“Tu
sai dove stiamo
andando, vero?” chiese Jaden dopo quella che gli
sembrò un eternità.
Jesse
ridacchiò e si voltò
a guardarlo, camminando all’indietro ed evitando
miracolosamente tutti gli
alberi: “Stiamo solo facendo la strada al contrario, stiamo
tornando in città.
Non riesci a correre se non sei inseguito?”
L’altro
decise di ignorare
quel mal celato sarcasmo e continuò con uno sbuffo:
“Non credi che in città ti
consegneranno a Viper?”
“Forse…”
“Forse!”
Jaden sgranò gli
occhi ricuperando improvvisamente il fiato ed affiancando
l’amico: “Non è una
risposta rassicurante!”
Jesse
ridacchiò nuovamente,
ma questa volta non riuscì a nascondere il nervosismo:
“Sono sicuro che nessuno
mi venderà a Viper, contendo ora?”
Rimase
un attimo in
silenzio, fissandosi senza comunque smettere di camminare, fianco a
fianco,
fino a quando Jaden si lasciò sfuggire un lieve
“Si” che fecce scoppiare a
ridere il blu.
Stava
ancora ridendo
quando si bloccò improvvisamente e il suo viso divenne
serio, attraversato da
un lampo di dolore e paura, come se avesse preso una scossa violente e
improvvisa.
“Cosa
succede?!” in un
attimo Jaden gli si fece ancora più vicino, prendendogli un
braccio per
sorreggerlo e Jesse lo lasciò fare, anzi si
appoggiò completamente a lui.
“Non
mi è mai piaciuto
questo posto.” Sussurrò chiudendo gli occhi per
calmarsi: “L’ho sempre evitato…
tutte le volte che mi avvicino ho una sensazione
terribile…” aprì gli occhi,
vacui, e barcollando si avvicinò al centro di quello spiazzo
libero da alberi;
il terreno lì era duro e secco, bruciato.
Jaden
cercò invano di
trattenerlo, ma lui continuava ad avanzare fino ad inginocchiarsi nel
centro
del circolo arido, carezzando la terra scura con le mani, che al
confronto
sembrarono ancora più pallide e fragile.
Fuoco.
L’immagine si
visualizzò dietro i suoi occhi nuovamente coperti dalle
palpebre abbassate e il
ragazzo fu percorso da un brivido di paura.
Fuoco;
stava bruciando
tutto, tutto, e la risata di un uomo rimbombava nel silenzio spettrale
di quel
bosco.
Fuoco
che lambiva la
piante, la distruggeva, divorandole prepotente, fuoco che avvolgeva
ogni cosa,
comprese due giovani stretti l’uno all’altro,
terrorizzati.
Una
donna con lunghi
capelli turchini teneva il viso delicato affondato nel petto del
marito, che
guardava fiero ed orgoglioso l’uomo che stava ridendo al di
fuori di quel
circolo incandescente.
“Un
giorno di pentirai di
questa follia Viper.” Ringhiò l’uomo
stringendo a sé la donna singhiozzante.
“Oh
si, un giorno forse me
ne pentirò” la voce di Viper esplose nelle
orecchie di Jesse, che in quel
momento si vide appena bambino, trascinato via in lacrime da Viper,
mentre
urlava disperato, dibattendosi: “Papà!!!
Mamma!”
Di
colpo si fece tutto
buio e l’unica cosa che si sentiva era un bambino piangere,
steso a terra al
centro di uno spiazzo bruciato; bambino che ormai era cresciuto
diventando un
giovane uomo che però non aveva perso la dolorosa
spensieratezza che un uomo
nero, quello che nessun bambino dovrebbe mai incontrare, gli aveva
cercato di
rubare quando era ancora troppo piccolo per reagire.
“Jesse!
Jesse, piccolo,
apri gli occhi!”
Il
ragazzo aprì piano gli
occhi, trovandosi davanti il bel viso preoccupato di Jaden;
provò a mettersi a
sedere, ma un dolore fitto lo costrinse a rimanere sdraiato, con la
testa
poggiata alle ginocchia dell’altro.
“Stai
bene?” gli chiese
l’ex Slaifer Rosso, senza togliere una mano dal suo petto e
l’altra dalla sua
guancia pallida eppure bollente.
“Io…
si, si sto bene… ma
cosa è successo?” la voce di Jesse era un soffio
flebile e doloroso.
“Hai…
hai urlato qualcosa
e sei svenuto…”
Jesse
si mise a sedere di
scatto, ma il bosco prese a vorticare velocemente intorno a lui,
lasciandolo
per un attimo senza fiato, quindi si sentì attirare
dolcemente ed affondò il
viso nella stoffa morbida e calda della felpa, ovviamente rossa, di
Jaden.
“Viper
ha ucciso i miei
genitori, proprio qui…”
“Cosa?”
“Io…
me ne ero
completamente dimenticato, la mia mente lo aveva rimosso, ma lui li ha
uccisi
qui: li ha circondati col fuoco e li ha bruciati vivi, poi mi ha
trascinato via
lasciando che gli animali divorassero il loro corpo. Lui li ha uccisi!
Quel
bastardo li ha uccisi e mi ha rovinato la vita, con loro è
morto anche il mio
cuore… Viper mi ha rubato l’anima e ora la tiene
in un rozzo scrigno… la mia
anima gli appartiene, Jaden…”
L’ex
Slaifer Rosso rimase
un attimo sconcertato da quelle parole, ma il suo istinto si riprese
prima
della sua mente e lo portò a stringere con forza Jesse; gli
portò una mano ai
capelli, carezzandoli dolcemente, mentre con l’altro braccio
continuava a
stringere il corpo del blu, che si ritrovò a singhiozzare
violentemente, senza
quasi rendersene conto.
“Sto
piangendo come una
femminuccia…” sussurrò fra un
singhiozzo e l’altro, ma Jaden lo zittì subito,
portandogli un dito alle labbra bagnate.
“Te
l’ho già detto, non
devi sempre mostrarti forte… tranquillo piccolo va tutto
bene: risolveremo ogni
cosa. Mi dispiace, nemmeno sai quanto mi dispiace… non ti
lascerò mai,
qualunque cosa succeda.” Una sola lacrima solcò
una guancia di Jaden, ma lui la
ricacciò subito: doveva mostrarsi forte, per lui, per Jesse.
“Ti
amo piccolo.”
Il
blu sollevo leggermente
il volto, fissandolo con occhi dolcemente tristi, quindi si sporse,
baciandolo.
“Ti
amo anch’io Jaden
Yuki.”
***
“Jesse?”
la voce di Chaz
rimbombò nelle enormi stanze del castello Anderson, ma
nessuno rispose.
“Forse
non è in casa.” Fece
timidamente Cyrus, guardandosi intorno.
Si
sentivano osservati,
tutti loro, eppure non vedevano nessuno.
“Qualcuno
deve pur averci
aperto il cancello.” Sussurrò Alexis, mentre un
brivido freddo le attraversava
la schiena.
“Qualcosa
non va…” la voce
di Assemberri era un vero e proprio ringhio animalesco, in perfetta
sintonia
con la sua parte di DNA dinosauro.
“Lieto
di rivedervi,
signorine.”
“VIPER??!!”