi? Un qualsiasi jonin o anche chunin, non ci avrebbe messo molto a stracciare da dentro un banale sacco, se non ea svenuto!
- Bene, stavolta te la scansi. Addio.-
Sasuke le prese il polso e la trascinò per le scale, lasciando nella stanza Akito che intanto gli urlava dietro – Ehi signorina! Non mi ha ancora detto il suo nome!-
Lasciarono la locanda e si allontanarono dal porto.
- Sasuke che fai? Se quell’uomo ha ragione dovremmo cercare qui vicino!-
Sasuke la spinse verso un vicolo della strada e le mise una mano sulla bocca.
- Shh. Se siamo così vicini alla base dei nemici, questo posto probabilmente pullula di spie.-
Sakura lo guardò, sgranando gli occhi. Erano vicinissimi e l’agitazione le stava facendo martellare il cuore in petto. Sasuke dovette rendersi conto dopo della posizione in cui erano perché fece per allontanarsi, quando delle figure che provenivano dal buio del vicolo si avvicinavano.
- Così abbiamo trovato il famoso Uchiha.-
Si voltarono di scatto, e Sasuke si mise davanti a Sakura, sorpreso di non essere riuscito a sentire la presenza dei tre. Attivò lo sharingan, e si rese conto del perché: nemmeno ora quegli uomini stavano utilizzando del chakra.
- Hai già capito vedo. Bene, mi spiace ma dovremmo rimandare a dopo le spiegazioni.-
All’improvviso sentì Sakura accasciarsi alle sue spalle, ma non fece in tempo a voltarsi, che sentì un dolore lancinante al centro della schiena.
Poi, il buio.


Note autrice


Bene, secondo capitolo. Non fatevi illusioni, non credo che riuscirò ad aggiornare sempre così velocemente. Sto solo approfittando di una tregua dai compiti
Passando al capitolo, sappiate che il nome della barca Suteji, significa stadio, non molto diverso da arena ma convengo, molto meno affascinante. Tuttavia in giapponese arena si traduce arina e mi sembrava poco..mm..esotico? Bah, flash mentali. Ringrazio tanto chi ha recensito, i3 che l’hanno messa tra i preferiti (additittura? Piango T.T) chi la ricorda e i sei che la seguono  mi rendete felice!
Alla prossima!
 
 
  
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