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Autore: Loribi    01/09/2006    12 recensioni
Con lo zampino del discusso Oscar Wilde, Hazel Connelly dovrà riconoscere che le cose che pensava del ragazzo più desiderato del liceo… Beh, solo stupidi pregiudizi. …o forse no?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay okay mi ero sbagliata…QUESTO è stato il capitolo più recensito

Okay okay mi ero sbagliata…QUESTO è stato il capitolo più recensito!! :D

Vi ringrazio davvero tanto ragazze..mi state dando lo stimolo necessario per continuare le avventure di Hazel e Adrien!!;)

Ringrazio infinitamente le “veterane”…ovvero etoile noir Sikky Castalia Ginevra89 e connie!!

E do anche il benvenuto alle new entry;) Ovvero Ran91 saratwo kialinus gilly e Sheila :)

Spero che la storia non smetta di intrigarvi e appassionarvi; io ce la metto tutta! :D

Allora bando alle ciance!

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!;)

Questo qui segna una svolta…

Bacioni, la vostra Lory^-^

 

 

-In quell'epoca di puritanesimo e commercio d'oppio con le Indie, fra apparenze di purezza ed adulteri all'ordine del giorno, Oscar Fingal O’ Flaherty Wills Wilde acquistava un particolare ruolo di osservatore esterno della realtà, osservando, commentando e parodiando il turbine d'avvenimenti che lo sfiorava…-

Hazel leggeva ad alta voce con gli occhi fissi sul monitor, mentre Adrien dava uno sguardo agli appunti annotati qua e là sui vari fogli di un quaderno ad anelli.

Salvò su una pagina Word quelle righe, poi rivolse la sua attenzione ad Adrien.

-Cosa c’è qui?-

Hazel prese una pagina pronta per essere battuta;

-Qui c’è l’episodio del processo per la relazione con Lord Alfred Douglas…credo che può bastare, no?- chiese lui prima di ritornare agli altri appunti.

-Sì…penso di sì.-

Hazel si stiracchiò sulla sedia, trattenendo uno sbadiglio.

Quel lavoro era più duro di quanto avesse immaginato.

Sulla sua scrivania c’erano una miriade di fogli scribacchiati, stampati e libri aperti e non avevano che preso in considerazione ogni tipo di fonte possibile.

Erano motivati entrambi a prendere una buona valutazione; l’una per riconfermala, l’altro per recuperare.

Per terra, nascosti dalla scrivania, due scatole di pizza vuote e due lattine di cola…erano le 22.00 passate.

Così tardi perché avevano normalmente prima dovuto sbrigare i compiti per il giorno dopo, poi sbracciarsi le maniche per la tesina di letteratura.

-Sono esausto…- mormorò il ragazzo trattenendo uno sbadiglio.

-Già…ma siamo arrivati ad un ottimo punto. Ci resta da approfondire solo qualche dettaglio sulle commedie e stampare il tutto.-

-Praticamente abbiamo finito…dopo più di tre ore passate così, quello che ci rimane da fare mi suona più come una passeggiata di salute che altro.- scherzò Adrien passandosi stanco una mano sul viso.

Si alzò per sgranchirsi schiena e gambe indolenzite.

La luce fredda del monitor e quella calda della lampada sulla scrivania proiettavano le loro ombre sulla parete di fondo.

La casa era abbastanza silenziosa; Sammy era nella sua stanza, probabilmente già nel mondo dei sogni nonostante la televisione accesa, mentre si poteva ancora sentire Jillian smanettare con i piatti di sotto, in cucina.

Ogni rumore, comunque, risuonava molto attutito.

Adrien si lasciò cadere sul letto di Hazel, supino, facendo penzolare le gambe all’infuori, attento a non sporcarle le lenzuola colorate. Solo qualche secondo, che si ficcò il cuscino sulla testa, infastidito dalle luci dei lampioni sulla strada.

-Ho studiato più ore oggi che in quindici giorni di scuola…- mugugnò lui inerme.

-Molto bello da parte tua..- commentò distratta la ragazza, troppo intenta a mordicchiare la punta di una matita e rileggere una pagina dei suoi appunti.

-Adrien…io credo che dovremmo aggiungere qualcosa qui…-

Hazel, con gli occhi ben puntati sul foglio, andò a sedersi dritta accanto ad Adrien, che le aveva fatto automaticamente un po’ di spazio con le gambe, non appena l’aveva sentita avvicinarsi.

-…a proposito de “Il ventaglio di Lady Windermere”, credo che potremmo trattare meglio i risvolti della storia, è importante ...ma ho trovato questa pagina che spiega bene come…-

Hazel si interruppe vedendo che Adrien non si era mosso di un solo millimetro.

-Adrien…cosa sto dicendo.-

-Il Ventaglio di Lady Windermere…- borbottò poco convinto.

-Mi faresti il piacere di uscire di lì? Non mi piace parlare ad un cuscino.- disse secca facendo roteare gli occhi.

-Si sta troppo bene…-

-Quindi?-

-Quindi no.-

-Ti diverti a tormentarmi, per caso?-

-Da morire, piccolina.-

-Piccolina?!-

-Non ti piace?- le chiese Adrien con un sorrisetto sarcastico, già conoscendo la risposta, e mettendosi finalmente a sedere.

-Assolutamente. Per mia fortuna ho un nome che, guarda caso, non è “piccolina”.- rispose lei facendo le virgolette con le mani.

-A me “piccolina” piace.- imitò le virgolette.

Hazel lo fissò per qualche istante, poi:

-Hai capito quello che ho detto o devo ripetertelo?!- disse accompagnando le parole con una cuscinata sul petto. Rise alla faccia di Adrien;

-Ma come…?-

Cuscinata sul braccio per Hazel.

-Ehi!-

Hazel tirò per tutta risposta una cuscinata ancora più forte sul viso di Adrien.

Il ragazzo si coprì immediatamente il volto con entrambe le mani, trattenendo il dolore con un mugugno basso.

-Hazel stai un po’ più attenta!- la rimproverò lui massaggiandosi il naso.

Ma davvero l’aveva colpito così forte?

Non se ne era accorta, e comunque non sapeva proprio cosa dire.

-Sposta le mani…-

Adrien, dopo una debole resistenza, le obbedì…ma le prese i polsi non appena la ebbe abbastanza vicino;

-Chiedi scusa…- le intimò lui pronto a schioccarle un sorrisino malizioso.

-Io…non ci penso nemmeno! Stavo pure per sentirmi in colpa…- esclamò Hazel non riuscendo a non sorridere per l’imbroglio di Adrien.

-Chiedi scusa…o dammi un bacio.-

-Stai scherzando…- mormorò lei, spiazzata dall’alternativa.

Cercò di non lasciarsi sfuggire il controllo della situazione, nonostante il suo battito avesse cominciato a rimbombarle nelle orecchie, confondendola ulteriormente.

-Mai stato più serio…-

Hazel avrebbe potuto facilmente scusarsi e finirla lì…ma quella facile parolina di appena cinque lettere non voleva saperne di venire fuori.

Mi sta prendendo in giro…

Adrien si sistemò puntellando le braccia sul letto, senza smettere di guardare Hazel che gli stava di fronte…

Nella stanza solo i loro respiri e il fruscio delle lenzuola.

Un lieve sorriso c’era sulle labbra del ragazzo, appena dischiuse per la sorpresa quelle della ragazza.

Ma un rumore di passi nel corridoio fece sgranare gli occhi di entrambi.

Si guardarono allarmati, come se solo allora si fossero resi conto di ciò che stava accadendo, e si misero subito in piedi.

Giusto in tempo.

-Ragazzi…ancora a studiare?-

Jillian entrò nella stanza con un’aria vagamente assonnata.

Dopo mesi di inattività, era normale che dovesse abituarsi di nuovo ai ritmi di lavoro.

-No…Adrien stava giusto andando via.-

Hazel evitò di guardare la mamma, concentrandosi piuttosto sulla roba sparpagliata sulla scrivania.

Senza farselo ripetere due volte, Adrien raccolse velocemente i suoi libri nello zaino.

Hazel lo vedeva un po’ impacciato, e anche arrossito.

Sperò vivamente che la mamma non si fosse accorta di nulla, anche se ne dubitava.

Era sempre molto attenta, e non le sfuggiva niente, di solito.

Però, magari la stanchezza…

-Bene…allora, Hazel, ci vediamo a scuola.-

La ragazza si limitò ad annuire, non fidandosi della sua voce, e aspettò che Adrien salutasse con un cenno gentile la mamma.

-Non lo accompagni alla porta?- le domandò Jillian un po’ perplessa.

-Oh, non si preoccupi, conosco la strada…-

Augurò la buona notte ad entrambe, poi andò via.

Hazel trattenne il fiato quando sentì la porta chiudersi, di sotto…

-Cerca di riordinare la stanza, okay?- disse Jillian guardando il caos lì intorno dopo una pausa che alla ragazza parve interminabile, ma che in realtà fu solo di qualche secondo.

-Certo, lo faccio subito.-

Il sollievo di Hazel fu immediato…forse davvero la stanchezza era stata provvidenziale, quella sera.

Ricordati di ringraziare la tua buona stella…

-Dormi bene, tesoro.-

La donna le diede un bacio sulla fronte, poi uscì socchiudendo la porta.

 

Hazel, con il respiro che tornava pian piano regolare, rimase a fissare proprio la porta come ipnotizzata, cercando di rendersi conto degli eventi che si erano succeduti così precipitosamente nell’arco di circa cinque minuti.

Stavamo per darci un bacio…

E io non mi sarei tirata indietro, se non si fosse materializzata mia mamma con un tempismo perfetto.

Non è possibile…

Hazel scosse la testa sarcastica; e pensare che non aveva sopportato Adrien Roof per ben tre anni…

Ed ora era piombato all’improvviso nei suoi pensieri.

Si ritrovò a riflettere, comunque, sul fatto che quel bacio mancato avrebbe messo entrambi in una situazione abbastanza spinosa.

Molto.

Spinosa.

Cosa avrebbe dovuto fare l’indomani?

Salutarlo, certo.

Ma con quali intenzioni?!

Hazel si sedette al davanzale della sua finestra, portandosi le ginocchia al mento; l’isolato era tranquillo, solo qualche auto ogni tanto.

Tutto era partito da uno scherzo…

Beh, nonostante l’effettiva voglia che aveva di baciarlo, la ragazza disse che sarebbe stato meglio se lo scherzo fosse rimasto tale.

Lei ormai ci era dentro fino al collo…inutile cercare di nasconderlo a sé stessa; una cosa non proprio intelligente.

Al solo pensiero di Adrien, sul viso di Hazel comparve subito un’espressione alquanto scettica;

Figuriamoci se Adrien faceva sul serio.

Svegliati, Hazel.

Cerca di togliertelo dalla testa; e anche al più presto…

Si ritrovò a darsi della perfetta idiota per essersi presa una bella sbandata per lui.

Grave, gravissimo errore.

Hazel scese di lì e chiuse la finestra dando un ultimo sguardo attraverso il vetro, poi iniziò a svestirsi.

L’unica cosa che un po’ la rincuorava forse era il fatto che il compito di letteratura sarebbe stato consegnato entro pochissimo tempo.

Altri due, tre giorni al massimo, e le loro vite sarebbero continuate su due binari paralleli, così come era stato fino ad allora.

Meglio rimanere alla larga da lui perché non avrebbe potuto funzionare.

Troppo diversi.

Eppure tanto simili.

Altri due giornie poi tornerà tutto normale.

Semplice, no?

Hazel assorta spense automaticamente la luce e si infilò sotto le coperte.

Non le andava ora di rimettere in ordine la stanza…

 

FINE CAPITOLO SETTIMO

 

  
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