Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Harry Potterish    15/01/2012    2 recensioni
Sono sempre cresciuto in una campana di vetro, lontano dalle disgrazie e dai problemi della vita reale, nell'illusione che la mia famiglia fosse perfetta e che Hogwarts fosse il luogo dove tutti i sogni si avverano. E scoprire che non è così fa davvero male.
La mia prima long: scritta due anni fa, è una storia interamente dedicata alla Nuova Generazione, che credo meriti un po' più di spazio rispetto a quello datogli dalla Rowling nell'epilogo. Nella speranza di farvi svagare un po' e di sentire il vostro parere in merito.
Genere: Commedia, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

N.B.: grazie a nini95 per aver inserito la storia tra le ricordate, ad HermWeas per averla messa tra le seguite, a CharmedAlis per aver recensito lo scorso capitolo e a tutti coloro che mi stanno mostrando il loro supporto.
 

10.
Le parole che non ti ho detto

Normalmente avrei gioito. Normalmente avrei immortalato la scena e diffuso le immagini per tutta la scuola. Normalmente avrei infierito. Normalmente avrei segnato sul calendario la giornata nella quale Rose Weasley ebbe per la prima volta torto ed io, Albus Severus Potter, ragione. Ma “normalmente” non è proprio l’avverbio che si addice a questa serata. Perché non è normale vedere un ragazzo da solo, accoccolato per terra, in lacrime, in un angolo della biblioteca, molte ore dopo il coprifuoco. E la situazione diventa ancor più surreale se il nome di quel ragazzo è Scorpius Hyperion Malfoy.

Noi siamo sotto il Mantello ed è impossibile notarci. Ci guardiamo sconvolti: Calvin è incredulo, io ho uno sguardo compiaciuto che grida “Ve l’avevo detto!”, mentre negli occhi di Rosie vedo solo tanta compassione. Sono indeciso sul da farsi: la mia parte Grifondoro mi dice che sarebbe giusto fermarsi a consolarlo, mentre la mia parte Serpeverde mi spinge a tornare indietro, verso i sotterranei, per evitare una punizione. Nonostante la curiosità, sono già pronto a tornare sui miei passi, quando mia cugina fa qualcosa di inaspettato. Beh, non poi così inaspettato, visto e considerato che lei è tra i Grifoni. Ti sembra il momento adatto? Distraendomi per colpa tua Iperione, non riesco a bloccarla dall’uscire allo scoperto e sedersi di fianco a lui, in silenzio: nessun insulto, nessuna fattura, solo un silenzio davvero imbarazzante. In un momento del genere io, al posto di mia cugina, non saprei cosa fare, mi sentirei inopportuno; lei invece, come se fosse la cosa più naturale del mondo, lo abbraccia e lui appoggia la testa sulla sua spalla. Io e Calvin, vedendolo per la prima volta così vulnerabile, ci facciamo coraggio e ci avviciniamo: non sembra molto contento di vederci, in particolare fissa me con uno sguardo che lascia trapelare un disgusto e un odio viscerale nei miei confronti. Ci credo! È per colpa tua se è ridotto in questo stato! Iperione, non farmi sentire ancora più in colpa. Forse è il caso di addolcirlo un po’.

-Cioccolata? Dicono che aiuti.- È l’unica cosa che mi viene in mente: papà mi risolleva così il morale ogni volta che sono triste. Quando lo ringrazio, mi dice sempre che è tutto merito del papà di Teddy se, dopo aver pianto, ritorno a sorridere.

-Non mangio quella schifezza, Potter. Fa ingrassare ed è la principale causa di carie e brufoli.- Dimenticavo che il signorino è ipocondriaco ed anoressico, quindi con lui questo rimedio non va proprio bene. Almeno ci ho provato. La risposta di Malfoy ci ammutolisce: non muoviamo un muscolo per i successivi dieci minuti, per paura di rompere l’equilibrio che si è venuto a creare. In questi momenti ci vorrebbe Roxanne: è una maestra quando si tratta di sciogliere la tensione, deve proprio spiegarmi come fa.

-Hai voglia di parlarne?- prova Calvin dopo un po’. Prego vivamente che la risposta sia affermativa: stiamo rischiando grosso e vorrei andarmene al più presto. E vorrei anche che mia cugina smettesse di accarezzargli i capelli in quel modo. Geloso? Da morire.

-Certo, Nott. Sono corso da solo, in biblioteca, dopo il coprifuoco, infrangendo una ventina di regole, proprio perché avevo voglia di far sapere al mondo i miei problemi.- In questo momento lo odio. Insomma, stiamo solo cercando di aiutarlo e, se non se ne fosse accorto, noi rischiamo tanto quanto lui. È stressato, prova a capirlo! Ma che problemi vuoi che abbia! Sicuramente è qualcosa di grave, visto che si sta lasciando abbracciare da tua cugina. Sarà meglio per lui, non accetto che qualcuno tocchi la mia Rosie. Veramente è lei che sta toccando lui, e sembra anche piacerle…Non dirlo nemmeno per scherzo.

-Al, Calvin, forse è meglio se ce ne andiamo. Evidentemente ha bisogno di stare solo.- Guardo la mia migliore amica sbigottito: ora che siamo ad un passo dallo scoprire cosa nasconde, molla tutto. Non è da lei! Dov’è la Rosie testarda e curiosa che conoscevo? Sono restio ad alzarmi in piedi, ma poi noto che Cal mi fa cenno di seguirla e fidarsi: non tollero quando quei due hanno in testa qualcosa che io non intuisco. Siamo sulla soglia della biblioteca, quando la voce di Malfoy ci blocca.

-Restate.- Va bene, questa sera qualcuno deve aver messo un veleno nel succo di zucca. Mia cugina ha uno sguardo soddisfatto, evidentemente lo aveva previsto: credo sia giunto il momento di farsi spiegare da zia Hermione un po’ di psicologia. -Non fatevi strane idee. È solo che non ho voglia di finire in punizione da solo e non mi dispiacerebbe vedervi sgobbare un po’.-

-Va bene, restiamo. Ma a condizione che tu ci renda partecipi del tuo dolore: credo che in fondo abbiamo il diritto di sapere per che cosa verremo puniti.- Se io avessi il cervello di Rose, in questo momento avrei già buttato giù un piano per la conquista del mondo. Forse è per questo che noi megalomani melodrammatici siamo intelligenti, ma mai dei geni. Modesto il ragazzo, eh?

-Sei furba Weasley. Ringrazia il cielo che hai ereditato il cervello di tua madre. Cosa ti fa pensare che parlerò?-

-Mettiamola così: se parli tu, ora, di tua spontanea volontà, saremo muti come tombe. Altrimenti useremo metodi un po’ meno convenzionali e non propriamente legali e, scoperta la verità, ci assicureremo che tutta la scuola venga a conoscenza del tuo piccolo segreto.-

-Non ho molta scelta a quanto pare. Va bene, parlerò. Solo che è…difficile. Ho paura che dicendolo a voce alta diventi tutto dannatamente più vero. Non so davvero da dove iniziare.-

-Oh beh, puoi cominciare dall’inizio, se vuoi una storia tradizionale; dalla fine, se vuoi stupirci tutti; ti sconsiglio l’inizio in medias res, in genere non ci si capisce niente.- Provo a sdrammatizzare la situazione come farebbe Roxy, meritandomi un’occhiataccia stile Granger da mia cugina. Anche Cal mi guarda male: se Malfoy decide di non dire nulla per colpa di questa mia uscita, credo mi darà in pasto alla Piovra Gigante.

-Grazie per il consiglio, Potter. Scelgo di partire dalla fine: forse sarà più facile. Pochi giorni prima del ritorno a scuola mia madre è morta.- CRACK. Avete presente quella campana di vetro che aveva iniziato a frantumarsi un mesetto fa? Bene, ora è totalmente distrutta. Siamo sconvolti, ma non diciamo niente: è il momento di ascoltarlo, di farlo parlare e sfogare, di capire chi sia realmente la persona che abbiamo davanti.

-È stata colpita da un tumore alla pelle quando io avevo solo sei anni. Allora ero troppo piccolo per capire: mio padre mi disse che era una brutta malattia nella quale tanti piccoli germi attaccavano la pelle. È così che sono diventato ipocondriaco: sento il bisogno di lavarmi in continuazione e di tenere sempre le finestre aperte, perché il freddo uccide i batteri. Papà non è più stato lo stesso: ha perso il suo sarcasmo e ha smesso di lavorare come Pozionista. All’inizio ero contento, perché pensavo che avrebbe avuto più tempo per me, invece ogni istante della sua vita era dedicato solo ed esclusivamente alla mamma. Ha trasformato un’area della casa in una zona sterile appositamente per lei e mi ha proibito di vederla, se non poche volte all’anno: non ho mai veramente capito se temeva più per la mia salute o per la sua. Anche se non potevo incontrarla, però, mi inviava spesso delle lettere, per sapere come stavo, darmi consigli. Avevamo anche stregato una pergamena per poter parlare a distanza, ma papà negli ultimi tempi gliel’aveva tolta per non farla affaticare troppo. I nonni sono stati per me i genitori che non ho mai avuto; le loro intenzioni erano delle migliori, ma hanno solo peggiorato la situazione: mi hanno sempre viziato e mi hanno lasciato crescere nelle mie fobie, senza sgridarmi mai, perché ritenevano che dovessi già sopportare abbastanza dolore. Quando ho iniziato Hogwarts mi sono subito circondato di due persone che incutessero timore negli altri, ma allo stesso tempo fossero abbastanza stupide da non fare troppe domande: sapevo che nessuno avrebbe accettato le mie paranoie, ma non potevo certo prevedere che un Potter sarebbe finito nella mia stessa Casa. Ti ho odiato fin dal primo giorno: la tua famiglia è perfetta, la tua vita è perfetta, e non hai mosso un dito per ottenere tutto questo. Io ho dovuto pregare il Cappello di finire a Serpeverde e non a Grifondoro per rendere felice mia mamma, ho dato il massimo a scuola sempre per la stessa ragione. Ti ho tormentato proprio per vendicare lei. Ho lasciato cadere quel pacchetto tra le buste di tua madre a King’s Cross, mentre i nostri genitori parlavano, proprio nella speranza che lei, non riconoscendolo, lo aprisse, e tu capissi cosa stessi provando. Negli ultimi tempi la sua condizione è peggiorata notevolmente: papà e nonno hanno investito buona fetta del patrimonio di famiglia per provare a curarla e sembrava essersi ripresa, almeno in parte. Quando sono tornato a casa per le vacanze, mi hanno concesso di rivederla il giorno di Natale, ma non era più lei: così pallida e magra, non sembrava la mamma che mi portava al parco quando ero piccolo, assomigliava più ad un cadavere. Dopo quell’incontro ha avuto una rapida ricaduta: all’inizio mi sentivo in colpa, poi abbiamo attestato che la malattia era già ad uno stadio talmente avanzato che sarebbe morta lo stesso. Poco prima che spirasse mi hanno portato da lei: un minuto stava stringendo le mani a me e a papà, quello dopo la presa si è allentata e…Mio padre ha pianto per due giorni. Il funerale è stata una cerimonia per pochi intimi, non volevamo spargere la voce: non si doveva sapere che i Malfoy avevano fallito la loro missione più importante. Non sono tornato subito a scuola perché non ne avevo la forza. Papà mi aveva anche proposto di cambiare completamente aria, di andare a vivere altrove e farmi frequentare Drumstrang o Beauxbatons, ma io ho rifiutato: so che il sogno di mia madre era quello di vedermi crescere tra le mura di Hogwarts e voglio esaudirlo. Sono quasi contento che se ne sia andata, perché quella non era la vita che meritava. Però mi manca, mi mancano le sue lettere, mi manca la sensazione d’impazienza che mi coglieva tutte le volte prima di incontrarla. Ogni tanto tiro fuori la nostra pergamena nella speranza di trovare un messaggio per me, ma poi mi rendo conto che non accadrà mai. Ogni tanto sono io a scrivere un messaggio per lei: ci sono parecchie cose che avrei voluto dirle, ma non ne ho avuto modo. Avrei voluto dirle che le voglio bene, parlarle della mia prima cotta, degli esami, invitarla al mio matrimonio, annunciarle che sarebbe diventata nonna. Quando vedo l’inchiostro venire risucchiato dalla pergamena, capisco che sono solo parole al vento. Al momento voglio rendere felice papà, nella speranza che si riprenda e torniamo ad essere una famiglia felice, nei limiti del possibile ovviamente. So che questo è quello che vorrebbe lei, solo che immaginavo che nelle foto di famiglia saremmo stati in tre, non in due. Spero che entrambi riusciremo a trovare la forza di tornare a sorridere e amare.- Mi sento una merda. Ho passato mesi ad odiare una persona che aveva bisogno di aiuto, una persona sicuramente più forte e migliore di me. Rose aveva ragione: avrei dovuto provare a conoscerlo meglio. Vorrei fargli capire che almeno ha avuto la fortuna di avere una famiglia sincera, con la forza di metterlo di fronte alla verità fin da subito. Dicono che Grifondoro sia la culla dei coraggiosi di cuore, ma fin dai tempi di Severus Piton trovo sempre più esempi di Serpeverde migliori dei Grifondoro. Mi sento in dovere di parlare per primo, visto che parte del discorso era rivolto proprio a me.

-Mi dispiace, non credevo, se posso fare qualcosa…-

-A meno che tu possa far tornare in vita mia madre, dubito che tu possa essermi davvero d’aiuto, Potter. Non ho bisogno della tua compassione.-

-No, ma hai un disperato bisogno di amici. Fidati, te lo dice uno che ci è passato.-

-Io ho già degli amici, se per caso non l’avessi notato.-

-Amici che non sono qui con te stasera, amici ai quali non hai ancora annunciato la morte di tua madre. Quelli non sono amici, sono servi.-

-Chiamali come ti pare, sono l’unica compagnia che ho.-

-Noi ci siamo, se vuoi.- Le parole escono fuori spontanee, non me ne rendo neanche conto. La sua risposta, però, non è quella che mi aspetto.

-Per cosa? Per vedermi sbattere in faccia le vostre famiglie perfette, i vostri voti perfetti e le vostre vite perfette?-

-Le nostre vite non sono perfette! Se ci tieni a saperlo è da Natale che siamo in rotta con la nostra famiglia ed ho scoperto che i miei genitori mi hanno tenuto nascosto parte del loro passato e della loro vera natura. Inoltre, nessuno di noi è nella Casa che vorrebbe.-

-Già. E tanto per la cronaca, io ho passato l’infanzia cresciuto dagli elfi domestici, perché mio padre era sempre al lavoro e mia madre era troppo snob per allevare un bambino.- completa Calvin prontamente. A questo punto Rose, che è rimasta a guardare per tutto il tempo, interviene.

-Sappiamo che stai soffrendo molto di più, ma vogliamo solo farti capire che nemmeno noi viviamo nel Paese delle Meraviglie. Ognuno ha i propri problemi e gli amici sono un valido aiuto per superarli. È comprensibile che tu non ti senta di legarti così tanto a qualcuno dopo quello che hai passato, ma ricorda che, in qualsiasi momento, da noi troverai un pezzo di cioccolata pronto per te.-

-È…è buona questa cioccolata?-

-Non l’hai mai assaggiata?- chiede mia cugina, a metà tra lo stupore e lo sdegno.

-No. Ma meglio tardi che mai, giusto Weasley?-

-No, no, no, così non funziona affatto! Se vuoi la tua cioccolata devi almeno chiamarmi per nome! Io sono Rose.-

-Piacere Rose, io sono Scorpius Hyperion. Chi sono i tuoi due amici?-

-Io sono Calvin.-

-Ed io sono Albus Severus, il cugino di Rose.-

-Albus Severus, che razza di nome è?-            

-Scorpius Hyperion, che razza di nome è?-

-Se mio padre sapesse che ho appena fatto amicizia con un Potter, una Weasley e un Nott sverrebbe.-

-Già, anche i nostri genitori probabilmente avrebbero un infarto se sapessero che stiamo familiarizzando con un Malfoy.- commenta Rose. -Ma dovranno accettarlo. Noi non siamo loro e, se si azzarderanno a dire qualcosa, inizierò ad elencare tutte le persone che hanno combattuto e sono morte per porre fine ai pregiudizi. Concludendo, naturalmente, con la più importante: Astoria Greengrass in Malfoy.- Mia cugina come sempre ha trovato le parole giuste per porre fine ai dissapori. Aspettiamo che Scorpius abbia finito la sua cioccolata, che sembra gradire parecchio, poi mi permetto di porgli una domanda che mi assilla.

-Scorpius, senti, non è che, in futuro, potresti trascorrere un po’ meno tempo sotto la doccia? Solo mezz’ora anziché un’ora sarebbe già sufficiente.-

-Sì, credo si possa fare.- Colgo la palla al balzo per scucirgli qualcos’altro.

-E non è che potremmo chiudere le finestre? Sai, potremmo lasciarle aperte durante il giorno, mentre siamo a lezione, e poi chiuderle di notte.-

-Beh, in effetti fa un po’ freddino in camera nostra…Credo si possa fare, sì, ma non prenderti troppe libertà. Però adesso mi spiegate come facciamo a tornare in dormitorio senza farci beccare da Gazza o da quella gatta sadica?- Io, Rose e Calvin ci guardiamo malandrini.

-Beh, questi due qua hanno degli assi nella manica non da poco: sono segreti di famiglia, ma per gli amici fanno delle eccezioni. Naturalmente dovrai mantenere il tutto per te, però ne vale la pena.- Scorpius guarda Calvin un po’ perplesso, quindi io gli spiego la storia della Mappa e del Mantello, facendogli immediatamente cambiare opinione su di noi. Alla fine Rosie gli tende la mano e, come un vero boss mafioso, afferma: -Benvenuto nel Clan Weasley-Potter, Scorpius Hyperion Malfoy. Ora, ci sono alcune regole da rispettare: tienile bene a mente e nessuno si farà male…-

 

-James, ho le allucinazioni, portami infermeria.-

-Fred, sei sanissimo, capisco che la verifica di Pozioni ti spaventi, ma non è il caso di farne un dramma: Lumacorno ci adora!-

-Vuoi dirmi che quelli che stanno parlando amabilmente con Malfoy sono realmente Al, Rosie e Calvin?-

-Fred, ma che…Miseriaccia!-

E fu così che James Sirius Potter decise per la terza volta di mettere in atto il piano per evitare il suicidio sociale.
 

 


Angolo di Harry Potterish
Finalmente il capitolo della verità! Ecco svelato l’arcano: non uccidetemi, mi odio anch’io per aver fatto una cattiveria simile ai Malfoy e ad Astoria, ma la storia è questa e non si può cambiare…Non ho il coraggio né la forza di fare ulteriori commenti. Scrivetemi pure cosa ne pensate, intasate la mia casella di posta con ogni sorta di insulti: me lo merito! Vi aspetto presto con l’epilogo, ambientato quindici anni dopo i fatti narrati, dove scoprirete che fine fanno i nostri cari ragazzi…A presto
Harry Potterish

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Harry Potterish