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Autore: Jess89     15/01/2012    0 recensioni
"Aveva una quantità sconsiderevole di metallo in corpo ed era il fidanzato di Katy, quasi da non crederci. Blue rimase immobilizzata guardando Matt dal vetro dello studio: stava baciando un uomo."
L'amore non ha un corpo, l'amore è attrazione, l'amore ha passione, l'amore è magnetismo allo stato puro che attira un cuore compatibile al tuo senza guardare al tuo sesso, ai tuoi occhi, alla tua anima. E questo, Blue, non lo sapeva..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNDEFINED SOUL
Troppo lontani, troppo vicini




 
I giorni seguenti furono un vero e proprio disastro. Blue continuava a far finta di niente con Katy, che sembrava entusiasta di tutto ciò che pensassero le sue amiche, ignorando che probabilmente stava facendosi del male da sola. Avrebbe voluto dirglielo, in verità, ma con quale scopo? Le interessava davvero dei sentimenti di Katy o era solo un modo per parlare ancora di Matt? Magari mettendoselo contro. Quel ragazzo si era insinuato nella mente di Blue come nessuno aveva mai saputo fare fin’ora e soprattutto senza aver fatto nulla dar origine a quei pensieri, nulla che potesse farla sentire importante, desiderata, ma tutto affinchè potesse renderla quasi dipendente dal parlare con lui, da quelle battutine troppo sottili e taglienti che vanno fino in fondo, ma restano comunque in superficie. Peccato non si fossero più parlati da quella sera.
Matt, purtroppo, era tornato quello di prima, ovvero lo sconosciuto appoggiato quotidianamente ad un palo mentre lei, finita la lezione, fumava la sua desiderata nicotina. Avrebbe voluto fermarlo con una scusa qualsiasi, qualcosa di stupido, qualcosa di quelle che disegnano un sorriso sulla faccia dell’altro proprio perché non hanno senso, ma non lo aveva fatto. Si era cancellata dal gruppo sportivo ed era tornata ad uscire tutte le sere con Ivy e Fleur, tra i party delle confraternite, i karaoke da loro tanto amati e le serate al femminile. In fondo il tempo sembrava passare come prima, come se Matt non fosse mai esistito, ma per Blue, non era così. Il vederlo quotidianamente, i suoi falsi sorrisi a Katy la irritavano e nello stesso tempo la innervosiva tutta quella situazione in cui si era cacciata.
Ma si sa, le donne da una goccia d’acqua procurano una tempesta, da un fiocco di neve l’era glaciale e da un’onda senza spuma, un maremoto..
“Ti ho cercata, sai?” disse una voce alle spalle di Blue mentre lei fissava la vetrina del negozio di scarpe preferito di fronte la fermata dell’autobus.
Si girò curiosa, tanto velocemente che la coda di cavallo le arrivò in viso e inaspettatamente lo vide avvicinarsi, con quella solita e astrusa combinazione di jeans, borchie e pelle che aveva sempre indosso.
“Ah, sei tu..” rispose lei.
“Delusa? Ah già, magari ti aspettavi di vedere…come si chiama?” fece finta di non saperlo “Ah, si, Sean?”
“E tu come lo conosci?”
“Allora piace anche a te, oltre che a tutte quelle…galline”
Blue scoppiò a ridere, trattenendo una mano ferma sul manico della borsa di pelle nera.
“Ti importerebbe?”
“Mmm..” fece lui con un mezzo sorriso “…dimentichi che sono già impegnato”
“Per lui….o per me?” chiese lei facendo un passo più lungo della sua gamba.
Matt ebbe un sussulto, la guardò colpito e poi cercò di rilassare l’espressione, sperò che Blue se ne accorse e per fortuna la vide smorzare la conversazione con una domanda.
“Allora? Perché mi cercavi?”
“Sono andato in palestra Martedì, mi hanno detto che non fai più parte della squadra, sembravano dispiaciute, forse non te la cavavi così male”
Per un momento la nuca di Blue sembrò bruciare, ma non ci fece caso, si voltò distratta da quel numero giallo che stava fermo sulla parte superiore di un bus appena partito.
“No! Cazzo, era il mio..” disse infastidita.
Lui si accorse della scena e le propose di accompagnarla in macchina, in fondo non avrebbe visto altre alternative prima di due ore, così accetto, in fondo non le dispiaceva così tanto.
Mise la cintura sopra la maglia grigia che di colpo le evidenziò il seno, si guardò preoccupata e imbarazzata e si coprì con la felpa pregando perché lui non l’avesse vista.
Matt sorrise e mise in moto.
“Dove ti porto?”
“Ahm..Sourt Rampard Boulevard” si limitò a dire la biondina “Posso fumare?”
Of course “ rispose con la sua voce calda, aprì il finestrino e di colpo la vide più a suo agio “Vivi con i tuoi?”
“No” rispose secca.
“Con un’amica?”
“No” continuò.
“Ok, vivi da sola..”
“Perspicace, mister..?”
“Chiamami solo Matt, se proprio vuoi essere formale Matthew..” disse sorridendo.
Nello stesso momento gli squillò il cellulare, notò l’aria dura con cui rispose, come se si trattasse di una questione di lavoro, ma poi l’ammorbidì e Blue capì con chi stesse parlando.
Lo vedeva pesantemente limitato e trattenuto, notando quello sguardo intermittente che le lanciava come se volesse togliersi il dubbio se lo stesse davvero ascoltando o se guardasse distrattamente fuori con la sua sigaretta fra le dita. Quando staccò fu troppo tardi, era già quasi arrivato all’appartamento di Blue, tanto che gli sembrò di vederla infastidita per quella sua telefonata interminabile.
“Tutto bene?” le chiese per mettere a posto la coscienza.
“Ottimo, è quell’appartamento bianco lì” disse lei indicando un complesso con non più di quattro piani. Era qualcosa di troppo moderno ed esteticamente improponibile, ma dentro non era così male, aveva la sua libertà e questo le bastava.
Matt si fermò sul ciglio della strada e mise le quattro frecce.
“Grazie del passaggio, ci vediamo” disse Blue catapultandosi velocemente fuori dalla macchina.
“Hey, hey..” la richiamò Matt a voce alta.
La biondina sporse la testa e rientrò in macchina con una smorfia, lo vide cercare dentro la sua borsa dannatamente gay e vide tirar fuori un bigliettino da visita.
Lo stava facendo davvero.
“Chiamami quando vuoi bere qualcosa, mangiare una pizza..sì, insomma, quando vuoi vedere un amico”
Sembrava quasi imbarazzato per la prima volta e a lei faceva piacere, ma non ebbe la stessa reazione. Prese il bigliettino quasi strappandoglielo dalle mani e lo salutò con il palmo verso l’alto, spinse lo sportello che si chiuse con un tonfo ed entrò a casa senza indugi.
Corse per le scale e appena fu dentro chiuse la porta come per barricarsi dentro, lanciò la borsa sul divano e accese la segreteria.
“La segreteria contiene 3 nuovi messaggi; primo messaggio: Blue, sono Ivy, stasera c’è la festa della confraternita di Viktor, ti prego dimmi che vieni con noi, Fleur è già qui, ti aspettiamo. BIP. Secondo messaggio: Blue, ma che fine hai fatto? Il cellulare è staccato, non sappiamo dove cercarti, fatti viva! BIP. Terzo messaggio: Ciao biondina, volevo dirti solo quattro parole, stai.lontano.da.Matt. BIP”
 
 
Riascoltò quel messaggio più volte, senza trovare una vera e propria motivazione per la quale il ragazzo di Matt fosse palesemente geloso di lei. Di una donna!
Alla fine decise di lasciar perdere quella folle minaccia e di andare alla festa, in qualche modo avrebbe trovato le ragazze e si sarebbe unita a loro, in fondo la confraternita era solo a qualche passo da casa sua.
Indossò la giacca di pelle beige e prese un cappellino che non cozzasse con quell’ammasso di cose che si era messa addosso senza nemmeno guardare. Infilò i piedi nei suoi biker boots, dopo aver passato più di una buona mezz’ora per truccarsi e uscì di casa con qualche dollaro in tasca, il cellulare e le chiavi naturalmente.
Quando arrivò davanti alla porta dello scantinato, non sembrò per niente convinta, inoltre non ricordava nemmeno la frase segreta per entrare, poi però vide un ragazzo con un’aria familiare andare in fondo al corridoio, così decise di seguirlo. Non si sbagliò, gli aprirono salutandolo e poi le chiesero la frase segreta che ovviamente aveva rubato dallo sconosciuto.
L’ambiente era grigio e angusto, non ricordava un posto così figo da anni, quello scantinato poteva sembrare una lugubre fogna ma aspettare di spingere quella saracinesca per vedere una delle discoteche più grandi presenti nelle confraternite era roba per pochi. C’erano luci soffuse dappertutto, neon e laser si incrociavano insieme ad una musica assordante e resa perfetta dalle casse posizionate ovunque con stile, andò verso il tavolo delle bevande per farsi un drink e rivide quel ragazzo fissarla. Ripensò a chi potesse essere e poi capì chi in realtà fosse, gli girò le spalle e si tuffò nella folla come se fosse un oceano di acqua ghiacciata per nascondersi.
“Hey!” sentì la voce di Ivy e una mano tirarla per la giacca e ringraziò il cielo.
“Era ora! Credevamo non arrivassi più!” disse Fleur dopo averla baciata. “Non è una figata? E’ la festa più bella dell’anno e noi siamo dentro grazie a Viktor..”
Ivy la guardò male.
“Ad IVY naturalmente, è ovvio..” aggiunse per riparare.
Blue si avvicinò ad entrambe raccontando tutto quello che era successo brevemente in quei giorni, poi rivide quel ragazzo avvicinarsi e parlare all’orecchio di Fleur.
Lei si staccò ridendo come una civetta e lo presentò a Blue.
“Blue, questo è il mio amico Anthony, Anthony, questa è la mia seconda migliore amica Blue”.
Fu un attimo e quel ragazzo sembrò penetrarla profondamente con i suoi occhi scuri , abbozzò un sorriso e le strinse la mano. Blue ebbe l’impressione di non avere più l’uso delle dita,  ma cercò comunque di mantenere un’espressione alquanto seria e fece finta di non conoscerlo.
“Piacere, anche se mi sembra di averti già visto” disse lui con una voce irritante.
Fleur restò impressionata, coinvolgendo tutti in una stupida discussione delle sue, Anthony sembrava seguirla appassionatamente, al che Blue capì anche che tipo fosse.
“Il tuo ragazzo non è ancora arrivato?” domandò Fleur ad un certo punto.
Blue guardò Ivy sconvolta, Fleur non aveva capito niente, come sempre, anche se lei le aveva spiegato tutto in ogni minimo particolare, ma era come se i suoi neuroni non funzionassero quando incrociavano un individuo di sesso maschiale, figuriamoci ad una festa piena zeppa.
La biondina vide Anthony rispondere qualcosa di indecifrabile, indicare il telefono e sorridere, capì che Matt stava arrivando. Si girò per cercare lo sguardo complice di Ivy, ma la vide andare in mezzo alla pista mano nella mano con Viktor, così sorrise, sperando in cuor suo che almeno quella sera non facesse lo stronzo e si comportasse bene, decidendosi una volta per tutte.
Fu un attimo in cui sentì due mani sui suoi fianchi e un respiro caldo sul suo collo coperto dai lunghi capelli biondo cenere, sembrò quasi che il tempo le avesse regalato una tregua, solo per un attimo, poi si girò e lo vide.
“Hey..”


P.s. ho visto delle visite, ma nessuna recensione, spero vi piaccia e che continuiate a leggere! Jess
  
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