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Autore: jas_    17/01/2012    28 recensioni
Abigail odiava Harry Styles, con tutta sé stessa. Era la persona più egoista, vanitosa, antipatica e viziata che avesse mai conosciuto.
Sophie invece trovava che Niall Horan fosse la persona più bella che avesse mai visto sulla faccia della Terra. Sorriso buffo, accento irlandese e occhi ipnotici. La sua sola vicinanza le provocava la tachicardia.

Due amiche, cinque ragazzi, una scommessa.
Cos'ha in serbo per loro il futuro?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You belong with me'
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Abigail buttò con poca grazia il libro di chimica nell’armadietto, odiava quella materia con tutta se stessa e odiava ancora di più il fatto che dovesse avere in classe anche Harry, durante quella lezione.
Erano passati alcuni giorni dall’amara scoperta e Abigail l’aveva evitato per tutto quel tempo. Non voleva parlargli, non voleva sentire quella voce così calda e sensuale che faceva sprigionare le farfalle nel suo stomaco, non voleva sapere cos’avesse da dirgli anche perché non c’era niente che potesse fare per rimettere a posto le cose.
«Abigail.»
Proprio quando stava per andarsene sentì quella voce chiamarla, sicura e ferma, con lo stesso tono di qualcuno che non vuole essere ignorato.
La ragazza strinse i pugni e respirò profondamente prima di voltarsi verso Harry e rivolgergli un sorriso falso e alquanto forzato.
«Styles» affermò sicura a mo’ di saluto.
«Ti ho chiamata anche prima ma sei uscita dalla classe senza fermarti, volevo parlarti.»
Abigail si sistemò meglio la borsa sulla spalla guardandosi intorno seccata, nonostante sentisse il cuore scoppiarle nel petto non doveva lasciare trasparire ciò che provava realmente.
Se da una parte avrebbe voluto prendere Harry a sberle, dall’altra non poteva negare che quel ragazzo la faceva impazzire, in tutti i sensi. E sebbene non riuscisse a definire il rapporto che avevano avuto, doveva ammettere che le mancava vederlo trotterellare contento per i corridoi sorridendole allegramente, oppure sentire le sue stupide battute e le frecciatine che non esitava mai a lanciarle.
Le mancava il suo Harry.
Soprattutto dopo che aveva assaporato le sue labbra.
Era come trovare il paradiso ma essere costretta a restare con i comuni mortali. Una vera e propria tortura.
Aveva il suo profumo bene impresso nella mente, la sua solita espressione sicura di se mentre non staccava gli occhi dai suoi e si avvicinava per baciarla. Tutto era perfettamente nitido come se fosse successo pochi minuti prima. E Abigail avrebbe davvero voluto rivivere quel momento ma non poteva, non dopo che Harry l’aveva tradita così. Si era preso gioco di lei dimostrandole quanto non gli importasse. Era sorpresa dalla falsità e determinazione di quel ragazzo e pensare che aveva fatto tutto per una stupida scommessa la faceva soffrire ma allo stesso tempo ribollire di rabbia per non essersene accorta.
Le sarebbero dovuti sorgere dei dubbi, si vedevano dall’asilo e tutt’a un tratto aveva cominciato a ronzarle attorno come un moscone, guarda caso, proprio quando Niall faceva lo stesso con Sophie.
«Ti ascolto» borbottò poi Abigail quando si distolse dalle sue riflessioni, dato che il ragazzo sembrava non voler cominciare a parlare.
«Volevo scusarmi, mi dispiace davvero per quello che è successo, Ab.»
«Ab?» lo interruppe la ragazza lasciandosi andare a una risata isterica, «da quando siamo passati ai soprannomi, Styles?»
Il ragazzo si grattò la nuca imbarazzato, si era preparato un discorso con Liam e lei lo aveva interrotto bruscamente non dandogli la possibilità di spiegare.
«Okay, Abigail – continuò scocciato marcando il suo nome – come vuoi tu.»
Seguirono istanti di silenzio in cui la ragazza batteva nervosamente il piede in terra aspettando di sentire le scuse poco credibili che sarebbero uscite dalla bocca di Harry mentre lui si scervellava cercando di mettere insieme una frase di senso compiuto. Non era mai stato bravo con le parole.
«Sono uno stronzo, lo so. E non vado fiero di ciò che ho fatto, però voglio che le cose tornino a posto. Odio vederti per i corridoi e non poterti salutare perché tu volgi lo sguardo altrove non appena mi noti, non riesco ad avvicinarmi a te perché scappi se faccio un passo nella tua direzione. Voglio che le cose tornino come prima.»
«Prima quando? Quando tu mi prendevi per il culo facendo finta che ti interessassi veramente e io mi perdevo nei tuoi occhi come una rimbambita?»
«Tu mi interessi veramente.»
«Dovevi pensarci prima» ribatté secca Abigail, guardandolo rendendosi conto solo dopo di quello che Harry aveva detto ma in quel momento era troppo arrabbiata per essere in grado di pensarci su davvero.
Il ragazzo sospirò passandosi una mano tra i capelli, «non possiamo cambiare il passato, okay? Ho sbagliato, lo so. E mi sento una merda per questo. Ma io sto cercando di rimediare ai danni che ti ho fatto perché mi dispiace per quello che è successo, mi dispiace per tutto! Però tu non vuoi nemmeno starmi a sentire allora dimmi cosa cazzo devo fare!» sbottò Harry cominciando a gesticolare animatamente.
Abigail trasalì per l’inaspettata reazione del riccio che la osservava serio, aspettando una risposta.
«Ti sto ascoltando» disse seria cercando di reprimere l’istinto di urlargli dietro a sua volta.
«No!» sbottò Harry, facendo voltare verso di loro alcuni ragazzi che erano lì vicino a loro, «Tu non stai ascoltando, stai facendo finta di farlo! Te ne stai lì in piedi a braccia conserte ad aspettare soltanto che io me ne stia zitto ma non funziona con me quest’atteggiamento così distante perché ho notato la voce tremante che avevi l’altro giorno, il tuo sguardo spento e come ti torturavi le mani. Lo fai sempre quando sei nervosa, e solitamente non ci s’innervosisce per le cose che non interessano.»
Prima che potesse davvero rendersi conto di quello che faceva, Abigail colpì con forza la guancia del ragazzo con uno schiaffo che riecheggiò nel corridoio gremito.
Quegli occhi verdi come smeraldi sempre vivaci e allegri in quel momento le sembravano spenti e la osservavano severi ma allo stesso tempo dispiaciuti, incuranti delle persone che parlavano sommessamente alla vista di quel gesto.
Abigail sentì il labbro inferiore tremarle e le lacrime che minacciavano imponenti di uscire, per quanto potesse odiare Harry, in quel momento odiava altrettanto se stessa.
Odiava la violenza, qualunque tipo di violenza e non era certamente da lei reagire in quella maniera ma rendersi conto di quanto Harry sapesse di lei l’aveva messa a disagio. Non pensava che si fosse accorto di quei piccoli particolari, quelle piccole manie che aveva quando era nervosa. Era rimasta spiazzata da quanto Harry sapesse in realtà di lei – più di quanto si sarebbe mai aspettata – e quello schiaffo, si accorse, era stato un modo per “punire” Harry sulla sua insolenza. Come se non avesse il diritto di sapere tutte quelle cose di Abigail dopo che si era preso gioco di lei anche se in realtà, dopo la resistenza iniziale che aveva opposto la ragazza, si era lasciata andare a quei sentimenti troppo forti da reprimere.
Borbottò qualcosa scusandosi prima di allontanarsi da Harry che si toccava con una mano la guancia dolorante ancora sbigottito da quell’inaspettata reazione.
Non si sarebbe mai dimenticata quelle due iridi quasi trasparenti che la guardavano deluse, pensò mentre attraversava a grandi passi il cortile della scuola diretta da Sophie.
Era l’unica persona che voleva vedere in quel momento, l’unica che l’avrebbe capita veramente senza bisogno di troppe parole.
Si sentiva ancora peggio di prima, al dispiacere per tutto quello che era accaduto si aggiungeva il senso di colpa per quello che aveva fatto.
Nonostante il male che Harry le aveva procurato, sapeva che non si meritava quello schiaffo, arrivato così inaspettatamente.
Certo, se si trovavano in quel casino, era tutta colpa sua e delle idee che gli balenavano in mente. E che i suoi amici ascoltavano.
Se non avesse proposto quella scommessa, probabilmente avrebbero continuato a ignorarsi come avevano sempre fatto e Abigail non si sarebbe innamorata di un ragazzo che dimostrava cerebralmente tre anni ma nonostante quello si portava a letto 365 ragazze l’anno.
Arrestò per un secondo la valanga di pensieri che le affollavano la mente e si soffermò soltanto su una parola.
Innamorata.
Si era davvero innamorata di Harry?
Scosse la testa parlottando tra sé e sé mentre camminava silenziosamente sul marciapiede, lei non lo amava, era impossibile. Non ci si poteva innamorare in così poco tempo, era infatuata, certo, ma innamorata era una parola grossa. Probabilmente erano i sensi di colpa per quello che aveva fatto, pensò.
Cercò di distrarre la mente guardandosi intorno, soffiava un leggero venticello che preannunciava l’arrivo di un bel temporale. Abigail non fece in tempo di alzare gli occhi al cielo che una goccia d’acqua gelata la colpì in piena fronte, senza pensarci troppo cominciò a correre verso casa di Sophie. Poteva cominciare a piovere a dirotto da un momento all’altro ed essere malata era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quell’istante.
 
«Harry se lo meritava il ceffone, hai fatto bene a darglielo» fu il commento di Sophie quando Abigail finì di raccontarle ciò che era accaduto poco prima a scuola.
La castana non riuscì a fare a meno di sorridere, i ruoli in quel momento sembravano invertiti.
Solitamente era lei che doveva asciugare le lacrime di Sophie quando qualcuno la trattava male o la faceva soffrire, era lei che cercava di strapparle un sorriso in tutti i modi mentre in quel momento le parti erano completamente opposte.
Abigail era seduta a gambe incrociate sul letto dell’amica, con la schiena appoggiata alla testata morbida mentre Sophie stava sulla sedia della scrivania con i piedi appoggiati su di essa e un pacchetto di caramelle in mano.
Aveva ascoltato il racconto dell’amica senza interromperla, limitandosi a masticare come un ruminante quelle caramelle gommose e ad annuire ogni tanto, quando Abigail non riusciva a trovare le parole, per farle capire che la stava seguendo.
Nonostante fossero completamente diverse tra di loro, si erano trovate sin da subito e sembrava che l’una compensasse l’altra.
La timidezza di Sophie era controbilanciata dalla sicurezza di Abigail, l’impulsività di quest’ultima dalla saggezza dell’altra e così via.
«Mi sento in colpa» mormorò Abigail dopo alcuni secondi di religioso silenzio, «so che non ho fatto la cosa giusta e nonostante Harry sia comunque nel torto ho la sensazione che non avrei dovuto farlo comunque.»
«Certo che non avresti dovuto» la riprese Sophie, «però ormai è fatto e non bisogna piangerci su ma bensì guardare avanti.»
Abigail annuì continuando a giocherellare con la coda di un pupazzo che aveva trovato lì, quando alzò gli occhi incontrando quelli blu dell’amica notò un ghigno insolito dipinto sul suo volto.
«Che hai da ridere?» chiese leggermente irritata.
Sophie scosse la testa divertita, «niente, solo che sembravo io quella che era partita per la tangenziale, invece guardati. La dura e implacabile Abigail Parker che piange per un ragazzo mentre la timida e insicura Sophie Evans che la consola. Non ti sembra un po’ strano?»
Abigail alzò le spalle annuendo, «abbastanza. Ma le cose sono diverse, tu infondo sai che Niall è una vittima quasi quanto te, le cose torneranno a posto molto presto.»
«Non credo proprio» Sophie mangiò un’altra caramella, «anche lui ha il dono della parola e poteva tranquillamente rifiutare la proposta di quell’altro cretino quindi io non lo discolperei così facilmente.»
«Sì ma lui ha detto chiaramente che gli dispiace e che prova davvero qualcosa per te.»
«Anche Harry l’ha fatto» la interruppe Sophie.           
Abigail assentì con una smorfia strana del viso.
«Non fare la finta tonta, me l’hai detto tu prima e anche se non fosse così lo si è capito comunque. Poi almeno Harry a provato a parlarti, Niall sembra un fantasma.»
«Oh Sophie Sophie» sospirò Abigail, «i ruoli stanno tornando quelli di prima» ridacchiò. «Niall è un fantasma perché sta veramente male per te, fossi in te correrei a perdonarlo ce ne sono pochi di ragazzi come lui, non puoi fartelo scappare.»
«Non puoi arrivare tu a dirmi di perdonarlo quando sei la prima che non vuole farlo con Styles! E’ un controsenso!»
«Cosa, vuoi fare anche te una gara a chi perdona per primo?» buttò lì Abigail con fare scherzoso.
Sophie fermò la mano con l’ennesima caramella a mezz’aria osservando l’amica scetticamente ma Abigail conosceva bene quello sguardo.
«Non ci sto cara, tu vai a perdonare Niall. Styles deve fare molto di più, mi dispiace per lui ma non è così che vanno le cose.»
«Tu però devi scusarti per lo schiaffo» le fece notare Sophie.
«Farò tutto insieme.»
La bionda sospirò appoggiando finalmente il pacchetto di caramelle ormai quasi finito «ti dico solo di non aspettare troppo perché Styles secondo me si stanca facilmente e non vorrei che ci rimanessi male per la seconda volta.»
Abigail non rispose ma continuò a giocherellare con quel pupazzo che stava subendo le sue torture da una buon’ora ormai. Le parole dell’amica, però, persistevano nella sua mente. Era immersa nei suoi pensieri così tanto che non si accorse quando Sophie uscì dalla stanza.
Avrebbe realmente rischiato di perdere Harry? Per quanto continuasse a fare la dura, a rispondergli male, a dimostrarsi seccata e irritata dalla sua presenza Abigail non poteva negare a se stessa cosa provava veramente quando lo vedeva. Anche dopo tutto quello che le aveva fatto.
Sapeva che nel profondo lei lo aveva già perdonato, molto prima di quanto credesse. Avrebbe voluto andare da lui e dirgli che era tutto a posto, che l’aveva scusato ma la paura di una nuova delusione era forte.
Era terrorizzata dal fatto che potesse ricevere una batosta del genere un’altra volta, nonostante volesse fidarsi di Harry non poteva dimenticarsi di ciò che aveva fatto e per quanto il suo cuore battesse forte quando c’era lui, non era abbastanza a coprire quella vocina persistente che continuava ricordarle ciò che aveva fatto e soprattutto che la faccenda sarebbe potuta ripetersi.
La fama di Harry nella scuola non era delle migliori, e per quanto lui avesse cercato di dimostrarle che la gente si sbagliava, alla fine si era dimostrato esattamente come gli altri lo descrivevano.
Superficiale, strafottente e inaffidabile.
Allo stesso tempo però Abigail non poteva dimenticarsi dell’Harry che non si era approfittato di lei quando era ubriaca fradicia, di come l’avesse seguita per spiegarle che aveva frainteso tutto e di quanto si fosse divertita quando non erano andati a scuola ma bensì in giro.
Nonostante tutto quello che le aveva fatto, nella mente di Abigail i momenti belli superavano alla grande quelli per cui era stata male per lui. E quello era principalmente il motivo per cui si sentiva di averlo già perdonato da un pezzo. L’orgoglio però era un ostacolo che non era mai stato facile da superare per lei, era il motivo essenziale per cui aveva resistito così tanto ad Harry dimostrandosi scorbutica e disinteressata, quando in realtà era più che attratta da lui. Era lo stesso comportamento che stava avendo in quel momento, essenzialmente, solo in un contesto diverso.
E la paura più grande di Abigail era che Harry si sarebbe stancato presto di chiederle scusa e non avrebbe perseverato così tanto come aveva fatto prima e perderlo era l’ultima cosa che voleva in quel momento.
Cercò di cacciare via quei pensieri che ormai le tartassavano la mente da giorni e solo allora si accorse di essere da sola nella stanza di Sophie.
La sedia su cui era seduta poco prima era vuota, si guardò intorno leggermente spaesata ma dell’amica nemmeno l’ombra. Notò che la porta era socchiusa, probabilmente era scesa in cucina senza che se ne accorgesse, pensò Abigail alzandosi pigramente dal letto e uscendo dalla camera.
Doveva assolutamente chiederle consiglio, anche se sapeva già la risposta a tutti i suoi quesiti.

***

eccomi qua :)
questo è uno dei capitoli che preferisco - non per come è scritto dato che ultimamente mi faccio ribrezzo da sola, ma per quello che accade - lo schiaffo di abigail a harry lo programmavo da tipo prima di postare il primo capitolo ahaha
probabilmente sarà pieno di errori dato che non ho riletto ma non ho proprio voglia di farlo ora però ho postato lo stesso dato che alcune di voi me l'hanno chiesto su twitter :)
chiedo scusa anche per la mancanza di niall e sophie in questo capitolo (è da due capitoli che non ci sono, lo so) e so che mi avete chiesto di loro nelle recensioni ma per esigenze di copione (?) questa scena doveva succedere prima di parlarvi di loro, però vi avverto già che il prossimo capitolo sarà completamente su di loro :)
vi chiedo come sempre di farmi sapere che ne pensate, recensendo se siete iscritte su efp oppure twittandomi (sono @xkeepclimbing
credo di avere concluso, posterò il prossimo capitolo (che è il penultimo ç.ç) entro il fine settimana ma vi avverto già da ora che dovrei postare il prologo della nuova fan fiction già domani o dopo.
vi dico soltanto che riguarderà tutti e cinque i one direction :)
ah, e se volete che vi avverta quando la posto basta che mi fate sapere uù
vi abbandono che ho già scritto troppo,
vi adoro
jas

e poi vi ricordo ancora una volta di passare a leggere questa stupenda fan fiction dell'alice uù hummingbird heartbeat e vi avverto anche che ci sono io in questa storia quindi è un motivo in più per passare ahah

   
 
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