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Autore: La Chiave di Do    18/01/2012    3 recensioni
Protagonisti il Beatle George Harrison e la moglie, la bellissima modella Pattie Boyd, durante lo sfiorire del loro amore e l’apparire nella loro storia del chitarrista Eric Clapton, questo racconto reinventa il triangolo rock piu’ stupefacente della storia: due amici, due rockstar, la dea musica, un duello d’amore e lei, la musa: Layla.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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XIV
Ah, Brown Sugar!

 


Il matrimonio con George non era altro che una farsa ormai, una splendida facciata costellata di marjuana e tradimenti da parte di entrambi; i meravigliosi anni sessanta erano sfumati insieme alle sue illusioni nel nuovo decennio; il primo disco solista di George era andato alla grande e il suo impegno sociale, che pure la rendeva praticamente una vedova, aveva trovato il suo coronamento con il monumentale concerto di beneficienza per raccogliere fondi per il Bangladesh, ma i Beatles non esistevano piu’ né vi aveva partecipato –ad esclusione di Ringo-, nessuna quindicenne si sarebbe piu’ strappata i capelli per loro, il rock’n’roll stesso stava morendo nella morsa di distorsioni assordanti e grida orgasmiche di cantanti isterici e lei stessa si era ritrovata a comprare per curiosità il neonato quarto album di questi Led Zeppelin che ai suoi occhi non avevano avuto altro che una fortuna sfacciata; ma il chitarrista, sapeva, aveva suonato con Clapton, non poteva essere cosi’ male. Era stato Mick, raccontandoglielo, a spingerla quella mattina a comprarlo, poi avevano passato insieme diverse ore, ritrovandosi a pranzare insieme in un locale semplice ma accogliente, una specie di pub.
Mick Jagger era cosi’, sofisticato sul giornali e alle feste e trasgressivo, squisitamente alla mano e pacato se messo a suo agio; non era definibile bello, cosi magro e spettinato e con quelle labbra semplicemente esagerate, ma aveva una carica erotica ed un fascino indefinibilmente irresistibile, come se avesse un demonio tentatore in corpo. Era l’opposto di George, ma a Pattie era sempre piaciuto: quando erano soli non indossava maschere, era davvero l’adolescente eccitato che sembrava e non nascondeva nessuno dei suoi difetti per piacere di piu’. Uscivano insieme da anni, talvolta c’era con loro anche Keith, Keith Richard, ma questi non si era piu’ presentato ai loro incontri da quando lei gli aveva fatto notare, se pur con tono amichevole, che era perennemente fatto o ubriaco.
Cosi’ quel giorno Pattie e Mick si erano divertiti insieme in qualità di buoni amici: gli aveva detto chiaramente che non aveva neanche piu’ la forza di tradire George e lui aveva alzato le spalle portandola a passeggiare lungo il fiume, cantando per strada come un idiota e portandola a mangiare all’ora di pranzo; ordino’ per entrambi pesce fritto con patatine e salse fra le piu’ varie, infrangendo miseramente la sua dieta perenne.
“Che prendete da bere?”
“Due Pepsi, tesoro!”
“Di cui una light, grazie…”
La cameriera strizzo’ l’occhio a Mick prima di gridare la loro ordinazione dal bancone alla cucina.
“Oh Pattie” le disse Mick mentre accoglievano le bevande “smettila con quest’ossessione della dieta, sei perfetta… anzi, troppo magra ultimamente!”
Pattie sorrise flebilmente e storse un po’ il naso quando vennero presentati loro i due piatti ricolmi di frittura che inizio’ a sbocconcellare di malavoglia; improvvisamente quel meraviglioso cocktail di grassi saturi le avvolse le papille gustative inebriandole e provo’ a ricordare quanto tempo fosse passato dall’ultima volta in cui aveva mangiato un piatto di fish and chips. Divoro’ la sua porzione riscoprendo tutte quelle salse e un sorriso.
Mentre Pattie si ripuliva le mani e ingoiava l’ultimo morso Mick cambio’ espressione e stranito le guardo’ oltre la sua spalla incuriosendola. Si giro’:
“Eric?”
Era lui, mal vestito, pallido e con due pesanti occhiaie che gli segnavano il volto, ma sorrideva impercettibilmente. La saluto’ con un cenno stanco che le termino’ sulla spalla destra, facendola subito trasalire:
“Ciao Pattie…”
“Ci sarei anche io Clapton se non avessi notato” disse Mick acido alzando un sopracciglio.
Eric gli rivolse un cenno col capo.
“Che ci fai qui?” chiese duro il cantante dando voce ai pensieri di Pattie.
“Io…” comincio’ lui maldestramente “volevo parlarti, Pattie” disse continuando a ignorare l’altro.
Lei si alzo’ lanciando uno sguardo di intesa a Jagger e segui’ Eric fuori dal locale; lo guardo’ duramente sparando violentemente un “che vuoi?”
Eric caccio’ un sospiro e provo’ a sorriderle:
“Hai sentito il disco?”
“Quale disco?”
“Il mio… il singolo tutto per te”
spiego’ con voce stanca “E’ un messaggio.”
“E cosa dice?”
sbuffo’ Pattie impaziente appoggiandosi al muro del locale con le braccia incrociate.
Eric si battè le gambe con le braccia, tastando le tasche alla ricerca di qualcosa, poi ne tiro’ fuori una bustina trasparente non piu’ grande del suo palmo, piena di una strana sostanza simile a farina ma piu’ granulosa e quasi grigiastra.
“Se tu non scappi con me, io prendo questa” disse serio.
“Cos’è?”
“Eroina”

Pattie si senti’ gelare il sangue nelle vene e allungo’ istintivamente una mano per prendergli la dose e gettarla il piu’ lontano possibile da lui, perché non riuscisse a farsi del male per lei. Ma a che scopo? L’avrebbe ricomprata comunque.
“Non fare lo stupido” lo supplico’ con le lacrime agli occhi.
“No” le sorrise fra i lunghi capelli e dietro la barba scura “è proprio cosi’: è finita.”
La bacio’ in fretta all’angolo della bocca prima di allontanarsi a piedi. Pattie non riusci’ a muovere un muscolo e Mick non riusci’ a tirarle fuori bocca una sola parola sull’accaduto.


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Capitolo tragico ma, per quanto romanzato e reso verosimile dalla presenza di Mick Jagger, documentato dalla stessa Pattie. Spero sia di qualità un po' superiore agli ultimi.

Un bacio e una dedica a tutti, con un grazie speciale a
Anima97 che mi lusinga cosi' splendidamente.
Kei

   
 
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