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Autore: Shade Owl    18/01/2012    1 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Raggiunto il cottage, Timmi, Jo e Xander portarono Nadine e la sirena ai piani superiori, mentre Alis spiegava a Devon e Miley cos’era successo e li rassicurava sulle condizioni delle due.
Xander e Jo furono i primi a tornare di sotto, proprio mentre Miley correva dalla sirena per controllare che stesse bene e permettere a Timmi di dedicarsi completamente a Nadine. Intanto, Devon prese alcuni ingredienti magici che il mezzodemone conservava nella botola sotto il pavimento e cominciò a fare alcuni composti medicamentosi. Alis, dal canto suo, si era sistemata sul divano e, non appena ebbe terminato il racconto, finì con l’ assopirsi stremata.
I ragazzi si spostarono tutti in cucina per non disturbarla, e ripresero a parlare dell’accaduto.
- Insomma ha fatto a pezzi quegli esseri… da solo?- chiese Devon, mentre alcuni funghi si scioglievano in una sostanza che li stava trasformando in gelatina; tra le mani, stava mescolando una pentola di liquame rossastro.
- Eccome!- esclamò Jo - Ti giuro, faceva paura! E poi, quel grido…-
- Ah, non dirlo…- rispose il ragazzo - Pensa, l’abbiamo sentito da qui. Credevamo che fosse uno dei mostri usciti dalla crepa nella barriera.-
- Eh, magari…- sospirò Xander, lasciandosi cadere su una sedia - Sarebbe stato meno pericoloso.-
- Non ne dubito.- annuì Devon.
- Quando si arrabbia è terrificante.- sospirò il giovane mago - L’ultima volta che è successo sul serio, credo che fosse durante lo scontro con Kyle… e il fatto che il solo ad uscirne vivo sia stato lui la dice lunga.-
Nessuno ebbe nulla da obbiettare in proposito, e Devon tornò a concentrarsi sui suoi impiastri medici.
- Che roba è?- chiese Jo, indicando la gelatina di funghi.
- Antiscottature.- disse - Appena sarà pronta ve la spalmerò sulle bruciature, così guariranno nel giro di poche ore. D’accordo?-
I due amici si scambiarono un’occhiata, poi guardarono entrambi Devon, disgustati.
- No!- esclamarono.
- Ce la spalmiamo da soli, grazie!- sbottò Jo.
Devon ridacchiò.
- E che cos’è quella, invece?- chiese Xander, indicando la pozione rossastra.
- Vi aiuterà a recuperare le forze e a combattere eventuali veleni o batteri.- spiegò - Naturalmente non funziona con tutto, ma è un ottimo rimedio generico, e ripulisce bene il sangue. Purtroppo, ha un saporaccio.-
I due gemettero, ma Devon fece un verso come a dire “su, siete grandi e grossi”, e riprese il proprio lavoro. Tempo che pozione rossa e gelatina ci misero per essere pronte, Timmi scese giù per le scale con aria sfinita. Ora che lo vedeva bene, Xander si rese conto che il suo braccio era davvero in condizioni tremende: la scottatura gli aveva consumato la pelle, e ora era tutto insanguinato e tumefatto. Se non si lamentava forse era perché i nervi del dolore erano stati danneggiati. In caso contrario… accidenti se sapeva sopportare!
- Come sta?- chiese subito Devon.
- Dorme.- rispose lui, raggiungendoli ma senza sedersi - Dio…- gemette, scuotendo la testa. Per un attimo parve sul punto di aggiungere qualcosa, trattenendosi proprio all’ultimo. Guardò le pozioni, in particolare la gelatina di funghi che Jo e Xander si stavano applicando sulle scottature - A che servono?-
- Antiscottature ed antibatterica.- rispose il ragazzo, porgendogli un bicchierone colmo di pozione rossa - Giù, tutta d’un fiato.-
Il mezzodemone la prese e la bevve senza lamentarsi con un sol sorso. Posò il bicchiere e fu scosso da un piccolo brivido.
- Disgustosa.- commentò.
Miley scese dalle scale in quel momento.
- La sirena è sveglia.- annunciò.
- Come sta?- chiese Timmi.
- Bene.- rispose lei - Ma non vuole scendere. Preferisce starsene in camera …- ed alzò le mani per fare le virgolette - … ad “esercitare la mia voce”.-
- Almeno sta bene.- sospirò - Io vado dal Sommo Concilio, servono i Cancellatori, e di corsa. La scottatura al braccio la guarisco da me.- aggiunse, osservandolo con appena un vago interesse.
- Ma… non ti fa… male?- chiese Jo, un po’ disgustato ed un po’ ammirato.
- Un poco.- ammise - Ma posso rimetterlo a posto in fretta.- si voltò verso il divano e guardò Alis, che ancora dormiva - Appena avete finito di spalmarvi merda di funghi addosso, svegliatela e correte in città, sarete più utili lì.- disse a Jo e Xander.
Poi andò a prendere una bottiglia di vodka dal nascondiglio sotto la cassa di legna e sparì.
- Perché la vodka?- chiese Devon.
- La beve sempre, quando è giù.- spiegò Xander, mentre Jo ingurgitava l’intruglio rossastro - Dice che lo fa stare meglio. Più è giù, più ne beve. Se ne ha presa una sola, o non sta poi tanto male o non vuole sfigurare col Sommo Concilio.-
- Per me è più la seconda…- grugnì Jo, posando il bicchiere.
- Ma non gli fa male?- chiese Miley.
- No.- rispose Xander - Un mezzodemone non può ammalarsi, e non si ubriaca come gli altri. Anche il suo fegato è immune alla cirrosi.-
- Però bene non gli fa.- ammise Jo - Tutte le volte, il suo umore diventa ancora più nero di prima.-
- Bhè, se la prende tanta quando è triste, chissà quando è felice.- commentò Devon.
- Non ne beve per niente.- lo contraddisse il mago - Per quello ha il whiskey.-

Xander, Jo ed Alis se ne andarono un’ora dopo, quando anche lei si fu medicata le ferite. Devon e Miley rimasero a ciondolare per la casa per un po’, finché qualcuno non bussò alla porta con tanta insistenza da rischiare di buttarla giù. Quando aprirono entrò Skin, sporco, graffiato e trafelato.
- Ehi!- esclamò Miley, vedendolo - Ma che t’è successo?-
Lui scosse la testa, ansimando, e si sedette in poltrona con un sospiro.
- Dio mio, è un incubo…- gemette - Ho saputo cosa è successo. Come stanno?-
- Meglio.- rispose Devon, mentre con Miley si sedeva sul divano - Ora stanno riposando.-
- Beate loro che possono…- sospirò il Fantasma - Da noi, invece, ne succede una dietro l’altra.-
- Perché?-
- Perché la vostra non è stata l’unica breccia.- spiegò - Se ne stanno aprendo un po’ ovunque, in giro per il mondo. Stiamo facendo l’impossibile per contenere i danni, ma è una cosa tremenda… se fossimo in un mondo magico non ci sarebbero troppi problemi, ma qui sulla Terra è un’altra storia. Io mi sono allontanato solo adesso, ma è da stamattina alle quattro che sono in giro, ci stanno rendendo la vita un inferno.-
- Oddio…- gemette Miley.
- Già, non dirmelo…- sbuffò lui.
Si sentirono dei passi scendere dalle scale, e voltandosi videro Nadine che, appoggiandosi alla balaustra per non cadere (era ancora malferma sulle gambe), li raggiungeva, avvolta in una vestaglia verde rubata a Timmi. In volto aveva un’espressione di autentico spavento: doveva aver sentito il Cercatore che parlava fin dal piano di sopra.
- E Timmi?- chiese - Lui sta bene? Dov’è? Perché non è ancora tornato?-
- Sta benissimo.- rispose Skin, raddrizzandosi sulla poltrona per vederla meglio - Ha voluto restare per dare una mano. Non l’avevamo chiamato prima perché era esonerato, dovendo occuparsi di tutti voi, ma…-
- … ma non riesce a stare fermo.- terminò Nadine, cupa, sedendosi su quella poltrona che tutti avevano imparato a non sfiorare se non volevano essere  linciati.
- Non preoccuparti, starà bene.- la rassicurò Skin - Dovresti preoccuparti per te, invece. Hai rischiato grosso, oggi, e mi sembri ancora un po’ pallida.-
Lei non rispose, e il Fantasma si alzò in piedi.
- Bhè, meglio che vada.- disse - Ci vediamo presto. Statemi bene, e non preoccupatevi troppo.-
Uscì di casa, lasciandoli soli con l’unica compagnia dell’angoscia.
- Accidenti…- mormorò Miley.
Devon si alzò e corse alla televisione: Cancellatori o no, la gente normale doveva per forza essersi accorta che qualcosa non andava. Di conseguenza, ne avrebbero certamente parlato ai telegiornali: cose tanto grosse non passavano inosservate.
Infatti, quando accese la tv, trovò un servizio su un treno deragliato quella mattina.
- … ancora ignote le cause di quello che sembra essere un tragico incidente. Dai primi accertamenti risulta chiaro che la locomotiva è uscita dai binari, portando conseguentemente con sé il resto del convoglio. Numerosi i morti e ancora di più i feriti, tra i quali undici bambini. Le autorità ferroviarie assicurano gli utenti che si è trattato solo di un incidente isolato. Resta da vedere se queste parole basteranno a calmare gli animi turbati di coloro che si trovavano sul treno o dei loro familiari, ancora scossi per quanto è accaduto solo poche ore fa…-
Devon cambiò canale: aveva sentito abbastanza, e se le immagini di quei binari strappati via di netto non mentivano, niente di più piccolo di una Chimera si era messo a litigare con quel treno. Nel telegiornale successivo lo speaker parlava di un malfunzionamento alla centrale elettrica, dove si era verificato un drastico calo di tensione ed un conseguente blackout. Nessun ferito, ma di certo un qualche parassita di energia si era attaccato ai cavi dell’alta tensione.
Cambiò più volte canale, e tutte le volte trovò un servizio diverso, alcuni anche alquanto tragici: un aereo passeggeri era stato costretto ad un atterraggio d’emergenza, e leggendo tra le righe Devon comprese che si era trattato dell’aggressione di una qualche creatura volante; uno sciame di locuste aveva distrutto interi raccolti, ma più probabilmente si era trattato di Spiriti Affamati, anime tormentate, maledette e perennemente bisognose di nutrirsi, capaci di consumare le risorse di un intero stato nel giro di un paio di giorni. Poi c’era stato un terremoto in Europa, e quello non seppe bene a cosa attribuirlo, ma se avesse dovuto scommettere avrebbe puntato sui Demoni Talpa; su un altro canale parlavano di un tifone improvviso nel sud della Florida, che aveva spazzato via molte abitazioni e causato alcune morti.
Quello non lo poté spiegare nemmeno in via ipotetica, troppe cose potevano fare gli stessi danni di un uragano.
Infine, la notizia che preferì: il Golden Gate Bridge, a San Francisco, aveva deciso che i suoi giunti erano troppo vecchi e la struttura troppo debole, così aveva finito con lo spezzarsi di netto, facendo precipitare molte auto nel mare sottostante. Circa dieci persone erano morte, e quasi il doppio erano rimaste ferite. In quel momento stavano intervistando uno dei sopravvissuti, caduto in acqua e ripescato miracolosamente:
- … ero finito nel mare… un’esperienza terribile… la cintura non si slacciava, non riuscivo a liberarmi… l’acqua continuava a salire… ero certo che sarei morto lì. Poi, però, qualcosa ha divelto lo sportello e strappato la cintura, ed io mi sono sentito trascinare verso la superficie. Era qualcosa di grosso, ne sono certo, ed aveva braccia e gambe… ma giurerei di aver anche visto una coda… e sotto la pelle ho sentito come… delle squame… no, non squame… scaglie, ecco… ma prima che potessi guardare meglio, era già sparito…-
Devon spense la tv. Ne sapeva abbastanza.
- Allora, la buona notizia è che Timmi sta bene.- disse, raggiungendo le ragazze, ancora sedute vicino al caminetto acceso - Ha fatto un po’ il magnifico a San Francisco.-
- E quella cattiva?- chiese Miley.
- Che ne stanno succedendo di tutti i colori.- rispose lui, sedendosi - Ho paura che prima o poi possa anche scoppiare il panico.-
Nadine sospirò e non disse niente. Dopo un po’, Miley propose agli altri di pranzare, ma Nadine non si mosse da dov’era, sostenendo di non avere fame: avrebbe mangiato quando Timmi si fosse rifatto vivo.
Mentre cucinava, Miley non riuscì a perderla d’occhio: stava guardando nel fuoco del camino, ed aveva gli occhi lucidi, annebbiati e lontani.
Sedeva tutta accoccolata sulla poltrona, le ginocchia strette al petto. Si vedeva che era in pena, e la recente esperienza con i mostri simili a ragni era certamente servita ad aumentare le paure che avrebbe avuto anche in condizioni normali.
- Tutto bene?- chiese piano Devon, apparecchiando.
Miley si riscosse.
- Eh? Sì, sì…- rispose - È che… non la invidio per niente.- spiegò - Non sa nulla di cosa succede là fuori, e Timmi è sparito da ore. Anch’io mi sentirei veramente a terra, al suo posto.-
Devon annuì.
- Xander dice che sono parecchio legati.- disse - A quello che ho capito, è soprattutto merito suo se Timmi ha superato i problemi che aveva in passato… è quasi la sua sola ragione di vita.-
- Sì, lo penso anche io.- annuì lei - Mi ha raccontato di quando loro cinque si sono incontrati, un anno fa, e dell’episodio di quella Fornace. Da quanto ho capito, era davvero messo male all’epoca.-
Devon annuì.
- Già. Nessuna sorpresa se si è arrabbiato in quel modo, stamattina. Io di lui ho sentito parlate tanto, anche quando lavorava da solo, e mi è sempre sembrato una specie di sociopatico solitario. Forse era vero, anche se non era cattivo.-
Finirono di cucinare e costrinsero Nadine a mandare giù qualche boccone, poi Miley salì al piano di sopra con un piatto per la sirena. Tuttavia, quando tornò giù aveva lo sguardo fisso nel vuoto e il piatto ancora in mano e completamente intatto.
Non volle dire cosa aveva visto, anche se assicurò tutti che la loro altra malata non aveva bisogno di mangiare.

Timmi tornò soltanto verso sera, quando il sole aveva già cominciato a calare. Era coperto di sangue dalla testa ai piedi, ma non sembrava ferito. Non appena varcò la porta Nadine gli si gettò al collo, incurante del fatto che si sarebbe sporcata a sua volta, stringendolo tanto forte che avrebbe potuto strozzarlo.
- Sto bene!- sbottò lui, riuscendo finalmente a staccarla da sé - Tranquilla, non è niente.- aggiunse con meno veemenza.
Si sedette in poltrona, sospirando e con l’aria di chi ha proprio bisogno di riposarsi, mentre Nadine si sistemava sull’orlo del divano. La sirena scese in quel momento, avvicinandosi lentamente.
- Sei tornato.- constatò.
- Già…- sospirò lui, sfinito, pinzandosi la radice del naso con le dita - Oddio, che giornata… non riesco nemmeno a urlarti contro.-
- Cos’è successo?- chiese Devon - Ho cercato di seguire i telegiornali, so che sei stato anche in Russia per far tornare a casa delle mandrie di Centauri disperse. I giornalisti hanno scambiato i disordini per isterismo collettivo.-
- Quelli restano spesso indietro…- commentò lui - Quello risale a tre ore fa. E neanche tutto ciò che è successo è stato notato.- aggiunse.
- Perché, dove sei stato?- chiese Miley.
- In giro.- rispose Timmi - Prima in Grecia, dove un branco di Manticore ha pensato bene di tornare a far danni… poi, negli Urali, una tribù di Troll si è sentita in dovere di espandere il proprio territorio. Per non parlare del Golden Gate…-
- Sì, quello lo abbiamo sentito.- annuì Devon.
- E perché sei coperto di sangue?- chiese Nadine.
- Eh? Ah, sì…- disse lentamente, guardandosi - Non è mio, ma ho dovuto fare una corsa tremenda, un branco di lupi selvaggi… di quelli grossi sei metri… hanno attaccato metà dei ranch in Texas.-
- Quindi il sangue è delle vacche?- chiese Miley.
- No, erano già tutte schiattate.- rispose lui.
- Allora è dei lupi.- sentenziò Devon.
- No, loro se la sono filata nel portale non appena hanno visto arrivare me e Darth.- spiegò - Ma mentre rientravano è passato un Troll…-
- Ed è sangue suo?-
- No!- sbottò Timmi, cominciando a perdere la pazienza - Il sangue è dei Demoni Cinghiale che sono usciti con lui! Hanno tentato di rovesciare un pullman turistico, e meno male che li abbiamo fermati. E non era nemmeno la prima volta…- sospirò - Sul Gran Canyon abbiamo dovuto fare la stessa cosa, con Trys: un ciclope si è divertito un po’ troppo, e per poco un intero autobus di passaggio non finiva di sotto.- sbuffò - Dio mio, non ne posso più…- si passò una mano tra i capelli e li guardò - I Custodi dell'Eden hanno deciso che dovremo rimandare l’operazione, visto quanto abbiamo faticato oggi. Non riusciremmo mai a farcela se non ci riposiamo un po’.-
- Quindi?- chiese Devon.
- Quindi si rimanda a dopodomani.- sospirò lui - Non ce la faccio a combattere ancora…-
La sirena annuì una volta ed uscì dalla casa, diretta in giardino. Nessuno le chiese cosa stesse andando a fare, ma Nadine si alzò in piedi.
- Torno subito.- disse - Tu mangia qualcosa.-
Uscì a sua volta, trovando la sirena che sgambettava felice nel prato: a quanto pareva, la notizia che Timmi stava bene e che non gli fosse successo niente di grave durante i suoi interventi in giro per il mondo l’aveva rallegrata parecchio. A differenza di lei, che si sentiva ancora un po’ stordita, la sirena sembrava in perfetta forma. Non avrebbe mai pensato che era quasi caduta in coma per guarirla, se non l’avesse saputo dagli altri.
- Ciao.- disse allegramente la sirena, fermandosi un momento per guardarla - Vuoi goderti il mondo assieme a me?-
- No, grazie… e ciao anche a te.- rispose Nadine. Era leggermente in imbarazzo, ma sentiva di dover dire qualcosa: in fondo, le aveva salvato la vita, e doveva mostrarle almeno un briciolo di gratitudine - Senti…- cominciò - Io… volevo ringraziarti.- disse - Sei stata tu a guarirmi, vero?-
Lei annuì, sorridendo gentilmente.
- Sì.- disse - Avevi un gran mal di testa, sai?-
- Sì, lo so.- rispose, pensando che “gran mal di testa” fosse un po’ riduttivo - Bhè… se non fosse stato per te…-
Le era difficile esprimere bene ciò che aveva da dire, un po’ perché la sirena non le piaceva affatto, a differenza di Timmi, che si lamentava di lei tanto quanto si lamentava per qualsiasi altra cosa, un po’ perché non era certa di sapersi esprimere bene. Era strano dover ringraziare qualcuno di cui non si sa niente e per il quale non si prova grande amicizia. L’altra, da parte sua, non cercò affatto di toglierla d’impaccio, ma attese con pazienza, sorridendo tranquillamente, continuando a saltellare sul posto. Probabilmente non lo faceva tanto per cattiveria o sadismo quanto per la propria personalità.
- Grazie.- disse infine Nadine, incapace di dire di più.
Si voltò per rientrare, ma lei la richiamò.
- Aspetta.- disse tranquillamente la sirena.
Si voltò e vide che si era fermata del tutto. Non sgambettava né ballonzolava in giro, ma stava ferma dov’era, immobile, i piedi uniti e le mani giunte dietro la schiena. La testa era inclinata in una posa caratteristica, e la fronteggiava con un’espressione tanto seria e normale che per un attimo a Nadine parve di avere a che fare con una persona come le altre.
Fronteggiare… Pensò tra sé. Che pensiero assurdo… come se ci fosse un motivo per considerarla una rivale…
- Io amo Timmi.- disse lei all’improvviso.
Nadine si irrigidì.
Ecco… ora c’è…

Sentì una mano che le si chiudeva convulsamente a pugno, e un solletico inquietante le percorse il palmo. La magia stava reagendo al suo umore e, se non si fosse fermata…
- In ogni caso…- proseguì la sirena - … non hai motivo di lanciare quel colpo. Non mi metterò contro di te.-
La ragazza aggrottò la fronte.
- Cosa vuoi dire?-
- Non lotterò per averlo.- spiegò - Lui è tuo. Io non ho intenzione di mettermi in mezzo. Tiene troppo a te per lasciarti.-
- E allora perché mi dici queste cose?- le domandò, cercando in ogni modo di trattenere la magia, la mano che vibrava.
- Onestà.- rispose - Pura e semplice onestà. Voglio che tu sappia tutto.-
Senza aggiungere altro, si voltò e si diresse verso il folto del bosco.
- Vado al lago.- annunciò, poco prima di sparire tra gli alberi.

***

Quella sera, salendo verso la camera da letto, Timmi venne fermato da Miley.
- Che c’è?- le chiese pazientemente.
- Ecco…- disse lei, esitante - Io… vorrei chiederti una cosa. Ma non so se… se posso.-
Lui annuì.
- Dai, spara.-
Miley pareva in sincero imbarazzo, e non sembrava trovare le parole necessarie ad esprimersi.
- Ha a che fare con Devon?- chiese lui, cercando di non sorridere.
Lei sussultò.
- No.- rispose - Niente del genere.-
Timmi annuì, ora serissimo.
- D’accordo. Allora cos’è?-
- È… mia sorella.- spiegò - Sta per sposarsi… per domani avevamo fissato una prova per il matrimonio…-
- Cosa?- sbottò lui - Tua sorella si sposa? Perché cavolo non me l’hai detto?-
Miley lo guardò con aria di scusa.
- Bhè, non è che si sposa domani.- spiegò, sulla difensiva - Il matrimonio è tra circa un paio di settimane… è solo che… insomma…-
- Domani ti porto a casa.- disse lui, perentorio - Un giorno con la tua famiglia non ti farà male. Ora vai a nanna, si parte verso le dieci, se va bene.-
La ragazza sorrise, contenta.
- Grazie.- gli disse - Grazie davvero di tutto.-
Timmi fece un verso scontroso.
- Ma sta zitta…- grugnì lui, allontanandosi.
Miley lo guardò stupita, mentre Nadine le passava accanto.
- L’hai ringraziato?- chiese sorridendole pazientemente, fermandosi un momento.
Lei annuì.
- Bhè, non avresti dovuto.- ridacchiò - A lui non piace. Credo che gli crei imbarazzo.-
Miley guardò la schiena del mezzodemone sparire oltre la soglia della propria stanza.
- È davvero un tipo strano.- sentenziò.
- Già.- annuì Nadine - Parecchio.-

Poco dopo erano entrambi quasi pronti per andare a letto. Timmi aveva preso un altro po’ di tempo perché era andato da Skin e da Trys, per chiedere loro se il giorno dopo avrebbero potuto dargli un briciolo di copertura mentre partecipavano alle prove del matrimonio. Adesso, comunque, si trovavano entrambi nella sua camera, Nadine seduta sotto le coperte e lui che si cambiava per andare a dormire.
- Di che avete parlato tu e la sirena?- chiese, togliendosi la maglietta e rivelando le molte cicatrici che portava addosso.
Nadine scosse la testa.
- Niente di cui tu debba preoccuparti.- rispose.
- Davvero?- chiese lui, dubbioso - Ma quando sei rientrata sembravi piuttosto scossa. Ho visto che stavi per lanciare una magia, e di quelle cattive, oltretutto.-
- Non era nulla.- mentì - Davvero. Ero solo… un po’ fuori fase.-
Il mezzodemone rimase a guardarla per qualche istante. Era ovvio che non le credeva.
- Sei sicura che sia tutto a posto?- chiese.
- Sì.- annuì, e stavolta era davvero sincera - Te l’assicuro, se fosse qualcosa di cui ti dovrei informare non esiterei a farlo. Stai tranquillo. È un problema mio… o almeno, penso che sia un problema, perché nemmeno ne sono sicura.-
Dopo un attimo di esitazione, speso a valutare le sue parole, Timmi annuì.
- Va bene.- disse - Ma se cambi idea, fai un fischio. Lo sai che non riuscirei a perdonarmi, se ti lasciassi nei guai.-
Lei sorrise tra sé, senza rispondergli. Su una cosa la sirena aveva ragione: Timmi teneva anche troppo a lei.

Di nuovo grazie, a tutti i lettori che seguono questa storia. Menzione speciale per Ely79, _Arse_ e RahizelRathalos, ovviamente :)

   
 
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