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Autore: Biohazard    18/01/2012    11 recensioni
Chichi e Bulma, stufe del comportamento dei rispettivi mariti, chiedono al Dragon Shenron di trasformare i due Sayan in comuni essere umani e di privarli dei loro poteri per un mese. Goku e Vegeta costretti ad una convivenza forzata, dovranno cavarsela da soli nella loro nuova e scomoda condizione.
SOSPESA
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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b>NDA//: Buonsalve! Lo so è più di un mese che non aggiorno, ma tra le feste, gli esami, la tesi e aggiungete il fatto che questo capitolo non ne voleva sapere di scriversi è passato un mucchio di tempo! Chiedo perdono!
Vedo, però, che nonostante tutto, il numero di chi segue e aggiunge ai preferiti continua ad aumentare! Siete meravigliosi! *___* Si commuove!
Comunque non preoccupatevi, gli aggiornamenti torneranno ad essere regolari! Bene, vi ringrazio per l’attesa ed ecco a voi il nuovo capitolo di Being Human!
 Disclaimer: Dragon Ball, di Akira Toriyama
 

 
Visiting

 
 
 
Era una limpida giornata di Novembre e, nonostante il sole splendente e il cielo terso, l’aria fredda sferzava i volti dei passanti, imbacuccati nei loro pesanti cappotti invernali.
Cinque figure solitarie si stagliavano davanti a un bel condominio color crema. Erano disposti esattamente in linea retta, fronteggiando l’ingresso come se si trattasse di un campo di battaglia. Gohan, Goten, Trunks e le piccole Pan e Bra osservavano incuriositi, e anche un po’ preoccupati, il palazzo in cui si erano trasferiti i loro genitori.
I primogeniti delle famiglie Son e Brief tenevano strette tra le mani due pesanti valigie, mentre le bambine portavano due vassoi avvolti da una bella carta da pasticceria.
“Secondo te come se la staranno cavando?” chiese Trunks, dubbioso.
“Beh, il palazzo è ancora in piedi, mi sembra già un buon inizio” rispose Gohan.
“Papà” esordì Pan con curiosità “Perché il nonnino adesso vive qui?”
“Vedi tesoro, nonno Goku non si è comportato molto bene con nonna Chichi e lei ha deciso di… ehm… metterlo in punizione, ecco!” concluse Gohan, soddisfatto della sua spiegazione. Era difficile trovare le parole giuste per far capire la situazione a una bambina di quattro anni, che per giunta stravedeva per il nonno.
“Dai, entriamo.” Trunks fu il primo ad uscire coraggiosamente dai ranghi, dirigendosi verso l’entrata, seguito a ruota dalle bambine saltellanti. I due fratelli Son si guardarono un attimo, deglutendo sonoramente, mentre la mano del maggiore si contrava spasmodicamente attorno all’impugnatura dell’enorme valigia. Si era sentito meno preoccupato quando aveva assistito in prima persona alle tre mutazioni di Freezer.
Con passo incerto entrarono nel palazzo: seduti in portineria, c’erano due persone anziane. Pan lasciò il vassoio allo zio, mentre correva verso i due vecchietti, oltrepassando Trunks. Mettendosi in punta di piedi, si aggrappò ai bordi di legno lucido, nel difficile tentativo di poter osservare oltre il bordo del bancone.
“Salve!” disse timidamente.
“Ehi cara, guarda che bella bambina.” L’uomo sorrise alla piccola, che lo fissava con i grandi occhi azzurri. “Sei da sola?” domandò, senza notare il resto del gruppo.
“No” rispose, indicando il padre e gli altri “Siamo venuti a trovare nonno Goku e zio Vegeta” spiegò. Trunks e Goten si lanciarono uno sguardo d’infima perfidia, immaginando entrambi la reazione dell’austero principe dei Sayan nel sentirsi dare l’appellativo di “zio”.
“Nonno Goku?” ripeté l’uomo incerto “Non credo di conoscere nessuno in questo palazzo che si chiami così!”
“E invece sì!” ripose un’altra voce cristallina “Io sono venuta a trovare il mio papà!” Bra era apparsa affianco a Pan, con il ciuffo di capelli turchini legati in alto sopra la testa.
“Salve! La prego di scusarle” Gohan si avvicinò alla figlia prendendola in braccio “Stiamo cercando l’appartamento dei signori Son e Brief” spiegò pacatamente.
L’espressione cordiale dell’uomo cambiò bruscamente, come se le parole di Gohan avessero sortito lo stesso effetto di una doccia gelida. Il mezzo sayan deglutì, avvertendo puzza di guai, mentre Goten e Trunks sghignazzavano di sottecchi.
“C’è qualcosa che non va signore?” domandò cercando di dare un tono vagamente incoraggiante alla sua voce, nel tentativo di scuotere l’uomo dal silenzio in cui era sprofondato.
“Beh, vede…” cominciò titubante “questa è la prima volta che succede… E signore sono trent’anni che lavoro qui…” l’uomo sembra veramente in difficoltà.
“Oh come la fai lunga!” lo interruppe la donna “Quello che mio marito sta cercando di dirvi è che stanotte ci siamo trovati costretti a chiamare la polizia.” Gohan sgranò gli occhi, incapace di credere a ciò che gli era appena stato detto. Nel frattempo le risatine del fratello e dell’amico si stavano facendo sempre meno velate, e con uno sguardo di rimprovero li zittì all’istante.
“E perché?”
“Vede, verso le 3 del mattino sono hanno svegliato l’intero palazzo, con urla e colpi. Sembrava quasi che stessero demolendo l’appartamento. Abbiamo provato a bussare, e quando il signor Son è venuto ad aprirci, il Signor Brief l’ha preso alle spalle circondandogli il collo con un lenzuolo, in quello che sembrava un tentativo di strangolamento, urlando che doveva pagare il disonore con il sangue, o qualcosa del genere”.
A quel punto le risatine, già in precedenza trattenute a stento da Goten e Trunks, si trasformarono in veri e propri sghignazzi senza ritegno. Pan e Bra, dal canto loro, sembravano non aver capito molto della faccenda e continuavano a seguire attentamente il racconto con curiosità fanciullesca.
“Li hanno arrestati?” chiese Gohan con un filo di voce, temendo il peggio.
“No, però il signor Brief ha rischiato grosso, per fortuna il signor Son è riuscito ad evitare il peggio”. Il ragazzo non riuscì a trattenere un grosso respiro di sollievo. L’indole pacifica del padre doveva aver placato gli animi degli inquilini e dei poliziotti. Poteva immaginarselo mentre agitava freneticamente le mani e blaterava scuse improbabili, con un patetico tentativo di sorriso stampato sul volto. Proprio come faceva con sua madre quando cercava di fornire una spiegazione plausibile per ogni disastro.
“Noi siamo i familiari” spiegò Gohan “Siamo venuti a portargli un po’ di cose. Potrebbe dirci qual è il loro appartamento?”
I signori Kindly si guardarono stupiti, come se non potessero credere che delle persone tanto normali potessero essere parenti di quelle due furie scalmanate che si erano trasferite nel loro condominio.
“Quinto piano, appartamento 4A”.
“La ringrazio.”
Bra corse subito in direzione dell’ascensore, premendo agitata il pulsante di chiamata. Non appena si udì lo scampanellio delle porte in apertura, il gruppo sparì all’interno del gabbiotto.
“Sai cara, credo proprio che quella strana coppia d’inquilini ci darà parecchio da fare.”
 
 
 
Goku saltò come una scheggia dal letto non appena sentì il campanello suonare. Sperava vivamente che non si trattasse di altri guai e, incurante del proprio abbigliamento mattutino, andò ad aprire la porta.
Non aveva nemmeno fatto in tempo ad aprirla che la sua adorabile nipotina, gli si era letteralmente scaraventata tra le braccia urlando un gioioso “Nonnino!”
“Ehi piccolina” Goku arruffò i corti capelli corvini di Pan, poi alzò lo sguardo mettendo a fuoco le altre figure.
“Urca! Ci siete tutti!” esclamò, accogliendoli con un sorriso smagliante.
“Nonnino! Cosa ti è successo alla faccia?” domandò la bimba, con occhi colmi di preoccupazione.
Goku si ricordò soltanto al momento delle condizioni in cui versava la sua faccia: aveva il labbro rotto e un bel livido violaceo sullo zigomo destro.
“Beh, ecco…” esordì, grattandosi la nuca con fare imbarazzato “Io e Vegeta abbiamo avuto una piccola discussione…”
“Una piccola discussione?” l’ammonimento nella voce di Gohan era più che evidente, per non parlare dello sguardo di rimprovero “Ci hanno raccontato cos’è successo stanotte! Si può sapere cosa vi è saltato in testa?”
“Vedi, ero convinto di aver acchiappato un fantasma e invece si trattava di Vegeta! Buffo, no?” l’espressione infantile sul volto di Goku la diceva lunga sul perché Vegeta l’avesse preso a cazzotti. Gohan, Goten e Trunks si guardarono sbigottiti, incapaci di assimilare il candore con cui il più forte guerriero dell’universo aveva pronunciato quelle parole. Lo fissavano increduli, mentre raccontava a Pan e Bra del fantasma, e di come sarebbe riuscito a catturarlo.
“Anche noi vogliamo catturare lo spettro!” annunciò Bra.
“Papà! La vuoi smettere di raccontare queste cose alle bambine?” Gohan doveva prendere in mano la situazione “I fantasmi non esistono e non biasimo Vegeta per la sua reazione. Faresti perdere la pazienza anche a un santo!”
“Ma come? Gli spiriti non esistono?” Goku assunse un’espressione da cane bastonato, come un bambino a cui viene svelato che Babbo Natale non esiste “Uffa!”
Lo scricchiolio d’apertura di una porta attirò l’attenzione dei presenti, e dalla propria camera fece la sua apparizione l’austero principe dei Sayan.
“Papà!” Bra corse verso il genitore abbracciandolo e stringendogli la mano. Vegeta rimase impassibile, ma a Trunks, che conosceva il grande attaccamento del padre alla sorellina, non sfuggì la leggera carezza che prodigò alla bimba, mentre stringeva quella piccola mano.
“Si può sapere cos’è tutto questo baccano di prima mattina?”
Nessuno fu molto sorpreso dalla reazione poco cordiale del principe.
“La prima mattina è già passata da un pezzo, visto che sono le 10.30!”
Vegeta strabuzzò gli occhi. Non era mai successo che si svegliasse così tardi. Solo gli scansafatiche poltrivano a lungo nel letto e lui era un guerriero.
“Maledetto Kakaroth! Tu e le tue idiozie notturne!” Il primo insulto della giornata.
“Buongiorno anche a te Vegeta!” disse sorridendo.
Ecco un’altra cosa che detestava di Kakaroth: quello stupido sorriso ebete. Il principe dei Sayan cominciava a sospettare che si trattasse in realtà di una semiparesi facciale.
“Cosa ci fate qui?”
“Siamo venuti a portarvi un po’ di cose: vestiti, scarpe e altri effetti personali di cui potreste avere bisogno” spiegò Trunks, mostrando al padre la grossa valigia.
“Vi abbiamo portato anche la colazione” Pan afferrò il grosso vassoio dalle mani dello zio e lo porse raggiante al nonno.
“Urca! Avevo proprio una gran fame!” andò in cucina e, senza indugiare oltre, lacerò la carta che avvolgeva il vassoio, beandosi gli occhi di fronte a tutte quelle prelibatezze: paste al cioccolato e alla crema, bomboloni, cannoli ripieni, pasta sfoglia e molto altro.
“Pancia mia, fatti capanna!” Senza alcun ritegno, Goku cominciò a ingurgitare i dolci come un animale famelico.
Vegeta aveva appena deciso di intervenire, per evitare che quell’essere disgustoso si mangiasse anche la sua parte, quando sua figlia gli porse l’altro vassoio “Questo è per te papà!”
Compiaciuto, il principe dei Sayan si avventò a sua volta sulla colazione, sotto gli occhi schifati dei presenti di fronte a quella palese mancanza di buone maniere. Pan e Bra bisbigliavano ridendo ed indicando i due sayan mentre si abbuffavano.
“Papà, hai tutta la bocca sporca di crema!” Vegeta stava per prendere un tovagliolo, quando si ritrovò inaspettatamente il suo rivale a pochi centimetri dal viso. Rimase inebetito a fissare Kakaroth e quest’ultimo, senza alcun preavviso, gli passò un dito sul mento, raccolse la piccola quantità di crema avanzata mettendosela subito in bocca, e tornando a sedersi come se non fosse successo nulla.
Vegeta sembrava incapace di muoversi e il resto del gruppo lo fissava trattenendo il respiro e aspettando l’imminente esplosione. Tuttavia, contro ogni previsione, il principe dei sayan si limitò ad alzarsi dal tavolo, dirigendosi verso il bagno.
“Ehi Vegeta! Non finisci di mangiare?” Ignorò la stupida domanda di quello stupido guerriero di terza classe e, con un colpo secco, si chiuse la porta alle spalle.
“Mah, chissà cosa passa per la testa a quello!” detto ciò, Goku tornò ad abbuffarsi, senza rendersi conto che in quella stanza tutti sembravano aver capito molto di più di quello che le loro reali espressioni lasciavano trasparire.
 
 
Il pugno si andò a infrangere rumorosamente contro il muro. Strinse i denti, ricacciando indietro il dolore che dalle nocche si stava propagando al resto del braccio. Appoggiò le mani sul bordo del lavandino, aprì il rubinetto, aspettando che l’acqua diventasse della giusta temperatura e poi, senza alcun indugio, infilò la testa sotto il getto scrosciante. Aveva urgentemente bisogno di schiarirsi il cervello.
Era rimasto imbambolato come un’imbecille davanti a Kakaroth ed era già la seconda volta che succedeva nel giro di due giorni.
Maledizione!
Non poteva sentirsi in imbarazzo come una femminuccia. In imbarazzo per cosa poi? L’unico che avrebbe dovuto provare disagio era Kakaroth con la sua faccia da emerito beota.
Con un gesto veloce, alzò la testa schizzando gocce d’acqua dappertutto. La folta chioma corvina gli ricadeva appuntita sulle spalle. Allungò la mano verso l’asciugamano, tamponandosi i capelli.
“Uff…”
In tutti quegli anni Kakaroth era stato il suo chiodo fisso, il suo rivale. Non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbero ritrovati in quella situazione e che lui, il grande Vegeta sarebbe arrossito di fronte ad un infimo guerriero di terza classe. Lui aveva Bulma e la sua famiglia.
Che cosa diavolo gli stava passando per la testa? Kakaroth era solo un’idiota senza cervello. Il fatto che fosse un maschio era irrilevante, poiché sul pianeta Vegeta non c’erano discriminazioni riguardo la scelta del proprio compagno. Ognuno era libero di scegliere il guerriero che riteneva il più degno.
Tutti, tranne Vegeta.
Come unico erede della stirpe reale era inevitabile che dovesse scegliere una valorosa combattente, che avrebbe messo al mondo dei guerrieri sani e forti. Era assolutamente escluso che il principe potesse trovare la propria metà in un altro guerriero, poiché quest’ultimo avrebbe dovuto superarlo in potenza e sul suo pianeta, nessuno poteva eguagliare la forza della discendenza reale. Così era sempre stato, finché il destino non lo aveva portato a scontrarsi con Kakaroth, il fratello minore di Radish, il leggendario super Sayan, il primo della sua razza.
Quando si era ritrovato il viso di quell’inutile scarto di terza categoria così vicino, aveva sentito il cuore accelerare. Per un unico folle istante aveva pensato che volesse baciarlo. Se ci pensava, sentiva la rabbia crescere copiasa verso se stesso perchè, nel profondo, aveva bramato quel contatto. Lui, il fiero Principe dei Sayan, aveva desiderato che Kakaroth lo baciasse.
Lui mi ha umiliato, devo diventare più forte e sconfiggerlo. Questo è sempre stato il fulcro della mia esistenza. Perché solo ora, dopo tutti questi anni, provo queste sensazioni?
Io ti odio, Kakaroth!
Vegeta si lasciò scivolare a terra contro la porta, mentre cercava di soffocare una strana e nuova consapevolezza.
  
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