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Autore: chiamike1987    13/01/2012    1 recensioni
Michael e chiara.
Due nomi, due storie, dedicate ad intrecciarsi in un inverno freddo.
Ambientato nel 1987.
Chiara, ragazza abbandonata, lavoratrice provetta, che mette a repentaglio il suo lavoro per l'amicizia.
Michael, un ragazzo bisognoso di calore, e amore..
Come faranno due caratteri così diversi ad unirsi, e soprattutto ce la faranno?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sono nuova e questa è la mia storia, spero vi piaccia...
Buona lettura!

Voglio vivere un sogno. 

 

 

CAPITOLO 1:
 
NOTTE ALL' APERTO. 

- Chiara -
 
Non so come iniziare a raccontare la mia storia, è molto complicata e si dirama molto, però sono qui, e adesso cercherò di riassumere dall'inizio quello che mi è capitato.....
 
21/12/1987, Ore 22,30.
 
Sono qui in questa sala, vuota, solo io e il caminetto acceso che ricopre di calore solo il mio corpo ma non la mia anima.
Sono qui, ora che cerco di dare delle risposte alle mie domande ma la mia mente sembra non volerle trovare e sta a pensare a cosa sta fecendo ora lui, il mio ragazzo, dov'è, con chi è, ecc.
Non voglio pensare che abbia un'altra ma purtroppo è evidente, torna a casa tardi, non mi risponde al telefono....
Tutti segni che a una donna fanno capire che la storia è arrivata al capolinea......
Purtroppo, l'amore, era finito, almeno, il suo... Il mio invece era ancora molto acceso, ed era per quello che ora lo stavo aspettando, per chiedergli spiegazioni, e capire che cosa lo aveva spinto a fare quello che stava facendo....
Ero seduta sul divano del salotto, e il solo pensare che avevamo scelto insieme l'arredamento mi faceva male, ma cercai di non soffermarmi  su quello e di aspettare paziente.....
Ad un certo punto, sentii la chiave infilarsi nella toppa, mi alzai di scatto e mi diressi all'ingresso dove lo vidi....
Era vestito come al solito, la solita giacca di pelle, la solita camicia, e i soliti jeans che spuntavano dalla tuta da lavoro legata in vita.
Lavorava in una fabbrica ed era un addetto alle macchine,quindi una specie di meccanico....
Ma non è questo il momento delle spiegazioni di mestiere....
Incrociai le braccia sul petto mentre lui mi guardava con aria stanca e malinconica.....
- Allora?, nulla da dire Mathias? - Dissi con tono molto offeso e arrabbiato allo stesso tempo.
- Ma che c'hai?, sono giorni che sei così, ma che ti prende amore? - Cercò di abbracciarmi e di baciarmi ma io lo respinsi.
Come poteva ancora chiamarmi amore?....
- Senti,non mi toccare, sono giorni che torni a casa tardi come mai?, ti avevo chiesto di venire a casa presto che dovevo andare a lavorare,e volevo che tu uscissi come al solito, come mai questo ritardo?, eh? -.
Rimase allibito davanti alle mie parole cariche di rabbia, e odio, non capiva che cosa mi stesse accadendo...
- Senti, io ero a lavorare, come puoi pensare che... pensi che io abbia un'altra? -.
Rimasi per qualche secondo davanti a lui, muta, mentre lo guardavo con sguardi a dir poco tristi....
- Si, e non mentire perchè so che è così, la mia amica mi ha dato queste - Gli porsi delle fotografie,le fotografie che ritraggono lui e un'altra che non conosco, mentre si baciano....
Rimase immobile anche lui davanti a quelle prove, prove che confermavano che lui era stato con una donna che non ero io.
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi e piano piano anche lui li alzò verso di me, la mia rabbia stava per scoppiare e quando lui cercò di avvicinarsi per spiegare,scoppiai veramente......
Sentivo che non volevo pronunciare quelle parole, quelle parole che ti allontanano da quella persona ma volevo anche essere libera, libera di fidarmi del mio ragazzo, del mio uomo.....
- è finita - Ora scoppiai in lacrime e corsi al piano di sopra per raggiungere la camera da letto, lui mi lasciò stare, mi lasciò andare via, correre come avevo sempre desiderato di fare, volare via come una farfalla, in un prato pieno di fiori........  Come se ognuno di quei fiori contenesse l'amore, un' amore che non ti fa soffrire ma che ti regala tante belle emozioni...
 
Ore 23.
 
Era passata mezzora da quella litigata ed ero ancora a piangere in camera.... " Come ha potuto?, come ha potuto fare una cosa simile?, eh?, io lo amo e cosa fa?, mi tradisce con una che nemmeno conosco e conosce,non so come spiegare il suo comportamento..... "
Forse non riuscivo a spiegarlo perchè non c' è spiegazione, non c' è spiegazione per un comportamento così, così da maschio, da donnaiolo....
Eh no,l'unica risposta possibilie era questa,l'unica risposta che ora vagava nella mia mente era no, non c'è spiegazione.....
Ributtai la testa sul cuscino quando sentii bussare alla porta della camera,e piano piano la vidi aprirsi, lui fece capolino dalla porta.....
- Allora?,decidi di scendere e fare la pace con me? - Chiese ma io rimasi immobile sulla mia posizione, non dissi nulla e non feci nulla, lo vidi avvicinarsi....
- NO!, ti ho detto che è finita vattene e lasciami sola,sei solo un codardo un buono a nulla,c' è solo una cosa che sei buono a fare, ferire le persone - Gli sputai in faccia tutto l' odio che avevo dentro......
- Ah si, allora vattene,vattene da qui, sotto prova contraria questa è casa mia, no?, allora dato che non mi vuoi più vattene - La sua rabbia e tristezza era arrivata al culmine, le valige mie erano già pronte,erano già cariche della mia roba così mi prese per un braccio e con violenza mi buttò fuori dalla porta,mi tirò un ceffone in faccia e poi mi lasciò lì,in mezzo alla strada da sola con la mia roba.....
Decisi di prendere il trolley, e piano piano mi incamminai, il sangue mi usciva dal naso ma senza considerazione continuai a camminare, e a camminare, perchè era l' unica cosa che mi rimaneva da fare...
 
Era più di mezzora che camminavo e ormai ero stanca e troppo debole per continuare,avvistai una panchina e piano mi ci avvicinai,appoggi a terra il trolley e mi sedetti.....
Le lacrime iniziarono a scendermi lungo tutte le guance e sapevo che sarebbero continuate per un bel pò....
Ad un certo punto però notai una figura in lontananza che mi si avvicinava, aveva un cappuccio,ma niente di più era vestito con abiti felpati e con calze di lana e mocassini.....
Si avvicinò a me e quando fu vicino alla panchina si sedette accanto a me.
Non avevo dato molto peso a lui a quel uomo che si era seduto vicino a me e poi, in quel momento, non avevo neanche la testa per capire chi fosse.....
Alzai lo sguardo che prima era rivolto a terra e ora lo volgo al cielo, al buio cielo che ricopriva l'intera Los Angeles.....
Lo sconosciuto mi guardò e continuava a guardarmi mentre osservavo le stelle che erano lì che illuminavano anche loro con la loro poca luce tutta la città.
Senza rendermi conto dello sconosciuto mi misi il Walkman nelle orecchie e misi una delle tracce che sulla mia playlist non poteva mancare.... Bad di Michael Jackson.....
Era uscito da poco l'album e sapevo che avrebbe subito fatto il giro del mondo quella notizia.
Infatti appena lessi la locandina la mattina alle 6,30 mi infilai insieme a Mathias nel negozio e acquistai il disco,era la prima copia e non l'avrei di certo persa....
Ecco di nuovo la mia mente era ferma su di lui,lui che ormai era parte del mio passato, e non un passato recente, era gia più di un mese che il nostro amore e storia era arrivata al capolinea...
Le lacrime ripresero a segnare le mie guance e lo sconosciuto se ne accorse....
- Signorina tutto a posto? - Chiese e io mi voltai per guardarlo negli occhi e per rassicurarlo perchè a quanto mi era apparso di sentire era molto preoccupato....
Appena mi voltai vide che avevo il viso sporgo di sangue,si preoccupò, come faceva sempre...
Non mi ero accorta chi era, le lacrime mi ingombravano gli occhi e la tristezza il mio cuore e la mia mente, erano fissi sul passato, su di lui,ma perchè tutto ritorna a lui?...
C'è solo una spiegazione... Lo amo ancora...
- Ma lei sanguina - Si mise le mani in tasca e prese un pacchetto di fazzolettini di carta,me lo porse...
- Tenga,e metta la testa giù, in modo tale che il flusso diminuisca... -
Io cercai di afferrare il pacchetto e feci per ringraziarlo...
- Gra... - Il mio cuore ora però lo aveva riconosciuto, era lui, ora finalmente Mathias non era più in primo piano, le mie lacrime si calmarono e lo vidi bene era lui il mio dolce e caro mito...
- Signorina sta bene? - Chiese e io continuai a fissarlo...
- Signor Jackson, io sono desolata mi scusi, non la avevo riconosciuta, colpa delle lacrime, grazie per quello che ha fatto per me, io non so come.....- mi mise un dito sulle labbra...
- Tranquilla,chiamami Michael,e tu? - "Mi ha chiesto come mi chiamo,oddio non ci posso credere....”
- Chiara,ma sicuro che non ti do fastidio se resto? Insomma… - E mi interruppe di nuovo ma questa volta con un sorriso, sapeva che quello che stavo dicendo lo dicevo solo perchè era famoso...
- No, e comunque dovrebbe essere l'incontrario, c'eri prima tu e sicura che io non ti do fastidio? - .
- No!, anzi ho bisogno di compagnia, anche se mi fa un pò effetto vederti qua, sei il mio idolo, e so che sei una persona stupenda, sei una delle meraviglie del mondo, e non voglio annoiarti con la mia storia quindi… perchè non parliamo di una argomento un pò più allegro? - Sapeva che cosa mi serviva, sfogarmi, liberarmi di tutto quel dolore che condividevo da sola, che tenevo nel mio cuore...
Ma io nel mentre che pensava a quello, avevo abbassato lo sguardo, lo avevo rivolto a terra, e piano piano sentì anche dei singhiozzi provenire dalle mie labbra...
- Ehi, Chiara, non piangere, dimmi quello che ti è accaduto, perchè so che non piangi per niente e mi farebbe piacere aiutarti, io adoro aiutare le persone - Disse e io mi sentii per un attimo, in un altro mondo, in paradiso, in quella terra dominata dalle farfalle e dall' amore...
"Io, beh, la mia storia è complicata, il mio ragazzo, fidanzato è andato con una donna che io non conosco e non mi ha detto nulla, e non è una mia fantasia perchè ci sono delle foto a testimoniarlo, e in questo momento,mi sento sola - Mi bloccai, Michael ascoltava attento, non si perdeva nemmeno un particolare, e a capire a come esprimevo quelle parole, capì che io, quel ragazzo di vent' anni, meccanico, lo amavo...
Le lacrime ripresero il percorso sul mio viso, non cessavano si affacciavano alla porta dei miei occhi, e come se avessero trovato il vuoto cadevano, formavano una piccola cascata, una cascata che veniva dritta dal mio cuore...
- Oh Michael, io mi sento sola - Dissi e mi fiondai tra le sue braccia, senza volerlo, d'istinto, come se lo avessi conosciuto da sempre...
 
- Michael -
 
Mi accolse così, dolcemente, tranquillamente, rimanemmo così, mi massaggiava la schiena, e io piangevo, singhiozzavo, e lui era felice, perchè, in quel modo, avrei sfogato tutta la rabbia e il dolore che in quel mese di sofferenze si era annidata nel mio cuore....
Non mi accorsi di essere abbracciata a Michael Jackson, almeno, non subito, avevo solo bisogno che qualcuno mi confortasse, mi aiutasse, anche se sapevo che dopo quella stupenda volta in cui lo avevo incontrato le nostre strade si sarebbero divise, ognuno per la sua strada, come due amiche che si incontrano per caso dopo tanto, che si vedono una volta e che poi ritornano alla vita di sempre.
Ma quella volta per me, non sarebbe stato così, sia che lo avessi rincontrato o che non lo avessi mai più sentito, io sarei comunque rimasta sola...
Ad un certo punto, mi ritornò la ragione, aprii gli occhi per un secondo e mi accorsi di essere abbracciata a lui,sentii che mi baciò sulla testa e mi accarezzò i capelli,io ritornai la mio posto spaventata, come se avessi fatto una cosa che fosse sbagliata.
Ero forse imbarazzata? Impaurita?, Non lo so,so solo che ero abbracciata al mio idolo....
- Scusa, non so cosa mi sia preso, mi dispiace, io vado - Dissi e tentai di alzarmi,ma lui mi afferrò la mano... Un brivido mi percorse la schiena e mi risedetti con gli occhi grandi, e spaventati...
- No aspetta!, ti prego, non andare - Disse, sentii il suo sguardo che cercava il mio che scappava... Lo sentivo pesante mentre cercava un contatto con il mio... - Io so perchè, volevi andare, ma ti prego, ti devo dire una cosa... Io mi sono accorto che tu, potresti essere un' ottima amica, vuoi esserlo? - Parola dopo parola mi accorsi che cosa mi stava chiedendo, rimasi colpita perchè non pensavo minimamente una cosa simile...
" E ora che faccio? Non lo so, ma sembra così triste. Ma cosa succederà se accetto?, Non lo so, ma uno come lui mi sembra sincero, e vedo che anche lui ha bisogno di conforto... ".
- Oh Michael, certo, ma tu sei sicuro? cioè, pensi che possiamo farci da spalla a vicenda?, perchè io per te lo farei sempre, ti consolerei, perchè ti voglio bene in fondo, ti conosco, ovviamente, non di persona da molto tempo e ti aiuterei più di qualsiasi persona al mondo ... - Rimase colpito dalle mie parole, e piano piano ci ristringemmo in un abbraccio,caldo,d' amicizia e si accorse di una cosa... che ero fredda, che tremavo...
- Ehi ma tu hai freddo, non hai abiti pesanti - Vidi che si alzò si slegò la felpa che aveva legata in vita, si risedette, e me la mise sulle spalle...
- Tieni ecco, così stai al caldo, non vorrei che prendessi un raffreddore - Disse, alzai lo sguardo, mi fissai sui suoi occhi, gli sorrisi...
- Grazie - Dissi timidamente,era strano per me ma cercavo di essere il più serena possibile...
- Ah, ti volevo chiedere, se non sono troppo indiscreto, tu hai un posto dove andare? - Chiese e io continuai a guardarlo, con sguardo dolce, e sincero...
- No - Dissi e continuai a guardarlo, lui si avvicinò a me, piano piano mi prese la mano e mi fece alzare....
 
- Chiara -
 
Non sapevo minimamente le sue intenzioni,non capivo che cosa avesse progettato nella sua mente e nei suoi pensieri,ma sapevo che aveva pensato a qualcosa di buono, e non come i soliti uomini che pensano solo a se stessi ...
Mi lasciai trasportare dalla sua forza, ma soprattutto dalla forza del suo cuore...
Ad un certo punto si fermò, vicino a noi c' era una macchina, si voltò verso di me, mi sorrise, con il suo sorriso inimitabile, smagliante, pieno di amore....
- D' ora in avanti non ti dovrai più preoccupare di nulla, ti ospiterò a casa mia per un pò di tempo - Disse, detto quello, non mi lasciò il tempo di ribattere,mi prese in braccio e piano piano, con grazia, mi fece accomodare sui seggiolini della sua macchina.....
Rimasi spiazzata dal suo gesto, così amorevole, pieno di affetto, ma allo stesso, carico di domande, domande che non servono a nulla perchè sicuramente Michael non mi amava, provava solo tenerezza, ma esse, quelle piccole frasi con un punto interrogativo finale, esistevano e non potevo farci nulla...
Rimasi lì,ferma,nella posizione in cui mi aveva appoggiata sui quei seggiolini, azzurro cielo di quella,grande lunga e lussuosa, macchina, ma io non mi sarei mai vantata di essere salita sulla macchina di Michael Jackson, non lo avrei mai fatto, la nostra amicizia, non sarebbe mai finita su tutti i giornali, sarebbe stato un legame privato, nostro, unico e irripetibile....
E con quella idea in testa mi lasciai cullare dal dondolio della macchina senza muovermi....
 
- Michael -
 
Sentiva che in quella macchina c' era solo un’aria, forte, che stringeva tutto in un freddo abbraccio di Dicembre....
Voleva spiccicare qualche parola, fare crollare quei muri che secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, si alzavano sempre di più....
- Ehi, ti vedo pensierosa c' è qualcosa che non và?, vuoi un pò di musica? - Chiese dolcemente, con aria da bambino, un bambino che è sempre stato privato di tutto ma non del successo....
- No tranquillo, tutto a posto, solo che sono un pò imbarazzata, e spiazzata, sai non vorrei recarti disturbo, a te, ma anche alla tua famiglia - Dissi con voce lieve spezzata dal freddo....
Michael rimase un attimo pensieroso, sapeva che i miei pensieri erano sbagliati, ma non sapeva cosa dire... " Ma cosa va a pensare, è dolcissima, sarà per questo che ho questo brivido ogni volta che mi guarda o che mi parla? " Non sapeva dare risposta a quella gioia e a quel brivido che il suo cuore teneva dentro ogni volta che parlavo, che lo guardavo o che mi muovevo, e io allo stesso tempo ero un turbinio di emozioni...
- Ma no, ehi guardami - MI tirò su il viso con la sua mano e fissandomi negli occhi... - Non pensare che darai fastidio, il mio autista ha già contattato Encino e la mia famiglia, e sono sicuro che saranno tutti felici, ma una in particolare, Janet, sai chi è no? -.
- Beh si, è la tua sorella minore, giusto? - Lui annuì semplicemente gli piaceva il mio modo di parlare, semplice e diretto, normale, di persona di certo non colta e saggia, ma solo di una ragazza in difficoltà...
Mi guardò un attimo, si perdette in quei miei occhi marroni,profondi,più chiari dei suoi ma pur sempre profondi....
- Si, esatto, e vedrai, che lei sarà la persona più felice, la conosco molto bene - Disse e piano piano mi strinse a se, vedeva che avevo freddo, che ero fredda, dentro e fuori, la mia anima si era gelata e non si sarebbe scongelata facilmente...
Solo una persona era in grado di farlo e quella era Michael......
 
To be continued.... 

Grazie a tutti quelli che leggono!

  
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