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Autore: HarleyQ_91    18/01/2012    2 recensioni
“Ehm… credo che dovremmo fare l’esercizio”. Mi azzardai a dire.
Lui rilassò la fronte e assunse un’espressione più serena. La pelle bianca gli dava uno strano fascino. Era bello, ma sembrava finto.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Salve a tutti!^^
Avrei dovuto aggiornare l'altro ieri e non l'ho fatto, perdonatemi ma ho avuto un imprevisto!!^^
Comunque ecco il nuovo capitolo!

******

CAPITOLO 9
- Ordine Inaspettato -


La prima a reagire alla mia rivelazione fu Bella.
Mi abbracciò e mi strinse forte a lei – sarei sicuramente soffocata se non avessi avuto una costituzione tanto robusta – e sorrise di gioia.
“Oddio non riesco a crederci”. Disse in preda all’euforia. “Tu sei… oh mio dio, tu sei… mia nipote!”
Mi strinsi nelle spalle e sorrisi leggermente.
In quel momento mi si avvicinarono tutti i Cullen – tranne uno – e cominciarono a guardarmi più da vicino.
“Beh, in effetti, se la si guarda meglio, assomiglia un po’ a Jacob”. Disse Emmett mettendomi una mano sotto il mento e alzandomi leggermente il viso.
“Però ha lo stesso sguardo di Nessie, non c’è dubbio”. Intervenne Carlisle. “Chissà perché non ci abbiamo fatto caso da subito”.
“Non avevamo la più pallida idea che Nessie e Jacob avessero una figlia”. Disse Esme sbalordita e continuando a sorridere. Io non sapevo cosa fare. Tutti i loro sguardi erano puntati su di me e non mi mollavano mai, la situazione si stava facendo un po’ imbarazzante.
“Perché non ci hanno detto niente?” Intervenne Edward un po’ imbronciato. “Insomma… dovevano metterci al corrente di essere diventati… nonni”.
Bella rise leggermente e gli si avvicinò.
“Beh, papà non era sicuro di come l’avreste presa”. Spiegai io ancora un po’ imbarazzata da tutte quelle attenzioni. “Voleva essere presente al momento della rivelazione, ma la cosa stava andando un po’ troppo per le lunghe così ho pensato di venirvelo a dire io, da sola!”
“Che vuol dire che non eri sicura di come Jacob l’avrebbe presa?!” Ripeté Bella incrociando le braccia sul petto. “Io e quel lupacchiotto dobbiamo fare un bel discorsetto un giorno di questi”.
In salotto partì una risata dolce e melodiosa – dalla bocca dei Cullen uscivano solo toni soavi – notai però Samuel appoggiato al muro con lo sguardo cupo. Poverino, lo avevo condotto in un covo di vampiri e per di più sentiva deridere la sua specie, forse era un po’ troppo per lui.
“Samuel, se vuoi puoi tornare a La Push”. Gli dissi mettendogli una mano su una spalla. “Tanto la strada di casa la so ritrovare, non serve che resti. Immagino che per te non sia una buona compagnia questa”.
Si strinse nelle spalle e ringhiò leggermente. “Non ti preoccupare per me, sto bene. E poi credo che Jacob non mi perdonerebbe mai se mi vedesse tornare senza di te. Per cui, se non è un problema, ti aspetto!”
“Basta che tocchi il meno possibile”. Intervenne Rosalie. “Non voglio ritrovarmi con la roba che puzza di lupo”.
Samuel le rispose con un ringhio e riprese a guardare verso il basso.
Alice si era già attivata per preparare una festa – ogni scusa era buona per festeggiare – e aveva acceso la musica.
Bella cominciò a chiedermi di Nessie e Jacob, voleva sapere che cosa avevano fatto in tutti questi anni che loro erano stati lontani, se tra loro erano tutto a posto. Io per risposta mi limitavo a dire un “Va tutto bene” che nascondeva a mala pena il mio imbarazzo per certe domande.
“Com’è Jacob come padre?” Chiese d’un tratto Edward sedendosi accanto a me sul divano.
“Un po’ severo”. Ammisi. “Ma se gli faccio gli occhi dolci si scioglie come burro al sole”.
“Anche Edward è così”. Puntualizzò Bella. “Quando Renesmee era piccola e combinava qualche guaio lui la sgridava, poi però bastava che lei lo guardasse con lo sguardo dispiaciuto e tutta la rabbia svaniva”.
Mi voltai verso Edward ed inarcai le sopracciglia. “Non riesco ad immaginarmi Edward arrabbiato”. Dissi sorridendo.
“Perché? Ti sembra strano?” Mi chiese lui.
“E’ solo che sei sempre così…” Esitai per cercare il vocabolo più adatto. “equilibrato. Non riesco ad immaginarmi te che perdi le staffe”.
“Allora dovevi vederlo quando si è infuriato con Daniel”. Rosalie entrò nel salotto portando dalla cucina una ciotola di patatine – solo per me, perché loro naturalmente non mangiavano –. “Ci mancava poco che lo mangiasse”.
In quell’istante cominciai ad ispezionare ogni angolo del salotto alla ricerca di Daniel, ma lui non c’era. Ero stata troppo occupata a seguire le reazioni dei Cullen per accorgermi che lui se ne era andato.
“Lui dov’è?” Chiesi tentando di nascondere l’ansia. Averlo rivisto in casa Cullen mi aveva fatto provare una tale felicità che nemmeno immaginavo, non capivo allora perché non vederlo nel salotto mi avesse provocato quel senso di angoscia. Forse la paura che non l’avrei più rivisto mi faceva desiderare di averlo sempre davanti agli occhi.
“E’ andato in camera sua”. Disse Edward indicando il piano di sopra. “Credo che sia rimasto un po’ scioccato, come tutti noi del resto!”
Mi alzai dal divano e guardai verso le scale. “Credete che posso…”
“Ma certo”. Mi disse Bella senza lasciarmi neanche finire la frase. “Primo piano, seconda stanza sulla sinistra”.
Samuel si staccò dal muro dove era appoggiato e tentò di dirigersi verso di me, forse voleva seguirmi. Tuttavia Emmett lo afferrò per una spalla e lo costrinse a sedersi su una poltrona.
“Dove credi di andare, bello?” Gli disse alzando il sopracciglio. “Tu resti qui, altrimenti ci impregnerai tutta la casa col tuo odore nauseante”.
“Quelli con l’odore nauseante siete voi”. Ribatté Samuel incrociando le braccia al petto.
Mentre salivo le scale sentivo la discussione che continuava ma non ci facevo più caso. Adesso mi interessava ben altro che i battibecchi tra vampiri e licantropi.
Seconda stanza, sulla sinistra.
Bussai delicatamente ed aprii la porta senza aspettare che qualcuno da dentro mi dicesse di farlo. Tanto lo avrei fatto anche se mi avesse respinta.
Lo trovai seduto sul letto, con la schiena appoggiata alla testiera e le braccia dietro la nuca. Aveva gli occhi chiusi, ma sapevo che non dormiva.
Mi avvicinai a lui lentamente e mi sedetti all’angolo del materasso, guardandolo di tanto in tanto. Daniel rimase immobile come una statua.
“Carina la tua stanza”. Dissi per spezzare quel silenzio troppo pesante ed imbarazzante per i miei gusti.
“Grazie”. Rispose secco senza muovere un muscolo.
Di nuovo silenzio. Cominciai ad innervosirmi.
“Perché non sei rimasto giù?” Mi azzardai a chiedere. Ero disposta a tutto pur di farlo parlare.
“Le scene di riconciliazione non sono il mio forte”. Mi spiegò. Finalmente aprì gli occhi. “E poi ero di troppo. Io non c’entro niente con Bella, Edward e la loro progenie”.
Mi sentii ferita. Quella progenie includeva anche me?
“Sì, ma… tu sei comunque un Cullen, fai parte della famiglia”.
“Così dicono”. Sorrise leggermente ed alzò la schiena dalla testiera del letto. “A dire il vero mi fa strano considerarmi un vegetariano, anzi non mi ci sento proprio. Il fatto di aver morso Michelle poi mi rende ancora meno degno di questa famiglia”.
“Ancora con questa storia?” Sbuffai. “Loro ti hanno perdonato. È questo ciò che conta”.
Daniel mi guardò e sorrise. Con la mano poi mi fece segno di avvicinarmi di più a lui ed io obbedii all’istante.
“Non capisco, allora ogni tanto il mio potere funziona”. Disse sarcastico.
“Credo dipenda da ciò che ordini”. Risposi non smorzando il sarcasmo.
Lui avvicinò ancora di più il suo volto al mio e per qualche istante temetti che il cuore potesse esplodermi.
“Se ti ordinassi di baciarmi, lo faresti?”
Inarcai le sopracciglia e non spiccicai una parola. Ero troppo sbalordita per poter parlare.
Lui avvicinò pian piano le labbra alle mie, tanto da poter percepire il suo debole respiro – il mio si era completamente fermato – e si bloccò ad un paio di millimetri di distanza.
Chiusi gli occhi ormai pronta a ricevere il bacio. Volevo mostrarmi calma e sicura, ma ero certa che Daniel percepisse perfettamente il frenetico battito del mio cuore.
“Ehi Jodi, il tuo amichetto puzzolente ti reclama”. La voce di Emmett smorzò totalmente l’atmosfera e sia io che Daniel ci ritrovammo a guardare verso il basso.
Ero ancora troppo agitata per parlare. L’ordine di Daniel era stato davvero inaspettato, mi aveva lasciata di stucco. E la cosa sorprendente era che stavo anche per obbedirgli!
“Vai prima che il lupastro appesti tutta casa”. Commentò sarcastico lui rimettendosi nella posizione in cui lo avevo trovato appena entrata in camera.
Mi limitai ad annuire e mi alzai dal letto. Lo salutai con un leggero cenno della mano e mi accinsi ad uscire dalla stanza.
“Jodi, un’ultima cosa”. Mi voltai di scatto verso di lui e, senza accorgermene, mi ritrovai a sperare in un altro ordine inaspettato. “Domani mettiti vicino a me nell’ora di chimica e biologia, sono stufo di starmene da solo”.
Sorrisi e mi strinsi nelle spalle, come per lasciargli il dubbio – anche se qualcosa mi diceva che aveva già intuito la mia intenzione di soddisfare quel suo ordine – e mi diressi al piano di sotto.
“Finalmente”. Era palese la voglia di andarsene di Samuel. “Possiamo andarcene, per favore? La puzza sta diventando insopportabile”.
Io aggrottai le sopracciglia. “Ti avevo detto che potevi andare, se volevi”.
“Ma perché pensi di rimanere? Si sta facendo buio e lo sai che tuo padre non vuole che vai in giro con la moto di notte”.
Sbuffai e, mio malgrado, dovetti dargli ragione. Anche se ero certa che Jacob non si sarebbe arrabbiato solo perché avevo guidato ad un’ora tarda.
Presi il giubbotto ed il casco e mi diressi verso la porta d’ingresso.
“Beh, allora… ci vediamo domani”. Dissi con un filo di voce, ma tanto i Cullen mi avevano sentita lo stesso.
Bella mi abbracciò e sorrise per l’ennesima volta. “Salutami Renesmee e Jacob. E digli di venirci a fare visita, mi raccomando. Non vedo l’ora di rincontrarli”.
Annuii ed uscii dalla casa seguita da Samuel che tirò immediatamente un grosso respiro riempiendosi i polmoni d’aria. “Finalmente aria pulita”. Esclamò appena la porta di casa Cullen si chiuse dietro le nostre spalle.
Io mi infilai il casco e salii in moto senza dire una parola.
“Cos’hai Jodi?” Mi chiese Samuel mentre si dirigeva verso il bosco per andare a trasformarsi. “Tutto d’un tratto sei silenziosa”.
Continuai a fissare la strada e non fiatai, non volevo di certo raccontargli cos’era successo con Daniel.
“Sei preoccupata per quello che dirà Jacob, vero? Beh, ti capisco. Sei in un bel guaio, signorina!”
Aveva ragione. Ero nei guai con mio padre. Ero andata dai Cullen senza che lui mi avesse dato il permesso. Tuttavia in quel momento la punizione che Jacob mi avrebbe dato era l’ultimo dei miei pensieri.

******

Uhuu... sembra proprio che Daniel si stia dando da fare!xD
Beh... spero vi sia piaciuto... aggiornerò al più presto!!!^^


*HarleyQ_91*
  
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