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Autore: Lisbeth17    18/01/2012    4 recensioni
Una preparazione fuori dall’ordinario, e un cognome scomodo, una ragazza entra nella squadra.
“Zio, vorrei davvero provare ad entrare al FBI, sai quanto mi interessi e quanto fin da piccola volessi farlo..”
“E’ pericoloso però, e poi hai una brillante carriera accademica davanti, perché privartene, per fare un lavoro sottopagato e raramente apprezzato?"
“Dici così solo perché sei preoccupato, comunque io non sono venuta qui per chiederti il permesso.”
"La metti su questo piano, signorina? Sai, se volessi potrei farti entrare oppure non farti entrare mai, neanche in accademia.”
“Io vorrei che tu non interferissi in alcun modo.”
“Sei testarda. Allora che cosa dovrei fare io?”
“Dimmi in bocca al lupo e non interferire in alcun modo con me, facciamo finta che io non sia tua nipote.”
“Potrei aprirti un sacco di porte però.. Un lavoro al FBI, magari amministrativo di livello..”
“Ed io mi sarei laureata in Neurochirurgia, con una specializzazione in Neuropsichiatria e con un master in Neuroscienze per una vita da ufficio dietro una scrivania?”
Scandì il suo nome per intero con pronuncia italiana: “Caterina Elettra Rossi Parker dove vorresti arrivare?”
“Se ci riesco da sola, all’Unità di Analisi Comportamentale.” Disse tutto di un fiato.
“Ed io che cosa dovrei fare?”
“Fare finta che io non esista, fai come se non mi conoscessi.
Voglio riuscirci da sola, non perché sono la nipote di David Rossi.”
Alla fine acconsentì e disse “Va bene.” E l’abbracciò forte, fiero di lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Copertina



Kat mentre si stava preparando quella mattina, ripensò a quella settimana di lavoro e alla squadra di Sam  
che era molto diversa da quella di Hotch;
Sam stesso era molto diverso da Hotch,
già che lì erano abituati a chiamarsi per nome era una cosa che l’aveva messa subito a suo agio,
furono tutti gentili con lei, nessun astio particolare da nessuno, neanche da Mick quando le aveva gridato contro perché era sulla linea di tiro del S.I..

Si era trovata molto bene con loro, forse non sarebbe stato male passare da una squadra all’altra.
Con la squadra di Sam era stata fuori neanche 36 ore, era rientrata alle 3 ma alle 7 era pronta per andare a Quantico, prese la borsa ed uscì di casa.


Spencer si svegliò presto quella mattina, era un po’ inquieto, erano 2 giorni che di Kat non aveva notizie
da quando era scesa dall’aereo e si era unita alla squadra di Sam.

In fondo lui sapeva che lei era entrata al BAU e avevano intenzione di utilizzarla in entrambe le squadre,
ma non sapere come stava gli provocava lo stesso una strana agitazione.

Lui come uno scemo non l’aveva neanche salutata mentre scendeva dall’aereo.
Decise che oggi avrebbe chiesto notizie a Garcia anche se questa poi gliela avrebbe fatta pagare.

Inoltre da quando aveva incominciato a seguire i suoi consigli, le emicranie stavano andando decisamente meglio,
si mise i suoi fedeli occhiali dalle lenti gialle prese la tracolla e se ne andò in ufficiò.


Appena le porte dell’ascensore si aprirono, e Spencer entrò nell’open space come prima cosa notò
una folta chioma castana che scendeva lentamente su un corpo che a lui parve perfetto,
la ragazza era di spalle che parlava con Hotch davanti al suo ufficio, nacque spontaneo sul suo viso un sorriso.


Spencer Reid quella mattina era davvero felice.

Kat era andata immediatamente nell’ufficio di Hotch per presentare il suo rapporto sull’operazione di Seattle,
ed ora si stava voltando per tornare nell’open space,
quando vide Spencer nella saletta del caffè che la stava guardando indicandole un tazza, un sorriso le comparve sul volto,
e si diresse verso di lui; aveva cercato di toglierselo dalla mente in quei giorni, la faceva sentire una ragazzina pensare a lui,
quando lui le parlava si agitava, quando la toccava i brividi le salivano lungo la schiena, il solo pensiero la faceva ancora arrossire.


Si trovarono uno di fronte all’altra, Spencer si fece da parte per farla entrare e la seguì gentilmente.
Kat si prese una tazza di caffè e si voltò verso di lui “Ma tu non dovresti evitarlo il caffè?”
Spencer disse: “Si infatti ordine del dottore, questo è decaffeinato” e si aprì in un sorriso.
“Bravo, bravo bisogna sempre seguire gli ordini del medico.” E sorrise anche lei.
Spencer le chiese: “Com’è andata con Cooper?”
Kat si illuminò: “Con Sam è andata benissimo, quella squadra è fantastica, il caso non era facile,
in effetti il mio inizio all’unità è stato tutt’altro che tranquillo ..” e si mise a ridere.

Spencer con tono infastidito disse: “Ti trovi bene con loro? Già li preferisci a noi?”
Kat seria e ferma disse: “Non ho preferenze. Mi trovo bene con entrambe le squadre, è che siete molto diversi,
forse questa squadra è più corretta, ligia alle regole, la squadra di Sam è più informale, ci si da del tu, e poi sono stata accolta bene lì”

Spencer si rattristò, capendo quello a cui si riferiva Kat “JJ non è una persona sgarbata.”
Kat disse secca: “Semplicemente non mi sopporta.”
Spencer cominciò a balbettare: “Ma.. io .. non credo ..sai..”
Kat gelida: “Vedo  che ti agiti a parlare della tua amica.”
La situazione si stava decisamente surriscaldando quando Penelope entrò:
“Hey peperino ben tornata, come sta Mick, ti ha fatto male?”

Kat arrossì “No no, solo qualche livido e Mick sta benissimo.”
Spencer curioso o infastidito chiese: “Che cosa è successo?”
Penelope non diede a Kat il tempo di rispondere e disse:
“Niente Kat era sulla linea di tiro del S.I. e Mick l’ha placcata..”

Kat aggiunse solo:”..evitandomi una pallottola.”
Spencer stizzito disse “Un eroe!” e uscì dalla stanza.
Garcia le diede uno schiaffo sulla spalla e disse “L’hai fatto arrabbiare?”
Kat la guardò stupita: “Io ?! bah andiamo di la va..”


Le scrivanie di Spencer e Kat erano una di fronte all’altra, non si parlarono
e non si guardarono per oltre due ore, entrando anche Derek ed Emily avevano avvertito una strana tensione nell’aria
e si voltarono una paio di volte verso i due ragazzi, che non alzavano la testa da quello che stavano facendo,
in quel momento una voce calda con un accento strano disse

“Hey Katty come stai?”
Kat alzò la testa dal fascicolo riconoscendo la voce e lo strano nomignolo affibbiatole dal collega disse seria:
”Che ci fai tu qui Mick?”

Lui la raggiunse alla sua scrivania e guardandola serio disse:
“Mi mancavi.”


Spencer si irrigidì, da quando l’aveva sentito entrare, non si sentiva molto sereno, gli dava fastidio quella presenza li.

Kat scoppiò a ridere e disse: ”Scemo, allora che vuoi?”
Mick porgendole una cartellina disse “Devi firmare questo, e poi..”
Kat notò l’esitazione sul tono del collega e guardandolo preoccupata disse: “Poi?”
Mick sereno: “Avrei bisogno che lei mi visitasse dottoressa.”

Spencer gelido si intromise nella conversazione “Hai un tumore al cervello?”

Kat fulminò Spencer con lo sguardò, mentre Mick scoppiò a ridere e con l’intento di non dargli corda disse
”No no, o almeno non credo” rivolgendosi verso Kat “mi dai un occhiata alla spalla, ci ho dormito sopra e forse non è stata una grande idea..”

Spencer gelido “Non è un ortopedico.”
Kat era scossa e ferita da quelle parole soprattutto perché dette da Spencer si alzò e disse:
“Andiamo di la che ti do un occhiata, devo tenermi buone le poche persone che ancora mi vedono come un medico.”

Mick chiese “Di la dove?”
“Nella stanzetta del caffè, vuoi spogliarti qui?” Chiese Kat curiosa.
Mick scosse la testa e sorridendo la seguì.

Morgan in un attimo era accanto a Reid “Hey ragazzino ma che ti è preso? Perché le hai parlato così?”
Spencer freddo “Non sono fatti tuoi..”
Emily in tanto scappava verso la saletta del caffè dopo aver fatto una telefonata, Derek le urlò “Dove vai?”
Emily ridendo disse: ”Se non lo sai, sei un pessimo profiler Derek Morgan..”

Bussò ed entro nella stanza, seguita da Garcia, Spencer nel frattempo vide Kat chiudere le tendine e guardarlo con sguardo cupo, abbassò subito lo sguardo.

Kat notando la folla che si era radunata lì chiese “Mi sono persa qualcosa?”
Garcia con la faccia come il sedere disse “Siamo le tue assistenti” indicando se stessa ed Emily.
Kat sorrise arresa e guardando Mick tornò seria e disse: “Problemi?”
“Figurati” disse sorridendo alle ragazze.
Kat seria disse, “Tu spogliati, voi ferme che io vado a prendere la borsa?”
Emily le chiese curiosa ”Hai qui la borsa?”
“Che vuoi che ti dica è difficile smettere di essere un dottore dal giorno alla notte” disse uscendo dalla stanza.

Kat si diresse alla sua scrivania, senza guardare né Derek né Spencer, si chinò prese la borsa e si diresse verso la stanzetta.
“Kat..” la chiamò timoroso Spencer.
Lei si voltò e lo guardò con occhi di ghiaccio.
Spencer disse “Mi dispiace, davvero, non volevo essere scortese.”

Kat non riuscì a dire niente, si voltò e torno verso la saletta, Spencer notò che prima di aprire la porta, fece un sospirò.

Di nuovo nella stanza Kat osservava la spalla di Mick, alla fine disse:
“E’ uscita, va rimessa apposto e devi tenere al riposo il braccio per una paio di giorni.. Forse è meglio se vai al Pronto Soccorso lì possono risistemartela..”
disse abbassando lo sguardo.

Emily intervenne, non le piaceva vedere abbattuta quella ragazza “Tu sai farlo? Puoi farlo?”
Kat esitò, poi disse “L’ho già fatto, ho fatto diversi turni al Pronto Soccorso e sono cose che capitano spesso ma..”
Mick intervenne per la primo volta: “Mi fido di te, sennò non sarei qui, vai.”
Kat buttò fuori l’aria e guardando sia Emily che Mick lì ringraziò, cominciò poi a parlare decisa “Ti farà male,molto, ma poi la bloccherò con il foulard.”

Penelope sbottò uscendo fuori “No no io non voglio guardare..”

Sorrisero tutti.
Poi la porta si aprì di nuovo.
Kat sbottò e rivolta verso la porta disse “Allora, potete aspettare un momento.”

Derek e Spencer la guardarono stupiti, e Derek disse “Abbiamo visto uscire Garcia spaventata..”
Kat tornò calma e guardandoli disse:
“Devo rimettergli a posto la spalla, se avete problemi uscite, se avete obiezioni uscite, oppure chiudete la porta e lasciatemi in pace un momento.”

Derek e Spencer si guardarono, e chiusero la porta, Kat tornò a guardare Mick e disse
“Sei pronto? Cerca di stare il più rilassato possibile..”

Mick annuì.
Kat allora disse “Ok” mise le mani sulla sua spalla, fermò la presa e con uno scatto fece una forte pressione,
l’unico rumore che si sentì fu quello dell’osso che tornava a posto, Mick non aveva fatto un fiato.

Kat guardando il collega disse “Tutto a posto? Ora ti rivesto e blocchiamo il braccio.”
Mick annuì di nuovo, mentre Kat si faceva passare la camicia e la giacca da Emily, lo aiutò a rivestirsi,
facendo attenzione, poi si tolse il foulard per fissargli il braccio, una volta finito tutto,
Mick la guardò e le disse “Grazie”.
Lei incontrando il suo sguardo gli disse: “No grazie a te! Mettici un po’ di ghiaccio stasera e cerca di non dormirci sopra.”


Uscirono tutti dalla stanza, Mick stava andando via quando la voce di Hotch lo fermò:
“Agente Rawson, Agente Parker venite un momento nel mio ufficio”


I due si guardarono e si diressero verso l’ufficio di Hotch.

Emily prese Reid per il braccio e disse “Cosa volevi fare prima? L’hai mortificata, è un medico come tu sei un profiler, non metterlo più in discussione, tantomeno davanti a lei.”

Spencer chinò il capo e si fece scendere addosso le parole dell’amica, sapeva che aveva ragione.
   
 
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