Ciao a tutti!!!! Dunque… da dove cominciamo?? Questo cap è funghetto, parecchio!! Ma non spaventatevi! Spero sia abbastanza scorrevole ^^ Ma passiamo ai ringraziamenti:
dany91: grazie per la rec ^^ sono felice che ti “convolga” molto!
Resha91: la pazienza ti servirà davvero mooooooolto in questa sto! Ma spero che riuscirai a seguirmi ^^
Sango91: bwahahahahahahahahaha!!! (risata satanica)!!! Questo lo scoprirai prestoooooooooooooooooooooooooo!!! Moooolto presto!!!! Bwahahahahaha!!!!
Shikon: Paolo è un gran ganzo! Lo so! ^^
Diddy8: grazie per questa rec. i tuoi complimenti mi lusingano molto! Spero che continuerà a piacerti ^^
Molto, molto bene. Dopo ciò, vi lascio a questa storia… che, fidatevi, non ha ancora raggiunto il suo culmine!!!
Bacio! ^^
Capitolo 5
Il ballo
Kagome e Sango si
divertirono un mondo in giro per Amsterdam. La città era bellissima e mangiare
per pranzo dei panini sedute sul prato di un parco fu la cosa più bella e
strabiliante che fosse accaduto loro da moltissimo tempo. Sentivano di essere
libere e in pace con tutto il mondo, si sentivano serene.
Sabato. Ore 14.30
Le due ragazze varcarono la
soglia dell’hotel ridendoa andarono in camera dove si diedero una rinfrescata e
veloci raggiunsero l’atrio dove le stavano attendendo con impazienza tutti
quanti
-Bene- disse Naraku –Ora che
ci siamo tutti credo sia il caso di partire. Seguitemi- Scesero i gradini fuori
dall’hotel e le due amiche spalancarono gli occhi. Poco prima non c’era nulla,
ma ora una limousine nera, lunga, bellissima e spettacolare li attendeva
davanti ai gradini
-E questa da dove spunta?-
chiese Inuyasha sorpreso
-Sei un miliardario??-
domandò stupito Miroku
-Diciamo che si, sono un
miliardario- Salirono e la macchina partì subito
-Accipicchia… sembra di
essere in un salotto…- mormorò Kagome guardandosi intorno. Abbassò il
finestrino e buttò fuori la testa. La strada correva sotto di lei, l’aria era
frizzante contro la sua faccia e se fosse stata sola avrebbe urlato di gioia
-Prima dei vestiti vi farò
vedere un posto speciale. Non è lontano quindi potrete anche andarci a piedi-
Il gruppo annuì e poco dopo la macchina si fermò dolcemente. Quando scesero si
trovarono davanti a un grande edificio antico. –Questo è un teatro- disse
mentre entravano –Qua potrete allenarvi insieme per via del concerto che farete
tra due settimane- Quando entrarono Kagome vide il palco il legno e gli occhi
le si illuminarono. Una chitarra elettrica, un basso, un microfono, una
batteria e un piano nero magnifico… -È stato tutto organizzato, le porte sono
sempre aperte per voi e potrete venirci quando volete- disse Naraku. Kagome
corse sul palco osservando più da vicino tutti gli strumenti
-Wow… stra wow… mega wow…-
bisbigliò Kagome mentre venne raggiunta da tutto il gruppo. Kagome fece suonare
le corde della chitarra poi si avvicinò al piano sfiorandolo con la punta delle
dita. Naraku e Paolo si sedettero a metà sala sopra delle poltrone rosse
-Ehi ragazzi!- esclamò Paolo
–Perché non suonate qualche cosa per vedere se gli strumenti vanno bene e se
sono accordati??- Lo guardarono. Kagome dubitava fortemente che non fossero accordati
ma alzò comunque le spalle
-Ma… e i vestiti…?- chiese
Kikyo
-Oh, abbiamo ancora una
decina di minuti- disse Naraku mettendosi le braccia dietro la testa –Suonate
qualche cosa in fila di concerti, come se foste al vostro grande debutto- Tutti
guardarono Miroku e si dileguarono dalla scena. Inuyasha sbuffò seccato e
borbottò qualche cosa di incomprensibile. Kagome si sedette vicino a Naraku
–Kagome?-
-Cosa?-
-Ascolta bene come suonano-
sussurrò –Credo che ti servirà per il tuo compito- La ragazza sospirò seccata
-Si, lo so… ma io non ho
ancora detto che lo farò- borbottò. Naraku sorrise misterioso poi si raddrizzò
attento. Miroku iniziò a suonare un vecchio pezzo molto corto con però dei
passaggi abbastanza difficili. Kagome si impresse tutto nella memoria. Era
molto bravo in quei passaggi, era davvero spettacolare; le sarebbe stato di
grande aiuto questo. Sperava comunque che insieme sarebbero andati bene
trovandosi d’accordo. Fu il turno di Sango, lei purtroppo faceva cose molto
meno difficili, però Kagome notò che non era affatto nervosa, anzi! Le note
erano sicure e ben studiate, anche
Paolo ne era sorpreso. Quando Sango tornò al posto Kagome sentiva il suo fiato
accelerato
-Co… come sono andata?-
balbettò agitata
-Benissimo Sango. Mi hai
stupito.Tutti ti guardavano ma tu eri tranquillissima!- Sango annuì
-Meno male! Ho avuto una
paura… credevo che le mani non la smettessero più di tremare!- esclamò e Kagome
le strinse il braccio sorridendo. Poi
si concentrò su Inuyasha che aveva preso posto sul palco e si era messo
seduto sullo sgabello portandosi la chitarra sulla gamba mettendosi in
posizione. La ragazza vide Kikyo mettersi diritta sulla sedia pronta per un
ascolto molto attento così la imitò. Inuyasha si concentrò e iniziò a suonare
Don’t tach me, la canzone di Avril Lavigne. Kagome riconobbe il suono, le noti
sicure della canzone.
Accidenti! Allora era lui
che aveva visto suonare quel giorno (Cap 2)!! Maledizione! L’aveva dunque vista
dormire!! Che figura che figura che figura!!!! Come era potuta essere così
cretina?? Perché con tutte le persone che esistevano in quel mondo di merda
proprio lui la doveva vedere??? La ragazza posò lo sguardo su Inuyasha. Però
quando suonava era davvero bellissimo…
“Un momento! Cosa? Cosa ho
pensato?? Sono scema? Sono fuori? Sono partita??? Lui non è bellissimo!! No no
no no no no no no no no!!! Come solo mi è saltato in mente una cosa così
stupida? Kagome cara, lui è un COBRA, un figlio di papà, un imbecille senza
spina dorsale che se la fa con tutte, è un verme! Accidenti a te Kagome. Non
puoi pensarlo sul serio!” Kagome era così scioccata e immersa nei propri
pensieri che non si accorse che la canzone era finita e Inuyasha era tornato a
sedere trai complimenti di Kikyo. Naraku diede una gomitata al braccio a Kagome
che sussultò –Cosa?-
-Tocca a te- disse Sango
-Ah, si… giusto, mh… già?-
Loro annuirono e Kagome arrossì imbarazzata. Si alzò in piedi velocemente e si
avvicinò al palco ma si bloccò e voltandosi verso di loro chiese –Che suono?-
-Quello che ti pare- sbottò
Inuyasha
-Come quello che mi pare?
Dai, non rompere- sbottò
-Perché Kagome non suoni
Beethoven? L’ultima volta che hai fatto lezione lo avevi suonato per la prima
volta, poi ci sono stati tutti i preparativi e non me lo hai fatto sentire…-
iniziò Sango
-Che schifo!!!! No,
Beethoven no! Tutto tranne lui!- esclamò Kagome contrariata facendo una smorfia
-Dai Kagome, ti
preeeeeeeeeego!!!- implorò Sango sbattendo le ciglia
-No- Si impuntò lei
-E poi non hai lo spartito,
se lo hai letto una sola volta come fai?- disse Miroku
-Non è che ti vuoi
dimostrare più brava di quello che in realtà sei?- chiese Inuyasha con le
braccia incrociate e sorridendo beffardo
-Kagome, il tuo orgoglio è
stato ferito. Fai vedere a questi qua che hai talento per la musica!- esclamò Paolo
–Dai! Su!- Kagome sbuffò
-E va bene- sbottò –Ma solo
per questa volta, capito??- Annuirono e Kagome salì sul palco. Si sedette sullo
sgabello e guardò Inuyasha puntandogli il dito contro –Come ti ho già detto
Kujimawa, mangerai la mia polvere! È la nostra scommessa no? E sappi che io le
vinco sempre!-
-Seeee, come no! Vediamo
questa tua bravura miss-sono-forte-al-piano!- rispose Inuyasha.
Kagome ghignò e guardò i
tasti bianchi prendendo un bel respiro profondo. All’improvviso diventò seria e
mise le mani sulla tastiera, chiuse gli occhi, sentì con le punta delle dita i
tasti, i polpastrelli fremere e iniziò a suonare. Ora tutto era in secondo
piano, c’era solo lei e la musica. Le mani correvano veloci per poi fermarsi
nei momenti giusti, le pause erano calcolate per poi riprendere quella musica
avvolgente. Schiacciò il tasto sotto il piano per un effetto sonoro ancora più
emozionante. Sentiva il sangue ribollire nelle vene e l’adrenalina scorrere,
l’unica cosa che doveva fare era lasciare scorrere le mani. La musica sbalzò di
intensità improvvisamente per poi tornare calma l’attimo dopo. La musica finì
diventando sempre più lieve nell’aria. Kagome aspettò qualche secondo poi
riaprì gli occhi staccando le mani. Sorrise e allungò le braccia rilassandole
-Allora??? Come sono
andata???- chiese Kagome
-Magnifica come sempre
Kagome!- esclamò Paolo alzando il pollice
-Che brava- sussurrò Naraku.
Sango guardò l’amica scendere dal palco
-È meravigliosa… la sua
espressione è così tranquilla e rilassata…- disse l’amica
-Miseria- Miroku guardò
Inuyasha che era scioccato –Riprenditi amico mio. Sei troppo giovane per
morire- scherzò lui
-Chiudi la fogna Miroku-
-Oh! Siamo in ritardo,
presto ragazzi! Andiamo, andiamo alla macchina presto!- esclamò Naraku
precedendoli fuori dal teatro, ma prima gli diede una leggera pacca sulla
spalla a Kagome che sorrise felice. Lei e Sango precedettero il gruppo fuori.
Kagome guardò dietro di se e vide Inuyasha che la fissava. Lei si fermò e
Inuyasha pure, i due si guardarono negli occhi e Kagome si voltò con un ghigno
strisciando il piede all’indietro, sollevando una nuvola di polvere che andò a
colpire le gambe di Inuyasha. Le due amiche salirono in macchina lasciando un
Inuyasha rosso di rabbia e un Miroku che si rotolava a terra dalle risate.
Il negozio dove Naraku li
portò era enorme e molto accogliente. Il negozio era composto da due aree. La
prima, quella esposta in vetrina, dava vestiti per tutti e molto semplici il
secondo invece aveva vestiti
da sera molto costosi, quindi belli, e altrettanto particolari. Quella sala,
dove entrarono, era composta da due corridoi, maschi e femmine furono divisi.
Le ragazze andarono a destra accompagnate da 5 commesse, i maschi a sinistra
accompagnati da 5 commessi.
Le commesse fecero accomodare le ragazze in una sala
piena di vestiti da sera bellissimi e le dissero di guardarsi in giro per
vedere qual’era quello che piaceva di più loro. Le tre guardarono i vestiti tre
volte da cima a fondo ma solo uno tra di loro attirò l’attenzione di Kagome. Era
di un bellissimo bianco perlato lungo a stile impero, di seta, le spalline
sottili e una scollatura a U. Una fascetta stretta sotto il seno era piena di
perline bianche e luccicanti. Era un incanto…
-Oh, molto bene signorina.
Ha deciso?- Le chiese gentilmente una ragazza
-Oh, si… quello- disse
indicandoglielo Kagome. La commessa la guardò girandole intorno 2 o 3 volte con
in mano il vestito posando lo sguardo da lei a esso
-Si… credo possa andare…
dovremmo cambiare all’altezza del seno e nei fianchi…- mormorò. Mise giù il
vestito e prese una taglia inferiore. Le sorrise –Mi segua. Lo proveremo subito
e faremo i cambiamenti che servono. Prego- La commessa la precedette dentro un
camerino grande come una sala –Si spogli, io vado a chiamare un’altra ragazza.
Uscì per poi tornare un minuto dopo accompagnata da un’altra ragazza. Kagome
era rimasta con un completino intimo. Le fecero indossare l’abito che calzava
bene se non fosse stato per il seno e, come aveva detto la donna, i fianchi. Il
suo seno era decisamente troppo piccolo! E il vestito lì le cadeva! E il
vestito non le fasciava bene i fianchi come invece doveva fare
-Dunque, alzi le braccia… ci
metteremo un po’ quindi resista- disse la donna iniziando a metterle degli
spilli
-Si ricordi signorina- disse
la commessa appena arrivata mentre le prendeva la misura del seno –Con questo
vestito non deve usare il reggiseno e tenga i capelli tirati su- disse
-Come mai?- chiese Kagome
curiosa mentre alzava le braccia come le avevano detto
-Beh, ai nostri uomini piace
vedere la schiena delle donne belle. E lei signorina è molto bella!- esclamò
lei –Comunque lei è la pianista vero? Naraku ci ha detto tutto di questa sera-
L’amica commessa annuì mentre cuciva velocemente –Se vuole fare bella figura
faccia come le ho detto e la sera del suo debutto avrà… uomini a palate al suo
seguito- Kagome arrossì. Lei non voleva tutto questo! Comunque annuì. Non le
voleva in alcun modo offendere! Quando uscirono da quel negozio erano le cinque
passate. I ragazzi avevano dovuto aspettare le ragazze per più di due ore
perché mentre per loro c’era voluto un secondo, per le ragazze c’erano voluti
secoli! Kagome non aveva visto l’abito dell’amica e anche Sango era all’oscuro
del suo abito comunque quando sarebbero tornate all’albergo avrebbero fatto
faville!! Gli abiti sarebbero stati recapitati direttamente in albergo
-E che ora abbiamo la
festa?- chiese Kagome curiosa mentre erano in macchina
-Alle 20.00 dobbiamo essere
là. Ci vogliono 30 minuti a raggiungere il luogo della festa, quindi alle 19.00
vi aspetta la limousine- disse Naraku alle tre ragazze
-Perché solo per noi?-
chiese Kikyo sospettosa
-Perché le ragazze sono
sempre le ultime in queste feste dove si danza- disse calcando bene
sull’ultima parola –Comunque non dovete preoccuparvi- disse lui –Voi ragazzi
alle 18.30 vi voglio fuori dall’hotel. Ok?- loro annuirono –Paolo compreso-
disse Naraku –Guai a te se arrivi un minuto più tardi- ringhiò
-Ma certo, perché dovrei
arrivare in ritardo?- chiese sorridendo Paolo
-Conoscendoti…- rispose
Naraku seccato. Sango guardò fuori dal finestrino
-Ehi- disse –Ma di qua non
si va all’hotel!-
-Ottima osservazione Sango.
Prima dovete andare in gioielleria. Entrerete solo voi tre e prenderete degli
orecchini e una collana che stia bene con il vostro vestito. Nessuno di noi
entrerà per non provare a immaginarci come sono i vestiti, capito?- Le tre
annuirono confuse ma sorridendo. Era pure tutto gratis!
-Ehi, ma non è giusto che va
tutto a loro!- esclamò Inuyasha. Kagome scoppiò a ridere
-Si, staresti proprio bene
con gli orecchini e una collana chic!- Tutti scoppiarono a ridere immaginandosi
un Inuyasha travestito da donna tutto imbronciato. Anche Kikyo si fece sfuggire
un sorriso
-Tsk!-
Nella gioielleria Kagome
scelse un paio di orecchini di perle. Tre fili di lunghezza diversa in oro
bianco che finivano con una perlina a filo. Anche la collana aveva lo stesso
motivo. Mise tutto nella scatolina apposta e la mise al sicuro. Sango prese due
orecchini con gli zaffiri e una collana con il ciondolino con la medesima
pietra. Kikyo invece prese un paio di orecchini di rubini dalla grandezza di
chicchi di riso con la collana che aveva come pendolo tre rubini attaccati in
punta. Quando uscirono avevano un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Quella sarebbe stata la sera più eccitante di tutta la loro vita!
-Ne sei sicuro?
Assolutamente sicuro?- chiese Inuyasha nel suo smoking afferrando una carta
-L’ho presa io
personalmente! Certo che ne sono sicuro! Nessuno si è accorto di nulla!-
esclamò Paolo seccato
-Bene- Inuyasha mise in
tasca l’oggetto –Vado a metterlo al sicuro in camera- disse lui allontanandosi
-Si, ma muoviti! Naraku non
aspetta i ritardatari!- Inuyasha mosse la mano e sparì dalla vista
Per il vestito Kagome era
stata aiutata da una cameriera piccolina e minuta. Aveva fatto alla punta dei
capelli dei boccoli ed essendo che i suoi capelli erano abbastanza lunghi, li
aveva adagiati sulle spalle. Si guardò allo specchio e face una giravolta, il
vestito le stava una bellezza!!
-Allora? Come vado?- chiese
alla cameriera che la guardava con gli occhi spalancati
-Benissimo signorina! Le sta
d’incanto!- esclamò
-Ti prego di non chiamarmi
signorina, chiamami semplicemente Kagome!- La ragazza abbassò il capo
intimorita
-Ma a noi non c’è permesso
e…- Kagome le sorrise alzandole il mento
-Allora facciamo così, fuori
da questa stanza mi chiamerai signorina, qua dentro mi darai del tu e sono
Kagome ok? Tanto non ci può sentire nessuno, dico bene?-
-Si Kagome!- esclamò felice
la ragazza e più sollevata
-Ehi, ma cosa ci fa una
ragazza giovane come te qua dentro a fare la cameriera??- domandò Kagome
stupita
-Oh, beh, sai… io e la mia
famiglia siamo molto poveri e… diciamo che ci dobbiamo arrangiare, così il
signor Naraku mi ha preso qua, e faccio qualche lavoretto per nulla faticoso.
Così porto a casa abbastanza soldi per mia madre e la mia sorellina… però…- Il
suo viso si fece triste –La mia sorellina si è ammalata molto gravemente ma…
non abbiamo i soldi per andare all’ospedale- disse mentre la mano le tremava
-Ma… non puoi chiedere a
Naraku se… può aiutarti?-
-No, io non voglio avere
debiti con lui, però anche se lavoro più degli altri e la mia paga è aumentata
un po’… non ho abbastanza soldi…- Kagome la fece sedere sul letto
inginocchiandosi davanti a lei
-Come ti chiami?-
-Giselle-
-Ok Giselle, prendi. Tu ne
hai più bisogno di me- La ragazza prese fuori alcuni suoi risparmi mettendoli
in mano alla ragazza
-Ma… sono tantissimi! Non
posso accettare io…-
-Guardami- disse dolcemente
Kagome –Non mi interessa se sono tanti o pochi, con questi aiuterai tua sorella
e… se ne mancano vieni da me ok? Non voglio nulla in cambio tranne che mi dirai
se tua sorella starà meglio, capito?- Giselle la abbracciò al pieno della
felicità
-Grazie! Grazie! Io… oddio…
io… posso andare… cioè, se hai bisogno io…- balbettò quasi saltellando
-Vai pure Giselle, so ancora
truccarmi da sola!- esclamò Kagome. Giselle aprì la porta
-Grazie!- esclamò prima di
scomparire ma prima che richiudesse la porta fece capolino la sua testa –Questa
sera farà un figurone!!- E detto così chiuse la porta
“Speriamo Giselle,
speriamo…” Scosse la testa e guardò l’orologio. Aveva ancora dieci minuti, poi
avrebbe dovuto scendere. Prese i trucchi e andò in bagno –Vediamo… un po’ di
azzurrino sopra gli occhi… il rossetto meglio di no…- mormorò e prese fuori il
lucidalabbra alle fragole e se lo spalmò delicatamente sopra. Si sorrise e
infilò gli orecchini e la collana –Dio… mi sembro una di quelle fate che deve
andare al ballo per trovare il principe azzurro…- mormorò guardando la sua
immagine allo specchio. Scosse la testa e uscì dal bagno mettendosi la giacca.
Sorrise raggiante e con la tessera in tasca uscì dalla camera.
Girò l’angolo con il sorriso
che andava a orecchio a orecchio e bussò alla porta dell’amica e quando aprì la
porta ci rimase leggermente. L’amica aveva i lunghi capelli raccolti sopra la
testa, il leggero trucco le conferiva un aria ancora più regale di quello che
già possedeva, gli orecchini e la collana di zaffiri le incorniciavano
perfettamente il viso e sembravano proprio fatti per lei, il vestito lungo in
taftà azzurro faceva risaltare gli occhi blu, un tubino leggermente svasato
trattenuto sotto le ascelle senza spalline, era bellissima
-Arrivo subito, mi metto la
giacca e sono fuori di qua giuro!- esclamò rientrando. Kagome la seguì dentro
dove regnava il caos totale –Uffa… ma dove ho messo la giacca??? Tu lo porti il
cellulare? Stavo pensando di no, però ho paura di perdermi, sai com’è!- Kagome
sospirò, possibile che la sua amica avesse sempre così tanto casino?? Era
dentro quella stanza da meno di due giorni ed era già un casino come la sua
stanza a casa sua!
-No, non lo porto… non
voglio che me lo rubino, e poi non saprei neppure dove metterlo!- esclamò
avvicinandosi al letto dove prese la giacca dell’amica –Scusa ma tu cerchi la
tua giacca in bagno??-
-L’ho cercata ovunque!- si
giustificò –Credo di averla buttata giù dalla finestra a questo punto!-
-Se guardassi sopra il letto
forse…- disse Kagome seccata. L’amica fece capolino dal bagno
-Oh, ecco dov’era! Grazie
Kagome!-
-Ora possiamo andare??- Le
due uscirono –Kikyo?-
-Ci aspetta in macchina. Fa
vedere il vestito, dai!- Kagome aprì la giacca sfilandosela un po’. Sango la
fissò fischiando –Una figata davvero!-
-Tu stai benissimo! Io non
potrei mai indossare un vestito del genere!- esclamò Kagome riallacciando la
giacca mentre uscivano nell’aria gelida. La figura solitaria della limousine
era come una pantera che osserva la preda
-Come mai?-
-Non ho seno- sbottò Kagome
–Mi fa infuriare questa cosa!-
-Tu sei perfetta così-
Quando le due entrarono in
macchina Kikyo era già lì, avvolta nella sciarpa bianca e con il cappotto nero.
Sorrise alle due che contraccambiarono. Appena la portiera si chiuse la
macchina iniziò a muoversi
“Ma aveva il motore
acceso??” pensò Kagome guardando fuori dal finestrino “Si è mossa senza nemmeno
fare un minimo di rumore!” La città si muoveva veloce davanti agli occhi mentre
il silenzio regnava nell’auto. Era molto nervosa e non riusciva a non torcersi
le mani
-Sono… molto nervosa- disse
Sango –Ma cosa si combina a queste feste?- chiese alle due. Kagome alzò le
spalle
-Beh, mio padre ogni tanto
mi porta a certe noiosissime feste- sbottò Kikyo –Due consigli: sorridete a
tutti e fingetevi più stupidi di loro. Con queste regole sarete le reginette
del ballo praticamente!- esclamò –Comunque io le odio, se penso che dovremmo
partecipare a qualcuno di questi anche qua, mi viene male!- esclamò seccata
–Tutti quegli stupidi ricconi, maledetti e pieni di se che fanno vedere quanti
soldi posseggono in ogni buco del loro corpo- ringhiò
-Ehm… ma anche tu sei ricca
sfondata- osservò Kagome
-Si, lo so… ma io non lo
faccio vedere a tutti quanti dicendo “Guardatemi, sono ricca sfondata, ho
potere! Sottostatevi a me mezze calzette!”- disse in falsetto -Io non faccio
così come fanno… tutti!-
-Stai con Inuyasha! Che è
tutto ciò che odi, da ciò che dici!- esclamò Sango scioccata. Kikyo le sorrise
dolcemente
-È diverso- mormorò -È molto
diverso, lui è diverso. Vuole far credere di essere come dici tu, in realtà è
molto gentile. Se tu non fai il primo passo lui non lo farà mai, capisci? È
semplicemente… timido- Scoppiò a ridere –Oddio, non diteglielo che gli ho
affibbiato un aggettivo del genere o mi ammazza!- esclamò –Comunque lui non è
come tutti quelli che vedrete, fidatevi!- disse con gli occhi che brillavano
“Che amore… lui è un idiota
e sta con una persona dolce come lei. Lui la tradisce con tutte e lei che lo
ama da morire!” pensò Kagome che si stava già scaldando –Cambiando discorso,
che si sa di questa festa? Del proprietario della casa, insomma qualsiasi
cosa!-
-Naraku me ne ha accennato
oggi a pranzo… è un riccone che verrà a vedere i nostri concerti e che darà a
tutti noi il suo appoggio. Ha voluto fare questa festa per pochi intimi per
conoscerci. Se faremo bella figura avremo al nostro debutto tutte le persone
dentro la sala di questa sera. Naraku ha detto di… impegnarci al massimo- disse
corrugando le sopracciglia Kikyo –In realtà non ho ben capito cosa intendeva ma
non importa visto che… cappero che casa!- esclamò Kikyo mentre la macchina si
fermava. Le tre scesero e restarono a bocca aperta.
Se quella non era una villa
in stile vittoriano, periodo 800, io (scrittrice acerba) non scrivo più una
storia!!! Ma visto che qua la scrittrice sono io, scrivo, sottoscrivo e
riscrivo (facendoci pure una copia, non si sa mai!) che quella era una villa in
stile vittoriano, periodo 800.
Appena entrarono nella villa
Kikyo si raddrizzò di colpo mentre un cameriere si avvicinava a loro
-Se le signorine desiderano
darmi il soprabito- disse inchinandosi leggermente. Kagome, Sango e Kikyo gli
allungarono la giacca e l’uomo sparì.
Kagome guardò Kikyo, era
davvero splendida… ma si stupì del fatto che aveva i capelli sciolti che le
ricoprivano la schiena… il profilo era deciso mentre camminava lungo i corridoi
lunghi. L’abito lungo era rosso che le modellava perfettamente la figura esile.
La parte superiore del vestito era formata da una fascia che le lasciva
scoperte braccia e spalle. Kagome la guardò. Certo non si poteva dire che era
brutta, anzi! Era molto bella, sicuramente più di lei! Aveva quel non so che,
che avrebbe attirato tutti gli uomini intorno a lei quella sera. Comunque non
le interessava… voleva solo vedere come si svolgevano le cose lì dentro poi
voleva andarsene!
Quando varcarono la soglia
della sala erano le 19.05 e quasi tutte le dame erano arrivate. Erano tutte in
abito lungo e ognuna di loro era accompagnata da un uomo. Pessimo segno, certo,
dovevano ballare però… Kagome notò che lì dentro avevano tutti dei gioielli
alle dita, nei vestiti… insomma, erano così pieni di ricchezza che gli occhi
facevano male se si restava a fissarli troppo a lungo! Kikyo aveva ragione. Se
erano tutti così… quella era una prigione!
Inuyasha con il suo smoking
nero era di una bellezza quasi sconvolgente. I capelli raccolti in una coda
bassa, la camicia bianca con i pantaloni neri… una vera e propria figata!! Il
ragazzo si avvicinò a Kikyo che gli sorrise
-Sempre più ribelle vero?-
chiese lui alludendo ai suoi capelli. Kikyo alzò le spalle indifferente
-Lo sai benissimo che queste
feste le odio- disse lei semplicemente –Ma guardali! Sembrano un gioiello
unico! Fanno orrore!!- esclamò pianissimo. Lui alzò le sopracciglia mettendosi
a posto i gemelli in oro poi guardò le due ragazze al fianco di Kikyo e si
soffermò sulla figura esile della ragazza in abito bianco che si guardava
intorno curiosa. Paolo e Naraku si avvicinarono al gruppo. Le due amiche si
guardarono per poi soffermare di nuovo lo sguardo su Paolo. Scoppiarono in una
risata
-Che vi prende?- chiese
Naraku confuso. Le due indicarono Paolo che si mise a posto la cravatta nera
-Che ho che non va? Non sono
bellissimo?-
-Ridicolo forse è la parola
giusta!- rise Kagome
-Ridicolo?- Paolo era molto
confuso
-Pensaci, noi ti vediamo
sempre in jeans e maglietta… ora sei… sembri un pinguino!- esclamò Sango
cercando di nascondere la risata
-Grazie per questo tuo
complimento. Sono lusingato! Sappi però che IO ti faccio lezione!-
-Scusi Lord, giuro che non
dirò mai più nulla che riguardi un pinguino di mia conoscenza- lo prese in giro
Sango. Ora tutto il gruppo era scoppiato a ridere
-Venite presto! Vi voglio
fare conoscere il proprietario della villa!- esclamò Naraku allungando il
braccio a Sango che felice lo prese. Naraku guardò Kikyo e lei lo sfidò con gli
occhi mentre prendeva il braccio di Inuyasha. L’uomo si voltò e iniziò a
camminare seguito da Kikyo e Inuyasha
-Posso?- Paolo allungò il
braccio a Kagome che lo guardò seriamente
-Ma certo che no!- esclamò
lei. Lui la guardò male e lei scoppiò a ridere –Ma che domande mi fai?- Gli
prese il braccio
-Non farlo mai più! Nessuna
donna mi ha mai rifiutato se mi impunto sappilo!-
-E ti converrà sapere…-
iniziò Kagome -…che se io non voglio non vado con nessuno-
Qualcuno sorrise di sfuggita
e per chi lo aveva visto,
aveva capito
che la persona a cui era rivolto quel sorriso
era in guai molto,
molto seri
-Ma dov’è Miroku?- chiese
Sango guardandosi alle spalle –Non l’ho ancora visto!- Inuyasha ghignò
esclamando
-Beh, diciamo che ha visto
una molto interessante e si è… volatilizzato… comunque sono sicuro che arriverà
tra poco e sarà… in dolce compagnia!- Nessuno s’avvide del fatto che Sango
aveva abbassato lo sguardo. Naraku percepì un leggero peso in più sul braccio
e girandosi vide il volto
improvvisamente scuro di Sango
-Tutto bene?- La ragazza
sembrò riprendersi perché lo guardò sorridendo
-Certo! Sto benissimo! Mi è
venuto un leggero capogiro- disse lei
-Vuoi sederti?-
-Assolutamente no! E poi sto
benissimo!-
-Sicura?-
-Tranquillo- Lo rassicurò
lei. Inuyasha si fermò e guardò Kagome. La ragazza e Paolo si fermarono e lei
alzò un sopracciglio
-Si?-
-Visto che stai così tanto
vicino a me…- cominciò lui –Cerca di non muoverti come un elefante come al
solito, Ok?- La ragazza arrossì lentamente di rabbia… piano piano… i pugni si
strinsero in una morsa quasi dolorosa, strinse i denti e chiuse gli occhi.
Doveva pensare alla festa, non doveva far fare brutta figura a Naraku, doveva
ricordarsi del debutto, doveva ricordarsi che Inuyasha era solo un’idiota,
un’imbecille, un cretino, uno senza spina dorsale… ok, ora iniziamo a
ragionare… lei un elefante… no, non pensiamo di nuovo all’ultima battuta di
Inuyasha… lui è un’imbecille Kagome, ricordi? Ecco, così… La ragazza riaprì i
pugni e rilassò il volto fattosi rosso per lo sforzo di non urlargli contro,
aprì gli occhi e sorrise
-Hai proprio ragione… grazie
per il consiglio…- Tirò Paolo davanti alla coppia e seguirono Naraku –Fuori di
qua quel troglodita soffrirà pene terribili… oh si… io lo ammazzo, lo
disintegro… come ha solo osato? Come cavolo hai fatto diventare amico di un
idiota simile??- Paolo sorrise piano
-Ecco… non… ehi ma lo sai
che il vestito ti sta proprio bene? Sei bellissima!- esclamò lui cambiando
completamente discorso. La ragazza gli sorrise più rilassata
-Davvero? Beh grazie! Con
tutto il tempo che c’è voluto per metterlo a posto!- esclamò lei. Ad un certo
punto si fermarono, davanti a loro una piccola folla ascoltava accerchiando un
uomo basso, tozzo, brutto, dove ogni dita tozza aveva due anelli e uno smoking
bianco. Kagome appena lo vide ebbe l’istinto di vomitare. L’uomo stava parlando
ma Naraku lo interruppe spudoratamente
-Signor Holsen, che piacere
rivederla- disse Naraku facendosi largo tra la folla. L’uomo lo guardò con i
piccoli occhi porcini fulminandolo per l’interruzione poi però sorrise. Miroku
intanto li aveva raggiunti accompagnato da una ragazza molto bella
-Naraku… ma che piacere
rivederti…- disse lui –Come te la passi?- sibilò. Kagome alzò le sopracciglia.
Naraku fece un sorriso tirato
-Non corre buon sangue o
sbaglio?- sussurrò la ragazza
-Il signor Holsen, non ha
mai perdonato a Naraku di avere più potere di lui in campo economico- Le spiegò
brevemente Paolo mentre i due davanti a loro parlavano
-Scusa ma… se questa festa è
sua… perché lo ha invitato? E poi perdonami ma… dalla casa che possiede si
lamenta della sua ricchezza?- chiese Kagome dubbiosa
-È difficile da spiegare… in
realtà neppure io capisco la mentalità di questi ricchi… Comunque è stato
obbligato a invitarlo, visto che Naraku è un pezzo grosso qui ad Amsterdam… i
suoi alberghi sono l’apice in questa città! Sono praticamente ovunque! E poi…
tu ti stupisci di questo posto, ma se Naraku volesse… potrebbe avere tipo…
dieci case, venti volte più grandi di queste, con lo stesso stile eccetera di
questa, che gli rimarrebbe ancora un sacco di soldi!- Kagome guardò Paolo
stupito
-Scherzi? Che è… un
miliardario?- Lui annuì –Ah, che bello non essere ricca…- Lui concordò
-A proposito! Voglio presentarle…
delle persone… i nostri musicisti!- esclamò Naraku –Lui è Paolo, è il loro
insegnante-
-Piacere di conoscerla
signore- disse educatamente lui. Il signor Holsen fece un breve cenno della
mano
“Maleducato” pensò Kagome
-Lei è Kikyo, la cantante-
-Signor Holsen, ha una casa
bellissima- disse Kikyo sorridendo. Lui la guardò
-Sono lusingato, un bel
complimento da una così bella ragazza-
“Maiale! Ma dove guarda??”
pensò Kagome allarmata
-Il suo compagno è Inuyasha,
chitarrista-
-Piacere- disse Inuyasha
semplicemente fulminando il tipo. Sicuramente aveva visto lo sguardo dell’uomo
dove non doveva essere
“Bravo Inuyasha! Una volta
tanto sono d’accordo con te!” esclamò Kagome dentro di se
-Lì c’è Miroku, batterista-
-Signore-
“Doppio maleducato! Ma non
lo sa che la gente si saluta??”
-Al mio fianco Sango,
bassista-
-Bella festa signor Holsen,
complimenti- disse lei educatamente
-Oh, il tuo complimento mi
riempie di piacere- disse lui guardandola. Tre dita di neve passarono sulla
schiena di Kagome che rabbrividì
“Che schifo! Questo è un
maniaco!!”
-Lei, infine, è Kagome,
pianista. Ha un talento naturale e spero piacerà anche a chi verrà, ma sono
certo che sarà così-
-Piacere signore- disse lei
sorridendo nascondendo lo schifo che provava per quell’uomo che la fissò
-Sono onorato di avere un
così bella ragazza nella mia dimora-
“Se fossimo soli, spero non
accadrà mai, ti manderei a quel paese!” Le rispose mentalmente la
giovane
-Allora voglio presentarvi
anche io qualcuno, però prima voglio dirvi che mi aspetto il massimo da voi-
disse il signor Holsen soffermandosi a guardare Kikyo che sembrava abbastanza
nervosa da quel continuo sguardo su di se. Kagome se ne avvide e non capiva
perché Inuyasha non facesse nulla. Sussurrò qualche cosa all’orecchio di Paolo che
annuì spostandosi di lato coprendo così la visuale dell’uomo a Kikyo. Kagome
guardò Kikyo facendole l’occhiolino e la ragazza le sorrise riconoscente
–Voglio presentarvi mio figlio. È stato all’estero per qualche tempo- Un
ragazzo si fece avanti. I capelli biondi, occhi azzurri fisico alto e snello
–Si chiama Tom- Kagome si mise una mano sul cuore a guardarlo
-Oh mio Dio- scandì bene la
ragazza. Molte ragazze sospirarono nel vederlo
-Piacere a tutti- disse il
ragazzo sorridendo
“Che bel sorriso dolce… tutto
il contrario di quel cafone dietro di me” pensò Kagome sconsolata “Certo che
non sembra per niente il figlio di quel coso… avrà preso tutto da sua madre!”
Sango si girò versò l’amica indicandole impercettibilmente il ragazzo. Kagome
annuì con vigore
-Sei sicura vero di stare
bene?- chiese Paolo guardando la ragazza al proprio fianco
-No… credo di essere stata
fulminata al cuore, ma lo hai visto?-
-Certo, non sono cieco-
Paolo guardò Inuyasha che era dietro di se e alzò le sopracciglia tipo: E ORA?
-Tsk- Inuyasha voltò lo
sguardo infuriato
-Molto bene signori… credo
sia ora di passare alla cena… seguitemi prego- Attraversarono una porta per
trovarsi in una sala altrettanto enorme con al centro una tavola rotonda. Alle
pareti ci stavano decine e decine di camerieri
-Accomodatevi pure signori…-
disse Holsen prendendo la prima sedia che trovò. Tutti gli invitati si
sedettero e, per fortuna, Kagome e Sango si ritrovarono vicine. Partirono con
l’antipasto e a ogni pasto il vino cambiava, purtroppo Sango non reggeva certe
cose, così dovettero portarle della semplice acqua naturale. Durante il secondo
il signor Holsen iniziò a fare delle domande ai musicisti
-Allora, ditemi. Cosa
suonerete di bello?- chiese mentre un cameriere gli versava da bere
-Se rispondessimo a questa
sua domanda, mi chiedo che sorpresa sarebbe signor Holsen- Gli rispose Kikyo
calma
-Un piccolo aiuto non guasta
mai Kikyo- disse lui fissandola. Il figlio al suo fianco non sembrò farci molto
caso continuando a mangiare in silenzio –Canterai all’ultimo debutto vero?
Quando sarete tutti insieme?- chiese apparentemente indifferente riprendendo a
mangiare
-Si signore- rispose lei
-E immagino che sarai tu,
una così bella ragazza, a scrivere lo spartito. Naraku non potrebbe scegliere
di meglio, giusto?- chiese fissando Naraku che però non rispose come se non
avesse sentito. L’uomo guardò di nuovo Kikyo. Dall’altra parte della tavola
Kagome strinse i pugni sotto il tavolo. Come si permetteva quello schifoso
maiale?? E come poteva Kikyo starsene lì, zitta zitta? Che rabbia!!!!!!
-Mi spiace deluderla. Ma non
sono sufficientemente brava per un compito così impegnativo- ringhiò quasi
Kikyo con un sorriso tirato. Il signor Holsen sembrò davvero stupito
-Davvero? E allora chi è?
Chi c’è migliore di te?- chiese
-Forse padre, non dovrebbe
fare deduzioni affrettate prima di conoscere i nostri ospiti. La prima
impressione non è mai tutto- intervenne Tom pacato sorridendo gentilmente. Il
volto raccapricciato del padre del ragazzo si rilassò all’istante
-Ma certo figliolo, hai
ragione, come sempre poi…- disse più calmo. Kagome sorrise: quel ragazzo era
fantastico! –Allora? Chi sarà il fortunato?-
-Io signore- Tutta la
tavolata guardò Kagome. I due si guardarono e la ragazza sotto quello sguardo
lascivo si sentì rabbrividire
-Capisco. Sei Kagome vero?-
-Si- rispose lei quasi
astiosa. Quell’uomo le stava antipatico a pelle! Ma come poteva essere così…
così… così?
-E hai già in mente un
pezzo?- chiese lui mettendosi in bocca un pezzo del dolce appena servito
-Forse- ripose subito lei
bevendo un goccio di vino. Aveva la gola improvvisamente secca. Potevano
evitare di guardarla tutti così!
-Come mai “forse”?- chiese
ancora. Ok, voleva metterla in difficoltà questo era certo a tutti ormai.
Kagome sorrise ingenuamente appoggiando i gomiti sulla tavola e con voce
stranamente dolce rispose. Voleva metterla in difficoltà? Che ci provi pure!
Lei non era certo così stupida e poi nessuno, e ripeto nessuno, le aveva mai
messo i piedi in testa!
-Come Kikyo ha già detto
signor Holsen, se rispondessimo alla sua domanda… che sorpresa sarebbe?-
-Aizzerebbe su di noi la
voglia di venirvi a sentire- disse prontamente l’uomo
-Allora credo proprio che
dovrete rischiare signori. Non è nei miei piani di questa sera rispondere a
certe domande, anche se fatte da un uomo illustre come voi signor Holsen-
precisò Kagome riprendendo ad assaggiare il dolce
-Scommettici- sibilò lui
stringendo i pugni. Tom sorrise nel vedere il padre infuriato poi guardò Kagome
e quando si guardarono lui le fece l’occhiolino. Lei arrossì leggermente
sorridendo di sfuggita.
Finalmente alle 21.30
uscirono da quella stanza dove la tensione si tagliava a coltello. Appena
entrarono nel salone videro che piazzato al centro di esso si ergeva un piano a
coda bianco. Quando Kagome lo vide le brillarono gli occhi: era bellissimo!
Naraku corrugò le sopracciglia: cosa volevano fare ora? Aveva un terribile
presentimento!
-Tutto bene?- Gli chiese
Sango guardando la sua espressione
-Certo certo… ma credo che
Kagome si sia messa nei guai rispondendo così a Holsen. Non è un tipo che
perdona facilmente lui- Sango annuì
-Me lo ero immaginata- disse
–Purtroppo Kagome ha la brutta abitudine di dire ciò che pensa senza pensare
alle conseguenze- Naraku sospirò. Il signor Holsen sorrise
-Vorrei che ora tutti
ascoltaste la bravura di mio figlio nel suonare il piano. Lui è… il migliore in
assoluto- disse calcando bene nelle ultime parole. Kagome alzò le sopraciglia:
se voleva impressionarla doveva fare molto di più! Quando il ragazzo si sedette
tutti applaudirono e nella confusione degli applausi Paolo disse a Kagome
-Come hai ben capito, non
sei entrata nelle grazie del signor Holsen-
-Me ne ero accorta!- sibilò
lei –Ma non importa, non mi interessa minimamente a dir la verità quello lì lo
odio, mi disgusta, mi fa schifo- disse lei facendo una smorfia -È odio a pelle-
precisò. Lui corrispose
-Comunque sappi che sei la
migliore pianista che io abbia mai conosciuto- Tutti smisero di battere le mani
e Kagome guardò Tom
-Non è detto Paolo, non è
detto-
La musica iniziò subito dopo
queste parole, dolce e armoniosa, bella e soave. Kagome chiuse gli occhi
lasciando che la musica la invadesse. Si appoggiò a Paolo mentre muoveva piano
le dita come se stesse suonando lei stessa. Adorava quella sensazione di pace e
serenità che solo la musica le sapeva dare, quando la musica le riempiva le
orecchie si sentiva il cuore leggero. Quando la musica finì la ragazza riaprì
gli occhi per vedere Tom alzarsi dallo sgabello. Tutti applaudirono e lo
sguardo di Tom incrociò quello di Kagome. Lui smise di sorridere e lei gli fece
il segno di vittoria stringendogli l’occhio. Lui stupito la guardò poi sorrise
raggiante avvicinandosi al padre. Alla fine arrivò l’orchestra che iniziò a
suonare e tutti si misero al centro della pista iniziando a ballare. Era un
lento quindi Kagome appoggiò la testa sulla spalla di Paolo esausta
-Stanca?- Le chiese lui
-Si… da morire… queste feste
sono sfiancanti! Non reggerò altre ore- Lui rise
-Hai ragione!- restarono in
silenzio qualche minuto poi lui diventò serio –Kagome… hai davvero in mente
qualche cosa per il vostro ultimo debutto?- gli domandò. Lei sospirò
-No… non ne ho… per niente!
Sono in alto mare anche se in realtà… non ci ho affatto pensato!- esclamò lei
-Hai un talento naturale, ed
è per questo che non mi preoccupo, ma ricordati Kagome… il gruppo non può stare
al tuo passo. Hanno bisogno di più tempo per imparare lo spartito-
-Lo so Paolo. Ma non mi
vengono delle idee così a me! Ho bisogno di essere di buon umore, ho bisogno
dell’atmosfera, ho bisogno di essere in pace con me stessa. Se non ho queste
tre cose nello stesso momento… non combino nulla!- Lui annuì
-Ti capisco- Lui si guardò
in giro –Ma guardali Kagome. Inuyasha e Kikyo sono una gran bella coppia,
trovi?-
-Se lo dici tu!- sbottò lei
-Perché?- domandò lui
sorpreso
-Lei lo ama da morire mentre
lui va con tutte. Lei è dolce mentre lui è uno stronzo! Ma se dici che stanno
bene insieme- Alzò le spalle
-Gli opposti si attraggono-
rispose lui saggiamente. Fece una faccia preoccupata poi sorrise “Forse è
meglio non dire a Inuyasha cosa ne pensa Kagome di lui… no, decisamente! E poi
così si fa più interessante la cosa…” Lei fece una smorfia –Sango e Naraku
stanno là a parlare, chissà che hanno di così interessante da dire, poi…-
mormorò lui. La ragazza alzò le spalle –E Miroku e la sua compagna sembrano
stare molto bene insieme trovi?- Kagome guardò la coppia non molto lontana sia
da Sango e Naraku che da loro
-Sembrano divertirsi- ammise
Kagome. La ragazza guardò Sango e improvvisamente corrugò le sopracciglia.
L’amica stava guardando la coppia non molto distante da lei. Poteva vederla
bene… il viso rosso e… gli occhi lucidi? Ma no… era solo una sua impressione!
Le luci, la musica… sicuramente! Ok no… non era una impressione. Sango si era messa
una mano sugli occhi, Naraku le si era avvicinato e dopo qualche parola l’amica
era uscita dalla sala. Kagome si staccò da Paolo a una velocità impressionante
-Scusami. Ci vediamo dopo-
disse meccanicamente uscendo anche lei dalla sala. Guardò Naraku e lui la
guardò confuso. Almeno non le aveva fatto nulla dal viso preoccupato di lui.
Quando la ragazza uscì vide la portiera della limousine chiudersi e prima che
partisse Kagome montò su. Sango stava piangendo
-Ka… Kagome! Che ci fai qua?
Che vuoi? Vattene! Non voglio parlare con te ora! Sono orribile adesso e…-
Kagome la abbracciò e l’amica scoppiò in singhiozzi
-Se hai bisogno Sango… io ti
sono vicina…- L’amica singhiozzò poi annuì mentre la macchina si allontanava
dalla villa…
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