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Autore: Cheche    14/01/2012    5 recensioni
[Partecipante alla Challenge "Chi, con chi, che cosa facevano" indetto da Kukiness sul forum di EFP]
Una raccolta di trenta racconti tragicomici e paradossali, su alcuni personaggi del manga in situazioni inusuali, in compagnia di altri personaggi inimmaginabili. Riuscirà questa sprovveduta e masochista autrice a portare a termine un'impresa tanto ardua?
[Mangaverse] [Rating variabile] [OOC possibile]
[Il capitolo 3 è stato sistemato. Mi scuso per il disagio!]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Introduzione: Ciò che vi sto per proporre è molto inquietante. Ebbene, su EFP hanno indetto una Challenge (geniale, non ho proprio resistito) che consisteva nello scegliere una lista di dieci personaggi di un fandom a propria scelta. Dopodichè vi era una lista di trenta azioni che questi compiono, ognuno indicato da un numero. Oh, beh, capirete meglio quando mi sarò posta come esempio.
Ecco, dunque, la mia lista.

1.Silver
2.Blue
3.Yellow
4.Sandra
5.Gold
6.Sapphire
7.Red
8.Lance
9.Emerald
10.Crystal
La prima situazione da descrivere è: 1 e 7 sono ubriachi e 5 ne approfitta.
Se ancora non avete capito in che situazione io mi sia cacciata, vi basterà leggere la storia qui sotto. :3 Ci sarà da divertirsi, spero. Potrebbero saltare fuori dei crack pairing assurdi, nei prossimi capitoli. XD



Crazy, dangerous night.

Gold aveva tutta l’intenzione di divertirsi, quella sera. Nonostante avesse semplicemente invitato a cena i suoi due più cari amici, e quindi le ragazze erano off-limits, quei due erano tra le persone più riservate ed ermetiche che lui avesse mai conosciuto, in affari sentimentali, anche se in modo diverso. E lui avrebbe scassinato quella cassaforte che era la loro testa e, per farlo, aveva in mente un piano infallibile.
Ebbene, a presenziare a casa sua quella sera furono Red e Silver. Erano dapprima rimasti stupiti dalle dimensioni imponenti della casa, dai suoi ampi esterni e dai branchi di Pokemon variopinti che li guardavano passare, incuriositi e intimoriti. Poi erano entrati, e Gold li aveva accolti con un enorme sorriso a trentadue denti. Vestito come al suo solito, vociante più che mai, si era sbracciato per far loro segno di entrare.
“La casa è libera, i miei non ci sono.” Disse il ragazzo, fremendo. “Possiamo fare quello che vogliamo, ragazzi!”
Red alzò un pugno, allegramente, intonando un sincero ‘yep’. Silver, invece, si era limitato ad incrociare le braccia, sbuffando ed entrando in casa senza chiedere il permesso. Lui non ci trovava nulla di tanto eccitante, e si chiedeva cosa si facesse in quella stupida casa in mezzo ad una specie di giungla in compagnia di due idioti di quella risma.
Gold e Red lo seguirono a ruota, per poi vederlo sprofondare nel divano in pelle del salotto, finendo per essere delusi dal poco desiderio di divertimento che sembrava nutrire il giovanotto dai capelli rossi.
Ordinarono tre pizze a domicilio, dopo aver rianimato Silver che sembrava essere caduto in catalessi, lo sguardo fisso come quello di uno Slowpoke.
Ma Gold aveva un’arma segreta. Mentre Red accendeva la televisione nel salotto, andandosi a sistemare accanto all’asociale per provare a coinvolgerlo un poco, il padrone di casa si era infilato furtivamente in cucina e, cercando di produrre il suono più impercettibile che gli riusciva, aveva aperto il frigorifero. I suoi occhi si illuminarono davanti a quella spettacolare visione. Un sorriso compiaciuto fece capolino sul suo viso furbo.
Dentro all’elettrodomestico vi era una confezione di sei bottiglie di birra, già ben fresche e pronte per l’uso. Si diede del genio, orgoglioso di sé per essere riuscito a calcolare così bene i tempi. Sorrise nuovamente nel sentir trillare il campanello. Il fattorino aveva recapitato le sue pizze, ed ora poteva iniziare la festa.

Convincere Silver a bere era stato uno scherzo. Era così preso dalla televisione, che non aveva mai visto in vita sua, da mangiare senza guardare nessuno in faccia e bere tutto ciò che si ritrovava nel suo bicchiere. E lo usava spesso, perché aveva ordinato una pizza con sopra una grossa quantità di salame piccante, e ciò lo spingeva ad ingoiare qualunque liquido si trovasse sotto al suo naso senza darsi troppo pensiero. Gold, ovviamente, aveva già svuotato una bottiglia di birra dentro il bicchiere di Silver, e lui non se n’era neppure accorto. Aveva cominciato a vedere tutto sfocato, ma aveva dato la colpa a quella strana creatura che era la televisione e aveva smesso di guardarla.
“Mi sento male.” Aveva detto. “Gold, spegni quella… cosa. Mi fa male agli occhi.” Il ragazzo dai capelli rossi aveva cominciato ad oscillare la testa, in stato confusionale.
Gold aveva sorriso, malizioso, riempiendo nuovamente il bicchiere dell’altro di birra dorata e spumeggiante. “Bevi questo, ti farà sentire meglio.” Mentì spudoratamente il padrone di casa, giocando malignamente sull’ignoranza del suo amico.
Red avrebbe potuto fermarlo, ma era già partito da un pezzo. Aveva cominciato a bere semplicemente per provare, gli era piaciuto e, non conoscendone gli effetti, ma sentendosi ilare e leggero, si era imbottito per bene di alcool, fino a svuotare due bottiglie intere di birra.
Aveva cominciato a sparare idiozie assurde e si era messo a raccontare tutti i particolari di Green più imbarazzanti che conosceva. Era arrivato a quando aveva scoperto nello zaino dell’amico un paio di terribili boxer decorati con degli Oddish quando Gold l’aveva interrotto, tappandogli la bocca, non volendo sapere altro.
“Bah! Quello si atteggia tanto a parole, ma poi è un moccioso.” Biascicò Silver mezzo sdraiato sul tavolo, che giocherellava nervosamente col suo bicchiere irrimediabilmente vuoto, facendolo cadere più volte.
“Basta parlare di Green!” Sbottò Gold, ottenendo il silenzio temporaneo. “Non era il discorso che volevo fare con voi.”
Gli altri due, brilli com’erano, lo guardarono senza capire, con occhi lustri ed arrossati.
“Volevo parlare di cose interessanti, piuttosto.” Gold si rimise a sedere, lasciando vagare lo sguardo fra le sue due ignare vittime.
“Cosa ne pensate di Yellow?” Iniziò, mentre un nuovo sorriso tornava a dominare sul suo viso.
“Io…” Iniziò subito Red, ma fu interrotto immediatamente da Silver.
“Perché lo chiedi? Per caso ti piace?”
Gold sobbalzò sulla sua sedia, scioccato. Non si aspettava una reazione così pronta e, soprattutto, non credeva che in quelle condizioni sarebbero stati in grado di rigirargli la domanda. Inoltre, uno come Silver non avrebbe mai detto una cosa del genere neppure da sobrio; anzi, si sarebbe rinchiuso nel suo usuale silenzio.
“Ho chiesto se piace a voi, la domanda è rivolta soprattutto a Red.”
Ma Red si era seduto sul divano e aveva riacceso la televisione, cercando qualcosa di divertente da vedere.
“Chi ti ha dato il permesso di farlo?!” Urlò Gold, che stava già perdendo la pazienza. Strappò il telecomando dalle mani del suo amico e spense la televisione, corrucciato.
“Mi scusi, signore.” Disse Red mestamente, chinando il capo con aria seriamente dispiaciuta.
“E adesso si può sapere per chi diamine mi hai scambiato?!” Il padrone di casa non fece in tempo ad ascoltare la risposta di Red, che un frastuono agghiacciante si udì dietro di lui. Il rumore era… di piatti e bicchieri che si rompevano e posate metalliche che cozzavano sulle piastrelle del pavimento.
“Come diamine si apre?!” Si udì la voce di Silver. Gold si voltò, tremante e pallido. Sul tavolo dove poco prima avevano mangiato, troneggiava il ragazzo dai capelli rossi, sulle ginocchia, che cercava invano di aprire con le mani l’ennesima bottiglia di birra. “Gold! Se non me l’apri subito la spacco sulla tua testa dura!”
Gold sapeva che il suo amico era maledettamente serio. Per questo si disse che sarebbe stato meglio obbedire, e in fretta anche.
Eseguì, adoperando l’apribottiglie sotto lo sguardo stupito di Silver, che scese dal tavolo per poter osservare meglio le azioni dell’altro.
“Ora dimmi, Silver.” Disse Gold, guardando l’amico che si portava la bottiglia ora aperta alle labbra, ingoiandone il contenuto attraverso lunghe sorsate. “A te Blue piace?”
Immediatamente, si ritrovò inzuppato di birra dalla testa ai piedi. Silver gliel’aveva rovesciata di proposito sul copricapo, e questa era scivolata lungo il suo corpo imbrattando i suoi amati vestiti.
“Noooo!” Fece Gold, con voce soffocata.
“Dimmi la verità, mi hai chiesto di Blue perché vuoi avere campo libero con lei, non è vero?!” Urla strascicate uscirono dalle labbra umide d’alcool di Silver. “Ma io non te lo permetto, maiale che non sei altro!”
“Ti sbagli, volevo solo sapere se piaceva a te!” Si giustificò Gold, mentre un Silver furente ed ubriaco fradicio gli si avvicinava.
“Sono tutte scuse! Tutte stupide scuse! Stupide come quest’idiota che mi sta ora davanti!” Urlava il ragazzo brillo, fuori di sé dalla rabbia. “Quest’idiota al quale ora spaccherò la testa!” Fece ancora, agitando la bottiglia vuota che aveva in mano a mo’ di clava.
In lontananza si sentì il rumore di qualcosa di molto grande e pesante che cadeva, e le risate di Red che riecheggiavano attraverso i corridoi.
Sto per morire. Pensò Gold, tentando di schivare i tremendi colpi dell’arma di Silver. Sto per morire, e nessuno mi può salvare.
Si pentì di aver desiderato a tal punto di impicciarsi dei fatti altrui. Non solo non aveva ottenuto nulla, ma aveva scatenato anche i suoi due amici, non aspettandosi una tale pericolosità da parte loro. Se mai fosse uscito vivo da quella serata, si sarebbe ricordato di non far vedere ai loro una bevanda alcoolica neppure in cartolina.
Improvvisamente, la serratura della porta scattò. Silver sobbalzò, bloccandosi, lasciando cadere la bottiglia che si frantumò sul pavimento in mille pezzi. Red ricomparve, gli abiti zuppi di un liquido che Gold non sapeva – e non voleva – identificare.
“Gold, caro! Sono tornata prima per non farti stare in pensiero!” La voce della madre del ragazzo si fece udire, proveniente dall’ingresso. “Hai già mangiato, tesor… Oh, ma cosa…?!” La donna comparve sul ciglio della porta, allucinata dallo spettacolo che le si profilava davanti.
Un ragazzo dai lunghi capelli rossi aveva praticamente travolto suo figlio, e lo stava minacciando con un vetrino acuminato proveniente da una bottiglia di birra i cui resti giacevano per terra. Un terzo ragazzo dai ribelli capelli corvini era zuppo di olio d’oliva, in una quantità tale che la donna non si sarebbe sorpresa di andare in cucina per scoprire un intero otre ridotto in minuscoli pezzi. E, goccia che faceva traboccare il vaso, c’era un tremendo disordine un po’ dovunque, senza contare che tre piatti e tre bicchieri del servizio buono giacevano distrutti sul pavimento.
“Gold… Si può sapere cosa è successo?!”
Per un secondo, il ragazzo aveva creduto che la madre l’avrebbe salvato dalla terribile situazione in cui si era cacciato. Ma ora, nell’udire il suo tono, aveva capito che in quel modo sarebbero aumentate semplicemente le persone che desideravano la sua morte.
Non avrebbe visto l’alba dell’indomani, ne era certo.





Note della masochista: Ebbene, la prima è stata abbastanza facile (ho avuto fortuna coi personaggi), anche se è veramente inquietante, a parer mio. E mi sto ancora chiedendo che fine avrà fatto il povero Gold. Beh, chi la fa l'aspetti. Questa storia non ha avvertimenti, a meno che io non sia caduta nell'OOC. Vi ho incuriositi? Avete errori da farmi notare? Beh, fatemelo sapere, ragazzuoli! <3 Recensite in tanti! Alla prossima!
  
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