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Autore: Samurai Riku    19/01/2012    2 recensioni
Come ogni mattina si stava recando a scuola, in orario, come sempre. Percorreva il viale alberato che affianca la strada e al passare delle auto si sollevavano petali rosa di ciliegio, inondando l’aria della loro fragranza.
Svoltò l’angolo e varcò il cancello della scuola. Tutt’intorno altri ragazzi percorrevano cortile chi di corsa, in bicicletta o passeggiando con un gruppo di amici. Voci, grida, risate riempivano l’aria, ma lui sembrava estraneo a tutto questo, sembrava appartenere ad un’altra dimensione. Tutto ciò che lo circondava pareva rimbalzargli contro e non avere il minimo effetto su di lui. Silenzioso si diresse in classe.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Obito Uchiha, Rin | Coppie: Minato/Kushina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Kakashi stava apparecchiando la tavola per sé, mentre un piatto di cibo surgelato si stava scongelando nel microonde.

-Perché si ostina così?! È veramente duro di comprendonio! Cocciuto e stupido!-

Qualcuno bussò alla porta. Kakashi rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sull’uscio di casa. Era raro che ricevesse una visita, a quell’ora sopprattutto.

Una voce al di là dell’ingresso -Kakashi! Kakashi aprimi per favore!!-

-Obito…?­-

-Avanti, lo so che sei in casa! Per favore fammi entrare!-

L’ultima cosa che Kakashi voleva era vederlo e parlarci. Non si mosse.

-Guarda che resto qui finchè non mi fai entrare!- si sedette a terra appoggiando la schiena al muro confinante con la porta d’ingresso, incrociando le braccia al petto -Io non mi muovo da qui.-

Passarono minuti lunghi ed interminabili. Non aveva idea di quanto stesse aspettando, ma doveva essere molto visto che i muscoli delle gambe erano intorpiditi.

Finalmente la porta si aprì, diffondendo un raggio di luce tiepida dalla casa.

-Si può sapere cosa vuoi?-

-Sapevo che mi avresti aperto!!- disse alzandosi, sorreggendosi alla parete.

-Per questo sei rimasto lì seduto per un’ora?-

-Esatto!!- sorrise -Allora, non mi fai entrare?-

Kakashi lo guardò un attimo, poi gli fece strada -Vieni.-

-Grazie!!-

-Cosa sei venuto a fare qui?-

-Ecco… oggi sono stato un po’ avventato…-

-Sì.-

Mi scuso per questo, ma sappi che non mollo! Sono un tipo testardo!-

-Sì, be’… l’ho notato.-

-Domani sera io e Rin andiamo alla vecchia villa abbandonata di Reyzo-cho per una specie di prova di coraggio, vieni con noi?!-

Kakashi rimase pensieroso, poi guardò Obito -Se ti dico di no non te ne andrai mai, vero?-

-Proprio così!- esclamò l’altro.

-Uff…-

-Lo prendo per un sì? Ci vieni?-

-Calmati! Non ho detto proprio niente!-

-Guarda che resto qui per davvero se non accetti! Un po’ di compagnia a casa non ti farebbe male…-

-Ti chiudo fuori. I tuoi genitori non si preoccupano se non torni a casa?-

-Basta che avverto che sto a casa di un amico!- riprese Obito sorridente.

-Ti ho già detto che non sono tuo.. aah, lasciamo stare!-

-Allora vieni?-

-Sì, sì, vengo! Basta che te ne vai adesso!-

-Evviva!!!- esultò contento facendo un salto -Allora ci incontriamo domani sera alle otto, davanti alla casa abbandonata! Sai dov’è, no?-

-Sì, ho capito.-

-Magnifico!! Allora a domani!- disse andando alla porta.

Kakashi rimase fermo a guardarlo -Obito…-

-Nh? Che c’è?-

-… ecco… no, niente, lascia stare.-

Il ragazzo rimase perplesso -Sicuro?-

-Sì, non è nulla, lascia stare.- si affrettò a rispondere -Puoi andare se vuoi.-

Annuì -Va bene.- aprì la porta di ingresso, ma prima di uscire si voltò di nuovo verso Kakashi con un gran sorriso -Almeno adesso non mi hai preso a pugni, o sbattuto contro un muro quando ti ho chiamato amico!!-

Il ragazzo distolse lo sguardo -… non ci ho fatto caso.-

-Ci vediamo Kakashi!- lo salutò, poi uscì richiudendo la porta.

Kakashi sospirò andando in cucina. Come ha fatto Obito a convincerlo così?

 

 

La sera successiva, alle otto e mezza, Rin e Kakashi aspettavano nei pressi della grande villa di Reyzo-cho.

-Ho saputo che hai fatto a botte con Obito.-

-… sì.-

-Be’, Obito è un tipo impulsivo e…-

-Non difenderlo, è stata colpa mia.-

-… come?-

-Me lo sono meritato.-

Rin lo guardò confusa, non capendo quell’atteggiamento.

-Eccomi ragazzi!!- esclamò Obito correndo verso i due.

-Ah, eccoti!-

-Alla buon’ora…-

-Eheheh… scusate, mi ero perso!-

Rin sospirò -Incredibile…-

-Allora, pronti per l’avventura?!- incitò l’Uchiha alzando un pugno verso il cielo rossastro per il tramonto.

-Sììì!!!- Rin imitò l’amico.

Kakashi fece spallucce.

-Oooh, avanti! Un po’ di grinta!!- lo rimproverò Obito -Cosa avete portato?-

-Una torcia.- rispose l’Hatake.

-Io pure.-

Obito prese lo zaino dalle spalle -Io ho portato anche qualcosa da mangiare!- sorrise aprendo la cerniera e mostrando pacchetti di patatine, biscotti e panini.

-Muoviamoci.- disse Kakashi incamminandosi verso il cancello della villa.

I due lo seguirono.

-Come entriamo?- chiese Rin.

-Ah-ah! Mi credete così stupido e impreparato?!- iniziò Obito pieni di sé.

-Sì.- rispose Kakashi.

-… era una domanda retorica!-

-Tu hai chiesto e io ho risposto.-

-Aaah!! uffa!!-

-Ahahahah!! Siete troppo buffi!-

I due ragazzi si lanciarono un’occhiata, poi imbarazzati si voltarono dalla parte opposta.

-Stavo dicendo…- riprese il moro -In questi giorni sono venuto spesso ad ispezionare il territorio e guardate qua!- spinse di poco il cancello che si aprì.

-Fantastico!! Non poteva andarci meglio di così!- affermò la ragazza.

-Seguitemi, miei prodi!!- carico come non mai, Obito oltrepassò il cancello seguito dagli altri.

-È aperto…- Kakashi si soffermò ad osservare l’entrata.

-Ehi, Kakashi! Vieni!!- lo chiamò a gran voce Rin.

-Arrivo.-

 

 

Riuscirono ad entrare nella casa scostando una trave di legno sulla facciata.

Accesero le torce illuminando a tratti l’ampio, polveroso e tetro ingresso.

-Non ci vive più nessuno da anni.- informò Obito.

-In cosa consiste la prova di coraggio?-

-Attraversare tutta la casa, caro Kakashi!-

-… è disabitata…-

-Ingenuo Kakashi, questa villa è infestata dai fantasmi!!- Obito puntò il fascio luminoso della torcia sul suo viso, assumendo un’espressione spaventosa.

-Smettila Obito!!- lo rimproverò Rin.

-I fantasmi non esistono.- disse Kakashi e riprese a camminare salendo le scale che conducevano al primo piano.

-A-aspetta Kakashi!!- Rin gli corse dietro.

-Ehi!! Non allontanatevi!!- Obito li raggiunse.

Poco dopo si ritrovarono a percorrere un lungo corridoio. Era talmente buio che la luce della torcia faticava ad arrivare fino alla fine. C’erano porte su ogni lato, alcune aperte e cigolanti, altre sbarrate con assi di legno.

Obito camminava davanti, Kakashi due passi indietro e Rin avvinghiata al braccio di Kakashi.

L’Uchiha lanciò un’occhiata alle sue spalle -Uffa!! Ma perché è appiccicata a lui e non a me!!- si fermò e si voltò -Ispezionato questo piano andremo nei sotterranei! Rin, non temere, ti proteggerò io!!- disse sicuro di sé.

Un cupo tonfo rimbombò per tutta la villa.

-Aaah!!- per lo spavento Obito fece un balzo, aggrappandosi all’altro braccio di Kakashi.

-… meno male che dovevi proteggermi tu…-

-Eheheh… sono stato colto di sorpresa!!- si difese.

-Obito…-

-Sì?-

-Staccati!-

-Eh? Aaah! Scusa, scusa!!- si allontanò all’istante.

-Cosa sarà stato?- Rin era spaventata per quel rumore improvviso.

-Ma-magari del legno ha ceduto…- farfugliò Obito.

Kakashi riprese a camminare -Oppure un Poltergeist.-

Il moro sbiancò di colpo -N-non dire fesserie!!!-

Qualche minuto dopo:

-Fermi un attimo.-

-Cosa c’è ora?-

-Devo andare in bagno…- sorrise nervosamente l’Uchiha.

-Ora?!-

-Non ci posso fare nulla!! Piuttosto, mi accompagni?-

Kakashi lo scrutò -Te lo puoi scordare.-

-Ma perché!!??-

-Hai paura Obito? Sei un fifone?-

-Certo che no!-

-Per favore… non litigate anche su questo.-

-Uffa, vado al bagno. Ne ho visto uno poco fa. Voi non muovetevi da qui, intesi?-

-Va bene.- annuì Rin.

-Come vuoi, grande capo.- lo schernì Kakashi.

-Finiscila!!- sbraitò Obito allontanandosi.

Tra i due compagni di avventura calò il silenzio.

-Sono felice che tu sia qui!- disse dopo un po’ Rin, sorridendo a Kakashi.

-… eh?-

-Hai fatto pace con Obito e alla fine siamo usciti di nuovo tutti insieme!-

-… so che vi ha convinti Namizake.-

-Sì, è vero, però noi ci teniamo veramente! Anche Obito!-

-Ah sì…?-

-Certo! Ma dubito che lo ammetterà, è troppo orgoglioso.- sorrise -Sta facendo di tutto per diventare tuo amico e pure io voglio esserlo!!-

Ultimamente gli ripetevano così tanto quella parola che non gli faceva più effetto. A quanto pare gli volevano bene per davvero, volevano aiutarlo… è questo che fanno gli amici, gliel’aveva detto Obito.

Una possibilità… forse poteva dar loro una possibilità.

Si udì un cigolio sinistro alle spalle del ragazzo che lo fece voltare di scatto.

-Cos’è stato?-

-Solo la porta, Kakashi, magari un colpo di vento.-

-Questa storia non mi convince… Rin, resta qui.- Kakashi entrò nella stanza adiacente, puntando il fascio di luce davanti a sé. La finestra era sbarrata -Impossibile che sia stato il vento. Credo sia il caso di andarcene, chiama Obito e…-

-Aaaah!!!- l’urlo della ragazza era carico di terrore.

-Rin!!-

Un individuo alto e robusto aveva preso la ragazza; era controluce e Kakashi non riusciva a distinguerne i lineamenti.

-Kakashi!!-

-Ehi, lasciala!- fece due passi verso l’uscita, ma si arrestò subito. Una tremenda fitta si diffuse alla nuca, facendolo cadere a terra privo di sensi.

 

 

-Kakashi!! Kakashi!!- Obito lo scuoteva energicamente.

Lentamente aprì gli occhi focalizzando la persona che aveva di fronte.

-Cos’è successo? Dov’è Rin?!-

Kakashi si mise a sedere, tenendo una mano dietro la testa ancora dolorante. -L’hanno… l’hanno presa.-

-Cosa?! Chi?! I fantasmi!?-

-No, stupido… erano due tizi, uno mi ha colpito… aah!-

-E hanno preso Rin!!?? Dannazione!-

L’Hatake si alzò, reggendosi ad Obito -Questa storia non mi quadrava… il cancello aperto, il bagno ancora funzionante e i vari rumori.-

-Che… che vuoi dire?-

-Qualcuno vive ancora in questa casa, o comunque viene utilizzata.-

-Cavolo… e visto che siamo intrusi ci hanno attaccati, ma perché non hanno preso anche te?-

-Probabilmente perché tu stavi tornando.-

Annuì -Adesso dobbiamo salvare Rin!-

-… cosa?-

-Hai capito bene! Muoviamoci!-

-Aspetta!! È probabile che questa gente sia armata!-

-… ma hanno preso Rin!-

-Noi non possiamo fare nulla! Chiamiamo la polizia, interverranno loro!-

-Ora che arriva la polizia potremmo essere nei guai anche noi!-

-Siamo già nei guai!! Da quando siamo arrivati in questa casa!!-

-Per questo vuoi abbandonare qui Rin!!??-

-Non possiamo fare nulla Obito!!-

Lo prese forte per le spalle -Ascoltami bene Kakashi, ho paura anche io, ma non è una buona ragione per scappare!-

-Io non scappo.-

-Sì invece. Non fai altro che fuggire da tutti perché hai paura!! Per la miseria, reagisci alla vita e non farti schiacciare così!!-

-Smettila!!!- Kakashi lo spinse via -Non sai proprio niente!-

Obito lo guardò serio -So solo che devo salvare Rin, ma da solo non posso farcela…- porse una mano a Kakashi.

Non si mosse.

-Kakashi, questa volta non ti sto offrendo il mio aiuto, ma sto chiedendo il tuo. Tu sei più astuto di me, io sono impulsivo e goffo, mi farei scoprire in un attimo! E poi, odio doverlo ammettere, ma Rin sarà felicissima di vederti e… stai cominciando a essermi simpatico…-

Kakashi chinò il capo, nascondendo il viso -… voi siete gli unici…-

-Eh? Unici?-

Annuì debolmente -Gli unici che abbiano insistito tanto.-

Obito rimase stupito, poi gli rivolse un gran sorriso -Ma è ovvio!! Insistiamo tanto perché ci importa di te! Credo che il professor Minato abbia fatto di tutto per farti capire che non sei abbandonato a te stesso!-

-È vero… sono uno stupido, continuo a scappare e resto solo.-

-Non sei solo Kakashi! Nessuno lo è!- gli sorrise.

Il ragazzo alzò lo sguardo, poggiando una mano sulla spalla dell’Uchiha. -Andiamo a salvare Rin.-

-Sì, andiamo!!- annuì convinto -… ma dove l’hanno portata?-

-Nei sotterranei, molto probabilmente. Il tonfo che abbiamo sentito poco fa veniva da sotto.-

-Non ci avevo fatto caso… magnifico! Andiamo!- convinto si incamminò.

-Aspetta.-

-Che altro c’è?-

-Svuota lo zaino.-

-… perché?- Obito alzò un sopracciglio perplesso.

-Fa come ti dico, fidati.- Kakashi abbozzò un sorriso sicuro.

 

 

I ragazzi raggiunsero il pian terreno, e silenziosamente scesero le scale che portavamo alle cantine. Cercavano di fare il minimo rumore possibile, ma impedire alcuni cigolii era impossibile. La visibilità era scarsissima, per questo camminavano attaccati al muro; quando furono vicini al termine della rampa una sottile luce rischiarò la zona, uscendo dal piccolo spiraglio della porta socchiusa.

Obito era dietro a Kakashi e quando questi scese l’ultimo gradino gli afferrò un braccio

-Secondo te quanti sono?-

-Tre.- rispose secco.

-Come fai a esserne così sicuro?- sussurrò.

-Due sono venuti ad ispezionare la casa quando si sono accorti di noi. Hanno visto che eravamo in tre, ma hanno aspettato che uno di noi si allontanasse, per non correre rischi, perché il terzo non poteva uscire da questa stanza.-

-Oooh… e perché non può uscire?-

-Dovrà stare a guardia di qualcosa o è particolarmente occupato.-

-Giusto, giusto! L’avevo pensato! Ma come le ha capite tutte queste cose?!?- si chiese completamente spiazzato -Quindi hanno preso solo Rin perché io stavo tornando dal bagno.-

-Proprio così.-

Obito rimase a fissarlo.

-Cosa c’è?-

-… quasi quasi ti stimo… ma non lo ammetterò mai! Adesso vediamo dove tengono Rin.- superò Kakashi  affacciandosi allo spiraglio della porta.

-Cosa vedi?-

-Mmmh… da qui vedo scatoloni di legno su scatoloni di legno!- spostò lo sguardo all’estremità destra -Ah! C’è un tizio seduto ad un tavolino con una ventiquattrore accanto! Sta sistemando qualcosa…-

-Probabilmente soldi di un contrabbando…-

Obito si spostò, volgendosi a Kakashi -Contrabbando?! Allora quelle casse possono essere piene di armi!!-

Annuì -Non hai visto Rin?-

-No… forse è dietro a qualche cassa… ehi, un momento…- quasi illuminato da un colpo di genio prese l’altro per le spalle -Altro che armati fino ai denti, questi hanno casse strapiene di armi!!!-

-Datti una calmata o…-

L’Hatake non fece in tempo a terminare la frase che la porta si spalancò e un uomo apparve sulla soglia, incombendo minaccioso su di loro.

-…o ci scoprono.-

Obito si voltò lentamente -Oh-oh…-

-Guarda, guarda, volete fare i coraggiosi?- ghignò l’omone.

-… scappa… corri Obito! Kakashi afferrò l’altro per un braccio correndo verso le scale, ma un altro individuo gli si parò davanti.

-Andate da qualche parte?-

-Dannazione!-

-Che… che facciamo?-

Kakashi lasciò il braccio di Obito, correndo verso l’uomo sulle scale -Lo zaino!!-

-Sì!!- si tolse lo zaino dalle spalle.

-Che vuoi fare moccioso?!- disse il primo criminale avanzando per prenderlo.

Con un rapido movimento Obito si voltò verso di lui, lanciandogli contro lo zaino -Questo!!-

-Aaah!- la sacca gli arrivò in piena faccia. Barcollò, poi cadde all’indietro, nella stanza.

-Vieni qui, da bravo!- il tizio sulle scale si abbassò per bloccare Kakashi, ma questi estrasse la torcia elettrica, sparandogli negli occhi il forte fascio di luce.

-Scordatelo!- poi tentò di fargli lo sgambetto.

-Aah! Piccola peste!!- l’uomo riuscì a prenderlo per il colletto della maglia e lo sollevò di peso.

-Lasciami!!- si dimenò il ragazzo.

-Ti conviene stare fermo.-  disse minaccioso l’uomo estraendo dalla fondina allacciata alla vita e nascosta dalla giacca una pistola lucente.

-Ah…-

Obito vide l’amico nei guai e si voltò pronto ad aiutarlo -Kakashi!-

-Non fare l’eroe moccioso o il tuo amichetto si becca un proiettile in pancia!- minacciò il criminale.

L’uomo atterrato con lo zaino di Obito, riempito di detriti e mattoni, si risollevò brandendo anche lui la sua arma. -Non una mossa!-

-Merda…-

Condussero i bambini nella stanza illuminata evitando le casse che occupavano più di metà dello spazio e, spingendoli malamente finirono contro un muro dove c’era Rin inginocchiata a terra con le braccia legate dietro la schiena. -Ragazzi!!-

-Rin!! Stai bene?!- si premurò il moro.

-Sì… sto bene.-

-Zitti! E sedetevi!- intimò uno spingendoli con la canna della pistola sulla schiena.

-Ehi, ehi! Piano!-

-Legate anche loro.- ordinò l’uomo seduto al tavolo con la ventiquattrore -Genzo, occupatene tu.-

Il criminale che aveva preso Obito legò con una stretta corda i polsi dei due ragazzi, allo stesso modo di Rin.

-Che ne facciamo di questi tre, Toya?- chiese l’altro a quello che doveva essere il capo.

Lui sospirò -… hanno ficcato il naso dove non dovevano, ma infondo sono bambini.-

-Non diremo niente!! Staremo zitti!!-

-Sta zitto ora, Obito.- lo ammonì Kakashi.

-È anche vero che hanno visto un po’ troppo.-

-Ha ragione Hiroji.- Toya si avvicinò ai tre ragazzini -Cosa credete ci sia nelle casse?-

Kakashi lo guardò -Giocattoli molto pericolosi.-

L’uomo ghignò -Sei sveglio.-

-È anche vero che non possiamo sparargli, ma gli incidenti, in questi posti poi… capitano.-

-Iniziamo a sistemare la merce, a loro ci pensiamo dopo.-

I tre uomini si misero al lavoro, trafficando con le casse che riempivano la stanza.

-Kakashi, cosa facciamo…?- domandò Rin spaventata, avvicinandosi ancora di più al ragazzo.

-Dobbiamo fuggire… e chiamare la polizia.-

-Sì, ma come!?- intervenne Obito.

-Il problema non è fuggire se siamo veloci, ma slegarci…- l’Hatake stette in silenzio ad esaminare la situazione. Erano rimasti coinvolti in una brutta storia e rischiavano sul serio la vita. Non poteva permettersi errori, non ora… ora che aveva deciso di dare a quei due ragazzi un’ultima e importante possibilità. -Ok, ora ascoltatemi e fate esattamente come vi dico.-

-Come vuoi, grande capo.- disse ironico Obito.

-Uno di voi ha un telefono cellulare?-

-Io sì, nella tasca dei pantaloni.- rispose Rin.

-Obito, siediti vicino a lei.-

-Eh…? Ok.- il moro si alzò e rapido superò Kakashi e si sedette a lato sinistro dell’amica.

Genzo li notò -Ehi, voi!!-

-Che c’è?! Sono più comodo!- ribatté l’Uchiha.

-Niente scherzi, o vi sparo!- riprese il suo lavoro.

-… e ora Kakashi?-

Kakashi si volse di schiena alla ragazza, tentando di districare i nodi che bloccavano i suoi polsi. -Aiutami Obito, senza farti vedere!-

-Ovvio!- imitò Kakashi.

-Rin, tu tieni d’occhio quei tre… appena te lo dico scappa ed esci da questa stanza.-

-E voi?-

-Non temere, ho un piano.-

-È questo che mi spaventa!- 

-Fatto!- finalmente Rin aveva i polsi liberi.

-Aspettate, prima slego anche voi.-

-Sì, brava!!-

-Tieni le braccia dietro la schiena, così non si insospettiranno.- spiegò Kakashi.

-Sì, ho capito. Stai fermo Obito.-

Intanto Kakashi osservava ogni movimento dei loro sequestratori. Avevano lasciato la ventiquattrore incustodita sul tavolino, aperta. Stavano raggruppando le casse in due zone ben distinte, una più vicino all’ingresso e l’altra contro il muro opposto.

Avevano una sola possibilità per scappare, chiamare la polizia e salvarsi. -Un diversivo… Ragazzi ho un’idea, ascoltatemi.-

 

 

-Toya, riusciremo a liberarci di tutta la merce?- domandò Hiroji posando a terra una delle casse.

-Certo. Fidati, con questo colpo ci sistemiamo!-

-E quelli?- fece un cenno col capo in direzione dei tre prigionieri.

Sbuffò -Non lo so… i bambini non devono ficcare il naso in queste cose.-

-Ho capito. Ce ne occuperemo lontano da qui.-

-Ehi Toya!- Genzo si intromise nella discussione -Quando deve arrivare il furgone?-

L’uomo controllò l’orologio da polso -Tra circa mezz’ora, abbiamo ancora tempo.-

 

 

-Avete capito?-

-Sì, è tutto chiaro!- rispose l’Uchiha.

-Ecco, sei libero anche tu Kakashi!-

-Grazie Rin.-

-Procediamo?- incitò Obito.

Hatake annuì -Via!!-

I tre si alzarono. Rin corse rapida a sinistra, verso la porta, mentre Obito e Kakashi andarono a destra.

-Ehi!!-

-Fermatevi!!-

-Col cavolo!!- esclamò la ragazza spingendo una colonna di casse ce quasi travolse Hiroji.

Il contenuto, rovesciatosi sul pavimento, si disperse: armi da fuoco, tra cui pistole da piccolo calibro e mitragliette.

-Insegui la ragazza, muoviti!!- sbraitò Toya.

Hiroji corse dietro a Rin, evitando le armi e i frammenti di legno, che riuscì ad uscire dalla stanza ed imboccò le scale.

Kakashi e Obito ribaltarono con uno spintone il tavolino.

-No! Che diamine fate!?!-

La valigetta si svuotò e le banconote di Yen volarono per la stanza.

-Diamine i soldi!!-

-Che bel casino!- esclamò Obito.

-Te l’avevo detto che avrebbe fatto effetto! Adesso filiamocela!-

-Non me lo faccio ripetere!-

Lasciarono il nascondiglio e corsero verso l’uscita, ma Kakashi si immobilizzò all’improvviso, dopo che un forte tuono rimbombò nell’aria per pochi secondi. Il proiettile che l’aveva sfiorato si conficcò nella parete di fronte a lui. Obito, poco davanti a lui, si voltò -Miseriaccia! Kakashi andiamocene!!-

-Dove credi di andare moccioso?!- Genzo, arrivato alle sue spalle, colpì Obito alla testa con il calcio dell’arma.

-Aaah!!- cadde a terra.

-Obito!- Kakashi si scosse. Avanzò verso l’amico, ma fu trattenuto da Toya che lo prese per un braccio

-Aah! Lasciami!- si dimenò.

Gli puntò la canna fumante della pistola -Hai finito di fare l’eroe?-

-Che male…- Obito si teneva la testa dolorante -Ehi, lascia il mio amico!-

-Tieni quel rompiscatole e sparagli se è necessario.- ordinò secco Toya.

-No!!-

-Lasciami, lasciami, lasciami!!- il moro, sollevato di peso da terra, dimenava braccia e gambe nel tentativo di liberarsi dalla presa di Genzo.

Trascinato da un improvviso coraggio e voglia di reagire Kakashi afferrò dal freddo pavimento un pezzo di legno, staccatosi da una delle casse rotte, ed infilzò la punta acuminata nella coscia del criminale che lo tratteneva. -Yaaah!!-

-Aaaah! Bastardo!!- per il lancinante dolore lasciò di malo modo il piccolo prigioniero scaraventandolo a terra. Kakashi non perse tempo e gli diede un calcio per allontanarlo.

Obito rimase allibito da questo improvviso scatto dell’amico -… wow!-

-Toya! Stupido moccioso, hai segnato la tua condanna a morte!!- Genzo puntò la rivoltella verso Kakashi caricando il cane, pronto a far fuoco.

Il giovane Uchiha si riscosse e colpì con un forte colpo di tallone precisamente in mezzo alle gambe del criminale. -Beccati questo!!-

A Genzo caddero di mano sia l’arma che il ragazzo, che saggiamente si allontanò di qualche passo incespicando.

Kakashi diede una bella spinta al delinquente che barcollò in direzione dell’altro -Obito, colpiscilo!!-

Si guardò attorno sperduto -E con che cosa?!- e colto da un improvviso lampo di genio impugnò una delle mitragliette sparse a terra per la grossa e lucente canna nera e, muovendola a mo’ di mazza, lo centrò in piena faccia. Genzo cadde con un gran tonfo, completamente privo di sensi. -Ahah, sì!! Ti sta bene!!- lo derise.

Kakashi affiancò il ragazzo -Complimenti.-

-Grazie!-

-… ora mettila giù, eh?-

Un rumore metallico seguito da una voce fece voltare i due con un sussulto -Sì, da bravo, metti giù quell’arma.-

-Waah! Ma questo non muore mai!?!-

Toya era inginocchiato a terra trattenendo la ferita infertagli da Kakashi con la mano sinistra, mentre nella destra stringeva la pistola. -Siete davvero dei gran piantagrane per essere solo dei mocciosi!- ghignò -Ora vi farò fuori… almeno avrò questa soddisfazione.-

-Ka-Kakashi… cosa facciamo ora?!- Obito afferrò convulsamente la manica destra del compagno.

L’Hatake serrò i pugni. Si rese conto dell’immane pericolo che avevano di fronte e sembrava non potessero fare nulla per sfuggire. La porta era troppo lontana e qualsiasi movimento significava essere trapassati da uno o più proiettili.

Non riusciva a crederci… finire così, no impossibile. Ora che finalmente aveva iniziato a vivere non poteva morire… E pensare che più e più volte aveva pensato alla morte, desiderando di finirla con questa sofferenza che lo accompagnava ogni santo giorno, ma subito il ricordo di suo padre l’aveva fermato; si era promesso che non sarebbe finito come lui. Minato gli era sempre stato accanto, e ora c’erano anche loro, Obito e Rin… gli unici… gli unici che avessero insistito fino a convincerlo. Incredibile, vero?

Incredibile era tutto questo… quando la fortuna ti viene incontro e ti volta le spalle all’improvviso…

-Dite addio a questo mondo!- Toya prese bene la mira e posò il dito indice sul grilletto, ma proprio quando tutto sembrava perduto forti e veloci passi raggiunsero quella stanza, irrompendo in un gran fragore.

-Polizia, non muoverti!!- gridò un agente puntando, come tutti gli altri cinque, la pistola contro Toya.

-Ah… ma cosa…?!- confuso il criminale lasciò lentamente l’arma, che cadde al suolo.

Vedendo tutti quegli uomini in uniforme Obito alzò d’istinto le braccia lasciando cadere a sua volta la mitraglietta. -Siamo innocenti!!-

Kakashi non riuscì a dire nulla, semplicemente si sentì sollevato.

La fortuna… non deve fare questi scherzi…

 

 

I poliziotti scortarono fuori Genzo e Toya, ammanettandoli e facendoli salire su una volante che a sirene spiegate li portò via con Hiroji alla centrale più vicina.

Obito e Kakashi uscirono da quella casa maledetta, andando incontro a Rin che parlava con una giovane poliziotta.

-Rin!!!- Obito si sbracciò.

-Ragazzi! State bene!?! Tutto a posto?-

-Sì, per fortuna! Anche se ci è mancato poco!- disse Obito.

-Li hai chiamati tu?-

La ragazza annuì convinta -Certo! Come era nel piano! Non ho perso tempo, dopo aver sistemato quel tale ho subito chiamato la polizia!- spiegò.

Kakashi e Obito si guardarono un attimo perplessi -… ‘sistemato’??-

-Sì, con un bel calcio alto e un pugno!!- disse lei, mimando la scena.

-Ah… mi ero scordato che fai karate…- disse Obito sorridendo nervosamente.

-Eheheh…-

Rin e Obito si voltarono verso Kakashi con espressione sbalordita.

-Ma tu hai…-

-… riso!? Hai appena riso!!! Non ci posso credere!!-

Il ragazzo distolse lo sguardo, imbronciato -Be’?! Non vi va mai bene nulla!-

 

 

Dopo tutta quella serie di eventi incredibili e nuovi ci vuole un momento per rilassarsi e staccare la spina. Per questo Kakashi, al termine della scuola, si rifugiò sul tetto dell’edificio ad osservare il cielo e il panorama da un’altra prospettiva. A dire il vero era da tre giorni che osservava il mondo da un’altra prospettiva… e non gli dispiaceva, anzi. Finalmente non si sentiva più rimbalzare contro la vita degli altri, le emozioni e le sensazioni.

-Ah, eccoti qui!- esclamò Minato arrivandogli accanto.

-Salve.- disse senza scomporsi.

-Ho saputo della vostra avventura.-

-Ah sì…?-

Annuì -Come va ora, Kakashi?-

Finalmente poteva dirlo senza mentirgli e senza mentire a se stesso -Bene. E non mi contraddica.-

-No, no, non mi sognerei mai di farlo… ora che è vero!- gli sorrise.

Kakashi lo guardò per un istante, poi abbozzò un piccolo sorriso.

-Non ho nessun impegno oggi, se ti va puoi venire da me!-

Kakashi si scostò un po’ dal cornicione -Mi dispiace professore, ma io ho un impegno.-

Minato lo guardò stupito -Davvero?-

La porta che conduce al tetto si spalancò all’improvviso -Kakashi, ti dai una mossa!? Ho fame e voglio andare a casa!!-

-Sì, sì, arrivo, un attimo solo.-

-Ah, salve prof!- il ragazzo si accorse solo ora di Minato.

-Ciao Obito.-

-Come vede ho un impegno e anche urgente…-

-La mia fame è urgente!!- sbraitò il moro.

-Ahahah! Non ti trattengo oltre allora!-

Kakashi si avviò, salutando l’uomo cn un braccio alzato -Posso passare domani! Arrivederci!
-Sì, sì, salve!!- salutò frettolosamente Obito.

-Ci vediamo ragazzi!!-

-Allora, cosa c’è da mangiare?-

-La mamma cucina la zuppa di miso! Spero ti piaccia.-

-È uno dei miei piatti preferiti!- sorrise Kakashi.

-E io che speravo di mangiare anche la tua porzione!!-

-Sei un ingordo!!!-

-Devo crescere!!!-

Minato restò a guardare Kakashi e Obito che si allontanavano scendendo le scale, poi scoppiò in un’allegra risata -Io l’avevo detto!! Sapevo che avrebbe funzionato! Ahahah!!-

  
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