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Autore: cheekbones    15/01/2012    6 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17 capitolo
[Immagini e Frasi SPOILER]





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Tony: ... I'd like to actually meet someone who appreciates movies the way I do.
Or at least appreciates the way I appreciate them
EJ: She does, Tony.
Tony: Who?
EJ: Ziva.

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"Che è successo tra te e l'agente Todd?"
"Non sono affari tuoi!"
Tony guardò suo padre accigliato: non era usuale che fallisse con una donna, lui. Eppure sembrava proprio così visto che, appena erano arrivati, Kate Todd aveva lanciato uno sguardo gelido a Anthony DiNozzo Senior.
"Che hai combinato?"
"Ho tentato di baciarla e lei mi ha tirato uno schiaffo" Anthony alzò gli occhi al cielo, mentre suo figlio si sganasciava dal ridere sulle scomode sedie del commissariato.
"Dici davvero?" sghignazzò.
"Già" tirò su col naso, come se fosse indifferente. Ma non lo era e Tony lo sapeva, come sapeva che suo padre sarebbe tornato all'attacco, quantomeno per sentirsi apprezzato.
Il ragazzo tornò a guardare la porta della sala interrogatori dove avevano portato Ziva; prima di entrare le aveva sorriso in modo rassicurante, ma non era tranquillo fino in fondo -soprattutto perchè dopo dovevano fare tappa in ospedale e ignorava cosa avesse da dire Eli David a sua figlia. Sospirò e sperò ardentemente che Ziva uscisse da lì, possibilmente senza occhi rossi ed espressione affranta. Qualcuno esaudì le sue preghiere e la porta si aprì, mostrando una Kate Todd sorridente, mentre accarezzava il braccio a Ziva, altrettanto tranquilla. Tony si alzò di scatto e le andò incontro.
"Allora?"
"Tutto bene" Ziva prese un respiro profondo e allargò le braccia. "Guardami, sono illesa"
"Non l'abbiamo torturata" Kate gli fece l'occhiolino, che riuscì a strappargli un sorriso.
"Possiamo andare, allora? Vorrei passare in ospedale da mio padre e Leni"
"Certo. Ci rivediamo in questi giorni" le due si abbracciarono e l'agente sussurrò qualcosa alla ragazza, che scoppiò a ridere.
"Che ti ha detto?" Tony sporse la testa verso di lei, mentre suo padre grugniva poco più avanti -probabilmente perchè Kate non l'aveva salutato.
"Niente" Ziva increspò le labbra e trattenne un risolino.
     Complimenti per il ragazzo, Ziva! Spero non sia come suo padre...
 
 
E' andata bene. Ora devo solo affrontarne un'altra, pensò Ziva, mentre il paesaggio scorreva davanti ai suoi occhi scuri, in macchina con Tony e suo padre. Aveva deciso di andare in ospedale, sperando che suo padre, o almeno Leni, fossero svegli.
Strinse la stella di Davide e mormorò poche parole in ebraico.
Tony, di fianco a lei, sussultò -era una preghiera, lo intuì dal tono di voce. Certo, non avendo un buon rapporto con suo padre, doveva aspettarsi che quell'incontro la mettesse sotto pressione più dell'interrogatorio dei federali, tutt'al più che c'era la questione Ari ancora aperta. Non ne capiva molto di terrorismo internazionale, ma era chiaro perfino per un liceale che il tradimento di un agente del Mossad, soprattutto se figlio del "capo", non doveva essere una grande notizia per la famiglia David: e Ziva c'era dentro fino al collo. Avrebbe voluto impedirle di andare in ospedale, solo per evitare che soffrisse ancora.
Oh, se i ragazzi della squadra mi sentissero... sta venendo il diabete perfino a me.
Sorrise, tra sè e sè.
"Che c'è?" Ziva poggiò la testa sulla sua spalla, guardandolo con la coda dell'occhio.
"Pensavo alla mia squadra di basket e... a te" le baciò la fronte.
"Mh. Sai, per la prima volta, avrei voglia di tornare a scuola!"
"Accidenti, anche io! E questo è preoccupante... secondo me a Gibbs manchiamo!"
La risata di Ziva si spense, quando la macchina rallentò verso una grossa struttura color prugna. Anthony guardò dallo specchietto i due adolescenti: la ragazza si mordeva nervosamente il labbro inferiore, mentre Tony osservava l'ospedale dubbioso.
Dal canto suo, non vedeva l'ora che tutta quella storia finisse -ci aveva rimediato solo uno schiaffo e un'adolescente che ora viveva in casa sua: di certo un affare che il suo povero nonno gli avrebbe sconsigliato.
"Ok, siamo arrivati" sospirò, proprio mentre Ziva usciva dall'auto.
"Allora... ti veniamo a prendere stasera?" Tony guardò male suo padre, perchè voleva entrare con lei: era molto curioso di sentire il signor David, non poteva perdersela.
Ziva gli sorrise grata: "Si, grazie mille!"
"Sono a portata di cellulare" Tony le accarezzò la guancia col pollice.
"Lo so"
 
L'ultima volta che era stata in un ospedale, era stato quando Eli David aveva dovuto riconoscere il corpo carbonizzato di sua figlia Tali, con relativi effetti personali; non era stato un bel momento e Ziva lo ricordava con terrore e tristezza, tanto da farle venire la pelle d'oca. Era piccola, ma ricordava i volti in lacrime e pallidi dei parenti delle vittime -diventati vittime a loro volta. Nel suo naso c'era ancora la puzza di bruciato e decomposizione, sebbene fosse rimasta in sala d'aspetto.
E' ovvio che Ziva non avesse un buon rapporto con gli ospedali, tanto che girava per i corridoi del Sacro Cuore* con sguardo spaesato. Su un foglietto, nella tasca interna della giacchetta, aveva il numero della stanza e dell'ala d'ospedale che ospitava i due israeliani.
-Come va?
-Tony, ci siamo lasciati due minuti fa! Scrisse velocemente il messaggio con un vago sorriso sulle labbra, mentre raggiungeva il reparto, schivando medici e infermiere.
-Ehi!, mi preoccupo. Sei già da loro?
-Ancora no! Questo ospedale è enorme...
-Hahaha! Dai, piccola ninja, che riesci ad orientarti :-) Fa presto che non ti bacio da stamattina, sono in astinenza. Fammi sapere :-)
Digitò una risposta veloce, per poi infilare il cellulare in tasca. Senza accorgersene, era arrivata a destinazione. Deglutì e riprese il foglietto che le aveva dato Kate, col numero delle stanze; aveva deciso di andare prima da suo padre, giusto per togliersi un peso, e poi sarebbe andata a trovare Leni. Il cuore le sembrava stesse per uscire dalla cassa toracica e il groppo in gola non le permetteva di respirare adeguatamente.
Bussò e, udita la voce di suo padre, entrò.
 
"Oh! Ero così preoccupata, cazzo!" Abby lo abbracciò di slancio e si appese al suo collo, facendolo balzare all'indietro. Tim rise, sedendosi sulla panchina del parco dove avevano deciso di vedersi. Gli altri due erano appena usciti da scuola, come potè notare Tony dai loro zaini poggiati sul prato: ancora abbarbicato alla sua amica, Tony osservò McGee da sopra la spalla e gli fece un sorriso, a cui rispose con un strizzata d'occhio.
Ce l'ho fatta, McGee. E' finita bene.
"Ziva dov'è?" ansimò Abby, lasciandolo finalmente respirare.
"Da suo padre e dalla domestica in ospedale, l'ho lasciata circa mezz'ora fa"
"Come stava?" chiese Tim, preoccupato. Abby annuì.
"Molto bene. Cioè... suo fratello è morto ventiquattro ore fa, sta bene relativamente. Credo di averle strappato qualche sorriso" si grattò la testa imbarazzato. Tim alzò un sopracciglio, appuntandosi mentalmente di contattarlo su facebook per farsi raccontare tutti i minimi dettagli; Abby, invece, non sembrava aver colto il doppio senso e continuava a porre domande su domande, fino a che l'amico non le posò le mani sulle spalle, per fermarla e farle riprendere fiato - Dio, quanto gli era mancata!
"E' tutto ok, Abbs. Se tutto va come previsto, entro domani, massimo dopo domani riuscirai a vederla"
La ragazza si coprì il viso con le mani: "Sono una pessima amica, proprio pessima! Doveva aiutarla!"
"Oh, e come? Accordandoti anche tu con L'FBI?" Tony le tirò divertito un buffetto sulla guancia "Non potevi fare niente, Abby. Come me e McGee, era una... cosa sua. Finita egregiamente, oserei dire" si vantò. "E' stata brava"
"Accidenti se è stata brava!" commentò Timothy, soffiando sulle mani fredde. "Quando tornerete a scuola?"
"Non lo so" Tony si sedette accanto a lui sulla panchina, mentre Abby girava in tondo dinanzi a loro, preoccupatissima. "Spero domani, sarebbe bello. Cosa mi raccontate, di nuovo?" sorrise, cercando di far distrarre la sua amica.
Tim si illuminò e, per la prima volta in vita sua, cominciò a parlare a raffica: "Oh, Tony! Che ti sei perso! Senza di te la squadra di basket ha perso tre volte e non si è qualificata nemmeno per le semi finali! Gibbs era furioso e urlava a tutti 'siete degli incompetenti!'; poi abbiamo scoperto che ha una relazione con la dottoressa Stevens, accidenti!, ma tu lo sapevi?! Comunque, Vincent è odiato da tutta la squadra, è uscito fuori che se la fa con Jeanne ora che tu hai mollato e lei perderà sicuramente il titolo di Reginetta del ballo!" finì con un respiro.
"Ah, e ho preso A+ al compito di Chimica..."
"Avanzata" commentò Tony, il mento poggiato stancamente al palmo della mano.
"Cosa?"
"Chimica avanzata" alzò gli occhi al cielo.
"Ah, si. Vabbè, è uguale!"
Abby, nel frattempo, li guardava divertita: "Che bello. Sta tornando tutto normale, di nuovo. Ne abbiamo avute abbastanza per tutta la vita!" alzò le braccia, rassegnata.
"Speriamo!"


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Ziva: Sometimes, life... surprise you.
Eli: Those are the moments worth living for, my Ziva.

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"No, è mia figlia" balbettò Eli David all'infermiera che stava per cacciare via la ragazza. "La faccia restare"
La donna annuì e uscì discretamente fuori dalla stanza, non prima di aver lanciato un'occhiata dolce a Ziva. Quest'ultima le sorrise di sfuggita e sentì chiudersi la porta dietro di sè. Alzò lo sguardo per incontrare quello di suo padre, così simile al suo: restò pietrificata, non sembrava neanche lui. Le bende gli fasciavano il petto, ed erano leggermente sporche di sangue; era pallido e, in ogni ruga, Ziva riuscì a vedere una sofferenza che ricordava di aver visto solo una volta -sta soffrendo per la morte di Ari. La consapevolezza di ciò la distrusse dentro.
Si portò le mani alla bocca e gli occhi divennero lucidi. Sussurrò qualcosa.
"Non ho capito" suo padre scosse la testa.
"Perdonami, papà" scandì stavolta, singhiozzando. "Perdonami"
"Vieni qui" sorrise e battè la mano sulla sedia accanto al suo letto. Ziva corse a sedersi e strinse la mano che suo padre le porgeva.
"Hai fatto la cosa giusta, Ziva. Tu non hai sbagliato. E' stato lui a sbagliare, e anche io. Ho sempre sbagliato con lui" la durezza con cui lo disse le fece capire che, per la prima volta, Eli David si stava facendo un esame di coscienza; aveva sempre sbagliato col figlio arabo e ribelle, l'unico figlio maschio che il buon Dio gli aveva donato. L'aveva abbandonato, gettato alla deriva e poi raccolto per farlo diventare un mostro.
"Sei tu che devi perdonarmi, Ziva. Per tutto quello che vi ho fatto da quando Tali è morta. E' mia la colpa"
"Avresti dovuto dirmelo, cos'era diventato" disse la ragazza, stringendo i denti per non far scendere altre lacrime.
"Ne sono consapevole. Ma io non volevo che soffrissi ancora e... non ero sicuro. Non volevo credere che Ari avesse tradito e l'ho spedito in missione per averne la conferma. Quando mi hanno riferito cosa stava facendo e che era abbastanza furbo da non farsi prendere, ho pensato che sarebbe stato meglio portarti via. Il suo obiettivo eri tu, voleva dividerci. Ci stava riuscendo" le accarezzò la testa.
Ziva si asciugò gli occhi: "Non è così che doveva andare, papà. Davvero"
"Lo so che hai fatto quello che hai fatto per salvarlo. Lo so, non ce l'ho con te, anzi"
Restarono in religioso silenzio per un pò. Eli attese che sua figlia smettesse di piangere, mentre gli stringeva spasmodicamente la mano.
"Dove stai dormendo mentre io sono chiuso qui?" le domandò, più sereno.
"A casa di un... amico. Mi ospita fino a che tu e Leni non vi sarete dimessi" guardò distrattamente il lenzuolo.
"Oh. Amico" Eli si corrucciò. "Sul serio?"
"Già. E' ok, papà. Sto bene"
"Devi andare a scuola!" si preoccupò immediatamente.
"Ci andrò domattina" gli sorrise.
"Bene, bene" le baciò la fronte, come poco prima aveva fatto Tony. "Ziva, è necessario che tu sappia che io ho amato tuo fratello. Era mio figlio e nulla poteva cambiarlo, va bene? Ero solo... arrabbiato, dopo la morte di Tali"
La ragazza annuì. "Lo sei stato per troppo tempo, papà. E la tua rabbia è passata a noi"
"E' ciò che lo ha ucciso" Eli deglutì, consapevole delle sue stessa parole. "E' come se l'avessi ucciso io"
Ziva, di slancio, lo abbracciò, mentre nuove lacrime, di natura diversa, si facevano strada sulle sue guance: Liberazione.
"Ti voglio bene, papà"
"Anche io, tesoro"

Ziva uscì ridendo a crepapelle dalla stanza di Leni: quella donna era un fenomeno. Liberatasi dal peso del segreto di Eli e liberatasi dal Mossad, aveva buttato fuori cose che Ziva neanche credeva possibili, della sua vita, del suo ex marito, delle sue missioni per il Mossad.
Leni era sempre stata una presenza estremamente silenziosa nella sua vita, ma onnipresente: sentirla raccontare era strano.
Ziva controllò l'orologio sul cellulare, era pomeriggio inoltrato, quasi sera. C'erano tre messaggi che l'aspettavano.
Tony: Guanciotte dolci! Mi stai facendo preoccupare! Quando posso venire a rapirti?
AbbySciuto: Mi manchii! :'( 
T-McGee: Ti siedi vicino a me, domani a scuola? :D
Ziva sorrise e rispose velocemente ad ognuno di loro.
Tony: Corri a prendermi, muoviti u_u
AbbySciuto: Ti mancherò ancora per poco :)
T-McGee: ... solo se mi fai copiare.
L'ospedale era un pò fuori mano e Ziva si sedette sulle scale d'entrata, il viso nascosto dal bavero del cappotto e l'espressione beata.
La sofferenza non era sparita, ma era come se avesse su ogni singolo organo del suo corpo un balsamo guaritore. Ebbene, Ziva stava guarendo. Forse la sua guarigione era cominciata da quando l'aereo che l'aveva portata negli Usa era atterrato. O forse quando Tony DiNozzo aveva tentato il primo approccio all'armadietto. O forse quando Abby Sciuto aveva deciso di essere sua amica, per forza. O forse quando Timothy McGee le aveva confidato i suoi più intimi segreti.
Per la seconda volta, strinse la collana che aveva al collo e si lasciò andare ad un sospiro, bloccato da un groppo alla gola.
Ari.
Sarebbe l'ultimo pensiero prima di andare a dormire.
Scusami.



cvxv


Ziva: I'm sorry, Gibbs.

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"Oh mio dio!" Ziva spalancò gli occhi, mentre Tony se la rideva.
"E' stata carina, però!" riuscì a commentare, tra una risatina e l'altra.
L'armadietto di Ziva era tempestato di cuori neri, stelline luccicanti e una grande scritta: Bentornata!
"Abby!" si spalmò una mano sulla faccia. "Dov'è?" si guardò in giro. Non l'aveva ancora vista quella mattina.
"Oh, vedrai che..." Tony le fece l'occhiolino. "Spunterà quando meno te lo..."
"Zee!" strillò una voce femminile, in fondo al corridoio. Metà corpo studentesco della Woodrow si voltò, guardando Abby Sciuto correre come una pazza per raggiungere la sua amica. A circa un metro di distanza, si lanciò a peso morto sulla ragazza, che aprì le braccia.
"Zivazivazivazivaziva!" boccheggiò Abby, abbracciata a lei.
"Ciao Abby!" rise la ragazza, ispirando il suo profumo. Mi sei mancata, Abbs. Tony fu sorpreso di non sentirla parlare velocemente come suo solito: la goth se ne stava zitta, mentre stringeva stretta la sua amica.
"Abby" la richiamò Ziva, sciogliendo l'abbraccio. "Oh, Abby! Piangi?" sorrise e le asciugò le lacrime con una mano.
"Scusa, mi sono commossa!" saltellò la ragazza. "Torna tra le braccia di zia Abby!" strillò.
Ziva rise e si lasciò abbracciare di nuovo.
"Abby, lasciamene un pò" la ragazza si voltò e, davanti a lei, Timothy McGee sorrise contento.
"Tim!"
"Mi sei mancata" disse e divenne rosso.
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.



Ancora col camice addosso, Eli David si ritrovò davanti la sala mortuaria dell'ospedale Sacro Cuore*. Prese un respiro ed entrò, non dopo essersi assicurato che fosse vuoto. Si incamminò, con la flebo al seguito, fino ai forni. Ne aprì solo uno e scoprì il cadavere.
Poggiò una mano sul petto del defunto e mormorò: "Benedetto sia il giudice di verità"
Gli occhi di suo figlio erano chiusi, ma Eli sapeva che erano uguali ai suoi e a quelli di Ziva.
Ari.
Suo figlio.
Scusami.





gdfgdfgd


Tony: Agent Ziva David believes that The Pirates of Caribbean is a cinema classic!
EJ: I'm not talking about movies, Tony. I'm talking about you. She cares.
Tony: What's the matter with you?! We're... we're coworkers.
EJ: Yeah
Tony: We're teammates
EJ: Uh-uh
Tony: We have each other's backs!
EJ: Exactly!
Tony: Uh!... surround yourself with people you would give your own life.


































Maia says:

* Ospedale del telefilm Scrubs. Amatelo!




Ora dovete sentirvi in colpa, perchè per scrivere QUESTO non ho studiato e mercoledì mi beccherò un 4 o 5 sicuro U.U hahahahahahaha Vabbè, so cose che capitano D:
Fatemi sapere.
Oh, dimenticato, LE DEDICHE!


Questo capitolo è per VooJDee
Perchè è la mia 100esima recensitrice :) <3

Questo capitolo è anche per P.
Lui sa perchè :)
  
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