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Autore: BebaTaylor    15/01/2012    2 recensioni
Calliope, diciassette anni, ultimo anno di liceo. Abile nell’organizzare feste. Un dolore arrivato all’improvviso che le lacera l’anima, ma fa credere a tutti di averlo superato. Un ex ragazzo, troppo stupido per capire il motivo per cui è stato lasciato e una ex migliore amica, che non la racconta giusta. Un rapporto da ricucire con Chris e Travis, che erano i suoi migliori amici, prima che lei voltasse loro le spalle per stare con James e la sua cricca.
Zack, ventun anni, meccanico, tastierista e all’occorrenza cantante nel gruppo formato da lui, Chris, Travis, Antony e Matt. Capace di arrivare alle spalle senza farsi sentire.
Clarissa, capo cheerleader, sceglierà di rinunciare ai suoi “privilegi” per seguire quello che le dice il suo cuore.
Chris, pronto a prendere a pugni chiunque faccia soffrire Calliope, con un segreto che ha paura persino a confessare a se stesso.
E poi c’è Jessica, pronta a portare scompiglio nelle loro vite.
Questa è la loro storia.
STORIA SOSPESA maggiori info alla fine dell'ultimo capitolo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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All Thing Come To
Those Who Wait


Capitolo Quattro


Callie sospirò. Aveva sonno e mancavano diverse ore prima della fine delle lezioni.
Erano diverse notti che dormiva male e tutto a causa di Zack.
Continuava a sognarlo. E lei non voleva. Posava la testa sul cuscino sperando che il suo inconscio non le facesse brutti scherzi, ma e sue preghiere non venivano ascoltate.
Accanto a lei Chris stava prendendo appunti. Callie lo guardò appena. Pensava che in un certo senso fosse anche colpa sua, visto che faceva parte della sua band. Sospirò e s'impose di concentrarsi su ciò che stava dicendo l'insegnante. Scacciò il pensiero che, forse, scannerizzare l'articolo di Liz sui Music Love, fosse un indice che forse Zack le interessasse. Non era vero, si ripeteva.
Con la mano sinistra si scostò i capelli dalla fronte e sospirò lentamente. Non era il momento di perdersi in inutili pensieri.

«Devo andare dal meccanico, non posso aspettarti.» esclamò Callie rivolgendosi a Liz.
Erano in mensa, sedute al solito tavolo, insieme a Daphne, James, Eddie e Liam.
«Ah no?» mugugnò Liz abbassando il viso.
«Mio padre ha preso appuntamento con il meccanico. Non posso tardare.» spiegò lei.
«E chi mi porta a casa?» piagnucolò Liz guardando l'amica.
Callie trattenne un sospiro. «Non lo so, chiedi a qualcuno.» rispose scrollando le spalle.
Liz sospirò rumorosamente. «Va bene.» disse guardando Callie.
Callie ignorò la faccia supplichevole dell'amica, prese l'arancia e iniziò a sbucciarla. Non poteva fare sempre da tassista a Liz, visto che lei aveva la macchina, ma la usava pochissimo, quasi per nulla. Non le dispiaceva darle uno strappo, ma Liz tendeva a esagerare: se non poteva riaccompagnarla a casa si offendeva, ma Callie, dopotutto non poteva sempre aspettarla, aveva anche lei degli impegni, e quel giorno erano con il meccanico. Lei avrebbe finito la scuola alle tre e mezzo, Liz alle quattro e mezzo, l'appuntamento con il meccanico era per le quattro. Se l'avesse aspettata sarebbe arrivata tardi. E lei non voleva far fare brutta figura a suo padre.
«Se vuoi ti porto a casa io.» si offrì Daphne. Liz le sorrise. «Tanto non ho nulla da fare, Liam si allena oggi.» aggiunse guardando il fidanzato.
Callie si sentì sollevata, anche se le dava fastidio il comportamento di Liz che tendeva a fare spesso la vittima.

«Ci vediamo stasera?» domandò James. Lui e Callie erano in corridoio. Lui doveva andare agli allenamenti di football, lei a parlare con i ragazzi del comitato del ballo di Halloween.
«Sì.» rispose Callie.
«Passo da te alle nove.» esclamò James, si chinò e baciò la ragazza.
Lei lo guardò allontanarsi verso la palestra, e quando sparì dalla sua visuale si voltò e andò nell'aula dedicata al comitato studentesco.
«Il preside non vuole dirci chi suonerà, ha detto che vuole che sia una sorpresa per tutti.» stava dicendo Daphne mentre Calie entrava.
«Perché?» domandò Cindy.
Callie si sedette sulla scrivania accanto a Daphne. «Non ne ho idea.» rispose quest'ultima.
«in ogni caso non pensiamo al questo, ora. Dobbiamo finire di decidere molte cose.» Daphne scese dalla cattedra e distribuì alcuni fogli.
«Ah, venerdì io non ci sono, devo andare dal dentista.» continuò Daphne voltandosi verso Callie.
«Ma cosa...» pronunciò lei. «Quindi devo... dirigere io il tutto?» Callie guardò con sorpresa e anche una leggere preoccupazione Daphne. Non le era mai capitato che al momento dell'allestimento delle decorazioni, fosse da sola. Non era un lavoro molto complicato, ma dover dare ordini non le piaceva, e le piaceva ancora meno il pensiero che quello che potesse fare non sarebbe piaciuto a Daphne.
«Va bene.» disse Callie stringendosi nelle spalle. Daphne le sorrise e Callie si sentì, per un momento, sollevata. Non doveva essere così difficile il compito che le era stato assegnato.

Calliope era in perfetto orario. Entrò nel cortile dell'officina, parcheggiò l'auto e scese. Entrò nell'edificio con la facciata dipinta d'azzurro e si avvicinò al primo meccanico che vide.
«Salve, sono Calliope Zimmerman, mio padre ha preso appuntamento per me...» disse.
L'uomo alzò lo sguardo dal motore dell'auto e guardò la ragazza. «Oh, sì, certo. Solo un momento signorina.» il meccanico si allontanò ed entrò in una stanza.
"No, non lui!" pensò quando vide il meccanico venirle incontro, seguito da un ragazzo.
«Callie.» esclamò il ragazzo.
«Zack.» esclamò lei irritata.
Zack non ci fece caso e seguì la ragazza fino alla macchina.
«Non sei contenta di vedermi?» domandò lui mentre Callie tirò la leva per aprire il cofano.
«Tantissimo, non lo vedi? Sto fremendo dalla contentezza.» ironizzò lei.
Zack piegò a testa di lato e sorrise. «Lo so che mi adori.»
«Tantissimo.» sbuffò Callie, ignorando i sorrisi che Zack le rivolgeva. «Ho visto che avete i distributori, vado a prendermi qualcosa.» aggiunse e si allontanò.
Si domandò perché, pur cercando di evitare Zack più se lo trovava fra i piedi.
Si avvicinò al distributore di bibite, inserì le monete e selezionò l'acqua frizzante.
La bottiglietta da mezzo litro cadde nel cassetto con un tonfo, Callie la prese, sbuffò, l'aprì e bevve un paio di sorsi.
Ripensò a quante volte e dove aveva incontrato Zack. Una volta, il loro primo incontro, fuori dallo Zoe, due volte al centro commerciale, una al supermercato, e una a casa di Travis. Cinque volte, con quella di quel pomeriggio diventavano sei in meno di un mese.
Erano troppe.
Dieci minuti dopo Calliope pagò il conto con i soldi che suo padre le aveva dato e Max, il proprietario dell'autofficina, le fece uno sconto. Callie salutò e andò alla macchina.
«Siamo destinati a stare insieme.»
Callie si trattenne dall'urlare contro Zack. «Non credo proprio.» mormorò e salì in macchina. Zack mise una mano sulla portiera impedendole di chiuderla.
«Molla, devo andare a casa a studiare.» disse duramente Callie.
Zack sorrise, un sorriso quasi compiaciuto. «Tanto lo so che mi adori.» mormorò. «E in ogni caso ci vedremo presto, molto presto.»
«Non credo proprio.» replicò lei, tirando con forza la portiera. Ma la presa di Zack era salda, e Callie era conosciuta per avere la forza di "un criceto morto".
«Io penso di sì.» Zack sorrise e Callie si sentì avvampare. Sperò che lui non se ne accorgesse. «Ci vediamo, Calliope.» Zack fece un gesto con la mano e ritornò nell'edificio.
Callie sbuffò rumorosamente e partì.

***

«Quello striscione pende a sinistra! Sistematelo.» esclamò Callie rivolgendosi ai due ragazzi che stavano sistemando uno striscione all'ingresso della palestra. Loro annuirono e in pochi minuti sistemarono lo striscione.
La palestra era egregiamente addobbata: sulle pareti erano appese ragnatele finte, su cui erano stati sistemati alcuni grossi ragni di plastica. Alcune zucche di plastica facevano bella mostra sui tavoli dove sarebbero state sistemate le bibite.
Callie guardò la cartelletta che stringeva nella mano destra. Le cose da sistemare erano rimaste poche: le bibite, ma a quelle ci avrebbe pensato il professor Morris, e sapere chi era la band che avrebbe cantato durante la serata. Callie guardò l'orologio che portava al polso sinistro, erano le cinque e mezza, la festa sarebbe iniziata alle otto.
«Il palco è quello?»
«Certo, Travis. Il palco è quello.» rispose Callie senza neanche voltarsi. «Che ci fai qui? Non dovresti entrare...» la ragazza si fermò, trovandosi davanti oltre a Travis anche Chris, Antony, Matt e, naturalmente Zack.
Travis sorrise. «Oh, non lo sapevi? Stasera cantiamo noi.»
Callie deglutì a vuoto. «Non lo sapevo. Il preside non ci ha detto nulla.» mormorò stringendo la cartelletta al petto.
«Dobbiamo provare.» esclamò Chris. Callie si limitò ad annuire, tenendo lo sguardo rivolto verso il pavimento. Non voleva incrociare lo sguardo di Zack.
«Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti presto.» disse Zack. Callie non rispose. «E credo di aver ragione anche sul resto, non è vero?» continuò abbassando la voce.
«Non devi provare? Muoviti allora.» pronunciò Callie guardando Zack. Lui sorrise e raggiunse gli altri sul palco.
Callie scosse la testa e si avvicinò a Eddie che era venuto per darle una mano.
«Pensi di farcela a finire da solo?» domandò.
«Sì.» rispose il ragazzo. «Perché?»
Callie si passò una mano sul volto. «Ho un principio di mal di testa.» spiegò. «Non manca molto, in venti minuti avrai finito.»
Eddie sorrise. «Non preoccuparti, vai pure a casa.» disse. Callie gli sorrise. «Ci vediamo stasera.» aggiunse il ragazzo.

Alle otto e dieci Callie, vestita da Cappuccetto rosso, accompagnata da James, vestito come il Conte Dracula, entrò in palestra. Dietro di loro si trovava Liz, vestita da strega.
«Avete fatto un buon lavoro.» commentò James guardandosi attorno.
«Grazie.» mormorò Callie stringendosi al braccio del ragazzo.
«Devono proprio cantare loro?» sbuffò James.
Callie alzò le spalle. «Ehm... sì. Li ha voluti il preside.» rispose guardando il palco.
"Non devo guardarlo, che poi stanotte lo sogno di nuovo." pensò Callie, ma i suoi occhi si fermarono su Zack, che aveva abbandonato le tastiere e stava cantando. Rimase incantata dalla sua voce roca e da come si muoveva sul palco.
«Ti sai incantata?» le domandò bruscamente James.
«No.» rispose Callie scuotendo la testa. Quella sera aveva legato i capelli in due codini.
«Va bene.» disse James leggermente dubbioso. «Là ci sono gli altri, dai andiamo.» continuò indicando i loro amici in un angolo della palestra.

Callie, con un bicchiere di succo d'arancia in mano, era appoggiata ad una parete e guardava il palco. James, Liz e gli altri stavano ballando. Guarda Zack. Cercò, ancora una volta, di negare che il ragazzo le piacesse. Scosse la testa. Non poteva fare a meno di pensarci. «Perché lo stai guardando?» James era davanti a lei, con le mani sui fianchi e l'aria arrabbiata.
Callie aprì la bocca e cercò una scusa plausibile. «Chi dovrei guardare? Stavo solo pensando.»
James le posò le mani sui fianchi. «Quel tizio che sta suonando le tastiere. Lo stai fissando da un po'.»
Callie si sentì come un bambino che viene scoperto con le mani nel barattolo della marmellata. «Sul serio? Non me ne sono accorta...» rispose cercando di fare l'indifferente. «Te l'ho detto, stavo pensando, e non a lui.» continuò e fece una risatina.
L'espressione sul viso di James si addolcì e l'abbracciò. Callie si sentì sollevata, il suo ragazzo aveva creduto alla sua bugia.

Ormai era quasi mezzanotte, e la festa era quasi finita. Callie uscì dal bagno e si scontrò con Zack.
«Ci incontriamo sempre.» esclamò lui.
«Per mia sfortuna.» mugugnò lei.
Lui sorrise, le prese un braccio e la costrinse a guardarlo. «Continuiamo ad incontrarci, anche se tu dici non volerlo.» sussurrò lui, con il viso a pochi centimetri da quello di lei. «Vorrà pur dire qualcosa.»
Callie si liberò dalla presa. «Sì, vuol dire che devi lasciarmi in pace!» esclamò lei arrabbiata.
Zack le lasciò il braccio. «Siamo nervose, eh?» replicò lui sorridendo. «Scommetto che sono io a renderti così.» le sussurrò e la baciò velocemente sulle labbra per poi andarsene. Callie rimase impietrita in mezzo al corridoio. Si portò una mano sulle labbra, ancora scossa per quel bacio non richiesto.
«Pensavamo che ti fossi persa, stavamo per mandare una squadra di soccorso.» scherzò Eddie quando Callie tornò dagli amici.
«Ero in bagno.» rispose lei. Guardò James e sperò che lui non si accorgesse del suo stato d'animo. L'aveva tradito, anche se lei era stata colta di sorpresa. Non poteva dire che non lo voleva, perché non era vero.
«Direi che possiamo andare.» disse Liz.

***

Callie aprì la porta di casa canticchiando. Era felice. Aveva preso il massimo dei voti al test di storia, non vedeva Zack da un paio di settimane, Liz era meno piagnucolosa e appiccicosa del solito e James era meno geloso.
Posò la giacca sulla panca bianca che si trovava accanto alla porta e andò in salotto.
Sul divano si trovava Tracy, con le mani si copriva il viso. Stava singhiozzando. L'unica volta che l'aveva vista così sconvolta era stato alla morte del figlio.
In piedi accanto a lei si trovava Adrian, che stava parlando al cellulare e appena vide la ragazza salutò il suo interlocutore. «Calliope...» mormorò l'uomo.
«Cosa succede? Perché siete qui?» domandò Callie.
Adrian si passò una mano sul volto. Callie pensò che fosse stanco.
«Perché piangi?» domandò Callie guardando Tracy.
«Ci hanno chiamato qualche ora fa...» spiegò Adrian.
«Non capisco.» mormorò Callie sedendosi accanto a Tracy.
«Dio... come posso dirtelo?» Adrian si accasciò sul divano.
«Dirmi cosa?» mormorò Callie sempre più confusa.
«Hanno avuto un incidente!» strillò Tracy balzando in piedi.
Callie aprì la bocca sorpresa. «Cosa? Chi?» domandò con un filo di voce, bastò un'occhiata di Adrian per capire che i suoi genitori erano morti.
«Non è vero.» esclamò scuotendo la testa e guardando Adrian.
L'uomo annuì debolmente. «Mi dispiace tesoro.» sussurrò abbracciandola. Callie rimase immobile, con le mani appoggiate sulle ginocchia e alcune ciocche di capelli scivolarono fino a coprirle il viso. Non riusciva a fare altro che guardare la televisione spenta di fronte a lei.
Una voce nella testa continuava a ripeterle "Non ci sono più. Mamma e papà sono morti. Non ci sono più."
Callie si liberò dall'abbraccio di Adrian, si alzò è andò in cucina.
«Cosa fai?» le chiese lui, che l'aveva seguita.
«Ho sete.» rispose lei meccanicamente, aprendo il frigo e prendendo la bottiglia d'acqua. Sentiva su di sé lo sguardo di Adrian. Aveva tante domande da fare, ma non riusciva a pensare chiaramente.
«Perché loro?» domandò voltandosi.
«Non lo so.» mormorò Adrian. «Da quello che ci ha detto la polizia loro hanno attraversato un incrocio e un furgone li ha presi in pieno.»
Callie posò il bicchiere sul tavolo e si coprì le mani con le orecchie, non voleva ascoltare nulla. «Vado in camera mia.» mormorò.
«Siamo noi i tuoi tutori.» esclamò Adrian. «I tuoi genitori lo volevano.» continuò, ma ormai Callie aveva salito le scale.
La ragazza entrò in camera sua, si chiuse la porta alle spalle e si buttò sul letto. Afferrò l'orsacchiotto posato sul cuscino e lo strinse a sé. Voleva piangere ma non ci riusciva. Non riusciva a fare nulla, neppure a pensare, si limitava a fissare il soffitto bianco.
Non sapeva dire per quanto tempo fosse rimasta così, stesa sul letto con il pupazzo fra le braccia. Si accorse di essere stata coperta e di non avere più le scarpe. Pensò che fosse stato Adrian. Si mise a sedere sul letto e guardò fuori dalla finestra. Era buio. Afferrò la sveglia e guardò l'ora, erano quasi le dieci di sera. Guardò la foto appesa alla parete di fronte a lei, ritraeva lei e i suoi genitori in vacanza a New York.
Sulla sedia della scrivania era stata posata la sua borsa.
Callie si alzò, indossò le scarpe e scese al piano inferiore.
«Calie.» la chiamò Adrian. Lei lo ignorò e si guardò attorno. Sulle pareti c'erano foto che la ritraevano insieme alla sua famiglia. Ovunque voltasse la testa i suoi genitori le sorridevano felici, ma erano solo delle fotografie, non era più la realtà. Improvvisamente si rese conto che mamma e papà non le avrebbero più sorriso, che non li avrebbe più visti, che sua madre non le avrebbe preparato più la colazione. Suo padre non le avrebbe più chiesto come fosse andata la giornata, che non le avrebbe più detto di far restare James a cena... erano morti.
Adrian la chiamò ancora, ma lei non rispose e guardò la porta d'ingresso di fronte a lei. C'erano solo due persone da cui voleva andare, e sapeva perfettamente dove trovarle. Si avvicinò alla porta mentre Adrian le chiedeva cosa volesse fare. Lei lo guardò, aprì la porta e uscì incominciando a correre.

***

I ragazzi erano sulla spiaggia. Mancava circa una settimana al giorno del Ringraziamento, ma la spiaggia non era del tutto deserta.
«Guardate là.» esclamò Antony indicando una figura in lontananza. Gli altri guardarono dove stava indicando il ragazzo, scorgendo una figura che correva nella loro direzione.
La ragazza scavalco un piccolo masso, e quando era a un paio di metri da loro inciampò in un pezzo di legno e cadde a terra.
«Ma è... Callie!» esclamò Travis alzandosi e avvicinandosi alla ragazza che si era messa in ginocchio. Chris seguì l'amico.
«Perché piangi in questo modo? Cosa è successo?» le domandò Travis aiutandola ad alzarsi e la condusse dove prima era seduto lui, un grande masso piatto.
«Chiama casa sua.» ordinò Travis a Chris. Gli altri, Antony, Matt, Zack e Clarissa li guardarono senza parlare.
«Perché?» domandò Chris incrociando le braccia al petto.
«Perché è sconvolta!» rispose Travis scostandosi una ciocca di capelli neri dalla fronte. Si inginocchiò davanti a Callie e le strinse le mani. «Cosa è successo?» le chiese dolcemente. Callie non rispose e continuò a piangere.
Chris tornò dall'angolo in cui era andato a chiamare, scostò Travis e abbracciò Callie. «Tesoro... mi dispiace.» le sussurrò.
«Fate capire anche a noi perché è qui?» esclamò duramente Clarissa.
«Sono morti.» disse Callie con il viso premuto contro la spalla di Chris.
«Chi?» domandò Matt, che non stava capendo più nulla.
«Mamma e papà.» rispose Callie alzando la testa.
Rimasero tutti in silenzio, si sentiva solo il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia e alcune risate lontane.
Travis aprì la bocca, ma la richiuse subito: non sapeva cosa dire. Si limitò ad accarezzarle il braccio destro. Callie si limitò a farsi coccolare dai suoi amici, fino a quando Matt non le mise davanti un bicchiere d'acqua.
«Grazie.» sussurrò lei. Matt le sorrise e tornò a sedersi in mezzo a Antony e Zack.
Matt, che era il più grande -aveva quasi ventitré anni- guardò Zack, che stava osservando Callie. «Vai da lei.» gli mormorò.
«Non posso.» Zack si passò una mano sul viso.
«Sì che puoi.» ribatté Matt.
Zack voltò la testa verso di lui. «Non mi sembra il momento adatto.» mormorò. Guardò Callie che piangeva fra le braccia di Chris, mentre Travi e Clarissa rimanevano vicino a lei. Zack si alzò e andò da loro sistemandosi dietro Callie.
Voleva fare qualcosa ma non sapeva cosa fare, qualsiasi cosa gli veniva in mente gli sembrava troppo stupida, infantile e fuori luogo.
Si accorse che Callie era uscita di casa senza la giacca, indossando solo una maglietta a maniche lunghe. Velocemente controllò di non avere nulla nelle tasche della sua giacca, se la tolse e la posò delicatamente sulle spalle della ragazza.
Callie alzò il viso sorpresa, quasi non si aspettasse di trovarselo lì.
«Grazie.» mormorò. Zack le sorrise.

«Grazie ragazzi.» esclamò Adrian quando Travis e Chris riportarono a casa Callie.
«Di nulla.» rispose Travis, per poi tornare alla macchina con Chris.
«Vado in camera.» disse Callie. Adrian annuì.
La giovane entrò in camera, si spogliò e indossò il pigiama. Stava per infilarsi sotto le coperte quando si accorse che per terra c'era la giacca di Zack. D'istinto si alzò in piedi, la raccolse, la indossò e tornò a letto.

Salve!
Nell'ultima parte ho cambiato il POV, ma dal prossimo capitolo tornerà tutto normale. L'ultima parte non mi è uscita esattamente come volevp... ma spero che vi piaccia ugualmente!
Ringrazio chi legge, chi ha messo la storia fra le seguite, fra le preferite e le ricordate.
Grazie.
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Questo è il nuovo sito che sto creando, riguarda Shane Filan e la sua carriera solista, quando i Westlife si scioglieranno, ossia quest'anno :(

   
 
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