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Autore: Lully_93    16/01/2012    1 recensioni
Prendete due ragazzi, Davide 19 anni e Federica 18!
Due vicini di casa da anni, entrambi molto, troppo, timidi per fare il primo passo. Prendete un pizzico di zucchero, della cioccolata e... mescolate il tutto!
Saranno solo due capitoli, spero che vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Lully ^ ^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ragazzi ho scritto questa mini-fanfiction in un’oretta!
L’idea è stata improvvisa! Spero che non ci siano errori grammaticali, l’ho letta due volte, ma forse non me ne sono resa conto, nel caso in cui ci fossero vi chiedo scusa.
Come già detto saranno solamente due capitoli.
Per quanti riguarda le altre due mie fanfiction presto arriveranno i capitoli!
P.s. Ne ho in mente un’altra! ^_^” ma non la pubblicherò fino a quando non avrò finito almeno una delle mie fanfiction in corso!
Buona lettura. Siete le migliori! Grazie di cuore <3
Lully.
 


 Solamente un po di zucchero!





Oggi è il nostro primo anniversario!
Davide ed io siamo vicini di casa, da sei anni.
Ogni volta ci salutavamo e scambiavamo sorrisi, ma entrambi troppo timidi per andare oltre.
Mi ricordo come se fosse ieri, quando avevo le mani sudate e fredde, il cuore a mille, perché mi serviva dello zucchero...
...
Quella sera era venuta a cena la mia migliore amica, Lucia, avevamo ordinato le pizze, non ci vedevamo da mesi e finalmente eravamo riuscite a vederci.
“Lucy vuoi il caffè?” le chiesi una volta finito di sparecchiare.
“Si, magari grazie Fede!” andai in cucina e misi la macchinetta del caffè sul fuoco, presi due tazzine e lo zucchero...dov’è lo zucchero?
“Ehm, ti piace anche amaro vero?! Ho finito lo zucchero!” mi guardò con un’espressione che avrei riconosciuto tra mille, traduzione?  Si salvi chi può guai in vista, per non dire imminente figura di mxxxa in arrivo.
“Ti manca lo zucchero è?! Perché non lo vai a chiedere al ‘vicino carino’?” non so perché gli diede quel soprannome, ma da sempre Davide era il ‘vicino carino’.
“No! Lucia scordatelo!”
“Perché?”
“Perché mi vergogno, e non voglio disturbare!”
“Federica, sono le nove e mezza!”
“Non mi interessa...e-e poi possono avere ospiti a cena!”
“Ok va bene...” menomale pericolo scampato...
“Vorrà dire che ci andrò da sola!” ecco appunto!
“Lucia nella maniera più assoluta no! Leggi il labiale N-O!”
“Sei per caso gelosa?” povero Freddy -il suo ultimo neurone rimasto in vita- si è suicidato per solitudine, del resto dovevo aspettarmelo, prima o poi questo momento sarebbe arrivato.
“Non sono gelosa, ma di certo non ti ci mando da sola, ti conosco e potresti combinare qualche guaio irreparabile!”
...
Alla fine, non so come, mi convinse a chiedergli dello zucchero, armata di tazzina e tanta, tantissima, infinita pazienza, uscii sul pianerottolo, insieme a quella pazza.
E poi fu storia, come una scema iniziai a fare le prove delle battute che avrei dovuto recitare, tutto questo davanti la sua porta.
“Lo sai che sembri una scema vero?!” Se è vero che gli sguardi possono uccidere, in quel giorno sarebbe morta seduta stante.
“O-ok scusa, certo che fai paura!”
Feci un respiro profondo e suonai... passò un secondo circa e...
“ Bene non ci sono andiamo!”
“Dove pensi di andare?”  mi bloccò tirandomi dalla maglietta, in quel momento l’avrei strozzata alla Homer Simpson, ma grazie allo scatto della serratura si salvo la vita - infatti da drago sputa fuco mi trasformai in un tenero coniglietto -
“Buona sera! Mi scusi il disturbo, ma volevamo farci un caffè e ci siamo accorte di aver finto lo zucchero,  non è che potrebbe prestarcene un pochino?!”
“Si certo entrate!” mi sorrise calorosamente, sicuramente era al corrente dell’infatuazione che avevo nei confronti del figlio e viceversa.
Entrammo, ci fece strada fino alla cucina e al mio occhio non sfuggì il fatto, che il resto la casa era completamente buia, non ci volevo credere, tutta questa fatica per vedere lui, e lui non c’era, no ma dico dove doveva andare di mercoledì sera?
“Ecco qua!” disse il padre una volta riempita la tazzina.
“La ringrazio e ci scusi ancora per il disturbo!”
“Tranquilla nessun disturbo, bhe buon proseguimento di serata!”
“Grazie anche a lei!”
Rientrammo in casa e la mia ira esplose, le prove che come una stupida avevo fatto, l’ansia di dire una castroneria, il cuore a mille le gambe che mi tremavano e tutto questo? Per NIENTE!
“Fede, ti manca poco, che ti esce il fumo dalle orecchie!”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, niente e nessuno l’avrebbe salvata dalla mia ira!
“O-ok calmati e respira!” stava funzionando, peccato che dopo qualche secondo sparò una delle sue sxxxxxxxe.
 “Bhe guarda la cosa positiva...abbiamo lo zucchero!”
“Giuro che questa volta ti uccido!”
...
Dopo quella sera  continuammo ad incontrarci, era veramente bellissimo, biondo-ramati occhi azzurri, sembravano una pozza d’oceano dove porci annegare. Peccato che non mi ci potevo soffermare più di tanto.
“C-ciao Federica!”
“S-si...c-c’è ciao Davide!” che figura di mxxxa.
“Tutte bene?”
“Si! Te?”
“Bene, ehm ringrazia ancora tuo padre per lo zucchero!”
“Oh si me l’ha detto! Tranquilla nessun problema...bhe ciao!”
“Ciao!” wow era stata la nostra conversazione più lunga, bhe non era difficile, visto che normalmente le nostre conversazioni erano a monosillabi.
 
Il giorno dopo andai a fare la spesa e non so perché comprai una mega tavoletta di cioccolato al latte ‘Novi’, forse dovevo annegare la mia depressione, per non parlare della frustrazione, con la cioccolata, d'altronde si sa la cioccolata aiuta contro la depressione!
Ma in realtà mi è venuto in mente Davide...possibile che doveva mettermi ansia il solo pensarlo?
Così mi ritrovai nel salotto di casa mia seduta al tavolo da pranzo dove vi era la mega confezione di cioccolato... ma perché l’ho comprato, come diavolo glie lo porto, con che scusa?
Accidenti e ora?
...




 
  
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