Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    17/01/2012    2 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alis riuscì a gettarsi di lato appena in tempo, messa in guardia dalle grida dei suoi amici, e il mostro atterrò dove un attimo prima c’era lei, spaccando il fondo stradale. Due secondi più tardi Timmi era pressoché sotto di lui, e lo colpì con un calcio tanto forte che riuscì addirittura a farlo indietreggiare un po’, anche se non molto.
Jo, intanto, cominciò a bersagliare a più non posso l’Aracnoide più vicino a lei, che si voltò furente per colpirlo. Alis puntò entrambe le mani contro di lui e, conscia di non poter più usare il trucco del macigno (si era resa conto che quegli esseri erano troppo intelligenti per cadere due volte nella stessa trappola) si accontentò di scaricargli addosso una potente scossa elettrica, che tuttavia poté solo farlo incavolare di brutto.

Timmi prese la Fiaccola, mentre i due Aracnoidi si avvicinavano minacciosi a lui, e si preparò al primo assalto: doveva ammazzarne almeno uno con un solo colpo, e non poteva perdere tutto il tempo che si era preso col primo, stavolta. Avrebbe mirato agli organi vitali.
Se solo sapessi dove sono… Pensò tra sé.
Entrambi i mostri scattarono contemporaneamente verso di lui, che rispose prontamente saltando così in alto da poter fare una capriola. Si avvitò a mezz’aria e atterrò cavalcioni su uno dei due mostri (pagando però la mossa con un brutto contraccolpo), ed affondò immediatamente la Fiaccola nel corpo davanti a lui.
Prima che l’essere potesse reagire (anche se aveva già cominciato a voltarsi), si alzò in piedi e trascinò l’arma con forza, risalendogli la schiena ed aprendogli in due la parte umanoide.
Stavolta l’enorme resistenza di quelle creature servì a ben poco, e il mostro si accasciò a terra facendogli perdere l’equilibrio, così che il secondo lo poté addentare ad una spalla mentre lo spingeva giù.
Timmi grugnì per il dolore e gli conficcò l’arma nel collo. Quello non solo sopravvisse, ma rinsaldò anche la presa, e lui rischiò di mollare la Fiaccola per il dolore, che gli fece digrignare i denti. Si riprese giusto in tempo e, con un movimento del polso, recise quasi completamente la testa dell’Aracnoide, che finalmente cedette, cadendogli addosso e schiacciandolo al suolo.

Mentre il mostruoso ragno si voltava per vendicarsi di Alis, Jo lo colpì con una fiammata eccellente che gli arse quasi tutta la metà sinistra.
L’essere gridò dal dolore e dalla rabbia, la pelle della parte umanoide orribilmente ustionata e piena di vesciche sanguinolente nella zona colpita. Alis approfittò dell’attimo di esitazione che la cosa ebbe per raccogliere le ultime forze (era ancora stremata dal confronto con il primo mostro e con la battaglia sostenuta con gli altri due) e decise di sfruttare le sue conoscenze mediche: quella cosa non sembrava avere il cuore dove lo aveva lei, ma il cervello doveva quasi certamente essere nella testa.
Alzò entrambe le mani davanti a sé, ed una luce fredda prese forma sopra i suoi palmi, allungandosi e assumendo consistenza. Un giavellotto fluttuava davanti a sé, galleggiando nell’aria.
Prendi questo. Pensò con rabbia.
Fece voltare l’arma e la lanciò con la magia. Quella sfrecciò nell’aria con un sibilo, puntando alla testa del mostro, che si stava lanciando verso Jo, incurante delle magie con cui il ragazzo cercava di rallentarlo.
Purtroppo, un secondo prima di essere trafitto, l’Aracnoide si sollevò rabbioso, come per schiacciarlo sotto di sé, e così l’arma finì col conficcarsi appena sotto il suo addome.
Oh, no…
Il mostro ignorò tranquillamente la ferita, e calò su Jo con tutto il suo peso. Il ragazzo lanciò un urlo di terrore, ma fortunatamente riuscì a sollevare uno scudo un istante prima di essere ridotto a una frittella. L’unico problema era che, quanto a magie di difesa, nessuno era più scarso di lui. Non avrebbe retto a lungo.
Disperata, Alis si guardò attorno, mentre il mostro colpiva furioso la protezione di Jo, che già si stava incrinando. I suoi occhi caddero su una coppia di cavi elettrici spezzati.
Non del tutto certa di quello che stava facendo, fece un brusco movimento con due dita, lanciando una breve scia di scintille contro di loro. Quelli si animarono come se fossero una coppia di serpenti e schizzarono contro la creatura, colpendola sulla schiena.
L’elettricità le strappò un grido furente e la fece allontanare da Jo, ma purtroppo non la uccise. Il movimento repentino fece cadere i cavi, ed Alis non riuscì a rimediare: prima che potesse fare altro che non fosse alzare a sua volta uno scudo, l’Aracnoide le fu addosso.
Lo schermo bloccò il mostro a meno di un metro da lei, ma come quello di Jo sarebbe durato poco: quel coso era fortissimo, e pesava una tonnellata. Lo sforzo che fece per sostenere la barriera le fece bruciare di dolore tutti i muscoli che aveva, come se stesse spingendo a mani nude un macigno. Nemmeno quando aveva schiacciato il primo mostro aveva fatto tanta fatica.
Il primo pugno si abbatté sullo schermo, talmente forte da farla tremare. Una ragnatela di crepe si aprì nella magia, come se fosse fatta di vetro.
Al secondo colpo il suo ginocchio cedette, e cadde a terra.
Prima che il mostro potesse riprovarci, i cavi si rialzarono da terra, e stavolta si avvinghiarono attorno al giavellotto magico che ancora sporgeva dal suo corpo, dandogli una scossa che lo paralizzò.
Mentre era impegnato a tremare, ancora pesantemente appoggiato contro la barriera di Alis, tre frecce avvolte in una densa fiamma azzurro cielo lo trafissero alla testa, spuntandogli dalla bocca, e venne lanciato di lato da una spinta magica.
Entrambi caddero a terra, l’uno morto e l’altra sfinita.

Timmi si guarì la spalla, usando ancora una volta i vortici, e si voltò verso Jo ed Alis: la ragazza era visibilmente stremata, e giaceva ansante sull'asfalto, poco lontana dal cadavere dell’Aracnoide.
- Siete feriti?- chiese a Jo, che era ancora in piedi e aveva le mani avvolte da due fiamme azzurre.
Lui scosse la testa, ansimando leggermente.
- Tutto… tutto a posto.- rispose.
- Bene. E bel lavoro. Vedi che se ti impegni ci sai fare?- ridacchiò - Dai, raccatta Alis, andiamo a cercare Nadine e…-
Mentre parlava ci fu un terribile scoppio che fece tremare l’aria, appena un isolato più in là, proprio alle sue spalle. A quel suono alzò gli occhi al cielo, sbuffando esasperato.
- … Xander.- terminò, senza voltarsi - E scommetto che lui l’abbiamo già trovato. Non è contento se non fa saltare in aria qualcosa.- aggiunse, avviandosi nella direzione del botto.
- Già.- annuì Jo, passandosi un braccio di Alis sulle spalle - Ricordi quella volta in Mongolia?- le disse.
La ragazza ridacchiò ed annuì.
- Povero Yeti…- sorrise un po’ ansante.
La sirena era sparita, ma Timmi non si preoccupò: nonostante tutto, nemmeno lei era così idiota da cacciarsi nei guai di proposito. O almeno, questo era ciò che la sua parte meno acida e scontrosa sperava…
Quando raggiunsero il luogo dell’esplosione, trovarono accanto al marciapiedi annerito un rottame in fiamme, proprio sotto ai resti immobili e carbonizzati di un Aracnoide. Xander, ansimante e sporco, era a pochi passi da loro, appoggiato ad un muro, e sorrideva soddisfatto nonostante avesse perso il lobo di un orecchio e sanguinasse da diversi tagli.
- Accidenti!- esclamò Jo - Amico, stai bene?-
- Meglio di lui.- sogghignò il ragazzo, accennando al mostro morto - E dell’auto… non credo che l’assicurazione pagherà…-
- Oh, avrà sicuramente il furto e incendio…- ridacchiò Timmi - Bel lavoro, comunque.-
- Grazie. A voi com’è andata?-
- Ci siamo fatti valere.- disse Alis, staccandosi con un piccolo sforzo da Jo - Hai visto Nadine?-
- No.- rispose Xander, incupendosi - Non ho idea di dove sia, e se ricordate ha anche paura dei ragni…-
- Dei ragni, non dei mostri.- disse Alis - Non le fanno così paura. Ha detto che se la sarebbe cavata.-
- In ogni caso è bene trovarla.- grugnì Timmi - Allora, da dove cominciamo? Idee?-
- Di là.- disse la sirena, comparsa da chissà dove.
Tutti si voltarono a guardarla: era stranamente seria, e indicava la piazza centrale, quella con il monumento ai caduti. Era la più grande della città, e nel cielo si intravedeva un leggero bagliore chiaro di colore azzurro elettrico.
- Perché proprio di là?- chiese Jo.
- Probabilmente la crepa si è aperta lì.- disse Xander - I mostri si sono manifestati partendo da quella zona, in fondo. Ci stavo andando anche io.-
- Ecco, questo è qualcosa che non dovevi fare!- esclamò Timmi - Non da solo!- guardò la sirena, agitato come non mai - Dimmi, hai visto qualche mostro?-
Lei scosse la testa.
- E sai se ce ne sono?-
Ai tre ragazzi la domanda sembrò ben strana, ma non dissero niente, anche perché la sirena chiuse gli occhi ed intonò una canzoncina infantile e minacciosa a un tempo.
- Uno, due, tre e quattro
si avvicinano come un ratto.
Cinque, sei, sette e otto
se la prendon, sarà un bel botto.
Uno due tre quattro
Cinque, sei, sette e otto,
la colpiranno tutti in blocco…
-
- Che sta dicendo?- sbottò Jo.
- Che ce ne sono otto!- gridò Timmi, cominciando a correre - E che la stanno circondando! È una trappola!-

***

Nadine raggiunse la piazza principale della città, deserta ma costellata di tavolini rovesciati, scheletri di ombrelloni parasole, frammenti di macerie ed oggetti perduti da chi fuggiva via di corsa. In giro non si vedeva un’anima, e anche i mostri sembravano essere spariti, anche per i suoi poteri, che non le segnalarono niente di pericoloso. Tanto meglio.
La sola cosa che le interessava adesso era il gigantesco squarcio largo almeno sei metri, che attraversava le lastre di pietra in diagonale, da un angolo all’altro della piazza, dividendola quasi perfettamente a metà. Lo stesso si poteva dire per il monumento ai caduti, un obelisco non particolarmente alto e talmente vecchio che nessuno, tra i giovani, ricordava cosa commemorasse. Forse i soldati morti nella Seconda Guerra Mondiale, ma non ne era sicura, visto che non lo guardava mai per più di pochi secondi. La fenditura lo divideva in due metà quasi perfette, tanto che adesso di monumenti sembravano essercene due.
Si avvicinò di corsa al bordo della crepa, che era di un elettrico e luminoso azzurro chiarissimo, per guardare in giù e rendersi conto di quale fosse la situazione: seguiva la traccia magica che fuoriusciva dal varco fin dall’inizio, e finalmente aveva trovato la fonte. Non riusciva a identificare quelle creature, e non sapeva da che mondo provenissero, ma senza dubbio era qualcosa di ostile: la sensazione che provava era freddo, diffidenza, paura e rabbia. Emanava cattiveria come una spugna strizzata trasuda l’acqua.
Si sporse leggermente per guardare: sotto di lei si apriva un baratro apparentemente senza fondo, tanto che dopo un po’ la luminosità delle pareti irregolari scemava, trasformandosi in un solido e impenetrabile abisso nero.
Alle sue spalle sentì il richiamo di quelle orride creature e alcuni tonfi poco rassicuranti. Con il cuore che le finiva in gola, si voltò di scatto e vide che quattro mostri stavano balzando giù dai tetti degli edifici e si avvicinavano rapidi a lei, coprendo in fretta la distanza che li separava.
Nadine indietreggiò di un passo, preparandosi al loro arrivo, ringraziando il cielo di riuscire ad affrontare quelle bestie senza particolari problemi. Non che fosse del tutto indifferente al loro aspetto, così simile a quello dei ragni, ma almeno riusciva a combattere. Era qualcosa, perlomeno.
Mentre pensava a questo i mostri chiusero l’accerchiamento, raggiungendola così in fretta che non riuscì a evitarne nessuno. Dietro di lei c’era solo il baratro, e non osava provare a sorvolarlo: aveva già visto quanto potessero essere lunghi i loro salti, e non aveva poteri forti come quelli dei suoi amici per fermarli. Doveva usare la testa per uscirne.
La creatura più vicina commise l’errore di lanciarsi in avanti, e lei balzò di lato. Lo slancio, calcolato per atterrare addosso ad una preda che in realtà non c’era più, portò la creatura oltre l’orlo del baratro, nel quale cadde urlando, incapace di fermarsi, troppo distante dai bordi per trovare qualche appiglio.
- Meno male che non sparano ragnatele…- commentò la ragazza, rialzandosi e fronteggiando gli altri tre.
Questi sembravano troppo più furbi del loro compagno, e non tentarono di saltare, ma se fosse riuscita ad attirarli a sé allora avrebbe potuto sbarazzarsene senza rischiare il collo. Poi avrebbe potuto richiudere la fenditura, riparando così la barriera ed intrappolandoli nel luogo infernale dal quale provenivano, qualsiasi esso fosse. E così avrebbe potuto far vedere a Timmi chi, tra lei e quella specie di aringa canterina…
Qualcosa la afferrò alla caviglia e, mentre si girava per guardare, venne trascinata in alto. Mentre la caviglia saliva, la testa precipitò verso terra, e sbatté la tempia tanto forte da provare un dolore intenso, bruciante e quasi nauseabondo. La vista le andò fuori fuoco ad intermittenza, e il sangue prese a scorrerle lungo la fronte e i capelli, mentre un Aracnoide la sollevava sempre più in alto.
Le parve di distinguere altre tre creature, oltre a quella che la teneva, e allora comprese il proprio errore: l’avevano attirata in trappola e circondata, e adesso era da sola contro sette mostri. Ferita, per di più.
Alzò un braccio tremante, cercando di mirare al collo dell’Aracnoide che la teneva.
Ti prego… funziona… Pensò confusamente.
L’Incantesimo Tagliente provocò una profonda lesione al collo e alla spalla del mostro che, pur non essendo morto per decapitazione come sperava lei, la lasciò andare a causa del dolore.
Nadine cadde di nuovo, stavolta sulla schiena; cercò di rialzarsi nonostante sentisse le gambe molli e la testa pulsare, barcollando in mezzo a tutti quei nemici. Indietreggiò, ma cadde di nuovo a terra, finendo lunga distesa, a malapena capace di vedere, e la sagoma di uno di loro le si stagliò sopra.
Sentì qualcosa di duro ed acuminato premerle sul petto: era una delle zampe artigliate che tentava di trafiggerla. La afferrò con le mani, cercando disperatamente di fermarla, senza illudersi di poterla respingere… ma la sua presa era troppo debole… quella continuava ad affondare inesorabile…
Era finita…
Qualcosa afferrò il mostro e lo sollevò dal suolo, facendoglielo sparire dal campo visivo, mentre un potente ruggito risuonava nell’aria. Un attimo dopo, una persona corse da lei, gridando il suo nome: era Alis.
- Nadine!- esclamò la ragazza, inginocchiandosi al suo fianco e ponendole una mano sulla ferita, nel tentativo di guarirla.
Aprì la bocca per rispondere, ma non le veniva nessuna parola. La vista le si affievoliva sempre di più, e la voce dell’amica era un rombo lontano.
- No!- le pareva di sentirla gridare - No, resta cosciente! Resta cosciente!-
Un attimo prima di perdere i sensi, le sembrò di sentire qualcuno che scostava la mano di Alis e le toccava gentilmente i lati della testa. Poco dopo la vista e l’udito migliorarono drasticamente, e il dolore si attenuò. Il cambiamento parve evidente, perché Alis sorrise sollevata.
- Oh… grazie al cielo…- gemette.

***

Quando ebbero raggiunto Nadine compresero subito che era ferita. Per di più, era in balia di quei mostri, e uno di loro stava cercando di trafiggerla con una zampa. La situazione era seria, molto più della maggior parte delle volte.
A quella vista Timmi perse letteralmente il controllo e, senza neanche riflettere, si gettò in avanti, lasciando perdere la Fiaccola e tramutandosi in un demone.
Agguantò l’Aracnoide che minacciava Nadine e, con un ruggito, lo scagliò nel baratro prima che qualsiasi altro mostro potesse fare niente, travolgendo due suoi compagni mentre passava e trascinandoli giù con sé. Fatto questo, il mezzodemone si voltò subito verso gli altri, che si stavano riavendo dalla sorpresa e lo stavano caricando, infuriati e inferociti.
Senza esitare, colpì il più vicino al petto con un pugno talmente potente da fargli passare il braccio da una parte all’altra, uccidendolo sul colpo, benché il sangue lo ferì. Estrasse l’arto dal corpo del nemico prima ancora che questo potesse cominciare ad accasciarsi e, incurante dell’ustione, si voltò verso il secondo mostro, che si era lanciato verso di lui.
Gli agguantò la faccia con una sola mano e, con una rapida torsione del polso, gli spezzò il collo di netto e gli staccò la testa, scagliando via i resti con rabbia ed un gesto stizzito.
Il terzo, ruggendo, gli si avventò addosso nel tentativo di prenderlo sul fianco. Senza farsi prendere di sorpresa, lui gli passò un braccio sotto il corpo, lo afferrò per una spalla e lo sollevò sopra la testa, schiantandolo poi a terra, tanto forte da spezzargli quasi tutte le ossa. Subito dopo, gli avvolse la coda attorno al collo, stringendo saldamente, e affondò gli artigli di entrambe le mani nella schiena della creatura, allontanandoli poi in due direzioni opposte, squarciandola.
Finita l’opera, allargò le braccia e proruppe in un ruggito folle di rabbia e frustrazione mentre si trasformava. Non era ancora spento, quando tornò totalmente umano.

Xander e Jo, mentre Alis e la sirena si occupavano di Nadine, avevano inizialmente deciso di combattere per aiutare il loro amico. Tuttavia, dopo aver visto cosa aveva fatto al primo Aracnoide, dovettero chiedersi seriamente se forse non era il caso di aiutare i mostri.
Rimasero indietro per il resto del combattimento, vagamente impauriti e ben decisi a restare al sicuro (da lui). La sua furia era terribile, quasi oltre l’umano: aveva già spiegato che, se perdeva il controllo, diventava un essere davvero inarrestabile, proprio come era successo a Kyle quando aveva sterminato Sleepy Creek… ma non immaginavano una cosa simile.
Nemmeno nei giorni seguenti seppero decidere quale parte fosse stata più tremenda: se quella in cui staccava la testa a un mostro con una sola mano o quando aveva distrutto l’intero scheletro dell’ultimo avversario, per poi aprirgli in due la schiena.
E poi, il grido: in quell’unico fiato mise tanta furia che, per la prima volta da quando erano piccoli, rischiarono di farsela nei pantaloni.
- Tu… tutto bene?- gli chiese timidamente Xander, quando fu tornato umano.
Ansimava e tremava, il volto contratto dalla rabbia. Non si era ancora calmato.
- Come sta?- ringhiò Timmi senza voltarsi a guardarlo.
Lui si girò, e vide la sirena che staccava le mani dalla testa di Nadine. Alis gli restituì lo sguardo, sorridendo, e annuì.
- Sta bene, credo.- rispose - Alis dà semaforo verde.-
Timmi non rispose. Superò i due amici con uno spintone, scansò Alis e si chinò su di lei.
- Ehi…- le disse con gentilezza, stringendole la mano e passandole un braccio sotto le spalle - Che ti salta in testa?-
La sua collera sembrava essere svanita con una rapidità impressionante. Una volta avrebbe faticato a comportarsi in questo modo, infatti tutti ricordavano bene quanto gli fosse stato difficile evitare di aggredire anche loro, fino a pochi mesi prima. Il suo cambiamento era incredibile, e Xander non poté non ammirarlo per i progressi fatti.
Intanto Nadine, forse non notando la cosa, o forse non interessandosene, gli sorrise debolmente, restituendo la stretta alla mano.
- Volevo fare una pazzia.- ridacchio - Ma non credo di esserci molto portata… quella è roba tua…-
- Già.- annuì lui, sorridendole di rimando - Non farlo mai più, d’accordo? Tu non puoi.-
- Perché sono una ragazza?- chiese, in un finto slancio di femminismo estremo.
- No.- rispose Timmi - Perché sei la mia ragazza.-
Alzò lo sguardo sulla sirena, e vide che aveva il capo chino ed i capelli che le schermavano il volto. Respirava un po’ affannosamente, e sembrava stare male. Il mezzodemone si fece serio all’improvviso.
- Grazie.- le disse.
Lei non rispose. Lui prese in braccio Nadine e la sollevò.
- Alis, chiudi questa crepa.- ordinò.
La ragazza annuì, avvicinandosi alla fenditura. Alzò entrambe le braccia e, lentamente, cominciò ad avvicinare le mani.
La fenditura, con un lieve tremito del suolo, cominciò a seguire il suo movimento. Dall’interno dell’abisso provennero i ruggiti delle creature che ancora si arrampicavano verso l’alto e che adesso stavano finendo schiacciate.
Quando i palmi di Alis si furono riuniti, lo squarcio fu finalmente risanato, e con un breve impulso lucente si richiuse del tutto.
- Donovan, Jo…- disse Timmi - Prendete la sirena, andiamo via.-
- Perché dobbiamo prenderla?- chiese Jo.
Il mezzodemone la indicò con un cenno: la sirena, che non aveva ancora cambiato posizione, barcollò e cadde di lato, svenuta.
Stupiti, i due ragazzi corsero ad aiutarla.
- Che le succede?- chiese Alis, sgomenta.
- Empatia.- rispose Timmi - Ha praticamente gli stessi poteri sensoriali di Nadine, ma più forti. È molto difficile nascondersi da lei. Può usare questa capacità anche per sentire la magia, o per guarire le ferite degli altri, caricando su se stessa una parte di quel male. Purtroppo, il processo non è indolore.-
Xander e Jo, ognuno con sulle spalle un braccio diverso della sirena, si scambiarono un’occhiata raggelata: decisamente, si dovevano ritenere molto fortunati a non aver mai posseduto simili facoltà innate.

Come ogni volta ringrazio i miei lettori, in particolare Ely79, _Arse_ e RahizelRathalos, che seguono la storia.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl