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Autore: cheekbones    19/01/2012    7 recensioni
"Anche tu mi sei mancato" si guardarono complici, per poi abbracciarsi.
"Ehi, ehi, ehi, McGuardone, le mani a posto!" si irritò Tony, facendoli separare.
"Per favore, evita" Ziva incrociò le braccia al petto e lo guardò male. "Ho sempre la mia pisto..."
Tony, divertito, alzò le braccia in segno di resa. "Bene, dobbiamo raccontarti un sacco di cose!" si illuminò McGee, prendendola per mano. Abby le afferrò l'altra: "Oh, si, proprio tante!" la trascinarono lungo il corridoio, mentre l'israeliana guardava implorante Tony.
Quest'ultimo ridacchiò e scosse la testa, mimando con le labbra pistola. Ziva gli mostrò la lingua.
Nonostante fosse accerchiata dai due amici, la ragazza notò subito il professor Gibbs che, caffè in mano, veniva verso di loro. Si fermò di poco, in tempo per poterle tirare un sonoro scappellotto.
"Hai studiato, David?" Bentornata, Ziva.
"Si, prof!" Grazie, Gibbs.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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17 capitolo
Questo capitolo lo dedico a Loro.
La mia classe.
Eh, cazzo, ne stiamo passando di brutte!!
Senza di voi, certe mattine, sarebbero un disastro :) [tipo l'altro ieri...]
'in gamba, guys!






fhgfhfghf

- I found my favourite picture and it's the only one with someone in it

Tony, 7x13







Era passata circa una settimana dal ritorno di Ziva alla Woodrow e, quest'ultima, avrebbe volentieri preferito qualche lezione di Krav Maga con suo padre in persona, piuttosto che subire in media tre interrogazioni al giorno; non avevano scelto un bel periodo per assentarsi, lei e Tony: c'erano gli esami di metà anno, quelli più vicini al Ballo e al diploma. Perciò, poco importava se lo studente si era ritrovato nel bel mezzo di un macello internazionale. Ziva era sempre stata abbastanza brava a scuola, ma quella situazione la metteva seriamente sotto stress, senza contare che l'inglese non era nemmeno la sua lingua madre e doveva faticare il doppio degli altri per acquisire la terminologia giusta.
Ciò significava stare sui libri ventitrè ore su ventiquattro, con grande rammarico di Tony che, sebbene avesse la sua ragazza in giro per casa, non era riuscito ad avere un contatto vero dopo quello della settimana prima - DiNozzo Senior aveva deciso di fare il padre responsabile e non farli più dormire nella stessa camera, oltre che i controlli notturni e diurni per evitare sfioramenti strani (probabilmente era terrorizzato dalla prospettiva di ritrovarsi Eli David come nemico, una volta uscito dal ricovero).
Anche Abby e McGee erano stati messi a dura prova, tanto che non erano riusciti ad organizzare nulla di carino per il 'ritorno' di Ziva a scuola. Ci pensavano da un pò e inizialmente avevano optato per una sana pizza, ma poi la scuola aveva travolto tutti molto rudemente.
Gli unici più che felici erano i professori: naturalmente, stavano zitti tutto il tempo, interrogando a tappeto e leggendo quotidiani mentre i ragazzi facevano i test; tra questi, Leroy Jethro Gibbs sembrava un altro, più sorridente e più aperto con i voti - naturalmente tutti gli alunni sapevano di dover ringraziare Shannon che, tra l'altro, aveva l'ufficio pieno da quando gli esami erano cominciati.
"Oh mio dio" sospirò Ziva, la fronte poggiata contro il freddo armadietto. "Non ci posso credere"
Accanto a lei, Tony era nella stessa posizione mistica, come se stesse seriamente valutando la temperatura dell'anta.
"Oggi..." singhiozzò Ziva, coprendosi la mano con la bocca. "... posso..." strinse le palpebre. "... non fare assolutamente nulla!" non riuscì a trattenere un gridolino eccitato, mentre saltellava e pronunciava strane frasi in ebraico - decisamente vittoriose.
"Ho finito le interrogazioni, ho finito le interrogazioni, ho finito le interrogazioni!" canticchiava, ignorando il compagno che, disperato, già immaginava la catastrofe che sarebbe scoppiata subito dopo la sua verifica di Spagnolo.
"Non hai finito" mugugnò il ragazzo, tanto per farla desistere dai suoi propositi.
"Bè, mi mancano Chimica e Storia, per la settimana prossima" sottolineò accuramente, sorridendo. "E le ho già studiate, devo solo ripetere. Il peggio è passato e la sottoscritta può finalmente ronfare sul divano!"
"Mio divano" sbottò infastidito Tony.
"Dettagli" Ziva lo guardò con la coda dell'occhio e, vedendolo demoralizzato al massimo, gli passò le dita tra i capelli. "Dai, culetto peloso. Manca un'altra oretta e dopo sei libero anche tu. Ce la farai" era il primo gesto tenero che si concedevano dopo giorni.
Tony accennò un sorriso: "Allora non mi ripudierai solo perchè sono una capra in spagnolo?"
"Claro que no!" Fece una smorfia.
"Mi manchi" sospirò il ragazzo, voltandosi leggermente a guardarla. Entrambi sapevano a cosa si riferiva e Ziva divenne rossa, stringendo la presa sulla sua cute, incapace di ammettere che anche lei ne sentiva terribilmente la mancanza -fisica, e faceva tanto male.
"Solo un altro pò" gli sussurrò sul naso, spingendolo poi verso la classe della professoressa Rodriguez. "Buena suerte!"
"EH?!"

"Accidenti... che vita di merda" sbuffò Abby in mensa, il mento poggiato sul palmo della mano e le occhiaie sotto gli occhi.
"Sono quasi finiti, gli esami" disse Tim, dandole di gomito. "E' quasi finita, poi ci sarà il Ballo"
Qualcuno al loro tavolo rischiò di soffocare con il pollo: i due la guardarono sconvolti. "Ziva, stai bene?"
"Si, è che il Ballo mi mette ansia!" alzò gli occhi al cielo.
Abby sorrise maliziosa: "Non ha a che fare col fatto che tu e Tony ci verrete da coppia ufficiale, vero, Zee?"
"Assolutamente no"
"Stai mentendo"
"No, invece!"
"Si, menti!"
Ziva mise il broncio e continuò a mangiare silenziosa. Tim rise e chiese il motivo dell'assenza di Tony.
"La Rodriguez sta facendo il test, li trattiene mezz'ora in più, Vance gliel'ha concesso" rispose l'israeliana, guardando nervosamente verso la porta della mensa - perchè l'entrata del suo ragazzo (dovevano ancora chiarire quel punto, infatti) non se la voleva perdere.
"Wow. La solita stronza. Ti ricordi che al primo anno ci ha trattenuti oltre un'ora dopo la chiusura?" piagnucolò Abby.
"Oh si! E' stato tremendo! Facciamo qualcosa oggi? E' il primo pomeriggio libero che abbiamo da secoli!"
"Bella idea" si illuminò la ragazza. "Cinema?"
"Per me va bene! E poi... andiamo a mangiare qualcosa?" sorrise Tim.
"Oh si! Zee, per te va bene?"
Ma Ziva non li stava ascoltando, troppo impegnata ad osservare una ventina di studenti che entravano in mensa: gli stessi della classe di spagnolo di Tony. Aguzzò lo sguardo per individuarlo e lo vide, con la testa china e gli stessi capelli arruffati da lei. Ohoh. Dalla sua faccia, non doveva essere andata molto bene. Senza pensarci, la ragazza gli andò incontro, mordendosi le labbra, preoccupata: "... e allora?"
"E allora..." Tony si grattò la testa. "Siamo liberi!" urlò, ridendo e la afferrò per la vita, facendola girare. Tutta la scuola si voltò a guardarli, qualcuno ridendo, qualcuno con smorfie di disappunto.
Anche Ziva scoppiò a ridere con lui, ritrovandosi caricata sulle sue spalle. "Mettimi giù!"
"Ai suoi ordini, principessa" la lasciò scendere, per poi afferrarle la testa e darle un lungo e profondo bacio.
Partirono molti fischi e applausi, tanto che Ziva desiderò lasciarsi catturare dal pavimento per la vergogna. "Ma ti pare?!" borbottò, ancora sulle sue labbra, ma senza mai perdere il sorriso.
"Era da tanto che mi trattenevo, scusa! E comunque, sono un vero asso in spagnolo, il test è andato bene!"
"Si, l'avevo intuito!"
Tornarono al tavolo della mensa, dove McGee ed Abby li aspettavano divertiti: "Avete finito?"
"Trovatevi una camera d'albergo!"

"Sono carini. Sono molto carini!" sorrise dolcemente Shannon, addentando una patatina. Jethro scosse la testa divertito, mentre Ducky elegantemente tagliava la sua fettina di carne.
"Sono giovani, è normale che siano carini" sospirò il professore di Chimica.
"Penso che funzionerà, tra loro" trillò la donna, lanciando un ultimo sguardo a Tony e Ziva, che ridevano per qualcosa detto da Abby.
"Se non altro, lui l'ha aiutata molto" annuì tra sè e sè. Jethro non aveva ancora detto nulla e se ne stupiva. Allungò una mano verso di lui, per attirare la sua attenzione, stringendogli il polso.
"Ehi! Partecipa ai nostri gossip!" Jethro alzò la testa verso di lei: sembrava combattuto.
"Che c'è?"
"Vance mi ha convocato nel suo ufficio" dichiarò, con voce cadaverica. Shannon e Ducky impallidirono.
"Non dirmi che è per... per..." Lei deglutì e si portò una mano al collo.
"Già. Quest'anno sono io la vittima sacrificale che dovrà controllare il Ballo" mugulò. Non l'avevano mai visto così abbattuto.
"Mi dispiace, tesoro" pigolò Shannon, sinceramente dispiaciuta. Non era un mistero che tutti quelli del corpo insegnanti, arrivati a quel punto dell'anno, evitavano la presidenza come la peste: l'anno prima era toccato a lei, e Dio solo sa quante parolacce si era dovuta beccare e quante ragazze aveva salvato da una gravidanza certa nei bagni; per non parlare di quelli che vomitavano ogni cinque metri - abbastanza disgustoso. Non osava immaginare ciò che Gibbs avrebbe visto e, con la sua poca pazienza, c'era da dichiarare lo Stato di Allerta Massima.
"Vance ha detto che sono troppi anni che cerco di svignarmela" fece una smorfia contrariata. Ducky rise.
"E' vero, Jethro! L'anno in cui toccava a me, te l'eri defilata annunciando candidamente che andavi ad operarti!"
"Davvero?" si stupì Shannon, guardando entrambi.
"Davvero" rise Ducky. "Disse di avere una terribile tonsillite e che gliele dovevano asportare!"
"Ammettilo, però: è stata una genialata" sorrise di sbieco l'altro, evitando accuratamente lo sguardo accusatore di Shannon.
"Si, lo è stato. Ma io sono tornato a casa alle cinque e puzzavo di vomito" gli rinfacciò, puntandogli contro la forchetta.
"Se vuoi ti vengo a dare una mano" alzò le spalle la donna. "Tanto l'ho fatto parecchie volte, la mia esperienza ti aiuterà!"

"Quali sono le tue ultime parole, signorina David?"
"Spero che i Dodgers perdano!"
Tony scoppiò a ridere e saltò sul divano, giusto addosso a Ziva che, divertita, cercava di spingerlo via.
"Pesi, Tony! C'hai la pancia!" lo accusò. Ma il ragazzo non si preoccupò di starla a sentire, si stese meglio accanto a lei e la guardò, sorridendo. Anche la ragazza gli sorrise, pizzicandogli una guancia, e si voltò su un fianco, proprio come lui.
"Stiamo stretti" gli sussurrò.
"Per me non è un problema. Per te?"
"Neanche"
"Perfetto" Tony si allungò leggermente per baciarla e, già che c'era, la mano scivolò dietro la schiena per attirarla verso di sè. Ziva gli mordicchiò il labbro inferiore, divertita, e sentì quel familiare calore al basso ventre che la assaliva ogni volta che Tony si trovava a meno di un metro da lei. Le guance presero fuoco quando sentì il suo respiro sulla pelle del collo e le parve di avere le sue mani dappertutto. Non riuscì a trattenere un gemito, quando i denti di Tony le mordicchiarono un punto sensibile, poco più in su della spalla. Si mosse lievemente e fece combaciare perfettamente i loro bacini: il ragazzo, sofferente, tornò alle sue labbra.
"David" la chiamò con voce roca. "Il telefono"
"Cosa?" borbottò Ziva, senza averlo realmente ascoltato, e lo tirò verso di sè grazie al colletto della maglia. Tony mugolò qualcosa e finì sopra di lei, un ginocchio tra le sue gambe e le mani sui fianchi. Ziva si lasciò alzare leggermente la maglietta e lui scese a baciarle il ventre.
"Ziva" disse di nuovo Tony, quando, per qualche minuto, si separarono. "Il telefono! Il tuo telefono!"
Ziva sobbalzò e lo spinse via, correndo verso il tavolo da pranzo dove aveva lasciato il cellulare: temeva fosse suo padre, magari era successo qualcosa. Tony, sul pavimento, protestò e si pentì di averla avvisata.
"Pronto?" si schiarì leggermente la voce, grattandosi un punto del collo. "Ah, ciao Abbs! Si... si. No, figurati. Ok, hai ragione, stai disturbando" alzò gli occhi al cielo, mentre il ragazzo annuiva con vigore. "Ma certo che no!" arrossì. "Di cosa hai bisogno?... ah. Ora? Proprio ora?" vide Tony che scuoteva la testa. "Eccoo... ma Tony? Ah. Bè, certo" Ziva ridacchiò. "Va bene. Vengo! Quando ci vediamo?" annuì leggermente, sorridendo ai gemiti di disapprovazione del ragazzo. "Ciao!" chiuse la chiamata.
"Tu sei un mostro!" gli urlò addosso Tony, avanzando verso di lei, furioso. "Non puoi dare un giocattolo ad un bambino e poi riprendertelo! E' disumano, è da persona insensibile e..." venne zittito con un bacio. "... e non provare a fare così, tanto non ti perdono!"
"Dai, Tony! Ha bisogno di me! Dice che al centro commerciale c'è un negozio perfetto per i nostri vestiti per il Ballo e non possiamo perdere quest'occasione, visto che molte ragazze vorranno trovare il vestito perfetto" alzò le spalle.
Tony la guardò male e accennò verso la macchia rossa che aveva sul collo: "Preferisci girare tra nastri e lustrini piuttosto che farti fare succhiotti dal tuo bellissimo, intelligentissimo e dolcissimo ragazzo?" provò a convincerla.
"Mio ragazzo?" alzò un sopracciglio Ziva. "Non lo vedo da nessuna parte!" scherzò, mentre dentro di lei gli ormoni organizzavano una festa.
"Oh, certo!" borbottò Tony, seguendola in camera sua. "Fai finta di niente!"
"Devo vestirmi, Tony. Non posso andare al centro commerciale così!" e indicò la tuta.
"Così sei già troppo sexy, in effetti" mugolò il ragazzo, poggiandosi allo stipite della porta e guardandola sofferente dall'alto in basso.
"Sei un idiota!"
"Guarda che ero sincero. Mi stavo divertendo!" si ribellò, pestando un piede a terra.
"Lo so, culetto peloso! Ma non si dice di no ad Abby" gli ricordò.
"Senti ma... quando vi dovete vedere?"
"Tra un'ora"
"E allora ho tutto il tempo..." si avvicinò pericolosamente a lei. "Di finire il lavoro!" La baciò con forza, spingendola all'interno e chiudendo la porta dietro di sè con un calcio. "Devi spogliarti, no?" le sorrise."Ti aiuto!"

"... e tu che hai fatto?!"
"L'ho cacciato via!" sbadigliò Ziva, mentre accarezzava il tessuto morbido di un vestito a pois.
"Ma sei scema?!" la rimproverò Abby, fermandosi di botto nel negozio e le buste che aveva in mano si scontarono tra loro. Aveva già comprato il suo vestito, cercava solo le scarpe e gli accessori: il vero problema era Ziva. "Sei un mostro!"
"Ancora?! Ma perchè tutti mi chiamano mostro, oggi?!" alzò gli occhi al cielo, seguendola verso il reparto intimo.
"Ziva, svegliati" le picchiettò sulla fronte. "Vuole farlo, con te!"
"So che vuole farlo, ma per ora io non voglio!" le rispose convinta. Abby le sorrise enigmatica, mostrandole un reggiseno di pizzo rosso e nero. "Secondo te mi sta bene? ... secondo me anche tu muori dalla voglia di farlo!"
"Una meraviglia e... no, non voglio fare... sesso!" sussurrò.
"Perchè parli piano?" domandò, cercando la mutandina abbinata al reggiseno. "E comunque tutti vogliono fare sesso, specialmente se sono innamorati. E tu e Tony siete innamorati, non negarlo"
Ziva arrossì leggermente. "Forse"
"Ok, lo siete. Quando gli dirai che lo ami? Spero presto. Lo vedo abbastanza... come dire..." esaminò una mutandina, per poi rimetterla al suo posto. "Trattenuto!" scoppiò a ridere insieme a lei.
"Allora, hai visto un vestito che ti piace?" le domandò, uscendo dal negozio.
"No! Senti, Abby, non sono la tipa da vestiti..."
"Lo so! Ma hai visto, i balli americani non sono quelli che fanno vedere in tv, sono molto più moderni!" le fece l'occhiolino e le mise davanti agli occhi la sua busta col vestito dentro. "Non c'è bisogno di lustrini e nastri, come dice Tony"
"Si, mi hai convinta. Però lo stesso non mi sento a mio agio con le gambe al vento!" borbottò.
"Tesoro, se vuoi far impazzire Tony, devi farlo!" ridacchiò. "Facciamo così!" si fermò. "Scegli un colore!"
Ziva la guardò incuriosita: "Blu"
"Bene. Cominciamo a comprati una pochette nera, scarpe nere... ti potrei prestare il braccialetto della Tiffany che mi hanno regalato e..."
"Abby!" la richiamò Ziva, visto che aveva cominciato a correre. "Cosa...?"
"Un vestito blu. Ti serve un vestito blu!"






















Maia says:

# La scena di me e te che esultiamo per aver finito le interrogazioni e il resto della classe che ci guarda sconvolta e disgustata è EPICA. Non potevo non inserirla, Cucciolo!  Cit.: ABBIAMO FINITO LE INTERROGAZIONIIII! #


Bene. Ho voluto inserire la mia piccola tragedia personale [interrogazioni] in questo capitolo che sa di passaggio :D Nel prossimo... THE PROM, IL BALLO, FINALMENTEEEEEEEEEEEEEE :D Da quanto lo aspettavate, ditemi la verità u.u!

Baci,
Maia.

  
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