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Autore: u n b r o k e n    20/01/2012    16 recensioni
And our daddies used to joke about the two of us, growing up and falling in love, and our mamas smiled, and rolled their eyes.
«E' buffo pensare che gli avvenimenti che noi prima spergiuravamo erano accaduti, proprio come dicevano i nostri genitori. Mai, a quell'età, avrei pensato che io ed Harry saremmo arrivati a questo punto.
Ma la vita ci riserva sempre le sorprese più strane».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucky I'm in love with my best friend.'
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Destiny.

Quella mattina, l'unica cosa che mi bloccò dal cacciare un urlo disperato davanti allo specchio fu la mia voce roca e impastata dal sonno. 
«Oh merda», pronunciai flebilmente, tanto che anche se lo avessi sussurrato all'orecchio di qualcuno avrebbero fatto fatica a sentirmi. 
Rimasi ancora qualche secondo ferma a fissare il mio riflesso, interdetta. Le profonde occhiaie violacee raggiungevano gli zigomi e sicuramente non c'era bisogno di scrutare i miei occhi lucidi e arrossati per dedurre che avevo passato quasi tutta la notte insonne.
Jason si era portato una ragazza a casa la sera prima, e probabilmente ad un certo punto della serata aveva deciso di tenerle un corso accelerato di tip tap, per vendicarsi di me e della mia batteria. Solo che io non la suonavo a notte fonda. Così avevo passato buona parte del tempo che avrei dovuto dedicare a Morfeo a picchiare con il manico della scopa sul tetto, ahimé con scarsi risultati; e sarei anche salita nell'appartamento di Jason, se non fossi stata sicura di non voler vedere nulla. Non contento di questo, il mio amato fratellino aveva anche deciso di prendere in prestito la mia macchina per accompagnare a casa la sua dolce compagna, e me l'aveva lasciato detto tramite messaggio. Così ero costretta ad andare a piedi a scuola, per giunta.
In conclusione, al mio umore mattutino già di per sé paragonabile a quello di un toro infuriato, si aggiungevano le poche ore di sonno e la pioggia. Non avevo niente contro la pioggia in sé, ma era quella di Los Angeles che non mi andava giù; quella città era praticamente il tempio del sole a tutte le ore, ma c'erano quelle giornate, due, tre in tutto, in cui il cielo si sfogava facendo venir giù tutta la pioggia che tratteneva per un anno. La voglia di rimanere a casa stava per prendere il sopravvento su di me, quando ricordai all'improvviso del test d'inglese. Sbuffai pesantemente, e con la rapidità di un bradipo mi preparai ed uscii di casa, ombrello alla mano e tutta la mia buona volontà ancora sotto le coperte del mio letto. 
Le strade erano completamente deserte di passanti, mentre al contrario le macchine, che schizzavano un'enorme quantità di acqua grigiastra dal terreno, non si contavano quasi più. Evitavo le pozzanghere saltando qua e là per il marciapiede, tanto abilmente che lo stesso Super Mario mi avrebbe fatto una standing ovation. 
La pioggia picchiava tanto forte sulla stoffa dell'ombrello, quasi volesse sfondarlo, che era ormai impossibile riuscire ad udirne il ticchettio, per quanto fosse assordante e continuo. Nascosi la bocca dietro alla pesante sciarpa di lana ed infilai una mano in tasca; l'altra, costretta a reggere il metallo gelido del manico dell'ombrello e a sottostare a quella temperatura, implorava pietà. Le dita completamente ghiacciate erano divenute quasi bianche. E nonostante questo, tutto ciò serviva a ben poco, considerando che avevo le punte dei capelli totalmente fradice. Ovviamente però il fato decise che solo questo non bastava, e che avevo bisogno di una doccia per intero, così una macchina mi passò accanto leggiadramente e sollevò per aria tutta l'acqua della lunga pozzanghera che stava sotto di me, bagnandomi da capo a piedi. Sembravo la versione meno figa e più sciupata di quelle star musicali che girano il proprio video sotto la pioggia.
Sembrava proprio che il mondo oggi ce l'avesse con me. Mi chiesi se avevo fatto qualcosa di sbagliato, se avessi offeso per sbaglio qualche divinità o avessi fatto lo sgambetto a qualcuno senza farci caso. 
Mi fermai un attimo per imprecare, mentre il forte ticchettio delle goccioline contro l'ormai inutile ombrello coprivano il suono della mia voce, che così risultava anche a me lontana e ovattata.
«Serve un passaggio a scuola, dolcezza?», udii un'altra voce lontana e ovattata. Mi voltai e vidi una macchina accostata al ciglio della strada, dentro alla quale un ragazzo sorrideva con aria amichevole, aspettando risposta. Rimasi interdetta, e lui allargò il sorriso un po' di più, rassicurante. Aveva un'aria familiare. «Andiamo, non mordo mica!», scherzò e mi fece cenno con la testa di salire a bordo. Non me lo lasciai ripetere due volte: chiusi l'ombrello e mi accomodai sul sedile del passeggero. 
Fui immediatamente investita dal calore del riscaldamento, e presi a tremare ancora di più. «Grazie mille», dissi, con tutta la riconoscenza che riuscii a trovare. «Scusa se ti bagno la macchina», accennai al mio aspetto da pulcino bagnato.
Lui scosse la testa e mise in moto. «Non fa nulla. Allora, dove andiamo?». Gli diedi le indicazioni per arrivare alla scuola e lui annuì sapientemente. «E' la mia vecchia scuola», disse sicuro. 
«Non è un problema per te arrivarci, vero?».
Scosse la testa nuovamente e scrollò le spalle. «Tranquilla. Stavo andando in facoltà e ci sarei passato davanti comunque».
Sorrisi. «Mi hai salvato la vita. Ho il test d'inglese alla prima ora».
«Per un momento ho pensato che fossi una di quelle che non vanno in macchina con gli sconosciuti», sterzò, e mi lanciò un'occhiata fugace, prima di tornare a porre l'attenzione sulla strada.
«Non oggi», risposi, fissando le goccioline di pioggia che facevano a gara sul parabrezza.
«Quindi di norma sei la santarellina tutta casa e chiesa?», mi provocò.
«Di norma non accetto passaggi da chi non conosco».
Mi diede un'occhiata divertita. «Ma hai detto di sì a me perché sono irresistibile», affermò sicuro. 
«Ho detto di sì a te perché il riscaldamento della tua macchina era irresistibile».
Lui rise e scosse piano la testa. «Come hai detto che ti chiami?».
«Non l'ho detto», risposi prontamente, picchiettando con le dita sulle mie gambe.
«Come ti chiami allora?».
Esitai qualche secondo. «Destiny», dissi poi, annuendo.
Il suo sguardo si allargò, e mi lanciò un'altra veloce occhiata. «Destiny hai detto? Non è che per caso è Destiny Miller?», chiese, le folte sopracciglia aggrottate.
Stavolta fui io a rimanere di stucco. «Come lo sai?!», chiesi un po' allarmata.
Lui, avuta la conferma, scoppiò a ridere, mentre posteggiava nel parcheggio della scuola. Non capii cos'avesse il mio nome di tanto esilarante, ma ero più preoccupata del fatto che lo conoscesse. Rimasi a fissarlo mentre se la rideva di gusto, con un'espressione tra il curioso e l'esasperato. «Mi vuoi dire perché cazzo stai ridendo?», chiesi ad un tratto.
Lui mi guardò un po' in tralice e sorrise, scuotendo la testa. «Niente, niente», rise ancora guardandomi. 
«Mi dici almeno come ti chiami?», chiesi, mentre recuperavo le mie cose e scendevo dalla macchina, sentendo la campanella trillare.
«Sono Heat», disse con un sorriso.
Avrei voluto chiedergli come faceva a sapere il mio nome e fargli un lungo interrogatorio, ma ero già in un tremendo ritardo. Lo ringraziai nuovamente per il passaggio e chiusi la portiera.
«Buona fortuna per il test, e ricorda di non accettare caramelle dagli sconosciuti!», mi gridò da dentro la macchina mentre mi dirigevo all'interno dell'edificio. 
Però, nonostante il mio buon samaritano dell'ultimo minuto, arrivai comunque a test iniziato. Tutti sollevarono lo sguardo dai rispettivi fogli e fissarono il mio aspetto, che da fuori doveva sembrare orribile; perfino la prof fu intenerita, mi fece sedere e disse che mi avrebbe concesso qualche minuto in più alla fine per completare il compito. Recuperai una penna dalla borsa e mi sporsi verso il banco di Rebecca Dawnson, per chiederle la data; lei, tutta concentrata nel suo test, il capo chino e l'espressione corrucciata, allungò solo la mano ad indicare la lavagna, dove stava scritta a grandi lettere e nell'elegante calligrafia della prof, la data di oggi:
Venerdì 13 Dicembre
Adesso era tutto più chiaro.
 
«Hai i capelli bagnati», Harry prese una ciocca dei miei capelli tra l'indice e il medio e la esaminò da vicino, con attenzione. 
«Però, sei un acuto osservatore», dissi sarcastica mentre riponevo nell'armadietto gli abiti fradici di quella mattina; per fortuna che tenevo sempre un cambio lì dentro, o avrei finito per ammalarmi a passare tutta la giornata con quei vestiti. 
«E perché sono bagnati?», chiese curioso, come un bimbo che chiede alla mamma perché le foglie in autunno diventano gialle. 
«Non ho intenzione di ripeterti le dinamiche della mia giornata, Styles. Ti basti sapere che fuori sta piovendo, se non te ne sei accorto» dissi acida e chiusi di scatto l'armadietto, per poi appoggiarmi con le spalle ad esso. L'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento era il suo sarcasmo. 
Lui sorrise caldamente e mi sistemò una ciocca bagnata dietro l'orecchio. «Sbaglio o qualcuno oggi è di cattivo umore?», scherzò sollevando un sopracciglio. 
«Cammina tu mezz'ora sotto la pioggia con un ombrello per puffi e con tre ore di sonno, fatti inondare di acqua da una macchina e poi ne riparliamo», incrociai le braccia al petto seccamente.
«Avresti potuto chiamarti, sarei venuto a prenderti io», replicò. 
«Non sei in punizione tu?», domandai sollevando un sopracciglio, e piantai lo sguardo su di lui. 
Si tirò leggermente all'indietro, come a pararsi da un colpo che stava per arrivare. «Mio padre mi ha restituito le chiavi della macchina due giorni fa. Ehm... non te l'avevo detto?», mormorò poi, mordendosi leggermente il labbro inferiore e con un'espressione colpevole. 
«Ma bravo, sei davvero un genio», roteai gli occhi al cielo, mentre tentavo con tutta me stessa di non urlargli in faccia. Era fatto così lui, non c'era nulla da fare, e una sfuriata non avrebbe certo fatto cambiare il suo atteggiamento. 
«Scusa?» tentò, cercando disperatamente il mio sguardo, ma si arrese e si allungò per darmi un bacio sulla guancia. 
Contrariamente a quanto si penserebbe, io ed Harry non trascorrevamo parecchio tempo insieme a scuola; lì lui era un personaggio piuttosto in vista tra gli studenti, e tutti avrebbero notato che si sbaciucchiava in corridoio con quella nuova, e anzi già molti sospettavano qualcosa. Ad ogni modo tenere nascosta la cosa non era granché difficile, considerati i pomeriggi che passavamo in solitudine a "studiare"; e io non pretendevo più di tanto. Non m'interessava tenergli la mano in pubblico o chiamarlo con stupidi nomignoli, non ero poi tanto possessiva e non trovavo per nulla indispensabile che la gente sapesse che stava con me. Certo, non mi andava molto a genio quando le solite ochette, convinte che fosse single, gli giravano intorno e ci provavano spudoratamente con lui, ma non era un grande problema, fino a quando lui non ci stava. 
Era passata una settimana da quando ci eravamo messi insieme, ed andava tutto bene: gli unici a sapere della situazione erano la piccola Ronnie e mio fratello Jason - perché sì, nonostante le litigate e tutto, il mio fratellone era sempre l'unico con cui mi confidavo a cuore aperto. E dopo una settimana Harry sembrava ancora parecchio interessato a me: non che dubitassi, certo, ma sin da quando avevo cominciato a capire che mi piaceva e che io piacevo a lui, il presentimento di venire usata come faceva con tutte le altre ragazze aveva persistito. Eppure no invece, e me ne ero accorta da sola, non mi trattava come aveva fatto con le altre. Era gentile, premuroso ed interessato. Era... diverso, in un certo modo. 
«Risparmiati le scuse», dissi fingendomi annoiata e scossi la testa.
«Mhm, allora non lo vuoi un passaggio a casa?», sollevò un sopracciglio e mi guardò in tralice. 
«Certo che lo vo...etchù!», strizzai gli occhi e mi coprii il naso con una mano, per poi scontrarmi di nuovo con i suoi occhi. «Sappi che questa è colpa tua!», lo apostrofai con una terribile voce nasale, e mi avvolsi la sciarpa attorno al collo. Possibile che fossi anche riuscita a raffreddarmi? Perfetto. Un venerdì 13 migliore non era mai esistito. 
«Sei tu che non mi hai chiamato, dolcezza», rise divertito, infilando le mani nelle tasche del suo lungo cappotto grigio. 
«Sei tu che non mi hai detto nulla della macchina», ribadii, prima di starnutire altre due volte. 
«Non è colpa mia se l'ho dimenticato!».
«Non è colpa mia se sei idiota», dissi eloquentemente, poi scossi la testa. «Andiamo in macchina, prima che qualche altra calamità si abbatta su di me». 

u n b r o k e n  corner; 
AAAAAAAAAAAHHHHH PORCA MERDA STRONZO DI UN COMPUTER. Okay mi sono sfogata. ç____ç In pratica avevo scritto tutte le note con tanto amore, poi per sbaglio ho ricaricato la pagina e mi ha cancellato tutto .__. fiùùù, adesso riscrivo tutto ma vi avverto che sarà tutto tanto caccoso, e che probabilmente le note saranno più lunghe del capitolo stesso!
ALLORA. Scusate il capitolo cortino e noioso çç L'ispirazione per la prima parte è venuta mentre mi trovavo in una situazione parecchio simile, se non identica, a quella della nostra bella Destiny. Quindi se avete avuto compassione per lei, abbiatene anche per me (?).
Poi, le recensioni negli ultimi due capitoli non sono aumentate, sono praticamente lievitate. Aaaah vi amo tutti voi bei piccoli recensori, vi abbraccerei uno per uno se potessi. Vi prego, continuate a recensire questa storia perché, anche se non se lo merita, ogni vostra recensione mi mette il sorriso per almeno un'ora, e non sto scherzando. Sono contentissima che apprezziate la storia e soprattutto i personaggi, che io personalmente amo, uno per uno *----* come ha detto Manuela, sono fantastici e credetemi ne succederanno delle belle! Siamo ancora all'inizio dell'inizio dell'inizio u.u Comunque ci tenevo a ringraziare anche qui Manuela perché nell'altro capitolo è stata dolcissima, mi sono pure commossa! (Lei lo sa, io mi commuovo per qualsiasi cosa, però va beh era bella çç) Per quanto riguarda me Manu dovrebbe avere uno spazio per sé qua nelle note e scrivere la sua ad ogni capitolo, non è giusto che lo faccia solo io perché lei è l'altra autrice e.e 
Anyway, il capitolo è dedicato ai 67 che seguono la storia, i 32 che l'hanno preferita e agli 11 che l'hanno inserita tra le seguite. IO VI A M O. 
Okay, ho altre due cosette da dirvi :3
La prima è che mi piacerebbe mettere uno spazietto qui sotto per rispondere alle vostre domande, se vi va. L'ho pensato perché in primo luogo se rispondo alle recensioni che mi lasciate vi arriva un messaggio privato, e mi piacerebbe farlo qui. E poi perché conoscendo me e la mia stupida testa bacata, potrei scrivere - o forse l'ho già fatto - qualcosa di ambiguo o che magari non capireste perché ho dimenticato di fornirvi di informazioni necessarie e__e credetemi mi conosco, so che lo farò prima o poi!
Comincio subito! *o*
myimmortal: Hai una comicità nel dire le cose che mentre leggo muoio da ridere da sola.
Riguardo a questo punto volevo chiarire una cosa. Essendo comunque che questa fan fiction proviene da varie role gdr, capita spesso che io prenda battute già scritte così come sono, anche perché cerco sempre di attenermi il più possibile alle ruolate. E io non faccio ridere. Non so far ridere e non sarò mai capace di essere comica, sacastica, ironica. Quindi se vi capita di ridere leggendo questa ff... sappiate che è solo merito di MANUELA e del suo fantastico sarcasmo u.u
liveforthem: l'unica cosa "brutta" (?) è che passa tanto tempo tra un capitolo e l'altro, ma se poi scrivi cose meravigliose varrà la pena aspettare. :3
Ecco, riguardo al punto delle cose meravigliose sono punti di vista. AHAHAHAHAHAHA comunque sono contenta che ti piaccia! :3 Mi scuso con tutti per il ritardo a postare, ma i compiti in questo periodo sono dei killer assatanati, appena trovo un attimo libero cerco sempre di scrivere ma a mala pena riesco ad accendere il pc in questo periodo ç___ç scusate tanto!
jas_: poi adoro il personaggio di destiny soprattutto ora che sta insieme a harry, anche se la proposta era piuttosto infantile ahahahaha
ahahah lo so, la proposta era alquanto infantile, ma era così nella role e ho deciso di lasciarla così perché... sì *o* personalmente poi, non so voi, ma io adoro la figura di Styles impacciato che non sa cosa fare davanti a Destiny, quando di solito lui sa sempre cosa fare in queste situazioni. Boh a me piace, spero l'abbiate apprezzato anche voi *---*
hotcoffee: Perchè quando Harry e Destiny sono cresciuti non si sono sentiti più? più frequentati?
Ecco probabilmente in questa parte non sono stata chiara ç__ç scusate! Allora, in pratica quando erano piccoli, fino all'età di cinque anni, la famiglia di Destiny viveva a Los Angeles. Poi si sono trasferiti a New York e di conseguenza i rapporti tra le due famiglie si sono affievoliti anche a causa della lontananza, e adesso la famiglia di Des è tornata a Los Angeles. Ye ye. 
Donna_Di_Cuori: Che cosa dolce che fa Nick, è un uomo da amare *_*
E poi mi fa pensare a Nick Jonas, quindi è ancor più da amare ahahahhahahahhah :)

AHAHAH a questo proposito ti suggerisco di guardare la seconda cosa che ho da dire, e capirai u.u
Okay, quindi se vi va potete lasciarmi delle domande e nel prossimo capitolo risponderò :3
La seconda cosa che ho da dire è... beh più che altro dovrei mostrarvela. Ecco qua u-u
Spero vi piacciano e soddisfino le vostre aspettative :)


Destiny.




Harry.




Heat.




Jason.




Niall.




Louis.




Zayn.





Liam.




Megan.


Nick. (immaginatelo quarantenne LOL)



 
Ronnie.
  
  

Sarah.




Crystal.





 
   
 
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