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Autore: Lizzyluna    30/08/2006    1 recensioni
Il seguito di “Lezioni private”. Riuscirà Draco Malfoy ad evitare il Ballo del Ceppo e quindi Pansy Parkinson?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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6-Verso l’ora zero

Il gran giorno si avvicinava e l’atmosfera del ballo si faceva sentire negli angoli più nascosti della scuola, come un aroma tanto gradevole quanto indefinibile.
Il dormitorio femminile di Grifondoro era un allegro mosaico di bottigliette colorate, vasetti e polverine brillanti che emanavano il profumo di tutti i fiori del mondo.
La torre di Tassorosso era un oceano di stoffe variopinte, in cui fili d’oro e d’argento s’intrecciavano con petali delicati e pietre preziose.
Sulle scrivanie dei Corvonero i libri erano stati sostituiti da cofanetti di tutte le forme: cuori, fiori, lune, orsetti, sfere, caramelle e perfino una giostra con cavalli (proprietà di Luna Lovegood).
La Sala Comune di Serpeverde, invece, sembrava pronta per una veglia funebre.

In quegli ultimi giorni Malfoy si avvicinò pericolosamente al punto di rottura. Secondo la versione ufficiale, il suo incredibile gesto dimostrativo era stato una conseguenza dei forti colpi alla testa, perciò, dopo averlo ripescato per due volte dal lago e dopo aver sventato ben tre suoi tentativi di buttarsi dalla torre di Astronomia, la professoressa McGranitt decise di tenerlo sotto stretta sorveglianza. In tutta la scuola furono accuratamente rimossi gli oggetti più pericolosi, compresi i coltelli che si usavano a tavola; la dispensa di Piton fu sigillata con un potente incantesimo e gli animaletti di Hagrid furono trasferiti nella Foresta Proibita, fuori dalla portata degli studenti.
La maggior parte dei ragazzi sapeva benissimo come stavano le cose, dunque il povero Draco doveva andarsene in giro sorvegliato a vista e accompagnato da un corteo trionfale di sghignazzi, con gruppetti sparsi di Tassorosso che canticchiavano Final countdown non appena lo vedevano passare. «Ridete finché potete, brutti figli di un Dissennatore!» ringhiava lui. «Lasciate che mi riprenda e faremo i conti!»
Nonostante l’assoluta sicurezza ostentata di fronte al mondo (o meglio, di fronte a quella parte di mondo racchiusa tra le mura della scuola), l’unico figlio di Lucius si sentiva sgradevolmente simile ad un gatto zoppo costretto ad attraversare la strada proprio davanti al Nottetempo: l’impatto con il destino crudele sembrava ormai inevitabile e il fatto che i suoi più cari amici impiegassero tutta la loro (scarsa) intelligenza per trovare una scappatoia non lo rincuorava per niente.
Due giorni prima della catastrofe, Blaise si presentò da lui in sala comune con un’espressione che non prometteva nulla di buono. «Ehm, Draco...» cominciò.
«Spara, Blaise! Tanto uccidi un uomo morto!» fu la desolata risposta.
«La... la professoressa Cooman ha consultato per noi l’Oracolo di Fuoco e il responso è stato...»
«Lasciate ogni speranza voi che in Sala Grande entrate
«No, veramente è: Arrenditi e vieni fuori con le mani alzate!» completò Blaise con aria colpevole. Fu il colpo di grazia: Malfoy ondeggiò pericolosamente, diventando ancora più pallido del solito, poi si afflosciò sulla poltrona più vicina con un debole lamento. L’amico si sedette accanto a lui, senza parlare.
Millicent Bulstrode li raggiunse poco dopo, con una tazza d’Infuso Fortificante alla menta. «Allora... come l’ha presa?» chiese a Blaise.
«Non molto bene, temo» rispose il ragazzo. «Poveretto, per tirarsi su non gli basterebbe un intero campo di menta!»
«Grazie al cielo fra poco sarà tutto finito!» sospirò Theodore Nott, affacciandosi dal dormitorio.
Da quel momento Draco Malfoy abbandonò ogni tenue speranza di farla franca: fino all’ultimo aveva confidato in qualche regalo del destino, per esempio un’alluvione, un’invasione aliena, un attacco dei Dissennatori o più semplicemente il crollo del soffitto dei gabinetti (possibilmente quando dentro c’era Pansy), ma a quanto pareva avrebbe dovuto bere l’amaro calice fino in fondo, per poi crollare a terra esausto dopo una maratona di quindici valzer.

Il tempo passò in fretta e giunse finalmente il giorno del ballo. La mattina fu serena e tranquilla, senza traccia di nuvole o astronavi aliene; Malfoy si mostrò depresso ma rassegnato, e non aprì bocca se non per garantire stancamente che non aveva intenzione di suicidarsi. Dopo l’ultima lezione andò a chiudersi in biblioteca e alle sei, quando Blaise gli assicurò per la decima volta che nessun Mangiamorte era venuto ad assaltare la scuola, si trascinò fino al sotterraneo per cambiarsi.
Nella sala comune dei Serpeverde qualche spiritosone aveva stregato un violino, che se ne stava sospeso a mezz’aria suonando una marcia funebre (incredibilmente simile alla colonna sonora del film «Il Padrino») e le allegre risate provenienti dal dormitorio femminile sembravano altrettanti insulti al malumore di Draco. Maledicendo ogni singola pietra del castello, il ragazzo salì la scala a chiocciola, aprì con un calcio la porta del dormitorio e strappò con noncuranza la carta del pacco che gli aveva mandato sua madre il giorno prima, estraendone un completo nero e un mantello verde che si adattavano perfettamente al suo stato d’animo. Sempre brontolando si trasferì nel bagno più vicino e l’occupò per mezz’ora, mentre all’esterno si formava una coda lunghissima e rumoreggiante.
«Beh, magari sta tentando di annegarsi!» ipotizzò Fred Weasley dopo venti minuti di attesa.
«Ti confondi con Baston, fratello!» rispose George. «Ah, la nostalgia...»
Il timore di Fred si rivelò infondato: alle sei e mezzo Malfoy uscì vestito e profumato, diede “casualmente” una spallata a Harry che aspettava fuori («Ops... scusa, Potty, non ti ho visto!») e tornò nella sua sala comune, raggiungendo gli amici ingessati nei loro vestiti eleganti.
«Dov’è Pansy?» chiese subito a Nott.
«Non è ancora scesa, adesso la chiamo. EHI, PANSY!» gridò il ragazzo, piazzandosi ai piedi della scala a chiocciola.
«Chi è?» rispose una vocina timida.
«Sono il Lupo Mangiafrutta! Muoviti, Pansy, non posso aspettare in eterno!» ribatté Malfoy.
«Sgusa, Drago... dod bosso vedire!» rispose la ragazza da dietro la porta del dormitorio.
«Che cosa? Non capisco!»
«Dod bosso vedire…ho il raffreddore!»
Per un attimo Draco Malfoy rimase a bocca aperta, incredulo... poi finalmente capì: balzò in piedi e si tuffò attraverso la porta della sala, travolgendo Flitt che entrava in quel momento. I Serpeverde riuniti nel sotterraneo udirono un lungo, selvaggio grido di guerra e si fissarono sbalorditi. «Miseriaccia nera!» esclamò Flitt. «Quel ragazzo ha una fortuna disgustosa!»
«Fortuna? Esiste un termine più adatto, Marcus!» commentò Blaise.

Harry e Ron passeggiavano nella Sala d’Ingresso, aspettando le loro dame, quando videro qualcosa di veramente incredibile: Draco Malfoy veniva verso di loro canticchiando con il sorriso di chi ha appena vinto alla lotteria. «I feel good, I knew that I would, now, I feel good, I knew that I would, now, so good, so good, I got you, ta-ta-ta-ta-ta… ehilà Potter!»
«Malfoy? Ti senti bene?» chiese Harry preoccupato.
«Mai stato meglio!» rispose il Serpeverde, esibendosi in un passo alla Michael Jackson. «Ci vediamo al ballo!»
I due amici lo guardarono salire le scale a saltelli. «Diagnosi, dottor Weasley?» chiese Harry.
«Grave shock emotivo, dottor Potter! Il ragazzo è mentalmente disturbato!» rispose Ron.
«Come al solito, del resto!» replicò Harry ridendo.

Alle sette e mezza il salone era già pieno, ma l’ingresso dei Serpeverde non passò certo inosservato: Malfoy entrò solennemente insieme alla sua dama, avvolta in un vaporoso abito rosa e con i tacchi alti (come previsto), ma soprattutto con il naso rosso e la testa circondata da un’enorme bolla trasparente. «Eccomi qui, Potter, Weasley e Granger!» annunciò Malfoy. «E ci sono anche Patil e Paciock! Bene, come vedete ho mantenuto la promessa, e non vi dico quanto ho dovuto faticare per convincere Pansy. Come dici, cara? Ah, certo: Accio fazzoletti di carta!». Una confezione famiglia di fazzoletti sfrecciò per la stanza, s’impigliò tra i capelli di Lavanda Brown, rovesciò il bicchiere di Cedric Diggory ed atterrò sulla spalla di Pansy. «Bene, scusate se non mi trattengo... buona serata!»
Fu davvero una bella serata per Malfoy: Pansy si rifiutò di ballare perché le girava la testa e si rintanò in un angolo, mentre il mal di gola la faceva restare in sublime, meraviglioso silenzio. Alle dieci e mezzo, stanca e tormentata dalla febbre, andò a letto assicurando al suo cavaliere che sì, era in grado di raggiungere i sotterranei da sola e no, non c’era bisogno che lui le facesse compagnia: meglio che restasse a godersi il ballo. Naturalmente lui non se lo fece ripetere due volte e se ne andò a divertirsi a modo suo.
Mentre Malfoy se la spassava, qualcun altro s’interrogava.
«Non c’è dubbio, la promessa l’ha mantenuta!» dichiarò Ron. «Però, quel raffreddore...»
«Una bella coincidenza, non è vero Hermione?» chiese Harry con aria indifferente.
«Cosa? Oh, naturalmente!» rispose la ragazza arrossendo. «Ehm... vado a prendervi due tartine?»


Innanzitutto ringrazio Bellatrix Malfoy e Gemellina, senza le quali questa storia non esisterebbe (mi hanno chiesto un seguito di “Lezioni private”). Poi invoco il perdono di Agatha Christie per aver copiato spudoratamente il titolo di un suo romanzo (mi sembrava adatto al capitolo) e quello di J. K. Rowling per aver torturato un suo personaggio (e il vostro per il finale a sorpresa, che mi è venuto in mente solo oggi). Infine rispondo alle recensioni:
Mavi: è successo quello che ti aspettavi? Suppongo di no. L’immagine che ti è piaciuta tanto mi ha dato qualche problema, dato che la fascia rossa in origine era marrone: mi è toccato ricolorarla con Paint...ma per una lettrice così fedele non risparmio la fatica!
Pendragon: io un genio? Temo che Dracucciolo non sia d’accordo... In quanto alla follia, dopo la ventesima Draco/Ginny ho avuto una reazione allergica e ho deciso che era mio dovere produrre un’alternativa comica a tutto questo romanticismo(e inoltre...cos’altro ti aspettavi da un’interista?).
Purtroppo, come mi hai fatto notare, la vicenda ha un po’un ritmo da cartone animato...ma in fondo è un cartone animato, e forse può andar bene così.
Sono felice di apparire tra i tuoi preferiti; se vuoi affiancarmi nella mia missione, scrivi un’altra fanfiction stile “As you want”e io la leggerò.
_chan_: grazie! Pansy ha quei capelli assurdi perché la visualizzo così...e “casualmente” assomiglia ad una certa E. di mia conoscenza.
Ringrazio anche tutti gli altri lettori, Illyria93 ed Elfina in particolare; se qualcun altro avrà la bontà di lasciare una recensione risponderò al solito posto sul forum.

Spero che la fine della storia non vi deprima troppo; se volete date un’occhiata agli altri lavori. Vi ricordo che la canzone che canta Draco è “I got you(I feel good)” di James Brown...e adesso vi lascio al gran finale!



Cari lettori,
finalmente posso festeggiare il sesto capitolo che mi libera dalle mani assassine di quella psicopatica dell’autrice. I fiori sono per voi.
Per ringraziarvi la pazz...ehm, geniale scrittrice mi permette di riportare una canzone inventata da lei che descrive perfettamente il mio stato d’animo all’inizio della storia; il testo è ispirato a “Il rock di Capitan Uncino”del cantante babbano Edoardo Bennato.
Bene, spero che non sentirete la mia mancanza; casomai potete vedere come se la cavava zia Bellatrix a scuola, se non avete di meglio da fare.
Arrivederci a presto,
Il vostro Draco


Il rock di Draco Malfoy
Tiger, questo silenzio cos'è?
Serpi! Venite tutti da me.
Forza, grifoni di marmo!
Coraggio, fate qualcosa!
Ma sono o no il più importante
di questa stupida Casa?
di questa stupida Casa?

Sono o non sono lo splendente Draco?
E allora quando vi chiamo
mollate i libri e correte
e fate presto perché
chi arriva tardi lo sbrano.

Adesso chi lo sa
quel Potter dove sarà
ma me la paga però
quando l'acchiappo non so
che cosa gli farò!

Si prende gioco di me
e fa il gradasso perchè
tutti quei Grifondoro
lo stanno ad ascoltare
lo credono un eroe.

Ma è solo un qualunquista
un esibizionista
di tutti i miei nemici
è il più pericoloso
è il primo della lista .

Ma a voi vi sembra giusto?
Non è neppure bello!
Gli sbava dietro anche
quella Cho che piange
come un coccodrillo!

Ma non la passa liscia
gliela farò pagare
con le mie stesse mani
e con la mia bacchetta
lo voglio Schiantare!

Eccolo in vista! è lui con tutta la banda.
Meglio che questa volta si arrenda.
Prendi la Mezzosangue, nel caso serva un ostaggio!
Siamo Serpeverde, ricordatevelo!
Avanti all'arrembaggio! Avanti all'arrembaggio!

Sono o non sono lo splendente Draco?
e allora avanti col coro!
Cantate tutti con me e ripetete con me
gli slogan che vi ho insegnato!

Tiger e Goyle:
I Serpeverde noi siamo! Contro i Grifoni lottiamo!
Ci esercitiamo a scuola a far la faccia dura
per fare più paura! Ma cosa c'è di male?
Ma cosa c'è di strano? Facciamo un gran casino
ma in fondo lavoriamo per Draco il malandrino!


Io sono il professore della rivoluzione
della stregoneria conosco la teoria
e sono affascinante!

Ma lo capite o no? Ve lo rispiegherò
per battere i Grifoni non bastano i discorsi
servon le fatture!

Io ero un benestante, non mi mancava niente
ma i soldi di papà, li spendo tutti qua
per prendervi le scope!

Chi a Quidditch giocherà un po’di gloria avrà!
Ma ve lo garantisco, fatemi vergognare
e io vi butto in mare!

Tiger e Goyle:
I Serpeverde noi siamo! Contro i Grifoni lottiamo!
Ci esercitiamo a scuola a far la faccia dura
per fare più paura! Ma cosa c'è di male?
Ma cosa c'è di strano? Facciamo un gran casino,
Potter ce lo mangiamo come un topolino!

   
 
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