6-Verso l’ora
zero
Il gran giorno si avvicinava e
l’atmosfera del ballo si
faceva sentire negli angoli più nascosti della scuola, come
un aroma tanto gradevole
quanto indefinibile.
Il dormitorio femminile di Grifondoro
era un allegro mosaico
di bottigliette colorate, vasetti e polverine brillanti che emanavano
il
profumo di tutti i fiori del mondo.
La torre di Tassorosso era un oceano
di stoffe variopinte,
in cui fili d’oro e d’argento
s’intrecciavano con petali delicati e pietre
preziose.
Sulle scrivanie dei Corvonero i libri
erano stati sostituiti
da cofanetti di tutte le forme: cuori, fiori, lune, orsetti, sfere,
caramelle e
perfino una giostra con cavalli (proprietà di Luna Lovegood).
La Sala Comune di Serpeverde, invece,
sembrava pronta per
una veglia funebre.
In quegli ultimi giorni Malfoy si
avvicinò pericolosamente
al punto di rottura. Secondo la versione ufficiale, il suo incredibile
gesto
dimostrativo era stato una conseguenza dei forti colpi alla testa,
perciò, dopo
averlo ripescato per due volte dal lago e dopo aver sventato ben tre
suoi
tentativi di buttarsi dalla torre di Astronomia, la professoressa
McGranitt
decise di tenerlo sotto stretta sorveglianza. In tutta la scuola furono
accuratamente rimossi gli oggetti più pericolosi, compresi i
coltelli che si
usavano a tavola; la dispensa di Piton fu sigillata con un potente
incantesimo
e gli animaletti di Hagrid furono trasferiti nella Foresta Proibita,
fuori
dalla portata degli studenti.
La maggior parte dei ragazzi sapeva
benissimo come stavano
le cose, dunque il povero Draco doveva andarsene in giro sorvegliato a
vista e
accompagnato da un corteo trionfale di sghignazzi, con gruppetti sparsi
di
Tassorosso che canticchiavano Final
countdown non appena lo vedevano passare. «Ridete
finché potete, brutti
figli di un Dissennatore!» ringhiava lui. «Lasciate
che mi riprenda e faremo i
conti!»
Nonostante l’assoluta
sicurezza ostentata di fronte al mondo
(o meglio, di fronte a quella parte di mondo racchiusa tra le mura
della
scuola), l’unico figlio di Lucius si sentiva sgradevolmente
simile ad un gatto
zoppo costretto ad attraversare la strada proprio davanti al
Nottetempo:
l’impatto con il destino crudele sembrava ormai inevitabile e
il fatto che i
suoi più cari amici impiegassero tutta la loro (scarsa)
intelligenza per
trovare una scappatoia non lo rincuorava per niente.
Due giorni prima della catastrofe,
Blaise si presentò da lui
in sala comune con un’espressione che non prometteva nulla di
buono. «Ehm,
Draco...» cominciò.
«Spara, Blaise! Tanto
uccidi un uomo morto!» fu la desolata
risposta.
«La... la professoressa
Cooman ha consultato per noi l’Oracolo
di Fuoco e il responso è stato...»
«Lasciate
ogni
speranza voi che in Sala Grande entrate?»
«No, veramente
è: Arrenditi
e vieni fuori con le mani alzate!»
completò Blaise con aria colpevole. Fu
il colpo di grazia: Malfoy ondeggiò pericolosamente,
diventando ancora più
pallido del solito, poi si afflosciò sulla poltrona
più vicina con un debole
lamento. L’amico si sedette accanto a lui, senza parlare.
Millicent Bulstrode li raggiunse poco
dopo, con una tazza d’Infuso
Fortificante alla menta. «Allora... come l’ha
presa?» chiese a Blaise.
«Non molto bene,
temo» rispose il ragazzo. «Poveretto, per
tirarsi su non gli basterebbe un intero campo di menta!»
«Grazie al cielo fra poco
sarà tutto finito!» sospirò Theodore
Nott, affacciandosi dal dormitorio.
Da quel momento Draco Malfoy
abbandonò ogni tenue speranza
di farla franca: fino all’ultimo aveva confidato in qualche
regalo del destino,
per esempio un’alluvione, un’invasione aliena, un
attacco dei Dissennatori o
più semplicemente il crollo del soffitto dei gabinetti
(possibilmente quando
dentro c’era Pansy), ma a quanto pareva avrebbe dovuto bere
l’amaro calice fino
in fondo, per poi crollare a terra esausto dopo una maratona di
quindici
valzer.
Il tempo passò in fretta e
giunse finalmente il giorno del
ballo. La mattina fu serena e tranquilla, senza traccia di nuvole o
astronavi
aliene; Malfoy si mostrò depresso ma rassegnato, e non
aprì bocca se non per
garantire stancamente che non aveva intenzione di suicidarsi. Dopo
l’ultima
lezione andò a chiudersi in biblioteca e alle sei, quando
Blaise gli assicurò
per la decima volta che nessun Mangiamorte era venuto ad assaltare la
scuola,
si trascinò fino al sotterraneo per cambiarsi.
Nella sala comune dei Serpeverde
qualche spiritosone aveva
stregato un violino, che se ne stava sospeso a mezz’aria
suonando una marcia
funebre (incredibilmente simile alla colonna sonora del film
«Il Padrino») e le
allegre risate provenienti dal dormitorio femminile sembravano
altrettanti
insulti al malumore di Draco. Maledicendo ogni singola pietra del
castello, il
ragazzo salì la scala a chiocciola, aprì con un
calcio la porta del dormitorio
e strappò con noncuranza la carta del pacco che gli aveva
mandato sua madre il
giorno prima, estraendone un completo nero e un mantello verde che si
adattavano perfettamente al suo stato d’animo. Sempre
brontolando si trasferì
nel bagno più vicino e l’occupò per
mezz’ora, mentre all’esterno si formava una
coda lunghissima e rumoreggiante.
«Beh, magari sta tentando
di annegarsi!» ipotizzò Fred
Weasley dopo venti minuti di attesa.
«Ti confondi con Baston,
fratello!» rispose George. «Ah, la
nostalgia...»
Il timore di Fred si
rivelò infondato: alle sei e mezzo
Malfoy uscì vestito e profumato, diede
“casualmente” una spallata a Harry che
aspettava fuori («Ops... scusa, Potty, non ti ho
visto!») e tornò nella sua
sala comune, raggiungendo gli amici ingessati nei loro vestiti
eleganti.
«Dov’è
Pansy?» chiese subito a Nott.
«Non è ancora
scesa, adesso la chiamo. EHI, PANSY!» gridò il
ragazzo, piazzandosi ai piedi della scala a chiocciola.
«Chi
è?» rispose una vocina timida.
«Sono il Lupo Mangiafrutta!
Muoviti, Pansy, non posso
aspettare in eterno!» ribatté Malfoy.
«Sgusa, Drago... dod bosso
vedire!» rispose la ragazza da
dietro la porta del dormitorio.
«Che cosa? Non
capisco!»
«Dod bosso
vedire…ho il raffreddore!»
Per un attimo Draco Malfoy rimase a
bocca aperta, incredulo...
poi finalmente capì: balzò in piedi e si
tuffò attraverso la porta della sala,
travolgendo Flitt che entrava in quel momento. I Serpeverde riuniti nel
sotterraneo udirono un lungo, selvaggio grido di guerra e si fissarono
sbalorditi. «Miseriaccia nera!» esclamò
Flitt. «Quel ragazzo ha una fortuna
disgustosa!»
«Fortuna? Esiste un termine
più adatto, Marcus!» commentò
Blaise.
Harry e Ron passeggiavano nella Sala
d’Ingresso, aspettando
le loro dame, quando videro qualcosa di veramente incredibile: Draco
Malfoy
veniva verso di loro canticchiando con il sorriso di chi ha appena
vinto alla
lotteria. «I feel good, I knew that I would, now, I
feel good, I
knew that I would, now, so
good, so good, I got you, ta-ta-ta-ta-ta…
ehilà Potter!»
«Malfoy? Ti senti
bene?» chiese Harry preoccupato.
«Mai stato
meglio!» rispose il Serpeverde, esibendosi in un
passo alla Michael Jackson. «Ci vediamo al ballo!»
I due amici lo guardarono salire le
scale a saltelli. «Diagnosi,
dottor Weasley?» chiese Harry.
«Grave shock emotivo,
dottor Potter! Il ragazzo è
mentalmente disturbato!» rispose Ron.
«Come al solito, del
resto!» replicò Harry ridendo.
Alle sette e mezza il salone era
già pieno, ma l’ingresso
dei Serpeverde non passò certo inosservato: Malfoy
entrò solennemente insieme
alla sua dama, avvolta in un vaporoso abito rosa e con i tacchi alti
(come
previsto), ma soprattutto con il naso rosso e la testa circondata da
un’enorme
bolla trasparente. «Eccomi qui, Potter, Weasley e
Granger!» annunciò Malfoy. «E
ci sono anche Patil e Paciock! Bene, come vedete ho mantenuto la
promessa, e
non vi dico quanto ho dovuto faticare per convincere Pansy. Come dici,
cara?
Ah, certo: Accio fazzoletti di carta!».
Una confezione famiglia di fazzoletti sfrecciò per la
stanza, s’impigliò tra i
capelli di Lavanda Brown, rovesciò il bicchiere di Cedric
Diggory ed atterrò
sulla spalla di Pansy. «Bene, scusate se non mi trattengo...
buona serata!»
Fu davvero una bella serata per
Malfoy: Pansy si rifiutò di
ballare perché le girava la testa e si rintanò in
un angolo, mentre il mal di
gola la faceva restare in sublime, meraviglioso silenzio. Alle dieci e
mezzo,
stanca e tormentata dalla febbre, andò a letto assicurando
al suo cavaliere che
sì, era in grado di raggiungere i sotterranei da sola e no,
non c’era bisogno
che lui le facesse compagnia: meglio che restasse a godersi il ballo.
Naturalmente lui non se lo fece ripetere due volte e se ne
andò a divertirsi a
modo suo.
Mentre Malfoy se la spassava, qualcun
altro s’interrogava.
«Non
c’è dubbio, la promessa l’ha
mantenuta!» dichiarò Ron.
«Però,
quel raffreddore...»
«Una bella coincidenza, non
è vero Hermione?» chiese Harry
con aria indifferente.
«Cosa? Oh,
naturalmente!» rispose la ragazza arrossendo.
«Ehm...
vado a prendervi due tartine?»
Innanzitutto
ringrazio Bellatrix Malfoy e Gemellina, senza le quali questa storia
non
esisterebbe (mi hanno chiesto un seguito di “Lezioni
private”). Poi invoco il
perdono di Agatha Christie per aver copiato spudoratamente il titolo di
un suo
romanzo (mi sembrava adatto al capitolo) e quello di J. K. Rowling per
aver
torturato un suo personaggio (e il vostro per il finale a sorpresa, che
mi è
venuto in mente solo oggi). Infine rispondo alle recensioni:
Mavi:
è successo quello che ti aspettavi? Suppongo di no.
L’immagine che ti è
piaciuta tanto mi ha dato qualche problema, dato che la fascia rossa in
origine
era marrone: mi è toccato ricolorarla con Paint...ma per una
lettrice così
fedele non risparmio la fatica!
Pendragon:
io un genio? Temo che Dracucciolo non sia d’accordo... In
quanto alla follia,
dopo la ventesima Draco/Ginny ho avuto una reazione allergica e ho
deciso che
era mio dovere produrre un’alternativa comica a tutto questo
romanticismo(e
inoltre...cos’altro ti aspettavi da un’interista?).
Purtroppo,
come mi hai fatto notare, la vicenda ha un po’un ritmo da
cartone animato...ma
in fondo è un cartone animato, e forse può andar
bene così.
Sono
felice di apparire tra i tuoi preferiti; se vuoi affiancarmi nella mia
missione, scrivi un’altra fanfiction stile “As you
want”e io la leggerò.
_chan_:
grazie! Pansy ha quei capelli assurdi perché la visualizzo
così...e
“casualmente” assomiglia ad una certa E. di mia
conoscenza.
Ringrazio
anche tutti gli altri lettori, Illyria93 ed Elfina in particolare; se
qualcun
altro avrà la bontà di lasciare una recensione
risponderò al solito posto sul
forum.
Spero
che la fine della storia non vi deprima troppo; se volete date
un’occhiata agli
altri lavori. Vi ricordo che la canzone che canta Draco è
“I got you(I feel
good)” di James Brown...e adesso vi lascio al gran finale!
Cari lettori,
finalmente posso festeggiare
il sesto capitolo che
mi libera dalle mani assassine di quella psicopatica
dell’autrice. I fiori sono
per voi.
Per ringraziarvi la
pazz...ehm, geniale scrittrice
mi permette di riportare una canzone inventata da lei che descrive
perfettamente il mio stato d’animo all’inizio della
storia; il testo è ispirato
a “Il rock di Capitan Uncino”del cantante babbano
Edoardo Bennato.
Bene, spero che non sentirete
la mia mancanza;
casomai potete vedere come se la cavava zia Bellatrix a scuola, se non
avete di
meglio da fare.
Arrivederci a presto,
Il vostro Draco
Il rock di Draco Malfoy
Tiger,
questo silenzio cos'è?
Serpi! Venite tutti da me.
Forza, grifoni di marmo!
Coraggio, fate qualcosa!
Ma sono o no il più importante
di questa stupida Casa?
di questa stupida Casa?
Sono o non sono lo splendente Draco?
E allora quando vi chiamo
mollate i libri e correte
e fate presto perché
chi arriva tardi lo sbrano.
Adesso chi lo sa
quel Potter dove sarà
ma me la paga però
quando l'acchiappo non so
che cosa gli farò!
Si prende gioco di me
e fa il gradasso perchè
tutti quei Grifondoro
lo stanno ad ascoltare
lo credono un eroe.
Ma è solo un qualunquista
un esibizionista
di tutti i miei nemici
è il più pericoloso
è il primo della lista .
Ma a voi vi sembra giusto?
Non è neppure bello!
Gli sbava dietro anche
quella Cho che piange
come un coccodrillo!
Ma non la passa liscia
gliela farò pagare
con le mie stesse mani
e con la mia bacchetta
lo voglio Schiantare!
Eccolo in vista! è lui con tutta la banda.
Meglio che questa volta si arrenda.
Prendi la Mezzosangue, nel caso serva un ostaggio!
Siamo Serpeverde, ricordatevelo!
Avanti all'arrembaggio! Avanti all'arrembaggio!
Sono o non sono lo splendente Draco?
e allora avanti col coro!
Cantate tutti con me e ripetete con me
gli slogan che vi ho insegnato!
Tiger
e Goyle:
I Serpeverde noi siamo! Contro i Grifoni lottiamo!
Ci esercitiamo a scuola a far la faccia dura
per fare più paura! Ma cosa c'è di male?
Ma cosa c'è di strano? Facciamo un gran casino
ma in fondo lavoriamo per Draco il malandrino!
Io sono il professore della rivoluzione
della stregoneria conosco la teoria
e sono affascinante!
Ma lo capite o no? Ve lo rispiegherò
per battere i Grifoni non bastano i discorsi
servon le fatture!
Io ero un benestante, non mi mancava niente
ma i soldi di papà, li spendo tutti qua
per prendervi le scope!
Chi a Quidditch giocherà un po’di gloria
avrà!
Ma ve lo garantisco, fatemi vergognare
e io vi butto in mare!
Tiger
e Goyle:
I Serpeverde noi siamo! Contro i Grifoni lottiamo!
Ci esercitiamo a scuola a far la faccia dura
per fare più paura! Ma cosa c'è di male?
Ma cosa c'è di strano? Facciamo un gran casino,
Potter ce lo mangiamo come un topolino!