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Autore: Shade Owl    19/01/2012    2 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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La mattina dopo Nadine tornò a casa dei suoi genitori, mentre Timmi, Devon, Miley e la sirena partivano per raggiungere la chiesa dove, a detta della ragazza, si sarebbe trovata la sua famiglia.
- Li vedi?- chiese pianissimo Devon mentre Timmi si sporgeva da dietro la colonna che li nascondeva per guardare.
- Sì.- rispose lui - Ecco i tuoi genitori, Miley… quella sei tu… cioè, il tuo clone… ehi, però… carina tua sorella…-
- Timmi!- sbottò lei.
- Scusa… ora provo ad attirare il clone.- ridacchiò. Agitò rapidamente un braccio e poi ritornò subito al riparo - Arriva, facciamo in fretta.-
La copia magica di Miley comparve da dietro l’angolo, con un’espressione di intensa indifferenza stampata in volto. Indossava abiti perfettamente normali, ma erano troppo diversi da quelli che la ragazza stava indossando in quel momento perché nessuno capisse che c’era qualcosa di strano. Avrebbero dovuto fare un cambio rapido.
- Io sono una copia magica pensante, creata ad immagine e somiglianza di Miley Logan.- annunciò piattamente il clone, prima che qualcuno potesse aprire bocca - Tutto ciò che mi farete sarà…-
- Lo so cosa sei, accidenti!- sbottò Timmi, agguantando la vera Miley e trascinandogliela davanti al naso - Lei deve prendere il tuo posto.-
Il clone annuì.
- In tal caso, andrò a nascondermi.- disse.
- Bene.- grugnì lui, guardando Miley - Dovrete scambiarvi i vestiti, temo. Normalmente userei la magia, ma con te non funziona, quindi spicciati.-
Lei annuì e seguì la sua copia, mentre la sirena le sgambettava allegramente dietro. In quel momento qualcuno chiamò la loro amica da dietro la colonna, mentre dei passi annunciavano l’arrivo di un’altra persona. Non c’erano nascondigli a portata di mano, e così poterono semplicemente aspettare di essere scoperti.
- Miley? Dove sei finita?- una ragazza della sua stessa età svoltò l’angolo e vide i due - Oh, Devon! Che fai qui? E questo chi è?- aggiunse, guardando Timmi.
- Ehm… Miranda, questo è Timmi.- disse lui, schivando la prima domanda - Timmi, lui è Miranda. È un’amica di Miley.-
- A proposito, l’avete vista?- chiese - La pausa sta per finire.-
- Eccomi, eccomi…- sbuffò Miley, comparendo di corsa dalla porta, con addosso i vestiti del clone magico - Ero in bagno, okay?-
- E calmati…- ridacchiò Miranda, cominciando ad andarsene - Piuttosto, che fanno qui questi due?-
- Gli ho chiesto di passare.- rispose vaga lei.
- Resteremo solo per un paio d’ore.- disse Timmi, in tono che in teoria doveva servire a rassicurare Miranda ma che in realtà spiegava a Miley quanto aveva intenzione di fermarsi.
- La sirena è con il clone.- spiegò piano lei, mentre tutti e tre seguivano Miranda - Ha promesso di fare la brava e di non farsi trovare.-
- Il che significa che dovremo cercare il sagrestano prima che la becchi.- sbuffò Timmi - Bah, al diavolo… con rispetto parlando.- aggiunse in fretta, rivolto al crocefisso dietro l’altare.
Le prove del rito ripresero, mentre Devon e Timmi si sedevano su una panca in fondo. Come annunciato dal mezzodemone rimasero solo per un paio d’ore, il tempo che Miley ci mise a stare un po’ con la famiglia e l’amica, siccome non li vedeva da tanto. In condizioni normali non sarebbe stato necessario, ma il giorno dopo avevano in mente di fare qualcosa di piuttosto pericoloso e, se avessero fallito, difficilmente ci sarebbe stata un’altra possibilità.
Miley probabilmente lo sapeva, anche se nessuno l’aveva detto chiaramente, e forse proprio per questo era voluta andare almeno per quella volta. Questo era il solo motivo per cui aveva lui acconsentito.
Si guardò attorno con circospezione, sperando che tutto filasse liscio. Trys e Skin non si vedevano, ma c’erano sicuramente: avevano promesso di raggiungere il posto almeno un’ora prima  di loro, così da accertarsi che la via fosse libera e renderla tale in caso di problemi.
Chissà perché non ci sono Emissari in giro… Pensò perplesso.
Al posto del Tredicesimo Membro, lui avrebbe spedito una frotta di energumeni a tenere d’occhio la famiglia di Miley, ma così non era stato, o Skin e Trys l’avrebbero preavvertito. E anche la strana incursione di Marcus, rifletté, era stata così debole e sciocca da far quasi ridere. Non era mai stato un genio, ma non era neanche così idiota da fare una sortita senza un vero piano.
Cosa stava succedendo? Forse anche l’Alleanza delle Ombre aveva problemi con la barriera?
Per tutto il tempo rimase seduto al suo posto, con il cervello che gli ronzava per il lavorio dei neuroni. Quasi non si accorse del tempo che passava, o delle parole del prete che recitava la formula e istruiva i vari presenti sul come comportarsi, finché non gli sentì dire una frase specifica, che lo distrasse dai suoi pensieri:
- A questo punto, la sposa entrerà dal fondo della navata.- spiegò il vecchio, guardando la sorella di Miley da dietro i suoi occhiali dall’aria fragile - Prego, venite avanti. Piano, senza fretta…-
Timmi alzò meccanicamente lo sguardo, osservando Dana e suo padre percorrere il corridoio tra le panche. Entrambi indossavano gli stessi vestiti che, di certo, avrebbero indossato in un qualsiasi altro giorno, ma a lui venne quasi automatico immaginarsela con addosso il lungo vestito bianco e il velo. Poi pensò che ci fosse un’altra donna al suo posto, e non una qualsiasi.
L’idea gli fece venire le farfalle nello stomaco.
Okay, ora calmiamoci, eh? Pensò scombussolato. Siamo ancora ragazzi… abbiamo tutta la vita per pensare a queste cose.
Comunque, non riuscì a togliersi dalla mente l’immagine di Nadine con il velo.
- Credi che sia tutto a posto?- chiese improvvisamente Devon, strappandolo brutalmente alle sue fantasie - Insomma, niente guai in vista?-
Timmi sbatté le palpebre per snebbiarsi lo sguardo (Nadine non voleva proprio sparire, accidenti a lei…) e vide che si guardava attorno preoccupato, come se temesse di essere aggredito da un momento all’altro.
- È tutto a posto.- rispose con fare rassicurante, scuotendo la testa - Trys e Skin sono qui in giro, e credo che Darth stia ispezionando la città per accertarsi che non ci siano brecce. Questo è solo un piccolo break, per noi. Non accadrà niente, e domani andremo dove sai. Andrà tutto bene.-

Devon si strinse nelle spalle, tornando a guardare Miley che, vicina a Miranda, aveva cominciato a parlare con l’amica di non si sapeva bene cosa: benché Timmi fosse tanto certo che le cose fossero a posto, lui non si sentiva sicuro. Era successo troppo perché potesse sentirsi veramente in pace, e con la minaccia dell’erosione costante della barriera magica dormiva ancora meno tranquillo, la notte. Se poi si aggiungeva il fatto che quasi tutti i mostri fuoriusciti dalle brecce avevano cercato di…
Sgranò gli occhi, stupito: se n’era quasi scordato, ma inizialmente i mostri si erano concentrati su lui e Miley. Persino la sirena aveva raggiunto loro due, prima di capitare di nuovo sul cammino del mezzodemone.
- Timmi…- disse lentamente - … mi sono appena ricordato di una cosa…-
Spiegò al compagno ciò che era successo, chiedendogli se fosse possibile una cosa del genere. Lui si accigliò sempre più, ad ogni sua parola: forse non sapeva rispondergli, ma di certo non gli piaceva ciò che sentiva.
- Non saprei dirti con certezza.- ammise - Di solito, i mostri non cercano obbiettivi specifici se non hanno padrone che li controlla. Quelli sono i demoni, e da quanto ne so non ve ne hanno messi alle calcagna… a parte me, ovviamente.-
- E allora?-
- Allora, o i mostri sanno qualcosa che ignoro…- disse lui - … o hanno un’istintiva avversione per il Talismano. Oppure l’Alleanza li aveva condizionati in qualche modo prima che passassero la barriera. Spiegherebbe perché quel cucciolo di Iaramano Ortochi vi ha aggrediti.-
- Yamatano Orochi. Ma come avrebbero fatto a sapere dove trovarci?-
Timmi si strinse nelle spalle.
- Non ne ho la più pallida idea. Forse come abbiamo fatto noi.- rispose - Ma non preoccuparti: se c’entra la Scatenata Dozzina più uno, entro domani sera non saranno più un problema.-

Intanto, anche Miley e Miranda discutevano a bassa voce tra di loro, cercando di non disturbare lo svolgimento delle prove.
- Quel tipo coi capelli verdi non mi piace granché…- disse piano Miranda, gettando un’occhiata di sbieco a Timmi - Insomma, è così… strano…-
- Va saputo prendere.- la rassicurò Miley - Non è una cattiva persona, credimi.-
- Okay. Ma dove l’hai conosciuto?-
Tahdadadan… Pensò tra sé. E ora che le dico?
- Ehm… da Devon.- buttò lì.
Miranda sgranò gli occhi.
- E tu quando ci saresti andata, scusa? È da un pezzo che non lo vedo nemmeno a scuola!-
Giusto, la prima volta che era andata da Devon era già in fuga da qualcosa… un buco nell’acqua.
- La… settimana scorsa.- disse - Venerdì.-
Il lunedì ed il venerdì Miranda andava in palestra, ogni settimana per tutto l’anno, quindi andò a colpo sicuro: di certo l’amica non era con lei, visto che non ci andava mai.
- E perché cavolo non me l’hai detto!?- sbottò irritata - Dai, racconta! Che è successo?-
- N… niente!- esclamò piano lei, avvampando - Non è successo niente, okay? Voleva solo gli appunti di alcune lezioni, e mi ha chiesto di portarglieli!-
- E perché mai l’ha chiesto a te?- ridacchiò la ragazza con aria saputa - Eh? Eh?-
- E Rod come sta?- sbottò Miley.
Questo cancellò il sorriso dalla faccia dell’amica.

***

Ci fu un’altra pausa ancora, e Miley ne approfittò per scambiare qualche parola con la famiglia, aggiornandosi sulle ultime novità: non sembrava esserci niente di nuovo da segnalare, se si escludeva che la lista nozze era già stata completata, che un paio di inviti erano andati persi (cosa che aveva mandato Dana e la madre di Miley fuori dai gangheri) e che una torta aveva finito con il diventare carbone rimanendo troppo a lungo nel forno, appena due giorni prima.
Quando la ragazza ebbe finito di abbracciare i genitori e la sorella si fiondò a cambiarsi d’abito con il clone e a recuperare la sirena, mentre Timmi e Devon salutavano i suoi genitori, lo sposo e Miranda, facendo tutti gli auguri del caso e scusandosi per la breve intrusione.
Quando Miley tornò dietro la colonna, accompagnata dalla sirena e dal clone, aveva un’espressione alquanto seccata dipinta in viso.
- Non ti stanchi mai di avere ragione?- sbuffò, rivolgendosi a Timmi.
- No, di solito no.- rispose - Perché?-
- Chiedi a lei.- lo invitò Miley, accennando col capo alla sirena, che canticchiava con aria svagata, guardando l’ambiente intorno a sé, come se la conversazione non le interessasse.
- Preferisco chiederlo a te… anzi, preferisco non chiedere niente.- sbottò lui - Devon, tu porta Miley a casa… ed anche la spigola, già che ci sei. Io raccatto gli altri e vi raggiungo.-
Il ragazzo annuì e, dopo aver afferrato per un braccio le due, portò tutti e tre con la magia alla casa del loro amico.
- Tutto bene?- chiese a Miley, che pareva un po’ malinconica.
Lei annuì.
- Tutto okay.- disse - È solo un po’ di nostalgia.-
- Mi sembra un po’ presto.- osservò Devon - In fondo te ne sei appena andata, no?-
Miley ridacchiò, e la sirena anche.
- Tu cos’hai da ridere?- le chiese Devon, sorpreso.
Lei mise una mano sulla spalla di entrambi, sorridendo allegramente, ed avvicinò la bocca alle loro orecchie.
- La storia non è finita.- sussurrò - E voi non avete esaurito i vostri ruoli. Quindi, risparmiatevi per allora…- e, senza aggiungere altro, uscì ridendo tra sé, diretta al lago non lontano dal cottage.
- Okay… ora mi spaventa davvero.- sentenziò Miley.
- Che vuoi farci, è fatta così…- ridacchiò Devon - Le piace prenderci in giro. Scommetto che non è realmente pazza, lo fa solo perché si diverte a fare ammattire Timmi.-
- E noi con lui.- sbuffò la ragazza.
Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Miley si rese improvvisamente conto che, da quando il cucciolo di Yamatano Orochi li aveva scovati a New York, quella era la prima volta che riuscivano a restare da soli senza doversi necessariamente preoccupare di qualcosa. Il giorno prima c’erano i mostri ragno in città, e non si erano nemmeno resi conto della situazione, ma adesso che niente li minacciava nel presente immediato la cosa era più che lampante.
- Devon…- disse esitante - C’è… qualcosa… che voglio dirti.-
Lui annuì, sorpreso.
- Certo.- rispose - Cosa c’è?-
- Bhè…- fece lei, a disagio - Io… riguarda domani. La vostra idea di attaccare l’Alleanza.-
Il ragazzo annuì ancora senza dire niente, paziente.
- Io ho… ho paura.- ammise.
- E di cosa?- chiese Devon - Resterai qui, al sicuro. Nessuno potrà toccarti, l’hai sentito, Timmi.-
- Non ho paura per me!- chiarì Miley - Io ho paura… per te.-
Ecco che arrossiva ancora… accidenti… non riusciva nemmeno a guardarlo, per la miseria…
- Io starò bene.- disse dopo un po’ Devon, con voce più bassa del solito - So difendermi, e sarò con Timmi e gli altri. Eviteremo i pericoli fino a quando non saremo davanti all’Alleanza vera e propria.-
- E se qualcosa andasse storto?- chiese Miley, sempre senza riuscire a guardarlo - E se quell’Idra di cui hai parlato vi attacca? O se l’Alleanza delle Ombre dovesse sconfiggervi? Hai detto anche tu che sono stregoni molto potenti!-
Lui non rispose subito: pareva riflettere sulle parole da dire, e gli ci volle un po’ di tempo per trovare quelle giuste.
- Non posso garantire l’incolumità di tutti.- ammise - Già ieri Nadine ha rischiato la vita, e domani la rischieremo tutti. È il nostro lavoro, è questo che siamo abituati a fare, e fino ad ora ne siamo sempre usciti vivi. Non sarà la prima volta domani…-
- Ma sarà l’ultima.- sbottò lei, alzando finalmente lo sguardo ed incrociando il suo - Mi devi promettere che dopo l’Alleanza delle Ombre non andrai più in giro a fare cose del genere!-
Lui ridacchiò.
- E cosa dovrei fare?- chiese.
- Qualsiasi altra cosa.- rispose lei, seria - Ma non questo.- esitò un attimo, poi aggiunse: - Non voglio che ti capiti qualcosa.-
Devon non rispose, ma si protese ad abbracciarla. Si strinsero forte per qualche momento, senza bisogno di aggiungere niente: entrambi capivano ciò che avevano da dire, in una tacita espressione delle loro emozioni.
Poi qualcuno bussò forte alla porta, e la sirena entrò sorreggendo Timmi, sporco di sangue nero e con un braccio abbandonato lungo il fianco.

- Levami le mitene, Devon…- sbuffò Timmi, mentre con l’aiuto della sirena si sistemava sul divano - Non ce la faccio con questo braccio…-
- Cosa accidenti ti è successo?- esclamò Miley, mentre il ragazzo faceva quanto richiesto.
- Eh… di tutto…- sbuffò lui.
A quanto gli aveva raccontato Xander, quella risposta era sempre un brutto segno, quindi Devon non poté non accigliarsi.
- Un Errante ha pensato di fare baldoria.- spiegò, mentre congiungeva i palmi nudi con un po’ di fatica. Probabilmente, il braccio destro era rotto - Mi ha attaccato alle spalle un secondo prima che potessi sparire, e meno male che Trys è venuto a darmi una mano.-
- Cos’è uno… un Errante?- chiese Miley.
- Una creatura oscura.- rispose Devon - Nati dalla magia di scarto di un demone estremamente potente che vive rinchiuso in un luogo noto come i Cancelli del Male.-
Lui e Timmi si scambiarono uno sguardo cupo, che a lei non sfuggì.
- Cosa vuol dire questo?- domandò con voce incerta.
- Che il danno alla barriera sta peggiorando.- spiegò Timmi, muovendo un po’ il braccio dalle ossa nuovamente saldate - I Cancelli del Male sono estremamente difficili da raggiungere in qualsiasi modo. Dietro non c’è nemmeno un mondo vero e proprio, è una specie di prigione infernale, o roba simile. Massima sicurezza, sai… fatto in modo tale che niente possa danneggiarlo, in teoria.- fece un sospiro cupo - Dobbiamo solo ringraziare il cielo che non è passato un Guardiano.-
- Un… cosa?-
- Qualcosa di voluto.- disse cupamente Devon - E peggiore.-
Timmi sospirò ancora e si rimise le mitene.
- Dobbiamo andare per forza, domani.- disse - Daniel può rimuginare quanto vuole, ma io scommetto che c’entra l’Alleanza delle Ombre in tutto questo.-
- E che vantaggio potrebbero trarne?- chiese Devon - Morirebbero anche loro.-
- Non so cosa risponderti.- ammise il mezzodemone - Ma non mi viene in mente altro, e se devo essere sincero mi diverto a pensar male di chi mi sta sulle scatole.-
La sirena, che si era stravaccata sulla poltrona, con la schiena e le gambe appoggiate ai braccioli, canticchiava tranquillamente tra sé una canzoncina inventata, e non sembrava interessarsi in alcun modo alla conversazione.
- Tu non hai niente da aggiungere?- le chiese Timmi.
Lei smise di canticchiare e fece una faccia pensosa, come riflettendo intensamente sulla risposta.
- Mmmh…- mugugnò - Quabicchì.-
Timmi la guardò per un momento, le mani sui fianchi. Poi sbuffò e si diresse al piano di sopra.
- Ma perché cazzo ti parlo ancora…?- grugnì.
Il resto della giornata trascorse in relativa tensione, con Timmi che andava avanti e indietro nel salotto o nel giardino; Devon uscì ad un certo punto per prendere un po’ d’aria e quando rientrò dentro era disposto a giurare sulla tomba della madre di aver visto il mezzodemone nel bosco che continuava a camminare in un solco di orme fangose. Miley, invece, non trovò altro modo per passare il tempo se non guardare la televisione o giocare a Risiko con Devon e la sirena: Timmi ne aveva una vecchia scatola in camera sua, e la mise a loro disposizione. Lei non ci aveva mai giocato, ma all’inizio non fu poi tanto male… almeno finché la sirena non saltò sul tavolo, cominciando a cantare “Ci son due coccodrilli ed un orango tango…”, buttando all’aria quasi tutti i carri armati.
A sera, quando Timmi rientrò per la cena da una delle sue uscite, venne da loro anche Nadine, comparendo direttamente nel bel mezzo del salotto e facendo prendere un colpo a Miley, che stava quasi per finirle addosso. Aveva un aspetto piuttosto nervoso e preoccupato, e sembrava aver passato una giornata piuttosto lunga.
- E tu che fai qui?- chiese il mezzodemone, ancora sulla porta, vedendola comparire in soggiorno.
Nadine fece le spallucce, stringendosi le braccia attorno al corpo: era molto pallida, e i vestiti erano stropicciati, come se si fosse rigirata sul letto per tutto il giorno senza cambiarsi. Aveva quasi lo stesso aspetto che aveva il giorno prima, quando aspettava notizie di Timmi.
- Sono un po’ in ansia.- spiegò sedendosi sul divano, mentre lui la raggiungeva di corsa - Non ci hai mai portati in una missione di livello così alto, e con tutto quello che succede…-
- Quindi vorresti restare a casa?- chiese Timmi, sedendo accanto a lei.
- No… ma non voglio stare sola, stanotte.- rispose - Posso dormire qui?-
Il mezzodemone annuì, sorridendo con pazienza.
- Certo.-
La abbracciò, e la sirena ebbe il buon cuore, per una volta, di restarsene in cucina, zitta e fuori dai piedi.

Capitolo sofferto, visto che mi sono dovuto ridurre all'ultimo momento (ovvero prima di andare a letto) per correggerlo e pubblicarlo. In breve, sto crollando. Comunque ringrazio i miei lettori, Ely79, _Arse_ e RahizelRahtalos. Dopotutto, è anche per loro che sono ancora qui.

   
 
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