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Autore: heyitsgeorgia13    13/01/2012    2 recensioni
Sono passati dieci anni dall'ultima volta che si sono ritrovati tutti insieme e molte cose sono combiate. Anche loro sono cambiati: chi nel bene, chi nel male. Cosa accadra quando un evento, aspettato già da molto tepo, li riportarà a Lima?
[Sequel di My life would suck without you]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Eccoli sono arrivati – esclamò Jeff e le teste degli altri quattro Warblers scattarono verso il parcheggio dal quale, mano nella mano, arrivavano Kurt e Blaine.
I due ragazzi andarono incontro ai loro amici che li accolsero a braccia aperte – Kurtie ci sei mancato – disse Nick abbracciando l’amico – Nick..Nick.. – il controtenore cercò di liberarsi dalla sua stretta senza tanto successo – Duvall lascialo respirare – lo ammonì allora David.
Kurt intanto ridacchiava – Anche tu mi sei mancato Nick, anche se ci siamo visti meno di una settimana fa – disse – È comunque troppo tempo – gli spiegò a quel punto Jeff, che successivamente lo abbracciò.
- Ragazzi, lasciate in pace Kurt – Wes attirò la loro attenzione – E comunque è meglio che ci muoviamo, gli altri Warblers sono nella sala comune che ci aspettano, da più di un quarto d’ora – li informò.
Allora, chiaccherando del più e del meno, entrarono alla Dalton.
Silenziosamente Thad si avvicinò a Blaine – Pronto a mettere in scena il piano di Thad Harwood? – gli chiese sottovoce. Il moro, leggermente perso nei suoi pensieri, sussulto – Scusa – disse scuotendo la testa – Si..credo di si – gli rispose poi un po’ insicuro.
Harwood gli sorrise – Andrà tutto bene, fidati di me – lo incitò, mentre tutti e sette entravano nella sala comune.
- Oddio Blaine, Kurt, quanto tempo! – strillò Trent appena i due ragazzi misero piede nella stanza. Subito saltò addosso ai due e li strinse in un forte abbraccio, seguito subito dopo dal resto dei Warblers.
Parecchi di loro non si vedevano da dieci lunghissimi anni e, per loro, era bello essere di nuovo li a Westerville e rivedere le persone che avevano segnato i loro anni di liceo.
Wes, sempre con il suo fare autoritario, si schiarì la voce – Okay, Trent..ragazzi lasciare respirare Kurt e il nostro solista, che ci servono – disse ridacchiando.
Blaine, sorridendo, si liberò dalla stretta dell’amico – In tutta sincerità il solista è Nick, io non lo sono più da undici anni – precisò.
A quelle parole Thad e David poggiarono un braccio intorno alla spalle del ragazzo – Duval sarà anche stato il nostro solista, ma per oggi lo sarai tu. Quindi poche chiacchere e più musica – disse poi il più basso dei due.
Il moro ridacchiò prima di voltare lo sguardo verso il suo ragazzo – Kurt – lo chiamò e il ragazzo, voltandosi, allacciò gli occhioni blu ai suoi – Dimmi – mormorò, come se fosse in imbarazzo tutto ad un tratto.
Stesso imbarazzo che si poteva leggere sul viso del riccio – Noi..vorremmo fare una canzone e..vorrei che tu la stessi a sentire. Poi potremmo cantare tutte le canzoni che vuoi – gli rispose.
Il controtenore annuì sorridendo – Certo, come vuoi – disse e il solista scosse energeticamente la testa – Promettimi che la ascolterai attentamente – insistette e a quelle parole l’altro scoppiò a ridere – Va bene, te lo prometto Blaine – disse con dolcezza – Ora vai a cantare che sono leggermente curioso di sapere che canzone hai scento – aggiunse poi spingendolo verso il resto del gruppo, già posizionato e pronto per cominciare.
Blaine fece un respiro profondo, poi decise di parlare – Prima di cantare volevo dire due parole – cominciò – Beh meno di due..ehm Kurt questa canzone per te e spero che ascoltandola tu possa ricordare un momento bello della tua vita – disse nervosamente e poi, con un cenno del capo, i Warblers, dietro di lui, cominciarono ad armonizzare.
 
Before you met me
I was alright but things
Were kinda heavy
You brought me to life
Now every february
You’ll be my Valentine
Valentine
 
Kurt già dopo le prime parole era in lacrime.
Era parecchio che Blaine non gli cantava quella canzone, ma si ricordava benissimo tutte le emozioni che essa portava.
La prima volta che l’aveva sentito cantarla era stata la prima volta che l’aveva visto, quando proprio in quella scuola, su quelle scale di marmo bianco, l’aveva conosciuto.
Tutti sapevano della fissa di Blaine per Katy Perry e per Teenage Dream, ma lui più di tutti lo adorava quando la intonava.
Doveva anche ammettere che, appena si erano messi insieme e per i mesi successivi, gliel’aveva cantata un giorno si e l’altro anche e lui era arrivato persino ad “odiarla”.
Ma il segreto che nessuno sapeva era che dal primo minuto quella canzone era stata la suoneria personale di Blaine sul suo cellulare.
 
I finally found you
My missing puzzle piece
I’m complete.
[...] No regrets, just love
We can dance, until we die
You and I
Will be young forever
 
Quando la canzone finì, il controtenore si asciugò velocemente le lacrime che gli bagnavano il viso e lentamente si avvicino al suo ragazzo.
Blaine gli sorrideva dolcemente e lui non resistette: senza pensarci due volte gli si gettò al collo e lo strinse in un forte abbraccio – Grazie – mormorò, posando poi le labbra sul collo dell’altro e lascirci un leggero bacio.
Questa canzone e lui gli avevano finalmente fatto aprire gli occhi.
Non gli importava quanto i litigi potessero andare avanti, non sapeva quando le cose si sarebbe sistemate tra di loro, l’unica cosa certa era che avrebbe sempre amato quel nanerottolo dai capelli ricci, le sopracciglia triangolari e gli occhi color del miele.
Quell’abbraccio durò minuti che sembrarono interminabili e quando si staccarono Kurt cominciò a mordicchiarsi il labbro e a fissare il pavimento.
- Dai – sibilò Wes alle spalle del solista. Quel sibilò però arrivò anche alle orecchie dell’altro. Poi sentì il suo ragazzo allontanarsi di qualche passo, mentre l’ombra si stava spostando. Allora rialzò lo sguardo per posarlo su quello del suo fidanzato.
Blaine gli offrì un sorriso mentre allungava la mano che, timidamente, Kurt accettò.
- Dove mi stai portando? – gli chiese poi preoccupato – Ora vedrai, ma so che ti piacerà – rispose l’altro trascinandoselo dietro.
Si fermarono dietro un massiccio portone di legno che, pochi secondi dopo, si aprì.
E così Kurt capì. Si trovavano dove tutto era cominciato.
La saletta era proprio come lui se la ricordava: spoglia, con quell’odore di legno presente in tutta la Dalton, ma, soprattutto, quel tavolo rotondo era nell’esatto posto in cui si era trovato undici anni prima. Addirittura are cosparso di scatolette, colla e glitter di ogni colore.
Blaine gli sorrise ancora una volta e gli fece cenno di andare a sedersi. Lui ubbidì e il suo ragazzo lo imitò, occupando la seggiola accanto a lui. Poi gli strinse forte la mano e la appoggiò sul tavolo.
Entrambi si guardarono intensamente negli occhi mentre arrossivano come due adolescenti alla prima cotta.
- Kurt - - Blaine – esclamarono all’unisono, prima di scoppiare in una risata quasi liberatoria.
Alla fine, però, fu quest’ultimo a prendere la parole – Kurt, ti starai chiedendo perché ho deciso di portarti qui – il controtenore annuì – Beh..volevo chiederti scusa per come sono andate le cose negli ultimi mesi. Mi sono comportato da vero stronzo con te, mi dispiace da morire. Litigare così pesantemente per cose inutili mi ha fatto davvero male, e non voglio che succeda mai più. Ti prego perdonami – gli disse tristemente.
Kurt, di nuovo sull’orlo delle lacrime, si lasciò scappare un sospiro tremolante – Blaine se c’è qualcuno che deve chiedere scusa qui, quello sono io. Non ho fatto altro che urlarti contro per ogni minima cosa. Mi dispiace di averti chiamato buono a nulla, perché tu non lo sei, anzi. Sei l’uomo che amo e..scusami. Ti prego perdonami – gli disse, mentre una lacrima solitaria gli rigava la guancia che il moroprontamente asciugò.
- Ti perdono Kurt, ma tu perdona me ti prego – disse con un filo di voce e il volto dell’altro si illuminò leggermente – Sempre – disse solamente.
I due, poi, rimasero in silenzio a contemplarsi.
Silenzio che, però, venne interrotto, ben presto, dal più grande dei due – Kurt, che c’è che non va? – gli chiese.
Ecco se ne era accorto. Dopo almeno due mesi, Blaine Anderson si era finalmente accorto che c’era qualcosa che non andava nel suo fidanzato.
Il controtenore scosse la testa – È tutto a posto – mentì ma, ovviamente, il riccio se ne accorse – Kurt – insistette allora.
A questo punto era arrivato il momento di dirglielo. Prese un respiro profondo – Blaine ho paura – confessò mentre l’altro lo guardava preoccupato – Ho paura che tu abbia intenzione di lasciarmi per un altro, ho paura che tu posso amare qualcun altro. Anzi questa è una convinzione Blaine. Io sono sicuro che tu abbia un altro e, per questo, faccio fatica a starti accanto e mi irrito spesso. Non fai altro che parlare del tuo capo: “il mio capo di qui, il mio capo di la” e a me questo fa male. All’inizio pensavo che fosse solo ammirazione, ma, adesso, sono più che certo che sia amore. Quindi, Blaine, se lo ami più di quanto tu possa amare me, ti prego falla finita in fretta perché non credo di poter andare avanti così – gli spiegò.
Blaine ascoltò la sua “sfuriata” in silenzio e con un’espressione scioccata dipinta in volto.
Alla fine, però, era solo molto divertito da tutto quello che il suo ragazzo gli aveva appena detto, e, infatti, scoppiò a ridere.
Kurt rimase senza parole a quella reazione – Cosa.. – disse incredulo mentre Blaine si teneva la milza, dolorante a causa del troppo ridere.
Poi fece qualche respiro profondo, cercando di tornare in se – Dimmi che stai scherzando – esclamò ma il controtenore scosse leggermente la testa – Oddio Kurt, tu credi veramente che io sia innamorato di Grant, il mio capo? – questa volta l’altro annuì – Amore Grant è..cento per cento etero, sposato e ha anche sue figlie – lo informò.
A quella notizia Kurt divenne bordeaux e abbassò lo sguardo – Hey – disse allora il moro, posandogli un dito sotto il mento e facendogli alzare il volto – Io amo te e soltanto te Kurt. Ti amo più di qualsiasi così. Ti amo così tanto che alcune volte fa male – gli confessò.
Il ragazzo sorrise e si porse in avanti per avere quel bacio che aspettava ormai da giorni. Però l’altro si allontanò di scatto – Blaine? – disse allora incredulo, ma, dato lui non gli rispose, continuò – Ti amo anche io, ti amo Blaine – aggiunse quasi disperatro.
Blaine sospirò – Kurt lo so che mi ami, solo..prima devo dirti una cosa – confessò, tutto ad un tratto nervoso e agitato come non mai.
Il controtenore era visibilmente confuso e allo stesso tempo spaventato – Ti chiedo, per favore, due cose. Fammi finire il discorso, o credo che non lo porterò mai a termine, e voglio che tu mi risponda siceramente, okay? – gli chiese il moro e lui annuì.
Poi lo vide alzarsi dalla sedia e, successivamente, inginocchiarsi davanti alla sua. Tremate, decise di voltare il corpo verso di lui, per poterlo guardare meglio negli occhi.
Blaine fece un respiro profondo, chiudendo gli occhi. “Ora o mai più” si disse. E così fece: aprì gli occhi e cominciò a parlare – Sai che con le parole non sono mai stato tanto bravo, ma ci proverò lo stesso. Undici anni fa, più o meno, ci siamo conosciuti in questa scuola, su quelle scale, e quello è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Spesso mi chiedo “e se quel giorno Puck non l’avesse mandato a spiarci? E se avesse deciso di fermare qualcun altro su quella scala?” ma poi penso che comunque il destino ci avrebbe fatto incontrare, in un modo o nell’altro. Eri la creatura più bella che avessi mai visto, e lo sei tutt’ora – sorrise dolcemente – Ti ho fatto soffrire davvero troppe volte e spesso mi maledico per l’immensità di tempo che ho fatto passare prima di capire, finalmente, che ero follemente innamorato di te. Quando ho posato per la prima volta le mie labbra sulle tue ho visto i fuochi d’artificio e ho capito che tu eri quello giusto, eri il vero amo. E di te mi innamoro sempre di più ogni giorno che passa, sperando di poterlo fare fino alla fine dei miei giorni – disse asciugandosi una lacrima solitaria che gli rigava il volto.
Poi fece una cosa che il suo ragazzo non si sarebbe mai aspettato. Tirò fuori, dalla tasca interiore della giacca che stava indossando, una piccola scatolina di velluto blu.
Infine lo guardò dritto negli occhioni blu, resi ancora più limpidi dalle lacrime - Quindi, Kurt Elizabeth Hummel..mi vuoi sposare? – gli chiese in tono speranzoso, mentre apriva la scatolina per rivelarne il contenuto: una semplice fedina in oro bianco, con all’interno inciso Je t’aime.
Kurt, incredulo, fece passare per svariati minuti lo sguardo da Blaine all’anello e viceversa, senza però dire una singola parola. E questo stava davvero preoccupando il moro che, passati quasi cinque minuti, decise di parlare di nuovo – Kurt..questo sarebbe il momento in cui tu rispondi o si o no – lo informò mentre tremava per l’attesa.
Il controtenore sbattè più volte le ciglia, come se si stesse ridestando da un sogno durato anni, e annuì energeticamente – Oddio si..si. Si, Blaine Anderson, ti voglio sposare. Si sposiamoci – disse per poi scaraventarsi letteralmente addosso al ragazzo e baciarlo con passione sulle labbre, facendo finire però entrambi distesi sul pavimento della saletta e la scatolina contenente l’anello a pochi centimetri da loro.
- Ti amo Blaine, ti amo più di ogni altra cosa al mondo – gli sussurrò a fior di labbra – Ti amo anche io Kurt – gli rispose l’altro – Non ci credo che sarai mio marito – aggiunse poi stofinando il naso con quello del suo ragazzo.
Kurt rise ancora incredulo – Tuo marito, per sempre? – mormorò – Per sempre – gli fece eco Blaine mordicchiandosi il labbro inferiore.
Poi ripresero a baciarsi, come se fosse l’unica modo per espreimere quanto si amasse, con la consapevolezza che quel “per sempre” li avrebbe accompagnati, tenuti insieme e resi felici fino alla fine dei loro giorni.


Nota dell’autrice:
 
Buon pomeriggio a tutti!
Lo so, lo so, ci ho messo una vita a partorire questo capitolo ma c’è una spiegazione: avevo zero ispirazione.
Comunque n’è valsa la pena no? Vi immaginavate una cosa del genere? Io si ahahah
No, a parte gli scherzi, ho seriamente pianto nello scrivere l’ultima parte e livelikegangsta lo può confermare.
Per quanto riguarda la canzone: beh ho messo le mie parti preferito, lo so che non c’entrano un fico secco tra loro ahah
Spero davvero che vi sia piaciuto perché ci tengo davvero tanto a questo capitolo.
Una piccola anticipazione per il prossimo: vedremo un po’ di Kurt-Rachel con le bimbe e l’appuntamente di Puck e Nicole.
Vabbè fatemi sapere che ne pensate. A presto, un bacio..
 
-Georgia


 

  
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