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Autore: kejti    15/01/2012    2 recensioni
Ogni volta che ritornavo a Konoha la mia vita subiva dei cambiamenti, lo sapevo, ma non credevo che stavolta avrebbero avuto un tale impatto...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Akira era a terra vicino alla biblioteca quasi distrutta. Era svenuto. Dopo un lungo combattimento, alla fine allo stremo delle forze era caduto a terra privo di forze. Adrenalina e paura si erano unite insieme nel mio corpo facendomi provare delle sensazione nuove: spaventose e intriganti allo stesso tempo. Una forza che mai avevo conosciuto prima si era completamente impossessata di me e solo alla fine, ora, sentivo veramente stanchezza, ora capivo realmente che il mio avversario era a qualche metro da me , probabilmente in fin di vita... Mi avvicinai lentamente al corpo di Akira: respirava, era svenuto e aveva qualche ferita profonda, ma ce l'avrebbe fatta, con le cure di un ninja medico sarebbe sicuramente sopravvissuto. Ma la sua vita forse, a questo punto, non avrebbe in un certo significato la mia morte? Probabile, ma in quell'istante non era importante, in quel momento Akira andava salvato. Presi delle bende pulite in uno dei pochi cassetti che erano rimasti ancora intatti per tamponarli almeno qualche piccola ferita. Cercando di fare il più piano possibile avvicinai una benda a un suo braccio, ma appena la sua pelle venne a contatto con la mia mano lo vidi aprire gli occhi di scatto, sussultai dalla paura. Non stava osservando me, ma un punto sopra la mia testa, mi girai cautamente e come Akira un brivido di paura attraversò tutta la schiena. Anazaua era lì, immobile sorrideva, non parlava, non si muoveva, guardava attentamente il figlio come se stessero comunicando. Nessuno dei due si curava della mia presenza, Akira mosse leggermente la testa per fare segno di no. Non era immobilizzato dalle ferite no, era immobilizzato dalla paura. Anazaua alzò una mano e in pochi minuti la maglietta di Akira fu cenere, il suo corpo fu come invaso da una serie di scritte: sembrava quasi un sigillo e poi un urlo disperato, straziante e infine un esplosione.

Terribile, devastante : la Bomba era esplosa.

Il suo piano divenne finalmente chiaro: Akira non avrebbe mai potuto uccidermi, Lui lo sapeva, ma poteva uccidermi con lui. Facendomi esplodere con lui. Sapeva anche che non avrei permesso che quel ragazzo poco più grande di me morisse per l'ordine folle di suo padre. Sapeva che mi sarei avvicinata, lui lo aspettava, aspettava ardentemente che io andassi accanto a suo figlio cosicchè la sua vendetta andasse a termine e l'inutile fosse eliminato assieme a me.

Cos'era d'altronde un figlio per lui?

 

 

Tutt'attorno a me bruciava o forse ero io stessa a bruciare? Non lo sapevo, non sentivo il mio corpo, troppo pesante e inutile in quel momento. Mi ricordavo solo di essere orbitata ,nel momento giusto o troppo tardi,però? Non sapevo rispondere.

Improvvisamente sentii qualcosa di bagnato sul viso. A forza tentai di aprire gli occhi: Gaara era lì, bellissimo. Bello come mai prima, se avessi avuto la forza l'avrei voluto baciare, ma ero troppo stanza e troppo vicina alla morte per poterlo fare. Una lacrima solitaria gli stava rigando il viso, cercai di alzare una mano per asciugargliela, Lui era il Kazekage e non avrebbe dovuto soffrire per me. Non era giusto, non me lo meritavo. Mi aveva pregato, si era arrabbiato e io avevo scelto di fare tutto da sola, testarda, senza pensare alle conseguenze. Se fossi stata meno stupida lui non sarebbe stato male per me e Akira sarebbe stato ancora vivo, ma oramai tutto era andato in fumo, tutti i piani di gloria, tutta la mia sicurezza. Niente mi rimaneva in quel momento, se non quella lacrima solitaria sul volto di Gaara.

Mentre Gaara mi accarezzava i capelli dolcemente, pensai che forse i momenti prima della morte erano così: ognuno di noi ripensai per un attimo alla sua vita e a quello che perderà. Ma io, che a differenza di altri, sapevo che dopo la morte c'era la luce, perchè allora non potevo fare a meno di odiare quella fine ? Perchè pregavo con tutta me stessa di risvegliarmi da un sogno? In fondo aldilà di quella linea sottile che è la vita, mi aspettava un luogo meraviglioso.

Un urlo terribile straziante mi distrasse dai miei pensieri. Era Gaara stava chiamando Sakura, le diceva che ero qui, che doveva fare qualcosa, che lui mia stava perdendo e che lei, una dei migliori ninja medici, non poteva permetterlo. Gridava a lei, ma in verità sapevo che quella rabbia e quella disperazione erano rivolte a me . Tentai di chiedergli scusa, ma gli occhi di colpo si fecero ancora più pesanti. Dovevo chiudergli, il mio corpo mi stava pregando di chiudere gli occhi.

-No! Non chiudere gli occhi Ashley, resisti!- furono le ultime parole che sentii, erano quelle di Gaara e quello di mio padre, che probabilmente era arrivato proprio nell'istante in cui i miei occhi si erano chiusi.

 

 

 

Per pochi secondi fu tutto buio, ma poi una luce bianca avvolse la mia anima e incominciai a sentire il canto di alcuni bambini. Più quella canzone andava avanti più il paesaggio attorno a me diveniva chiaro: ero in piedi in un bosco e quei ragazzini che prima si erano avvicinati, ora ballavano e cantavano intorno a me, tra loro c'era Yakumo. Sembrava che non mi potessero vedere, continuavano la loro canzone come se nulla fosse e io non potevo fare altro che ascoltarli ancora un po' frastornata dalla situazione. Cos'era quel posto? Avevo attraversato la luce senza neanche accorgermene, quindi? Mi chiedevo.

Ad un certo punto Yakumo si allontanò dagli altri bambini e come se le avesse sentite, rispose alle mie domande.

-Questa non è la luce, non sei morta o meglio per gli umani sei morta, non dai più segni vitali, ma in realtà la tua anima è ancora nel tuo corpo, quindi tra poco ritornerai dai tuoi cari... -

-Yakumo ma tu che ci fai qui?-

-Ti proteggo e ti aiuto, proprio come tu hai fatto con me e questi altri bambini mi danno una mano a farlo...-

-Sono...- un sospiro e poi continuai – sono via grazie a voi?-

Non ebbi risposta Yakumo scomparì semplicemente sorridendo e salutandomi con la mano.

 

Quando ripresi conoscenza nel mondo dei “vivi”, sentii delle gocce d'acqua sul mio viso: stava piovendo. Il cielo che fino a prima era limpido, ora era ricoperto di nuvole che non lasciavano libero neanche un raggio di sole. Dopo qualche secondo sentii una presa molto forte sul braccio sinistro, che stava cominciando a farmi male. Non riuscivo ad aprire gli occhi per vedere chi mi stesse tenendo o a dire una frase. Cerca di farmi forza.

-Ahi...-- provai a dire, ma la mia voce era troppo bassa, nessuno mi sentì e la presa cominciava a stringere sempre di più

-Ahia... - disse più forte, e la mano che mi teneva il braccio allentò la presa. Aprii gli occhi e vidi Gaara, che era rimasto lì assieme a mio padre. Entrambi erano pietrificati, come se in quel temporale la mia voce fosse stata un lampo.

 

-Ashley...- sentii dire da Gaara

-Ashley...- ripeté mio padre.

-Mi... stai … facendo... ancora male... al braccio... Gaara- biascicai a bassa voce

-Scu- scusami – disse lui tra lo sconvolto e il felice.

-Sakura!- urlò Kakashi e poi una squadra di ninja medici fece pronta una barella, poi richiusi nuovamente gli occhi , ma stavolta non era la morte che mi costringeva a farlo, lo sentivo, era semplice stanchezza.

 

 

Quando mi svegliai in una stanza d'ospedale non trovai né Gaara né Kakashi, c'era solo Hatashima.

Dopo tanto tempo, si rifaceva vivo. All'inizio feci un po' difficoltà a capire chi ci fosse davanti a me, ma poi quando guardai suoi occhi, non ebbi dubbi: quello spirito così strano era lì davanti a me.

-Che ci fai qui?- chiesi sorpresa. La voce era ritornata.

-Ti devo delle spiegazioni, non credi? -rispose

-Ok...-

-Credevo che oramai tu avessi già capito cosa fossi ma evidentemente la tua mente anche ora non può fare a meno di proteggerti... Guardami bene con il cuore, cosa sono io?- mi chiese

-Io... Tu sei uno spirito...-

-Non stai guardando col cuore! Sforzati!-

-Non lo so...-

-Ne sei certa? -

-Beh se non sei uno spirito io... cosa sei? Dimmelo tu... ti prego...- lo supplicai

-Io non sono altro che la tua paura... detto così è difficile da spiegare, ma tu mi hai creato nello stesso momento nel quale Hatashima è morto. Eri piccola e spaventata... l'unica maniera che la tua mente ha trovato per proteggersi sono stato io . Mi hai creato e mi hai dato il viso dell'uomo che poco prima ti aveva protetto e poi quando hai visto che eri al sicuro, mi hai lasciato lì... quasi in coma. Ritornato il pericolo, sono ritorn-ato anche io. In tutto questo tempo ti sei protetta utilizzando me senza neanche accorgertene. Ora non ti sei mai chiesta come fossi riuscita ad uscire viva dall'esplosione solo con qualche ustione? -

-Già... E ora cosa ne sarà di te?-

-La piccola Ashley è pronta a lasciarmi andare?-

-Credo... io credo di si, ma tu... tu ne soffrirai?-

-No... chiudi gli occhi Ashley...-

-Aspetta... un' ultima domanda! Anazaua cosa ne è stato di lui?-

-Il suo spirito brucierà per l'eternità, è una vecchia legge. Non si uccide il proprio figlio. Tra le anime funziona così-

-Oh...-

-E ora chiudi gli occhi...-

Feci come mi disse lui e quandogli riaprii ero sola.

In quel momento, persa nella solitudine di quella stanza, mi resi conto veramente di quanto le parole di Hatashima fossero vere. Lui che mai avevo compreso era stato creato da me. Per questo mi chiedeva sempre di non investigare sulla vita dell'uomo che la sera del sesto rapimento si era sacrificato per me, lui non era quel ninja , era qualcosa di ben diverso che non sarei mai riuscita , probabilmente, a capire da sola.

Fui distolta dai miei pensieri dal rumore di qualcuno che bussava alla porta.

-Avanti-

-Ti sei svegliata finalmente- disse Kakashi – Gaara era qua con te fino a una mezz'ora fa, poi l'abbiamo costretto ad andarsene. E' pur sempre il Kazekage e ha degli obblighi, poi tu stavi bene. Fuori pericolo... Come è successo? Cioè tu un attimo prima eri lì... morta... e un attimo dopo ti lamentavi con Gaara della sua stretta. Pensi di potermi spiegarmi in qualche maniera?- chiese

-Credo di non riuscire a capire neanche io. So solo che da questo momento non è più bisogno che io guardi al passato, posso pensare anche solo al presente e al mio futuro...-

-Capisco, era da tempo tesoro che non ti vedevo così felice, rilassata...è un piacere-

La porta si aprì e il discorso di Kakashi fu interrotto a metà. Gaara era in piedi sulla porta e mi guardava negli occhi attentamente. Era felice, arrabbiato e nervoso allo stesso tempo. Kakashi uscì velocemente dalla stanza.

-Perdonami- dissi

-Sposami- chiese.
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Questo quindi è l'ultimo capitolo della storia. Spero vi sia piaciuta e mi piacerebbe avere un commento per sapere se questo finale è stato di vostro gradimento.
Ringrazione tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite, le ricordate e le seguite . GRAZIE!!!


 

   
 
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