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Autore: Amber    01/09/2006    3 recensioni
Questa storia è risultata più lunga del previsto V_V… per questo motivo ho deciso di dividerla in due parti. La seconda, la sto ancora scrivendo e per ora ecco qua la prima parte!^^ Premessa: Kagome, è una normalissima liceale che frequenta la 2a Linguistico. Suona il piano ed è molto portata e con esso riesce ad esprimere ciò che prova. Ha un’amica, che frequenta la sua stessa classe, di nome Sango con cui va molto d’accordo e non hanno segreti tra loro. Un bel giorno, il suo insegnante di piano, Paolo, le dice che, se è d’accordo, andrebbe ad Amsterdam per suonare con altri musicisti e… (sarebbe meglio dire “ma…”)… E tra note, sentimenti e amore… i nostri protagonisti dovranno affrontare: un amore difficile ma sincero tra Sango e Miroku che hanno… una storia difficile e piena di imprevisti tra Kagome e Inuyasha… Ma… Ok ok… non vi dico più nulla!!! Una cosa, ultimissima! Il tempo tra Amsterdam e Giappone è assolutamente inventato come i posti in cui si troveranno e in questa storia Kikyo non è assolutamente né cattiva, né bastarda! Mi volevo poi scusare con chi ha recensito “Un incidente dovuto dal Destino” che non sono mai stati citati, non ripeterò lo stesso errore!, e se potrò risponderò a tutti. Vi aspetto numerosi con commenti di critica e no ^^ Un bacio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Capitolo 5

Ciao a tutti!!!! Dunque… da dove cominciamo?? Questo cap è funghetto, parecchio!! Ma non spaventatevi! Spero sia abbastanza scorrevole ^^ Ma passiamo ai ringraziamenti:

dany91: grazie per la rec ^^ sono felice che ti “convolga” molto!

Resha91: la pazienza ti servirà davvero mooooooolto in questa sto! Ma spero che riuscirai a seguirmi ^^

Sango91: bwahahahahahahahahaha!!! (risata satanica)!!! Questo lo scoprirai prestoooooooooooooooooooooooooo!!! Moooolto presto!!!! Bwahahahahaha!!!!

Shikon: Paolo è un gran ganzo! Lo so! ^^

Diddy8: grazie per questa rec. i tuoi complimenti mi lusingano molto! Spero che continuerà a piacerti ^^

Molto, molto bene. Dopo ciò, vi lascio a questa storia… che, fidatevi, non ha ancora raggiunto il suo culmine!!!

Bacio! ^^

Capitolo 5

Il ballo

Kagome e Sango si divertirono un mondo in giro per Amsterdam. La città era bellissima e mangiare per pranzo dei panini sedute sul prato di un parco fu la cosa più bella e strabiliante che fosse accaduto loro da moltissimo tempo. Sentivano di essere libere e in pace con tutto il mondo, si sentivano serene.

Sabato. Ore 14.30

Le due ragazze varcarono la soglia dell’hotel ridendoa andarono in camera dove si diedero una rinfrescata e veloci raggiunsero l’atrio dove le stavano attendendo con impazienza tutti quanti

-Bene- disse Naraku –Ora che ci siamo tutti credo sia il caso di partire. Seguitemi- Scesero i gradini fuori dall’hotel e le due amiche spalancarono gli occhi. Poco prima non c’era nulla, ma ora una limousine nera, lunga, bellissima e spettacolare li attendeva davanti ai gradini

-E questa da dove spunta?- chiese Inuyasha sorpreso

-Sei un miliardario??- domandò stupito Miroku

-Diciamo che si, sono un miliardario- Salirono e la macchina partì subito

-Accipicchia… sembra di essere in un salotto…- mormorò Kagome guardandosi intorno. Abbassò il finestrino e buttò fuori la testa. La strada correva sotto di lei, l’aria era frizzante contro la sua faccia e se fosse stata sola avrebbe urlato di gioia

-Prima dei vestiti vi farò vedere un posto speciale. Non è lontano quindi potrete anche andarci a piedi- Il gruppo annuì e poco dopo la macchina si fermò dolcemente. Quando scesero si trovarono davanti a un grande edificio antico. –Questo è un teatro- disse mentre entravano –Qua potrete allenarvi insieme per via del concerto che farete tra due settimane- Quando entrarono Kagome vide il palco il legno e gli occhi le si illuminarono. Una chitarra elettrica, un basso, un microfono, una batteria e un piano nero magnifico… -È stato tutto organizzato, le porte sono sempre aperte per voi e potrete venirci quando volete- disse Naraku. Kagome corse sul palco osservando più da vicino tutti gli strumenti

-Wow… stra wow… mega wow…- bisbigliò Kagome mentre venne raggiunta da tutto il gruppo. Kagome fece suonare le corde della chitarra poi si avvicinò al piano sfiorandolo con la punta delle dita. Naraku e Paolo si sedettero a metà sala sopra delle poltrone rosse

-Ehi ragazzi!- esclamò Paolo –Perché non suonate qualche cosa per vedere se gli strumenti vanno bene e se sono accordati??- Lo guardarono. Kagome dubitava fortemente che non fossero accordati ma alzò comunque le spalle

-Ma… e i vestiti…?- chiese Kikyo

-Oh, abbiamo ancora una decina di minuti- disse Naraku mettendosi le braccia dietro la testa –Suonate qualche cosa in fila di concerti, come se foste al vostro grande debutto- Tutti guardarono Miroku e si dileguarono dalla scena. Inuyasha sbuffò seccato e borbottò qualche cosa di incomprensibile. Kagome si sedette vicino a Naraku –Kagome?-

-Cosa?-

-Ascolta bene come suonano- sussurrò –Credo che ti servirà per il tuo compito- La ragazza sospirò seccata

-Si, lo so… ma io non ho ancora detto che lo farò- borbottò. Naraku sorrise misterioso poi si raddrizzò attento. Miroku iniziò a suonare un vecchio pezzo molto corto con però dei passaggi abbastanza difficili. Kagome si impresse tutto nella memoria. Era molto bravo in quei passaggi, era davvero spettacolare; le sarebbe stato di grande aiuto questo. Sperava comunque che insieme sarebbero andati bene trovandosi d’accordo. Fu il turno di Sango, lei purtroppo faceva cose molto meno difficili, però Kagome notò che non era affatto nervosa, anzi! Le note erano sicure e ben studiate, anche Paolo ne era sorpreso. Quando Sango tornò al posto Kagome sentiva il suo fiato accelerato

-Co… come sono andata?- balbettò agitata

-Benissimo Sango. Mi hai stupito.Tutti ti guardavano ma tu eri tranquillissima!- Sango annuì

-Meno male! Ho avuto una paura… credevo che le mani non la smettessero più di tremare!- esclamò e Kagome le strinse il braccio sorridendo. Poi si concentrò su Inuyasha che aveva preso posto sul palco e si era messo seduto sullo sgabello portandosi la chitarra sulla gamba mettendosi in posizione. La ragazza vide Kikyo mettersi diritta sulla sedia pronta per un ascolto molto attento così la imitò. Inuyasha si concentrò e iniziò a suonare Don’t tach me, la canzone di Avril Lavigne. Kagome riconobbe il suono, le noti sicure della canzone.

Accidenti! Allora era lui che aveva visto suonare quel giorno (Cap 2)!! Maledizione! L’aveva dunque vista dormire!! Che figura che figura che figura!!!! Come era potuta essere così cretina?? Perché con tutte le persone che esistevano in quel mondo di merda proprio lui la doveva vedere??? La ragazza posò lo sguardo su Inuyasha. Però quando suonava era davvero bellissimo…

“Un momento! Cosa? Cosa ho pensato?? Sono scema? Sono fuori? Sono partita??? Lui non è bellissimo!! No no no no no no no no no no!!! Come solo mi è saltato in mente una cosa così stupida? Kagome cara, lui è un COBRA, un figlio di papà, un imbecille senza spina dorsale che se la fa con tutte, è un verme! Accidenti a te Kagome. Non puoi pensarlo sul serio!” Kagome era così scioccata e immersa nei propri pensieri che non si accorse che la canzone era finita e Inuyasha era tornato a sedere trai complimenti di Kikyo. Naraku diede una gomitata al braccio a Kagome che sussultò –Cosa?-

-Tocca a te- disse Sango

-Ah, si… giusto, mh… già?- Loro annuirono e Kagome arrossì imbarazzata. Si alzò in piedi velocemente e si avvicinò al palco ma si bloccò e voltandosi verso di loro chiese –Che suono?-

-Quello che ti pare- sbottò Inuyasha

-Come quello che mi pare? Dai, non rompere- sbottò

-Perché Kagome non suoni Beethoven? L’ultima volta che hai fatto lezione lo avevi suonato per la prima volta, poi ci sono stati tutti i preparativi e non me lo hai fatto sentire…- iniziò Sango

-Che schifo!!!! No, Beethoven no! Tutto tranne lui!- esclamò Kagome contrariata facendo una smorfia

-Dai Kagome, ti preeeeeeeeeego!!!- implorò Sango sbattendo le ciglia

-No- Si impuntò lei

-E poi non hai lo spartito, se lo hai letto una sola volta come fai?- disse Miroku

-Non è che ti vuoi dimostrare più brava di quello che in realtà sei?- chiese Inuyasha con le braccia incrociate e sorridendo beffardo

-Kagome, il tuo orgoglio è stato ferito. Fai vedere a questi qua che hai talento per la musica!- esclamò Paolo –Dai! Su!- Kagome sbuffò

-E va bene- sbottò –Ma solo per questa volta, capito??- Annuirono e Kagome salì sul palco. Si sedette sullo sgabello e guardò Inuyasha puntandogli il dito contro –Come ti ho già detto Kujimawa, mangerai la mia polvere! È la nostra scommessa no? E sappi che io le vinco sempre!-

-Seeee, come no! Vediamo questa tua bravura miss-sono-forte-al-piano!- rispose Inuyasha.

Kagome ghignò e guardò i tasti bianchi prendendo un bel respiro profondo. All’improvviso diventò seria e mise le mani sulla tastiera, chiuse gli occhi, sentì con le punta delle dita i tasti, i polpastrelli fremere e iniziò a suonare. Ora tutto era in secondo piano, c’era solo lei e la musica. Le mani correvano veloci per poi fermarsi nei momenti giusti, le pause erano calcolate per poi riprendere quella musica avvolgente. Schiacciò il tasto sotto il piano per un effetto sonoro ancora più emozionante. Sentiva il sangue ribollire nelle vene e l’adrenalina scorrere, l’unica cosa che doveva fare era lasciare scorrere le mani. La musica sbalzò di intensità improvvisamente per poi tornare calma l’attimo dopo. La musica finì diventando sempre più lieve nell’aria. Kagome aspettò qualche secondo poi riaprì gli occhi staccando le mani. Sorrise e allungò le braccia rilassandole

-Allora??? Come sono andata???- chiese Kagome

-Magnifica come sempre Kagome!- esclamò Paolo alzando il pollice

-Che brava- sussurrò Naraku. Sango guardò l’amica scendere dal palco

-È meravigliosa… la sua espressione è così tranquilla e rilassata…- disse l’amica

-Miseria- Miroku guardò Inuyasha che era scioccato –Riprenditi amico mio. Sei troppo giovane per morire- scherzò lui

-Chiudi la fogna Miroku-

-Oh! Siamo in ritardo, presto ragazzi! Andiamo, andiamo alla macchina presto!- esclamò Naraku precedendoli fuori dal teatro, ma prima gli diede una leggera pacca sulla spalla a Kagome che sorrise felice. Lei e Sango precedettero il gruppo fuori. Kagome guardò dietro di se e vide Inuyasha che la fissava. Lei si fermò e Inuyasha pure, i due si guardarono negli occhi e Kagome si voltò con un ghigno strisciando il piede all’indietro, sollevando una nuvola di polvere che andò a colpire le gambe di Inuyasha. Le due amiche salirono in macchina lasciando un Inuyasha rosso di rabbia e un Miroku che si rotolava a terra dalle risate.

Il negozio dove Naraku li portò era enorme e molto accogliente. Il negozio era composto da due aree. La prima, quella esposta in vetrina, dava vestiti per tutti e molto semplici il

secondo invece aveva vestiti da sera molto costosi, quindi belli, e altrettanto particolari. Quella sala, dove entrarono, era composta da due corridoi, maschi e femmine furono divisi. Le ragazze andarono a destra accompagnate da 5 commesse, i maschi a sinistra accompagnati da 5 commessi.

Le commesse fecero accomodare le ragazze in una sala piena di vestiti da sera bellissimi e le dissero di guardarsi in giro per vedere qual’era quello che piaceva di più loro. Le tre guardarono i vestiti tre volte da cima a fondo ma solo uno tra di loro attirò l’attenzione di Kagome. Era di un bellissimo bianco perlato lungo a stile impero, di seta, le spalline sottili e una scollatura a U. Una fascetta stretta sotto il seno era piena di perline bianche e luccicanti. Era un incanto…

-Oh, molto bene signorina. Ha deciso?- Le chiese gentilmente una ragazza

-Oh, si… quello- disse indicandoglielo Kagome. La commessa la guardò girandole intorno 2 o 3 volte con in mano il vestito posando lo sguardo da lei a esso

-Si… credo possa andare… dovremmo cambiare all’altezza del seno e nei fianchi…- mormorò. Mise giù il vestito e prese una taglia inferiore. Le sorrise –Mi segua. Lo proveremo subito e faremo i cambiamenti che servono. Prego- La commessa la precedette dentro un camerino grande come una sala –Si spogli, io vado a chiamare un’altra ragazza. Uscì per poi tornare un minuto dopo accompagnata da un’altra ragazza. Kagome era rimasta con un completino intimo. Le fecero indossare l’abito che calzava bene se non fosse stato per il seno e, come aveva detto la donna, i fianchi. Il suo seno era decisamente troppo piccolo! E il vestito lì le cadeva! E il vestito non le fasciava bene i fianchi come invece doveva fare

-Dunque, alzi le braccia… ci metteremo un po’ quindi resista- disse la donna iniziando a metterle degli spilli

-Si ricordi signorina- disse la commessa appena arrivata mentre le prendeva la misura del seno –Con questo vestito non deve usare il reggiseno e tenga i capelli tirati su- disse

-Come mai?- chiese Kagome curiosa mentre alzava le braccia come le avevano detto

-Beh, ai nostri uomini piace vedere la schiena delle donne belle. E lei signorina è molto bella!- esclamò lei –Comunque lei è la pianista vero? Naraku ci ha detto tutto di questa sera- L’amica commessa annuì mentre cuciva velocemente –Se vuole fare bella figura faccia come le ho detto e la sera del suo debutto avrà… uomini a palate al suo seguito- Kagome arrossì. Lei non voleva tutto questo! Comunque annuì. Non le voleva in alcun modo offendere! Quando uscirono da quel negozio erano le cinque passate. I ragazzi avevano dovuto aspettare le ragazze per più di due ore perché mentre per loro c’era voluto un secondo, per le ragazze c’erano voluti secoli! Kagome non aveva visto l’abito dell’amica e anche Sango era all’oscuro del suo abito comunque quando sarebbero tornate all’albergo avrebbero fatto faville!! Gli abiti sarebbero stati recapitati direttamente in albergo

-E che ora abbiamo la festa?- chiese Kagome curiosa mentre erano in macchina

-Alle 20.00 dobbiamo essere là. Ci vogliono 30 minuti a raggiungere il luogo della festa, quindi alle 19.00 vi aspetta la limousine- disse Naraku alle tre ragazze

-Perché solo per noi?- chiese Kikyo sospettosa

-Perché le ragazze sono sempre le ultime in queste feste dove si danza- disse calcando bene sull’ultima parola –Comunque non dovete preoccuparvi- disse lui –Voi ragazzi alle 18.30 vi voglio fuori dall’hotel. Ok?- loro annuirono –Paolo compreso- disse Naraku –Guai a te se arrivi un minuto più tardi- ringhiò

-Ma certo, perché dovrei arrivare in ritardo?- chiese sorridendo Paolo

-Conoscendoti…- rispose Naraku seccato. Sango guardò fuori dal finestrino

-Ehi- disse –Ma di qua non si va all’hotel!-

-Ottima osservazione Sango. Prima dovete andare in gioielleria. Entrerete solo voi tre e prenderete degli orecchini e una collana che stia bene con il vostro vestito. Nessuno di noi entrerà per non provare a immaginarci come sono i vestiti, capito?- Le tre annuirono confuse ma sorridendo. Era pure tutto gratis!

-Ehi, ma non è giusto che va tutto a loro!- esclamò Inuyasha. Kagome scoppiò a ridere

-Si, staresti proprio bene con gli orecchini e una collana chic!- Tutti scoppiarono a ridere immaginandosi un Inuyasha travestito da donna tutto imbronciato. Anche Kikyo si fece sfuggire un sorriso

-Tsk!-

Nella gioielleria Kagome scelse un paio di orecchini di perle. Tre fili di lunghezza diversa in oro bianco che finivano con una perlina a filo. Anche la collana aveva lo stesso motivo. Mise tutto nella scatolina apposta e la mise al sicuro. Sango prese due orecchini con gli zaffiri e una collana con il ciondolino con la medesima pietra. Kikyo invece prese un paio di orecchini di rubini dalla grandezza di chicchi di riso con la collana che aveva come pendolo tre rubini attaccati in punta. Quando uscirono avevano un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Quella sarebbe stata la sera più eccitante di tutta la loro vita!

-Ne sei sicuro? Assolutamente sicuro?- chiese Inuyasha nel suo smoking afferrando una carta

-L’ho presa io personalmente! Certo che ne sono sicuro! Nessuno si è accorto di nulla!- esclamò Paolo seccato

-Bene- Inuyasha mise in tasca l’oggetto –Vado a metterlo al sicuro in camera- disse lui allontanandosi

-Si, ma muoviti! Naraku non aspetta i ritardatari!- Inuyasha mosse la mano e sparì dalla vista

Per il vestito Kagome era stata aiutata da una cameriera piccolina e minuta. Aveva fatto alla punta dei capelli dei boccoli ed essendo che i suoi capelli erano abbastanza lunghi, li aveva adagiati sulle spalle. Si guardò allo specchio e face una giravolta, il vestito le stava una bellezza!!

-Allora? Come vado?- chiese alla cameriera che la guardava con gli occhi spalancati

-Benissimo signorina! Le sta d’incanto!- esclamò

-Ti prego di non chiamarmi signorina, chiamami semplicemente Kagome!- La ragazza abbassò il capo intimorita

-Ma a noi non c’è permesso e…- Kagome le sorrise alzandole il mento

-Allora facciamo così, fuori da questa stanza mi chiamerai signorina, qua dentro mi darai del tu e sono Kagome ok? Tanto non ci può sentire nessuno, dico bene?-

-Si Kagome!- esclamò felice la ragazza e più sollevata

-Ehi, ma cosa ci fa una ragazza giovane come te qua dentro a fare la cameriera??- domandò Kagome stupita

-Oh, beh, sai… io e la mia famiglia siamo molto poveri e… diciamo che ci dobbiamo arrangiare, così il signor Naraku mi ha preso qua, e faccio qualche lavoretto per nulla faticoso. Così porto a casa abbastanza soldi per mia madre e la mia sorellina… però…- Il suo viso si fece triste –La mia sorellina si è ammalata molto gravemente ma… non abbiamo i soldi per andare all’ospedale- disse mentre la mano le tremava

-Ma… non puoi chiedere a Naraku se… può aiutarti?-

-No, io non voglio avere debiti con lui, però anche se lavoro più degli altri e la mia paga è aumentata un po’… non ho abbastanza soldi…- Kagome la fece sedere sul letto inginocchiandosi davanti a lei

-Come ti chiami?-

-Giselle-

-Ok Giselle, prendi. Tu ne hai più bisogno di me- La ragazza prese fuori alcuni suoi risparmi mettendoli in mano alla ragazza

-Ma… sono tantissimi! Non posso accettare io…-

-Guardami- disse dolcemente Kagome –Non mi interessa se sono tanti o pochi, con questi aiuterai tua sorella e… se ne mancano vieni da me ok? Non voglio nulla in cambio tranne che mi dirai se tua sorella starà meglio, capito?- Giselle la abbracciò al pieno della felicità

-Grazie! Grazie! Io… oddio… io… posso andare… cioè, se hai bisogno io…- balbettò quasi saltellando

-Vai pure Giselle, so ancora truccarmi da sola!- esclamò Kagome. Giselle aprì la porta

-Grazie!- esclamò prima di scomparire ma prima che richiudesse la porta fece capolino la sua testa –Questa sera farà un figurone!!- E detto così chiuse la porta

“Speriamo Giselle, speriamo…” Scosse la testa e guardò l’orologio. Aveva ancora dieci minuti, poi avrebbe dovuto scendere. Prese i trucchi e andò in bagno –Vediamo… un po’ di azzurrino sopra gli occhi… il rossetto meglio di no…- mormorò e prese fuori il lucidalabbra alle fragole e se lo spalmò delicatamente sopra. Si sorrise e infilò gli orecchini e la collana –Dio… mi sembro una di quelle fate che deve andare al ballo per trovare il principe azzurro…- mormorò guardando la sua immagine allo specchio. Scosse la testa e uscì dal bagno mettendosi la giacca. Sorrise raggiante e con la tessera in tasca uscì dalla camera.

Girò l’angolo con il sorriso che andava a orecchio a orecchio e bussò alla porta dell’amica e quando aprì la porta ci rimase leggermente. L’amica aveva i lunghi capelli raccolti sopra la testa, il leggero trucco le conferiva un aria ancora più regale di quello che già possedeva, gli orecchini e la collana di zaffiri le incorniciavano perfettamente il viso e sembravano proprio fatti per lei, il vestito lungo in taftà azzurro faceva risaltare gli occhi blu, un tubino leggermente svasato trattenuto sotto le ascelle senza spalline, era bellissima

-Arrivo subito, mi metto la giacca e sono fuori di qua giuro!- esclamò rientrando. Kagome la seguì dentro dove regnava il caos totale –Uffa… ma dove ho messo la giacca??? Tu lo porti il cellulare? Stavo pensando di no, però ho paura di perdermi, sai com’è!- Kagome sospirò, possibile che la sua amica avesse sempre così tanto casino?? Era dentro quella stanza da meno di due giorni ed era già un casino come la sua stanza a casa sua!

-No, non lo porto… non voglio che me lo rubino, e poi non saprei neppure dove metterlo!- esclamò avvicinandosi al letto dove prese la giacca dell’amica –Scusa ma tu cerchi la tua giacca in bagno??-

-L’ho cercata ovunque!- si giustificò –Credo di averla buttata giù dalla finestra a questo punto!-

-Se guardassi sopra il letto forse…- disse Kagome seccata. L’amica fece capolino dal bagno

-Oh, ecco dov’era! Grazie Kagome!-

-Ora possiamo andare??- Le due uscirono –Kikyo?-

-Ci aspetta in macchina. Fa vedere il vestito, dai!- Kagome aprì la giacca sfilandosela un po’. Sango la fissò fischiando –Una figata davvero!-

-Tu stai benissimo! Io non potrei mai indossare un vestito del genere!- esclamò Kagome riallacciando la giacca mentre uscivano nell’aria gelida. La figura solitaria della limousine era come una pantera che osserva la preda

-Come mai?-

-Non ho seno- sbottò Kagome –Mi fa infuriare questa cosa!-

-Tu sei perfetta così-

Quando le due entrarono in macchina Kikyo era già lì, avvolta nella sciarpa bianca e con il cappotto nero. Sorrise alle due che contraccambiarono. Appena la portiera si chiuse la macchina iniziò a muoversi

“Ma aveva il motore acceso??” pensò Kagome guardando fuori dal finestrino “Si è mossa senza nemmeno fare un minimo di rumore!” La città si muoveva veloce davanti agli occhi mentre il silenzio regnava nell’auto. Era molto nervosa e non riusciva a non torcersi le mani

-Sono… molto nervosa- disse Sango –Ma cosa si combina a queste feste?- chiese alle due. Kagome alzò le spalle

-Beh, mio padre ogni tanto mi porta a certe noiosissime feste- sbottò Kikyo –Due consigli: sorridete a tutti e fingetevi più stupidi di loro. Con queste regole sarete le reginette del ballo praticamente!- esclamò –Comunque io le odio, se penso che dovremmo partecipare a qualcuno di questi anche qua, mi viene male!- esclamò seccata –Tutti quegli stupidi ricconi, maledetti e pieni di se che fanno vedere quanti soldi posseggono in ogni buco del loro corpo- ringhiò

-Ehm… ma anche tu sei ricca sfondata- osservò Kagome

-Si, lo so… ma io non lo faccio vedere a tutti quanti dicendo “Guardatemi, sono ricca sfondata, ho potere! Sottostatevi a me mezze calzette!”- disse in falsetto -Io non faccio così come fanno… tutti!-

-Stai con Inuyasha! Che è tutto ciò che odi, da ciò che dici!- esclamò Sango scioccata. Kikyo le sorrise dolcemente

-È diverso- mormorò -È molto diverso, lui è diverso. Vuole far credere di essere come dici tu, in realtà è molto gentile. Se tu non fai il primo passo lui non lo farà mai, capisci? È semplicemente… timido- Scoppiò a ridere –Oddio, non diteglielo che gli ho affibbiato un aggettivo del genere o mi ammazza!- esclamò –Comunque lui non è come tutti quelli che vedrete, fidatevi!- disse con gli occhi che brillavano

“Che amore… lui è un idiota e sta con una persona dolce come lei. Lui la tradisce con tutte e lei che lo ama da morire!” pensò Kagome che si stava già scaldando –Cambiando discorso, che si sa di questa festa? Del proprietario della casa, insomma qualsiasi cosa!-

-Naraku me ne ha accennato oggi a pranzo… è un riccone che verrà a vedere i nostri concerti e che darà a tutti noi il suo appoggio. Ha voluto fare questa festa per pochi intimi per conoscerci. Se faremo bella figura avremo al nostro debutto tutte le persone dentro la sala di questa sera. Naraku ha detto di… impegnarci al massimo- disse corrugando le sopracciglia Kikyo –In realtà non ho ben capito cosa intendeva ma non importa visto che… cappero che casa!- esclamò Kikyo mentre la macchina si fermava. Le tre scesero e restarono a bocca aperta.

Se quella non era una villa in stile vittoriano, periodo 800, io (scrittrice acerba) non scrivo più una storia!!! Ma visto che qua la scrittrice sono io, scrivo, sottoscrivo e riscrivo (facendoci pure una copia, non si sa mai!) che quella era una villa in stile vittoriano, periodo 800.

Appena entrarono nella villa Kikyo si raddrizzò di colpo mentre un cameriere si avvicinava a loro

-Se le signorine desiderano darmi il soprabito- disse inchinandosi leggermente. Kagome, Sango e Kikyo gli allungarono la giacca e l’uomo sparì.

Kagome guardò Kikyo, era davvero splendida… ma si stupì del fatto che aveva i capelli sciolti che le ricoprivano la schiena… il profilo era deciso mentre camminava lungo i corridoi lunghi. L’abito lungo era rosso che le modellava perfettamente la figura esile. La parte superiore del vestito era formata da una fascia che le lasciva scoperte braccia e spalle. Kagome la guardò. Certo non si poteva dire che era brutta, anzi! Era molto bella, sicuramente più di lei! Aveva quel non so che, che avrebbe attirato tutti gli uomini intorno a lei quella sera. Comunque non le interessava… voleva solo vedere come si svolgevano le cose lì dentro poi voleva andarsene!

Quando varcarono la soglia della sala erano le 19.05 e quasi tutte le dame erano arrivate. Erano tutte in abito lungo e ognuna di loro era accompagnata da un uomo. Pessimo segno, certo, dovevano ballare però… Kagome notò che lì dentro avevano tutti dei gioielli alle dita, nei vestiti… insomma, erano così pieni di ricchezza che gli occhi facevano male se si restava a fissarli troppo a lungo! Kikyo aveva ragione. Se erano tutti così… quella era una prigione!

Inuyasha con il suo smoking nero era di una bellezza quasi sconvolgente. I capelli raccolti in una coda bassa, la camicia bianca con i pantaloni neri… una vera e propria figata!! Il ragazzo si avvicinò a Kikyo che gli sorrise

-Sempre più ribelle vero?- chiese lui alludendo ai suoi capelli. Kikyo alzò le spalle indifferente

-Lo sai benissimo che queste feste le odio- disse lei semplicemente –Ma guardali! Sembrano un gioiello unico! Fanno orrore!!- esclamò pianissimo. Lui alzò le sopracciglia mettendosi a posto i gemelli in oro poi guardò le due ragazze al fianco di Kikyo e si soffermò sulla figura esile della ragazza in abito bianco che si guardava intorno curiosa. Paolo e Naraku si avvicinarono al gruppo. Le due amiche si guardarono per poi soffermare di nuovo lo sguardo su Paolo. Scoppiarono in una risata

-Che vi prende?- chiese Naraku confuso. Le due indicarono Paolo che si mise a posto la cravatta nera

-Che ho che non va? Non sono bellissimo?-

-Ridicolo forse è la parola giusta!- rise Kagome

-Ridicolo?- Paolo era molto confuso

-Pensaci, noi ti vediamo sempre in jeans e maglietta… ora sei… sembri un pinguino!- esclamò Sango cercando di nascondere la risata

-Grazie per questo tuo complimento. Sono lusingato! Sappi però che IO ti faccio lezione!-

-Scusi Lord, giuro che non dirò mai più nulla che riguardi un pinguino di mia conoscenza- lo prese in giro Sango. Ora tutto il gruppo era scoppiato a ridere

-Venite presto! Vi voglio fare conoscere il proprietario della villa!- esclamò Naraku allungando il braccio a Sango che felice lo prese. Naraku guardò Kikyo e lei lo sfidò con gli occhi mentre prendeva il braccio di Inuyasha. L’uomo si voltò e iniziò a camminare seguito da Kikyo e Inuyasha

-Posso?- Paolo allungò il braccio a Kagome che lo guardò seriamente

-Ma certo che no!- esclamò lei. Lui la guardò male e lei scoppiò a ridere –Ma che domande mi fai?- Gli prese il braccio

-Non farlo mai più! Nessuna donna mi ha mai rifiutato se mi impunto sappilo!-

-E ti converrà sapere…- iniziò Kagome -…che se io non voglio non vado con nessuno-

Qualcuno sorrise di sfuggita

e per chi lo aveva visto,

aveva capito

che la persona a cui era rivolto quel sorriso

era in guai molto,

molto seri

-Ma dov’è Miroku?- chiese Sango guardandosi alle spalle –Non l’ho ancora visto!- Inuyasha ghignò esclamando

-Beh, diciamo che ha visto una molto interessante e si è… volatilizzato… comunque sono sicuro che arriverà tra poco e sarà… in dolce compagnia!- Nessuno s’avvide del fatto che Sango aveva abbassato lo sguardo. Naraku percepì un leggero peso in più sul braccio e girandosi vide il volto improvvisamente scuro di Sango

-Tutto bene?- La ragazza sembrò riprendersi perché lo guardò sorridendo

-Certo! Sto benissimo! Mi è venuto un leggero capogiro- disse lei

-Vuoi sederti?-

-Assolutamente no! E poi sto benissimo!-

-Sicura?-

-Tranquillo- Lo rassicurò lei. Inuyasha si fermò e guardò Kagome. La ragazza e Paolo si fermarono e lei alzò un sopracciglio

-Si?-

-Visto che stai così tanto vicino a me…- cominciò lui –Cerca di non muoverti come un elefante come al solito, Ok?- La ragazza arrossì lentamente di rabbia… piano piano… i pugni si strinsero in una morsa quasi dolorosa, strinse i denti e chiuse gli occhi. Doveva pensare alla festa, non doveva far fare brutta figura a Naraku, doveva ricordarsi del debutto, doveva ricordarsi che Inuyasha era solo un’idiota, un’imbecille, un cretino, uno senza spina dorsale… ok, ora iniziamo a ragionare… lei un elefante… no, non pensiamo di nuovo all’ultima battuta di Inuyasha… lui è un’imbecille Kagome, ricordi? Ecco, così… La ragazza riaprì i pugni e rilassò il volto fattosi rosso per lo sforzo di non urlargli contro, aprì gli occhi e sorrise

-Hai proprio ragione… grazie per il consiglio…- Tirò Paolo davanti alla coppia e seguirono Naraku –Fuori di qua quel troglodita soffrirà pene terribili… oh si… io lo ammazzo, lo disintegro… come ha solo osato? Come cavolo hai fatto diventare amico di un idiota simile??- Paolo sorrise piano

-Ecco… non… ehi ma lo sai che il vestito ti sta proprio bene? Sei bellissima!- esclamò lui cambiando completamente discorso. La ragazza gli sorrise più rilassata

-Davvero? Beh grazie! Con tutto il tempo che c’è voluto per metterlo a posto!- esclamò lei. Ad un certo punto si fermarono, davanti a loro una piccola folla ascoltava accerchiando un uomo basso, tozzo, brutto, dove ogni dita tozza aveva due anelli e uno smoking bianco. Kagome appena lo vide ebbe l’istinto di vomitare. L’uomo stava parlando ma Naraku lo interruppe spudoratamente

-Signor Holsen, che piacere rivederla- disse Naraku facendosi largo tra la folla. L’uomo lo guardò con i piccoli occhi porcini fulminandolo per l’interruzione poi però sorrise. Miroku intanto li aveva raggiunti accompagnato da una ragazza molto bella

-Naraku… ma che piacere rivederti…- disse lui –Come te la passi?- sibilò. Kagome alzò le sopracciglia. Naraku fece un sorriso tirato

-Non corre buon sangue o sbaglio?- sussurrò la ragazza

-Il signor Holsen, non ha mai perdonato a Naraku di avere più potere di lui in campo economico- Le spiegò brevemente Paolo mentre i due davanti a loro parlavano

-Scusa ma… se questa festa è sua… perché lo ha invitato? E poi perdonami ma… dalla casa che possiede si lamenta della sua ricchezza?- chiese Kagome dubbiosa

-È difficile da spiegare… in realtà neppure io capisco la mentalità di questi ricchi… Comunque è stato obbligato a invitarlo, visto che Naraku è un pezzo grosso qui ad Amsterdam… i suoi alberghi sono l’apice in questa città! Sono praticamente ovunque! E poi… tu ti stupisci di questo posto, ma se Naraku volesse… potrebbe avere tipo… dieci case, venti volte più grandi di queste, con lo stesso stile eccetera di questa, che gli rimarrebbe ancora un sacco di soldi!- Kagome guardò Paolo stupito

-Scherzi? Che è… un miliardario?- Lui annuì –Ah, che bello non essere ricca…- Lui concordò

-A proposito! Voglio presentarle… delle persone… i nostri musicisti!- esclamò Naraku –Lui è Paolo, è il loro insegnante-

-Piacere di conoscerla signore- disse educatamente lui. Il signor Holsen fece un breve cenno della mano

“Maleducato” pensò Kagome

-Lei è Kikyo, la cantante-

-Signor Holsen, ha una casa bellissima- disse Kikyo sorridendo. Lui la guardò

-Sono lusingato, un bel complimento da una così bella ragazza-

“Maiale! Ma dove guarda??” pensò Kagome allarmata

-Il suo compagno è Inuyasha, chitarrista-

-Piacere- disse Inuyasha semplicemente fulminando il tipo. Sicuramente aveva visto lo sguardo dell’uomo dove non doveva essere

“Bravo Inuyasha! Una volta tanto sono d’accordo con te!” esclamò Kagome dentro di se

-Lì c’è Miroku, batterista-

-Signore-

“Doppio maleducato! Ma non lo sa che la gente si saluta??”

-Al mio fianco Sango, bassista-

-Bella festa signor Holsen, complimenti- disse lei educatamente

-Oh, il tuo complimento mi riempie di piacere- disse lui guardandola. Tre dita di neve passarono sulla schiena di Kagome che rabbrividì

“Che schifo! Questo è un maniaco!!”

-Lei, infine, è Kagome, pianista. Ha un talento naturale e spero piacerà anche a chi verrà, ma sono certo che sarà così-

-Piacere signore- disse lei sorridendo nascondendo lo schifo che provava per quell’uomo che la fissò

-Sono onorato di avere un così bella ragazza nella mia dimora-

“Se fossimo soli, spero non accadrà mai, ti manderei a quel paese!” Le rispose mentalmente la giovane

-Allora voglio presentarvi anche io qualcuno, però prima voglio dirvi che mi aspetto il massimo da voi- disse il signor Holsen soffermandosi a guardare Kikyo che sembrava abbastanza nervosa da quel continuo sguardo su di se. Kagome se ne avvide e non capiva perché Inuyasha non facesse nulla. Sussurrò qualche cosa all’orecchio di Paolo che annuì spostandosi di lato coprendo così la visuale dell’uomo a Kikyo. Kagome guardò Kikyo facendole l’occhiolino e la ragazza le sorrise riconoscente –Voglio presentarvi mio figlio. È stato all’estero per qualche tempo- Un ragazzo si fece avanti. I capelli biondi, occhi azzurri fisico alto e snello –Si chiama Tom- Kagome si mise una mano sul cuore a guardarlo

-Oh mio Dio- scandì bene la ragazza. Molte ragazze sospirarono nel vederlo

-Piacere a tutti- disse il ragazzo sorridendo

“Che bel sorriso dolce… tutto il contrario di quel cafone dietro di me” pensò Kagome sconsolata “Certo che non sembra per niente il figlio di quel coso… avrà preso tutto da sua madre!” Sango si girò versò l’amica indicandole impercettibilmente il ragazzo. Kagome annuì con vigore

-Sei sicura vero di stare bene?- chiese Paolo guardando la ragazza al proprio fianco

-No… credo di essere stata fulminata al cuore, ma lo hai visto?-

-Certo, non sono cieco- Paolo guardò Inuyasha che era dietro di se e alzò le sopracciglia tipo: E ORA?

-Tsk- Inuyasha voltò lo sguardo infuriato

-Molto bene signori… credo sia ora di passare alla cena… seguitemi prego- Attraversarono una porta per trovarsi in una sala altrettanto enorme con al centro una tavola rotonda. Alle pareti ci stavano decine e decine di camerieri

-Accomodatevi pure signori…- disse Holsen prendendo la prima sedia che trovò. Tutti gli invitati si sedettero e, per fortuna, Kagome e Sango si ritrovarono vicine. Partirono con l’antipasto e a ogni pasto il vino cambiava, purtroppo Sango non reggeva certe cose, così dovettero portarle della semplice acqua naturale. Durante il secondo il signor Holsen iniziò a fare delle domande ai musicisti

-Allora, ditemi. Cosa suonerete di bello?- chiese mentre un cameriere gli versava da bere

-Se rispondessimo a questa sua domanda, mi chiedo che sorpresa sarebbe signor Holsen- Gli rispose Kikyo calma

-Un piccolo aiuto non guasta mai Kikyo- disse lui fissandola. Il figlio al suo fianco non sembrò farci molto caso continuando a mangiare in silenzio –Canterai all’ultimo debutto vero? Quando sarete tutti insieme?- chiese apparentemente indifferente riprendendo a mangiare

-Si signore- rispose lei

-E immagino che sarai tu, una così bella ragazza, a scrivere lo spartito. Naraku non potrebbe scegliere di meglio, giusto?- chiese fissando Naraku che però non rispose come se non avesse sentito. L’uomo guardò di nuovo Kikyo. Dall’altra parte della tavola Kagome strinse i pugni sotto il tavolo. Come si permetteva quello schifoso maiale?? E come poteva Kikyo starsene lì, zitta zitta? Che rabbia!!!!!!

-Mi spiace deluderla. Ma non sono sufficientemente brava per un compito così impegnativo- ringhiò quasi Kikyo con un sorriso tirato. Il signor Holsen sembrò davvero stupito

-Davvero? E allora chi è? Chi c’è migliore di te?- chiese

-Forse padre, non dovrebbe fare deduzioni affrettate prima di conoscere i nostri ospiti. La prima impressione non è mai tutto- intervenne Tom pacato sorridendo gentilmente. Il volto raccapricciato del padre del ragazzo si rilassò all’istante

-Ma certo figliolo, hai ragione, come sempre poi…- disse più calmo. Kagome sorrise: quel ragazzo era fantastico! –Allora? Chi sarà il fortunato?-

-Io signore- Tutta la tavolata guardò Kagome. I due si guardarono e la ragazza sotto quello sguardo lascivo si sentì rabbrividire

-Capisco. Sei Kagome vero?-

-Si- rispose lei quasi astiosa. Quell’uomo le stava antipatico a pelle! Ma come poteva essere così… così… così?

-E hai già in mente un pezzo?- chiese lui mettendosi in bocca un pezzo del dolce appena servito

-Forse- ripose subito lei bevendo un goccio di vino. Aveva la gola improvvisamente secca. Potevano evitare di guardarla tutti così!

-Come mai “forse”?- chiese ancora. Ok, voleva metterla in difficoltà questo era certo a tutti ormai. Kagome sorrise ingenuamente appoggiando i gomiti sulla tavola e con voce stranamente dolce rispose. Voleva metterla in difficoltà? Che ci provi pure! Lei non era certo così stupida e poi nessuno, e ripeto nessuno, le aveva mai messo i piedi in testa!

-Come Kikyo ha già detto signor Holsen, se rispondessimo alla sua domanda… che sorpresa sarebbe?-

-Aizzerebbe su di noi la voglia di venirvi a sentire- disse prontamente l’uomo

-Allora credo proprio che dovrete rischiare signori. Non è nei miei piani di questa sera rispondere a certe domande, anche se fatte da un uomo illustre come voi signor Holsen- precisò Kagome riprendendo ad assaggiare il dolce

-Scommettici- sibilò lui stringendo i pugni. Tom sorrise nel vedere il padre infuriato poi guardò Kagome e quando si guardarono lui le fece l’occhiolino. Lei arrossì leggermente sorridendo di sfuggita.

Finalmente alle 21.30 uscirono da quella stanza dove la tensione si tagliava a coltello. Appena entrarono nel salone videro che piazzato al centro di esso si ergeva un piano a coda bianco. Quando Kagome lo vide le brillarono gli occhi: era bellissimo! Naraku corrugò le sopracciglia: cosa volevano fare ora? Aveva un terribile presentimento!

-Tutto bene?- Gli chiese Sango guardando la sua espressione

-Certo certo… ma credo che Kagome si sia messa nei guai rispondendo così a Holsen. Non è un tipo che perdona facilmente lui- Sango annuì

-Me lo ero immaginata- disse –Purtroppo Kagome ha la brutta abitudine di dire ciò che pensa senza pensare alle conseguenze- Naraku sospirò. Il signor Holsen sorrise

-Vorrei che ora tutti ascoltaste la bravura di mio figlio nel suonare il piano. Lui è… il migliore in assoluto- disse calcando bene nelle ultime parole. Kagome alzò le sopraciglia: se voleva impressionarla doveva fare molto di più! Quando il ragazzo si sedette tutti applaudirono e nella confusione degli applausi Paolo disse a Kagome

-Come hai ben capito, non sei entrata nelle grazie del signor Holsen-

-Me ne ero accorta!- sibilò lei –Ma non importa, non mi interessa minimamente a dir la verità quello lì lo odio, mi disgusta, mi fa schifo- disse lei facendo una smorfia -È odio a pelle- precisò. Lui corrispose

-Comunque sappi che sei la migliore pianista che io abbia mai conosciuto- Tutti smisero di battere le mani e Kagome guardò Tom

-Non è detto Paolo, non è detto-

La musica iniziò subito dopo queste parole, dolce e armoniosa, bella e soave. Kagome chiuse gli occhi lasciando che la musica la invadesse. Si appoggiò a Paolo mentre muoveva piano le dita come se stesse suonando lei stessa. Adorava quella sensazione di pace e serenità che solo la musica le sapeva dare, quando la musica le riempiva le orecchie si sentiva il cuore leggero. Quando la musica finì la ragazza riaprì gli occhi per vedere Tom alzarsi dallo sgabello. Tutti applaudirono e lo sguardo di Tom incrociò quello di Kagome. Lui smise di sorridere e lei gli fece il segno di vittoria stringendogli l’occhio. Lui stupito la guardò poi sorrise raggiante avvicinandosi al padre. Alla fine arrivò l’orchestra che iniziò a suonare e tutti si misero al centro della pista iniziando a ballare. Era un lento quindi Kagome appoggiò la testa sulla spalla di Paolo esausta

-Stanca?- Le chiese lui

-Si… da morire… queste feste sono sfiancanti! Non reggerò altre ore- Lui rise

-Hai ragione!- restarono in silenzio qualche minuto poi lui diventò serio –Kagome… hai davvero in mente qualche cosa per il vostro ultimo debutto?- gli domandò. Lei sospirò

-No… non ne ho… per niente! Sono in alto mare anche se in realtà… non ci ho affatto pensato!- esclamò lei

-Hai un talento naturale, ed è per questo che non mi preoccupo, ma ricordati Kagome… il gruppo non può stare al tuo passo. Hanno bisogno di più tempo per imparare lo spartito-

-Lo so Paolo. Ma non mi vengono delle idee così a me! Ho bisogno di essere di buon umore, ho bisogno dell’atmosfera, ho bisogno di essere in pace con me stessa. Se non ho queste tre cose nello stesso momento… non combino nulla!- Lui annuì

-Ti capisco- Lui si guardò in giro –Ma guardali Kagome. Inuyasha e Kikyo sono una gran bella coppia, trovi?-

-Se lo dici tu!- sbottò lei

-Perché?- domandò lui sorpreso

-Lei lo ama da morire mentre lui va con tutte. Lei è dolce mentre lui è uno stronzo! Ma se dici che stanno bene insieme- Alzò le spalle

-Gli opposti si attraggono- rispose lui saggiamente. Fece una faccia preoccupata poi sorrise “Forse è meglio non dire a Inuyasha cosa ne pensa Kagome di lui… no, decisamente! E poi così si fa più interessante la cosa…” Lei fece una smorfia –Sango e Naraku stanno là a parlare, chissà che hanno di così interessante da dire, poi…- mormorò lui. La ragazza alzò le spalle –E Miroku e la sua compagna sembrano stare molto bene insieme trovi?- Kagome guardò la coppia non molto lontana sia da Sango e Naraku che da loro

-Sembrano divertirsi- ammise Kagome. La ragazza guardò Sango e improvvisamente corrugò le sopracciglia. L’amica stava guardando la coppia non molto distante da lei. Poteva vederla bene… il viso rosso e… gli occhi lucidi? Ma no… era solo una sua impressione! Le luci, la musica… sicuramente! Ok no… non era una impressione. Sango si era messa una mano sugli occhi, Naraku le si era avvicinato e dopo qualche parola l’amica era uscita dalla sala. Kagome si staccò da Paolo a una velocità impressionante

-Scusami. Ci vediamo dopo- disse meccanicamente uscendo anche lei dalla sala. Guardò Naraku e lui la guardò confuso. Almeno non le aveva fatto nulla dal viso preoccupato di lui. Quando la ragazza uscì vide la portiera della limousine chiudersi e prima che partisse Kagome montò su. Sango stava piangendo

-Ka… Kagome! Che ci fai qua? Che vuoi? Vattene! Non voglio parlare con te ora! Sono orribile adesso e…- Kagome la abbracciò e l’amica scoppiò in singhiozzi

-Se hai bisogno Sango… io ti sono vicina…- L’amica singhiozzò poi annuì mentre la macchina si allontanava dalla villa…

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A PRESTISSIMO!!!

  
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